Biografia di Nietzsche

FRIEDRICH NIETZSCHE
Dall'ateismo all'irrazionalismo


Biografia di Nietzsche

Friedrich W. Nietzsche nacque nel 1844, nel presbiterio di Rocken, in una regione della Turingia annessa alla Prussia. Da parte di madre, come da parte del padre, la famiglia era di pastori luterani. Il padre, pastore lui stesso, muore nel 1849 (rammollimento cerebrale o encefalite). N. è allevato a Naumburg in un ambiente femminile, con la sorella Elisabeth. Studia a Pforta, poi a Bonn e a Lipsia, dedicandosi alla filologia anziché alla teologia; già a quell'epoca la filosofia lo assilla, attraverso la figura di Schopenhauer, pensatore solitario.

I lavori filologici su Teognide, Simonide e Diogene-Laerzio gli procurano la nomina di professore di filologia classica all'Università di Basilea.

Ha inizio nel frattempo la sua amicizia con Wagner, che aveva incontrato a Lipsia: N. afferma che quelli furono forse i giorni più belli della sua vita, anche se non trascorsero senza qualche inquietudine, in quanto spesso N. ha l'impressione che Wagner si serva di lui e che si appropri della sua concezione del tragico; altre volte è convinto di poter portare Wagner a conoscenze che da solo non potrebbe raggiungere.

Il suo professorato lo ha fatto diventare cittadino svizzero; nel 1870 è infermiere durante la guerra e in quest'occasione perde un certo nazionalismo e una certa simpatia per Bismark e per la Prussia che lo caratterizzavano. Da questo momento non accetta più l'identificazione della cultura con lo stato e non considera la vittoria delle armi come un segno per la cultura. Nasce in lui un grande disprezzo per la Germania e l'incapacità di vivere in mezzo ai tedeschi. In N. l'abbandono delle vecchie credenze non produce una crisi (a produrre crisi è anzi l'ispirazione, la rivelazione di una nuova idea), non ha problemi di rinuncia e, come affermerà in "Ecce Homo", l'ateismo gli fu naturale e istintivo, nonostante la sua eredità.

Mentre sprofonda nella solitudine scrive, nel 1871, La nascita della tragedia, libro che viene male accolto dai filologi per le sue posizioni in contrasto con il pensiero accademico: è in questa situazione che egli sente di essere inattuale e scopre l'incompatibilità tra il pensatore privato e il professore accademico.

Nella quarta "Considerazione inattuale" (su Wagner) esplicita le sue riserve su Wagner e inizia il dissidio con l'amico di un tempo. La sua salute comincia a dare segni di peggioramento, caratterizzata da frequenti mal di testa, disturbi agli occhi e difficoltà di parola; gli amici si rendono conto di questo suo cambiamento, che ne muta in particolare il carattere.

Grazie a Overbeck, il più fedele dei suoi amici, egli ottiene nel 1878 da Basilea una pensione. Da questo momento inizia i suoi viaggi alla ricerca di un clima favorevole e in alloggi modesti, attraverso la Francia, l'Italia, la Svizzera, accompagnato a volte da qualche amico fidato. Il suo ultimo incontro con un Wagner ormai divenuto razionalista avviene a Sorrento.

Sempre nel 1878 inaugura la su grande critica dei valori con l'opera Umano, troppo umano, e questo gli provoca diverse critiche da parte dei suoi amici; Wagner non riesce a comprendere le sue posizioni e lo attacca. Nel frattempo le sue condizioni di salute si aggravano (del resto la sua vita, da questo momento in avanti, sarà caratterizzata proprio da un costante peggioramento dello stato di salute); la malattia è presente nell'opera di N. come un elemento determinante dello sviluppo della sua filosofia, una malattia, spesso viene definita anche follia, che non è mai fonte di ispirazione (N. non concepisce la filosofia come se questa potesse provenire dal dolore o dalla sofferenza, dalla malattia o dall'angoscia, in quanto accettare questa concezione vorrebbe dire ricadere in quel meccanismo che è alla base del pensiero cristiano). La malattia è per lui un punto di vista sulla salute, così come la salute è un punto di vista sulla malattia (nel senso che la malattia è tale se riferita alla salute e viceversa). N. non si considera malato, ma anzi si ritiene in piena salute, perché ha conquistato quello stato che gli permette di guardare alla salute dalla malattia, ponendosi quindi al di sopra di essa in uno stato di grande salute.

In N. tutto è maschera: la salute è una prima maschera per il suo genio; le sue sofferenze sono una seconda maschera per il suo genio e per la sua salute. Egli non crede nell'unità dell'Io, ma avverte sottili rapporti fra Io diversi che si nascondono, ma che esprimono anche forze di un'altra natura, forze di pensiero, forze della vita. Il concetto di maschera in N. lo si incontra molto spesso, tanto che egli dice di aver vissuto Wagner, Schopenhauer e altri amici solo come maschere: anche la follia che lo porterà alla morte sarà solo l'ennesima maschera che egli indosserà.

Dopo il 1878 N. ha proseguito la sua opera di critica totale con Il viandante e la sua ombra (1879) e Aurora (1880). Mentre prepara La gaia scienza in lui succede qualcosa di nuovo: le sue sofferenze continuano, ma dominate spesso da un entusiasmo che colpisce il suo stesso corpo, ed egli prova allora i suoi momenti più esaltanti, legati ad un sentimento di minaccia. Nel 1881 ha la rivelazione dell'eterno ritorno, quindi l'ispirazione dello Zarathustra, i cui quattro libri egli scriverà fra il 1883 e il 1885, oltre a diverse note che dovrebbero esserne la continuazione. La critica diviene in questo momento un'arma per la transvalutazione di tutti i valori, una specie di No al servizio di un'affermazione superiore (Al di là del bene e del male, 1886; Genealogia della morale, 1887).

Nonostante l'entusiasmo che lo coglie in molti momenti, N. prova angosce e vive contrarietà: nel 1882 aveva avuto un'avventura sentimentale con Lou Salomè, una giovane russa che viveva con il suo amico Paul Ree e che era sembrata al filosofo una discepola ideale, degna d'amore. Seguendo uno schema affettivo che egli aveva già sperimentato, N. la chiede in moglie: egli vuole realizzare un suo vecchio sogno, in cui N.-Dioniso sposa Arianna con l'approvazione di Teseo; Teseo è l'uomo superiore, una figura paterna, come lo era stato Wagner (di cui egli aveva desiderato la compagna Cosima, non avendo però osato chiedergliela espressamente). Dioniso è superiore a Teseo, N. è superiore all'uomo superiore Teseo, e quindi vuole anche la sua donna, ma il gioco fallisce e Arianna preferisce sempre Teseo. In questa vicenda però è fondamentale il ruolo della sorella del filosofo, Elisabeth, la quale era molto gelosa e possessiva: N. era molto condizionato dai suoi giudizi severi.

Nel 1885 Elisabeth sposa Forster, un wagneriano, antisemita, nazionalista prussiano nei confronti del quale N. è insofferente; la sua vita procede attraverso momenti di gioia e di depressione.

Il 1888 è l'anno di alcune importanti opere, come Il crepuscolo degli idoli, Il caso Wagner, L'Anticristo e Ecce homo. E' come se le energie creative di N. avessero un ultimo sussulto di grandezza prima del crollo finale: il tono di queste opere è molto violento, ma anche umoristico e sferzante.

Il 3 gennaio 1889 a Torimo inizia la crisi e l'amico Overbeck lo viene a prendere per internarlo a Basilea, dove la diagnosi è di paralisi progressiva (a Jena successivamente si avanzò anche l'ipotesi, mai confermata, di un'infezione sifilitica). Muore a Weimar nel 1900. Le ultime cose scritte da N. appartengono alla fase della follia. A diffondere tutte le opere del filosofo contribuì la sorella Elisabeth, la quale organizzò anche il Nietzsche-Archiv a Weimar; la sorella ha anche però una grave responsabilità, e cioè quella di aver messo il pensiero del fratello al servizio del nazismo.

Sintesi

1. Nasce in un periodo di crisi della società prussiana e dell'idealismo hegeliano. Nel biennio '48-'49 erano fallite in Prussia le rivoluzioni borghesi. La filosofia che andava per la maggiore (non a livello universitario) era quella pessimistica di Schopenhauer, cui anche il giovane N. si sente attratto, a motivo della definizione della Volontà come cieca e irrazionale (la filosofia non è un pensare oggettivo e scientifico, ma una introspezione che guarda al vissuto di una persona).

2. Il suo primo libro, La nascita della tragedia, viene accolto molto male dal mondo accademico, perché N., per la prima volta, rifiuta di considerare l'ellenismo come un mondo di razionalità ed equilibrio. Secondo N. la decadenza della civiltà greca inizia col prevalere dell'elemento apollineo, cioè col prevalere della scienza sull'istinto, della metafisica e teologia sulla tragedia e la passione, col prevalere di Socrate e Platone su Eschilo e Sofocle, che rappresentano l'elemento dionisiaco. Dioniso è il dio della passione, della sregolatezza, dell'arbitrio...

3. Secondo N. la filosofia moderna è ancora caratterizzata dal prevalere dell'apollineo (grazie anche alla mediazione del cristianesimo, religione della rassegnazione). Solo in Wagner egli vede, in un primo momento, l'artefice della rinascita della tragedia, perché Wagner sostituisce alla libertà morale quella artistica (musicale in particolare), inoltre contrappone l'arte alla filosofia, la natura alla cultura intellettualistica, il popolo alla moltitudine di individui.

4. Con le Considerazioni inattuali N. critica la cultura occidentale, razionalista, utilitarista, repressiva. L'istinto deve secondo lui prevalere su morale, commercio, scienza e tecnica. N. è ostile anche al fatto di leggere la storia secondo lo schema di causa/effetto. La vita per lui sfugge ad ogni interpretazione. Lascia definitivamente l'Università.

5. La sua grande critica dei valori morali, religiosi e metafisici tradizionali avviene con Umano troppo umano. Qui N. affida all'uomo il compito di dare significato alla propria esistenza, rinunciando a qualunque forma di oggettività (il mondo è caos originario, Dio è morto, non ci sono fatti ma solo interpretazioni, la verità è opinione, la scienza è convenzionale...). Di Cristo dirà ch'era una specie di Buddha, per cui non aveva alcuna intenzione di creare una chiesa.

6. La verità sta nel senso vitale dell'uomo, che è potenza e paura: la potenza deve vincere la paura (che viene alimentata da religione e morale).

7. In altri testi (Aurora, Gaia scienza, Così parlò Zarathustra, Al di là del bene e del male e La volontà di potenza) N. delinea la critica della civiltà cristiano-borghese e il suo nichilismo attivistico, vitalistico, volontaristico, che lo porterà ad allontanarsi sia da Schopenhauer che da Wagner, per lui, in definitiva, troppo pessimisti.

8. N. condanna della società cristiano-borghese ogni forma di morale, di legge, ogni valore, inclusi quelli di democrazia, uguaglianza, lavoro manuale... (tutti i valori vanno transvalutati). N. dirà anche che lo spirito dell'industria ha sostituito quello militare e aristocratico.

9. N. rifiuta i concetti di Dio, Essere, Divenire. Nella vita, nella storia, nell'universo non c'è alcuna creazione né alcun fine, ma solo eterno ritorno (come voleva Zarathustra), perché il mondo è sempre uguale a se stesso. Ogni cosa ritorna com'era, secondo un processo ciclico (di bene e male, di cose che si creano e si distruggono di continuo...). Anche l'essere dell'uomo è sempre identico a se stesso e nulla può giudicare questo. L'uomo deve semplicemente accettare il suo essere e diventare ciò che è: l'essere si deve trasformare in "volontà".

10. "L'uomo è qualcosa che va superato", in vista della creazione del superuomo (oltreuomo o più che uomo), dotato di volontà di potenza, che è una struttura psicologica e cosmologica: è aggressione e conquista, ma anche controllo di se stessi. Essa non può appartenere alle masse, ma a individui singoli, superiori, al massimo a un popolo (non però quello tedesco, che N. criticava). N. sosteneva anche che i popoli europei dovevano dominare il mondo.

11. N. avrebbe rifiutato l'identificazione nazista di Stato e popolo, né gli interessava il potere dei grandi capitalisti, e rifiutava l'antisemitismo della borghesia tedesca. Disprezzava il cristianesimo (religioni da schiavi, forma isterica dell'onestà), la democrazia (preferisce l'aristocrazia) e il socialismo (ne condivide l'appello alla potenza, ma per lui gli operai sono strati inferiori del popolo, che non devono essere educati alla vendetta dovuta a risentimento; inoltre se gli operai diventassero padroni, non ci sarebbe più nessuno disposto a lavorare con sacrificio). Non credeva nei diritti dell'uomo (tanto meno in quelli della... donna). Non a caso il nazismo si è richiamato ai suoi insegnamenti.

La sorella Elisabeth, che aveva sposato un wagneriano, antisemita, nazionalista prussiano, nei confronti del quale N. era sempre stato insofferente, metterà il pensiero di N. al servizio del nazismo.

Bibliografia

L'opera completa di N. è stata pubblicata, a cura di Giorgio Colli e Mazzino Montinari, dalla casa editrice Adelphi. Gli stessi autori non si sono limitati a tradurre (hanno curato anche l'edizione tedesca e inglese) ma hanno anche raccolto i frammenti, cercando di mettere ordine in essi per evitare, come è accaduto in passato, che la loro manipolazione permettesse di interpretare il pensiero di N. in modo inadeguato.

Giuseppe Cantarelli - Contatto


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 26/04/2015