CAPITOLO
|
FRASI |
CAPITOLO VIII - Frase n. 1
|
" Carneade! Chi era costui? " ruminava tra se don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l'imbasciata.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 2
|
" Carneade! questo nome mi par bene d'averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui? " Tanto il pover'uomo era lontano da prevedere che burrasca gli si addensasse sul capo!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 3
|
Bisogna sapere che don Abbondio si dilettava di leggere un pochino ogni giorno; e un curato suo vicino, che aveva un po' di libreria, gli prestava un libro dopo l'altro, il primo che gli veniva alle mani.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 4
|
Quello su cui meditava in quel momento don Abbondio, convalescente della febbre dello spavento, anzi piú guarito (quanto alla febbre) che non volesse lasciar credere, era un panegirico in onore di san Carlo, detto con molta enfasi, e udito con molta ammirazione nel duomo di Milano, due anni prima.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 5
|
Il santo v'era paragonato, per l'amore allo studio, ad Archimede; e fin qui don Abbondio non trovava inciampo; perché Archimede ne ha fatte di cosí curiose, ha fatto dir tanto di sé, che, per saperne qualche cosa, non c'è bisogno d'un'erudizione molto vasta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 6
|
Ma, dopo Archimede, l'oratore chiamava a paragone anche Carneade: e lí il lettore era rimasto arrenato.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 7
|
In quel momento entrò Perpetua ad annunziar la visita di Tonio.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 8
|
- A quest'ora? - disse anche don Abbondio, com'era naturale.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 9
|
- Cosa vuole? Non hanno discrezione: ma se non lo piglia al volo...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 10
|
- Già: se non lo piglio ora, chi sa quando lo potrò pigliare! Fatelo venire...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 11
|
Ehi! ehi! siete poi ben sicura che sia proprio lui?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 12
|
- Diavolo! - rispose Perpetua, e scese; aprí l'uscio, e disse: - dove siete? - Tonio si fece vedere; e, nello stesso tempo, venne avanti anche Agnese, e salutò Perpetua per nome.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 13
|
- Buona sera, Agnese, - disse Perpetua: - di dove si viene, a quest'ora?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 14
|
- Vengo da...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 15
|
- e nominò un paesetto vicino.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 16
|
- E se sapeste...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 17
|
- continuò: - mi son fermata di piú, appunto in grazia vostra.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 18
|
- Oh perché? - domandò Perpetua; e voltandosi a' due fratelli, - entrate, - disse, - che vengo anch'io.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 19
|
- Perché, - rispose Agnese, - una donna di quelle che non sanno le cose, e voglion parlare...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 20
|
credereste? s'ostinava a dire che voi non vi siete maritata con Beppe Suolavecchia, né con Anselmo Lunghigna, perché non v'hanno voluta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 21
|
Io sostenevo che siete stata voi che gli avete rifiutati, l'uno e l'altro...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 22
|
- Sicuro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 23
|
Oh la bugiarda! la bugiardona! Chi è costei?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 24
|
- Non me lo domandate, che non mi piace metter male.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 25
|
- Me lo direte, me l'avete a dire: oh la bugiarda!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 26
|
- Basta...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 27
|
ma non potete credere quanto mi sia dispiaciuto di non saper bene tutta la storia, per confonder colei.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 28
|
- Guardate se si può inventare, a questo modo! - esclamò di nuovo Perpetua; e riprese subito: - in quanto a Beppe, tutti sanno, e hanno potuto vedere...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 29
|
Ehi, Tonio! accostate l'uscio, e salite pure, che vengo -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 30
|
Tonio, di dentro, rispose di sí; e Perpetua continuò la sua narrazione appassionata.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 31
|
In faccia all'uscio di don Abbondio, s'apriva, tra due casipole, una stradetta, che, finite quelle, voltava in un campo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 32
|
Agnese vi s'avviò, come se volesse tirarsi alquanto in disparte, per parlar piú liberamente; e Perpetua dietro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 33
|
Quand'ebbero voltato, e furono in luogo, donde non si poteva piú veder ciò che accadesse davanti alla casa di don Abbondio, Agnese tossí forte.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 34
|
Era il segnale: Renzo lo sentí, fece coraggio a Lucia, con una stretta di braccio; e tutt'e due, in punta di piedi, vennero avanti, rasentando il muro, zitti zitti; arrivarono all'uscio, lo spinsero adagino adagino; cheti e chinati, entraron nell'andito, dov'erano i due fratelli ad aspettarli.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 35
|
Renzo accostò di nuovo l'uscio pian piano; e tutt'e quattro su per le scale, non facendo rumore neppur per uno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 36
|
Giunti sul pianerottolo, i due fratelli s'avvicinarono all'uscio della stanza, ch'era di fianco alla scala; gli sposi si strinsero al muro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 37
|
- Deo gratias, - disse Tonio, a voce chiara.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 38
|
- Tonio, eh? Entrate, - rispose la voce di dentro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 39
|
Il chiamato aprí l'uscio, appena quanto bastava per poter passar lui e il fratello, a un per volta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 40
|
La striscia di luce, che uscí d'improvviso per quella apertura, e si disegnò sul pavimento oscuro del pianerottolo, fece riscoter Lucia, come se fosse scoperta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 41
|
Entrati i fratelli, Tonio si tirò dietro l'uscio: gli sposi rimasero immobili nelle tenebre, con l'orecchie tese, tenendo il fiato: il rumore piú forte era il martellar che faceva il povero cuore di Lucia.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 42
|
Don Abbondio stava, come abbiam detto, sur una vecchia seggiola, ravvolto in una vecchia zimarra, con in capo una vecchia papalina, che gli faceva cornice intorno alla faccia, al lume scarso d'una piccola lucerna.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 43
|
Due folte ciocche di capelli, che gli scappavano fuor della papalina, due folti sopraccigli, due folti baffi, un folto pizzo, tutti canuti, e sparsi su quella faccia bruna e rugosa, potevano assomigliarsi a cespugli coperti di neve, sporgenti da un dirupo, al chiaro di luna.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 44
|
- Ah! ah! - fu il suo saluto, mentre si levava gli occhiali, e li riponeva nel libricciolo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 45
|
- Dirà il signor curato, che son venuto tardi, - disse Tonio, inchinandosi, come pure fece, ma piú goffamente, Gervaso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 46
|
- Sicuro ch'è tardi: tardi in tutte le maniere.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 47
|
Lo sapete, che sono ammalato?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 48
|
- Oh! mi dispiace.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 49
|
- L'avrete sentito dire; sono ammalato, e non so quando potrò lasciarmi vedere...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 50
|
Ma perché vi siete condotto dietro quel...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 51
|
quel figliuolo?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 52
|
- Cosí per compagnia, signor curato.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 53
|
- Basta, vediamo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 54
|
- Son venticinque berlinghe nuove, di quelle col sant'Ambrogio a cavallo, - disse Tonio, levandosi un involtino di tasca.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 55
|
- Vediamo, - replicò don Abbondio: e, preso l'involtino, si rimesse gli occhiali, l'aprí, cavò le berlinghe, le contò, le voltò, le rivoltò, le trovò senza difetto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 56
|
- Ora, signor curato, mi darà la collana della mia Tecla.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 57
|
- È giusto, - rispose don Abbondio; poi andò a un armadio, si levò una chiave di tasca, e, guardandosi intorno, come per tener lontani gli spettatori, aprí una parte di sportello, riempí l'apertura con la persona, mise dentro la testa, per guardare, e un braccio, per prender la collana; la prese, e, chiuso l'armadio, la consegnò a Tonio, dicendo: - va bene?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 58
|
- Ora, - disse Tonio, - si contenti di mettere un po' di nero sul bianco.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 59
|
- Anche questa! - disse don Abbondio: - le sanno tutte.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 60
|
Ih! com'è divenuto sospettoso il mondo! Non vi fidate di me?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 61
|
- Come, signor curato! s'io mi fido? Lei mi fa torto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 62
|
Ma siccome il mio nome è sul suo libraccio, dalla parte del debito...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 63
|
dunque, giacché ha già avuto l'incomodo di scrivere una volta, cosí...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 64
|
dalla vita alla morte...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 65
|
- Bene bene, - interruppe don Abbondio, e brontolando, tirò a sé una cassetta del tavolino, levò fuori carta, penna e calamaio, e si mise a scrivere, ripetendo a viva voce le parole, di mano in mano che gli uscivan dalla penna.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 66
|
Frattanto Tonio e, a un suo cenno, Gervaso, si piantaron ritti davanti al tavolino, in maniera d'impedire allo scrivente la vista dell'uscio; e, come per ozio, andavano stropicciando, co' piedi, il pavimento, per dar segno a quei ch'erano fuori, d'entrare, e per confondere nello stesso tempo il rumore delle loro pedate.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 67
|
Don Abbondio, immerso nella sua scrittura, non badava ad altro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 68
|
Allo stropiccío de' quattro piedi, Renzo prese un braccio di Lucia, lo strinse, per darle coraggio, e si mosse, tirandosela dietro tutta tremante, che da sé non vi sarebbe potuta venire.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 69
|
Entraron pian piano, in punta di piedi, rattenendo il respiro; e si nascosero dietro i due fratelli.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 70
|
Intanto don Abbondio, finito di scrivere, rilesse attentamente, senza alzar gli occhi dalla carta; la piegò in quattro, dicendo: - ora, sarete contento? - e, levatosi con una mano gli occhiali dal naso, la porse con l'altra a Tonio, alzando il viso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 71
|
Tonio, allungando la mano per prender la carta, si ritirò da una parte; Gervaso, a un suo cenno, dall'altra; e, nel mezzo, come al dividersi d'una scena, apparvero Renzo e Lucia.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 72
|
Don Abbondio, vide confusamente, poi vide chiaro, si spaventò, si stupí, s'infuriò, pensò, prese una risoluzione: tutto questo nel tempo che Renzo mise a proferire le parole: - signor curato, in presenza di questi testimoni, quest'è mia moglie -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 73
|
Le sue labbra non erano ancora tornate al posto, che don Abbondio, lasciando cader la carta, aveva già afferrata e alzata, con la mancina, la lucerna, ghermito, con la diritta, il tappeto del tavolino, e tiratolo a sé, con furia, buttando in terra libro, carta, calamaio e polverino; e, balzando tra la seggiola e il tavolino, s'era avvicinato a Lucia.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 74
|
La poveretta, con quella sua voce soave, e allora tutta tremante, aveva appena potuto proferire: - e questo...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 75
|
- che don Abbondio le aveva buttato sgarbatamente il tappeto sulla testa e sul viso, per impedirle di pronunziare intera la formola.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 76
|
E subito, lasciata cader la lucerna che teneva nell'altra mano, s'aiutò anche con quella a imbacuccarla col tappeto, che quasi la soffogava; e intanto gridava quanto n'aveva in canna: - Perpetua! Perpetua! tradimento! aiuto! - Il lucignolo, che moriva sul pavimento, mandava una luce languida e saltellante sopra Lucia, la quale, affatto smarrita, non tentava neppure di svolgersi, e poteva parere una statua abbozzata in creta, sulla quale l'artefice ha gettato un umido panno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 77
|
Cessata ogni luce, don Abbondio lasciò la poveretta, e andò cercando a tastoni l'uscio che metteva a una stanza piú interna; lo trovò, entrò in quella, si chiuse dentro, gridando tuttavia: - Perpetua! tradimento! aiuto! fuori di questa casa! fuori di questa casa! - Nell'altra stanza, tutto era confusione: Renzo, cercando di fermare il curato, e remando con le mani, come se facesse a mosca cieca, era arrivato all'uscio, e picchiava, gridando: - apra, apra; non faccia schiamazzo -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 78
|
Lucia chiamava Renzo, con voce fioca, e diceva, pregando: - andiamo, andiamo, per l'amor di Dio -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 79
|
Tonio, carpone, andava spazzando con le mani il pavimento, per veder di raccapezzare la sua ricevuta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 80
|
Gervaso, spiritato, gridava e saltellava, cercando l'uscio di scala, per uscire a salvamento.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 81
|
In mezzo a questo serra serra, non possiam lasciar di fermarci un momento a fare una riflessione.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 82
|
Renzo, che strepitava di notte in casa altrui, che vi s'era introdotto di soppiatto, e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l'apparenza d'un oppressore; eppure, alla fin de' fatti, era l'oppresso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 83
|
Don Abbondio, sorpreso, messo in fuga, spaventato, mentre attendeva tranquillamente a' fatti suoi, parrebbe la vittima; eppure, in realtà, era lui che faceva un sopruso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 84
|
Cosí va spesso il mondo...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 85
|
voglio dire, cosí andava nel secolo decimo settimo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 86
|
L'assediato, vedendo che il nemico non dava segno di ritirarsi, aprí una finestra che guardava sulla piazza della chiesa, e si diede a gridare: - aiuto! aiuto! - Era il piú bel chiaro di luna; l'ombra della chiesa, e piú in fuori l'ombra lunga ed acuta del campanile, si stendeva bruna e spiccata sul piano erboso e lucente della piazza: ogni oggetto si poteva distinguere, quasi come di giorno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 87
|
Ma, fin dove arrivava lo sguardo, non appariva indizio di persona vivente.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 88
|
Contiguo però al muro laterale della chiesa, e appunto dal lato che rispondeva verso la casa parrocchiale, era un piccolo abituro, un bugigattolo, dove dormiva il sagrestano.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 89
|
Fu questo riscosso da quel disordinato grido, fece un salto, scese il letto in furia, aprí l'impannata d'una sua finestrina, mise fuori la testa, con gli occhi tra' peli, e disse: - cosa c'è?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 90
|
- Correte, Ambrogio! aiuto! gente in casa, - gridò verso lui don Abbondio.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 91
|
- Vengo subito, - rispose quello; tirò indietro la testa, richiuse la sua impannata, e, quantunque mezzo tra 'l sonno, e piú che mezzo sbigottito, trovò su due piedi un espediente per dar piú aiuto di quello che gli si chiedeva, senza mettersi lui nel tafferuglio, quale si fosse.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 92
|
Dà di piglio alle brache, che teneva sul letto; se le caccia sotto il braccio, come un cappello di gala, e giú balzelloni per una scaletta di legno; corre al campanile, afferra la corda della piú grossa di due campanette che c'erano, e suona a martello.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 93
|
Ton, ton, ton, ton: i contadini balzano a sedere sul letto; i giovinetti sdraiati sul fenile, tendon l'orecchio, si rizzano.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 94
|
- Cos'è? Cos'è? Campana a martello! fuoco? ladri? banditi? - Molte donne consigliano, pregano i mariti, di non moversi, di lasciar correre gli altri: alcuni s'alzano, e vanno alla finestra: i poltroni, come se si arrendessero alle preghiere, ritornan sotto: i piú curiosi e piú bravi scendono a prender le forche e gli schioppi, per correre al rumore: altri stanno a vedere.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 95
|
Ma, prima che quelli fossero all'ordine, prima anzi che fosser ben desti, il rumore era giunto agli orecchi d'altre persone che vegliavano, non lontano, ritte e vestite: i bravi in un luogo, Agnese e Perpetua in un altro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 96
|
Diremo prima brevemente ciò che facesser coloro, dal momento in cui gli abbiamo lasciati, parte nel casolare e parte all'osteria.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 97
|
Questi tre, quando videro tutti gli usci chiusi e la strada deserta, uscirono in fretta, come se si fossero avvisti d'aver fatto tardi, e dicendo di voler andar subito a casa; diedero una giravolta per il paese, per venire in chiaro se tutti eran ritirati- e in fatti, non incontrarono anima vivente, né sentirono il piú piccolo strepito.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 98
|
Passarono anche, pian piano, davanti alla nostra povera casetta: la piú quieta di tutte, giacché non c'era piú nessuno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 99
|
Andarono allora diviato al casolare, e fecero la loro relazione al signor Griso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 100
|
Subito, questo si mise in testa un cappellaccio, sulle spalle un sanrocchino di tela incerata, sparso di conchiglie; prese un bordone da pellegrino, disse: - andiamo da bravi: zitti, e attenti agli ordini -, s'incamminò il primo, gli altri dietro; e, in un momento, arrivarono alla casetta, per una strada opposta a quella per cui se n'era allontanata la nostra brigatella, andando anch'essa alla sua spedizione.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 101
|
Il Griso trattenne la truppa, alcuni passi lontano, andò innanzi solo ad esplorare, e, visto tutto deserto e tranquillo di fuori fece venire avanti due di quei tristi, diede loro ordine di scalar adagino il muro che chiudeva il cortiletto, e, calati dentro, nascondersi in un angolo, dietro un folto fico, sul quale aveva messo l'occhio, la mattina.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 102
|
Ciò fatto, picchiò pian piano, con intenzione di dirsi un pellegrino smarrito, che chiedeva ricovero, fino a giorno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 103
|
Nessun risponde: ripicchia un po' piú forte; nemmeno uno zitto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 104
|
Allora, va a chiamare un terzo malandrino, lo fa scendere nel cortiletto, come gli altri due, con l'ordine di sconficcare adagio il paletto, per aver libero l'ingresso e la ritirata.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 105
|
Tutto s'eseguisce con gran cautela, e con prospero successo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 106
|
Va a chiamar gli altri, li fa entrar con sé, li manda a nascondersi accanto ai primi; accosta adagio adagio l'uscio di strada, vi posta due sentinelle di dentro; e va diritto all'uscio del terreno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 107
|
Picchia anche lí, e aspetta: e' poteva ben aspettare.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 108
|
Sconficca pian pianissimo anche quell'uscio: nessuno di dentro dice: chi va là?; nessuno si fa sentire: meglio non può andare.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 109
|
Avanti dunque : - st -, chiama quei del fico, entra con loro nella stanza terrena, dove, la mattina, aveva scelleratamente accattato quel pezzo di pane.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 110
|
Cava fuori esca, pietra, acciarino e zolfanelli, accende un suo lanternino, entra nell'altra stanza piú interna, per accertarsi che nessun ci sia: non c'è nessuno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 111
|
Torna indietro, va all'uscio di scala, guarda, porge l'orecchio: solitudine e silenzio.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 112
|
Lascia due altre sentinelle a terreno, si fa venir dietro il Grignapoco, ch'era un bravo del contado di Bergamo, il quale solo doveva minacciare, acchetare, comandare, essere in somma il dicitore, affinché il suo linguaggio potesse far credere ad Agnese che la spedizione veniva da quella parte.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 113
|
Con costui al fianco, e gli altri dietro, il Griso sale adagio adagio, bestemmiando in cuor suo ogni scalino che scricchiolasse, ogni passo di que' mascalzoni che facesse rumore.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 114
|
Finalmente è in cima.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 115
|
Qui giace la lepre.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 116
|
Spinge mollemente l'uscio che mette alla prima stanza; l'uscio cede, si fa spiraglio: vi mette l'occhio; è buio: vi mette l'orecchio, per sentire se qualcheduno russa, fiata, brulica là dentro; niente.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 117
|
Dunque avanti: si mette la lanterna davanti al viso, per vedere, senza esser veduto, spalanca l'uscio, vede un letto; addosso: il letto è fatto e spianato, con la rimboccatura arrovesciata, e composta sul capezzale.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 118
|
Si stringe nelle spalle, si volta alla compagnia, accenna loro che va a vedere nell'altra stanza, e che gli vengan dietro pian piano; entra, fa le stesse cerimonie, trova la stessa cosa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 119
|
- Che diavolo è questo? - dice allora: - che qualche cane traditore abbia fatto la spia? - Si metton tutti, con men cautela, a guardare, a tastare per ogni canto, buttan sottosopra la casa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 120
|
Mentre costoro sono in tali faccende, i due che fan la guardia all'uscio di strada, sentono un calpestío di passini frettolosi, che s'avvicinano in fretta; s'immaginano che, chiunque sia, passerà diritto; stan quieti, e, a buon conto, si mettono all'erta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 121
|
In fatti, il calpestío si ferma appunto all'uscio.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 122
|
Era Menico che veniva di corsa, mandato dal padre Cristoforo ad avvisar le due donne che, per l'amor del cielo, scappassero subito di casa, e si rifugiassero al convento, perché...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 123
|
il perché lo sapete.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 124
|
Prende la maniglia del paletto, per picchiare, e se lo sente tentennare in mano, schiodato e sconficcato.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 125
|
" Che è questo? " pensa; e spinge l'uscio con paura: quello s'apre.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 126
|
Menico mette il piede dentro, in gran sospetto, e si sente a un punto acchiappar per le braccia, e due voci sommesse, a destra e a sinistra, che dicono, in tono minaccioso: - zitto! o sei morto -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 127
|
Lui in vece caccia un urlo: uno di que' malandrini gli mette una mano alla bocca; l'altro tira fuori un coltellaccio, per fargli paura.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 128
|
Il garzoncello trema come una foglia, e non tenta neppur di gridare; ma, tutt'a un tratto, in vece di lui, e con ben altro tono, si fa sentir quel primo tocco di campana cosí fatto, e dietro una tempesta di rintocchi in fila.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 129
|
Chi è in difetto è in sospetto, dice il proverbio milanese: all'uno e all'altro furfante parve di sentire in que' tocchi il suo nome, cognome e soprannome: lasciano andar le braccia di Menico, ritirano le loro in furia, spalancan la mano e la bocca, si guardano in viso, e corrono alla casa, dov'era il grosso della compagnia.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 130
|
Menico, via a gambe per la strada, alla volta del campanile, dove a buon conto qualcheduno ci doveva essere.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 131
|
Agli altri furfanti che frugavan la casa, dall'alto al basso, il terribile tocco fece la stessa impressione: si confondono, si scompigliano, s'urtano a vicenda: ognuno cerca la strada piú corta, per arrivare all'uscio.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 132
|
Eppure era tutta gente provata e avvezza a mostrare il viso; ma non poterono star saldi contro un pericolo indeterminato, e che non s'era fatto vedere un po' da lontano, prima di venir loro addosso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 133
|
Ci volle tutta la superiorità del Griso a tenerli insieme, tanto che fosse ritirata e non fuga.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 134
|
Come il cane che scorta una mandra di porci, corre or qua or là a quei che si sbandano; ne addenta uno per un orecchio, e lo tira in ischiera; ne spinge un altro col muso; abbaia a un altro che esce di fila in quel momento; cosí il pellegrino acciuffa un di coloro, che già toccava la soglia, e lo strappa indietro; caccia indietro col bordone uno e un altro che s'avviavan da quella parte: grida agli altri che corron qua e là, senza saper dove; tanto che li raccozzò tutti nel mezzo del cortiletto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 135
|
- Presto, presto! pistole in mano, coltelli in pronto, tutti insieme; e poi anderemo: cosí si va.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 136
|
Chi volete che ci tocchi, se stiam ben insieme, sciocconi? Ma, se ci lasciamo acchiappare a uno a uno, anche i villani ce ne daranno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 137
|
Vergogna! Dietro a me, e uniti -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 138
|
Dopo questa breve aringa, si mise alla fronte, e uscí il primo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 139
|
La casa, come abbiam detto, era in fondo al villaggio; il Griso prese la strada che metteva fuori, e tutti gli andaron dietro in buon ordine.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 140
|
Lasciamoli andare, e torniamo un passo indietro a prendere Agnese e Perpetua, che abbiam lasciate in una certa stradetta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 141
|
Agnese aveva procurato d'allontanar l'altra dalla casa di don Abbondio, il piú che fosse possibile; e, fino a un certo punto, la cosa era andata bene.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 142
|
Ma tutt'a un tratto, la serva s'era ricordata dell'uscio rimasto aperto, e aveva voluto tornare indietro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 143
|
Non c'era che ridire: Agnese, per non farle nascere qualche sospetto, aveva dovuto voltar con lei, e andarle dietro, cercando di trattenerla, ogni volta che la vedesse riscaldata ben bene nel racconto di que' tali matrimoni andati a monte.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 144
|
Mostrava di darle molta udienza, e, ogni tanto, per far vedere che stava attenta, o per ravviare il cicalío, diceva: - sicuro: adesso capisco: va benissimo: è chiara: e poi? e lui? e voi? - Ma intanto, faceva un altro discorso con sé stessa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 145
|
" Saranno usciti a quest'ora? o saranno ancor dentro? Che sciocchi che siamo stati tutt'e tre, a non concertar qualche segnale, per avvisarmi, quando la cosa fosse riuscita! È stata proprio grossa! Ma è fatta: ora non c'è altro che tener costei a bada, piú che posso: alla peggio, sarà un po' di tempo perduto ".
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 146
|
Cosí, a corserelle e a fermatine, eran tornate poco distante dalla casa di don Abbondio, la quale però non vedevano, per ragione di quella cantonata: e Perpetua, trovandosi a un punto importante del racconto, s'era lasciata fermare senza far resistenza, anzi senza avvedersene; quando, tutt'a un tratto, si sentí venir rimbombando dall'alto, nel vano immoto dell'aria, per l'ampio silenzio della notte, quel primo sgangherato grido di don Abbondio: - aiuto! aiuto!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 147
|
- Misericordia! cos'è stato? - gridò Perpetua, e volle correre.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 148
|
- Cosa c'è? cosa c'è? - disse Agnese, tenendola per la sottana.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 149
|
- Misericordia! non avete sentito? - replicò quella, svincolandosi.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 150
|
- Cosa c'è? cosa c'è? - ripeté Agnese, afferrandola per un braccio.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 151
|
- Diavolo d'una donna! - esclamò Perpetua, rispingendola, per mettersi in libertà; e prese la rincorsa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 152
|
Quando, piú lontano, piú acuto, piú istantaneo, si sente l'urlo di Menico.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 153
|
- Misericordia! - grida anche Agnese; e di galoppo dietro l'altra.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 154
|
Avevan quasi appena alzati i calcagni, quando scoccò la campana: un tocco, e due, e tre, e seguita: sarebbero stati sproni, se quelle ne avessero avuto bisogno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 155
|
Perpetua arriva, un momento prima dell'altra; mentre vuole spinger l'uscio, l'uscio si spalanca di dentro, e sulla soglia compariscono Tonio, Gervaso, Renzo, Lucia, che, trovata la scala, eran venuti giú saltelloni; e, sentendo poi quel terribile scampanío, correvano in furia, a mettersi in salvo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 156
|
- Cosa c'è? cosa c'è? - domandò Perpetua ansante ai fratelli, che le risposero con un urtone, e scantonarono.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 157
|
- E voi! come! che fate qui voi? - domandò poscia all'altra coppia, quando l'ebbe raffigurata.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 158
|
Ma quelli pure usciron senza rispondere.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 159
|
Perpetua, per accorrere dove il bisogno era maggiore, non domandò altro, entrò in fretta nell'andito, e corse, come poteva al buio, verso la scala.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 160
|
I due sposi rimasti promessi si trovarono in faccia Agnese, che arrivava tutt'affannata.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 161
|
- Ah siete qui! - disse questa, cavando fuori la parola a stento: - com'è andata? cos'è la campana? mi par d'aver sentito...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 162
|
- A casa, a casa, - diceva Renzo, - prima che venga gente -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 163
|
E s avviavano; ma arriva Menico di corsa, li riconosce, li ferma, e, ancor tutto tremante, con voce mezza fioca, dice: - dove andate? indietro, indietro! per di qua, al convento!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 164
|
- Sei tu che...? - cominciava Agnese.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 165
|
- Cosa c'è d'altro? - domandava Renzo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 166
|
Lucia, tutta smarrita, taceva e tremava.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 167
|
- C'è il diavolo in casa, - riprese Menico ansante.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 168
|
- Gli ho visti io: m'hanno voluto ammazzare: l'ha detto il padre Cristoforo: e anche voi, Renzo, ha detto che veniate subito: e poi gli ho visti io: provvidenza che vi trovo qui tutti! vi dirò poi, quando saremo fuori.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 169
|
Renzo, ch'era il piú in sé di tutti, pensò che, di qua o di là, conveniva andar subito, prima che la gente accorresse; e che la piú sicura era di far ciò che Menico consigliava, anzi comandava, con la forza d'uno spaventato.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 170
|
Per istrada poi, e fuor del pericolo, si potrebbe domandare al ragazzo una spiegazione piú chiara.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 171
|
- Cammina avanti, - gli disse.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 172
|
- Andiam con lui, - disse alle donne.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 173
|
Voltarono, s'incamminarono in fretta verso la chiesa, attraversaron la piazza, dove per grazia del eielo, non c'era ancora anima vivente; entrarono in una stradetta che era tra la chiesa e la casa di don Abbondio; al primo buco che videro in una siepe, dentro, e via per i campi.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 174
|
Non s'eran forse allontanati un cinquanta passi, quando la gente cominciò ad accorrere sulla piazza, e ingrossava ogni momento.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 175
|
Si guardavano in viso gli uni con gli altri: ognuno aveva una domanda da fare, nessuno una risposta da dare.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 176
|
I primi arrivati corsero alla porta della chiesa: era serrata.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 177
|
Corsero al campanile di fuori; e uno di quelli, messa la bocca a un finestrino, una specie di feritoia, cacciò dentro un: - che diavolo c'è? - Quando Ambrogio sentí una voce conosciuta, lasciò andar la corda; e assicurato dal ronzío, ch'era accorso molto popolo, rispose: - vengo ad aprire -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 178
|
Si mise in fretta l'arnese che aveva portato sotto il braccio, venne, dalla parte di dentro, alla porta della chiesa, e l'aprí.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 179
|
- Cos'è tutto questo fracasso? - Cos'è? - Dov'è? - Chi è?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 180
|
- Come, chi è? - disse Ambrogio, tenendo con una mano un battente della porta, e, con l'altra, il lembo di quel tale arnese, che s'era messo cosí in fretta: - come! non lo sapete? gente in casa del signor curato.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 181
|
Animo, figliuoli: aiuto -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 182
|
Si voltan tutti a quella casa, vi s'avvicinano in folla, guardano in su, stanno in orecchi: tutto quieto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 183
|
Altri corrono dalla parte dove c'era l'uscio: è chiuso, e non par che sia stato toccato.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 184
|
Guardano in su anche loro: non c'è una finestra aperta: non si sente uno zitto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 185
|
- Chi è là dentro? - Ohe, ohe! - Signor curato! - Signor curato!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 186
|
Don Abbondio, il quale, appena accortosi della fuga degl'invasori, s'era ritirato dalla finestra, e l'aveva richiusa, e che in questo momento stava a bisticciar sottovoce con Perpetua, che l'aveva lasciato solo in quell'imbroglio, dovette, quando si sentí chiamare a voce di popolo, venir di nuovo alla finestra; e visto quel gran soccorso, si pentí d'averlo chiesto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 187
|
- Cos'è stato? - Che le hanno fatto? - Chi sono costoro? - Dove sono? - gli veniva gridato da cinquanta voci a un tratto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 188
|
- Non c'è piú nessuno: vi ringrazio: tornate pure a casa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 189
|
- Ma chi è stato? - Dove sono andati? - Che è accaduto?
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 190
|
- Cattiva gente, gente che gira di notte; ma sono fuggiti: tornate a casa; non c'è piú niente: un'altra volta, figliuoli: vi ringrazio del vostro buon cuore -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 191
|
E, detto questo, si ritirò, e chiuse la finestra.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 192
|
Qui alcuni cominciarono a brontolare, altri a canzonare, altri a sagrare; altri si stringevan nelle spalle, e se n'andavano: quando arriva uno tutto trafelato, che stentava a formar le parole.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 193
|
Stava costui di casa quasi dirimpetto alle nostre donne, ed essendosi, al rumore, affacciato alla finestra, aveva veduto nel cortiletto quello scompiglio de' bravi, quando il Griso s'affannava a raccoglierli.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 194
|
Quand'ebbe ripreso fiato, gridò: - che fate qui, figliuoli? non è qui il diavolo; è giú in fondo alla strada, alla casa d'Agnese Mondella: gente armata; son dentro; par che vogliano ammazzare un pellegrino; chi sa che diavolo c'è!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 195
|
- Che? - Che? - Che? - E comincia una consulta tumultuosa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 196
|
- Bisogna andare.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 197
|
- Bisogna vedere.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 198
|
- Quanti sono? - Quanti siamo? - Chi sono? - Il console! il console!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 199
|
- Son qui, - risponde il console, di mezzo alla folla: - son qui; ma bisogna aiutarmi, bisogna ubbidire.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 200
|
Presto: dov'è il sagrestano? Alla campana, alla campana.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 201
|
Presto: uno che corra a Lecco a cercar soccorso: venite qui tutti...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 202
|
Chi accorre, chi sguizza tra uomo e uomo, e se la batte; il tumulto era grande, quando arriva un altro, che gli aveva veduti partire in fretta, e grida: - correte, figliuoli: ladri, o banditi che scappano con un pellegrino: son già fuori del paese: addosso! addosso! - A quest'avviso, senza aspettar gli ordini del capitano, si movono in massa, e giú alla rinfusa per la strada; di mano in mano che l'esercito s'avanza, qualcheduno di quei della vanguardia rallenta il passo, si lascia sopravanzare, e si ficca nel corpo della battaglia: gli ultimi spingono innanzi: lo sciame confuso giunge finalmente al luogo indicato.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 203
|
Le tracce dell'invasione eran fresche e manifeste: l'uscio spalancato, la serratura sconficcata; ma gl'invasori erano spariti.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 204
|
S'entra nel cortile; si va all'uscio del terreno: aperto e sconficcato anche quello: si chiama: - Agnese! Lucia! Il pellegrino! Dov'è il pellegrino? L'avrà sognato Stefano, il pellegrino.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 205
|
- No, no: l'ha visto anche Carlandrea.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 206
|
Ohe, pellegrino! - Agnese! Lucia! - Nessuno risponde.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 207
|
- Le hanno portate via! Le hanno portate via! - Ci fu allora di quelli che, alzando la voce, proposero d'inseguire i rapitori: che era un'infamità; e sarebbe una vergogna per il paese, se ogni birbone potesse a man salva venire a portar via le donne, come il nibbio i pulcini da un'aia deserta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 208
|
Nuova consulta e piú tumultuosa: ma uno (e non si seppe mai bene chi fosse stato) gettò nella brigata una voce, che Agnese e Lucia s'eran messe in salvo in una casa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 209
|
La voce corse rapidamente, ottenne credenza; non si parlò piú di dar la caccia ai fuggitivi; e la brigata si sparpagliò, andando ognuno a casa sua.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 210
|
Era un bisbiglio, uno strepito, un picchiare e un aprir d'usci, un apparire e uno sparir di lucerne, un interrogare di donne dalle finestre, un rispondere dalla strada.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 211
|
Tornata questa deserta e silenziosa, i discorsi continuaron nelle case, e moriron negli sbadigli, per ricominciar poi la mattina.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 212
|
Fatti però, non ce ne fu altri; se non che, quella medesima mattina, il console, stando nel suo campo, col mento in una mano, e il gomito appoggiato sul manico della vanga mezza ficcata nel terreno, e con un piede sul vangile; stando, dico, a speculare tra sé sui misteri della notte passata, e sulla ragion composta di ciò che gli toccase a fare, e di ciò che gli convenisse fare, vide venirsi incontro due uomini d'assai gagliarda presenza, chiomati come due re de' Franchi della prima razza, e somigliantissimi nel resto a que' due che cinque giorni prima avevano affrontato don Abbondio, se pur non eran que' medesimi.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 213
|
Costoro, con un fare ancor men cerimonioso, intimarono al console che guardasse bene di non far deposizione al podestà dell'accaduto, di non rispondere il vero, caso che ne venisse interrogato, di non ciarlare, di non fomentar le ciarle de' villani, per quanto aveva cara la speranza di morir di malattia.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 214
|
I nostri fuggiaschi camminarono un pezzo di buon trotto, in silenzio, voltandosi, ora l'uno ora l'altro, a guardare se nessuno gl'inseguiva, tutti in affanno per la fatica della fuga, per il batticuore e per la sospensione in cui erano stati, per il dolore della cattiva riuscita, per l'apprensione confusa del nuovo oscuro pericolo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 215
|
E ancor piú in affanno li teneva l'incalzare continuo di que' rintocchi, i quali, quanto, per l'allontanarsi, venivan piú fiochi e ottusi, tanto pareva che prendessero un non so che di piú lugubre e sinistro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 216
|
Finalmente cessarono.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 217
|
I fuggiaschi allora, trovandosi in un campo disabitato, e non sentendo un alito all'intorno, rallentarono il passo; e fu la prima Agnese che, ripreso fiato, ruppe il silenzio, domandando a Renzo com'era andata, domandando a Menico cosa fosse quel diavolo in casa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 218
|
Renzo raccontò brevemente la sua trista storia; e tutt'e tre si voltarono al fanciullo, il quale riferí piú espressamente l'avviso del padre, e raccontò quello ch'egli stesso aveva veduto e rischiato, e che pur troppo confermava l'avviso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 219
|
Gli ascoltatori compresero piú di quel che Menico avesse saputo dire: a quella scoperta, si sentiron rabbrividire; si fermaron tutt'e tre a un tratto, si guardarono in viso l'un con l'altro, spaventati; e subito, con un movimento unanime, tutt'e tre posero una mano, chi sul capo, chi sulle spalle del ragazzo, come per accarezzarlo, per ringraziarlo tacitamente che fosse stato per loro un angelo tutelare, per dimostrargli la compassione che sentivano dell'angoscia da lui sofferta, e del pericolo corso per la loro salvezza; e quasi per chiedergliene scusa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 220
|
- Ora torna a casa, perché i tuoi non abbiano a star piú in pena per te, - gli disse Agnese; e rammentandosi delle due parpagliole promesse, se ne levò quattro di tasca, e gliele diede, aggiungendo: - basta; prega il Signore che ci rivediamo presto: e allora...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 221
|
- Renzo gli diede una berlinga nuova, e gli raccomandò molto di non dir nulla della commissione avuta dal frate; Lucia l'accarezzò di nuovo, lo salutò con voce accorata; il ragazzo li salutò tutti, intenerito; e tornò indietro.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 222
|
Quelli ripresero la loro strada, tutti pensierosi; le donne innanzi, e Renzo dietro, come per guardia.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 223
|
Lucia stava stretta al braccio della madre, e scansava dolcemente, e con destrezza, l'aiuto che il giovine le offriva ne' passi malagevoli di quel viaggio fuor di strada; vergognosa in sé, anche in un tale turbamento, d'esser già stata tanto sola con lui, e tanto famigliarmente, quando s'aspettava di divenir sua moglie, tra pochi momenti.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 224
|
Ora, svanito cosí dolorosamente quel sogno, si pentiva d'essere andata troppo avanti, e, tra tante cagioni di tremare, tremava anche per quel pudore che non nasce dalla trista scienza del male, per quel pudore che ignora se stesso, somigliante alla paura del fanciullo, che trema nelle tenebre, senza saper di che.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 225
|
- E la casa? - disse a un tratto Agnese.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 226
|
Ma, per quanto la domanda fosse importante, nessuno rispose, perché nessuno poteva darle una risposta soddisfacente.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 227
|
Continuarono in silenzio la loro strada, e poco dopo, sboccarono finalmente sulla piazzetta davanti alla chiesa del convento.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 228
|
Renzo s'affacciò alla porta, e la sospinse bel bello.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 229
|
La porta di fatto s'aprí; e la luna, entrando per lo spiraglio, illuminò la faccia pallida, e la barba d'argento del padre Cristoforo, che stava quivi ritto in aspettativa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 230
|
Visto che non ci mancava nessuno, - Dio sia benedetto! - disse, e fece lor cenno ch'entrassero.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 231
|
Accanto a lui, stava un altro cappuccino; ed era il laico sagrestano, ch'egli, con preghiere e con ragioni, aveva persuaso a vegliar con lui, a lasciar socchiusa la porta, e a starci in sentinella, per accogliere que' poveri minacciati: e non si richiedeva meno dell'autorità del padre, della sua fama di santo, per ottener dal laico una condiscendenza incomoda, pericolosa e irregolare.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 232
|
Entrati che furono, il padre Cristoforo riaccostò la porta adagio adagio.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 233
|
Allora il sagrestano non poté piú reggere, e, chiamato il padre da una parte, gli andava susurrando all'orecchio: - ma padre, padre! di notte...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 234
|
in chiesa...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 235
|
con donne...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 236
|
chiudere...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 237
|
la regola...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 238
|
ma padre! - E tentennava la testa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 239
|
Mentre diceva stentatamente quelle parole, " vedete un poco! " pensava il padre Cristoforo, " se fosse un masnadiero inseguito, fra Fazio non gli farebbe una difficoltà al mondo; e una povera innocente, che scappa dagli artigli del lupo...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 240
|
" - Omnia munda mundis, - disse poi, voltandosi tutt'a un tratto a fra Fazio, e dimenticando che questo non intendeva il latino.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 241
|
Ma una tale dimenticanza fu appunto quella che fece l'effetto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 242
|
Se il padre si fosse messo a questionare con ragioni, a fra Fazio non sarebber mancate altre ragioni da opporre; e sa il cielo quando e come la cosa sarebbe finita.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 243
|
Ma, al sentir quelle parole gravide d'un senso misterioso, e proferite cosí risolutamente, gli parve che in quelle dovesse contenersi la soluzione di tutti i suoi dubbi.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 244
|
S'acquietò, e disse: - basta! lei ne sa piú di me.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 245
|
- Fidatevi pure, - rispose il padre Cristoforo; e, all'incerto chiarore della lampada che ardeva davanti all'altare, s'accostò ai ricoverati, i quali stavano sospesi aspettando, e disse loro: - figliuoli! ringraziate il Signore, che v'ha scampati da un gran pericolo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 246
|
Forse in questo momento...! - E qui si mise a spiegare ciò che aveva fatto accennare dal piccol messo: giacché non sospettava ch'essi ne sapesser piú di lui, e supponeva che Menico gli avesse trovati tranquilli in casa, prima che arrivassero i malandrini.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 247
|
Nessuno lo disingannò, nemmeno Lucia, la quale però sentiva un rimorso segreto d'una tale dissimulazione, con un tal uomo; ma era la notte degl'imbrogli e de' sotterfugi.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 248
|
- Dopo di ciò, - continuò egli, - vedete bene, figliuoli, che ora questo paese non è sicuro per voi.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 249
|
' il vostro; ci siete nati; non avete fatto male a nessuno; ma Dio vuol cosí.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 250
|
È una prova, figliuoli: sopportatela con pazienza, con fiducia, senza odio, e siate sicuri che verrà un tempo in cui vi troverete contenti di ciò che ora accade.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 251
|
Io ho pensato a trovarvi un rifugio, per questi primi momenti.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 252
|
Presto, io spero, potrete ritornar sicuri a casa vostra; a ogni modo, Dio vi provvederà, per il vostro meglio; e io certo mi studierò di non mancare alla grazia che mi fa, scegliendomi per suo ministro, nel servizio di voi suoi poveri cari tribolati.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 253
|
Voi, - continuò volgendosi alle due donne, - potrete fermarvi a ***.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 254
|
Là sarete abbastanza fuori d'ogni pericolo, e, nello stesso tempo, non troppo lontane da casa vostra.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 255
|
Cercate del nostro convento, fate chiamare il padre guardiano, dategli questa lettera: sarà per voi un altro fra Cristoforo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 256
|
E anche tu, il mio Renzo, anche tu devi metterti, per ora, in salvo dalla rabbia degli altri, e dalla tua.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 257
|
Porta questa lettera al padre Bonaventura da Lodi, nel nostro convento di Porta Orientale in Milano.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 258
|
Egli ti farà da padre, ti guiderà, ti troverà del lavoro, per fin che tu non possa tornare a viver qui tranquillamente.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 259
|
Andate alla riva del lago, vicino allo sbocco del Bione -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 260
|
È un torrente a pochi passi da Pescarenico.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 261
|
- Lí vedrete un battello fermo; direte: barca; vi sarà domandato per chi; risponderete: san Francesco.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 262
|
La barca vi riceverà, vi trasporterà all'altra riva, dove troverete un baroccio che vi condurrà addirittura fino a ***.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 263
|
Chi domandasse come fra Cristoforo avesse cosí subito a sua disposizione que' mezzi di trasporto, per acqua e per terra, farebbe vedere di non conoscere qual fosse il potere d'un cappuccino tenuto in concetto di santo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 264
|
Restava da pensare alla custodia delle case.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 265
|
Il padre ne ricevette le chiavi, incaricandosi di consegnarle a quelli che Renzo e Agnese gl'indicarono.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 266
|
Quest'ultima, levandosi di tasca la sua, mise un gran sospiro, pensando che, in quel momento, la casa era aperta, che c'era stato il diavolo, e chi sa cosa ci rimaneva da custodire!
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 267
|
- Prima che partiate, - disse il padre, - preghiamo tutti insieme il Signore, perché sia con voi, in codesto viaggio, e sempre; e sopra tutto vi dia forza, vi dia amore di volere ciò ch'Egli ha voluto -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 268
|
Cosí dicendo s'inginocchiò nel mezzo della chiesa; e tutti fecer lo stesso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 269
|
Dopo ch'ebbero pregato, alcuni momenti, in silenzio, il padre, con voce sommessa, ma distinta, articolò queste parole: - noi vi preghiamo ancora per quel poveretto che ci ha condotti a questo passo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 270
|
Noi saremmo indegni della vostra misericordia, se non ve la chiedessimo di cuore per lui; ne ha tanto bisogno! Noi, nella nostra tribolazione, abbiamo questo conforto, che siamo nella strada dove ci avete messi Voi: possiamo offrirvi i nostri guai; e diventano un guadagno.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 271
|
Ma lui!...
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 272
|
è vostro nemico.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 273
|
Oh disgraziato! compete con Voi! Abbiate pietà di lui, o Signore, toccategli il cuore, rendetelo vostro amico, concedetegli tutti i beni che noi possiamo desiderare a noi stessi.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 274
|
Alzatosi poi, come in fretta, disse: - via, figliuoli, non c'è tempo da perdere: Dio vi guardi, il suo angelo v'accompagni: andate -.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 275
|
E mentre s'avviavano, con quella commozione che non trova parole, e che si manifesta senza di esse, il padre soggiunse, con voce alterata: - il cuor mi dice che ci rivedremo presto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 276
|
Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire su quello che sarà.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 277
|
Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 278
|
Senza aspettar risposta, fra Cristoforo, andò verso la sagrestia; i viaggiatori usciron di chiesa; e fra Fazio chiuse la porta, dando loro un addio, con la voce alterata anche lui.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 279
|
Essi s'avviarono zitti zitti alla rivá ch'era stata loro indicata; videro il battello pronto, e data e barattata la parola, c'entrarono.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 280
|
Il barcaiolo, puntando un remo alla proda, se ne staccò; afferrato poi l'altro remo, e vogando a due braccia, prese il largo, verso la spiaggia opposta.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 281
|
Non tirava un alito di vento; il lago giaceva liscio e piano, e sarebbe parso immobile, se non fosse stato il tremolare e l'ondeggiar leggiero della luna, che vi si specchiava da mezzo il cielo.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 282
|
S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi sulle ghiaie del lido, il gorgoglío piú lontano dell'acqua rotta tra le pile del ponte, e il tonfo misurato di que' due remi, che tagliavano la superficie azzurra del lago, uscivano a un colpo grondanti, e si rituffavano.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 283
|
L'onda segata dalla barca, riunendosi dietro la poppa, segnava una striscia increspata, che s'andava allontanando dal lido.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 284
|
I passeggieri silenziosi, con la testa voltata indietro, guardavano i monti, e il paese rischiarato dalla luna, e variato qua e là di grand'ombre.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 285
|
Si distinguevano i villaggi, le case, le capanne: il palazzotto di don Rodrigo, con la sua torre piatta, elevato sopra le casucce ammucchiate alla falda del promontorio, pareva un feroce che, ritto nelle tenebre, in mezzo a una compagnia d'addormentati, vegliasse, meditando un delitto.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 286
|
Lucia lo vide, e rabbrividí; scese con l'occhio giú giú per la china, fino al suo paesello, guardò fisso all'estremità, scoprí la sua casetta, scoprí la chioma folta del fico che sopravanzava il muro del cortile, scoprí la finestra della sua camera; e, seduta, com'era, nel fondo della barca, posò il braccio sulla sponda, posò sul braccio la fronte, come per dormire, e pianse segretamente.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 287
|
Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi piú familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendío, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 288
|
Quanto piú si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 289
|
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle piú care abitudini, e disturbato nelle piú care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio, casa natía, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 290
|
Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 291
|
Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una piú certa e piú grande.
|
CAPITOLO VIII - Frase n. 292
|
Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco diversi i pensieri degli altri due pellegrini, mentre la barca gli andava avvicinando alla riva destra dell'Adda.
|