goethe

NAPOLI (1787)

J. W. GOETHE, Viaggio in Italia,
trad. E. Castellani, Mondadori, Milano 1983.

J.W. Goethe nella campagna romana.

  • Sul molo, uno dei punti più rumorosi della città, vidi ieri un Pulcinella: in piedi su di un assito, era intento a litigare con una scimmia, mentre su un balcone sovrastante una gran bella figliuola faceva offerta delle sue grazie; vicino al palco della scimmia un medicastro magnificava i propri specifici, rimedio per tutti i mali, davanti a una folla di baggei. Rafflgurato da Gérard Dou, un quadro del genere avrebbe potuto mandare in visibilio contemporanei e posteri.
  • Sulle soglie delle case grandi padelle erano poste su focolari improvvisati. Un garzone lavorava la pasta, un altro la manipolava e ne faceva ciambelle che gettava nell'olio fumante. Un terzo, vicino alla padella, ritraeva con un piccolo spiedo le ciambelle man mano ch'eran cotte e con un altro spiedo le passava a un quarto che le offriva agli astanti; gli ultimi due garzoni erano ragazzotti con parrucche bionde e ricciute, che qui simboleggiano angeli. Alcuni altri completavano il gruppo mescendo vino ai la mercanzia; tutti gridavano, anche gli angeli, anche i cuochi. Il popolo faceva ressa, perché in questa serata tutti i fritti si vendono a poco prezzo e una parte del ricavo va persino ai poveri.

Porta Capuana a Napoli nell'800

  • Ecco per esempio Pulcinella, la maschera nazionale tipica, come l'Arlecchino di Bergamo, come il Giansalsiccia [Hanswurst, nel testo] delle Alpi: Pulcinella, il tipico servo paziente, tranquillo, piuttosto scanzonato, quasi poltrone, eppure pieno d'umorismo; e di simili servitori e domestici se n'incontrano dappertutto.

[olandese, rappresentante della pittura di genere, allievo di Rembrandt]

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