STORIA DELL'ORO


L'ORO TROVATO

L'afflusso di oro e di argento in Europa occidentale, in seguito alle grandi scoperte geografiche dei secoli XV e XVI, contribuì in modo notevole all'accumulazione iniziale di quel capitale che avrebbe poi portato all'impetuoso sviluppo del capitalismo in quei paesi europei capaci di rivoluzionare totalmente l'economia, con la rivoluzione industriale, e la cultura, con la riforma protestante.

Van Gogh, Donne alle miniere

Questi paesi non furono né la Spagna, né il Portogallo, e neppure l'Italia e la Germania, che rimasero ferme o alla rendita di tipo feudale o, al massimo, al capitalismo commerciale, anche se la Germania fu la patria della Riforma e l'Italia la prima nazione commerciale dell'Europa medievale. La protagonista assoluta, dopo una breve parentesi olandese, fu l'Inghilterra, seguita dalla Francia, finché il ruolo egemone, nell'economia mondiale, venne assunto nel XX sec. dagli Stati Uniti.

Grazie all'oro spagnolo e alla Riforma tedesca l'Inghilterra poté creare per la propria industria un mercato di dimensioni mondiali. Non fu tanto la quantità di oro estratto che favorì la nascita del capitalismo, quanto piuttosto la confluenza di questi tre fattori: manifattura (poi industria vera e propria), capitali (oro, argento, denaro da investire) e calvinismo (la corrente più borghese del protestantesimo).

In effetti, l'oro, preso in sé, non riuscì mai a sostenere la costante crescita dei consumi; non solo perché se ne estraeva relativamente poco (negli anni 1741-1760 24,6 tonnellate annuali, per passare a 11,4 negli anni 1811-1820), ma anche perché non era lo strumento più adeguato per un'economia capitalistica sviluppata. L'oro servirà per partire, ma per andare avanti ci vorrà un denaro più facilmente riproducibile: le banconote.

D'altra parte gli spagnoli e i portoghesi non furono mai in grado di scoprire grandi giacimenti auriferi e si accontentarono dell'oro alluvionale, nonché, ovviamente, di quello che potevano saccheggiare. Erano tanto affamati d'oro quanto incapaci di metterlo a frutto.

Non capivano neppure che il valore artistico dell'oro trafugato alle civiltà mesoamericane era infinitamente superiore a quello intrinseco. Nel 1520 il pittore tedesco A. Dürer vide nella residenza dei governatori spagnoli dei Paesi Bassi, a Bruxelles, i tesori in oro puro degli aztechi e rimase profondamente impressionato dalla loro bellezza artistica. Ebbene, questi tesori, soggetti a chissà quali rifusioni, scomparvero senza lasciare traccia. D'altra parte persino dei lavori del Cellini, noto orafo del XVI sec., ci è rimasta solo la saliera d'oro del re Francesco I, per non parlare di quelle fusioni d'opere d'arte che Napoleone impose al papato per il pagamento dei tributi. (*)

La gioielleria industriale nasce in Francia nel 1782 dove viene costruita la prima macchina industriale per la produzione della catena a "coda di volpe".

La scarsità dell'oro fece in un certo senso la fortuna dell'argento, la cui estrazione, nel Nuovo Mondo, superò per valore quella dell'oro sino agli anni '30 del XIX sec. e gli permise di sopravvivere come moneta circolante sino alla fine del XIX sec.

E' bene tuttavia non ridimensionare troppo la portata dei giacimenti americani, perché fu grazie ad essi che la Spagna poté svolgere ancora per qualche secolo il ruolo di potenza conservatrice, baluardo della Controriforma, in Europa occidentale.

Sino alla scoperta dell'oro californiano e australiano, verso la metà del XIX sec., l'America centro-meridionale rimase la principale regione produttrice d'oro. Nel XVI sec. essa dava oltre 1/3 del quantitativo mondiale, grazie soprattutto ai giacimenti di Colombia e Bolivia, mentre nel XVII sec. la quota superava la metà e nel XVIII addirittura arrivò ai 2/3, grazie soprattutto al Brasile, dove i portoghesi furono i primi a introdurre ufficialmente il sistema monetario basato sull'oro rinunciando all'argento.

Le cose cambiarono drasticamente dopo la rivoluzione industriale del XVIII secolo. Non solo perché si cominciò a sfruttare i metalli nobili per diffondere il capitalismo su scala mondiale e su basi molto solide, ma anche perché le contraddizioni che questo sistema generava portavano le popolazioni a cercare l'oro in maniera sempre più forsennata.

Secondo alcuni calcoli, nel periodo 1848-75 il 90% dell'oro era stato estratto da giacimenti alluvionali, ma nel 1929 questa quota era già scesa all'8% e nel 1971 scenderà al 2%. Di qui l'importanza dei giacimenti primari, quelli delle miniere.


[*] La rifusione dell'oro artistico in lingotti, per "spartirsi il bottino", è prassi purtroppo ancora attuale: p.es. nel 1962, ne fu protagonista un gruppo di ufficiali americani che trovò in Libia, che allora ospitava basi militari americane, un'antica statua d'oro d'Afrodite.

 

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia dell'oro
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Aggiornamento: 12/11/2013