Lorenzo Bacega

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Un esempio di scrittura creativa
nel Liceo Scientifico "N. Copernico" di Bologna

a.s. 2001-2002

Un'ape gironzolava nel bosco in cerca di nettare, quando improvvisamente finì nella tela di un ragno. Non era un ragno come tutti gli altri. Era più grande di ogni altro ragno, ma pur sempre un ragno. Alla luce del sole appariva giallo fosforescente, mentre al buio era del colore del cielo. Inutile precisare il destino dell'ape.

Il giorno dopo, uno studente di nome Peter stava girando per il bosco in cerca di funghi per i suoi zii. Peter era orfano: i suoi genitori erano morti anni addietro in un incidente aereo. Da quel momento in poi visse con i suoi zii, che lo educarono come fossero i suoi veri genitori. Peter provava grande affetto verso di loro, e andare per loro nel boschetto fuori città è il minimo che possa fare.

Mentre Peter si fermò a raccogliere un fungo, il ragno lo punse: questi morì sul colpo, mentre Peter riuscì a reggersi a stento fino all'ospedale. Qui, approfondite analisi rivelarono che non vi erano conseguenze a causa della puntura del ragno e a poco a poco Peter si riprese, liquidando il tutto come suggestione.

Mentre stava tornando a casa dall'ospedale e attraversando avventatamente una strada, un'auto sopraggiunse ad alta velocità. Peter istintivamente spiccò un salto di almeno trenta metri e riuscì ad attaccarsi ad un palazzo; cosa era successo? Aveva ricevuto i poteri del ragno. Allora la puntura aveva comportato delle modificazioni nel corpo del ragazzo, ma esse erano passate inosservate: adesso Peter poteva scalare qualsiasi superficie ed era dotato di una forza e di una agilità proporzionali a quelle di un ragno. Aveva anche un "senso di ragno", che lo avvertiva dei pericoli in avvicinamento.

Appena ricevuti i poteri decise di diventare un lottatore professionista, con un nome fittizio e con un costume appariscente, così che nessuno lo potesse riconoscere; la paga era buona, e, in questo modo, avrebbe potuto ripagare i suoi zii di tanti sforzi.

Dopo un mese che stava lavorando come lottatore, dopo che ebbe finito lo spettacolo, vide un ladro che cercava di scappare con l'incasso del palazzetto; Peter pensò che, anche se lui avrebbe potuto bloccarlo facilmente, quel compito dovesse toccare ad un poliziotto e non a lui. Così decise di ignorarlo.

La settimana seguente, mentre stava tornando a casa dal palazzetto, vide sua zia in lacrime di fianco a una volante della polizia: suo zio era stato ucciso. Era stato rapinato, ma vista la scarsità dei soldi, era stato ucciso, davanti a sua moglie.

Mentre gli stavano spiegando quello che era successo, Peter pensava ad una strategia per intrappolare il ladro; da una comunicazione della polizia sentì che l'assassino si era nascosto in un magazzino poco distante dalla casa.

Peter cercò un luogo sicuro dove cambiarsi e indossare il suo costume da lottatore. Anticipando la polizia, riuscì a penetrare nel magazzino, dove mise al tappeto l'assassino. Lo guardò in faccia: era il ladro che Peter non aveva voluto fermare al palazzetto. Da qui, Peter cominciò a torturarsi se il vero colpevole fosse l'assassino o lui stesso, capendo che da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Da allora Peter diventò il più grande giustiziere del continente; cominciò a lavorare come fotografo al maggiore quotidiano della città.

Sono passati molti anni da quella avventura nel bosco. Il nostro eroe ora è sposato con una top-model, sua amica d'infanzia. Sta per diventare padre di una bambina ed è in procinto di appendere il costume al chiodo.

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Galarico - Homolaicus - Ultimo aggiornamento: 08-mag-2005