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Tutto, intorno a lui, brillava di vivaci colori.
L’erba, i fiori, perfino l’ombra del cespuglio che lambiva il Carpino.
Solo lui era grigio.
Quel pensiero gli era venuto, un giorno, dopo un acquazzone. Alzando gli
occhi al cielo, aveva visto una bellissima scia di colori raggiunger terra.
Che prodigio!
Poi, lo sguardo gli era scivolato su di una pozza d’acqua dove si era
specchiato e il sorriso gli era morto in gola.
Da quel giorno, Grigetto non era più stato lo stesso.
Sembrava che quell’arcobaleno gli avesse avvolto l’animo come nera notte.
Nessuno si rese conto del cambiamento, perché gli altri animali non lo
frequentavano: egli non apparteneva a quei luoghi.
Grigetto, infatti, aveva sempre avvertito dentro di sé la necessità di
viaggiare, per conoscere il meraviglioso mondo in cui viveva.
Una volta era lì, una volta era là.
Non gli parve, dunque, strano quando un bel mattino si risvegliò con il
desiderio di riprendere il suo cammino.
Mentre raccoglieva le sue cose, però, un cruccio nuovo lo afferrò al cuore:
“Posso viaggiare, ovunque e per sempre, ma non potrò mai fuggire da me
stesso, così grigio e, forse per questo, così solo…”
Era così assorto in questi pensieri che si avvide solo all’ultimo della
grande quercia che si stagliava poco lontano.
“Questa è la Sacra Madre... – si disse, rabbrividendo – E’ un luogo incerto,
dove spesso si radunano gli Uomini...”
Ed ecco, quasi in risposta ai suoi timori, levarsi voci minacciose e vicine:
i Cacciatori!
Non poteva indugiare oltre, se aveva cara la pelle. Così, corse a
nascondersi tra i cespugli ma, nel silenzio, una voce disperata gli gelò il
sangue nelle vene: qualcuno stava piangendo.
Preso un po’ di coraggio, allora, sbirciò tra le foglie e vide una scena
terribile: un Cacciatore si stava avvicinando a un cerbiatto tremante,
mentre la povera madre giaceva riversa poco lontano.
Grigetto aveva già visto il piccolo, qualche giorno prima, mentre si
dirigeva con la cerva al Laghetto Azzurro.
Li aveva osservati distrattamente, ma in quel momento il cucciolo gli aveva
sorriso.
Fu proprio il ricordo di quello sguardo buono a scatenare in lui un coraggio
che non aveva mai avuto.
Uscì allo scoperto, starnazzando in qua e in là per distrarre l’Uomo, poi
urlò: “Fuggi, piccolo!”.
Il Cacciatore, pensando a una succulenta pernice, tentò più e più volte di
colpirlo, finché non lo raggiunse al petto.
Il papero cadde con un sospiro proprio ai piedi della quercia e, mentre
chiudeva gli occhi, vide il cerbiatto nascondersi in un tronco cavo, avvolto
da un cespuglio. E sorrise.
Ora sapeva di essere morto.
Trascorsero lunghi istanti.
Ma se era morto, come faceva a saperlo?
Così riaprì gli occhi.
“Che cosa buffa” si disse fissando i lembi di cielo.
Forse aveva solo sognato... Il bosco, infatti, era immerso in un profondo
silenzio e del Cacciatore non vi era traccia alcuna.
Qualcosa, però, doveva essere successo perché gli animali del bosco erano
intorno a lui e, vicino alla Sacra Madre, brillava una luce variopinta.
“Chi sei?” le chiese, sollevandosi un po’.
“Sono Zoa, la Regina degli Animali – gli rispose la bellissima Fata - Ho
visto quel che hai fatto per il cerbiatto. Ricorda, piccolo, non importa
quale colore abbiano le tue piume, se il cuore brilla di tutti i colori del
mondo”.
Grigetto sorrise, mentre gli animali annuivano commossi: Zoa aveva ragione
ed egli fu di nuovo felice di essere quello che era, uguale a se stesso,
ovunque andasse.
E in quel momento avvenne il prodigio: le grigie piume scomparvero,
lasciando posto ai colori dell’arcobaleno e a una coda bella come il Sole.
La Fata lo aveva trasformato in uno splendido uccello che gli Uomini, d’ora
in poi, chiamarono Pavone.
Qui puoi acquistare il volume
“Fiabe per grandi... piccini”, il nuovo libro della
scrittrice e giornalista trevigiana Paola Fantin, di recente premiata anche
dalla Città di Pompei per il racconto fantastico “Il giardino incantato”.
Le fiabe di questa raccolta - ispirate al grande Hans Christian Andersen di
cui è ricorso nel 2005 il Bicentenario della nascita – nascono dalla fantasia
dell’Autrice e parlano ai cuori dei bambini ma anche agli animi dei grandi...
piccini, cioè a tutti quegli adulti che conservano vivo dentro di sé uno spirito
bambino e amano la vita, il gioco e l’impossibile.
I personaggi, proprio come quelli di Andersen, appartengono al mondo di tutti
i giorni e danno vita a qualsiasi cosa: potrebbe darsi, infatti, che in questo
momento un guscio di uovo vi stia osservando e racconti la vostra storia ai suoi
piccoli… Chi può dire fin dove si spinge l’incredibile mondo cui apparteniamo
tutti?
L'opera è composta da undici fiabe illustrate che sono in realtà dodici,
poiché la presentazione dell’opera è affidata a uno dei personaggi della
raccolta, il Grande Babero (Con un cuore di piccino).
In questi racconti fantastici bambini, animali e alberi possono viaggiare
insieme in paesi immaginari paralleli (Principessa della Magia, Il Paese
Immaginario, Il Giardino Incantato, L’arcobaleno, Al di là del vetro) o
addirittura nello spazio (La porta) e nel tempo (Vita rubata), mentre gli adulti
ritornano bambini (Il Grande Babero) e riflettono sul senso della vita (La
panchina, La Statua, Polvere di Stelle). Tutti esprimono coralmente lo stesso
messaggio: bisogna ritrovare la fede nell’amore, nell’amicizia e nelle cose
impossibili, perché solo un cuore di piccino può affrontare, indenne, tutti i
meravigliosi misteri del mondo.
Le fiabe sono disponibili contattando il gruppo editoriale Macroedizioni -
ricco di novità e di agevolazioni per i lettori - all'indirizzo
www.macrolibrarsi.it
Le illustrazioni sono state realizzate dall’artista veneziano Marco Favero.
L’autrice
Paola Fantin è nata a Treviso dove vive da sempre. Laureata a Venezia in
Lettere Classiche con una tesi in Glottologia dove ha analizzato l’origine
linguistica antica della parola latina “divus, deus”, svolge da 15 anni la
professione di giornalista collaborando con alcuni periodici locali e nazionali
nei settori più svariati. Nel 1999 ha ideato e creato il giornale on line
“Tg0-Positivo. Il Veneto nel Web”, dedicato alle notizie alternative, al buon
umore e alla cultura a tutto campo dove sono ospitati numerosi contributi
creativi provenienti da lettori di tutta Italia.
Dopo aver pubblicato nel 1996 il racconto “Principessa della Magia” (Tempolibro,
Milano), nel 2002 ha vinto con il racconto “La panchina” il Premio Letterario “I
Fiori di campo” e nel 2003 ha dato alla stampa la silloge di racconti “Il Grande Babero” (Edizioni Fiori di Campo, Pavia). Nel 2006 ha pubblicato “Il Quaderno
dei rimedi per la casa”, in collaborazione con l’ing. Lodovico Mazzero (Kellermann
Editore, Vittorio Veneto), giunto alla III ristampa e disponibile presso il
gruppo editoriale Macroedizioni. Nel 2007 ha vinto il III premio per opere edite
del XXXIII Premio Letterario Viareggio Carnevale con il racconto “Principessa
della Magia” e si è aggiudicata il XXXIII Gran Premio di Poesia e Narrazione
della Città di Pompei con il racconto inedito “Il giardino incantato”.
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