PAOLO VOLPONI: IL CORAGGIO DELLA DIVERSITà


PREMESSA


Palazzo Ducale di Urbino (www.hotelcignodoro.it)

Mi accingo a studiare le opere di Paolo Volponi, che avevo già letto nella prima giovinezza. E' stato il primo autore che mi ha consentito, a vent'anni, di uscire dalla genericità della cultura di massa ed apprezzare contenuti di una tale profondità da trasformare lo spirito.

Conosciutissimo dagli "addetti ai lavori", non leggibilissimo dal lettore medio se quest'ultimo non ha il coraggio e la perseveranza di superarsi, Volponi è un autore scomodo. Forse per reazione alla timidezza adolescenziale, c'era in lui come una volontà di "aggredire" il lettore quasi costringendolo a interrogarsi sulla propria autenticità. E poi scomodo anche agli occhi dei potenti, che hanno trovato un critico dell'arbitrio con cui essi hanno fatto scempio dell'Italia.

Se si può parlare di "violenza" essa è solo apparente, una maschera in un uomo peraltro dalla bontà illimitata: gli ultimi anni di vita, addolorati dalla sciagura che colpì la sua famiglia (la morte del figlio Roberto in un incidente aereo), ci pensò lui stesso ad accorciarseli, nel modo più altruistico possibile: invece di riposare come richiedeva un fisico oppresso da disturbi cardiaci, intensificò ancor di più l'impegno politico e intellettuale, "gettando il suo corpo nella lotta" (secondo l'insegnamento di colui che considerò un "maestro", Pasolini).

Se i giovani intuissero l'indipendenza di questo scrittore, poeta e dirigente d'azienda, forse riscoprirebbero l'eroismo positivo di chi lotta contro la prepotenza e la miopia dei potenti, senza voler prendere il loro posto.

Quello che più ci allontana dall'operare il bene, è la paura del ridicolo, perché l'arma che il potere ha per isolare il ribelle, è proprio renderlo ridicolo agli occhi della massa. Per questo Volponi ha scritto soprattutto di personaggi bizzarri, diversi, eppure dalla volontà incoercibile di conoscere e amare. Personaggi destinati al suicidio, all'emarginazione, al fallimento materiale, ma non spirituale. Leggendo Volponi si acquisisce il "coraggio della diversità", alla faccia di chi ci vuole tutti ugualmente superficiali e vili.

La presente trattazione ha come testi di riferimento l'opera omnia curata da un non anziano critico letterario, Emanuele Zinato, oltre che la monografia di quest'ultimo intitolata Volponi:

Volponi Paolo, Romanzi e Prose (in tre volumi), Einaudi (2002-3): raccoglie tutti i romanzi e una selezione delle prose minori, con un ampio commento di interesse critico e filologico;

Volponi Paolo, Poesie 1946-1994, Einaudi (2001): qui Zinato ripropone le tre principali raccolte pubblicate dall'autore (Poesie e poemetti 1946-66, Con testo a fronte e Nel silenzio campale) insieme a una scelta delle poesie sparse risalenti ai suoi ultimi anni;

Zinato Emanuele, Volponi, Palumbo (2001): la prima parte offre il profilo delle opere volponiane e la ricezione e la storia della critica sull'autore urbinate; la seconda parte, dopo le notizie biobibliografiche, dà una piccola antologia della critica.

Questi i miei contenuti previsti:

- Biografia

- Sintesi e riflessioni critiche su tutti i romanzi (Memoriale, La macchina mondiale, Corporale, Il sipario ducale, Il pianeta irritabile, Il lanciatore di giavellotto, Le mosche del capitale, La strada per Roma)

- Cenni sulle prose minori

- Analisi e riflessioni critiche sull'opera poetica

- Dibattito on line.

Di puntata in puntata, spero che vi innamorerete anche voi di questa Volpe marchigiana!


a cura di Leonardo Monopoli

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 10/12/2012