LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI: IL TEATRO GRECO: IL PUBBLICO

LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI
OVVERO LA COSCIENZA INQUIETA DI EURIPIDE

Quando un uomo è abile nel parlare, su qualunque argomento può sostenere una lotta di parole

Euripide


IL TEATRO GRECO: IL PUBBLICO
1-2-3-4-5-7-8-9-10-11-12

Ercolano, affresco 20-10 d.C., volto di fanciulla

La grande maggioranza degli spettatori erano uomini, ma vi erano anche donne, meteci e schiavi. Per il pubblico, che veniva diviso per tribù anche nell'assegnazione dei posti, lo spettacolo diventò la forma educativa per eccellenza e non solo quindi un diletto (anche se il dramma satiresco, la farsa satiresca, il mimo e il pantomimo erano rivolti a soddisfare un diletto di breve durata).

Infatti la tragedia costituisce il prodotto di maggior valore della ricca letteratura greca, grazie alla fusione di elementi lirici ed epici, di realismo e di immaginazione, di arte e di morale. Anche se Platone nelle Leggi sostiene che in uno Stato ben costruito non è proprio il caso di permettere ai tragediografi di arringare a teatro i giovani, le donne e tutta la turba del popolo.

Il pubblico partecipava con viva emozione agli spettacoli. Quando fu dato il Cresfonte di Euripide, nel momento in cui la madre Merope sta per uccidere Cresfonte, ignorando che sia suo figlio, nella cavea si scatenò il finimondo.

Si poteva bloccare la rappresentazione senza alcuno scrupolo: Euripide p.es. dovette dare chiarimenti sul seguito di un suo pezzo delle Danae in cui vi era stato un elogio sperticato del denaro.

La gente esprimeva la sua antipatia anche contro chi entrava a teatro e non era gradito, e poteva anche tirare proiettili di ogni tipo: fichi, olive, verdure, sassi.

Gli stessi poeti comici amavano di tanto in tanto rivolgersi direttamente al pubblico, sfruttando gli effetti a sorpresa.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
 - Stampa pagina
Aggiornamento: 25/04/2015