‘Rimettetevi la camicia nera!’ fu l’ordine che ci giunse dai nuovi fascisti e da quelli vecchi rimasti fedeli: infatti nell’Italia centrale e settentrionale, vedemmo riapparire il fascismo nella sua nuova veste repubblicana. Anche se era solo uno schermo dietro il quale c’erano i veri padroni, i tedeschi, che lo controllavano e lo facevano funzionare.
Umberto Calosso, da radio Londra, la chiamò la ‘repubblichina’ e, dopo la guerra, si seppe che, per estensione, i suoi seguaci furono detti i repubblichini. Si disse ‘per non offendere i cani…’.
I militari rimasti dovettero togliersi le stellette e sostituirle con un gladio sopra una corona di foglie di quercia. Si ristabilirono le leggi razziali, s’iniziò la caccia ai gerarchi che avevano votato l’ordine del giorno di Grandi.
Malgrado la firma dell’ordine fosse stata autorizzata da Mussolini, che lui stesso consegnò al Re, il nuovo fascismo li tacciò di traditori che dovevano essere puniti con la morte, come Hitler voleva ed ottenne. Riuscirono a pescarne solo sei, tra cui il vecchio maresciallo de Bono, ottantenne, co-fondatore del fascismo, e Galeazzo Ciano, marito di Edda, figlia del duce.
Si registrarono alcuni incidenti col Vaticano: un paio di persone, trovate a leggere ‘L’Osservatore Romano’, furono schiaffeggiate e tirate dentro una delle fonti di Piazza San Pietro.
I prigionieri alleati, anteriormente liberati, furono ricercati e si pubblicarono bandi, del comando tedesco, avvisando la popolazione civile che aiutare un ex-prigioniero, sotto qualsiasi forma, era un delitto punibile con la pena di morte. Ma si continuò ad aiutarli.
Anche noi nascondemmo in soffitta un aviatore americano per due giorni.
***
Fu richiamata la classe 1925: da Fabriano ne partirono alcuni. La maggioranza fece il furbo e restò in casa.
Erano già vari mesi che si vedevano stormi di aerei alleati che andavano a bombardare città del centro-nord e del nord, volavano altissimi. Ma una mattina vedemmo abbassarsi dei caccia inglesi che cominciarono a mitragliare a volo radente la stazione e il traffico ferroviario. Raccogliemmo dei bossoli per ricordo. Si pensava che la città non sarebbe stata bombardata, non c’erano obiettivi militari, né contraerea, né soldati, così nessuno pensò di sfollare.
Un giorno, tornando a casa, dal centro della città, trovai il cammino sbarrato da quattro fascisti con una mitragliatrice. Uno di loro mi disse che dovevo ritornare al centro, presso il comune, per avere un lasciapassare. Al comune mi chiesero la carta d’identità e, siccome non ero di leva, mi dettero un permesso firmato e timbrato.
C’erano vari ragazzi che erano stati fermati e consegnati ai fascisti, alcuni di loro mi pregarono di telefonare alle famiglie narrando l’accaduto.
***
Cominciarono a uscire i giornali aggiornandosi d’accordo col nuovo vento che riprendeva a spirare:
“Il Messaggero” ci dette nuovi particolari sulla liberazione di Mussolini. "Il Berliner Börson Zeitung notificava che la sua liberazione era avvenuta tre o quattro ore prima che dovesse venir consegnato agli Stati Uniti. Roosevelt voleva mostrare al mondo un grosso colpo di scena politico, simboleggiante la vittoria degli Stati Uniti sul fascismo e al pari tempo un trionfo capitale per la sua propaganda elettorale. Una missione militare americana avrebbe preso sotto la sua ‘protezione’ Mussolini alla presenza di operatori cinematografici, fotografi, radiocorrispondenti e giornalisti…".
Il maresciallo Graziani parlava: "…adesso sono stato chiamato dal destino a stringere il pugno intorno alla spada per cancellare la macchia della vergogna, con la quale l’infedeltà e il tradimento hanno deturpato la bandiera d’Italia… …non il popolo italiano, e neppure le sue forze armate, possono essere accusate di disonore e di tradimento; è stato insieme con la Casa Savoia, un uomo di nome Badoglio, che ha perso il diritto di chiamarsi ufficiale, avendo egli tradito non soltanto i nostri alleati germanici, nipponici e delle altre nazioni impegnate con noi nella lotta comune, ma ha ingannato altresì tutto il popolo italiano con uno degli atti più disgustosi che la storia degli uomini abbia conosciuto nell’intero suo corso… …è fuggito ignominiosamente trascinando nella sua rovina il Re, e con lui sono fuggiti tutti i capi militari complici, abbandonando il loro posto di comando e di responsabilità… Ufficiali e soldati… inquadratevi volontariamente nel fronte nazionale e popolare, di un Fascismo repubblicano, liberato da ogni scoria di ambizioni e di cupidigie personali".
Ma molto pochi furono quelli che ‘abboccarono’. Allora si ricorse alle minacce di arresti, di fucilazioni, di ritorsioni contro le famiglie. Si moltiplicarono le ordinanze, i divieti, gli ordini perentori, si scatenò la propaganda antialleata, filotedesca e di un patriottismo che non convinceva più.
“Ordinanza del comando tedesco, firmata dal comandante maresciallo Kesselring, per il mantenimento dell’ordine: tutte le armi, anche quelle da caccia devono essere consegnate. Gravissime sanzioni per atti di violenza commessi contro le forze d’occupazione. E' proibito il possesso di radiotrasmittenti. Divieto di ascoltare radio nemiche.
Chi attacca, ferisce od uccide un appartenente alle forze armate germaniche o ad un ufficio germanico o comunque commette atti di violenza contro le forze d’occupazione viene punito con la morte. Chi nasconde, ospita o comunque aiuta in altro modo appartenenti ad un esercito nemico viene punito con la morte”.
Un’altra notizia di prima pagina fu la seguente: “Gli ebrei vogliono impadronirsi del Capo della Chiesa Cattolica. Il rabbino di New York afferma che il Papa diventerà un prezioso ostaggio ai fini della vittoria. Il giudeo di origine olandese Roosevelt, parlando ai giornalisti radunati alla Casa Bianca, ha detto che dopo l’occupazione di Napoli gli angloamericani si propongono di conquistare Roma per liberare il Vaticano e il Papa. Quasi contemporaneamente il rabbino dichiarava a New York: ‘Tra breve il Capo della Chiesa Cattolica cadrà nelle nostre mani. Quando i gloriosi eserciti alleati avranno occupato Roma ed il Vaticano, il Papa diventerà un prezioso ostaggio di cui potremo servirci ai fini della vittoria definitiva contro il Fascismo e il Nazismo’. Il rabbino ha reso un cattivo servizio al Presidente della repubblica statunitense. Mentre Roosevelt infatti si sforza di far credere al mondo cattolico che il Papa è prigioniero e gli americani si accingono a liberarlo, il rabbino rivela imprudentemente la verità, e cioè che gli alleati vogliono impadronirsi del Papa per servirsene a scopo di propaganda contro l’Italia e la Germania. La pretesa liberazione sarebbe in realtà una cattura. I cattolici sono avvertiti’…
Il maresciallo Kesselring, comandante di tutte le forze tedesche del sud d’Italia, si preoccupa di emanare un apposito ordine per proibirci non solo di ascoltare le radio alleate, ma anche tutte quelle che non sono tedesche: ‘Chi ascolta emissioni radiofoniche di altre stazioni che non siano quelle germaniche, fasciste o dei Paesi occupati dalle truppe germaniche o che procura la possibilità di quanto sopra, viene punito con la reclusione, in casi più leggeri, con la prigione e la multa o con una di queste punizioni’.
I bollettini italiani di guerra non appaiono più, al loro posto si trasmette e si pubblica quotidianamente il bollettino tedesco:
‘Dal Quartier Generale del Führer. Il Comando Supremo delle Forze Armate germaniche comunica (dopo aver annunciato le ritirate elastiche, già preordinate per accorciare il fronte, aver sbaragliato una quantità di truppe russe, distrutte dozzine di carri armati, l’intervento efficace dell’aviazione e dei sottomarini nel Mar Nero, si dedicano alcune linee al fronte italiano): sul fronte meridionale italiano, si sono avuti, ieri, notevoli combattimenti soltanto a sud del Vesuvio, puntate di forze corazzate britanniche sono state colà respinte’.
‘Il comando tedesco - d’ordinanza del comando superiore tedesco - è stato posto allo scopo di assicurare il perfetto funzionamento di tutti i servizi civili, amministrativi e politici della provincia d’Ancona. L’Ecc. Franco Scassellati Sforzolini è nominato commissario straordinario della provincia di Ancona.
A lui debbono incondizionata obbedienza le autorità, gli Enti prefettizi e comunali e quanti altri interessano la vita della provincia.
Il comando straordinario ha dal comando tedesco ogni appoggio inerente alla esplicazione delle sue funzioni. Ancona, 19 settembre 1943-XXI. Il Comandante. Firmato: Niemack’
E il 20 settembre il ‘Corriere Adriatico’ d’Ancona usciva con questa testata: ‘L’Italia può ancora trovare la sua salvezza. Mussolini enuncia i postulati del Partito Fascista Repubblicano’.
Il 29 settembre, sempre sul Corriere, appare la seguente notizia: ‘Denuncia degli incidenti tra soldati tedeschi e civili - La propaganda nemica sta tentando di suscitare inquietudini mediante false notizie di incidenti avvenuti tra soldati tedeschi e popolazione civile. Tutte le persone che diffondono notizie del genere, verranno punite spietatamente, senza alcun riguardo di persona, secondo la legge marziale in vigore. Nell’eventualità in cui dovessero verificarsi incidenti tra militari tedeschi e popolazione civile, questa potrà rivolgersi fiduciosamente al Comandante tedesco, generale Stahel… Firmato: Maggior generale Stahel’.
E un proclama del Comandante generale della Milizia: ‘…Legionari! Da questo momento siete chiamati in sevizio. Ricomponete con ferrea disciplina i ranghi, e preparatevi a rinsaldare – dinanzi al mondo e alla storia - l’onore e la gloria d’Italia. Saluto al Duce. A Noi! Il Comandante generale Renato Ricci’
Cominciarono senza interruzione, dal 16 ottobre, i bombardamenti su Ancona ed altri centri della provincia. ‘Il Corriere Adriatico’ cominciò a venire stampato, in sede provvisoria, in un ricovero antiaereo, in via medaglia d’oro Ludovico Menicucci.
Quello del 6 novembre in ciclostile, ha il seguente titolo: "Le Tragiche Giornate Anconitane – Il nemico infierisce sulla città mutilata – Sulla città martoriata e mutilata che faticosamente tenta di rimarginare le profondissime ferite, di detergere il copioso sangue che ne scaturisce, di ricomporre il volto piagato nell’espressione di una più serena austerità guerriera, incombe sempre la cupa minaccia aerea che si manifesta entro la sua zona periferica con azioni le quali mirano a colpire piccoli centri di scarsa o di nessuna importanza bellica… …nonostante gli allarmi frequenti, le squadre di soccorritori si alternano giorno e notte nei quartieri sconvolti, nella difficile opera di rimozione dei cumuli di macerie e di ricerca delle numerosissime vittime che giacciono ancora nei ricoveri colpiti e devastati, e nelle voragini di centinaia di case schiantate e travolte in un apocalittico groviglio. I rioni del Guasco, di San Pietro, del Porto, rivelano negli abissali solchi scavati dalle bombe dirompenti, la inumana potenza distruttrice delle macchine portate sul nostro cielo dai mercenari d’ogni razza e d’ogni paese pseudo civile; palesano nei tragici aspetti, l’orrore d’una guerra sleale che ha scelto il mezzo terroristico per tentare di raggiungere il fine della demoralizzazione del popolo vergognosamente tradito. Tanto spaventosa appare la strage che sempre più insufficiente si rivela l’entità dei soccorsi pur quotidianamente alimentati… Innumerevoli squadre sono necessarie per affrontare l’immane compito e con abbondanti mezzi. Dalle rovine delle case dei lavoratori, dalle vuote navate dei templi, più cari al nostro popolo, s’innalza prepotente e impetuoso il coro dell’esecrazione imperitura contro i vandali…".
"La Città del Vaticano è stata bombardata ieri alle 21. Quattro bombe di grosso calibro presso San Pietro. Criminale attacco aereo. La città santa della cristianità, protetta dalle truppe del Reich da ogni possibilità di violazione, è stata colpita da quattro bombe che hanno causato danni rilevanti… sono stati colpiti i laboratori dei mosaici… i danni risultano sensibili".
E il 26 novembre il Corriere, ritornato a pubblicarsi nella sua sede in via Marsala, annunciava: "Il Duce presiede il consiglio dei ministri. Il nuovo Stato prenderà il nome di Repubblica sociale italiana. Sequestro di opere d’arte di proprietà ebraica. Gli ebrei sono tutti stranieri, perciò da oggi sono tutti nemici. Istituzione del tribunale straordinario speciale per gli ex componenti del Gran Consiglio".
Mentre i comunicati tedeschi continuavano ad annunciare l’annientamento di masse nemiche e di decine e decine di carri armati e cannoni, i russi erano già a Kiev, capitale dell’Ucraina, a 150 kilometri dalla frontiera rumena…
Negli ultimi mesi del 1943 e nei primi del 1944 i tedeschi incorporarono la Venezia Giulia con Trieste e la Venezia Tridentina col Cadore alla Germania e posero fine alla sovranità italiana. Zara fu consegnata allo stato croato. A Capodistria il monumento a Nazario Sauro fu distrutto dai tedeschi e fatto saltare con dinamite il monumento ai caduti di Gorizia.
Mussolini smentì che ci fossero stati accordi con Hitler, gli scrisse protestando, non ne ebbe risposta e non insistette più.
- Stampa pagina Aggiornamento: 14/09/2014 |