gergo europeo

Guida alla comprensione del "gergo europeo"

Il personale delle istituzioni dell'Unione europea e i media che si occupano delle attività dell'UE hanno la cattiva abitudine di utilizzare parole ed espressioni che capiscono soltanto loro. Tali parole ed espressioni costituiscono il cosiddetto "gergo europeo". Dal momento che risulta incomprensibile ai profani, il gergo europeo rappresenta un ostacolo per i comuni cittadini e le istituzioni europee stanno cercando di eliminarlo. Nel frattempo, la "Guida alla comprensione del gergo europeo" può essere d'aiuto.

Per spiegazioni maggiormente dettagliate su numerosi termini tecnici che si riferiscono all'UE si consulti il "glossario".

Acquis comunitario:
è un termine francese che significa, sostanzialmente, "l'UE così com'è" - in altre parole, i diritti e gli obblighi che i paesi dell'UE condividono. L'"acquis" comprende tutti i trattati e le leggi, le dichiarazioni e le risoluzioni, gli accordi internazionali in materie di competenza dell'UE e le sentenze pronunciate dalla Corte di Giustizia. Comprende anche le iniziative che i governi dell'UE prendono insieme nel settore della "giustizia e degli affari interni" e della politica comune estera e di sicurezza. "Accettare l'acquis" significa pertanto prendere l'UE così com'è. I paesi candidati devono accettare l'"acquis" prima di aderire all'UE e integrare la legislazione dell'UE nella loro legislazione nazionale. Per spiegazioni più complete si invita a consultare "Acquis comunitario" nel glossario.

Agenda:
termine latino che significa letteralmente "cose da farsi". Si usa normalmente nel senso di “lista di argomenti da discutere in una riunione" ma nel linguaggio dei politici significa anche "cose che intendiamo fare". L’"Agenda sociale" dell’UE, per esempio, identifica gli obiettivi che l’Unione intende realizzare nei prossimi anni nel campo delle politiche sociali e dell'occupazione. L’Agenda sociale è parte integrante della "strategia di Lisbona" (vedi sotto).

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Allargamento:

L'Unione europea comprende attualmente 27 Stati membri. Dall'Europa a sei, con la Germania, il Belgio, la Francia, l'Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi, 21 paesi hanno aderito all'Unione, e cioè:

L'ex-Repubblica yugoslava di Macedonia, la Croazia e la Turchia hanno lo statuto di paesi candidati. I negoziati di adesione con la Croazia e la Turchia sono stati avviati il 3 ottobre 2005.

I paesi dei Balcani occidentali, impegnati nel processo di stabilizzazione e di associazione, hanno lo statuto di paesi candidati potenziali. Oltre all'ex-Repubblica di Macedonia e alla Croazia, tra i paesi candidati potenziali si annoverano: Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia e Montenegro, compreso Kosov@, sotto l'egida delle Nazioni unite.

Anno europeo di…
Ogni anno o ogni due anni, l'UE o il Consiglio d’Europa possono richiamare l'attenzione pubblica su un particolare tema europeo organizzando una serie di iniziative speciali ad esso connesse.

Antitrust:
l'UE si propone di garantire una concorrenza equa e libera nel mercato interno e di assicurarsi che le imprese si facciano concorrenza anziché accordarsi tra loro. Perciò le regole dell'UE vietano gli accordi che limitano la concorrenza (per es. gli accordi segreti tra imprese per praticare prezzi artificialmente elevati) e gli abusi di imprese che detengono una posizione dominante sul mercato. Le regole di questo tipo sono dette "antitrust". La Commissione dispone di notevoli poteri di repressione delle attività anticoncorrenziali, tra cui quello di infliggere ammende alle imprese che se ne sono rese colpevoli.

Armonizzazione:
tale termine può indicare l'allineamento delle legislazioni nazionali, solitamente allo scopo di abolire le barriere nazionali che ostacolano la libera circolazione dei lavoratori, dei beni, dei servizi e dei capitali. In altri termini, armonizzare significa assicurare che, su una questione specifica per cui è competente l'UE, le norme stabilite da ciascuno degli Stati membri dell'UE impongano gli stessi obblighi ai cittadini di tutti gli Stati membri e che in ogni paese vi siano certi obblighi minimi. Esso può anche indicare il coordinamento delle politiche nazionali e delle norme tecniche ai fini del libero scambio dei prodotti e dei servizi nell'UE.
Può anche indicare il coordinamento delle politiche nazionali e delle norme tecniche ai fini del libero scambio dei prodotti e dei servizi nell'UE. Contrariamente alle voci che corrono, armonizzare non vuol dire regolamentare ottusamente tutto, dalla curvatura dei cetrioli al colore delle carote. Spesso, significa semplicemente che i paesi dell'UE riconoscono reciprocamente le rispettive norme di sicurezza dei prodotti.

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Assorbimento (capacità di):
con questo termine si indica la capacità di un paese o di un organismo di utilizzare efficacemente gli aiuti che riceve. I paesi in via di sviluppo hanno spesso delle difficoltà a farlo. Per esempio, un paese può ricevere fondi sufficienti per permettere a tutti i bambini di frequentare la scuola primaria, ma a causa della carenza di insegnanti, della mancanza di scuole e dell'inefficienza delle strutture amministrative, non è possibile realizzare questo obiettivo a breve termine. Occorre provvedere a formare insegnanti, costruire scuole e migliorare l'efficienza dell'amministrazione - aumentando così la "capacità di assorbimento" del paese - prima di poter utilizzare i finanziamenti per lo scopo indicato.

Autorità competente:
generalmente sta a indicare il dipartimento governativo o qualsiasi altro organo responsabile per una particolare questione. È "competente" nel senso che ha i poteri e le responsabilità giuridiche.

Benchmarking:
con questo termine inglese si intende la valutazione comparativa delle prestazioni e dei risultati di un paese, di un'impresa, di un settore economico rispetto ad altri paesi, altre imprese, altri settori ecc. Il "benchmark" è un insieme di valori presi come parametri di riferimento per questa valutazione. Il "benchmarking" è uno dei metodi utilizzati nel "processo di Lisbona" (vedi).

"Bruxelles ha deciso…":
il termine "Bruxelles" è spesso utilizzato dai media con riferimento alle istituzioni dell'UE, che hanno sede, per lo più, nella città di Bruxelles. Le leggi dell'UE sono proposte dalla Commissione europea ma a discutere, modificare e infine decidere se adottare le leggi proposte sono il Consiglio dell'Unione europea (i ministri dei governi nazionali) e il Parlamento europeo (eletto dai cittadini europei).

Capitali della cultura:
ogni anno una città europea è designata "capitale europea della cultura”. L'obiettivo è di pubblicizzare e celebrare le realizzazioni culturali e le attrattive di tale città sensibilizzando maggiormente i cittadini europei al ricco patrimonio culturale che condividono.

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CE:
questa abbreviazione designa la Comunità europea o anche, più raramente, la Commissione europea.

"Comunità europea"
è il nome attuale di quella che, in origine, si chiamava "Comunità economica europea" o CEE (vedi).

La Commissione europea
è l'istituzione, politicamente indipendente, che rappresenta e difende l'interesse dell'Unione europea nel suo insieme. Propone gli atti legislativi, le politiche ed i programmi d'azione ed è responsabile dell'esecuzione delle decisioni del Parlamento e del Consiglio.

CEE:
quest’abbreviazione indica la Comunità economica europea – una delle tre Comunità europee (vedi) istituita nel 1957 per realizzare l'integrazione economica dell'Europa. In origine contava sei Stati membri: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nel 1993, con l'entrata in vigore del trattato di Maastricht, la CEE è stata ribattezzata Comunità europea (CE) ed è la base dell'attuale Unione europea.

CIG:
vedi "Conferenza intergovernativa".

Clausola di rendez-vous:
a volte, quando i leader dell'UE discutono un importante atto giuridico, non riescono a mettersi d'accordo su una questione specifica. In tal caso possono decidere di riesaminarla in una data successiva. Questa decisione viene formalizzata mettendola per iscritto e inserendola come clausola nell'atto in discussione. Questo tipo di clausola viene talvolta detta "clausola di rendez-vous".

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Coesione:
questo termine significa letteralmente "essere uniti". L’espressione ‘promuovere la coesione sociale’ significa che l’UE cerca di fare in modo che ogni persona abbia un posto nella società, per esempio combattendo la povertà, la disoccupazione e la discriminazione. Il bilancio dell’UE comprende un "Fondo di Coesione" che è utilizzato per finanziare i progetti che aiutano l’UE a "essere più unita". Per esempio finanzia nuovi collegamenti su strada o rotaia che aiutano le regioni svantaggiate a partecipare pienamente all’economia dell’UE.

Comitatologia:
il termine indica una procedura, più correttamente nota come "procedura dei comitati". Descrive un processo in cui la Commissione, nell'attuare la legge dell'UE, deve consultare alcuni comitati consultivi speciali composti da esperti dei paesi dell'UE. Per spiegazioni più complete si invita a consultare il glossario.

Competenze:
termine che sta ad indicare ‘poteri e responsabilità’. Il termine ricorre spesso nel dibattito politico su quali poteri, facoltà e compiti occorra demandare alle istituzioni dell'UE e quali debbano essere lasciati alle autorità nazionali, regionali e locali.

Comunità:
si veda "Comunità europee".

Comunità europee:
Negli anni ’50 sei paesi europei hanno deciso di mettere insieme le proprie risorse economiche e istituire un sistema per prendere decisioni in comune sulle questioni economiche. Per fare ciò hanno formato tre organizzazioni: la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), la Comunità economica europea (CEE).
Queste tre comunità, conosciute con il nome collettivo di 'Comunità europee', hanno formato la base di quella che è oggi l'Unione europea. La CEE è presto divenuta di gran lunga la più importante delle tre ed è stata in seguito ribattezzata semplicemente "Comunità europea" (CE).
Nella CE le decisioni vengono prese utilizzando il "metodo comunitario" (vedi), al quale partecipano le istituzioni dell'UE. Questo metodo vale per tutte le attività dell’UE ad eccezione di ciò che viene deciso semplicemente con accordi tra i governi.

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Comunitarizzazione:
Termine tecnico che significa trasferire alcune materie dal secondo o terzo "pilastro" (vedi) dell'UE al primo "pilastro", in modo che possano essere trattate secondo il "metodo comunitario" (vedi).

Conferenza intergovernativa (CIG):
con tale termine si indica la conferenza in cui si riuniscono i governi degli Stati membri dell'UE per modificare i trattati dell'Unione europea. La Conferenza intergovernativa tenutasi nel 2003 ha portato alla firma della Costituzione dell’UE (vedi) nel 2004.

Consiglio:
Tre organi europei distinti hanno nel loro nome la parola "Consiglio":

Il Consiglio europeo:
si tratta del consesso formato dai capi di Stato e/o di governo (ossia i presidenti e/o i primi ministri) di tutti i paesi dell'UE più il Presidente della Commissione europea. Il Consiglio europeo si riunisce, di norma, quattro volte l'anno per discutere le politiche europee nel loro insieme e per fare il punto della situazione. Si tratta del più alto organo politico dell'Unione europea, ed è per questo che le sue riunioni vengono spesso chiamate "vertici europei".

Il Consiglio dell'Unione europea:
noto in precedenza come Consiglio dei Ministri, è un'istituzione composta dai ministri dei governi di ciascuno dei paesi dell'UE. Il Consiglio si riunisce regolarmente per prendere decisioni su argomenti specifici e per adottare le leggi europee.

Il Consiglio d'Europa:
non si tratta di un'istituzione dell'UE. È invece un'organizzazione intergovernativa con sede a Strasburgo che si propone (tra i suoi obiettivi) di tutelare i diritti umani, di promuovere la diversità culturale in Europa e di lottare contro problemi della società come la xenofobia e l'intolleranza. Il Consiglio d'Europa è stato istituito nel 1949 ed una delle sue prime realizzazioni è stata l'adozione della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo. Perché i cittadini possano esercitare i diritti riconosciuti da questa Convenzione è stata istituita la Corte europea dei Diritti dell'Uomo.

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Convenzione:
in passato, ha indicato anche un'assemblea politica o legislativa ed è in questa accezione che è stato ripreso nell'ambito comunitario per designare un gruppo di rappresentanti delle istituzioni dell'UE e dei governi e dei parlamenti nazionali che si riuniscono per redigere un documento importante. Sono state delle Convenzioni a redigere la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e il progetto di Costituzione dell'UE.

Convenzione sul futuro dell'Europa:
la Convenzione europea (detta anche Convenzione sul futuro dell'Europa) è stata costituita nel dicembre 2001. Aveva 105 membri, in rappresentanza dei Presidenti o dei Primi Ministri degli Stati membri dell'UE e dei paesi candidati, dei rispettivi Parlamenti nazionali, del Parlamento europeo e della Commissione europea. Presidente della Convenzione è stato l'ex presidente francese Valéry Giscard d'Estaing. Compito della Convenzione era redigere il testo di un nuovo trattato che stabilisse regole chiare per il funzionamento dell'Unione europea dopo l'allargamento. Questo nuovo trattato è destinato a diventare in un certo senso la Costituzione dell'UE (vedi). La Convenzione ha chiuso i suoi lavori il 10 luglio 2003.

Cooperazione rafforzata:
l'espressione si riferisce a un accordo in base al quale un gruppo di paesi dell'UE (almeno otto) possono operare insieme in un particolare settore anche se gli altri paesi dell'UE non possono o non vogliono partecipare in quella fase. Resta inteso che gli altri Stati sono liberi di subentrare successivamente, se lo desiderano.

Costituzione dell'UE:
attualmente l'UE è retta da quattro trattati fondamentali che ne stabiliscono le regole di funzionamento. Questi trattati sono lunghi e complessi ed i leader dell'UE intendono sostituirli con un unico atto, più breve e più semplice, che enunci i principi e gli obiettivi dell'UE e che stabilisca chiaramente chi esercita quali competenze. Questo nuovo atto (tecnicamente noto come "trattato costituzionale") sarà abbastanza simile alla costituzione di uno Stato - anche se l'UE non è e non vuole diventare uno Stato unico che soppianti i paesi membri. Il testo di questa nuova Costituzione dell’UE è stato approvato nel giugno 2004 e firmato da tutti i governi degli Stati membri nell’ottobre 2004. Avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2006, ma la bocciatura in alcuni referendum nazionali (Francia e Olanda) ne ha determinato lo stop.

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Criteri di Copenaghen:
nel giugno 1993, i leader dell'UE riuniti a Copenaghen hanno stabilito tre criteri che qualsiasi paese candidato (vedi) deve soddisfare per entrare a far parte dell'Unione europea. Primo, deve avere istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, la preminenza del diritto, i diritti umani ed il rispetto delle minoranze. Secondo, deve avere un'economia di mercato funzionante. Terzo, deve recepire nella sua interezza l'acquis comunitario (vedi) e sottoscrivere ai diversi obiettivi dell'Unione europea. Inoltre deve avere un’amministrazione pubblica capace di applicare e gestire praticamente la legislazione dell’UE. L'UE si riserva il diritto di decidere quando un paese candidato soddisfa questi criteri e quando l'UE è pronta ad accogliere il nuovo Stato membro.

Criteri di Maastricht:
si tratta di cinque criteri per stabilire se un paese dell’UE è pronto ad adottare l’euro. Essi sono stati stabiliti nel Trattato di Maastricht e riguardano:

stabilità dei prezzi:
il tasso di inflazione non deve superare di oltre 1,5 punti percentuali quello dei tre paesi dell’UE che nell'anno precedente hanno registrato il tasso di inflazione più basso;

deficit di bilancio:
(vedi): deve essere generalmente inferiore al 3% del prodotto interno lordo (PIL);

debito:
il debito pubblico non dovrebbe superare il 60% del PIL, ma un paese con un livello di indebitamento più alto può ancora adottare l'euro a patto che il suo debito sia in costante diminuzione;

tassi di interesse:
il tasso a lungo termine non deve superare di oltre 2 punti percentuali quello dei tre paesi dell’UE che nell'anno precedente hanno registrato il tasso di inflazione più basso;

stabilità del cambio:
il tasso di cambio della moneta nazionale deve essere rimasto entro determinati limiti di fluttuazione prestabiliti per due anni.

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Deficit democratico:
si dice spesso che il processo decisionale dell'UE è troppo lontano dalle persone comuni, che non possono comprenderne le complessità e i difficili testi giuridici. L'UE sta cercando di colmare tale "deficit democratico" mediante una semplificazione giuridica, una migliore informazione del pubblico e dando alla società civile (vedi) un peso maggiore nell'elaborazione delle politiche europee. I cittadini hanno comunque già la possibilità di partecipare al processo decisionale dell’UE mediante il Parlamento europeo.

Deficit di bilancio:
termine tecnico con cui si intende la differenza negativa tra le entrate dello Stato e le sue spese.

DG:
il personale delle principali istituzioni europee (Commissione, Consiglio e Parlamento) è organizzato in un numero di dipartimenti distinti, conosciuti con il nome di Direzioni Generali (DG), ciascuno dei quali è responsabile di compiti o ambiti politici specifici. Il capo amministrativo della DG è conosciuto come Direttore generale (un termine che viene anch’esso a volte abbreviato con "DG").

Dialogo con la società civile:
questo termine fa riferimento alle consultazioni con la società civile (vedi) che la Commissione europea realizza quando prepara le sue proposte legislative. Si tratta di un concetto più ampio rispetto a "dialogo sociale" (vedi).

Dialogo sociale:
Questo termine sta ad indicare le discussioni, I negoziati e l’azione comune tra le parti sociali europee (vedi) e le discussione tra queste parti sociali e le istituzioni dell’UE.

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EFTA:
quest’abbreviazione (dalle iniziali del nome inglese: European Free Trade Association) si usa anche in italiano per indicare l'Associazione europea di libero scambio - un'organizzazione fondata nel 1960 per promuovere il libero scambio dei beni tra i suoi Stati membri. In origine i paesi EFTA erano sette: Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia e Regno Unito. Vi si sono aggiunti la Finlandia nel 1961, l'Islanda nel 1970 ed il Liechtenstein nel 1991. Nel 1973, il Regno Unito e la Danimarca hanno abbandonato l'EFTA per aderire alla CEE (vedi). Hanno seguito il loro esempio il Portogallo nel 1986 e l'Austria, la Finlandia e la Svezia nel 1995. Oggi gli Stati membri dell'EFTA sono Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

ERASMUS:
non si tratta realmente di gergo europeo. È il nome di una programma (intitolato al grande umanista europeo Erasmo da Rotterdam) che l'UE sovvenziona nel settore dell'istruzione e che ha avuto inizio nel 1987. Entro il 2007, due milioni di studenti avranno studiato in un altro paese grazie al programma Erasmus. Dal 2007 è parte integrante del programma per l'apprendimento permanente. Dal 2004, un nuovo programma, Erasmus Mundus, assegna più di 40 milioni di euro all’anno per la promozione di Master offerti da un consorzio di almeno tre università di almeno tre differenti paesi europei. Le borse di studio per frequentare questi corsi sono disponibili per gli studenti di ogni paese.

Eurobarometro:
è il nome con cui è noto il servizio della Commissione, istituito nel 1973, che misura ed analizza le tendenze dell'opinione pubblica in tutti gli Stati membri e nei paesi candidati. Conoscere gli orientamenti dell'opinione pubblica è importante per la Commissione europea per preparare le sue proposte legislative, prendere decisioni e valutare il proprio operato.
Eurobarometro si avvale sia di sondaggi d'opinione che di gruppi di discussione ('focus group'). Dalle sue rilevazioni vengono tratte circa 100 rapporti all'anno. Per spiegazioni più complete si invita a consultare il sito di Eurobarometretro (EN, FR).

Eurocrate:
il termine "eurocrati" (un calco della parola "burocrati") viene usato con riferimento alle molte migliaia di cittadini dell'UE che lavorano presso le istituzioni europee (il Parlamento, il Consiglio, la Commissione).

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Eurolandia:
è un nome di fantasia che viene usato per indicare quella che ufficialmente si chiama "area dell'euro" - e che alcuni chiamano anche "zona euro" - ossia l'insieme degli Stati membri che hanno adottato l'euro come moneta. Per ora tali paesi sono il Belgio, la Germania, la Grecia, la Spagna, la Francia, l'Irlanda, l'Italia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, l'Austria, il Portogallo, la Finlandia.

EUROPA:
non si tratta realmente di gergo europeo. È il nome, proveniente dal greco antico e dal latino, che è stato scelto per il sito ufficiale dell'Unione europea. Il sito contiene una gran quantità di informazioni utili sull'UE regolarmente aggiornate ed è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'UE.

(L')Europa a due velocità:
con tale espressione si fa riferimento alla possibilità teorica che, in futuro, un "nucleo" particolare di Stati membri decida di procedere più rapidamente sulla via dell'integrazione europea (si veda sopra). È già possibile che un gruppo di paesi dell'UE cooperino tra loro più degli altri grazie ad un accordo detto di "cooperazione rafforzata" (vedi).

Euroscettici:
tale termine viene utilizzato spesso per indicare coloro che si oppongono all'integrazione europea o sono "scettici" nei confronti dell'UE e delle sue finalità.

Federalismo:
in generale, questo termine indica un assetto politico-istituzionale in cui più entità politiche, che conservano una loro autonomia interna, sono riunite in un unico Stato che è il solo soggetto sovrano. I fautori di questo sistema sono detti "federalisti".
Numerosi paesi del mondo - per es. Australia, Canada, Germania, Svizzera e Stati Uniti d'America - hanno una struttura federale, nella quale alcune questioni (per esempio la politica estera) vengono decise centralmente a livello federale, mentre altre rimangono di competenze dei singoli stati federati. Tuttavia esistono diversi modelli di Stato federale.
L'Unione europea non si ispira a nessuno di quei modelli: non è una federazione di Stati ma un'unione unica nel suo genere nella quale gli Stati membri rimangono paesi indipendenti e sovrani, pur decidendo di esercitare insieme la loro sovranità in molti settori di interesse comune. Questo conferisce loro un potere e un'influenza collettiva sulla scena mondiale che nessuno di essi potrebbe avere da solo.
Una parte del dibattito sul futuro dell'Europa verte sull'opportunità che l'UE si evolva in senso "federale".

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Fortezza Europa:
tale espressione viene spesso utilizzata per indicare l'atteggiamento di chi vuole difendere l'Europa dalle influenze esterne, specialmente di ordine culturale. Il termine "fortezza Europa" compare spesso nelle discussioni sui regolamenti in materia di asilo e di immigrazione.

Il 9 maggio, festa dell'Europa:
il 9 maggio 1950 Robert Schuman (allora Ministro degli Esteri francese) pronunciò un famoso discorso proponendo l'integrazione europea (si veda sopra) come metodo per assicurare la pace e raggiungere la prosperità nell'Europa postbellica. Poiché le sue proposte hanno posto le basi per l'Unione europea attuale, il 9 maggio viene celebrata l'anniversario dell'UE.

Integrazione europea:
il termine si riferisce al ravvicinamento tra i paesi e i popoli europei. All'interno dell'Unione europea ciò significa che i paesi mettono insieme le loro risorse e prendono insieme molte decisioni. Ciò avviene grazie all'interazione tra le istituzioni dell'UE (il Parlamento, il Consiglio, la Commissione, etc.).

Intergovernativo:
questo termine significa letteralmente "tra i governi". Nell’UE vengono prese decisioni su alcune materie, quali la sicurezza e la difesa, mediante un semplice accordo intergovernativo (ossia tramite un accordo tra i governi dei paesi dell’UE) e non utilizzando il "metodo comunitario" (vedi). Queste decisioni intergovernative vengono prese dai ministri che si incontrano in seno al Consiglio dell’Unione europea, o a livello più alto dai primi ministri e/o dai presidenti dei paesi dell’UE riuniti nel Consiglio europeo.

Lingue ufficiali:
dal 1° maggio 2004 nell'Unione europea vi sono 20 lingue ufficiali: il ceco, il danese, l'estone, il finnico, il francese, il greco, l'inglese, l'italiano, il lettone, il lituano, il maltese, l'olandese, il polacco, il portoghese, lo slovacco, lo sloveno, lo spagnolo, lo svedese, il tedesco e l'ungherese.
La legislazione dell'UE viene pubblicata in tutte le lingue ufficiali ed i cittadini possono usare una qualsiasi di queste lingue per rivolgersi alle istituzioni dell'UE. Ovviamente, in Europa si parlano anche molte altre lingue oltre a quelle ufficiali dell'UE e questa varietà di lingue nazionali e regionali è molto cara agli europei tutti. Essa costituisce parte del loro ricco patrimonio culturale. La Commissione europea ha dei programmi per la promozione dell'apprendimento delle lingue e della diversità linguistica.

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Mainstreaming:con questo termine inglese si indica il fare in modo che un certo fattore venga tenuto presente in tutte le politiche dell'UE. Per esempio, in ogni decisione su una politica dell'Unione europea si deve ora tenere conto delle conseguenze della decisione stessa per l'ambiente. Vale a dire che si è proceduto al "mainstreaming" delle preoccupazioni ambientali.

Mercato comune:
al momento della sua istituzione nel 1957, la CEE (vedi) si proponeva l'obiettivo di un "mercato comune", ossia di uno spazio all'interno del quale le persone, i beni ed i servizi potessero circolare liberamente tra i vari Stati membri come se fossero un unico paese, senza controlli alle frontiere e senza pagare dazi doganali. Ci è voluto parecchio tempo per realizzare questo obiettivo: i dazi doganali tra i paesi della CEE sono stati soppressi del tutto solo il 1° luglio 1968. Anche altre barriere al commercio sono state difficili da rimuovere, tanto che solo alla fine del 1992 si è potuta proclamare la realizzazione del "mercato unico" (come era stato nel frattempo ribattezzato).

Metodo comunitario:
si tratta del metodo normalmente utilizzato dall'UE per legiferare: la Commissione presenta una proposta al Consiglio e al Parlamento, che la discutono, propongono modifiche ed emendamenti e infine la adottano, facendone un atto legislativo dell'UE. Durante questo processo, vengono spesso consultati altri organi come il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni.

Metodo di coordinamento aperto:
In molte aree (come per esempio l’istruzione e la formazione, le pensioni e la salute, l’immigrazione e l’asilo), i governi dell’UE stabiliscono politiche nazionali proprie piuttosto che applicare una legislazione unica in tutta l’UE. Tuttavia è opportuno che i governi condividano le informazioni, adottino le "migliori prassi" (vedi) e facciano convergere le loro politiche nazionali. Questo metodo di apprendimento dagli altri è chiamato "metodo di coordinamento aperto".

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Migliori prassi o pratiche:
un modo per migliorare le politiche nell’UE è quello di vedere cosa fanno gli altri paesi dell’UE per scoprire dove le cose funzionano meglio. Gli altri paesi possono allora adottare questa "migliore prassi" adattandola alle proprie realtà nazionali e locali.

Padri fondatori:
negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, personalità come Jean Monnet e Robert Schuman sognavano di unire i popoli d'Europa nel segno di una pace duratura e dell'amicizia. Nei cinquant’anni successivi, con l’edificazione dell’UE, il loro sogno si è realizzato ed è per questo che essi vengono chiamati "padri fondatori" dell’Unione europea.

Paese candidato:
un paese che ha presentato domanda di adesione all'Unione europea e la cui domanda è stata formalmente accettata. Al momento ci sono due paesi candidati: Croazia e Turchia. Prima di poter entrare a far parte dell'UE un paese candidato deve soddisfare i "criteri di Copenaghen" (vedi).

Paese che ha presentato domanda di adesione:
un paese che ha chiesto di diventare uno Stato membro dell'Unione europea. Quando la domanda è stata formalmente accettata, si parla di "paese candidato" all'adesione (vedi).

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Paese in via di adesione:
un paese candidato (vedi) che ha soddisfatto i criteri di Copenaghen (vedi) ed ha concluso i negoziati di adesione all'Unione europea.

Paese terzo:
con questo termine si indica semplicemente un paese che non fa parte dell'UE. Il suo significato risulta chiaro se si pensa ad una situazione in cui sono in gioco le relazioni tra due Stati membri dell'UE (o tra le istituzioni dell'UE e uno Stato membro) e un altro paese (che è allora, letteralmente, un "terzo paese") che non fa parte dell'Unione europea.

Parti sociali:
termine che si riferisce alle due parti dell’industria: gli imprenditori e i lavoratori. A livello dell’UE sono rappresentati da tre grandi organizzazioni: la Confederazione europea dei sindacati (CES), che rappresenta i lavoratori; l’Unione delle confederazioni delle industrie della Comunità europea (UNICE) che rappresenta gli imprenditori del settore privato; il Centro europeo delle imprese pubbliche (CEIP), che rappresenta gli imprenditori del settore pubblico.
La Commissione europea li consulta nella preparazione di proposte legislative di carattere sociale o relative all’occupazione.

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Passerella comunitaria:
si tratta della procedura per trasferire alcune materie dal "terzo pilastro" (vedi) dell'UE al "primo pilastro", in modo che possano essere trattate secondo il "metodo comunitario" (vedi). Per utilizzare la passerella occorre una decisione unanime del Consiglio, seguita dalla ratifica da parte di ciascuno degli Stati membri.

Pilastri dell'UE:
l'Unione europea prende decisioni in tre ambiti (insiemi di politiche) distinti, noti anche come i tre "pilastri" dell'UE.

Nell'ambito del primo pilastro il Consiglio decide di norma mediante voto a "maggioranza qualificata" (vedi). Nell'ambito degli altri pilastri il Consiglio deve decidere all'unanimità: qualsiasi decisione può essere bloccata dal veto di un singolo paese.
Se così decide, il Consiglio può utilizzare la "passerella comunitaria" (vedi) per trasferire una materia dal terzo al primo pilastro.

Prospettive finanziarie:
il termine "prospettive" in questa espressione significa in realtà "programma". L’UE deve programmare le sue attività con molto anticipo ed essere sicura di avere risorse finanziarie sufficienti per quello che intende fare. Le sue principali istituzioni (Parlamento, Consiglio e Commissione) devono quindi mettersi d'accordo in anticipo sulle priorità per i prossimi anni e preparare un programma di spesa che si chiama "prospettive finanziarie". Le prospettive finanziarie indicano l'importo massimo che l'UE può spendere, suddiviso per i vari settori.
In un mondo in cui i costi tendono a crescere continuamente, lo scopo delle prospettive finanziarie è di mantenere sotto controllo le spese dell'UE.

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Quattro libertà:
una delle maggiori realizzazioni dell'UE è stata la creazione di uno spazio in cui 1) i cittadini 2) i beni 3) i servizi e 4) i capitali potessero circolare liberamente. Spesso si fa riferimento a tale quadruplice libertà di circolazione come alle "quattro libertà".

Riforma della PAC:
la politica agricola comune (PAC) è nata nel 1960, per garantire che l'Europa fosse in grado di coprire il proprio fabbisogno di prodotti alimentari a prezzi accessibili. Ma essa è stata vittima del proprio successo, dando luogo a eccedenze difficili da smaltire di alcuni prodotti come le carni bovine, l'orzo, il latte e il vino. Inoltre, le sovvenzioni versate agli agricoltori europei falsavano il commercio mondiale. La Commissione europea ha quindi avviato un riesame della PAC nel 1999. Nel 2003 l'UE ha approvato ulteriori riforme, mettendo l'accento sulla qualità dei prodotti agricoli e su metodi di allevamento che escludano il maltrattamento degli animali, e nel contempo rispettino l'ambiente e contribuiscano alla tutela del paesaggio rurale. L'UE ha in programma una riduzione delle sovvenzioni dirette agli agricoltori, per ridurre lo squilibrio tra i mercati agricoli dell'UE e quelli dei paesi in via di sviluppo.

SEE:
quest’abbreviazione indica lo Spazio economico europeo - costituito da tutti i paesi dell'Unione europea e dell'EFTA (vedi) ad eccezione della Svizzera. L'Accordo SEE, entrato in vigore il 1° gennaio 1994, consente ad Islanda, Liechtenstein e Norvegia di godere dei benefici del mercato unico dell'UE senza tutti i diritti e gli obblighi che comporta l'appartenenza all'UE.
Dal 1° maggio 2004, gli Stati membri dell'Unione europea sono: Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Per conoscere l’anno in cui hanno aderito all’UE, si veda "allargamento".

Società civile:
con questo termine si designa l'insieme delle organizzazioni e associazioni che non fanno parte del mondo della politica ma rappresentano il mondo del lavoro, gruppi che condividono un medesimo interesse o settori della società. Ne fanno parte, per esempio, i sindacati, le associazioni professionali, le associazioni dei datori di lavoro, le associazioni per la difesa dell’ambiente, le organizzazioni che rappresentano le donne, gli agricoltori, i disabili, e così via. Poiché queste organizzazioni dispongono di esperienze e competenze preziose nei rispettivi settori di attività e possono contribuire all'attuazione e al monitoraggio delle politiche dell'Unione europea, l'UE consulta regolarmente la società civile e intende associarla più strettamente al processo di elaborazione delle politiche comunitarie.

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Sovranazionale:
letteralmente questo termine significa "ad un livello superiore rispetto ai governi nazionali", e si differenzia da "intergovernativo" (vedi) che significa "tra i governi". Molte decisione dell’UE vengono prese a livello "sovranazionale" nel senso che vedono la partecipazione delle istituzioni dell’UE a cui i paesi membri hanno delegato alcuni dei poteri decisionali. Da non confondersi con il termine "transnazionale" (vedi).

Stakeholder:
con il termine "stakeholder" si indicano normalmente tutti i soggetti che hanno un interesse legittimo (stake) nell'attività di un soggetto, e che influenzano o sono influenzati dalle sue decisioni; nel caso dell'UE, si tratta di tutte le persone e organizzazioni che sono interessate nelle e dalle norme e politiche dell'UE. La Commissione europea tiene a consultare una cerchia la più ampia possibile di "stakeholder" prima di proporre nuovi atti legislativi e nuove iniziative politiche.

Stati membri:
i paesi che fanno parte di una organizzazione internazionale sono i suoi Stati membri. Si usa spesso questo termine anche per indicare i governi di questi paesi. Dal 1° maggio 2004, gli Stati membri dell'Unione europea sono : Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Per conoscere l’anno in cui hanno aderito all’UE, si veda "allargamento".

Strasburgo:
Strasburgo è una città francese vicina al confine con la Germania dove si svolgono per una settimana al mese le sessioni plenarie del Parlamento europeo. La città ospita anche la Corte europea dei diritti dell'uomo e il Consiglio d'Europa che non sono istituzioni dell'UE. Il termine "Strasburgo" è talvolta utilizzato dai media per indicare l'una o l'altra di tali istituzioni.

Strategia di Lisbona:
per competere con gli altri principali protagonisti sulla scena mondiale, l’UE ha bisogno di un’economia moderna ed efficiente. Riuniti a Lisbona nel marzo 2000, i leader politici dell'UE hanno indicato un nuovo obiettivo: l'UE deve, nel giro di un decennio, "diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale."
I leader dell'UE hanno anche convenuto una strategia dettagliata per conseguire tale obiettivo. La "strategia di Lisbona" abbraccia questioni quali la ricerca, l'istruzione, la formazione, l'accesso a Internet e il commercio elettronico. Ma riguarda anche Ia riforma dei sistemi europei di previdenza sociale, che devono essere resi finanziariamente sostenibili affinché ne possano continuare a beneficiare le generazioni future. Ogni anno, a primavera, il Consiglio europeo dedica una riunione alla valutazione dei progressi compiuti nell'attuazione della strategia di Lisbona.

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Sussidiarietà:
il "principio di sussidiarietà" implica che le decisioni dell'UE devono essere prese il più possibile a contatto con i cittadini. In altre parole, l'Unione prende iniziative (tranne che nei settori in cui è l'unica responsabile) solo se l'azione dell'UE è più efficace dell'azione presa a livello nazionale, regionale o locale.

Transnazionale:
questo termine viene spesso utilizzato per indicare la collaborazione tra imprese o organizzazioni che hanno sede in Stati membri diversi. Uno degli obiettivi dell'UE è appunto di incoraggiare la collaborazione "transnazionale" o, come anche si dice, "transfrontaliera". 

Trasparenza:
il termine 'trasparenza'è spesso utilizzato per indicare l'apertura che contraddistingue le attività delle istituzioni dell'UE che si sono impegnate ad agire con la massima chiarezza prendendo misure per migliorare l’accesso del pubblico alle informazioni e per realizzare documenti più chiari e leggibili. Ciò riguarda anche la redazione delle leggi nonché di un trattato UE unico e semplificato.

Unanimità:
Nel prendere decisioni su alcune questioni, il Consiglio dell’Unione europea deve trovarsi in una posizione di accordo unanime, vale a dire che tutti i paesi devono essere d’accordo. Il veto anche di un solo paese bloccherebbe la decisione. Ciò renderebbe molto difficile andare avanti in una Unione di 27 paesi e quindi la regola dell'unanimità si applica soltanto in aree particolarmente delicate come quella dell'asilo, della fiscalità e della politica estera e di sicurezza comune. In molti ambiti le decisioni vengono ora prese con la votazione a maggioranza qualificata (vedi).

Vertice:
le riunioni del Consiglio europeo (vedi) sono spesso dette "vertici" europei (o dell'UE) perché vi si incontrano i capi di Stato o di governo dell'UE. Alcuni paesi sono rappresentanti dal Presidente del Consiglio o Primo Ministro, altri dal Presidente della Repubblica, altri ancora da entrambi. Tutto dipende dal ruolo che la Costituzione di ciascun paese assegna alle più alte cariche dello Stato.

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Voto a maggioranza qualificata:
Su gran parte delle questioni, il Consiglio dell’Unione europea prende le sue decisioni con una votazione. Ogni paese possiede un certo numero di voti che fondamentalmente sono proporzionali al numero di abitanti. Il numero di voti per paese è il seguente

Germania, Francia, Italia e Regno Unito 29
Spagna e Polonia 27
Paesi Bassi 13
Belgio, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria e Portogallo 12
Austria e Svezia 10
Danimarca, Irlanda, Lituania, Slovacchia e Finlandia 7
Cipro, Estonia, Lettonia, Lussemburgo e Slovenia 4
Malta 3

Affinché una proposta venga adottata dal Consiglio, ci deve essere una "maggioranza qualificata" a favore. Questo significa almeno 232 voti su un totale di 321. Deve essere anche a favore una maggioranza dei paesi (in alcuni casi una maggioranza di due terzi). Inoltre ogni paese può chiedere al Consiglio di verificare che i paesi a favore rappresentino almeno il 62% della popolazione dell’UE.

Zona di libero scambio:
un gruppo di paesi che hanno soppresso nei loro rapporti reciproci le barriere commerciali, come i dazi ed i contingenti d'importazione. Nel mondo esistono diverse zone di libero scambio: il Mercosur nell'America del Sud, il Nafta nell'America del Nord e l'EFTA in Europa, per esempio. L'Unione europea è anche una zona di libero scambio, ma è molto di più di questo, perché persegue un obiettivo di integrazione economica e politica, con decisioni prese in comune in molti settori politici.

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Zona Schengen (= area Schengen, paesi Schengen):
Nel 1985, cinque paesi dell'UE (Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi) hanno deciso di abolire tutti i controlli sui cittadini alle frontiere interne. Ciò ha portato alla creazione di un territorio senza frontiere interne, la cosiddetta zona Schengen. (Schengen è la città lussemburghese in cui è stato firmato l'accordo).
I paesi Schengen hanno introdotto una politica comune in materia di visti per l'intera zona e hanno deciso di realizzare controlli efficaci alle loro frontiere esterne. Eventuali controlli alle frontiere interne possono essere effettuati per periodi limitati di tempo qualora motivi di ordine pubblico o di sicurezza nazionale lo rendano necessario.
Un po’ alla volta la zona Schengen si è estesa. In linea di principio ora comprende tutti i paesi dell'UE, l'Islanda e la Norvegia e l'accordo è diventato parte integrante dei trattati dell'UE. Tuttavia i 10 paesi che hanno aderito all'UE nel 2004 ancora non partecipano pienamente all'accordo di Schengen. Inoltre l'Irlanda e il Regno Unito hanno scelto di non aderire agli accordi relativi ai controlli alle frontiere e ai visti.
I cittadini di uno dei paesi della zona Schengen non hanno bisogno di un visto per viaggiare all'interno dell'area. I titolari di un visto d'ingresso per un paese Schengen sono automaticamente autorizzati a viaggiare liberamente all'interno della zona Schengen, tranne che in Irlanda e nel Regno Unito.

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