La concretezza di Galvano Della Volpe

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La concretezza di Galvano Della Volpe

I - II

Galvano Della Volpe

Dario Lodi

Galvano Della Volpe (1895-1968) è una figura insolita nel panorama filosofico italiano, e non solo italiano. Della Volpe scrisse parecchi saggi (la Editori Riuniti li pubblicò tutti in una edizione prestigiosa in sei volumi nel 1972), sostanzialmente incentrati sulla valutazione oggettiva dei fenomeni sociali. Lo studioso era nemico dell’idealismo e quindi era un marxista improprio. Egli credeva in una realizzazione sociale senza classi da ottenersi per convinzione individuale, non per decreti da questo o quel capopopolo. D’altra parte, il succo del marxismo non era certo per la seconda soluzione. Marx pensava ad una società di uguali, non a una società di uguali perché qualcuno li costringeva ad essere tali.

Della Volpe era contrario alla stessa visione di Gramsci: l’intellettuale doveva fornire strumenti d’indagine non emettere sentenze. Tanto meno doveva “educare il pupo”.

Il raggiungimento di un’equità sociale e dunque di un’armonia relativa doveva scaturire da una consapevolezza profonda, si direbbe tangibile, della bontà dell’operazione: non doveva venire da fuori, questa consapevolezza, ma da dentro e a seguito di una maturazione sì intellettuale, ma non certo intellettualoide.

Non era, la sua, una tesi che poteva andare bene ad uno come Togliatti. Il “migliore” sapeva bene il fatto suo, conosceva il popolo e a suo modo ragionava in termini positivi esattamente come Galvano Della Volpe, ma perseguendo metodi diversi: il comunismo, la solidarietà, erano cose da inculcare in teste dure, refrattarie, storicamente ed antropologicamente ad una vita diversa da quella cui erano abituati.

Togliatti era pur sempre uno stalinista, seppure umanamente meglio attrezzato. Era animato da un sincero paternalismo, vedeva se stesso come una specie di missionario illuminato e ragionava in termini contingenti.

Della Volpe ragionava in termini più lunghi. La sua filosofia esprimeva, in realtà, un idealismo, non ortodosso, che lui avrebbe comunque aborrito. Bisognava essere pratici, secondo la sua visione delle cose, e smetterla con giochi di parole dietro i quali si cela un desiderio personale di oppressione verso gli altri. Ma certo è idealistico ed utopistico pensare ad una maturazione individuale e collettiva insieme: Della Volpe andava a dimenticare le differenze storicizzate, le diverse esperienze, le costrizioni determinate da una storia basata sulla sola contrapposizione fisica, le formazioni tribali, le oligarchie, la massa priva di potere decisionale superiore, le convenzionalità e le frasi fatte nelle cui pieghe nascondersi.

D’altra parte, però, la filosofia di Galvano Della Volpe prescinde da considerazioni tradizionali per giungere ad una tesi nuova e radicale, tale, per lo meno, nel coraggio di affermarla senza mezze misure: bando alle ciance e affrontiamo i fatti, cercando e trovando il modo di cambiarne il corso a favore di una coscienza positiva.

Nessuna teoria a tavolino, nessuna fantasia per quanto riguarda le faccende umane e soprattutto nessuna delega a chicchessia a risolvere problemi vitali superiori. Della Volpe ammirava l’esistenzialismo di Jaspers (un intellettuale esemplare) dove ogni parola, ogni gesto ha un senso compiuto, dove nulla viene lasciato al caso, dove l’unico peccato, se c’è, sta nella elaborazione responsabile e auto-qualificante dei dati sensoriali più profondi, purché opportunamente attivati: per attivarli occorre grande rispetto di se stessi e fiducia nelle proprie capacità esplorative. Superato il test, si apre una visione del mondo ben diversa da quella cui si è abituati.

Galvano Della Volpe sottintende tutto questo, con garbo e fermezza, ma anche con tanta voglia di intelligenza ulteriore per giustificare la propria posizione e per agguantare quella dignità assoluta che l’uomo merita come traguardo proprio e traguardo dell’umanità, superando le false mete dei tanti venditori di fumo con cognizione di causa.

Dello stesso autore:

Testi di Galvano della Volpe

  • Opere
    di Galvano Della Volpe - Editori Riuniti - 1973
  • Logica come scienza storica
    di Galvano Della Volpe - Editori Riuniti - 1969
  • Rousseau e Marx
    Della Volpe Galvano, 1997, Editori Riuniti
  • Eckhart o della filosofia mistica
    Della Volpe Galvano, 1952, Storia e Letteratura
  • Critica dell'ideologia contemporanea
    di Galvano Della Volpe - Editori Riuniti - 1967
  • Critica del gusto (illustrato)
    di Galvano Della Volpe - Feltrinelli - 1975
  • Storia del gusto
    di Galvano Della Volpe - Editori Riuniti - 1971

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 26-04-2015