STORIA DELLA SESSUALITA' IN ITALIA

  • Prima di iniziare un qualunque discorso sulla sessualità è bene rendersi conto in che tipo di società viviamo, perché in quest'ultimo mezzo secolo vi sono stati vari modi di parlare della sessualità.

  • Dal dopoguerra alla fine degli anni '50 del XX secolo due messaggi contraddittori sono veicolati:
    - fare molti figli, soprattutto maschi (ruolo casalingo della donna),
    - poco sesso, specie per la donna (maschilismo).
    (Tacitamente si permetteva al maschio celibe di frequentare prostitute o si perdonavano facilmente i "tradimenti" del marito).

  • Dai primi anni '60 alla fine degli anni '70 del secolo scorso scoppia la rivoluzione sessuale (iniziata prima in Scandinavia, poi negli USA, infine in Europa):
    - controllo delle nascite (1960: l'americano Gregory Pincus fa nascere la pillola antifecondativa, scatta l'emancipazione della donna).
    - piacere illimitato ma senza violenza (no quindi a incesto, pedofilia...).

  • Dalla fine degli anni '70 a oggi:
    - recupero degli affetti in un ruolo più attivo della donna nella sfera etica (riemergono valori come verginità, castità, intimità, fedeltà, qualità dei sentimenti).
    - crisi dell'istituto familiare,
    - crollo della natalità,
    - uso degli anticoncezionali (anche se non massiccio in Italia),
    - procreazione artificiale (assistita, ecc.),
    - aumento della sterilità maschile,
    - aumento dell'omosessualità,
    - stabile la prostituzione,
    - boom della pornografia e pedofilia (soprattutto dopo lo sviluppo del web),
    - paura dell'AIDS

Il numero annuale dei matrimoni in Italia è di circa 270.000 (nei primi anni '70 erano più di 400.000); i divorzi erano 23.863 nel 1993, ma sono diventati 41.835 nel 2002 (le separazioni quasi il doppio). In pratica una separazione ogni quattro matrimoni e un divorzio ogni nove matrimoni.

In Europa la percentuale di coppie conviventi non sposate è del 26%. In Italia il numero di coppie conviventi non sposate sale dalle circa 200.000 del 1993 alle circa 340.000 del 1999, con un aumento del 70%.

In aumento anche le "famiglie ricostruite", ovvero le famiglie formate da coppie in cui almeno uno dei due partner ha alle spalle una precedente unione coniugale: circa 600.000 (4,3% del totale). Nella maggior parte dei casi questo tipo di famiglie scelgono quale formula di convivenza l’unione di fatto (39% - dato riferito al 2001 – contro il 25%, dato riferito al 1993).

In Italia la percentuale dei matrimoni civili è salita dal 13,9% del 1985 al 21,4% del 1998.

Nel 2001 in Italia c’erano quasi 22 milioni di famiglie regolari, 2 milioni in più rispetto al 1988, ma il numero medio di componenti è sceso da 2,9 a 2,6. In aumento le famiglie composte da una sola persona (dal 19,3% al 23,9%, cioè i single sono circa 4 milioni).

Le coppie senza figli sono aumentate da 3.700.000 a 4.500.000 tra il 1988 ed il 1998, passando dal 23% al 27% delle coppie; viceversa le coppie con figli sono diminuite da 10.500.000 a 10.000.000.

Le famiglie con un solo genitore oggi sono circa l’8,4% del totale.

In Italia il numero dei neonati negli ultimi 80 anni è andato calando: nel 1910 il quoziente per 1000 ab. superava le 30 unità; nel 1992 era inferiore alle 10 unità; oggi non arriva a 8. I bambini nati fuori dal matrimonio sono il 9%. Normalmente nascono più maschi che femmine, ma la mortalità maschile è più alta.

Le italiane oggi hanno una media di 1,26 figli a testa, mentre la media europea è dell’1,47%. L’età media alla nascita del primo figlio è aumentata da 24,8 anni per le donne nate nel 1953 a 26,5 per quelle nate nel 1963. Per le generazioni ancora più recenti si superano in media i 27 anni di età. Il 90% delle nascite si realizza in ambito di coppie coniugate, contro una media europea di poco superiore al 70%.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Uomo-Donna
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Aggiornamento: 14/12/2018