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Decebalo è in procinto di sgozzarsi
pur di non cadere
prigioniero delle legioni di Traiano

Decebalo (rumeno: Decebal; 85 – 106) fu un sovrano della Dacia (odierna
Romania). Dopo la morte del grande re Burebista, la Dacia si frantumò in
cinque piccoli stati. Questa situazione continuò fino a quando Diurpaneo, (zio
di Decebalo) riunì di nuovo i daci attorno alla città di Sarmizegetusa Regia
(oggi nella regione di Hunedoara), che divenne la capitale del nuovo regno.
Inoltre, questo sovrano riorganizzò l'esercito dacico, istruendolo alla maniera
romana. Nell'85 le sue armate devastarono la provincia romana della Mesia, che
si trovava a sud del fiume Danubio, scontrandosi e sconfiggendo il governatore
romano Caio Oppio Sabino. Allora lo stesso imperatore Domiziano si recò sul
Danubio, insieme al suo prefetto del pretorio Cornelio Fusco, che respinse i
nemici oltre il fiume e penetrò nella Dacia. Ma cadde in un’imboscata e subì una
pesante sconfitta (86). Dopo la vittoria, Diurpaneo lasciò il trono al nipote
Decebalo (il cui nome significa "il potente", "forte come dieci [uomini]").
Nell'88, il governatore della Mesia superiore, Tettio Giuliano, riuscì invece a
sconfiggere Decebalo nel suo stesso territorio, in una nuova battaglia a Tape
(la seconda, vicino all'odierna Bucova). Impegnato però contro la rivolta di
Lucio Antonio Saturnino e preoccupato dalla nuova minaccia rappresentata per la
provincia di Pannonia dalle tribù germaniche dei iazigi, quadi e marcomanni,
Domiziano stipulò la pace con Decebalo, che non solo mantenne tutte le sue
terre, ma ottenne anche una specie di sussidio in denaro, accettando però in
cambio di diventare re-cliente romano. Le cose rimasero così fino al regno
dell'imperatore Traiano, che nel 101 invase la Dacia, insieme al generale Lusio
Quieto, deciso a chiudere la partita con Decebalo. I romani ottennero una nuova
vittoria nella terza battaglia di Tape. Nel 102 le armate romane ottenero una
vittoria decisiva nei pressi di Sarmizegetusa Regia. Decebalo si arrese e
ottenne di mantenere le sue terre, ma Traiano distrusse alcune importanti
roccaforte nemiche, lasciando invece delle guarnigioni romane in quelle
risparmiate. Decebalo fu anche costretto a limitare i suoi armamenti. Era una
situazione umiliante per il sovrano dacico, che dopo due anni attaccò le
guarnigioni nemiche presenti nel suo regno, invadendo di nuovo la Mesia nel 105.
La risposta di Traiano fu immediata: in quello stesso anno irruppe ancora in
Dacia, sconfiggendo pesantemente Decebalo nei pressi di Sarmizegetusa. Il re
dacico si uccise tagliandosi la gola con un pugnale ricurvo. Secondo lo storico
Cassio Dione, la sua testa fu esibita come trofeo ai soldati e poi inviata a
Roma per essere portata nel trionfo di Traiano. La Dacia divenne provincia
romana e fu popolata con un altissimo numero di coloni romani: a Sarmizegethusa
fu fondata la colonia Ulpia Traiana. La nuova provincia si estendeva però solo
fino all'altopiano dell'odierna Transilvania, mentre le steppe ad ovest ed est
furono semplicemente presidiate da delle guarnigioni. Lo storico romano Cassio
Dione descrive Decebalo come un abilissimo capo militare, esperto d'imboscate e
maestro di scontri campali, astuto e pericoloso. Ed è proprio così che viene
rappresentato sulla Colonna di Traiano, in cui è fisicamente raffigurato come un
uomo di statura media, con folta barba che si congiunge coi baffi e capelli
corti. Gli zigomi sono pronunciati e il naso ha larghe narici. La bocca grande e
le labbra carnose: Le sopracciglia sono folte, arcuate e ben marcate. Lo sguardo
è intenso, di forza straordinaria. fonte:
it.wikipedia.org/wiki/Decebalo |