L'OTTOCENTO ITALIANO ED EUROPEO
DAL CONGRESSO DI VIENNA
ALLA VIGILIA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE


LA SINISTRA AL POTERE

Sappiamo che il processo di unificazione nazionale era avvenuto grazie all'apporto ideale e pratico di forze eterogenee: da un lato i moderati liberali che con l'opera di Cavour avevano dato una direzione politica al movimento risorgimentale, e che avevano mantenuto questa condizione di privilegio governando l'Italia dal 1861 al 1876; dall'altro l'attività dei democratici, più incisiva sul piano dell'azione concreta (la liberazione del Mezzogiorno valga come unico esempio), ma carente sul piano della proposta politica.

I mazziniani, durante i primi decenni dell'unificazione, diedero uno stimolo profondo al compimento dell'unità, agitando le questioni del Veneto e di Roma, ma non ebbero poi una proposta politica di reale alternativa a quella della Destra che solo poteva venire, nelle condizioni esistenti, dal tentativo di affrontare radicalmente la questione contadina. Si tenga presente che l'agricoltura partecipava alla formazione del prodotto nazionale lordo per il 57,8%; l'industria per il 20,3%; il terziario per il 21,9%. E le condizioni di semiservitù feudale delle masse contadine meridionali erano ben conosciute dagli uomini politici del tempo.

I democratici non fecero un'opposizione politica a sostegno dei contadini, che furono così lasciati sotto l'influenza reazionaria e che reagirono con rivolte violente. La maggior parte dei democratici si convertì ad una forma di opposizione parlamentare legale che rivendicava in Parlamento l'allargamento del diritto di voto e l'istruzione primaria obbligatoria.

Questo gruppo di democratici detti della “Sinistra giovane” (da contrapporre alla “Sinistra storica” mazziniana ormai dissoltasi) si rafforzò dal 1865 al 1875, anno in cui, con un discorso di Agostino Depretis a Stradella, questa corrente propose al Paese un proprio indirizzo di governo.

Le condizioni erano mature per un cambiamento di rotta nella gestione della politica nazionale.

Il pareggio dei bilancio raggiunto nel 1876 rendeva ormai insopportabile l'onere fiscale imposto dalla Destra. La necessità di un allargamento del voto e di uno sviluppo più accelerato del progresso civile degli Italiani era da tutti sentito.

Nel 1876 l'ultimo governo della Destra, presieduto da Marco Minghetti, cadde; Agostino Depretis, l'uomo più rappresentativo della Sinistra, ebbe dal re l'incarico di formare il nuovo governo.

Con la sinistra al potere inizia l'avventura colonialistica italiana: Eritrea (1885-1941), Somalia (1889-1941), Tiensin-Tianjin (1902-1943), Libia (1911-1942), Dodecaneso (1912-1947), poi col fascismo si occupa in Africa l'Etiopia o Abissinia (1935-1941).


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 02/04/2014