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ARALDICA E SIMBOLOGIA MALATESTIANA
Stemma delle bande a scacchi
- Descrizione: scudo d'argento, a tre bande scaccate di rosso e d'oro, a tre file,
circondato di bordura indentata d'oro e di nero.
Significato: le tre bande scaccate potrebbero rappresentare
l'evoluzione astratta di tre torri che si trovano raffigurate su un boccale dei
primi del Trecento (di proprietà della Cassa di Risparmio di Rimini e conservato
nel museo di Rimini), con una "M" malatestiana e un pendio a banda. Esemplari:
- intagliato nel portale della Biblioteca Malatestiana opera di Cristoforo da S.
Giovanni in Persiceto;
- nei fianchi dei plutei lignei del Quattrocento nella Sala del Nuti, alternato
allo stemma delle tre teste e a quello dello steccato;
- nei capitelli delle colonne all'interno della Biblioteca;
- nei capitelli delle colonne nel chiostro settentrionale del convento
francescano retrostante la Biblioteca;
- nelle miniature dei codici di Malatesta Novello di frequente entro una
ghirlanda di alloro.
Stemma delle tre teste
- Descrizione: di verde, a tre teste d'oro, 2 e 1, il tutto circondato di bordura
indentata di oro e di nero.
Significato: questo stemma viene chiamato anche stemma parlante perchè la figura
rappresentatavi rivela il nome della famiglia a cui appartiene. Quindi le tre
teste di Mori o Etiopi suggeriscono il significato di teste "cattive" = male
teste. Origine: rintracciabile nei sigilli malatestiani, a loro volta aventi come
modelli monete romane. Esemplarii:
- intagliato nel portale della Biblioteca Malatestiana opera di Cristoforo da S.
Giovanni in Persiceto;
- nei fianchi dei plutei lignei del Quattrocento nella Sala del Nuti, alternato
allo stemma delle bande a scacchi e a quello dello steccato;
- nei capitelli delle colonne all'interno della Biblioteca;
- nei capitelli delle colonne nel chiostro settentrionale del convento
francescano retrostante la biblioteca;
- scolpito in una lapide marmorea sottostante all'iscrizione sepolcrale di
Malatesta Novello, al centro della parete di fondo della Sala del Nuti;
- scolpito nell'angolo superiore destro della cornice architettonica di marmo
che racchiude il portale della Biblioteca;
- nelle miniature dei codici di Malatesta Novello di frequente entro una
ghirlanda di alloro.
I due stemmi delle bande a scacchi e delle tre teste si trovano spesso
inquartati tra loro (in questi casi ai posti d'onore, 1 e 4, si trova
prevalentemente lo stemma delle bande a scacchi).
Stemma dello steccato
- Descrizione: steccato militare disposto a banda, con aste di tre colori, bianco,
rosso e verde, su un campo bianco.
Significato: forse simbolo della forza dell'usbergo (armatura medievale di
metallo, a maglie) di Malatesta Novello, delle virtù teologali di cui sono
emblematici i colori bianco (fede), rosso (speranza) e verde (carità). I tre colori utilizzati per lo steccato sono però anche i colori principali
della Libraria Domini (bianco delle colonne, rosso del pavimento in cotto e
delle semicolonne addossate alle pareti, verde dell'intonaco e delle tele che
verosimilmente nel 1500 proteggevano i banchi) e neppure questo, probabilmente,
è casuale. Origine: stemma usato dai discendenti di Paolo il Bello, Conte di Ghiaggiolo,
tra cui Antonio Malatesti, Vescovo di Cesena a metà del Quattrocento. La
cornice, circolare o quadrata, prevalentemente di festoni vegetali, ma talvolta
anche di bucrani (fregi dorici a cranio di bue) e nastri scarlatti, è di origine
classica. Esemplari:
- intagliato nel portale della Biblioteca Malatestiana opera di Cristoforo da S.
Giovanni in Persiceto;
- scolpito nell'angolo superiore sinistro della cornice architettonica di marmo
che racchiude il portale della Biblioteca;
- nei fianchi dei plutei lignei quattrocenteschi della Sala del Nuti;
- nei capitelli delle colonne all'interno della Biblioteca;
- nei capitelli delle colonne nel chiostro settentrionale del convento
francescano retrostante la biblioteca;
- nei codici miniati per Malatesta Novello: nel margine inferiore del
frontespizio al centro, spesso all'interno di una ghirlanda d'alloro circolare o
quadrata e altrettanto frequentemente affiancato dalle iniziali o M o o No o da
bianchi girari.
L'arme dello steccato non è tradizionale dei Malatesti, è utilizzato solo da
quelli di Cesena, Andrea Malatesta e Malatesta Novello.
Rosa Quadripetala o Fiore Pandolfesco
- Descrizione: rosa a quattro petali, da sola o all'interno di uno scudo
Significato: arme scelta dai Malatesti a metà del Trecento, per potersi
attribuire la discendenza dalla prestigiosa famiglia romana degli Scipioni, il
cui stemma era appunto una rosa. Origine: molto antica, anche l'Arco di Augusto a Rimini riporta una rosa
quadripetala scolpita. Esemplari:
- intagliata nel portale della Biblioteca Malatestiana.
Cimiero del leopardo
- Descrizione: scudo semirotondo inquartato a bande scaccate nell'1 e nel 4 e a
tre teste nel 2 e nel 3, circondato di bordura indentata, timbrato da un elmo
chiuso ornato da cercine e lambrecchini a svolazzo e sormontato da leopardo
alato.
Significato: la funzione del cimiero è di rappresentare una parte significativa
dello stemma o un elemento araldico del Signore e della sua famiglia. Origine: probabilmente deriva dagli stemmi araldici dei Visconti (Antonia,
figlia di Andrea Malatesta discendente di Galeotto e 2° Signore di Cesena, sposò
nel 1408 Giovanni Maria Visconti, diventando così Duchessa di Milano). Esemplari:
- scolpito alla sinistra del bassorilievo San Giorgio uccide il drago,
dell'inizio del XV sec., probabile opera di Nanni di Bartolo detto Il Rosso,
conservato presso la Biblioteca.
Cimiero dell'elefante
- Descrizione: scudo semirotondo inquartato a bande scaccate nell'1 e nel 4 e a
tre teste nel 2 e nel 3, circondato di bordura indentata, timbrato da un elmo
chiuso ornato da corona regia a 5 punte e sormontato da un elefante ad ali
d'aquila.
Significato: la funzione del cimiero è di rappresentare una parte significativa
dello stemma o un elemento araldico del Signore, in questo caso Andrea Malatesta
(1373-1417), e della sua famiglia. Esemplari:
- scolpito alla destra del bassorilievo San Giorgio uccide il drago, dell'inizio
del XV sec., probabile opera di Nanni di Bartolo detto Il Rosso, conservato
presso la Biblioteca.
Elefante
- Descrizione: nella iconografia malatestiana l'elefante è generalmente di colore
nero, ovvero è un elefante asiatico ritenuto più forte di quello africano.
Significato: i Malatesti scelsero questa effige in omaggio alla vittoria del
loro presunto antenato Scipione l'Africano su Annibale; inoltre l'intelligenza
attribuita a questo animale dovette essere un motivo ulteriore per sceglierlo a
rappresentare una Signoria, protettrice della cultura, come fu quella dei
Malatesti. Origine: nell'Europa Occidentale tra XIII e XIV secolo furono poche le occasioni
di vedere degli elefanti veri, per cui gli artisti malatestiani lo raffigurarono
in maniera non del tutto realistica, ispirandosi ad immagini del pachiderma
presenti su monete romane o in monumenti antichi. Esemplari:
- bassorilievo nel timpano del portale della Biblioteca Malatestiana insignito
di una fascia riportante un motto forse voluto da Malatesta Novello: ELEPHAS o
INDUS o CULICES o NON o TIMET (l'elefante indiano non teme le zanzare), che
qualche storico ha interpretato come un'allusione offensiva alle mire del
fratello Sigismondo alle sue terre, scolpito da Agostino di Duccio;
- sempre al di sopra del portale, opera di Cristoforo da S. Giovanni in
Persiceto, si trova un altro esemplare di elefante rappresentato all'interno di
una ghirlanda in bassorilievo, inquadrato da cornice racchiusa ai lati da 8
stemmi malatestiani (negli angoli si alternano: 2 stemmi delle bande a scacchi e
2 dello steccato, al centro dei lati: 4 delle tre teste);
- un altro bassorilievo con una figura di elefante si trova sempre all'interno
della Biblioteca Malatestiana, nella prima rampa dello scalone che conduce alla
Sala del Nuti;
- nel frammento di marmo raffigurante anche la testa di un putto, conservato
nell'odierna Galleria dell'Immagine all'interno della Biblioteca Malatestiana.
Farfalla
- Descrizione: simbolo miniato nei codici per Malatesta Novello (il miniatore
probabilmente ferrarese viene chiamato "Maestro della farfalla"), associata a
cornici a bianchi girari, a lettere annodate (all'interno dei cui nodi talvolta
appare in oculo) e accompagnata da elementi naturalistici.
Significato: la farfalla nell'arte è simbolo della spiritualità dell'anima
capace di divincolarsi dalla materia bruta così come la crisalide dal suo
bozzolo. Questo insetto, raffigurato in un testo scritto, può voler
rappresentare l'assurgere della mente umana, attraverso la lettura e lo studio,
alla vera conoscenza. Nel caso specifico della presenza della farfalla in un codice malatestiano, si
ritiene che essa possa avere significato di augurio di fertilità per Violante,
moglie di Malatesta Novello. Origine: questo tipo di decorazione è di gusto protorinascimentale ferrarese. Esemplari:
- nei manoscritti commissionati da Malatesta Novello.
tratto da
www.malatestiana.it
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