STORIA DEI CONCILI ECUMENICI
Località | Numero Sessioni | Data Inizio Sessioni | Data Fine Sessioni | Papi | Numero dei Canoni | Argomento Principale |
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Nicea (I) | ? | 20/5/325 | 25/7/325 | Silvestro I | ? | Consustanzialità del Figlio col Padre, vien stabilito un Credo antiariano |
Costantinopoli (I) | ? | maggio 381 | luglio 381 | Damaso I | 4 | Divinità dello S. Spirito |
Efeso (1) | 5 | 22/6/431 | 17/7/431 | Celestino I | 6 | Provvedimenti contro Nestorio (forte influenza dell'Imperatore e del Patriarca di Alessandria, Cirillo) |
Calcedonia | 17 | 8/10/451 | 1/11/451 | Leone Magno | 28 | Contro il Monofisismo |
Costantinopoli (II) | 8 | 5/5/553 | 2/6/553 | Vigilio | ? | Condanna dei tre capitoli proposti dai Nestoriani |
Costantinopoli (III) | 16 | 7/11/680 | 16/9/681 | Agatone e Leone II | ? | Condanna del Monotelismo |
Nicea (II) | 8 | 24/9/787 | 23/10/787 | Adriano I | 20 | Liceità del culto delle immagini |
Costantinopoli (IV) | 10 | 5/10/869 | 28/2/870 | Nicola I e Adriano II | 27 | Scisma di Fozio |
Lateranense (I) | ? | 18/3/1123 | 6/4/1123 | Callisto II | 25 | Conferma del Concordato di Worms |
Lateranense (II) | ? | aprile 1139 | . | Innocenzo II | 30 | Scisma di Anacleto II |
Lateranense (III) | 3 | 5/3/1179 | 22/3/1179 | Alessandro III | 27 | Niente di particolare |
Lateranense (IV) | 3 | 11/11/1215 | 30/11/1215 | Innocenzo III | 70 | Contro i Catari; transustanziazione eucaristica; confessione e Comunione annuale |
Lione (I) | 3 | 28/6/1245 | 17/7/1245 | Innocenzo IV | 22 | Deposizione di Federico II |
Lione (II) | 6 | 7/5/1274 | 17/7/1274 | Gregorio X | 31 | Unione coi Greci |
Vienne | 3 | 16/7/1311 | 6/5/1312 | Clemente V | ? | Soppressione dei Templari; povertà dei francescani |
Costanza | 45 | 5/11/1414 | 22/4/1418 | Gregorio XII Giovanni XXIII Benedetto XIII Martino V |
? | Composizione del Grande Scisma |
Basilea Ferrara Firenze |
25 | 23/7/1431 | 16/1/1439 | Eugenio IV | ? | Unione con Greci, Armeni, Giacobiti. |
Lateranense (V) | 12 | 10/5/1512 | 16/3/1517 | Giulio II e Leone X | ? | Contro il "conciliabolo" di Pisa (2) |
Trento Bologna Trento |
25 | 13/12/1545 | 4/12/1546 | Paolo III Giulio III Pio IV |
? | Peccato originale e giustificazione; sacramenti; celebrazione della messa; culto dei santi; riforma interna |
Vaticano (I) | 4 | 8/10/1869 | 18/7/1870 | Pio IX | ? | Definizione della dottrina della fede; primato e infallibilità papali |
Vaticano (II) | 9 | 11/10/1963 | 8/12/1965 | Giovanni XXIII e Paolo VI | ? | Chiesa e modernità |
(1) = Nel 448 l'imperatore Teodoro II indisse ad Efeso un secondo concilio senza papa e colla partecipazione dei patriarchi di Alessandria e Costantinopoli, che riabilitò Eutiche, condannato per eresia monofisita dall'Efesino Primo. Il concilio non fu riconosciuto da Roma che lo definì un "latrocinio".
(2) = Concilio indetto da Luigi XII a Pisa il 1511-12 (infine trasferito a Milano), senza la partecipazione del Papa.
Sarebbe interessante notare che dei più di 200 (fra i 220 ed i 250) vescovi accorsi a Nicea solo 5 vescovi Occidentali parteciparono (quello di Roma inviò dei rappresentanti) fra cui uno dalla Spagna e due dalle Gallie. Potremmo spiegare la inspiegabile mancanza di una rappresentanza occidentale al primo e più importante concilio con 3 ragionamenti:
1) la distanza; cosa relativa, visto che arrivare per Nicea ci si metteva di meno a venire in nave dalla Spagna che pedibus calcantibus dall'Armenia o dalla Mesopotamia. Inoltre l'imperatore aveva messo a disposizione soldi, navi e palazzi e appare anche un po' rischioso declinare al suo ordine di riunione.
2) uno sgarbo: dei 5 patriarcati esistenti
allora (Alessandria, Roma, Costantinopoli - non ancora operativo -, Antiochia,
Gerusalemme) i primi due erano i più importanti ed erano in lotta fra loro pel
predominio; il patriarcato occidentale potrebbe aver disertato in blocco per
tentare di delegittimare un'assemblea comunque assai orientalizzata (ed
alessandrizzata), oppure per altri motivi contingenti come farsi da parte per
evitare uno scontro colla maggioranza filoimperiale e roba simile.
Coll'ascesa di Costantinopoli il gioco
sarà a tre patriarcati finchè l'invasione araba non ridurrà Gerusalemme,
Antiochia ed Alessandria a sedi minori, controllate dagli infedeli e non più
capaci di combattere gli eretici. Il conflitto per la supremazia fra Roma e
Costantinopoli (= imperatore) si farà sempre più serrato finchè le due sedi non
daranno inizio ad uno scisma. Va detto che nel '400 gli imperatori di Bisanzio,
minacciati dai turchi, cercheranno appoggi in occidente giungendo financo a
riunirsi con Roma. Poco tempo dopo che Costantinopoli cadde lo stesso, un
concilio greco annullerà la riunificazione.
3) si potrebbe anche notare che l'occidente al momento era assai poco cristiano, pochi vescovati erano stati istituiti e la maggior parte della popolazione convertita non fosse fedele al cristianesimo propriamente detto - allora peraltro vegetante in forma embrionale - ma ai molti e disparati culti (di Mitra, di Iside, di Serapide e via dicendo) allora in circolazione.
Molto interessanti le conclusioni alle quali pervenne il concilio Lateranense V, dove i convenuti (tutti prelati italiani) dichiararono la superiorità del Papa sui concili, smentendo quanto affermato dal precedente concilio di Basilea. Si tratta di quella che potremmo definire una contraddizione interna, che non sfuggì ad un dotto professore universitario, il monaco Martin Luter di Wittenberg, che 7 mesi dopo la conclusione del concilio affisse le sue famose tesi al portone della cappella dell'università.
Un altro concilio interessante è quello di
Trento, città scelta perché si trovava a metà strada fra Roma e l'Impero.
Teoricamente convocato per comporre una frattura che non si era potuta risolvere
a cannonate, già in partenza non considerò di fatto le pretese dei protestanti.
Questi parteciparono solo sporadicamente, non ebbero diritto alla parola (dei
100 convenuti, dei quali 90 erano prelati, solo 3 avevano il diritto di esporre
tesi) e, anche grazie all'opera degli appena fondati gesuiti, finirono per
tornarsene a casa loro. Il concilio abolì la vendita delle indulgenze, che era
stata la scintilla che aveva acceso la polveriera, ma i protestanti chiedevano
una cosa che il clero non avrebbe mai potuto accettare: l'abolizione del clero
stesso; è ovvio che le conclusioni dei protestanti più moderati (gli altri, tipo
Lutero o Melantone, si limitavano a definire il Papa come "anticristo" ed il
papato come "fondato dal diavolo")* partissero già sconfitte. Al cattolicesimo
avevano pesato irreversibilmente la cattiva gestione di diversi papi, le assurde
richieste dei vari artisti, cardinali, intrallazzatori ecc. della corte
vaticana, la debolezza dell'impero (causata dagli stessi pontefici) e le
prepotenze, mai contrastate, dei re di Francia, in grado di fare il bello e
cattivo tempo colla chiesa.
Da notare che Lutero, fino allo scisma, faceva di cognome Luder; fu poi
per assonanza con Eleutheròs, libero (da Roma), che il Nostro decise di cambiare
il cognome da Luder a Luther.
* Melantone ricorda una storiella in proposito: "Una donna, perseguitata di notte da un diavolo, non riusciva a dormire. Una notte, esacerbata, prese un bastone, lo piantò nel letto e disse al diavolo: toh, lì c'è un bastone, con quello tornatene a Roma dal tuo capo!"
Secondo me possiamo suddividere in due insiemi temporali i Concili della Chiesa cristiana.
§ - La prima va dal primo Concilio (di Nicea) all'ottavo (Constantinopolitano IV): in questa fase si convocano diversi concili fatti a spese perlopiù dell'Impero, la cui funzione principale è di individuare e condannare le correnti eretiche per poi metterle fuori legge e combatterle. Meglio: è quella di regolare un'infinita serie di sottigliezze teologiche (che probabilmente il grosso dei convenuti non capiva) per mettere alla prova la fedeltà alla corrente dominante e regolare i conti cogli altri: si convocano gli avversari e, messili in minoranza, si escogitano sottigliezze teologiche colle quali metterli in disaccordo cogli altri per poterli condannare su un piano religioso oltre che politico. In maniera molto simile a quanto si fa nei parlamenti e nelle corti costituenti.
§ - La seconda fase parte dal Nono Concilio (Laterano I) al, per ora ultimo, (Vaticano II) e si può dividere in due sottofasi:
- la prima dal Laterano I a quello di
Basilea-Ferrara-Firenze,
-
la seconda dal Tridentino al Vaticano II.
Questi concili, a spese papali, in pratica
non serviranno a nulla se non per dei minimi ed estemporanei ritocchi al
cattolicesimo romano, ma nella prima sottofase la si mena sull'irrisolto
problema su chi debba predominare tra potere spirituale e temporale e se
all'interno dello spirituale contino di più i concili od il Papa. Nella seconda
invece si parlano dei problemi che vive il cattolicesimo messo in pericolo dalla
modernità e dalla Riforma. Come dicevamo sopra, vengono spesso approvate misure
blandamente innovative (quali il catechismo, nuovi ordini monastici, nuovi culti
ecc.) che non cambiano alcunché all'interno della chiesa cattolica, anzi, semmai
rafforzano lo status quo antea: ed è il caso del catechismo o del dogma
dell'infallibilità papale. Soprattutto le varie riformine non son venute ad
intaccare la gerarchia cattolica e questa continuò a rimanere com'era ed a
destar scandalo presso coloro che pagavano le decime [le tasse per il clero] dal
Basso medioevo fino al secolo XVII indipendentemente da tutti i concili che si
tennero.
Tuttavia questi
aggiustamenti hanno una funzione principalmente propagandistica: infatti vengono
approvati soprattutto per far piacere alle frange riformiste di turno. Verrebbe
da chiedersi la necessità dei riformisti all'interno delle religioni che hanno
una vita secolare le quali fondano la loro esistenza sulla tradizione e non
sulla riforma. Che io sappia un cattolico crede al cattolicesimo perché i suoi
genitori, i suoi nonni, i suoi compaesani, i suoi insegnanti ci hanno creduto: e
quindi lì ha agito la tradizione e non la convinzione: se ne deduce che
cambiando la tradizione si delegittima tutta la baracca perchè la tradizione è
tale se non cambia; oppure perchè ci si è convertito: ma passando da una
religione all'altra, che necessità ha di aspettarsi una riforma della scelta che
ha già fatto? Se non gli fosse piaciuto il cattolicesimo così com'è sarebbe
rimasto quel che era prima. Questo vale per il cattolicesimo come per tutte le
altre religioni e confessioni. Ciò che funziona non si cambia e se funziona
male, cambiandolo potrebbe funzionare peggio.
Trascurando quei concili ordinati per dirimere questioni
relative a conflitti interni (lotte di bottega) gli altri, a ben vedere, a cosa
sono serviti?
Prevalentemente a colmare i vuoti e
le incertezze di un dio cristiano fondamentalmente sbadato, impreciso e forse un
po' pigro. Pensava che per salvare gli uomini bastasse inviare suo figlio in
terra il quale, però, sembra abbia lasciato il lavoro a metà.
Altrimenti come giustificare le infinite puntualizzazioni,
l'imponente mole di lavori esplicativi sui vangeli, gli innumerevoli catechismi,
la fiumana di trattati teologici [e tutto quanto architettato per puntellare un
credo traballante basato sul nulla] che hanno costretto decine di preti e
filosofi a fare da Cristi su tutte le questioni lasciate in sospeso dal loro
capo?
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