STORIA DEL MEDIOEVO
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LE CROCIATE MEDIEVALI (1096-1270)
I) Col termine "crociate" s'intendono le spedizioni militari e coloniali che i feudatari europei occidentali, appoggiati dal clero cattolico (sia romano che franco-germanico) e con l'appoggio economico dei ceti borghesi e militare di masse diseredate (prevalentemente di estrazione rurale), condussero nei paesi del Mediterraneo orientale, nell'area degli slavi occidentali e dei popoli baltici. Le crociate, che erano propagandate dal clero come iniziative religiose (ad es. "liberare i Luoghi santi" di Gerusalemme dai mussulmani), iniziarono alla fine dell'XI sec. e proseguirono sino alla fine del XIII sec. Sono la prima esperienza di colonialismo cristiano, da parte della chiesa cattolico-romana. II) Ad esse parteciparono: 1) i più grandi feudatari (re, duchi, conti, ecc.) che volevano ingrandire i propri possedimenti, aumentare le entrate e consolidare la propria influenza in Europa: questi nobili si sentivano minacciati dall'espandersi delle ricchezze degli emergenti ceti borghesi, che avevano dato vita alla rivoluzione comunale; 2) i piccoli feudatari (o cavalieri), che costituivano il nucleo meglio organizzato e preparato delle forze militari crociate. Il beneficio vitalizio, che l'imperatore concedeva ai vassalli maggiori, trasformandosi in fondo ereditario, cioè passando in proprietà dal padre al primogenito (maggiorasco), aveva determinato uno strato numeroso di cavalieri (cadetti) che non possedevano feudi e che finivano o con l'entrare nei monasteri facendo la carriera ecclesiastica o col darsi alla ventura, nel tentativo di procurarsi dei territori, asservendo i contadini ivi residenti; 3) i mercanti più ricchi di molte città (Venezia, Genova e Pisa soprattutto), che cercavano d'invadere i mercati del vicino Oriente, eliminando la concorrenza commerciale di Bisanzio e degli arabi; 4) la chiesa cattolica, che era la più grande proprietaria feudale, aveva come scopo quello di sottomettere la chiesa ortodossa, estendendo la propria giurisdizione nell'Europa orientale, e ovviamente quello di cacciare gli islamici dai territori mediorientali e africani: fu essa che si assunse il ruolo di promotrice ideologica delle crociate; 5) infine ingenti masse proletarie e affamate che cercavano di affrancarsi dalla servitù della gleba e dalla miseria. III) Fu la notizia della caduta di Gerusalemme in mano turca (1070) a fornire il pretesto necessario per scatenare la "guerra santa" contro gli "infedeli". Verso la fine del sec. XI la Siria e la Palestina e quasi tutta l'Asia Minore erano cadute sotto i turchi Selgiuchidi, una popolazione di origine mongolica e di religione islamica, che determinerà la decadenza politica sia del mondo arabo che del mondo bizantino. Nel 1095, il pontefice Urbano II, rispondendo alla richiesta di aiuto dell'imperatore bizantino, minacciato dall'invasione turca, invitò tutto l'Occidente a intervenire militarmente. In particolare egli sospinse gli strati sociali più poveri a cercare in Oriente il loro riscatto. Ai partecipanti la chiesa prometteva la dilazione dal pagamento dei debiti, la remissione dei peccati con le indulgenze plenarie e altre cose ancora. Gli europei si lanciarono subito nell'impresa, convinti che la conquista dei paesi mediterranei orientali sarebbe stata facile, in quanto si sapeva che gli emirati turchi erano tra loro ostili. Inoltre si sapeva che l'impero bizantino era molto ricco. IV) La prima crociata (1096) fu detta dei "pezzenti" perché composta da gente molto povera o contadina, proveniente soprattutto da Francia, Germania e Italia, che pensava di trovare in Oriente la liberazione dall'oppressione di feudatari e borghesi proprietari agricoli e nuove terre in cui insediarvisi. Vi erano anche donne e bambini. Essi erano disarmati, non avevano né provviste né denaro e lungo la via verso Costantinopoli si dedicavano al furto e all'elemosina, compiendo anche violenze a danno degli ebrei. La popolazione (ungara e magiara) dei paesi attraversati da questi crociati cercò di combatterli con ogni mezzo. Furono quasi tutti sterminati (circa 4000). V) La prima vera crociata (sempre del 1096) fu condotta da cavalieri ben armati ed equipaggiati. Essi conquistarono Edessa (dove fondarono il loro primo stato), Tripoli, Antiochia e Gerusalemme. I massacri fatti in queste due ultime città furono spaventosi e imponenti. I bizantini si dissociarono ben presto dalle imprese dei crociati: sia perché questi, durante il loro transito, avevano saccheggiato anche delle città cristiane; sia perché l'idea di una "guerra santa", con tanto di vescovi, abati e monaci armati di tutto punto, era estranea alla loro mentalità; sia perché pochi crociati avevano intenzione di restituire all'imperatore i territori conquistati (in tal senso particolarmente odiata dai bizantini era l'armata normanna, che si insediò ad Antiochia). VI) Nei territori conquistati, i crociati conservarono anzi accentuarono gli ordinamenti feudali esistenti: i contadini (arabi e siriani), già servi della gleba, dovevano pagare al proprietario delle loro terre una rendita che toccava il 50% del raccolto; quelli liberi vennero asserviti con la forza. Nelle città costiere dei loro stati il commercio era in mano ai mercanti genovesi, veneziani e marsigliesi, che avevano ottenuto il privilegio di poter costituire qui delle colonie. I crociati non furono in grado di apportare alcun elemento di novità nella vita economica dei paesi conquistati, semplicemente perché in quel periodo le forze produttive, la ricchezza materiale e culturale dell'Oriente era di molto superiore a quella occidentale. Essi si comportarono soltanto come ladri e oppressori: di qui la costante lotta con la popolazione locale, che all'oppressione feudale si era vista aggiungere quella straniera. VII) Sul piano politico il sovrano dello stato latino aveva un potere limitato dall'assemblea dei più grandi feudatari. Gli stati erano divisi tra loro e sostanzialmente senza rapporti con quello bizantino. Sul piano religioso i sovrani cercavano di sostituire coi loro prelati il clero bizantino e arabo locale. Per la conquista di nuovi territori e la cristianizzazione forzata delle loro popolazioni furono istituiti gli Ordini cavallereschi (quello dei Templari, di origine francese, quello Teutonico, di origine tedesca e quello dei Giovanniti, di origine italiana). Erano una specie di ordini religiosi i cui membri, oltre ai voti monastici di castità-povertà-obbedienza, giuravano anche di difendere i Luoghi Santi contro gli infedeli. Dipendevano direttamente dal papa. VIII) La seconda crociata fu causata dalla caduta di Edessa (1144). La chiesa cattolica riuscì a convincere il re di Francia e l'Imperatore germanico a muovere contro i turchi. Ma, logorati dall'ostilità dei bizantini, disgregati da discordie interne, decimati da privazioni ed epidemie, i crociati vengono sterminati dai turchi presso Damasco (1148). IX) La terza crociata fu causata dalla caduta di Gerusalemme (1187) per opera del grande condottiero turco Saladino, che aveva già esteso la sua signoria sull'Egitto e sull'Arabia occidentale. A differenza dei crociati, il Saladino non effettuava stragi nelle città vinte ai cristiani: questi anzi avevano la possibilità di andarsene pagando un riscatto in oro (un uomo 10 denari, 5 la donna); chi non pagava era fatto schiavo. Sebbene alla crociata partecipassero i re d'Inghilterra e di Francia, nonché l'imperatore germanico, i suoi risultati furono irrilevanti (l'imperatore Federico Barbarossa addirittura vi morì). Troppe erano le discordie interne: i francesi e gli inglesi, tornati in patria, si combatteranno a vicenda per il possesso di alcuni territori in Francia. Gerusalemme, in sostanza, restava in mano turca, anche se i cristiani vi avevano libertà di accesso. Bisanzio si alleò ripetutamente coi turchi perché si era accorta che la presenza latina le causava più danni che vantaggi. X) Alla fine del XII sec., papa Innocenzo III, grazie al quale la chiesa cattolica aveva raggiunto l'apice della sua potenza, bandì la quarta crociata (1202-1204), cercando di approfittare della morte del Saladino (1193). Alla crociata, diretta non solo verso l'oriente ortodosso e islamico, ma anche verso i paesi baltici, parteciparono i feudatari francesi, italiani e tedeschi (quest'ultimi furono i soli nel Baltico). Essi decisero di partire da Venezia per servirsi della sua flotta: l'intenzione era quella di conquistare Gerusalemme dopo aver occupato l'Egitto. Ma Venezia, che aveva buoni rapporti commerciali con l'Egitto, riuscì a dirigerli con l'inganno contro la rivale Bisanzio. I crociati, infatti, che non avevano denaro sufficiente per pagare il viaggio, accolsero la proposta di prestare aiuto ai veneziani per la conquista della città di Zama, appartenente al re cattolico d'Ungheria. Indignato, Innocenzo III scomunicò i crociati, ma subito dopo concesse il perdono nella speranza che muovessero contro i turchi. Ma durante l'assedio di Zara venne al campo crociato il figlio dell'imperatore di Costantinopoli per annunciare che il proprio padre era stato cacciato dal fratello e che se l'avessero aiutato a ritornare sul trono avrebbero ottenuto grandi somme e la riunione delle due chiese cristiane. I crociati così si diressero verso Costantinopoli, ma qui incontrarono la resistenza della cittadinanza, che non ne voleva sapere dei latini. L'imperatore deposto venne rimesso sul trono senza spargimento di sangue, poiché il fratello usurpatore era fuggito dalla città. Ma i crociati pretesero che accanto all'imperatore fosse nominato con lo stesso titolo anche il figlio, il quale naturalmente aveva intenzione di mantener fede agli impegni contratti a Zara. Tuttavia, il tesoro della capitale era vuoto, il patriarca e il popolo si rifiutavano di riconoscere il papa come capo della chiesa universale e non avevano alcuna intenzione di pagare i debiti dell'imperatore, né di concedere privilegi ai crociati e ai veneziani. Per queste ragioni la popolazione insorse uccidendo sia l'imperatore che il figlio. XI) Allora i crociati decisero di vendicarsi: irruppero nella città e per tre giorni la saccheggiarono orrendamente, proclamando l'Impero latino d'Oriente e dimenticandosi della spedizione contro Gerusalemme. A capo della chiesa bizantina fu posto un nuovo patriarca, che cercò di avvicinare la popolazione locale, greca e slava, al cattolicesimo. Il papato, ufficialmente, condannò il massacro, ma quando vide che l'imperatore eletto e il patriarca gli riconoscevano piena supremazia su tutta la chiesa cristiana d'Oriente e d'Occidente, decise di accettare il fatto compiuto. Tuttavia, più ancora che il papato o i feudatari, fu Venezia a trarre i maggiori profitti dalla conquista dell'impero bizantino, del cui territorio essa aveva occupato i 3/8: in particolare, i mercanti veneziani riuscirono ad ottenere per le loro merci l'esenzione dai dazi in tutti i paesi dell'Impero. XII) L'impero latino crollò nel 1261, sotto l'urto dei bulgari, albanesi e bizantini, aiutati dai genovesi, che temevano la presenza veneziana nei Balcani. Bisanzio sopravvivrà per altri 200 anni, ma non tornerà più al suo antico splendore. XIII) La quinta, la sesta, la settima e l'ottava crociata non ebbero molta importanza: i crociati subirono altre sconfitte o, nel migliore dei casi, scendevano a patti coi turchi prima ancora di dare battaglia; e questo nonostante che i mongoli si fossero alleati con loro contro turchi e arabi. Il fatto è che dopo la quarta crociata non v'era quasi più nessuno in Occidente disposto a partecipare a spedizioni lontane e pericolose, per cui quando i crociati si trovavano in difficoltà non ottenevano mai gli aiuti e i rinforzi richiesti. XIV) Nei secoli XII-XIII in Europa si ebbe un notevole aumento della produzione, la tecnica agricola si era perfezionata, le città si erano sviluppate: questo può spiegare perché vennero meno le cause che avevano indotto vari ceti della società occidentale a partecipare alle crociate. I mercanti, ad es., si accontentarono dei risultati delle prime quattro crociate, che avevano assicurato l'eliminazione della funzione mediatrice esercitata dall'impero bizantino tra est e ovest. Dal canto loro, i cavalieri ebbero la possibilità di entrare nelle truppe mercenarie dei re nazionali dell'Occidente, l'importanza dei quali andava crescendo. Molti altri cavalieri vennero utilizzati dalla chiesa cattolica per colonizzare nuovi territori nel Baltico, al fine di sottomettere gli slavi e tutta la Russia a Roma, ma l'impresa riuscirà solo in parte. Bilancio delle crociate 1) Il risultato di maggior rilievo fu la conquista delle vie commerciali mediterranee, che prima erano controllate da Bisanzio e dai paesi arabi, i quali entrarono in una profonda decadenza economica. 2) Le città dell'Italia settentrionale (Venezia, Genova e Pisa) assunsero un ruolo dominante nel commercio con l'Oriente. 3) Si introdussero in Europa occidentale nuove industrie e manifatture (seta, vetri, specchi...) e nuove colture agricole (riso, limoni, canna da zucchero...). Compaiono i mulini a vento, sul tipo di quelli siriani. 4) La classe dei feudatari vede aggravarsi la propria crisi, sia perché ha impiegato molte risorse ottenendo scarsi vantaggi, sia perché si è rafforzata una nuova classe, la borghesia, ad essa ostile. 5) Le classi popolari, sacrificatesi senza ottenere alcuna contropartita, si orienteranno verso forme di protesta socio-religiosa (le eresie), ispirate all'uguaglianza evangelica. 6) I crociati distrussero le ultime tracce di fratellanza tra cattolici e ortodossi; saccheggiando Costantinopoli, aprirono le porte agli invasori turchi. La mobilitazione ideologica nella guerra santa segnò il trionfo dello spirito d'intolleranza e di fanatismo. La chiesa infatti accentuerà sempre più i fattori autoritari e dogmatici, legati al suo ruolo di guida suprema della cristianità europea. CONSIDERAZIONI Nel suo insieme l'Europa occidentale ha capito l'importanza del danaro con le crociate medievali; e, di queste, la più importante è stata la quarta, che ha permesso ai veneziani di monopolizzare i traffici sul Mediterraneo orientale per circa due secoli, fatta salva la compartecipazione della Francia, che aveva sostenuto il principale sforzo bellico contro i bizantini e i musulmani. Questo spiega perché Spagna e Portogallo, una volta liberatesi dell'Islam in casa propria, si videro costrette a cercare nuove rotte commerciali: il Portogallo partì per primo costeggiando e monopolizzando i punti d'attracco più favorevoli dell'Africa e alcuni punti-chiave dell'Asia meridionale, dall'India alla Cina. La Spagna, non potendo fare la stessa cosa, si vide costretta a provare la via dell'Atlantico, ottenendo alla fine molto di più rispetto ai portoghesi, che pur riuscirono a conservare sino a metà Ottocento l'intero Brasile. Tuttavia, il fatto che l'Europa avesse capito l'importanza del denaro subito dopo il Mille, non può stare a significare che le premesse di questa scoperta furono proprio le crociate a porle. Le crociate infatti non furono anzitutto la causa dell'improvvisa ricchezza degli europei, ma la conseguenza dello sviluppo comunale e mercantile che si era già verificato in Italia e nelle Fiandre e in parte nella regione hanseatica, con largo anticipo rispetto a tutto il resto dell'Europa. I processi sono stati concomitanti: furono le nuove contraddizioni provocate dallo sviluppo borghese delle città a indurre le autorità politiche e le popolazioni meno abbienti a cercare una soluzione a queste contraddizioni attraverso il movimento delle crociate, che fu la prima forma del colonialismo europeo (peraltro simile a quella che avevano praticato i romani durante la formazione del loro impero). Un altro tentativo risolutivo furono i movimenti ereticali, tutti però duramente repressi. Senza crociate, molto probabilmente in Europa occidentale sarebbero scoppiate innumerevoli guerre sociali e civili, molte di più di quelle che produsse lo scontro tra le incipienti nazioni. La conquista ottomana di Costantinopoli impedì di continuare a usare la politica estera sul Mediterraneo per risolvere le contraddizioni della politica interna. La politica estera non poteva più essere legata a un mare, doveva diventare oceanica. |