I RESTAURI

Lungo i secoli la cattedrale fu soggetta a numerosi restauri e trasformazioni, che le fecero perdere la fisionomia dello stile originario.

Interno del Duomo prima dei grandi restauri del 1957-60. A. Gianfranceschi, Giornale di servizio, Quaderni del Corriere cesenate 1997.

Già alla fine del 1400 si cercò di rendere più piacevoli, secondo lo stile rinascimentale, le linee semplici e austere con le quali il tempio era nato. Ne restano tracce nella facciata, nella volta delle navate laterali e nella cappella di S. Giovanni.

Nel 1573 il vescovo Edoardo Gualandi chiuse il vano sottostante la navata di mezzo del Duomo (parte inferiore dell'antichissima chiesa della Croce) e portò su, al proprio altare, nella navata laterale, le reliquie di S. Mauro vescovo.

croce greca

La cripta venne chiusa sia perché conteneva solo le reliquie di S. Mauro, sia perché era scomoda ai fedeli, essendo posta nella zona centrale della navata di mezzo.

Nel 1681 fu il barocco a imporsi nei grandi restauri interni voluti dal card. Vincenzo Maria Orsini (1680-86), vescovo diocesano (che poi diventerà papa Benedetto XIII).

Il lavoro più interessante fu la restituzione alla sua integrità originale dell'interno dell'abside poligonale.

Fonte. A. Gianfranceschi, Giornale di servizio, Quaderni del Corriere Cesenate 1997.

L'Orsini fece pure la vasca battesimale che i restauri del 1957-60 hanno messo all'esterno, nel giardinetto in via Vescovado. In questa vasca verrà battezzato il futuro papa Pio VII.

Per finanziare i lavori l'Orsini dovette vendere un gran numero di suppellettili preziose del Duomo.

Alla fine del '700, all'epoca del pontefice concittadino Pio VI, Gian Angelo Braschi, si pensò di rifare la cattedrale dalle fondamenta, ma gli eventi politici lo impedirono. I disegni del grande progetto si possono trovare presso la Biblioteca Comunale di Imola (città dell'architetto incaricato dal papa).

Cosimo Morelli, disegno per la facciata del Duomo di Cesena (Biblioteca Comunale di Imola).

Gli unici veri lavori del '700 furono quelli fatti dagli architetti Pier Carlo Bordoni e Pietro Martinetti, che alzarono la Cappella Albizzi fin quasi la navata centrale. Era una delle più belle di tutta la Romagna. Solo per le decorazioni occorsero 10 anni.

Fra il 1886 e il 1892 si fece di nuovo strada l'intenzione di voler tornare allo stile primitivo. Tuttavia, l'architetto bolognese Francesco Gualandi si limitò a rifare artificiosamente, in stile neo-gotico, l'interno del tempio, impiegando cementi ornamentali, stucchi e false dorature.

Durante la seconda guerra mondiale il duomo subì due bombardamenti, che non lo danneggiarono più di tanto.

Vescovo Gianfranceschi. A. Gianfranceschi, Giornale di servizio, Quaderni del Corriere Cesenate 1997.

Le cose cominciarono finalmente a cambiare quando fu nominato vescovo di Cesena Augusto Gianfranceschi, che nel 1957 volle inaugurare i restauri integrali del tempio, per riportarlo alle sue forme cinquecentesche.

I lavori, che furono imponenti, durarono fino al 1960, sotto la direzione dell'architetto veronese Ferdinando Forlati.

Fra i principali segnaliamo i seguenti. Lungo la fiancata di sinistra sono state abbattute delle costruzioni per dar respiro all'edificio; all'inizio della navata di sinistra, presso la porta maggiore, è stata riaperta l'esedra cinquecentesca ricavata nel muro interno della facciata, adattandola a Battistero (in mezzo vi è stata collocata la vasca battesimale); nella navata di destra è stato posto il sepolcro del vescovo Malatesta; nella navata centrale sono riapparse le originali capriate; i quattro altari laterali, in stile neo-gotico, sono stati demoliti; il pavimento è stato abbassato di circa 20 cm e rifatto in marmo rosso levigato; sotto l'abside è stata costruita una nuova cripta; nuovo è il soffitto della sacrestia grande e nuove sono le due porte laterali, poste una di fronte all'altra; l'organo è stato rifatto negli anni 1990-91.

Il 1° luglio 1960 papa Giovanni XXIII conferiva alla Cattedrale il titolo di Basilica minore.

Restauri del 1960. A. Gianfranceschi, Giornale di servizio, Quaderni del Corriere Cesenate 1997.

Alla fine del 1995 venivano conclusi, col contributo dell'azienda cittadina COCIF, i restauri dell'altare rinascimentale di Giovanbattista Bregno, nonché degli affreschi di Giuseppe Milani, posti nel presbiterio, che raffigurano la nascita e la morte del Battista.

 

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