STORIA ROMANA


La musica nella Roma antica

Musici ambulanti, mosaico di villa pompeiana

La musica presso gli antichi romani si sviluppò grazie agli influssi della musica etrusca e greca.

L'influenza greca divenne preponderante quando i romani conquistarono la Grecia e la Macedonia (II sec. a.C.) e ne adottarono gli elementi più caratteristici del sistema musicale.

Tuttavia, contrariamente a quanto affermavano i greci, i romani non ritenevano la musica culturalmente formativa, anche se le riconoscevano virtù terapiche, una sorta di medicina per curarsi da certe malattie.

In quanto popolo di condottieri e di dominatori, i romani preferivano utilizzare la musica soprattutto per incitare i soldati nelle battaglie, per solennizzare cerimonie ufficiali, di guerra o di pace, in occasione di parate militari, feste civili, ma anche nei riti propiziatori a sfondo religioso.

Solo col tempo la musica cominciò ad essere adottata anche nei banchetti, nei matrimoni, nei funerali...

Nel I sec. a.C. la musica e anche il coro cominciarono ad apparire in nuovi tipi di spettacolo, come ad es. la pantomima, che rappresentava scene di vita quotidiana o scene storiche e mitologiche.

Il primo teatro stabile a Roma fu fatto erigere da Pompeo nel 55 a.C.

Nel 17 a.C. il Carme Secolare di Orazio viene eseguito con canti e strumenti musicali.

Nella società romana la musica perse quell'aspetto di religiosità che aveva presso molti popoli più antichi e si limitò a scandire le varie fasi della vita umana. Fu del tutto trascurata la musica melodiosa e patetica, intima e personale.

Suonatori schiavi di organo e di arpa

Nel tardo impero si diffuse a Roma la moda dei concerti strumentali e vocali: i virtuosi erano ricercati e ben pagati e occupavano un posto di prestigio presso le corti degli imperatori.

I romani utilizzavano principalmente strumenti a fiato come la tibia, strumento ad ancia doppia simile all'aulos greco, la tuba, tromba di diversa lunghezza, il cornu o buccina, strumento di metallo ricurvo terminante con un padiglione (simile ad un corno da caccia), che venivano usati anche per dare segnali militari. In particolare la tuba e la buccina ritmavano la vita dell'accampamento e davano il segnale della battaglia.

Suonatore di flauto, mosaico bizantino E' lo storico Flavio Vegezio che descrive l'uso militare di questi strumenti musicali: "Ogni legione possiede suonatori di tromba, di corno e di buccina. La tromba chiama i soldati all'assalto e alla ritirata. Quando suonano i corni, a tale segnale rispondono non i soldati ma i vessilliferi. Ancora le trombe suonano per invitare i soldati a uscire per qualche missione.

Durante la battaglia suonano insieme trombe e corni.

La buccina chiama all'assemblea. E' anche un segno di comando: suona infatti davanti al generale, e quando si conduce a morte un soldato, per sottolineare che tale esecuzione si fa per disposizione dell'autorità.

Ancora al suono della buccina si monta o si smonta sia la guardia ordinaria sia quella fuori campo, o quando si va in missione, o quando si passa in rassegna l'esercito. A questo segnale infine s'interrompono i lavori.

I corni suonano quando occorre far marciare o arrestare i vessilliferi.

Tutti questi segnali si provano durante le esercitazioni e per tutto il servizio militare"(Le Istituzioni militari, IV sec. d.C.).

Fra gli strumenti a corda ricordiamo la cetra, la lira; a percussione, timpani, tamburi e cimbali, il sistro, i crotali (specie di nacchere).

Sul potere della musica abbiamo scritti di Cicerone. In età imperiale sappiamo ch'era studiata a corte (lo stesso Nerone cantava accompagnandosi con la cetra).

Purtroppo non ci è giunta nessuna composizione su testo latino della musica romana antica, se si esclude un frammento con notazione greca di una commedia di Terenzio, l'Epitaffio di Silicio e un Inno Delfico ad Apollo, di provenienza greca, del 128 a.C., in cui un certo Limenio canta la grandezza di Roma che aveva appena occupato la Grecia.

Roma comunque, diventando a fine secolo uno dei centri di irradiazione del cristianesimo, favorì la diffusione della musica dei primi cristiani, la cui più importante espressione di tutto l'Alto Medioevo fu il canto corale o gregoriano.

Il primo documento di canto cristiano giunto a noi è il Papiro di Ossirinco, del I-II sec. d.C.: uno xilofono punteggia una preghiera dedicata alla Trinità.

Nel IV sec. d.C. si diffonde in occidente l'uso orientale delle campane.

Guarda gli strumenti musicali

Enrico Galavotti

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 11/09/2014