COLLEZIONE  DIPINTI  ANTICHI  CARISP

 

Lucrezia.jpg (224438 byte)

C. Serra, Suicidio di Lucrezia, tela.

 

Morte Seneca.jpg (276720 byte)

C. Savolini, La morte di Seneca, tela.

064.jpg (261631 byte)

Santi di Tito (1536-1603), 
Sacra Famiglia con S. Giovannino

La sede centrale della Cassa di Risparmio, di recente restaurata e ampliata, ospita un'importante raccolta (circa 50 tele di notevole interesse, acquisite progressivamente a partire dal 1986)  di antichi dipinti appartenenti ai momenti più significativi della storia della pittura in Emilia e Romagna tra il XV e il XVIII secolo.

Con ciò stesso integra magnificamente quel percorso pittorico scandito, non senza qualche lacuna, dalla quadreria della pinacoteca civica.  

Nella raccolta compaiono tuttavia anche esempi di pittori toscani o operanti in ambiente toscano tra il Quattrocento e il Cinquecento, quali una pala del cosiddetto “Maestro di S. Miniato”;

una tavoletta del “Maestro del tondo Miller”

e due esempi della produzione sacra del “Maestro di Marradi”;

non mancano in quest'ultimo gruppo di opere anche veri capolavori di artisti diversi, fra cui si ricorda il Sacrificio di Isacco di Giuseppe Vermiglio e la Sacra Famiglia con San Giovanni Battista del Sodoma.  

Tuttavia il nucleo più consistente si raccoglie attorno a due gruppi omogenei di artisti operanti nella nostra regione:  

un insieme di opere prestigiose illustra la fase culminante della tradizione pittorica romagnola tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento, con tele di Marco Palmezzano, di Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo, fino alla Adorazione dei Magi di Girolamo Marchesi da Cotignola, allievo degli Zaganelli, tenacemente legato ormai al linguaggio pittorico di Raffaello.  

Una seconda serie di opere, piuttosto consistente, è quella relativa alla pittura del Seicento, fortemente ancorata alle esperienze romagnole e cesenati:

si può ammirare infatti di Cristoforo Serra il Suicidio di Lucrezia

e di Cristoforo Savolini La morte di Seneca;

di Guido Cagnacci, il più celebre pittore romagnolo della prima metà del sec. XVII, si conserva un S. Andrea e una suggestiva Allegoria della Vanità e della Penitenza;  

ma sono pure presenti tele di Ippolito Scarsella, Bartolomeo Cesi, Lionello Spada; infine una Sant’ Agnese di Guercino e altri esiti significativi delle tendenze manieriste e barocche  della pittura regionale tra il XVII e il XVIII secolo.  

La Cassa di Risparmio, consapevole della rilevante importanza della raccolta, ne ha reso pubblico l'accesso ed ha organizzato un percorso museale adeguatamente attrezzato e illustrato.