IL VINO E LA ROMAGNA
dai greci ad oggi


IL VINO ADULTERATO

ALTERAZIONI DEL VINO e il modo di combatterle

Il vino soggiace a numerose alterazioni di carattere fisico, chimico e microbico, ma grazie alle norme igieniche e a un giusto impiego della solfitazione, è sempre più raro trovare bottiglie torbide.

Particolare di anfora greca in cui sono riprodotte le varie fasi della vinificazione compiute da cinque satiri (VI sec.)

Le principali alterazioni sono:

  • acescenza: si manifesta quando il vino, tenuto scolmo a contatto dell'aria, non è protetto da anidride solforosa libera. All'inizio appare un sottile velo bianco in superficie (fioretta), successivamente il vino (qui detto "spunto") comincia a prendere un sapore acetato. Sono a rischio soprattutto i vini poco alcolici con basso tenore di acidi e con qualche residuo zuccherino. Si può combattere, all'inizio, con il calore (pastorizzazione), ma anche con l'uso di moderni contenitori in acciaio o rivestiti di resine;
  • sapore di botte: si verifica allorquando il vino acquisisce caratteri organolettici anormali per il contatto con legni o sugheri difettosi. Si può combattere per mezzo dell'olio d'olia o di vasellina;
  • giratura: malattia provocata dal "saprogenus vini", con eccessiva diminuzione dell'acidità, intorbidamento, assunzione di odore e sapore disgustosi. Questa malattia può svilupparsi in ambienti caldi e in vini poveri di alcol e acidità. Si combatte con la filtrazione e la disinfezione e con l'aggiunta di acido tartarico.

Altre alterazioni sono: agrodolce (fermentazione mannitica di residui zuccherini ad opera dei batteri lattici. Colpisce i vini giovani che sviluppano odore acetico), grassume (fermentazione dello zucchero), ammuffimento (dovuto a recipienti sporchi), filatura (i batteri lattici fanno apparire il vino come fosse dell'olio che fila colando).

Si deve comunque sapere che il vino in bottiglia resta ancora vivo e tende a cambiare: anzi, è proprio in bottiglia che debbono completarsi le reazioni di saturazione e affinamento.

SOFISTICAZIONI DEL VINO, naturali e artificiali

La sofisticazione più comune e più innocua del vino è quella dell'aggiunta di zucchero al mosto di fermentazione, per ottenere vino a maggiore gradazione. Si tratta di vino artificialmente arricchito, esattamente come tutti i vini spumanti e i vini speciali.

Altre sostanze usate sono la sieralbumina, che si usa per stabilizzare i vini e che non si ritrova nel prodotto finito.

E' altresì possibile diluire dell'acido solforico per rendere lo zucchero usato più facilmente fermentescibile e più difficilmente rilevabile all'analisi chimica. Questo acido ovviamente si perde prima dell'imbottigliamento.

A onor del vero va detto, purtroppo, che oggi i progressi della chimica non sempre permettono di scoprire facilmente tutte le sofisticazioni. 

Oltre a queste, di tipo chimico, vi sono anche le sostituzioni, cioè la vendita di vino comune con etichette di prodotti pregiati, ovvero la vendita di vini di annate modeste o scadenti come vini pregiati.

Anfora greca con mascherone di Dioniso (VI sec. a.C.)

FORTIFICAZIONI DEL VINO. Il vino dietetico

Poiché il vino si presta ottimamente ad essere usato come alimento ideale e gradevole per molti tipi di diete, si sta diffondendo l'usanza di fortificarlo con vitamine (specie la B) e sali minerali. Cosa che già avviene con alimenti di maggior diffusione come il pane, la farina, le paste alimentari, il latte... e anche con alimenti non strettamente necessari come il cioccolato e i succhi di frutta.

Le autorità dell'Unione Europea hanno voluto estendere il concetto di dieteticità del vino, confermando l'importanza non solo gastronomica di questa bevanda (cfr. Regolamento n. 1168/76 del Consiglio delle Comunità Europee).

Dioniso, VI-V sec. a.C. (Museo archeologico di Spina, Ferrara)

Il vino fortificato è dunque consigliabile ai giovani come pure agli anziani, agli sportivi, ai convalescenti, agli individui soggetti a surmenage. La dose indicata come normale è di 100 ml (un bicchiere normale) per pasto.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia della Romagna
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Aggiornamento: 20/08/2011