Valentina Testa

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Un esempio di scrittura creativa nella Scuola Media "A. Frank" di Cesena

a.s. 2001-2002

UNA STRANA AMICIZIA

... il ragno si accorse che la succulenta preda non era neanche minimamente agitata o impaurita, anzi aveva un dolce sorriso ai lati del muso e giocherellava in quella che sarebbe dovuta essere la sua peggior esperienza.
Poi l'ape si guardò intorno:era nel bel mezzo di una macchia mediterranea, il ruscello emanava un fresco odor di pulito e il pettirosso, persosi nel bosco, cantarellava in cerca della famiglia. Non c'era niente che andasse per il verso sbagliato in quella bellissima giornata d'estate!

Ad un tratto si curvò leggermente, a causa del solletico provocato da quella grinzosa tela e scorse, a pochi passi di distanza, il grosso insetto rosaceo, con otto lunghe zampe puntigliose e il torace simile ad un ammasso di peli gialli. L'ape percepì all'istante di che insetto si trattasse: era un grosso ragno che si dirigeva verso di lei. Il suo cuoricino iniziò a battere come non mai, era nel panico, in un vicolo cieco dove nessuno la poteva aiutare.

Poi le venne in mente il giorno del suo compleanno: zia Amelia non era potuta venire… nel tragitto era stata catturata e risucchiata da un ragno... Come fare? Era nei guai, in grossi guai, e non sapeva come agire…."Urlare" pensò " non servirà a niente".

Contemporaneamente il ragno stava osservando la piccola creatura e ad un certo punto si intenerì: "Se la mangerò, ingrasserò, diventerò enorme e nessuno mi vorrà più vedere. Inoltre è così piccola e indifesa… La potrei lasciare andare, ma poi cosa direbbero i miei amici più grandi? - Lo sapevamo: sei un fifone, un tenerone; ti fai impressionare da una larva, sei un incapace! - Non posso lasciare che accada e non posso neanche mangiare ancora… altrimenti la mamma mi dirà: -Piccolo mio, avevi già mangiato; se continui così, il posto in fondo all'albero te lo puoi sognare!"

Più tardi gli venne un'idea: se l'avesse lasciata andare senza farne parola a nessuno, sarebbe andato tutto per il meglio. Si avvicinò e l'ape si contorse e si rimpicciolì così tanto che il ragno fece fatica a scorgerla: "Ehi!" esclamò questo in tono burbero "Come ti chiami ?" Dicendo questo, il ragno, cercò di non addolcirsi. L'ape non rispose e preparò il pungiglione. Era pronta al contrattacco in caso di "invasione" nemica.

In seguito il ragno decise di intenerirsi e, adagio, le slegò la ragnatela, che ora come non mai si era ristretta. L'ape, scontrosa, osservò i lenti movimenti del ragno e con molta indecisione gli rivolse la parola: "Senti ciccione di un blutto lagno, tu sei uno glosso e peloso, e vuoi sapele il mio nome, pel poi dillo ai tuoi amici, ma io salò gentile, ti svelelò il mio nominativo. Ecco vedi, mia zia Samantha ha dato il nome a Clalissa, che è sua figlia di nome e di " lista." Poi Odette, sua solella, ha messo al mondo me, Clalabella".

Il ragno, ancora con le idee confuse da quello strano discorsetto, riuscì a capire il nome dell'ape e, rilassando i muscoli più tesi, le rispose: "Io sono Puppo. Senti, ora vattene, prima che arrivino i miei amici e ti facciano fuori!". L'ape intuì che aveva trovato il lato buono del ragno e ne fu felice. Nella sua vita aveva trovato in tutti gli animali del bosco una certa simpatia, possibile che non ce ne fosse una minima traccia in quella palla di pelo?

"Non siamo comunque amici! Tu non puoi capire, sei così diversa: siamo due specie di animali disuguali! Non funziona!" esclamò il ragno. "Non è assolutamente velo! In tutti ci sono dei punti scontlosi e cattivi, ma si ha anche un punto di genelosità, di simpatia. Io l'ho tlovata in te ed è la cosa più bella al mondo che abbia tlovato: come una pelsona, con un poco d'aiuto, sia migliole!" così concluse l'ape e se ne andò.

Più tardi, proprio in un bel prato verde, essa stava mangiando del succoso nettare quando intravide, tra le foglie, un piccolo ragno. Era Puppo! "Hai ragione, l'amicizia non ha limiti!" disse questo.

Come riuscirono a diventare amici rimane un mistero, si sa solo che lo furono per sempre. Quel giorno si accostarono su una grande foglia e si misero a parlare come se si conoscessero da anni...

E' proprio vero che ognuno ha un lato buono e basta scovarlo per trovare la felicità.

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Galarico - Homolaicus - Ultimo aggiornamento: 08-mag-2005