L'INSURREZIONE POLACCA DI VARSAVIA
|
|||||||||||
|
L'eroica e tragica insurrezione di Varsavia contro i nazisti (1 agosto-2 ottobre 1944) fu, tra le altre cose, il risultato di una politica ambigua che il governo inglese di Winston Churchill tenne nei confronti dell'Urss per tutta la durata del secondo conflitto mondiale. Ancora oggi gli storici borghesi sostengono, riguardo a questo episodio, due tesi di tipo "propagandistico":
Dopo la catastrofe del 1939 la situazione dell'esercito polacco era praticamente la seguente:
Il generale Sosnkowski era entrato in carica insieme al premier Mikolajczyk, entrambi subentrati al generale Sikorski, premier e comandante in capo delle forze polacche, che aveva firmato alla fine del 1941 la Dichiarazione sull'amicizia e la mutua assistenza con l'Urss. Questo accordo gli attirò l'odio dell'emigrazione reazionaria, che infatti provvide a eliminarlo nel luglio del 1943, in circostanze rimaste oscure (il suo aereo precipitò in mare nei pressi di Gibilterra). Nel 1944 Mikolajczyk e Churchill volevano assolutamente che la Polonia restasse nella sfera d'influenza occidentale, anche se tra i due v'era netto disaccordo sui confini da stabilire: il primo infatti chiedeva il ripristino della situazione anteriore al 1939; il secondo invece riteneva che il confine orientale della Polonia dovesse passare lungo la "linea Curzon", ch'era stata fissata nel 1919 dal consiglio dell'Intesa e che seguiva il confine etnico tra Polonia, Ucraina e Russia Bianca. A motivo della sua posizione di confine tra Germania e Urss, la Polonia veniva considerata, dal governo inglese, di rilevanza strategica. A tale scopo venne elaborato il cosiddetto "piano Rankin", approvato alla conferenza che Churchill e Roosevelt tennero a Québec nell'agosto 1943, in cui si posero le basi per organizzare la conferenza di Teheran. A Québec si parlò della necessità di prevedere l'occupazione anglo-americana della Germania, l'apertura del secondo fronte (operazione "Overlord"), la penetrazione occidentale nel cosiddetto "ventre molle" dell'Europa: Budapest, Bucarest, Sofia, ma anche l'occupazione di Praga, Varsavia, Belgrado, Zagabria e di molte altre città (inclusa Trieste e le due zone italiane di Torino-Milano e di Roma-Napoli). Il "piano Rankin", che ovviamente nei suoi aspetti più marcatamente anticomunisti non sarebbe stato rivelato a Teheran, fu praticamente all'origine dell'attentato, fallito, contro Hitler, del 20 luglio 1944. Oltre a ciò Churchill, sempre attraverso l'ufficio del SOE, mirava a controllare i movimenti della Resistenza in Francia, Grecia, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Polonia. In particolare egli fece capire al generale Komorowski che l'Armja Krajowa avrebbe giocato un ruolo fondamentale nell'impedire ai nazisti sconfitti, di ritorno dall'Urss, di continuare a tenere le leve del potere in Germania. Essendo situata lungo tutta la linea delle retrovie del fronte tedesco-sovietico, la Polonia assumeva un ruolo strategico, al punto che diventava inevitabile - secondo Churchill - uno sbarco aereo delle forze anglo-americane. Tuttavia le forze militari anglo-americane in quel momento preferivano una soluzione più sicura, cioè uno sbarco nei punti più deboli del regime hitleriano: p.es. in Danimarca o in Norvegia, al massimo nella parte nord-occidentale della stessa Germania. In ogni caso Komorowski si era lasciato convincere che la macchina militare tedesca fosse sul punto di crollare, per cui un'insurrezione a Varsavia sarebbe stata un mezzo per affrettarne i tempi, anche per precedere l'arrivo dell'Armata Rossa. I dirigenti dell'AK non avevano però considerato che se la Polonia interessava molto agli inglesi, non così la pensavano gli americani, le cui principali preoccupazioni erano quelle di realizzare il piano "Overlord" nel miglior modo possibile. La Polonia era troppo lontana dalle postazioni alleate per poterle assicurare un appoggio logistico-militare efficace in caso di insurrezione armata. Eisenhower arrivò persino a dire che senza l'appoggio sovietico l'insurrezione polacca sarebbe stata un suicidio. Dunque, le forze anglo-americane avrebbero potuto tentare un aiuto, ma la decisione di fare l'insurrezione e di gestirla autonomamente se la sarebbero dovuta prendere i polacchi della capitale. Churchill in sostanza premeva per l'insurrezione, ma rendendosi conto delle difficoltà tecniche nell'assicurare i necessari appoggi, preferiva scaricare ogni responsabilità su chi avrebbe dovuto gestire il tentativo. Il 4 giugno 1944 il premier Mikolajczyk si recò negli Usa per sincerarsi di persona dell'effettiva indisponibilità americana ad appoggiare l'insurrezione. Riuscì ad ottenere la promessa di un prestito di 80 milioni di dollari, ma non quella di avere 1.300 missioni aeree da effettuare in forma massiccia per rendere possibile l'insurrezione. I dirigenti più estremisti dell'AK, sostenuti dal premier Mikolajczyk, decisero di far insorgere Varsavia subito dopo aver visto la formazione a Lublino del Comitato polacco di liberazione nazionale (CPLN), contro cui il 26 luglio avevano creato il Consiglio nazionale dei ministri. L'esercito popolare polacco si stava organizzando con l'aiuto dei sovietici, al fine di cacciare i nazisti dal proprio paese. Il 31 luglio Mikolajczyk si recò a Mosca per far capire agli anglo-americani che se non avessero aiutato i rivoltosi di Varsavia, l'AK avrebbe chiesto l'aiuto dei russi, e in effetti Mikolajczyk chiese a Molotov, ministro degli Esteri, di far bombardare gli aeroporti attorno a Varsavia. I sovietici, che in quel periodo erano appena entrati in Polonia, presso la Vistola, non sapevano nulla dei preparativi di questa insurrezione: non erano stati avvisati né dagli inglesi, né dagli americani e neppure dagli stessi polacchi. I piani strategici dell'Armata Rossa non prevedevano affatto, in quel momento, un assalto frontale della capitale polacca, sia perché all'inizio dell'estate, in 40 giorni, i militari avevano già percorso, combattendo, 500-700 km, sia perché a ridosso della capitale vi era ancora una forte resistenza tedesca. Peraltro Molotov non era per nulla convinto della necessità di organizzare un'insurrezione in una grande città all'insaputa dello stesso esercito popolare polacco che si riconosceva nel CPLN. Era insomma evidente che il governo polacco emigrato a Londra voleva impadronirsi del potere a Varsavia. Ecco perché il 1° di agosto il governo sovietico riconobbe il CPLN come unico organo legittimo di potere del paese. E comunque Molotov rispose a Mikolajczyk che nessun aiuto sarebbe stato possibile dare sino ai primi di settembre. L'idea di liberare la Polonia era maturata nell'Armata Rossa solo dopo l'8 luglio e i generali non prevedevano ancora la presa di Varsavia né la conquista di teste di ponte. Fatto sta che il 1° di agosto scoppia l'insurrezione. Le unità corazzate d'avanguardia russe erano a circa 10 km dalla capitale e subirono subito una grave sconfitta. Anche la seconda armata corazzata nei pressi di Praga era sulla difensiva. Il 1° agosto era la giornata più sfavorevole per l'inizio dell'insurrezione. La prima missione aerea anglo-americana su Varsavia dall'Italia ebbe luogo la notte del 4 agosto: dei 14 aerei 4 furono abbattuti. Solo 1/3 dei carichi paracadutati raggiunse i destinatari. Altre nove missioni si svolsero dall'8 al 18 agosto, poi il comando anglo-americano cessò tutte le operazioni, che si rivelarono assolutamente insufficienti. Gli alleati preferirono concentrarsi sull'operazione "Dragoon" (sostegno alle truppe in Francia). All'inizio l'esercito nazionale disponeva di 15.000 soldati, di cui solo 2.500 armati. Ma già il 2 agosto aderì alla rivolta anche l'esercito popolare, pur non sapendo nulla dei veri scopi dei suoi promotori. La popolazione della città era convinta che la sua liberazione fosse imminente. Ancora oggi ci si chiede come sia stato possibile che 25-28.000 combattenti, con solo 47 mitragliatrici, 2.600 fucili, 1.200 kg di esplosivo abbiano potuto resistere due mesi contro più di 50.000 tedeschi ben armati, che erano venuti a sapere dell'insurrezione sin dal 25 luglio, pur non conoscendone la data precisa d'inizio. La spiegazione la si deve cercare nell'eroismo della popolazione e anche nel fatto che all'insurrezione parteciparono tutti, anche i comunisti dell'Armja Ludowa. La repressione fu seguita da Hitler in persona, che fece di tutto per impedire alle truppe sovietiche di unirsi agli insorti. Il 2 agosto infatti le truppe tedesche inflissero un duro contraccolpo alla seconda armata corazzata del primo fronte bielorusso. Nel sud della Bielorussia i nazisti avevano concentrato enormi forze corazzate del gruppo "Centro". Dal 23 giugno al 29 agosto nelle regioni di Vitebsk, Minsk e Bobrujsk vi furono battaglie terribili, che costarono ai nazisti la perdita di 540.000 soldati e ufficiali. Tutte le azioni offensive russe in terra polacca del 14, del 19 e del 25 agosto fallirono, sicché il 29 si decise di raggiungere Praga, che infatti fu liberata il 14 settembre. Nonostante questo gli aerei sovietici riuscirono a compiere dal 14 settembre al 1° ottobre ben 4.821 missioni su Varsavia, lanciando 1 cannone smontato, 1.478 mitra, 156 lanciamine, 18.428 bombe a mano, 515 kg di medicinali e 131 tonnellate di viveri. L'efficienza del trasporto fu del 60-80%. Gli anglo-americani provvidero invece con 305 operazioni aeree, lanciando 1.344 pistole, 3.855 mitra, 130 carabine, 14.000 bombe a mano, 45 tonnellate di viveri, 21 tonnellate di medicinali, con un'efficienza del trasporto fino al 37%. Perirono inoltre 215 piloti su 2.472. La prima testa di ponte conquistata dall'esercito polacco fu nel quartiere Czerniakow il 16 settembre. Ma le forze russe non riuscirono a collegarsi con loro, anzi il 21 settembre le truppe, di nuovo sconfitte, furono ritirate al di là della Vistola, a Praga. Il 24 settembre la testa di ponte dovette essere evacuata. La situazione era disperata. Il comando dell'esercito nazionale, a differenza di quello dell'esercito popolare, non accettò le proposte sovietiche di trasferire i reparti degli insorti sulla riva destra della Vistola. Il 2 ottobre Komorowski capitolò con sei generali, 950 ufficiali e 11.000 soldati. La crudeltà dei tedeschi non fu meno spietata di quella manifestata in occasione della repressione dell'insurrezione nel ghetto ebraico di Varsavia nella primavera del 1943. Non fu risparmiato nulla e nessuno. Quasi tutta la città fu data alle fiamme. Solo nel gennaio 1945, dopo aver eliminato anche il gruppo di armate "Nord", nelle repubbliche Baltiche, i russi riuscirono a entrare stabilmente in Polonia e a liberarla completamente. L'inizio dell'offensiva era previsto per il 20 gennaio, ma la si dovette anticipare al 12, per venire incontro alla richiesta di aiuto da parte di Churchill. I tedeschi infatti avevano intrapreso un'inattesa offensiva sul fronte occidentale, nelle Ardenne e nei Vosgi, contro le truppe anglo-americane, costringendole a ritirarsi. Varsavia fu liberata dai sovietici il 17 gennaio 1945. Per le azioni avventuristiche dei reazionari che avevano provocato per freddi calcoli politici la tragedia di Varsavia, il popolo polacco aveva pagato un prezzo di circa 200.000 morti. |