LA RELIGIONE DELLA VITA
TEORIA E PRATICA DELL'OMICIDIO NELLA CHIESA CATTOLICA


La distruzione dei valdesi di Calabria

Ostile ai Carafa, cioè ai parenti di Paolo IV, fu il papa che gli succedette, Pio IV (1559-65), che in parte mitigò l'inquisizione, ma non pose fine alle esecuzioni degli eretici né alle pratiche omicide. I nipoti di Paolo IV, corrotti e responsabili di vari delitti, furono processati e condannati a morte, con l'eccezione del più giovane cardinale Alfonso, che ebbe la grazia. Sul patibolo finirono nel 1565 anche un esaltato che aveva progettato di eliminare Pio IV e i complici. Ma soprattutto, negli anni in cui regnò Pio IV, si ebbe la sanguinosa repressione dei molti valdesi che da tempo, per sottrarsi alle persecuzioni in Piemonte, si erano trasferiti e vivevano pacificamente in Calabria, con la tacita complicità dei poteri feudali e anche di quelli ecclesiastici.

Tale silenzio fu rotto dalla vivace predicazione di due valdesi inviati da Ginevra, il maestro Giacomo Bonelli e il ministro Gian Luigi Pascale. Morto sul rogo a Palermo il primo, impiccato a Roma, dopo vari processi a Cosenza e Napoli, il secondo, il terribile Ghisleri inviò nel 1560 degli inquisitori a indagare sulla situazione esistente in Calabria: “a Cosenza”, scrive Tourn, “iniziano gli interrogatori con l'inevitabile seguito di torture, delazioni, ammende:..lentamente il terrore si sparge nelle campagne. Gli abitanti delle zone valdesi abbandonano i villaggi e si rifugiano nei boschi e sulle alture” (97).

Ma nel corso di un'operazione di rastrellamento alcuni reagiscono, ricacciando la spedizione punitiva, che lascia sul terreno non pochi morti. La reazione è terribile. Nel 1561, con l'aiuto del viceré di Napoli, le truppe papali ottengono la resa dei valdesi che si consegnano alle autorità. “Il 5 giugno S. Sisto con i suoi 6.000 abitanti, viene dato alle fiamme; Guardia Piemontese, conquistata poco dopo a tradimento…viene distrutta. I prigionieri sono arsi come torce, venduti schiavi ai mori, condannati a morire d'inedia nelle fosse di Cosenza. La repressione giunge al suo culmine nel massacro di Montalto Uffugo, l'11 giugno, che un testimone oculare descrive in termini raccapriccianti: sulla scalinata della chiesa parrocchiale vennero scannati, come animali da macello, 88 valdesi, uno dopo l'altro, in un lago di sangue” (98).


97) G.Tourn, op. cit., p: 114
98) G. Tourn, op. cit., p. 116-17


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Testi di Walter Peruzzi

Stampato a Siviglia (Spagna – Unione Europea) 2008
Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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