STORIA DEL MEDIOEVO
Feudalesimo e Cristianesimo medievale


IL REGNO DEI KHAZARI

Wolf Murmelstein

Dopo l’anno 455 e fino al 1016, nell’area compresa fra il Mar Nero, il Mar Caspio, il Caucaso, il Dnepr e le Foci del Volga, sulla Via della Seta e altre vie commerciali, è esistito il Regno dei Casari. A Sud e Sud-Ovest confinava con l’Impero di Bisanzio, il Regno di Armenia e il Regno Persiano Sassanide (in seguito conquistato dagli Arabi) dove all’epoca risiedevano grandi comunità ebraiche perseguitate; agli altri confini dimoravano diversi popoli nomadi. Alcuni di questi regni erano alleati mentre altri erano solo vassalli.

PREMESSA

La propaganda antisemita, mascherata da antisionista, sostiene che gli ebrei askenaziti discendono da un popolo di stirpe turca, i Casari, convertitosi all’ebraismo, quasi una tredicesima tribù. In questo modo si nega sia l’unità del popolo ebraico – separando gli askenaziti dai sefarditi – che il legame di tutti gli ebrei con la terra – e lo Stato - di Israele che si vuole distruggere. Nel presente studio si riassumeranno le notizie a noi pervenute sulla storia del Regno dei Casari dai quali si potrà dimostrare che non si può parlare in alcun modo di una tredicesima tribù non discendente dall’antico popolo ebraico.

 DA RIFUGIO PER EBREI PERSEGUITATI IN VARI PAESI A STATO DOVE CONVIVONO DIVERSE FEDI

In una lettera del decimo secolo dell’era volgare viene narrato come ebrei perseguitati nell’Impero di Bisanzio e nel Regno Persiano Sassanide, trovarono accoglienza presso i Casari dove si integrarono bene, partecipando anche alle battaglie, ma continuavano ad osservare la circoncisione e il riposo del Sabato. Pare però che i Rotoli della Thorah venissero nascosti in una grotta.

I Casari erano pagani di stirpe turco/mongola che seguivano lo sciamanesimo mongolo; si ipotizza anche che fossero discendenti degli antichi sciti e sarmati. La Chiesa di Bisanzio ovviamente inviava i suoi missionari. Il Califfato, Regno Arabo, che aveva sconfitto e conquistato il Regno Persiano Sassanide, tentava la conquista, e conversione, con le armi, ma senza successo. A questo punto sia l’Impero di Bisanzio che il Califfato – Regno Arabo – erano interessati alla neutralità del Regno dei Casari. Infatti, conquistando il territorio dei Casari gli Arabi avrebbero accerchiato, dal Mar Nero, ciò che ancora restava dell’Impero di Bisanzio che, a propria volta, avrebbe potuto attaccare il fianco nord del Regno Arabo dal Caucaso e dal Mar Caspio.

A differenza di altri popoli nomadi che continuavano a migrare verso l’Europa, i casari divennero sedentari nel territorio fra il Dnepr, il Volga, il Mar Nero, il Mar Caspio e il Caucaso e appresero dai greci abitanti sul Mar Nero e in Crimea l’arte dell’agricoltura. Avevano quindi l’esigenza di una scelta religiosa per l’adozione di regole di condotta per la vita in villaggi agricoli e città. All’epoca veniva eletto quale Chagan il condottiero più valoroso.

Narra una tradizione che lo Chagan Bulan, discendente di ebrei, nella guerra con il Regno Arabo, abbia conseguito una vittoria presso la città di Erbil che è l’antica Arbela, capitale del Regno dell’Adiabene, che oltre seicento anni prima diventò ebraico per la conversione del re Izates II e di molti nobili e per oltre 170 era stato un punto di riferimento per molte comunità ebraiche. La stessa tradizione narra che Bulan e il suo Gran Vizir abbiano avuto un sogno che indicava loro la necessità di convertirsi all’Ebraismo. C’è da ricordare come lo sciamanesimo mongolo seguito dai Casari spesso si richiamasse alla spiegazione dei sogni.

Il richiamo a questo sogno consentì a Bulan di motivare l’invito a corte di un sapiente ebreo, uno cristiano e uno musulmano per una disputa religiosa dove però ognuno presentava il proprio credo quale unica verità. Pare però che il sapiente ebreo, Jitzhak Sangari, venisse appoggiato nella disputa dalla principessa Ateh, non si sa sorella o figlia di Bulan. La disputa, ovviamente, non giunse a conclusione. Su consiglio di Ateh, Bulan si decise a domandare separatamente al sapiente cristiano: Dovendo scegliere fra il credo ebraico e quello musulmano come ti decideresti? La risposta del sapiente cristiano era: ovviamente per il credo ebraico che è stato rivelato ad un popolo eletto che solo in seguito venne punito per i propri peccati.

Alla stessa domanda il sapiente musulmano rispose che avrebbe preferito il credo ebraico, anche perché il credo cristiano consente sia di cibarsi delle carni impure di maiali come di adorare immagini fatte da mani umane. Dopo aver avuto queste risposte, Bulan chiamò di nuovo tutti i tre partecipanti alla disputa e, dopo aver fatto ripetere al cristiano e al musulmano ciò che prima gli avevano detto separatamente disse: “Se pure il cristiano e il musulmano devono ammettere che il credo ebraico è il più degno non posso certamente fare altro che decidermi per il credo di Israele, quello di Abramo.” I Rotoli della Thorah vennero portati fuori dalla grotta e si poterono leggere i precetti dati ad un popolo, quello ebraico, che dopo aver vagato per quaranta anni nel deserto doveva insediarsi nella Terra Promessa.

Con Bulan anche i nobili e molti altri si convertirono all’Ebraismo; ma è ipotizzabile che più che di una conversione si sia trattato del ritorno di discendenti di ebrei alla Fede dei Padri, del ritorno di pecore perdute alla Casa di Israele.

LO STATO MULTICULTURALE DEI CASARI

Il Regno dei Casari con Bulan diventò una monarchia retta da una dinastia stabile. La scelta religiosa implicava anche varie riforme, ad iniziare dall’adozione dell’alfabeto ebraico in luogo della scrittura primitiva in uso. Le tradizioni narrano come la principessa Ateh abbia fatto ogni sforzo possibile per la conservazione della lingua casara.

Lo stato assunse una forma più moderna, come risulta da varie fonti sia ebraiche che arabe. Lo Chagan venne considerato sovrano e massima istanza di giustizia. Era affiancato da un vice-re Gran Vizir (Bek o Pech o Isha) che aveva il comando delle truppe e sovrintendeva agli affari quotidiani.

Per l’amministrazione della giustizia lo Chagan era affiancato dal Supremo Consiglio dove sedevano due rappresentanti per la comunità ebraica, due per quella cristiana, due per quella musulmana; i seguaci dello sciamanesimo avevano un rappresentante. In questo modo ognuno veniva giudicato secondo le norme del proprio credo; non si sa se solo in materia civile o anche in quella penale. Nulla sappiamo su come venivano giudicati le controversie fra appartenenti a comunità diverse. Una simile pluralità di ordinamenti giuridici in un primo momento può essere visto come un esempio di convivenza fra gruppi di diverse fedi o etnie ma nel lungo periodo pone problemi sempre più difficili diventando fattore di un crescente indebolimento dello stato.

La posizione geografica favoriva lo sviluppo economico essendo il Regno dei Casari attraversato da importanti vie commerciali. La popolazione ebraica viveva essenzialmente nelle città; fra la popolazione rurale era diffuso il Cristianesimo, l’Islam e lo sciamanesimo. L’armata era composta prevalentemente da mercenari musulmani. Le varie comunità erano quindi divise non solo dalla citata pluralità degli ordinamenti giuridici ma anche sul piano economico-sociale; un equilibrio difficile.

Obadia, successore di Bulan, decise di chiamare dalle scuole della Babilonia Maestri per l’insegnamento della Legge e aprì scuole e sinagoghe. All’epoca, in Babilonia questi Maestri affrontavano i vari problemi normativi e morali scaturiti dal progresso economico-sociale con l’importanza crescente del commercio e artigianato rispetto ad agricoltura e pastorizia.

Il problema principale del Regno dei Casari era il rapporto con l’Impero di Bisanzio, impoverito in seguito alle conquiste arabe e scosso da dispute religiose con gravi ripercussioni sulle comunità ebraiche. Agli inizi i rapporti erano di buon vicinato. Si ha notizia di un legame matrimoniale, una principessa casara sposò un principe della dinastia Isaurica e l’imperatore Leone IV° è ricordato come “il Casaro”. Verso la fine del IX° secolo con la dinastia Macedone i rapporti peggiorarono. L’imperatore Basilio il Macedone avviò diverse persecuzioni. Molti ebrei fuggirono quindi verso il Regno dei Casari dove, ovviamente, alimentavano l’indignazione e l’ostilità conto i despoti bizantini. Cosi si spiega come la prima metà del X° secolo fosse segnato dalle guerre con l’Impero di Bisanzio che cercò di allearsi con i regni vicini – gli Alani del Caucaso e i Russi del Ducato di Kiev dove si era stabilità una dinastia vichinga - servendosi pure della propaganda religiosa.

Nel decennio 930/940 l’imperatore bizantino Romano I° Lecapeno decretò il battesimo forzato spingendo altri ebrei a fuggire nel Regno dei Casari. La diplomazia bizantina, anche grazie all’opera dei missionari, era riuscita a portare il Regno degli Alani dalla propria parte. Lo Chagan Aaron a sua volta riuscì ad ottenere l’appoggio del Sultano di un regno turco dell’Asia Centrale e, grazie alle truppe mercenarie turche, sconfisse gli Alani, facendo prigioniero pure il loro re. Il Regno degli Alani, dove si aveva anche una grande comunità ebraica, rinnovò quindi l’alleanza con il Regno dei Casari e Josef, figlio dello Chagan, sposò la figlia del re degli Alani.

 LO CHAGAN JOSEF E L’ INIZIO DELLA FINE DEL REGNO DEI CASARI

Lo Chagan Josef era l’ultimo sovrano ebreo e doveva affrontare l’ostilità di Bisanzio che alla fine riuscì ad ottenere l’alleanza del Ducato di Kiev, ancora pagano.

Di fronte alle persecuzioni bizantine che portavano nuovi profughi ebrei nel regno, pare che lo Chagan Josef avesse adottato rappresaglie contro i suoi sudditi greci cristiani rompendo cosi l’instabile equilibrio fra le varie comunità religiose del regno con ovvie ripercussioni sulla coesione interna e possibilità di resistere ad attacchi esterni. Scoppiò una nuova guerra dove il duca di Kiev, Igor, stava prima a fianco dei bizantini ma dopo essere stato sconfitto nell’anno 941 dal condottiero casaro Pessach si convinse ad attaccare Costantinopoli, ma la sua flotta dovette ritirarsi di fronte al “fuoco greco”. Sappiamo che nell’anno 944 Igor mosse di nuovo con Bisanzio e conseguì una vittoria che però portò al trattato russo-bizantino, primo passo verso l’alleanza che 25 anni dopo avrebbe sconfitto lo Chagan Josef.

Intorno all’anno 960 il Gran Vizir – Chasdai ibn Shaprut, ebreo - del Califfo di Cordova cercò un contatto con il Regno dei Casari. Il passaggio dei messaggeri, latori di una lettera con varie domande, attraverso proprio Costantinopoli certamente venne notato dai bizantini. Non era necessario che i bizantini conoscessero la risposta di Josef circa il desiderio di un incontro. La sola notizia di contatti del re ebreo con il Gran Vizir ebreo di uno stato arabo, anche se lontano, dovevano suscitare allarme. Lo Chagan Josef non era all’altezza dell’astuta diplomazia bizantina.

Il Principato di Kiev premeva sempre di più verso le coste del Mar Nero e del Mar Caspio. Nell’anno 966 il Principe Svjatoslav mosse all’attacco del Regno dei Casari e ai regni vassalli. In breve tempo le più importanti città e fortezze del Regno dei Casari vennero distrutte. Nell’anno 969 il glorioso Regno dei Casari poté conservare solo i possedimenti sulle rive del Mar d’Azov e in Crimea.

Non sappiamo se i successori dello Chagan Josef fossero ebrei. Certo è che subirono le pressioni sia dei russi del Ducato di Kiev che dell’Impero di Bisanzio. L’alleanza fra il Ducato di Kiev e l’Impero di Bisanzio divenne più stretta nell’anno 988 quando il duca Vladimir scelse la conversione al Cristianesimo secondo il rito del Patriarcato di Costantinopoli.

Nell’anno 1016 russi e bizantini, alleati, conquistarono in Crimea i resti del Regno dei Casari; l’ultimo Chagan, Giorgio Zulu, che era cristiano, venne fatto prigioniero.

Discendenti della dinastia ebraica fondata da Bulan raggiunsero la Spagna, un cronista arabo vissuto nel secolo XII riferisce di un incontro a Toledo. La comunità ebraica del Regno dei Casari si disperse, forse per conflitti fra le varie comunità dopo la disastrosa sconfitta dell’anno 969. Gli ebrei incontrarono i loro fratelli che dall’Europa occidentale migravano verso Est dando luogo al mondo ebraico askenazita dell’Europa Centro-Orientale.

 CONCLUSIONE

In base a quanto qui brevemente esposto si deve escludere che il Regno dei Casari fosse stata una nuova, tredicesima, tribù di Israele. Infatti:

  1. Nello stato multiculturale dei Casari convivevano almeno quattro diverse comunità di fedi differenti.

  2. La comunità ebraica viveva essenzialmente nelle città e nulla indica che fosse in maggioranza.

  3. Nel ceto rurale erano molto diffusi il Cristianesimo, l’Islam e lo Sciamanesimo.

  4. Il ceto militare era prevalentemente islamico.

  5. L’evento che, semplicisticamente, viene definito “conversione” era, come visto, il ritorno di discendenti di ebrei alla Fede dei Padri, il ritorno di pecore perdute alla Casa di Israele.

Fonte: exodus.jimdo.com/ii-regno-dei-casari/

Note di Galarico in aggiunta al testo di Murmelstein

  • Le truppe bizantine furono aiutate dai turchi e dai chazari che agivano sul fronte del Caucaso, per battere l’esercito persiano che tra il 609 e il 619 aveva conquistato la Siria, la Palestina e l’Egitto, e si erano avvicinate per tre volte al Bosforo.
  • Sotto il principe russo Oleg (fine del IX - inizio del X secolo) furono scacciati i khazari dalla sponda sinistra del Dnepr.
  • Lo Shirvan, centro della lotta per l’indipendenza dell’Azerbaigian, era un fedele alleato della Georgia nella lotta sia contro i nomadi del Caucaso settentrionale (i chazari e i polovzi), sia contro i sultani selgiuchidi dell’Iraq e i loro vassalli, gli Ildegidi. Lo Shirvan, all’inizio del XII secolo, era in una posizione assai critica, trovandosi sotto la minaccia dei Selgiuchidi e dei nomadi chazari. Sebbene questi ultimi fossero stati sconfitti nel X secolo dal principe russo Svjatoslav, alcune tribù di chazari del Caucaso settentrionale nel XII secolo erano ancora libere, e attaccarono lo Shirvan. In aiuto di questo intervenne la Georgia e i due eserciti uniti furono vittoriosi sui Selgiuchidi nella battaglia presso Semacha (1123) garantendo l’indipendenza dello Shirvan.
  • La capitale delle terre dei chazari presso la foce del Volga era Itil.

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Aggiornamento: 01/05/2015