GERGO DA BAR - Cesena - GABS 7 CROCIARI

ITC “R. Serra”

ACCHITO (in dialetto, ACHITO, ACHITA): Dicesi di tiro di apertura del gioco del biliardo. In coppia, lo effettua il puntatore, a meno che non sia talmente scarso da costringere il bocciatore ad effettuarlo. [non è chiara la differenza tra puntatore e bocciatore]

ACCOSTO: Tipica espressione da fighetto per definire l'andare a punto.

ALL'ARROVESCIO (in dialetto, D'ARVERS o AL'ARVERSA): Dicesi di quando una palla non si prende proprio nel modo voluto (eufemismo).

ALLARGARE o SLARGARE: Dicesi quando ci sono molte palle ravvicinate e non è facile prendere il punto: ecco perché si allarga il gioco, tirando con più forza.

AMICO: Dicesi, ironicamente, di giocatore che, il più delle volte, si fa battere (perché più scarso). Tipica l'espressione contraria: “Lui non è molto mio amico”.

AMMAZZARE AL PUNTO: Dicesi di quando un giocatore decide di voler recuperare una partita apparentemente perduta, stringendo al massimo al punto. Tipica l'espressione: “M'hai rotto, adesso t'ammazzo al punto!”

ANDARE A PUNTO: Cercare di andare vicino al pallino con la propria palla. Si dice, in dialetto: “A vag a e punt!”, oppure si ordina al compagno: “Va a e punt, va là!”. Se non si va al punto, si tira il calcio, oppure si va a rimessa. Vedi BOLLARE.

ANDARE FUORI: Dicesi di quando si vince. I giocatori più scarsi fanno fatica ad andarci, soprattutto di bocciata, perché trema il braccio.

ANDARE NELL'EBI: Tipica espressione che indica precisamente l'andare a “bere”, di solito con un tiro di seconda. Si dice infatti: “Sono (o sei) nell'ebi!”

ANDARE VIA CON DUE PALLE: Dicesi di quando si usano due palle per prendere il punto (di cui una normalmente viene buttata via).

ARBITRO!: Esclamazione tipica di quando si chiama l'arbitro, perché è in dubbio di chi sia il punto. Durante il campionato, più semplicemente si dice: “Ci dai un'occhiata?” oppure “Puoi farcene?”

ARRIVA QUANDO GIOCHI BENE: Classica espressione di quando si stanno per fare dei punti di seconda, ma si rimane corti, perché il tiro non è stato eseguito con la forza necessaria per fare punti.

AT SCENT: Tipica espressione di battaglia prima dell'inizio della partita (sta a significare “Ti rompo le ossa”).

AVER DEL CANE: Espressione di origine poco chiara, usata in riferimento a un giocatore che gioca bene (lima) al punto. Si dice appunto: “Te hai del cane!”

AVERE IL VALORE: Dicesi di quando si avvicinano molto bene le palle al pallino.

AVERE LA COLONIA: Dicesi di quando si ha un gruppo di palle vicine e il pallino, il più delle volte per caso, si avvicina a questa colonia.

AVERE UN SERPENTE IN TASCA: Rara espressione, che sta ad indicare un modo di giocare particolarmente ispirato. Si possono avere in tasca altri animali, come lucertole, bisce o altri rettili ovviamente sempre in modo figurato.

BASTA PRENDERE: Tipica espressione di quando basta prendere per fare i punti. P.es. quando due palle sono attaccate e guardano verso i birilli: in tal caso basta toccarle e si realizzano dei punti.

BERE o BEVUTA (in dialetto, BEI o BUDA): Dicesi così il "nemico n. 1" dei giocatori di biliardo. Consiste nel mandare nel castello (cinque birilli) una delle proprie palle; quando la bevuta è copiosa si dice che "ci si è bevuta anche la casa". Classica espressione di terrore: “A vag a be!”[non è chiara l'espressione “copiosa bevuta” né perché è “nemico”]

BOCCIA: Sono vari modi di chiamare la palla del biliardo. Vedi PALLA, BIGLIA.

BOCCIARE PER ANDARE FUORI: Dicesi di quando si può vincere la partita bocciando. Alcuni ritengono che i veri giocatori si riconoscono in questo momento.

BOCCIATORE. Termine che indica uno dei due componenti della coppia: appunto quello che boccia e che tiene normalmente la prima palla. Vedi PUNTATORE.

BOLLARE (in dialetto BULE'): Dicesi di quando si mette la propria palla vicino al pallino. Tipica espressione: “A iò bulè”, detta molte volta con sentimento di liberazione. Viceversa, quando si perde nettamente, l'espressione è: “A nò bulè”.

BONA DA FRèZ: Dicesi di palla che all'inizio sembra buona, poi si rivela da niente. Si dice infatti: “La è bòna!” e il compagno: “Eh, bòna da frez!”

BOTA ZO! (BOTA GIò): Urlo di entusiasmo del pubblico anziano dopo una bocciata che pulisce tutto. Vedi SPAZZINO.

BRAVO!: Espressione falsissima e ipocrita che si dice a fine partita all'avversario che ha vinto, stringendogli la mano. Se per caso egli ha vinto di seghetto, il minimo che si potrebbe fare è dirgli “sghettaro di merda” piuttosto che “bravo”.

BROCCA: Dicesi di puntino bianco posto oltre la riga di metà del biliardo, dove si mette il pallino per bocciarlo, oppure quando questo è uscito dal biliardo.

BRUCIATA: Dicesi di palla che viene eliminata perché tirata male (p.es. quando abbatte dei birilli prima d'aver toccato una qualsiasi sponda). I più fighetti dicono “fumata”.

BUONA!: Dicesi di palla quando è sopra la linea mediana, oppure di palla quando è data bene.

BUONO!: Dicesi quando si ammette che il pallino è sopra la linea mediana.

BUSA!: Termine caduto in disuso coi biliardi nuovi, senza buche.

CAGNA: Dicesi di palla data al millimetro, incagnata, al punto che il pallino da lì non scappa. Si dice infatti: “Adesso ti metto una cagna”.

CALCIO: Dicesi di un tiro che, coi biliardi nuovi, vale doppio. Si può effettuare di braccio (“Ad braz”), oppure di striscio (“Ad stres”). Occorre colpire prima la sponda corta in alto, poi la palla avversaria o il pallino; i birilli abbattuti valgono punti doppi.

CANDELA: Tipico tiro per giocatori senza troppi fronzoli. Una variante è l'espressione CANDELA STERZATA, che non è dritta ma storta.

CANE DA PAGLIAIO: Dicesi di giocatore da poco, che ha appena dato una pallaccia. Di regola il giocatore dice: “Sono proprio un cane” e l'avversario aggiunge: “Da pagliaio!”

CAPRA: Neologismo che sta a indicare un tiro eseguito facendo saltare la palla. Infatti si dice PALLA CAPRA.

CASACCIO (in dialetto, CASàZ): Dicesi di tiro fatto perdendo la palla. Alcuni giocatori scarsi lo utilizzano parecchio.

CESPO: Neologismo. Dicesi di quando uno cerca di fare un tiro difficile e non gli riesce. Se poi il giocatore che sbaglia ha anche una folta chiama, è facile dirgli: “Du vèt cespo?”

CICCOTTO o CRICCO (in dialetto, CICòT): Dicesi di bocciata del futuro. La effettuano i più bravi e rende molti punti. “Cicòt de caz” è l'espressione di disappunto di un avversario quando gli è stato fatto un 10 di ciccotto. Si dice anche, in maniera più educata: “E fa sempra dis”.

DENTRO!: Tipica espressione di quando si va a “bere” con un tiro che va dentro. Si può anche dire: “Dentro che fuori piove!”, per prendere l'avversario che ha “bevuto” ancora più in giro. Vedi BERE.

DUE DITA DI FORZA IN Più: Dicesi di palla data con un po' di forza in più del necessario. Infatti si dice: “Vieni con due dita di forza in più”, anche se molti preferiscono sostituire le parole “due dita” con “un pelo”.

EFFETTO: Modo un po' da fighetti di andare a punto. Spesso viene usato in situazioni di emergenza. Consiste nell'imprimere un effetto particolare alla palla che, prima di arrivare a destinazione, sbatte in tre o più sponde.

ENTRARE: Espressione equivoca che, nel gioco del biliardo, sta a significare “Tirar bene un calcio”. A volte si può “entrare troppo” o "entrare poco".

ESSERE SOTTO TIRO. Dicesi di quando s'è tirata una palla che involontariamente permette all'avversario di fare dei punti di seconda. Si dice anche SOTTO SCOPA.

FAI AZZERARE? Dicesi di quando si sta per iniziare la partita in un biliardo dove hanno appena finito di giocare altri.

FARCI DARE UN'OCCHIATA o FARCI DARE (in dialetto, AI FASEM DE UN'UCEDA o UNE VARGOGNA FEIAN DE): Dicesi di punto dubbio, che però il più delle volte è ... degli altri. Se si pensa infatti che sia proprio, si dice: “A me un pe bienc (o ros)”. I più decisi (e sboroni) dicono semplicemente: “Ros (o bienc)!”, senza neanche guardarci.

FENOMENO! MOSTRO! MACCHINA!: Tipiche espressioni di esultanza riferite al giocatore.

FILOTTO: Tipica espressione indicante i tre birilli centrali del castello. Fa filotto chi di bocciata li abbatte tutti e tre. “Non ho fatto un filotto!” è l'espressione di chi si rammarica di aver perso una partita per non aver fatto punti di bocciata. Quando si gioca a goriziana e si abbatte il filotto si usa la parola “filottone”. GIOCARE A SPANELLA: Dicesi di quando non si ha voglia e allora si gioca da cani. Si dice anche GIOCARE ALLA PANUCELA.

GRASSO: Dicesi a un giocatore quando è in procinto di vincere una partita molto contesa. Una delle cose più insopportabili è appunto quella di morire grassi. Tipica l'espressione: “Oscia come ti sei ingrassato!”

GROSSA! Dicesi di palla stretta. Si dice infatti: “Grossa ammazzata!” oppure “Grossa un mese!”. Vedi STRETTA.

IMBARCO o IMBARCARSI: Dicesi di quando si rischia un tiro e si va a “bere” di brutto. In dialetto si dice: “Am imberc Dio”. Vedi BERE.

IMPALLARSI: Dicesi quando si tocca una palla che non c'entrava niente. Tipica espressione: “Am impàl, porca puttana”.

INCAGNARE: Dicesi quando si stringe il punto e il pallino da lì non scappa più. Per l'avversario diventa molto difficile bollare. Vedi AVER DEL CANE.

LARGA: Dicesi in riferimento a una traiettoria della palla. Si dice, in dialetto: “La è lerga amazeda”, quando è molto larga.

LECCA!: Dicesi di quando s'invita una palla a toccare appena un'altra palla, per meglio posizionarsi sul tappeto.

LENTO o SCORREVOLE: Dicesi in riferimento alle caratteristiche del biliardo.

MAI CORTO!: Dicesi a un compagno (se “prima”, è un invito; se “dopo”, è un insulto) che deve dare una palla non corta.

MANO. Inizia con la bocciata e finisce con la bollata. In dialetto si dice “Deda”. Vedi BOCCIARE e BOLLARE.

MAZZOLATORE o MAZZUOLATORE: Neologismo. Sta a indicare un giocatore che della bocciata il suo punto forte. Proviene da altri termini: Spazzino, spazzolare, mazzolare.

METTERE GLI OTTO: Dicesi di quando si mettono quattro palle vicino al pallino (i punti sono otto). Tipica l'espressione: “Fare otto punti di colore”, oppure “Tirare agli otto di colore”.

MEZZA FORZA: Espressione che sta a indicare un calcio tirato non molto forte, possibilmente per bollare.

MEZZO!: Dicesi di quando il pallino passa tra i birilli senza buttarli giù o quando una palla passa tra le altre senza toccarle. Nei biliardi con le buche il primo caso era molto frequente, oggi una rarità.

NON DA MATTO: Dicesi quando il bocciatore deve arrivare deciso ma non troppo, quando si accosta o si allarga.

NON HAI FATTO POCO!: Dicesi di quando non si prende il punto che era stretto, ma almeno s'è allargato un po' il gioco.

PALLA DA DUE: Dicesi di palla discreta data al punto, che probabilmente richiederà il dispendio di due palle da parte dell'avversario.

PALLA DA QUATTRO: Dicesi di palla imbollabile. Per l'avversario non c'è speranza di prendere il punto.

PALLA DA TRE: Dicesi di palla ottima al punto, che probabilmente richiederà il dispendio di tre palle da parte dell'avversario.

PALLINO o BOCCINO: Sono due modi di indicare la palla più piccola, di colore blu.

PASSARE: Dicesi di quando si vince una batteria in un torneo.

PENNELLARE: Dicesi in riferimento a uno che gioca da dio. I più anziani dicono che il giocatore ha il pennello in mano.

POLLO o POLLETTO: Dicesi di giocatore ritenuto da poco, che però vuole battersi e che normalmente perde.

PRENDERE ANCHE LE MOSCHE: Dicesi di quando si eseguono bene tutti i tiri.

PROVINCIALI: Sono il sogno di ogni squadra. Una frase classica d'inizio stagione è: “Speriamo d'andare ai provinciali”.

PULIRE: Dicesi di quando non si lascia in piedi neppure un birillo, in bocciata o in un tiro di calcio.

PUNIRE: Dicesi di quando si fa un 10 o un 12 dopo che uno ti ha appena regalato, per errore, la bocciata.

PUNTATORE. Termine che indica uno dei due componenti della coppia, quello che ha in pugno il controllo del gioco e della stessa coppia: è lui che deve bollare. Vedi BOCCIATORE.

PUNTI! PUNTI!: Espressione di chi boccia e ha bisogno di segnare perché è indietro rispetto all'avversario.

PUNTO E BATTUTA: Espressione che indica l'intenzione di non rischiare tiri strani, ma di concentrarsi, appunto, su punto e battuta. Si dice infatti: “Adesso t'ammazzo a punto e battuta”. Vedi BOLLARE e BOCCIARE.

RADDRIZZARE: Dicesi di quando una partita già persa viene resa più emozionante con un gran recupero, lasciando di stucco l'avversario. Vedi INDRIZZARE, TIRAR SU.

RALLENTA!: Tipica espressione di esortazione a giocare un po' peggio, altrimenti la partita finisce in poche mani.

RAZZA: Classico tiro di seconda (cioè di calcio) a due sponde. Il più delle volte i somari lo sbagliano.

RESTARE SUL BILIARDO: Dicesi di quando si sta per andare via di testa e invece la partita non è ancora persa.

RIMESSA: Classico tiro da patacca, fatto di una bocciata con pallino il più delle volte alto (rispetto alla posizione ottimale di tiro), al fine di perdere apposta la palla di vantaggio.

RIMPALLO: Dicesi di quando si va a sbattere con la propria palla contro il pallino o contro un'altra palla, e questa rimane lì, attaccata alla sponda, senza aver prodotto dei cambiamenti. L'effetto sonoro corrispondente è TOTòC.

RUBARE: Verbo molto diffuso tra i giocatori di biliardo. Tipica espressione di quando s'invita l'avversario a non esagerare in seghetti: “Non mi rubare!”

SBOCCO: Dicesi di quando si gioca nei biliardi con le buche e la palla toccava la parete della buca prendendo uno strano effetto. Si usava anche il termine “labbro” o “labbrone”.

SCAIARE: Dicesi di quando si colpisce di bocciata una minima porzione di pallino e quindi non si ottiene il tiro voluto.

SCIMMIA (in dialetto, SEMMIA): Dicesi di palla data per allargare e che invece non prende da nessuna parte. Sinonimo di scimmia è seppia.

SCRICCARE: Dicesi di quando si gioca a punto molto bene. Vedi STRINGERE, LIMARE.

SCUDETTO: è il miraggio di ogni giocatore. Ci sono in giro degli strapazzoni che ne indossano anche troppi: forse li hanno trovati per terra. Vedi STRAPAZZONI.

SECONDA (in dialetto, SGONDA o SGUNDàZA): Dicesi di palla che, prima di impallarsi, deve toccare la sponda corta in alto. Vedi CALCIO.

SEDICIONE: Neologismo che indica quando si vanno a “bere” o a fare 16 punti con un tiro, ovviamente di seconda.

SEGHETTO o SGHETTO o SGHETTACCIO (in dialetto, SGHITAZ): Dicesi di colpo azzardato e riuscito, che porta punti; se non riesce li può far perdere. Vedi BOLLARE.

SFACCIO: Classico tipo di bocciata o di striscino. Rendeva di più nei biliardi di una volta. Oggi il termine è caduto in disuso.

SGHETTARO: Colui che eccede in seghetti. Vedi SGHETTAIOLO, SEGHETTARO.

SIVELLA: Dicesi di palla data con violenza o rabbia. Vedi SILURO, MISSILE, MISSILATA.

SOMARO (in dialetto, SUMàR): Dicesi di giocatore scadente (vedi anche CANE DA PAGLIAIO).

SPACCASPONDE (in dialetto, SCENTASPONDI): Dicesi di uno che ha una forte bocciata o, più in generale, di uno che non fa del gioco di fino la propria ragione di vita.

SPAZZINO!: Urlo di entusiasmo del pubblico giovane dopo una bocciata che abbatte tutti e cinque i birilli, totalizzando 12 punti.

STILA! Dicesi di palla larga. Si dice infatti: “Stila ammazzata!” oppure “Stila un mese”. Vedi LARGA.

STRACCIARE: Questi verbi indicano la fiducia in se stessi e la sicurezza di vincere. Una volta, quando non c'erano i segnapunti elettrici, si diceva: “Non ti faccio girare la stecca”. Oggi si dice appunto: “Ti straccio” (in dialetto, “At straz”), oppure “Ti rompo” (in dialetto, “At romp”), oppure “Ti spacco” (in dialetto, “At spac”), oppure “Ti faccio fare 20 punti” (in dialetto, “At faz fe vent punt). Vedi ROMPERE, SPACCARE.

STRAMBUGLIONE: Neologismo che indica una bocciata mal riuscita (tipica dei giocatori da poco), che fa girare il pallino per il biliardo in maniera incontrollata.

STRAPAZZONE: Giocatore non molto fine nel modo di giocare. È una delle specie più pericolose, perché il più delle volte è anche un ladro, nel senso che realizza dei punti con dei tiri fortunati, che neppure lui si aspettava.

STRETTA: Dicesi in riferimento a una traiettoria della palla. Si dice, in dialetto: “La è streta un meis!”, quando è molto stretta.

STRINGERE: Dicesi di palla stretta. Quando si è appena data una palla larga, normalmente si dice, in dialetto: “Strenz puren, strenz!”

STRISCINO: Dicesi di tiro di calcio o di prima fatto a fine mano, quando si ha già il punto in mano.

STRUSCIARE UNA PALLA: Dicesi di quando uno butta via una palla, tirandola a casaccio

TIRARLE TUTTE: Dicesi quando non si fa più un gioco regolare e si inizia a forzare il ritmo della mano. Vedi PUNTO E BATTUTA.

TORNA!: Tipica espressione con cui un giocatore che ha appena fatto una bocciata sbagliata (oppure sta per bersi anche la casa), invita la palla a tornare indietro.

VASCA: Dicesi di biliardo che ha problemi di convergenze (allarga o stringe troppo). Tipica espressione dialettale: “E strènz trop” oppure, al contrario, “Que un strènz par gnint”. Se si riscontrano entrambi i problemi, l'espressione è: “Bilierd de caz”.

VENDERE: Insieme a bere è il verbo meno gradito ai giocatori di biliardo. Consiste nel regalare, per errore, la bollata all'avversario con l'ultima palla. Tipica l'espressione: “Aiò vandù, porca troia!”. A volte la bocciata che segue una venduta è un 10 e un 12, tant'è che il detto dice: "Punto regalato, dieci assicurato".

VIETATO FUMARE: Scritta che campeggia in tutte le sale da biliardo, ma che nessuno rispetta. Quando si vuol far rispettare il divieto si dice, in dialetto: “A que uns foma!”, e quello slarga due occhi così e poi va fuori con la coda tra le gambe.

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