Nel 1956 J. e C. Fraysse, orientati dagli scritti di Port, si
recarono in quei posti e scattarono alcune foto, che poi vennero pubblicate nel 1964 in un
libro sui trogloditi dell'Anjou (si ricordi che con questo termine i francesi intendono
chiunque viva o abbia vissuto in grotte o caverne).
L'anno dopo alcuni specialisti erano giŕ sul posto per controllare la natura e
l'autenticitŕ del reperto artistico.
Nel 1968 l'abate P. Nollent intervenne presso il Ministero
dei beni culturali al fine d'assicurare la tutela del sito, e l'anno dopo la caverna fu
inclusa nell'inventario dei monumenti storici della Francia.
Dal '74 al '76 avviene il primo restauro della grotta grazie all'intervento di
una compagnia specializzata e con l'aiuto di numerosi volontari di Dénezé.
Centinaia di personaggi scolpiti vengono alla luce, migliaia di frammenti sono
raccolti. Un'apposita intelaiatura sostituisce la volta sfondata.
Nel 1977 il sito viene aperto al pubblico. Dal '78 ad oggi
tutti gli sforzi sono stati indirizzati alla salvaguardia di questo prezioso gioiello, che
rischia di essere rovinato da vari processi di degrado (ad es. la luce del giorno
favorisce la proliferazione di muschio, alghe, ecc.; gli scoli dell'acqua dei terreni
limitrofi hanno fatto registrare la presenza nella grotta di nitrati organici d'origine
animale).