STORIA ROMANA |
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LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA: DA TIBERIO A NERONE2) Il dispotismo orientaleggiante di Caligola (37-41)
Se da un alto dunque Caligola dimostra di non aver affatto compreso quale sia il vero ruolo dell'Imperatore - e ciò forse è dovuto anche alla sua giovane età -, dall'altro intuisce però e prefigura una nuova forma (orientaleggiante) di dominio, basata essenzialmente sul consenso dei vastissimi strati parassitari della popolazione occidentale (proletariato e sottoproletariato), e su quello delle regioni orientali (le cui tradizioni di governo entrano particolarmente in sintonia con la sua concezione del potere). Ispirandosi a una visione 'antoniana' dell'Impero, egli tende a parificare politicamente le due zone che lo compongono, smantellando buona parte dei privilegi amministrativi e politici di cui gode l'Occidente nei confronti dell'Oriente, e tentando di instaurare un dominio personale e incontrastato su tutte le regioni imperiali. Tale progetto tuttavia, pur avveniristico, è per il momento totalmente inattuabile, vista l'influenza politica di cui ancora godono i ceti agrari nobiliari, contrari a vedersi abbassati allo stesso livello di quelle zone (orientali) che essi stessi precedentemente hanno conquistato e sottomesso, e che sono per di più abituati a sfruttare economicamente e politicamente. Ma un tale tipo di gestione sarebbe inattuabile anche per l'opposizione delle province occidentali (essenzialmente Gallia e Spagna), realtà attualmente in crescita e bisognose perciò di aiuti e di facilitazioni da parte dello stato romano. La figura ispiratrice di questa politica delirante e inopportuna è quella di Alessandro Magno, forse il più grande conquistatore e despota orientale di tutti i tempi. Il programma di Caligola si basa - come si è detto - sulla ricerca di approvazione delle masse popolari, cui egli elargisce continuamente donazioni e spettacoli. Ma anche su una notevole spinta verso l'ellenizzazione della cultura delle zone occidentali, e sull'instaurazione e diffusione anche in Occidente del culto della persona dell'Imperatore, equiparata alla stessa divinità solare. Tuttavia una tale linea di conduzione dell'Impero non può non costare molto in termini finanziari alle casse statali, costringendo così il princeps a impegnarsi in una inesausta ricerca di fondi, specialmente attraverso continue guerre di conquista (celebre è la spedizione di Caligola in Britannia, progettata ma mai realizzata: forse proprio per mancanza di fondi!) Tale politica, depauperando lo Stato senza - al tempo stesso - avvantaggiare nessuno dei suoi sudditi, provocherà un profondo un scontento tra i ceti dirigenti dell'Impero, i quali ordiranno una congiura contro Caligola. Questi verrà così ucciso infatti nel 41 per mano della stessa guardia imperiale. 1) Tiberio, il secondo imperatore (14-31)3) Claudio, imperatore dimenticato (41-54)4) Nerone, l'ultimo dei Claudi (54-68)Adriano Torricelli |
- Stampa pagina Aggiornamento: 11/09/2014 |