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        Il Faust "storico" 
            (ca. 1480 - 1540)
            - Dalla lettera di un abate, 1507:
 
         
        "Quell'uomo, del quale tu mi scrivi, che ebbe la sfrontatezza di 
		definirsi principe dei negromanti, è un vagabondo, chiacchierone e 
		giramondo, degno di essere frustato". 
        
            - Dalla lettera di un commerciante, 1513:
 
         
        "Otto giorni fa giunse a Erfurt un chiromante di nome Giorgio Faust, 
		un vero e proprio spaccone, pazzo per giunta". 
        Non sono dei ritratti molto lusinghieri che le fonti dell'epoca 
		tracciano del personaggio storico di Faust. In verità, di lui si sa poco 
		di sicuro. 
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            - Georg (o
                Johann) Faust nasce nel 1480 a Knittlingen
                (Württemberg). Fa il maestro di scuola girando
                per tutta la Germania. Dopo fa il mago, forse
                anche il medico e il barbiere (che nel '500 era
                spesso la stessa persona che, in caso di
                necessità, faceva anche il dentista) e il
                consigliere di varie corti. Viaggia sempre e
                opera incantesimi. 
 
            - Più volte
                viene cacciato via da una città perché accusato
                di sodomia, pedofilia o di aver portato male a
                qualcuno. Ricorre spesso a soprannomi per
                mascherare le precipitose partenze oppure la
                presenza stessa in una città dove aveva commesso
                qualche misfatto. Si dice che a Krakau insegnava
                la magia. 
 
            - Già
                quando era ancora in vita cominciarono a formarsi
                le leggende più avventurose intorno a lui ed è
                difficile separare verità e invenzioni. Bisogna
                anche considerare che nel '500 non esisteva
                ancora una chiara distinzione tra scienza
                (comunque molto poco sviluppata) e quello che
                oggi chiameremmo ciarlataneria. A quell'epoca
                magia, filosofia e scienza era ancora tutt'uno. 
 
            - Faust muore attorno al 1540 a Staufen (Breisgäu).
 
         
        La morte di Faust... 
    - "Quando fu giorno si
        recarono nella stanza dove era stato il dottor Faust.
        Trovarono tutta la stanza imbrattata di sangue, il
        cervello era spiaccicato alla parete poiché il diavolo
        lo aveva sbattuto da una parete all'altra, vi erano pure
        i suoi occhi e molti denti sparsi qua e là, lo
        spettacolo era tremendo e pauroso. Trovarono infine il
        suo corpo fuori accanto al concime, orribilmente
        sfigurato, con la testa e le membra ciondolanti". (J.
        Spies: Storia del dottor Faust, ben noto mago e
        negromante..., 1587)
 
 
Una brutta fine ... 
    - ...quella descritta in questo
        testo tedesco del 1587. Ma l'uomo di quell'epoca doveva
        capire che uno come Faust, che vendeva la sua anima al
        diavolo per avere in cambio conoscenze, oltre che una
        bella vita, doveva fare la fine più crudele e sanguinosa
        che si potesse immaginare. L'uomo non doveva voler
        superare i limiti dello stretto mondo medievale. Le prime
        storie di Faust erano di chiara ispirazione religiosa,
        dovevano mettere in guardia il lettore: attenzione, il
        diavolo che ti tenta è sempre in agguato!
 
 
La nascita del mito... 
    - ...avviene già quando Faust
        era ancora in vita. La gente raccontava le storie più
        incredibili e a ca. 50 anni dalla sua morte, nel 1587,
        esce un libro con questo strano e lunghissimo titolo, qui
        riportato in versione già un po' "abbreviata":
 
 
    
        
            - "Storia
                del dottor Johann Faust, ben noto mago e
                negromante, di come si è promesso al diavolo per
                un determinato periodo della sua vita, di quali
                straordinarie avventure egli fu protagonista o
                testimone, fino al momento in cui ricevette la
                ben meritata mercede. ... un esempio orrendo per
                tutti i superbi, i saccenti e gli empi, un
                esempio disgustoso oltre che amichevole
                ammonimento ... Siate sottomessi a Dio,
                combattete il diavolo, cosicché egli fugga da
                voi." 
 
    - Già nel titolo l'autore non
        lascia nessuna incertezza riguardo le sue intenzioni, si
        tratta di un chiaro ammonimento: non fate come ha fatto
        Faust, non abbiate la presunzione di voler sapere tutto,
        la scienza è roba da diavolo, piuttosto siate figli
        ubbidienti della chiesa e sottomessi a Dio! Il libro ebbe
        uno strasuccesso, successivamente uscirono sempre nuovi
        libri con "nuove storie" del dottor Faust, era
        una specie di "telenovela" del '500.
 
         
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    - L'ammonimento religioso era
        sempre compreso, era d'obbligo per l'epoca, ma la gente
        leggeva queste storie e le raccontava in giro con un
        misto di paura e affascinata curiosità. Divenne per due
        secoli uno dei miti popolari più diffusi e amati. Goethe
        conobbe Faust per la prima volta in uno dei tanti
        spettacoli popolari di attori viaggianti che
        rappresentarono queste storie fantastiche nelle piazze. E
        così "lo spaccone degno di essere frustato"
        del '500 entrò nella grande letteratura.
 
 
Come si spiega... 
    - ...l'enorme successo che
        questa storia ha avuto nella letteratura e nell'arte in
        generale? L'elenco di drammi, poesie, romanzi, opere
        liriche, addirittura di balletti che hanno come
        protagonista Faust è lunghissimo.  Alla figura di
        Faust furono ispirate opere di ogni genere, da quelle
        musicali di Charles François Gounod, Arrigo Boito, Ferruccio Busoni, Louis Spohr,
      Robert Schumann, Franz Liszt, Richard Wagner e Hector Berlioz, alle
        rivisitazioni teatrali e letterarie di Christopher Marlowe, Friedrich
        Maximilian Klinger, Lessing, Novalis, Adalbert von Chamisso, Christian Dietrich
        Grabbe, Nikolaus
        Lenau, Heinrich
        Heine, Henrik
        Ibsen, Paul
        Valéry, Michail
        Bulgakov e Thomas Mann, ai film di Friedrich Wilhelm
        Murnau, René
        Clair
        e di Autant
        Lara,
        fino al balletto di Maurice Béjart. Anche la pittura e il disegno
        (vedi sopra l'incisione di Rembrandt) ne approfittarono. Il motivo non
        era certo solo l'aspetto "spettacolare" del
        patto col diavolo che è sempre piaciuto al grande
        pubblico. Quello che affascinava erano piuttosto le
        infinite possibilità che si aprono quando, con questo
        patto, si va oltre i limiti intellettuali e fisici
        dell'uomo.
 
 
    - Il problema che si ponevano
        tutti, anzi che spesso sta al centro del mito del Faust,
        è questo: è bene o male se l'uomo vuole più dalla vita
        di quello che gli dà la natura (o Dio, a seconda
        dell'autore)? É lecito che l'uomo voglia, con
        l'intelletto e con la sua scienza, dominare tutto, anche
        i segreti più nascosti del mondo? Per Goethe, che voleva
        penetrare tutto con la luce della ragione,
        quest'aspirazione dell'uomo a voler andare continuamente
        oltre i propri limiti non poteva che essere positiva.
 
 
Il Faust di Goethe 
    
          
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            - Il Faustè l'opera più famosa di Goethe ed era anche
                l'opera della sua vita: dai primi frammenti al
                termine della seconda parte dell'opera passarono
                60 anni, in cui si susseguono varie versioni,
                anni di febbrile lavoro e decenni di
                interruzioni, in cui Goethe ha altri progetti.
 
    - Faust è uno scienziato,
        insoddisfatto dei limiti del sapere umano che vende
        l'anima al diavolo per avere in cambio tutto quello che
        vuole, amore, gioventù e conoscenza dei segreti della
        vita. Ma Goethe non vede in Faust il grande peccatore
        come lo voleva la tradizione popolare, per lui la
        volontà di Faust di sapere, di andare oltre è positiva
        e così alla fine Dio salva l'anima di Faust. Il Faust di
        Goethe rappresenta l'umanità, la sua insofferenza dei
        limiti della coscienza e il tentativo di superarli è per
        Goethe "il più nobile delle aspirazioni
        dell'uomo".
 
         
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Questa visione positiva...  
    - ...era possibile
        probabilmente solo in un'epoca in cui l'uomo con i suoi
        mezzi non era ancora in grado di distruggere non solo se
        stesso ma anche tutto il pianeta. Thomas Mann che ha
        visto di che cosa era capace un popolo come il suo,
        abbagliato dai falsi ideali del nazionalsocialismo,
        certamente non era più in grado di vederlo allo stesso
        modo ottimista.
 
 
    - E oggi che, con la bomba
        atomica e con la ingegneria genetica, abbiamo in mano una
        responsabilità e delle possibilità come mai prima, il
        dilemma del Faust, mettersi o no col diavolo per andare
        avanti, è più attuale che mai.
 
 
E' qui che sta il fascino del mito... 
    - ...che il personaggio un po'
        strambo del '500 sicuramente non avrebbe mai immaginato.
 
 
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