SUL CONCETTO DI NUDO

Una rappresentazione cinematografica che volesse riprendere il nudo in maniera naturale, dovrebbe rinnegare se stessa, poiché l'esigenza di tale
rappresentazione già di per sé non è naturale.
Persino un documentario su una tribù primitiva non potrebbe rappresentare la naturalezza del nudo al di là di una certa benevola tolleranza da parte della stessa tribù, la quale non potrebbe sopportare d'essere meccanicamente osservata in ogni manifestazione del corpo.
Dice bene Agostino d'Ippona, riferendosi al mito
adamitico: "I loro occhi erano aperti, ma non aperti alla libidine".
La naturalezza del nudo sarà nuovamente possibile solo quando l'essere umano non metterà più in relazione il corpo al possesso carnale. In fondo, i cosiddetti "campi nudisti" costituiscono un'arbitraria anticipazione della storia, in quanto
si presume di poter vivere sin da adesso una libertà che nella società borghese è inaccessibile.
Questo poi senza considerare che, separando la sessualità dalla riproduzione, il
nudo integrale diventa necessariamente forzato e non sarà mai naturale finché
nella sessualità continueremo a riporre istanze emancipative dovute a
frustrazioni sociali, a loro volta dipendenti da conflitti di classe e quindi da
antagonismi di genere (tra i sessi). I campi nudisti sono necessariamente
frequentati da guardoni o da esibizionisti, o comunque da gente che vuol fare
del sesso una battaglia ideologica e non un'esperienza naturale.
La stessa pornografia cade in un'evidente contraddizione allorché presume di
liberare dai complessi di colpa permettendo la visione pubblica del nudo. In
effetti, anche prescindendo dal fatto che il senso di colpa non può essere legato esclusivamente
all'area sessuale, ciò che veramente è illusorio è la pretesa di avvicinare
tanto più l'uomo al nudo quanto più glielo si mostra.
In realtà, la pornografia quanto
più pretende di naturalizzare il nudo, tanto più riflette l'alienazione della
società antagonistica, che induce i soggetti a ricercare nella libido lo
strumento della loro identità. La funzione della pornografia è equivalente a
quello della religione, che pur la combatte, o di qualunque altra droga.
SUL RAPPORTO INNOCENZA-INTERESSE

Probabilmente il primo momento in cui l'uomo sperimenta, in condizioni
naturali di vita, la possibilità di uscire dall'innocenza è quello in cui
pensa di utilizzare qualcosa di sé per ottenere ciò che non gli appartiene,
cioè è il momento connesso alla maturità sessuale.
L'innocenza allo stato puro è quella totalmente priva di interesse. Ciò
naturalmente non significa che nella maturità sessuale l'uomo perda
l'innocenza.
Da un lato, infatti, l'istinto all'accoppiamento o alla riproduzione è
reciproco, dell'uomo e della donna, e là dove esiste istintualità, ovvero
primordialità, è difficile applicare le categorie di bene e di male. Riprodursi
è in sé positivo, poiché garantisce la sopravvivenza della specie, del genere
umano. Le popolazioni che non si riproducono sono destinate a scomparire.
Dall'altro lato si ha che nella maturità sessuale l'innocenza viene
vissuta con maggiore consapevolezza e meno istintualità. Nel rapporto di coppia
occorre misurare l'istinto col rispetto di una diversità.
Se nel rapporto di coppia non emerge il concetto di persona, allora non
esiste innocenza, ma solo strumentalità (sulla base dell'interesse).
Esiste sicuramente meno senso della strumentalità (come sentimento
personale) là dove l'accoppiamento è regolato da tradizioni consolidate,
comunitarie. Anche se questo, in sé, non significa - specie per la donna - che non esista
una strumentalità basata sul ruolo da svolgere (non a caso nel passato esisteva
la cosiddetta "politica matrimoniale").
Nelle società capitalistiche, dove praticamente non esistono tradizioni
consolidate (se non quella di subordinare tutto al capitale), il senso di essere
soggetti a possibili strumentalizzazioni è così forte che lo stato
dell'innocenza viene perduto prestissimo e spesso le forme istintuali sono
consapevolmente vissute proprio per denigrare l'innocenza e il rispetto della
persona.
E' comunque difficile eliminare il valore basato sull'interesse quando nella
società borghese gli standard vitali obbligano a possedere un certo reddito. E
tutti sanno che là dove si possiede un certo reddito non si sfugge al rischio
di sospettare che la scelta venga compiuta sulla base di un interesse. Questo
perché nelle società antagonistiche non si riesce a
porre un limite sufficientemente individuabile tra un'attrazione basata
sull'amore e un'attrazione basata anche sull'interesse.
Là dove non si possiede un certo reddito l'attrazione basata sull'amore si
scontra con una frustrazione quotidiana, che alla fine, se non viene risolta,
distrugge lo stesso amore.
Bisogna quindi lottare per un solo interesse: quello di salvaguardare il
primato dell'amore. Non è possibile riacquistare l'innocenza perduta senza una
lotta politica.
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