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"Ciao, tu chi sei?" l'apostrofò il ragno. Prima di continuare con la nostra storia occorre sapere che quel ragno non era un ragno qualunque;o meglio,nato come ragno qualunque, era tuttavia costretto a vivere perennemente solo. I fili della sua ragnatela erano, infatti, troppo scuri. E per un ragno questa era una vera e propria disgrazia in quanto gli insetti, accorgendosi dei fili, evitavano la ragnatela lasciando a digiuno il proprietario di quest'ultima. Il nostro ragno aveva provato davvero di tutto. Si era nutrito per mesi di camomilla,aveva dipinto il proprio intreccio ,sceglieva postazioni in ombra,ma niente serviva. Se a ciò si aggiunge il fatto che gli altri ragni, più per spirito di sopravvivenza che per autentica antipatia, avevano spostato la loro residenza di tela sempre più lontano da lui, possiamo ben capire la curiosità e il desiderio di dialogare del nostro ragno. "E come sei arrivata qui?" Lei ne aveva visto uno quando era una giovane studentessa di mielologia all'estero, e ciò era motivo di forte invidia nei suoi confronti da parte di noi apine. A questo punto ci fu un momento di silenzio tra i due entrambi troppo intenti a ripensare a ciò che avevano perduto o che non avevano mai fatto in tempo ad avere. "Beh, allora perché non ti fermi un po' con me? I miei fili, nonostante tutto sono morbidi e confortevoli. Io potrei procurarti nettare, scendendo sui fiori che già mi conoscono, e tu potresti dare una ripulita alla mia tela, quantunque, mi rendo conto, non ci sia molto da ripulire!" L'ape accettò, attratta dalla novità e da quella inaspettata e insolita proposta
di convivenza. Ma, se ci pensiamo, quando mai si è visto un ragno con un'ape? Perché, va bene essere originali, ma, alla fine, anche Mowgli si rende conto di non poter continuare a vivere nella giungla. E se è vero che l'ape si ritrovava sempre più spesso a sognare il bel colore rissi dei papaveri e l'abbagliante luce del sole, quella stessa luce che faceva così fatica a passare tra il folto del bosco, dal canto suo il ragno era pericolosamente dimagrito poiché, se prima non catturava molti insetti, ora, con un'ape ben visibile a carico, chi non intendeva avvicinarsi a lui sapeva, anche a un metro, il percorso da evitare. Persino chi si faceva avanti sperando in una morte precoce - i cosiddetti insetti suicidi ... perché nessun libro ne parla, ma esistono pure loro, in natura! - si mettevano in fila e dopo un po' si spazientivano di aspettare che quell'ape fosse uccisa. I due amici decisero quindi, di comune accordo, di lasciarsi, ma, essendosi
affezionati l'uno all'altro e volendo continuare ad aiutarsi, organizzarono un
piano di separazione. L'ape partì con un filo di ragnatela legato alla zampa,
finché non riuscì a districarsi tra la vegetazione del bosco e a ritrovare la
radura dei suoi amati papaveri. Il ragno ebbe invece un'altra sorpresa: il filo che aveva attraversato luce e papaveri si era schiarito e servì per rendere la tela la più trasparente e profumata del bosco. |
Galarico - Homolaicus - Ultimo aggiornamento: 08-mag-2005 |