La leggenda di Semele: un’interpretazione del mito

Come per molti dèi e dee dell’antica Grecia, per Dioniso i racconti sulla sua nascita e sulla sua fanciullezza sono la parte più consistente e meglio attestata del ciclo delle sue leggende. Non è escluso che queste leggende facciano da veste ad un nucleo mitico da ritenersi più originario, ossia predionisiaco per riferirsi alla divinità cui il Dioniso ellenizzato è derivato, nucleo costituente dunque l’eredità della divinità frigia o asiatica che, innestandosi sulla religione greca, fece nascere detto dio.

Abbiamo gia avuto occasione di rilevare che la coppia Semele-Dioniso, accettando l’ipotesi verosimile che in origine essa fosse quella di una dea-madre e di un dio-figlio, potrebbe essere facilmente spiegata come il risultato di un’associazione, certamente essenziale, realizzatasi in tutto un insieme di antichi culti anch’essi preellenici, egei, anatolici.

Ricorderemo che il Kretschmer ha mostrato che, al pari di Dioniso, il nome di Semele appartenne verosimilmente ad una lingua indoeuropea diversa dal greco, e si riferiva a una Dea Terra, madre di un figlio divino. Questa interpretazione etimologica (che il Nilsson ha finito col ritenere decisiva) e giustificata dal significato di "terra" che ha una radice facilmente riconoscibile nel nome di Dioniso: zemljia = "terra" nelle lingue slave; Zemyna = la dea Terra in lituano; Zemelo, divinità invocata nelle iscrizioni frigie per la protezione delle tombe.

Ancor in epoca tarda Dioniso sarà il Pyrigenes e il Pyrisporos, ossia "colui che è stato concepito nel fuoco" o "che è nato nel fuoco", con riferimento alla folgore di Zeus.

Infine il suo stesso nome sembra indicare una filiazione da un dio celeste indoeuropeo, la cui designazione è riconoscibile nella prima sillaba della parola composta Dioniso.

Accostando questi elementi si potrà ricostruire un mito naturalistico, elementare assai plausibile: la madre terra fecondata dalla folgore del dio del cielo, che partorisce una divinità la cui essenza si confonde con la vita scaturente dalle visceri del mondo.

Ma nella forma nella quale essa si acclimatò nella mitologia del Dioniso ellenico, la leggenda di Semele non lascia scorgere più nulla di questo suo stadio originario e del mito naturalistico ricostruibile su base linguistica.

Secondo la concezione che prevalse e a cui si legò la fortuna del dio nella parte occidentale del mondo ellenico, Semele e una principessa che, per essere la figlia di Cadmo, era connessa con la più antica famiglia di Tebe; essa indica anche la ricca fioritura delle leggende sorte intorno al fondatore mitico di tale città.

Come molte altre eroine (a Tebe anche Alcmena) Semele viene amata da Zeus, e da lui concepisce Dioniso. Ma se la folgorazione può essere considerata come il compimento e il segno dello hieros gamos finché si tratta del connubio fra due entità mitiche quali il dio del cielo e la Terra da lui fecondata, una tale interpretazione non ha più valore nel caso dell’unione clandestina del dio supremo con una vergine mortale.

Di qui la visibile trasposizione per cui dall’antica interpretazione naturalistica della folgorazione, derivò uno dei tratti più caratteristici della leggenda della nascita di Dioniso tebano, tratto che, del resto, si adattava a meraviglia al tono generale della storia prodigiosa nella quale venne evidentemente rifuso il vecchio racconto: spinta dalla gelosia di Era, la quale le tende un’insidia, sia dalle beffe invidiose delle sorelle che dubitano della verità delle sue parole, Semele concepisce il "desiderio imprudente" di essere visitata dal dio del cielo in tutto il suo splendore e la sua maestà, circondato dai lampi del fuoco celeste.

La presuntuosa giovane soccombe alla folgorazione, e dà alla luce anzitempo il fanciullo Dioniso. Questa nascita prematura conferisce al fanciullo un carattere divino che la semplice eredità paterna non sarebbe bastata ad assicurargli: infatti nel quadro del mito greco è di regola che dal connubio di dèi con donne mortali nasca un essere eccezionalmente dotato, ma pur soggetto alla condizione umana, tanto più che le leggende di tal tipo sono generalmente miti delle origini di famiglie reali o principesche.

Salvato da Zeus, che gli farà da seconda madre, il figlio di Semele giunge a compimento nella coscia del padre, di cui sarà la promanazione diretta, allo stesso modo che l’Atena del mito di Esiodo esce dalla testa di Zeus. Non è da escludere che questo tema corrisponda al simbolismo di una adozione paterna, e contenga la reminiscenza di un rito di couvade o il sussistente ricordo di qualche mito dove figurava un progenitore androgino.

[H. Jeanmaire, Dioniso, Einaudi, Torino, 1972]

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