LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Storia ed evoluzione della Grecia classica


STRUTTURA ECONOMICO-SOCIALE DEGLI STATI ELLENISTICI

GLI STATI ELLENISTICI OCCIDENTALI

Introduzione - Le esigenze degli Stati ellenistici - Sviluppi imprenditoriali e commerciali del mondo greco ed ellenistico - Caratteri dell'ellenismo nelle regioni asiatiche - L'affermazione dell'economia occidentale in Asia, la nascita di un'economia "mista" - Introiti statali ed economia ellenistica - Conclusioni sintetiche - Il mondo egeo e mediterraneo: Grecia e Rodi - I nuovi centri di potere del Mediterraneo orientale: Rodi - La decadenza del mondo ellenistico. Roma. Bisanzio - La dominazione romana dell'Oriente - La rinascita dell'Oriente e il declino dell'Impero romano occidentale - Conclusioni sintetiche e bibliografia

Abbiamo fin qui analizzato soprattutto le coordinate dell'Ellenismo asiatico, di quegli stati cioè che - pur da sempre culturalmente e politicamente vicini all'occidente, e in particolare alla Grecia, con la quale intrattennero proficui scambi sia commerciali che culturali - non appartenevano, se non marginalmente, all'area geografica balcanica ed egea.

Vogliamo ora invece occuparci delle trasformazioni delle zone occidentali del mondo ellenistico, con ciò intendendo soprattutto regioni come la Macedonia, la Tracia e - nell'estremo lembo occidentale di esso - l'Epiro. Un paragrafo a parte lo dedicheremo alla Grecia e alle isole del Mar Egeo, e in particolare a Rodi.

Escluderemo invece, nonostante la loro vicinanza fisica e culturale col mondo ellenistico, le regioni dell'Europa occidentale, e quelle dell'Africa nord-occidentale. Esse difatti, a dispetto dei costanti contatti con la vicina civiltà ellenistica (dalla quale trassero importanti stimoli e suggestioni - si pensi a Roma…- un po' a tutti i livelli) appartennero tutto sommato a un mondo differente rispetto a essa, un mondo diviso tra aree di influenza cartaginese, italica e greca (le uniche queste ultime, a far parte del vero e proprio Ellenismo).

Innanzitutto è doveroso ricordare come l'Ellenismo fu un fenomeno decisamente più orientale che non occidentale! Uno sguardo a una cartina geografica lo dimostra chiaramente: i territori occidentali - Epiro, Macedonia, Grecia e Tracia - coprono difatti a malapena un decimo dell'estensione complessiva della superficie (i cui confini rimangono peraltro molto incerti) interessata da un tale fenomeno.

E' poi opportuno ricordare, una volta di più, la profonda differenza esistente tra le tradizioni sociali e politiche - che potremmo definire "feudali" - delle zone occidentali, e quelle delle zone asiatiche, già descritte nel precedente paragrafo, di tipo statalista e centralista. Tanto nella Grecia dei periodi arcaici (e, ancor prima, in quella del cosiddetto "Periodo oscuro"), quanto per esempio in Macedonia, l'organizzazione sociale era infatti basata sulla divisione di gran parte delle terre tra i membri di una più o meno ristretta cerchia di proprietari (i nobili), politicamente organizzati attorno al potere di un monarca e di uno stato centrale, i cui poteri erano tuttavia in realtà - secondo appunto la tipica conformazione degli stati feudali - decisamente limitati.

Se quindi in Asia il frazionamento delle comunità locali era stato superato dalla nascita di grandi organismi politico-amministrativi diretti dal sovrano e dalla sua corte, in Occidente al contrario la vita dei centri locali gravitava attorno al potere di individui che, solitamente per ragioni di discendenza, erano proprietari di grandi appezzamenti di terra, e che potevano condizionare la vita politica e economica delle comunità locali, senza doverne in sostanza rispondere davanti ad alcuna autorità superiore.

Era questa, tra l'altro, la situazione che aveva caratterizzato la Grecia nei periodi precedenti l'ottavo secolo, prima cioè della trasformazione delle città da sedi di attività solo politiche, a sedi di una vita economica e di ceti sociali alternativi rispetto alle campagne.

D'altra parte, la sopravvivenza di un simile retroterra "feudale" sui territori degli stati occidentali, costituì in età ellenistica una pesante ipoteca allo sviluppo - secondo quelle che, come già si è visto a proposito degli stati orientali, erano oramai divenute esigenze oggettive - di monarchie forti, in grado di costituire un efficace centro direttivo tanto per le attività amministrative e militari, quanto per quelle economico-produttive.

Anche a ciò, oltre che alle dimensioni decisamente inferiori che le caratterizzavano, si dovette la minore capacità espansiva e il minor peso politico delle regioni ellenistiche occidentali rispetto a quelle asiatiche.

In ogni caso si può dire che, nel complesso, allo sforzo delle regioni orientali per "occidentalizzarsi" (soprattutto, come si è visto, sul piano dell'organizzazione economica, oltre che su quello culturale) corrispose un analogo sforzo delle regioni occidentali per "orientalizzarsi", ovvero per sviluppare istituzioni centraliste e stataliste più forti rispetto al passato.

Certo, non bisogna dimenticare come soprattutto in Macedonia (una regione che ormai da secoli subiva l'influenza rinnovatrice del vicino mondo greco), tanto il processo di potenziamento dell'istituto monarchico, quanto lo sviluppo dei mercati e delle città (ovvero di centri di potere alternativi rispetto a quelli terrieri), avesse avuto inizio decenni se non addirittura secoli prima della nascita dello stato ellenistico, risalendo all'opera di sovrani precedenti lo stesso Filippo II (ovvero di colui che è oggi ricordato come il grande "riorganizzatore" dello stato macedone).

E' tuttavia fuori di dubbio, - e un tale discorso vale, a maggior ragione, anche per i rimanenti stati ellenistici occidentali - che un tale processo conoscesse in età ellenistica un ulteriore rafforzamento, a causa soprattutto delle accresciute esigenze di difesa legate al costante stato di guerra tra paesi.

In conclusione, possiamo dunque parlare - seppure ovviamente nei limiti della ragionevolezza, date le profonde differenze di carattere storico - di una sostanziale omogeneità tra l'area occidentale e l'area orientale dell'ecumene degli stati ellenistici. In entrambe le zone difatti, si instaurò un regime di forte commistione tra gli interessi pubblici e statali, e quelli capitalistici e di mercato dei privati cittadini; in entrambe le aree inoltre, si creò un notevole divario tra le masse lavoratrici (in Asia alle dipendenze soprattutto dello stato, in occidente invece della nobiltà possidente e dei piccoli proprietari di terre - anche qui, come in oriente, spesso composti da soldati mercenari) e le classi alte, quelle impiegate cioè in attività non direttamente produttive (dall'amministrazione statale, all'imprenditoria, alla guerra).

In tutto il mondo ellenistico quindi, la struttura di classe della società ruotò attorno a tre elementi: le classi più umili (ovvero le masse lavoratrici); lo stato e i suoi apparati; le classi possidenti e imprenditoriali borghesi.


a cura di Adriano Torricelli

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
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Aggiornamento: 01/05/2015