LE MONARCHIE NAZIONALI


DALLA PACE DI WESTFALIA (1648) AI TRATTATI DI UTRECHT (1713) E DI RASTADT (1714)

I - II

Colonialismo europeo tra il XVII e il XVIII secolo

In questo periodo la storia degli Stati europei è caratterizzata dal predominio della Francia di Luigi XIV e dalle lotte sostenute dagli Asburgo d'Austria-Spagna e dall'Inghilterra per contrastarlo.

Politica di Luigi XIV Re Sole (1661-1715):

  1. ridurre la potenza dell'aristocrazia nobiliare, già limitata dall'ascesa di un nobiltà di toga di estrazione borghese, ed anche economicamente in crisi per il prevalere del capitale commerciale dei ceti medi (il RE trasformò la vecchia nobiltà politica in nobiltà cortigiana, abituandola a vivere di laute pensioni e prebende a Versailles, lontana dalle popolazioni rurali di provincia);
  2. sviluppare il mercantilismo (colbertismo): la ricchezza di una nazione dipende dalla quantità di oro-argento posseduta, favorire l'export e impedire l'import (protezionismo), bassi salari a bassi i prezzi dei prodotti agricoli per favorire l'export, nascita delle grandi manifatture sovvenzionate dallo Stato o di sua proprietà (tessuti, tintorie, porcellane, artigianato del vetro) per vincere all'estero la concorrenza straniera, quindi favorire lo sviluppo della borghesia, migliorando le vie di comunicazione e creando una Compagnia per le Indie orientali e una per quelle occidentali (conquiste coloniali);
  3. realizzare un forte accentramento amministrativo (istituire gli Intendenti, cioè i rappresentanti del potere centrale nelle province, con ogni potere amministrativo, giudiziario e militare);
  4. sul piano della politica religiosa: a) garantire l'indipendenza della Chiesa gallicana da Roma (l'alto clero sottoscrive una Dichiarazione gallicana con cui s'afferma la superiorità dei concili dei vescovi sul papa e si ribadisce la dipendenza della Chiesa francese dal sovrano in ogni materia che non sia di ordine spirituale); b) spezzare l'indipendenza morale e religiosa degli ugonotti e dei giansenisti (entrambi filocalvinisti), per eliminare in Francia ogni opposizione all'assolutismo monarchico;
  5. in politica estera la Francia cerca di allargare i confini a danno di Spagna, Olanda, Piemonte, Lussemburgo, scatenando diverse guerre (guerra di devoluzione, d'Olanda, della Lega d'Augusta e di successione spagnola).

La guerra più importante è quella di successione spagnola. Nel 1700 era morto l'ultimo rappresentante del ramo spagnolo degli Asburgo, Carlo II, senza lasciare eredi maschi. Gli aspiranti alla successione erano i Borboni francesi con Filippo d'Angiò, designato dallo stesso Carlo II a condizione che le corone francese e spagnola non fossero mai unite in un solo regno; gli altri pretendenti erano gli Asburgo d'Austria, per diritto di dinastia. La guerra di successione spagnola scoppiò perché, dopo aver insediato in Spagna Filippo V d'Angiò, la Francia voleva riaffermare una propria egemonia a livello europeo e coloniale, sfruttando le colonie spagnole nell'America centromeridionale. Inghilterra, Olanda e altri piccoli Stati si allearono per limitare queste pretesa e vi riuscirono con una guerra che durò dal 1701 al 1713. Poi si fece la Pace di Utrecht (1713), con la quale Filippo V rimase sul trono spagnolo, ma a condizione di rispettare la volontà di Carlo II e rinunciando (per sé e i successori) ad ogni diritto sulla corona francese.

Nel 1714 la Francia fu costretta al Trattato di Rastadt con l'Austria. Dalla spartizione dei possessi coloniali spagnoli trassero profitto gli Asburgo d'Austria, che poterono estendere la loro sovranità ai Paesi Bassi spagnoli, ai domini in Italia (Milano, Sardegna e Regno di Napoli, esclusa la Sicilia). I Savoia acquistarono la Sicilia, offerta dall'Inghilterra, che durante la guerra di successione spagnola l'aveva tolta alla Spagna. I Savoia acquistano anche il titolo regio. L'Inghilterra acquista Gibilterra e si afferma nel Mediterraneo e nell'Atlantico.

Gli imperi coloniali all'inizio del '700. Spagna e Portogallo avevano dominato i mari tra il 1450 e il 1550. Protagonisti del colonialismo europeo sono tra il '600 e il '650 inglesi e olandesi, in parte i francesi.

1. Spagna: Messico, Florida, tutta l'America centromeridionale (escluso il Brasile), isole Filippine e le Molucche nel Pacifico. Dominio rapace, esoso, fiscale, inetto sul piano amministrativo, scarso sul piano borghese-commeciale. Sfruttamento di piantagioni di canna da zucchero, cacao, caffè, cotone... Per sopperire alla mancanza di manodopera favoriscono la tratta dei negri (importandoli dall'Africa).

2. Portogallo: Brasile, dove sfrutta canna da zucchero, tabacco, caffè... Anch'esso favorevole allo schiavismo negro e indio. In Africa e Asia ha perduto importanti scali commerciali a vantaggio di Olandesi e Inglesi, quando fu conquistato dalla Spagna (1580-1641). Gli olandesi presero Città del Capo, Ceylon...; gli inglesi Calcutta e Madras: prime basi del futuro dominio in India.

3. Francia: Quebec fondata nel 1608, futura capitale del Canada. Nella Americhe la Francia dispone del Canada e della Luisiana, ma siccome la sua emigrazione coloniale è scarsa, le colonie, semispopolate, non resistono alle pressioni di quelle inglesi lungo le coste atlantiche. In Africa la Francia dispone del Senegal e dell'isola Madagascar.

4. Inghilterra: l'emigrazione dei perseguitati politici inglesi per motivi religiosi (puritani, quaccheri), interessò le coste orientali dell'America settentrionale. Gli Inglesi con la guerra coloniale porteranno via alla Francia il Canada e la Luisiana, e alla Spagna la Florida (metà '700). Le colonie inglesi si dividono in nordamericane: agricoltura, allevamento bestiame, piccola proprietà; e sudamericane: agricoltura, latifondo (canna da zucchero, tabacco, cotone, coltivate da schiavi negri.

Il crollo della Spagna di Filippo II


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 02/10/2014