IL DIRITTO ALLA CULTURA: FAIR USE NO COPYRIGHT

IL DIRITTO ALLA CULTURA
FAIR USE NO COPYRIGHT


VICENDE DELLA SIAE 1-2

LA SIAE SGOMINA BANDA DI MALFATTORI
di Marco Calvo. 11 Settembre 2006

Era ora; onestamente non se ne poteva più. Negli ultimi tempi questo paese ha preso brutte abitudini: da un lato perseguita evasori fiscali, mafiosi, palazzinari e “furbetti” vari, che nulla fanno di male se non badare agli affari propri (a scapito di pochi milioni di persone, tutto sommato), e dall’altra parte assoluto lassismo per le vere piaghe dei nostri giorni: orde di bimbetti che intonano canti popolari impunemente. Audite, audite: senza pagare la tassa alla SIAE.

Ecco l’articolo di Repubblica.it:

La Repubblica.it (Bari), 3 settembre 2006
Blitz della Siae alla festa multati i bimbi di Cernobyl
di Paolo Russo

Volevano ringraziare con la musica le famiglie che li avevano ospitati. Ma per l’ispettore hanno violato i diritti d’autore.

La Siae ha fatto una multa di 205 euro a 14 bambini di Chernobyl per violazione del diritto d’autore. I piccoli, di età compresa tra i 7 e 12 anni, avevano preparato un piccolo spettacolo per dire grazie alle famiglie da cui erano stati ospitati. Con una canzone in bielorusso. Le piccole casse di un computer portatile diffondevano una canzone popolare. E loro, sulla base musicale, avevano iniziato a cantare le prime strofe per salutare le persone che si erano prese cura di loro per quasi un mese.

I bambini per tutto agosto sono stati ospiti di 14 famiglie di Noci e Martina Franca che hanno aderito al progetto di solidarietà di Legambiente. Domenica 27 era il giorno dei saluti. La Società operaia ha prestato gratuitamente il suo locale nel centro storico di Martina Franca. E lì si sono trovati tutti insieme per l’ultima volta i bambini bielorussi, le loro “famiglie” italiane e tutti quelli a cui i bambini volevano dire grazie. Una sessantina di persone in tutto quelli presenti alla festicciola improvvisata. Del tipo: ognuno porta una cosa. Poi i bambini, che da giorni si organizzavano con le due accompagnatrici, hanno indossato abiti buffi fatti di carta igienica e piatti di plastica e dalle casse del portatile era partita la musica.

Mentre i bambini cantavano “Viva la gente” e un brano popolare bielorusso, nel locale della Società operaia si è affacciato un estraneo che poi si è presentato come «dottor Francesco Disanto, titolare dell’ufficio Siae di Martina Franca». È arrivato lì, di domenica sera, perché nessuno dei bambini bielorussi aveva chiesto l’autorizzazione a esibirsi alla Società italiana degli autori e editori. «Abbiamo cercato tranquillamente di spiegare che la festa era stata improvvisata alla buona - spiega Michele Massafra, referente territoriale dell’iniziativa benefica - e soprattutto gli abbiamo fatto presente che quella era la nostra serata dei saluti e i bambini avevano pensato di farci questa sorpresa». Ma Disanto non ha ammesso ragioni. Nel verbale arrivato il giorno dopo per raccomandata alla sede della società operaia per oggetto c’è scritto: «Tutela del diritto d’autore, manifestazione per bambini “Progetto accoglienza di Chernobyl” con esecuzioni musicali».

Per il titolare dell’ufficio Siae di Martina Franca i bambini bielorussi avevano violato l’articolo 17 della legge numero 633 del 1941. Il reato che gli è stato contestato è quello di esecuzioni di opera di ingegno senza preventiva autorizzazione dell’autore. Bielorusso. «Una decisione sconcertante - denuncia Angela Lobefaro responsabile pugliese di Legambiente Solidarietà - soprattutto a conclusione di una meravigliosa esperienza . Vorrà dire che la Siae si terrà i soldi e noi, nella mente, l’indelebile ricordo dei sorrisi di quei bambini».

Purtroppo è ormai cosa nota che i bambini di Chernobyl non sono i soli a delinquere. Circola voce che ci sia una certa quantità di farabutti che sotto la doccia fischietta. Anni di educazione, sanzioni e tutta una serie, davvero imponente, di nuove leggi (come la galera per chi spaccia gli MP3, forieri di tante morti il sabato sera, come si sa) sembra non siano ancora sufficienti. Eppure i legislatori, chini (a 45 gradi) sulle loro carte hanno lavorato come non mai, accogliendo tutte, ma proprio tutte, le istanze delle multinazionali in tema di Santa Protezione del Diritto d’Autore (dove l’autore, ovviamente, non è l’autore, ma la multinazionale che detiene i diritti…).

Ma non basta. Di questo passo, andrà finire che nelle scuole elementari, a fine anno, faranno le recite scolastiche senza versare il giusto obolo ai nostri artisti miliardari. Ma questi bimbetti di 6-7 anni si rendono conto o no di quanto fanno soffrire i nostri idoli pop, e le nostre regine delle classifiche?

Frontiere digitali


LA SANTA ALLEANZA DELLA SIAE
La SIAE e le corrispondenti strutture francese e spagnola annunciano una partnership per riunire i diritti di autori, compositori e editori musicali.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-01-2007]

SIAE e le corrispondenti strutture francese e spagnola SACEM e SGAE fanno cartello per fornire un servizio unico di "licenza europea" agli operatori del settore, annunciando ufficialmente una partnership mirante a riunire i diritti di autori, compositori e editori musicali in una sola licenza di utilizzo, comprendente anche i diritti di telefonia mobile.

Il principio sarebbe quello dello sportello unico; in altre parole, una qualsiasi di queste società si autori sarà in grado di concedere i diritti di riproduzione anche per i repertori delle altre.

Si sostiene che il principio ispiratore sarebbe quello di adeguarsi alla raccomandazioni espresse dalla Commissione Europea nell'ottobre 2005 relativamente alla libera circolazione del diritto d'autore, compresi quelli in campo musicale, abbandonando la pratica secondo cui i distributori devono ottenere singole autorizzazioni in ogni nazione da parte delle reispettive organizzazioni.

Ovviamente, Internet e il peer to peer hanno giocato un ruolo fondamentale nell'affrettare i tempi; una prima alleanza era già sorta tra il MCPS inglese e il GEMA tedesco, alleatisi con l'editore musicale EMI. E' da prevedere che presto tutte confluiranno in un'unica partnership, monopolizzando il controllo e la distribuzione in tutto il vecchio continente.

Il fine dichiarato è di realizzare un sistema automatizzato che consente l'identificazione ogni singola opera musicale nell'ambito sia del repertorio unificato sia del Paese d'origine, attraendo anche quella ventina di organizzazioni minori che ancora non fanno parte del cartello.

E i picccoli autori che si rifiutano di aderire alle varie società di tutela dei diritti, pur volendo conservare i diritti sulle proprie opere? Beh, la risposta è una sola e purtroppo scoraggiante. Faranno cioè la fine del fruttivendolo sotto casa, che ha chiuso perché trovava persino più conveniente fare la spesa al market.

Quanto agli appassionati del peer to peer e a tutti quanti ritengano che le espressioni artistiche debbano essere come le idee, e cioè a disposizione di tutti e gratis, debbono rassegnarsi. I monopoli hanno sempre ottimizzato la distribuzione e mai portato a una diminuzione dei prezzi.

www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=5356


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Diritto
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Aggiornamento: 22/04/2015