STORIA ROMANA


Foro di Augusto

Il Foro di Augusto è uno dei Fori Imperiali di Roma, il secondo in ordine cronologico.

Disposto ortogonalmente rispetto al precedente Foro di Cesare, ne riprese l'importazione formale, con una piazza porticata dove sul lato breve dominava il tempio dedicato a Marte Ultore, inaugurato nel 2 a.C., che si appoggiava sul fondo all'altissimo muro perimetrale. Dietro ai portici laterali si aprivano ampie esedre, spazi semicircolari coperti. Alla testata del portico settentrionale un ambiente distinto ospitava una statua colossale dell'imperatore.

Anche in questo caso, come nell'opera cesariana, la costruzione del complesso era stata voluta per fini propagandistici e tutta la sua decorazione celebra la nuova età dell'oro che si inaugura con il principato di Augusto.

Ottaviano aveva promesso di erigere a Roma un tempio dedicato a Marte Ultore (ossia "Vendicatore") in occasione della battaglia di Filippi del 42 a.C., nella quale egli stesso e Marco Antonio avevano sconfitto gli uccisori di Cesare, Bruto e Cassio, e dunque vendicato la sua morte. Il grande tempio sostituiva un'edicola provvisoria nel Campidoglio.

Dopo la sconfitta di Marco Antonio e la conquista dell'Egitto tolemaico con la battaglia di Azio (31 a.C.), il Senato conferì ad Ottaviano nel 27 a.C. i massimi poteri civili e militari, propri delle antiche magistrature repubblicane, e in seguito il titolo sacrale ed onorifico di Augustus ("venerato"). Consolidato il proprio potere, Augusto si occupò della riorganizzazione urbanistica e architettonica della capitale, che rappresentò un'importante espressione del nuovo corso politico da lui inaugurato. In questo quadro furono probabilmente avviati anche i lavori di costruzione di un nuovo complesso forense.

Come lo stesso Augusto ricorda nelle Res Gestae, il nuovo complesso monumentale venne eretto ex manubiis, ossia finanziato con il bottino di guerra ottenuto con le proprie vittorie, secondo la tradizione in auge per i condottieri della tarda età repubblicana, e in solo privato, ossia su un terreno acquistato a proprie spese da privati, collocato sulle pendici del Quirinale, a ridosso del popoloso quartiere della Suburra.

Il terreno per la nuova opera pubblica venne acquistato da privati, ma poiché Augusto non volle entrare in conflitto con alcuni proprietari riluttanti a cedere la loro proprietà, il progetto venne ridimensionato, almeno rispetto al desiderio dell'imperatore, non volendo egli ricorrere alle maniere forti.

Il Foro venne inaugurato, probabilmente non ancora del tutto completato, nel 2 a.C., anno nel quale Augusto ottenne il titolo di pater patriae ("padre della patria") e aveva indicato nel nipote Lucio Cesare il proprio successore.

La nuova piazza permise di avere nuovi spazi per i processi; ma la funzione più significativa del foro di Augusto fu quella di centro rappresentativo, destinato alla glorificazione dell'imperatore e della sua stirpe.

Un capitello conservato nell'area archeologica è stato interpretato[senza fonte] come testimonianza di lavori di restauro ai portici eseguiti sotto Adriano, che comunque devono essere stati di poco conto.

Il Foro dovette essere abbandonato in età piuttosto precoce rispetto ai complessi imperiali contigui e il tempio doveva essere già in via di smantellamento nel VI secolo.

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Foro_di_Augusto

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 11/09/2014