"... Esiste una singolare teoria delle origini
del linguaggio nell'opera di un pensatore arabo dell'undicesimo secolo, Ibn Hazm. Le lingue
non potrebbero essere nate per convenzione,
perché per stabilirne le regole gli uomini avrebbero avuto bisogno comunque di una lingua precedente.

C'era dunque all'inizio una lingua data da Dio,
e così ricca di nomi e di sinonimi,
che attraverso di essa Adamo ha potuto nominare senza ambiguità tutte le cose dell'universo.

Ma allora essa doveva comprendere tutte
le lingue. La confusione che avrebbe seguito
non avrebbe dunque corrisposto
alla invenzione di nuove lingue,
ma alla frammentazione di quella lingua unica
che esisteva ab initio, e in cui erano contenute
tutte le lingue a venire.

Il dono ricevuto da Adamo era il multilinguismo!
Per questo tutti gli uomini sono capaci
di comprendere la rivelazione, qualsiasi sia
la lingua in cui viene espressa.

In tal caso, e ancora una volta, Babele
non rappresenterebbe la ferita da cui si deve guarire, ma il dono primordiale che dobbiamo riconquistare.

Ho visto mesi fa a Bruxelles la pubblicità
di una pizza che può venire rapidamente
consegnata a domicilio; come si dice
nel pidgin cinoamericano, taki outi.
Il testo diceva: La plus speedy des pizzas.

Non è forse un esempio di lingua perfetta,
ma forse si potrà fare di meglio."

Umberto Eco

tratto da

La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, ed. Laterza

Lezione inaugurale per la Chaire Européenne 1992/93
al Collège de France - 2/10/1992