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CANTO DELLA SCHIERA DI IGOR La discordia e il dolore opprimono la terra russa
Note Come dice giustamente lo Stelleckij, il brano nel suo significato è del tutto chiaro, a non essere chiare sono le immagini esteriori della metafora (Stelleckij 1965). Perché la «sconfitta» [obida] sorge nell'aspetto di una fanciulla, e perché costei ha ali di cigno, con cui disperde i tempi dell'abbondanza? Gli studiosi non hanno raggiunto alcuna conclusione: si è ricordato che il cigno era un animale totemico dei Polovesiani, che veniva considerato simbolo di sciagura e che, tra i suoi significati simbolici, era legato al regno dei morti. La fanciulla-cigno sarebbe il simbolo delle disgrazie del popolo russo; in alcune storie tradizionali russe, la strega è in grado di trasformarsi in cigno (come nella bylina di Michajlo Potyk), così le valchirie del mito scandinavo che portavano camicie di cigno. (Bazzarelli 1991). Obida non è parola facile da interpretare nel contesto del Canto. Nella sua traduzione, Poggioli rende questa parola con «violenza» (Poggioli 1954), ma «offesa» traducono sia Danti che Bazzarelli. Come appunta quest'ultimo, la parola obida, che in seguito è finita col significare «contesa», originariamente significava «offesa»; ovvero quel tipo di offesa, causata dalle discordie tra i principi, che secondo il codice feudale andava vendicata (Bazzarelli 1991). Nella nostra traduzione abbiamo preferito distorcerne il significato per adattarla al contesto della battaglia che Igor ha appena perduto contro i poloveisani e renderla così con «sconfitta». «Battendo le ali ha disperso i tempi dell'abbondanza». Il manoscritto originale riportava un verbo ubudi «svegliare, destare», ma poiché in tal modo la frase veniva ad avere un senso contrario al contesto, si suole emendare con upudi «cacciare, disperdere» (Potebnja 1914). Vi è probabilmente un riferimento al pianto rituale che accompagnava i riti funebri ed è stato ricordato che le prefiche accompagnassero i morti al sepolcro lamentandosi e agitando fiaccole. Forse ci si può vedere anche un riferimento ai roghi funebri dei tempi precristiani. (Bazzarelli 1991). La parola che abbiamo tradotto con «tributo» è nel testo originale běla «scoiattolo», in quanto nei tempi antichi, tra gli Slavi orientali, le tassazioni consistevano appunto in pelli di animali. Pubblicato con permesso del sito
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