wharton3

PRIMO PIANO E SFONDO, 3
LE CITTÀ

EDITH WHARTON, Paesaggi italiani, Olivares, Milano 1995.

Come l'Italia è divisa in primo piano e sfondo, così ogni città possiede la sua prospettiva: il premier plan contrassegnato dall'asterisco per il viaggiatore frettoloso, lo sfondo per i "pochi fortunati" che si trattengono più di tre giorni, e il suo orizzonte sconfinato per l'ozioso che si rifiuta di misurare l'arte con l'orologio.

FIRENZE nel '700

In alcuni casi lo sfondo è la continuazione, l'amplificazione del "soggetto" centrale, in altri, la sua diretta antitesi. Così in Umbria e in qualche zona della Toscana e delle Marche, l'arte, l'architettura, la storia e il paesaggio si richiamano l'un l'altro, e anche il turista meno dotato di immaginazione deve accorgersi che, pur lasciando le gallerie di Siena o Firenze per le strade e la campagna circostante, egli si trova sempre all'interno di un itinerario turistico convenzionale.

Roma, Arco di Costantino

A Roma, invece, e a Milano e, per certi versi, anche a Venezia, come in moltissime città minori in tutt'Italia, esiste una netta linea di demarcazione tra la città presentata dalla guida turistica e il suo sfondo. In alcuni casi, quest'ultimo è composto esclusivamente di elementi che al turista delle guide è stato insegnato a guardare solo di striscio, o a non degnare addirittura di uno sguardo.

Goethe per lungo tempo è stato preso in giro dagli studenti d'arte illuminati perché a Siena visitò solo il tempio romano di Minerva, tralasciando di vedere la chiesa medievale di San Francesco; ma quanti turisti moderni visitano la chiesa e saltano il tempio? E chi ha conferito loro quella superiorità cattolica del gusto?
Il fatto è che, in questo caso specifico, il primo piano e lo sfondo si sono scambiati il posto, e il turista moderno che trascura Minerva per San Francesco è strettamente legato alla tradizione come il suo predecessore del diciottesimo secolo, con la differenza che, laddove il secondo non conosceva nulla dell'arte e dell'architettura medievali, il turista moderno sa bene dove si trova il tempio e gli volta intenzionalmente le spalle.