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CENNI DI STORIA DI CRETA
E DELLA CIVILTA' MINOICA
Oggi cosa sappiamo, sul piano storico, della civiltà cretese o minoica (da "minos"
che significa "re") sorta nella più grande isola dell'Egeo? Seguiamo la
suddivisione cronologica data dallo scienziato inglese Arthur Evans, che diede inizio agli
scavi archeologici a Creta.
- Il primo periodo minoico nell'isola di Creta va dal XXX al XXII sec. a.
C.
I primi uomini approdarono a Creta verso il 6.500 a.C. (età neolitica, strato
X degli scavi): conoscevano l'uso dell'agricoltura e dell'allevamento,
fabbricavano arnesi in osso e pietra e ignoravano la ceramica.
Intorno al 2.800
a.C. i minoici, occuparono gran parte dell'isola. L'importanza dell'isola era
dovuta proprio alla sua posizione geografica, vero e proprio crocevia tra
Europa, Asia e Africa.
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I cretesi non erano di origine semitica né indoeuropea, ma venivano dall'Asia
Minore (coste nord-occidentali dell'Anatolia) e appartenevano alle popolazioni sparse intorno al Mediterraneo prima
dell'arrivo degli indoeuropei.
L'occupazione principale degli abitanti era la pesca, l'allevamento del
bestiame e in parte l'agricoltura: il suolo, in massima parte collinare e
montagnoso, si prestava alla coltura dell'olivo e della vite o al pascolo, ma
anche al grano, all'orzo, ai legumi e ai fichi, prodotti in quantità eccedente
rispetto ai bisogni locali,
mentre i boschi fornivano legname in abbondanza. Nell'estremità orientale
dell'isola, molto rocciosa, si viveva prevalentemente di pesca.
Il metallo più usato era il rame. Si conosceva anche la ceramica, come
risulta dal vasellame ritrovato, ch'era fatto a mano. Si era in grado di
fabbricare barche.
L'ordinamento sociale era di tipo comunitario o egualitario, sicuramente
pre-schiavistico.
Non essendo stata invasa da tribù straniere sino alla metà del II millennio,
si deve pensare che per circa 1500 anni la cultura minoica si sia sviluppata
secondo proprie forme originali, autoctone, anche se questo non significa che
non vi fossero contatti con culture esterne, specie quelle egizia, fenicia,
siro-palestinese, da cui acquistavano soprattutto metalli, di cui l'isola è
quasi priva.
- Il periodo medio-minoico va dal XXI al XVII sec. a. C.
Tratto caratteristico di quest'epoca è la diffusione del bronzo, ma anche
dell'oro, dell'argento e del piombo. Cambia
completamente la costruzione delle armi, che diventano molto efficaci. Essendo a
metà strada tra Cipro (l'isola del rame) e i porti dello Ionio, dove si
accumulava lo stagno proveniente dal Nord, Creta diventa un punto di passaggio
obbligato per il commercio dei metalli in bronzo tra oriente e occidente,
favorita in questo non solo dalla sua posizione centrale ma anche dalle numerose
baie e dai golfi dell'isola.
I cretesi furono i primi a non navigare soltanto lungo le coste ma ad
affrontare il mare aperto. Infatti furono in grado di liberare il mare dai
pirati, sostituendosi a loro in maniera più organizzata, cioè pretendendo, in
cambio della "protezione", il pagamento di tributi da parte delle popolazioni
costiere.
Le imbarcazioni tradizionali che
navigavano lungo le coste avevano conservato le caratteristiche delle chiatte
usate lungo i fiumi, col fondo piatto e i parapetti molto bassi. I cretesi
invece, avendo bisogno di fare lunghe e veloci traversate, sistemarono sul fondo
delle loro navi la chiglia, una tavola di legno posta di taglio che forniva una
maggiore stabilità; poi alzarono i parapetti per evitare allagamenti in caso di
tempesta. Inserirono anche due timoni per governare meglio l'imbarcazione e
sfruttarono meglio la vela, già usata dagli egizi sul Nilo.
In questo periodo l'artigianato si sviluppa anche con l'invenzione della ruota del vasaio per costruire vasellame (si usa
anche la maiolica). I vasai usavano il tornio con tale abilità da riuscire a
creare vasi con pareti sottilissime, dette "a guscio d'uovo". Nasce anche per la
prima volta in Europa il carro a quattro ruote. Inizialmente gli artigiani
imitavano quelli egizi, ma ben presto si perfezionarono autonomamente.
Per la prima volta si edificano sontuosi
palazzi, posti, come in
Mesopotamia, al centro delle città:
Cnosso (ricostruito per tre
volte), Festo, Mallia, Gurnia, Haghia-Triada. Poiché le città non avevano mura,
si pensa che in caso di pericolo ci si rifugiasse in questi palazzi. Alla difesa
di Creta tuttavia bastava la flotta, che pattugliava il mare e non lasciava
avvicinare nessuna nave nemica.
La città di Cnosso sorgeva a circa 4 km dal mare. Il nucleo del palazzo
poteva accogliere circa 12.000 persone, mentre l'abitato circostante contava
circa 70.000 abitanti.
Si sviluppa notevolmente l'arte con affreschi,
dipinti, decorazioni di piante,
fiori e
animali, scene di caccia e di pesca,
la lotta col toro: nessun
particolare è trascurato, a testimonianza di uno stile vivo e realistico che non
si trova in quella egizia e mesopotamica, così maestosa e solenne, consacrata
agli dèi e ai sovrani anziché agli uomini e alle donne.
Nelle raffigurazioni a carattere religioso si
nota un carattere più laico rispetto a quelle coeve del mondo egizio o
babilonese. I loro dèi, suddivisi tra le varie categorie sociali (dinastie
reali, guerrieri, corporazioni artigiane, allevatori-agricoltori), esprimono una concezione serena della vita e della natura
e non hanno quell'impronta paurosa di molte divinità egiziane e orientali.
Primeggia il culto della Grande Madre (la Terra) e, nel mondo animale, sono
venerati il toro, il serpente e il grifone (corpo di leone e testa e ali di
aquila). Il supremo sacerdote era rappresentato dallo stesso re: simbolo del suo
potere era l'ascia a doppio taglio (la "bipenne"). Le cerimonie si svolgevano
all'aperto e solo in un secondo tempo all'interno dei grandi palazzi.
La conquista più importante di questo periodo è la
scrittura pittografica,
che poi diventerà geroglifica, simile a quella egizia, e
lineare A, sillabica, ancora
indecifrata. La scrittura
viene utilizzata per la registrazione e la contabilità dei prodotti e per le
necessità amministrative dei reggenti dei grandi palazzi.
La società, che si sviluppa in maniera autonoma rispetto a influenze esterne
significative, è chiaramente divisa in classi e si deve presumere la presenza di
schiavi. Nel palazzo di Cnosso (risultato di una elaborazione durata circa mezzo
millennio) vi sono prigioni con raffigurazioni di guardie
armate. I giovani che Minosse pretende ogni anno da Atene ha un evidente
riferimento a una sorta di tributo di schiavi pagato da popolazioni sottomesse.
Quanto pesante fosse la condizione di questi schiavi, dei liberi artigiani e gli
agricoltori obbligati a fornire le loro prestazioni gratuite allo Stato, è
difficile dirlo. Erodoto, p.es., scrive che se una donna cretese sposava uno
schiavo, i figli erano considerati legittimi; se invece era un cittadino cretese
a sposare una schiava o una straniera, i suoi figli erano privi di ogni diritto:
questo perché contava la discendenza per parte di madre.
Che esistano discriminazioni lo si nota anche nel rapporto uomo-donna, che
perde l'originaria uguaglianza. Come agli schiavi, agli stranieri e ai giovani
in età non adulta, anche alle donne non
venivano riconosciuti i diritti politici.
Politicamente è in questo periodo che scoppia una dura lotta per l'egemonia
dell'isola tra i singoli centri dell'isola, che si prolungherà per quasi due
secoli e che si concluderà con la vittoria di Cnosso.
La gestione dell'economia e del potere politico tendono a centralizzarsi in
un unico palazzo. Il sovrano accentra tutte le principali funzioni politiche,
amministrative e religiose, controllando perfino i settori più importanti
dell'artigianato, come p. es. la metallurgia, ed è probabile che l'iniziativa
dei traffici fosse una sua prerogativa. Ovviamente si sviluppa una classe di funzionari e burocrati al
diretto servizio del re.
Dagli studi degli archeologi pare che verso il 1700-1750 a. C. molti palazzi siano
stati distrutti da una serie di incendi (forse dovuti a un terremoto), ma i reperti dimostrano che vi fu una
grande ripresa tra il 1600 e il 1400 a. C.
- Il periodo tardo-minoico va dal XVI al XII sec. a. C.
Per tutta l'isola viene tracciata una rete stradale con posti di
sorveglianza. Le città sono quasi 100. I palazzi vengono ampliati e decorati con un lusso senza
precedenti. Appare l'uso della moneta e il sistema di numerazione è decimale. I
tributi versati dai contadini restano prevalentemente in natura: olio, vino,
cereali, fichi...
I ceti nobiliari si arricchiscono notevolmente. Le loro case private e tombe
familiari sono particolarmente lussuose. Le case avevano acqua di sorgente
trasportata da tubi di terracotta infilati uno dentro l'altro, impianti di
illuminazione e di riscaldamento, bagni e sistemi di fognatura per le acque
piovane e di rifiuto.
Molto forte è l'attività dei cantieri navali, con cui si possono stabilire
strette relazioni commerciali con Egitto (avorio), Siria e soprattutto con la Grecia
micenea (marmo), Cipro (rame), ma vi furono scambi commerciali anche con Spagna
(argento) e Inghilterra (stagno). Le navi costruite col legname dei suoi boschi detengono il predominio
dell'Egeo tra il 1600 e il 1400 a. C., periodo che coincide con la massima
espansione minoica (talassocrazia).
Sorgono grandi santuari su montagne e dentro le grotte, dove tutta la
popolazione di Creta celebra i propri riti.
E' molto probabile che nella prima metà del XV sec. a. C. Creta sia stata
conquistata dalle tribù greche degli achei e che Cnosso sia diventata provincia
micenea e che per suo tramite le città achee della Grecia controllassero gran
parte dell'isola.
Il palazzo di
Cnosso subisce una
nuova distruzione intorno al 1400-1450 a. C. e, successivamente, tutti i palazzi cretesi
vengono distrutti. La distruzione è stata così repentina che si è pensato sia
dipesa dal terremoto e maremoto
causato dall'eruzione del vulcano della vicina isola di Thera (Santorino): un
disastro simile a quello di Pompei.
Si è propensi credere che Creta sia stata attaccata dai Micenei, forse in seguito al
terremoto, cogliendo gli abitanti in una fase di profonda crisi. I vecchi centri
del potere minoico: Festo, Tilissio, Mallia, erano ormai gestiti dal re miceneo
di Cnosso.
La burocrazia di palazzo adatta la propria
scrittura lineare A alla lingua
greca dei nuovi padroni e nasce la scrittura lineare B, composta di 88 segni
indicanti le vocali e le consonanti e con molti segni che indicavano concetti.
Questa scrittura viene accolta dai micenei che decidono di portarla in Grecia.
Tra le parole che gli achei hanno preso dai cretesi, theos (divinità), hieros
(sacro), labyrinthos, kyklops (ciclope), Hermes (dio dei pastori), Efesto (dio
dei fabbri).
Praticamente tra il 1300 e il 1220 a.C. le due civiltà usano la stessa
lingua, le stesse strutture amministrative e le stesse divinità. Le conquiste della cultura cretese furono fatte proprie e ulteriormente
sviluppate dagli achei.
Verso il 1370 il palazzo di Cnosso fu molto probabilmente distrutto dai
micenei del continente.
Nei secoli XII-XI a. C. Creta deve assistere all'invasione dorica, che porrà
fine alla sua civiltà. Gli ultimi centri palaziali micenei di Creta furono
distrutti tra la fine del XIII sec. e l'inizio del XII sec. a.C.
I romani sottomisero l'isola dal 69 a.C. fino al 395 d.C. Creta diventa una
provincia dell'impero bizantino dal 395 all'824, dopodiché viene conquistata dagli
arabi nell'824 che la tengono fino al 961, anno in cui viene liberata da Niceforo Phokas,
che inaugura il secondo periodo bizantino fino al 1204. I veneziani la
comprarono subito dopo la quarta crociata (1204) e la conservarono fino al 1669. I turchi vi si installarono a
partire dal 1669 e la dominarono fino al 1898; infine, dopo la rivoluzione del 1898 e una breve parentesi di
autonomia, Creta diventò parte integrante della Grecia a partire dal 1912. Dal
1941 al 1944 dovette sopportare l'invasione nazista e dal 1967 al 1974 la
dittatura fascista dei colonnelli, come tutta la Grecia.
cfr AA.VV., Creta antica, De Luca editore, Roma 1984.
L. Godart, L'invenzione della scrittura, ed. Einaudi, Torino 1992.
Lo scrittore più famoso di Creta è Nikos Kazantzakis (1882-1957)
- Alexiou S., Minoan Civilization, (sesta edizione)
- Gordon Childe V., Il progresso nel mondo antico, (1949)
- Logiadou Platonos S., Cnosso. La civiltà minoica, (senza indicazione
di data)
- Vassilakis A., Creta minoica. Dal mito alla storia, (2001)
- Sakellaraki Eve,
Creta minoica, Vision
- Castleden Rodney,
I giorni di Creta. Vita quotidiana nell'età minoica, ECIG
- Facchetti Giulio M.; Negri Mario,
Creta minoica. Sulle tracce delle più antiche scritture d'Europa, Olschki
- Iozzo Mario,
Il palazzo di Cnosso a Creta, Bonechi
- Farnoux Alexandre,
Cnosso e l'arte minoica, Electa Gallimard
- Castleden Rodney,
Il mistero di Cnosso, ECIG
- Damiani Indelicato Silvia,
Piazza pubblica e palazzo nella Creta minoica, Jouvence
Vedi anche La
pianificazione ai tempi del Minotauro. Alcune osservazioni sulla civiltà minoica
e Le civiltà dei Palazzi:
Minoici e Micenei
MINOSSE ALIAS MINOTAURO
Enrico Galavotti -
Homolaicus