LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
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La Grecia divisa: Al termine delle guerre persiane - o meglio della parte fondamentale di esse, che si concluse grosso modo con la riconquista di Sesto, nel 478 - la Grecia era oramai divisa tra due distinte aree di influenza : quella spartana più antica, che si estendeva nell'area peloponnesiaca, e quella ateniese, inaugurata ufficialmente con la nascita della Lega Delio-Attica (478), estendentesi all'interno dell'area egea.
Due opposti blocchi quindi, dei quali l'uno, al cui capo si poneva Atene, storicamente 'emergente', l'altro al contrario ancora legato a tradizioni e a concezioni politiche arcaiche, e tuttavia - anche grazie all'alleanza istituita tra le classi di potere nobiliari di alcune città-stato: strette, come si è visto, attorno alla leadership di Sparta - ancora solido e assai vitale. La guerra contro i Persiani d'altra parte, aveva liberato molte energie rivoluzionarie, e ciò non soltanto in Atene ma anche nel resto degli stati greci (compresa, come vedremo, la stessa Sparta), costituendo così le basi di un vastissimo movimento di rinnovamento politico, che avrebbe potuto spazzare via - o quantomeno fortemente ridimensionare - le forze della conservazione oligarchica. Per tale ragione, il periodo della Pentecontaetia (ovvero i cinquant'anni che separarono la battaglia di Micale dallo scoppio del conflitto tra le due principali città greche) fu segnato, oltre che dalla lotta tra la lega di Sparta e quella di Atene, da una lunga guerra di logoramento tra due fazioni politico-ideologiche 'trasversali', presenti cioè un po' in tutti gli stati ellenici: quella più conservatrice, nonché sempre in qualche modo filo-spartana, e quella - ad essa contraria - progressista e democratica, fondamentalmente filo-ateniese. E se anche una tale guerra fu alla fine vinta da Sparta (nel 404, al termine cioè delle guerre peloponnesiache), nulla toglie che essa, qualora le fazioni democratiche filo-ateniesi avessero saputo giocare meglio le proprie carte, avrebbe egualmente potuto vedere la vittoria di queste ultime. Nei decenni che fecero seguito al conflitto con gli eserciti di Serse, dunque, si giocò - oltre che l'ultima fase della guerra contro il colosso persiano - anche un nuovo conflitto: quello tra le forze della democrazia e le forze dell'oligarchia, tra la Grecia commerciale/borghese di stampo razionalista, e quella nobiliare, più arcaica e oscurantista. [2] [1] Il termine "isonomico" sta infatti a significare uno stato la cui legge (nomos) è basata sul principio dell'eguaglianza (isos) tra i cittadini, "eunomico" invece uno la cui legge o costituzione privilegia i migliori ("eu" significa infatti buono), cioè i ceti più alti. La democrazie erano ovviamente dei sistemi isonomici, le oligarchie eunomici. (torna su) [2] Ovviamente, una tale divisione va presa col beneficio del dubbio. Sarebbe infatti semplicistico, anche se orientativamente vero, considerare tutti gli stati alleati di Atene come democratici, così come tra gli stati filo-spartani vi potevano anche essere delle 'oligarchie temperate'. |
a cura di Adriano Torricelli