RIVOLUZIONE CON OGNI MEZZO NECESSARIO

Malcolm X insieme a M. L. King

  • Le grandi esplosioni degli anni Sessanta nei ghetti neri di Watts (1965), Detroit e Newark (1967) a cui si aggiunsero le sollevazioni in altre cento città, oltre a quelle che si scatenarono in seguito alla morte di Martin Luther King, furono il simbolo di una grande ribellione di massa e il desiderio della gente di colore di vedere riconosciuti i propri diritti.
  • In queste irrefrenabili ed incontenibili "riots", vere e proprie guerriglie urbane, gli afro-americani sperimentarono la loro forza e la loro compattezza, quasi a voler simboleggiare uno scontro finale, a cui il governo americano diede una risposta dura inviando la Guardia Nazionale, i paracadutisti e i carri armati.
  • A Watts i morti furono una trentina, ventisette a Newmark e una quarantina a Detroit. I caduti furono solo neri.
  • Nel 1967 i morti salgono a oltre un centinaio, ma per la prima volta ci sono anche degli studenti bianchi. Si tratta delle avanguardie di quelli che poi confluiranno nel gruppo rivoluzionario dei Weathermen, veri strateghi della rivolta armata. Sono loro, nel 1969, a "debuttare" a Chicago.

  • In quei "giorni la rabbia [...], raccoltisi a Chicago con la parola d'ordine "portiamo la guerra del Vìetnam qui a casa", [...] circa quattrocento ragazzi e ragazze devastano con determinazione automobili, vetrine dei negozi e hotels, banche, uffici", come si legge in Weathermen, Prateria in fiamme, C.E. Librirossi).
  • In seguito, migliaia di gruppi rivoluzionari nascono, muoiono, confluiscono in altri, si disgregano. In comune hanno solo la scelta armata. Ricordiamo alcuni nomi:
    • le "Black Panthers", braccio armato clandestino dei Black Power Party,
    • il "Black Liberation Army",
    • la "George L. Jackson Assault Squad"
    • il gruppo multirazziale "Symbionese Liberation Army".
  • Tutto sembra in seguito acquietarsi. La recessione, il reaganismo, stendono un velo che verrà squarciato nel 1992 dalla rivolta di Los Angeles.
  • Questa volta, però, la ribellione non è ispirata da motivi politici universali, ma solo da rabbia sociale e in alcune zone si trasforma in guerra fra bande che cercano di spartirsi il territorio dove poter esercitare i loro traffici illeciti, droga e prostituzione soprattutto.

Malcolm X con Cassius Clay

  • Il messaggio di Malcolm sarà poi raccolto dai "rapper", cantanti che mischiano il linguaggio della strada con la musica. Sono loro i nuovi profeti per gli "homeboys", i ragazzi dei ghetti e delle "gang" anni '80, che oggi usano chiamarsi l'un l'altro, anche per amicizia, con termini come nigga (negraccio, che viene poi da nigger) o bro (per brothers).
  • Non è comunque più il tempo del "The Ballot or the bullet", ovvero "o il voto o la pallottola", titolo di uno dei più famosi discorsi di Malcolm X, ma delle parole e della musica. Sempre però in nome di Allah.

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 26/04/2015