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GLOSSARIO MITOLOGICO
Alcesti: la più bella delle figlie di Pelia, andò
sposa ad Admeto re di Fere e volle sacrificarsi per lui, ma Eracle la salvò e la
ricondusse presso il marito.
Alcmeone: figlio di Erifile e di Anfiarao, per vendicarsi della morte del
padre, uccise l'ambiziosa madre, ma fu poi perseguitato dalle Furie e impazzì.
Aloadi: Oto e Efialte, due giganti formidabili che tennero Ares, per
tredici mesi, prigioniero in un castello di bronzo, finché non giunse a liberarlo Hermes.
Cercarono di scalare l'Olimpo, ma furono uccisi da Apollo.
Amadriadi: ninfe dei boschi che si credeva vivessero e morissero con gli
alberi entro cui erano rinchiuse, a differenza delle Driadi che erano immortali.
Anfiarao: figlio di Apollo e di Ipermestra, famoso indovino di Argo,
sposò Erifile che, tentata dalla collana di Armonia, che aveva il potere di conferire la
bellezza a chiunque la portasse, spinse il marito a partecipare alla spedizione contro
Tebe da cui non fece più ritorno; fu poi vendicato dal figlio Alcmeone.
Amazzoni: donne guerriere, abili specialmente con l'arco; vivevano in un paese dal
quale erano stati scacciati gli uomini, e compivano temibili scorrerie nelle terre vicine.
Aracne: fanciulla della Lidia, volle sfidare Atena nell'arte del tessere:
ricamò un bellissimo tessuto in cui erano raffigurati gli amori degli dei. Atena allora
vedendosi vinta da una mortale, si adirò e stracciò la tela di Aracne che poi si
trasformò in un ragno, condannandola così a tessere e filare per l'eternità.
Aretusa: una delle ninfe di Artemide che, per sfuggire all'amore del
cacciatore Alfeo, fu trasformata dalla dea in una bella fonte. Ma Alfeo la riconobbe lo
stesso e, prendendo le sembianze d'un fiume, mescolò felicemente le proprie acque con
quelle di Aretusa.
Argo: gigante mostruoso dai cento occhi che per comando di Hera custodiva
Io, una bella sacerdotessa di cui si era invaghito Zeus e che era stata dalla dea, per
gelosia, mutata in giovenca. Morì decapitata da Hermes, inviato dall'Olimpo a liberare
Io.
Arpie: dee della bufera e della tempesta; erano esseri alati, con volto di donna e
corpo d'uccello; dotate di feroci artigli, perseguitavano crudelmente i loro nemici.
Astrea: divinità femminile, figlia di Zeus e di Temi, volle discendere
sulla Terra per vivere con gli uomini, ma le loro malvagità la costrinsero a far ritorno
al Cielo, dove formò il segno zodiacale della Vergine; viene ritenuta anche una
personificazione della giustizia.
Atalanta: figlia di Iasio, re di Arcadia, e di Climene; abile
cacciatrice, partecipò alla caccia del cinghiale calidonio e fu la prima a colpirlo; fu
trasformata assieme al marito Ippomene in leone, per aver violato con lui il tempio di
Cibele.
Baccanti: donne, per lo più sacerdotesse, seguaci di Bacco, che procedevano in
corteo cantando e danzando, con in mano un tirso; eccitate dal dio si abbandonavano agli
impulsi più sfrenati, crudeli e/o erotici, spesso trasformando il rito sacro in orgie
incontrollate (baccanali).
Bellerofonte: eroe corinzio, così chiamato per avere ucciso in una
disgrazia il fratello di nome Bellero; con l'aiuto di Pegaso sconfisse la Chimera, domò
poi le Amazzoni; volle infine salire al Cielo ma fu punito da Zeus e precipitò morente
sulla Terra.
Broteo: figlio di Vulcano, nacque deforme e particolarmente brutto, tanto
che veniva spesso canzonato e deriso; decise allora di porre fine a una vita così penosa
gettandosi nel cratere fiammeggiante dell'Etna.
Busiride: re d'Egitto che ogni anno, per salvare la sua terra colpita da
una lunga siccità, sacrificava uno straniero a Zeus; fu ucciso per mano di Eracle che
pose così fine a tanta ingiusta carneficina.
Calipso: ninfa, figlia di Oceano e di Teti, accolse Ulisse naufrago nella
sua isola di Ogigia e lo amò tanto da offrirgli l'immortalità in cambio del suo amore.
Ma l'eroe non si lasciò sedurre ed essa, ricevuto per mezzo di Hermes l'ordine di Zeus,
dovette a malincuore lasciarlo partire.
Centauri: esseri in genere selvaggi e violenti, ma talvolta anche
civilissimi e sapienti, metà uomini e metà cavalli. I più celebri furono Nesso, che
cercò di rapire Ippodamia moglie di Ercole, e Chirone, educatore di molti eroi.
Circe: figlia di Elio, dio del Sole, abilissima maga, trasformò i
compagni di Ulisse, approdati con lui nell'isola di Ea, in porci e poi di nuovo in uomini
per conquistarsi l'amore dell'eroe. Rimase con Ulisse un anno ed ebbe da lui due figli:
Agrio e Latino.
Dafni: pastore, figlio di Hermes e di una ninfa, apprese da Pan a suonare
il flauto e dalle Muse il canto e la poesia. Per non aver tenuto fede all'amore di una
ninfa gli dei lo punirono accecandolo.
Danaidi: le cinquanta figlie di Danao re d'Argo che, costrette a sposare
i loro cugini, nella prima notte di matrimonio uccisero gli sposi e per questo furono poi
severamente punite da Zeus; Ipermestra non seguì il piano omicida delle sorelle e Linceo,
suo sposo, succedette a Danao e divenne il capostipite di Argo e di Tirinto.
Dea Angerona: dea romana del silenzio che proteggeva i consigli degli
uomini per i quali il silenzio e la prudenza sono di grande importanza.
Dedalione: padre della bella Ghione, della quale s'invaghirono Apollo ed
Hermes; soffrì così tanto per la morte della figlia che volle uccidersi: si gettò
allora dall'alto del monte Parnaso, ma fu soccorso da Apollo che lo trasformò in uccello.
Delfo: città celebre perché sede dell'Oracolo d'Apollo. Sacerdotessa dell'Oracolo
era la Pitia; seduta su un tripode davanti a una spaccatura del terreno donde uscivano
strani vapori, la Pitia si inebriava e quindi, come nel sogno, mormorava parole che
indicavano il volere degli Dei.
Deucalione: re della Tessaglia, figlio di Prometeo e sposo di Pirra, fu
salvato con la moglie da un diluvio che colpì l'umanità intera: così infatti Zeus volle
premiare il più giusto degli uomini e la più virtuosa fra le donne. Seguendo poi
l'oracolo i due gettarono dietro di loro delle pietre che furono poi mutate dalla Madre
Terra in nuovi uomini e donne.
Diomede bistone: figlio di Ares e di Cirene, re dei Bistoni in Tracia,
dava gli stranieri in pasto ai suoi feroci cavalli; Eracle lo vinse e lo fece divorare dai
suoi stessi cavalli.
Dirce: moglie di Lico re di Tebe; avendo maltrattato Antiope, i figli
di lei la legarono alle corna di un toro infuriato che la trascinò con violenza per
luoghi impervi. Dioniso ne ebbe pietà e la trasformò in una fonte che da lei prese il
nome.
Echidna: figlia di Crisaroe e di Calliroe, con il corpo metà donna e
metà serpente, sposò Tifone e generò numerosi mostri tra cui Cerbero, l'Idra di Lerna,
il Leone nemeo, la Sfinge e la Chimera.
Eco: ninfa seguace di Hera, amò Narciso ma non fu corrisposta.
Endimone: bellissimo giovane, nipote di Zeus, mancò di rispetto alla dea
Hera e fu condannato a un sonno eterno; ma nella grotta del monte Latmio, dove egli
dormiva, scendeva ogni sera Selene, cioè la Luna, invaghítasi della straordinaria
bellezza del giovane.
Eolo: dio greco dei venti, abitante delle isole
Vulcanie chiamate Eolie dal suo nome, aiutò Ulisse a cui offrì, chiusi in otri, i venti
contrari alla sua navigazione; i compagni di Ulisse però aprirono gli otri e i venti
contrari suscitarono una violenta tempesta che distrusse tutte le navi.
Erebo: figlio del Caos e della Notte, per aver appoggiato i Titani contro
Zeus venne gettato nell'inferno; infatti questo termine viene usato spesso per denominare
le oscurità infernali.
Erinni: terribile Dee della vendetta, nate dalle gocce di sangue perdute da Urano
ferito da Crono. Dall'orrendo aspetto e dallo sguardo acutissimo, cui nessun delitto
sfuggiva, erano incaricate di perseguitare i colpevoli di azioni malvagie. Erano tre:
Aletto, Tisifone, Megera.
Eumenidi: nome sotto cui venivano onorate le Furie o Erinni. Per volere
di Atena, esse avevano cessato di perseguitare Oreste che perciò le chiamò
"Eumenidi" che significa " benefiche ". Tuttavia si pensa che così
venissero chiamate per evitare il loro vero nome, portatore di maledizioni e disgrazie.
Fauni: geni benefici che abitavano i monti e le campagne, ove vagavano serenamente
suonando la zampogna, cantando, inseguendo le ninfe. Il più celebre era Pane.
Filomela: figlia di Pandione re di Atene, aveva una sorella di nome
Progne che era moglie di Tereo re dei Traci. Quest'ultimo si innamorò di Filomela e se ne
impossessò con l'inganno; le due sorelle allora si vendicarono dell'oltraggio subito e,
uccisogli il figlio, lo offrirono alla sua tavola; Tereo, accortosi della terribile fine
del figlio, inseguì le due sorelle che però erano già state trasformate dagli dei in
uccelli.
Ganimede: figlio di Troo re di Troia, era il più bello di tutti i
mortali; un giorno Zeus, sotto forma di aquila, scese sul monte Ida, lo rapì e lo portò
con sé sull'Olimpo dove divenne suo fedele coppiere.
Gerione: figlio di Crisaore e di Calliroe, era un uomo fortissimo ed
aveva tre corpi; abitava nell'isola Eritea, nell'Oceano, dove possedeva un gran numero di
buoi che venivano custoditi da Ortos, un cane mostruoso a due teste. Eracle, approdato
nell'isola, uccise Gerione ed Ortos e liberò il gregge.
Icaro: figlio di Dedalo, riuscì a fuggire dalla prigione del re Minosse
a Creta per mezzo di grandi ali fabbricate dal padre con la cera. Dedalo si salvò mentre
il giovane Icaro si avvicinò troppo al sole, le sue ali si liquefecero e cadde
repentinamente nel mare.
Idra di Lerna: terribile serpente, figlio di Tifone e di Echidna, che
aveva nove teste che rinascevano continuamente quando una di esse veniva tagliata. Eracle
lo uccise e nel sangue del mostro intrise le sue frecce che da allora produssero ferite
che non si rimarginavano.
Inferno: non era per i Greci luogo di eterna punizione, ma il mondo sotterraneo
dell'oltretomba, nel quale soggiornavano dopo la morte gli uomini, buoni o cattivi,
trasformati in ombre. Era quindi detto anche Regno delle Ombre, della Morte, ecc.
Ippolito: figlio di Teseo e di Ippolita, fu amato dalla sua matrigna
Fedra la quale, per i suoi continui rifiuti, lo calunniò presso Teseo; quest'ultimo
allora maledì il figlio e chiese a Posidone di ucciderlo. Così fu fatto, ma riconosciuta
poi la sua innocenza, fu resuscitato da Asclepio.
Manto: profetessa figlia di Tiresia, celebre indovino, fuggì da Tebe
dopo la vittoria degli Epigeni e si ritirò a Claro dove morì sciogliendosi in lacrime.
Si formò così un lago le cui acque avevano il dono di profetizzare.
Meleagro: figlio di Oeneo re di Calidone e di Altea.
Appena nato, le Moire predissero che sarebbe vissuto finché fosse durato il tizzone che
ardeva sul fuoco. Partecipò con i fratelli di Altea e con Atalanta alla caccia del feroce
cinghiale Calidonio e, innamoratosi della bella cacciatrice, ucciso l'animale, le donò la
pelle e le zanne. Si opposero gli zii che furono uccisi dal nipote. Altea, visti i corpi
senza vita dei fratelli, ricercò il tizzone, lo gettò nel fuoco e, mentre si consumava,
Meleagro moriva.
Merope: una delle Pleiadi, figlia di Atlante. Sposò un mortale di nome
Sisifo mentre le sorelle erano andate in spose ai Titani: per questo motivo, mutata poi in
astro, divenne la stella meno luminosa, e sembrò quasi non desiderasse farsi vedere.
Moire: divinità greche a cui era affidato il destino
di ciascun uomo. Erano tre sorelle: Cloto filava lo stame della vita; Lachesi distribuiva
a ciascuno la parte di filo che gli spettava, mentre Atropo tagliava il filo al momento
stabilito.
Morfeo: figlio del Sonno e della Notte, rappresentava il sogno della
verità e si presentava ai dormienti con forme umane simili a quelle della persona
sognata.
Narciso: giovane bellissimo, amato dalle ninfe, si innamorò a tal punto
della propria immagine riflessa nelle acque limpide di una fonte da uccidersi per l'amore
insoddisfatto; gli dei lo trasformarono in un bel fiore che ancora oggi porta il suo nome.
Ninfe: divinità che abitavano nei luoghi ove la Natura era più gentile e più
bella. Le Driadi erano le ninfe degli alberi: quando un albero moriva, moriva con
lui la ninfa che lo proteggeva; le Naiadi erano le ninfe dei fiumi, dei ruscelli,
dei laghi; le Oreadi erano le ninfe dei monti, dei precipizi, delle valli selvagge.
Bellissime, le ninfe vivevano in solitudine, ma dovevano spesso sfuggire i fauni che le
inseguivano.
Parche: figlie della Notte, erano tre: Cloto, Lachesi ed Atropo. La prima preparava
i fili della vita degli uomini; la seconda li dipanava, dando ad ognuno un destino; la
terza li tagliava a caso, dando ad ognuno la morte.
Pigmalione: figlio di Belo re di Tiro e fratello di Didone. Fece voto di
rimaner celibe per consacrarsi tutto all'arte della scultura, ma innamoratosi di una
statua pregò Afrodite di animarla. La dea dell'amore allora si commosse ed esaudì le
preghiere di Pigmalione: la figura scolpita si mutò in una bella figura femminile animata
che riempì di gioia il cuore dello scultore e divenne, con il nome di Eburnea, sua
moglie.
Pluto: dio greco delle ricchezze, figlio di Demetra e
Giasone, accecato da Zeus distribuiva le ricchezze senza vedere e perciò senza guardare
ai meriti di ciascuno.
Polifemo: il più forte di tutti i Ciclopi, abitava in una caverna della
Sicilia e si nutriva di carne umana, mangiando tutti gli uomini che passavano dal suo
terribile antro. Ma il terribile ciclope fu sconfitto da Ulisse che con astuzia, aiutato
dai suoi compagni, conficcò un lungo legno infuocato nell'unico occhio che Polifemo
aveva sulla fronte.
Pretidi: figlie di Preto, si chiamavano Ifianassa,
Ifinoe e Lisippe; osarono paragonare la loro bellezza con quella di Hera e furono dalla
dea punite con una specie di mania che faceva credere loro di essere state trasformate in
giovenche. Furono guarite da Melampo.
Procuste: faceva stendere i forestieri su un letto molto lungo e ne
stirava o tagliava le gambe fino a toccare l'estremità del letto stesso; fu ucciso da
Teseo.
Sirene: creature che vivevano nel mare, metà donne, metà
pesci; con il loro canto seducevano e traevano a rovina i marinai. Abitavano la zona della
costa tra Napoli e Sorrento.
Sini: figlio degenere di Posidone, dotato di una forza straordinaria, si
divertiva ad appendere i corpi degli uomini che aveva sconfitto alle punte di due alberi
che con la forza aveva avvicinato; quando poi gli alberi si rialzavano, le vittime
morivano squartate. Fu ucciso per mano di Teseo.
Sirene: esseri favolosi con il busto di donna ed il corpo di pesce,
abitavano sulle coste della Sicilia ed attiravano con il loro magico canto i viaggiatori
che passavano per quei luoghi; l'astuto Ulisse si turò con la cera le orecchie e poté
così abilmente sfuggire al loro inganno.
Sisifo: nella mitologia greca appare come uno degli uomini più scaltri e
cattivi: egli infatti, per aver svelato ad Asopo che era stato Zeus a rapirgli la figlia,
fu punito con la morte ma riuscì ad incatenarla; allora Ade si lamentò con Zeus poiché
il suo regno era sempre più vuoto e Zeus mandò Ares a liberare la morte e punì Sisifo
con una terribile pena.
Tanato: figlio della Notte e dell'Erebo, era la personificazione della
morte ma non incuteva terrore, poiché rappresentava la morte naturale, serena; spesso
veniva rappresentato da un genio alato o anche da un fanciullo dormiente.
Tantalo: re della Lidia e padre di Pelope e di Niobe,
volle sottrarre al banchetto degli Dei il nettare e l'ambrosia per portarli agli uomini;
altri dicono che volle offrire in pasto agli Dei le membra del figlio Pelope per provare
la loro divinità. Per l'uno o l'altro motivo fu condannato ad una dura pena: gettato
nell'inferno e immerso nell'acqua fino al mento, quando assetato si chinava per bere,
l'acqua improvvisamente sfuggiva dalle sue aride labbra.
Tartaro: zona dell'Inferno dove erano mandati quanti avevano vissuto contro le
leggi degli Dei e della pietà; erano tormentati dalle Erinni e da altri geni infernali.
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