DIETRO LE QUINTE DI "GIO/DIZIO"

INDICE

  1. POICHÉ IN ISTITUTO CI SONO STUDENTI IMMIGRATI, STRANIERI,
    NON ROMAGNOLI... METTIAMO ANCHE LE LORO FRASI?
  2. POSSIAMO CHIEDERE LORO DI DISTINGUERE TRA ESPRESSIONE USATA O SOLO SENTITA DIRE?
  3. LI OBBLIGHIAMO A SPECIFICARE IL CONTESTO SOCIALE O GEOGRAFICO DI PROVENIENZA DELLE LORO FRASI OPPURE NO?
  4. VALE VERAMENTE LA PENA DI PRECISARE, NELLA RACCOLTA DEI TERMINI, IL SESSO E L'ETÀ?
  5. TERMINI ED ESPRESSIONI DIALETTALI VANNO MESSI INSIEME AGLI ALTRI?
  6. POSSIBILE CHE I RAGAZZI ABBIANO UN GERGO COSÌ RICCO?
  7. POSSIBILE CHE I RAGAZZI USINO COSÌ TANTO IL DIALETTO?
  8. CON QUALE CRITERIO ACCETTARE TERMINI ED ESPRESSIONI VOLGARI?
  9. COME IMPOSTARE IL SONDAGGIO PER LA SCELTA DEFINITIVA DEI TERMINI?
  10. VISTO E CONSIDERATO CHE CI SONO PROBLEMI DAVVERO DIFFICILI DA RISOLVERE, NON SAREBBE BENE CHE I RAGAZZI STESSI NE DISCUTESSERO IN UNA MAILING LIST?
  11. CON QUALE CRITERIO DI TEMPO INSERIREMO I TERMINI NEL DATABASE: PARTIAMO PRIMA NOI O INSIEME AGLI ALTRI ISTITUTI DELLA CITTÀ?
  12. CHE SENSO HA FARE IN RETE UN DIZIONARIO A MO' DI ARCHIVIO DA CONSULTARE?
  13. COSA CI RESTA ANCORA DA FARE?
  14. SINCERAMENTE PARLANDO, LO RIFAREMMO?

  1. POICHÉ IN ISTITUTO CI SONO STUDENTI IMMIGRATI, STRANIERI,
    NON ROMAGNOLI... METTIAMO ANCHE LE LORO FRASI?
  1. POSSIAMO CHIEDERE LORO DI DISTINGUERE TRA ESPRESSIONE USATA O SOLO SENTITA DIRE?
  1. LI OBBLIGHIAMO A SPECIFICARE IL CONTESTO SOCIALE O GEOGRAFICO DI PROVENIENZA DELLE LORO FRASI OPPURE NO?
  1. Quando col termine CONTESTO si chiede loro di specificare il luogo sociale, nella stragrande maggioranza dei casi mettono OVUNQUE, perché una delle loro ambizioni è proprio quella di usare un gergo che non si modifichi a seconda degli ambienti frequentati. Fanno eccezione la scuola e la famiglia (e la parrocchia per chi la frequenta), ma qui il gergo si modifica, perché in realtà sono gli adulti che li obbligano a parlare in maniera diversa, più corretta, più italiana ecc. Questo significa che a scuola, in famiglia... essi in realtà parlano un'altra lingua quando si rivolgono agli adulti.
  1. Quando col termine CONTESTO si chiede loro di specificare il luogo geografico, nella stragrande maggioranza dei casi non rispondono. Se lo studente vive in campagna o in montagna o comunque fuori città, si vergogna di scriverlo. Tanto più si vergogna, considerando che questo lavoro di ricerca dei termini deve essere fatto a gruppi (non potrebbe essere altrimenti, poiché i risultati con gli studenti fatti lavorare singolarmente sono stati molto deludenti), e quando si è in una situazione di lavoro collettivo, chi vive fuori città si sente e si vuole sentire parte della città. Eccezioni (rare) si sono verificate quando, casualmente, si sono trovati nel gruppo ragazzi provenienti da una stessa zona (p.es. Cervia), ma in questo caso non si è riportato il contesto particolare da loro segnalato, perché avrebbe falsato il tutto (essendo appunto frutto di casualità). In sostanza i ragazzi vogliono sentirsi tutti uguali, anche per evitare forme di razzismo (etnico o linguistico) a loro danno. A questo punto non si è più insistito. Dobbiamo dunque limitarci a dare per scontato che il contesto dei loro termini ed espressioni coincida con quello del raggio d'utenza dell'Istituto?
  1. A volte capita d'incontrare dei ragazzi che vogliono mettere in risalto il contesto specifico in cui usano un gergo molto particolare. Uno di questi ha consegnato un centinaio di termini in uso presso un bar di Cesena, tra i giocatori di biliardo. Un'altra ha consegnato una ventina di termini in uso presso un maneggio che lei (come altri giovani) frequenta. Naturalmente questi ambienti sono frequentati anche da persone che non vanno più a scuola. Cosa fare? Rifiutare? Tabella a parte? Inserire i termini in quelli dei nostri studenti, specificando bene il contesto?
  1. VALE VERAMENTE LA PENA PRECISARE, NELLA RACCOLTA DEI TERMINI, IL SESSO E L'ETÀ?
  1. La divisione per sesso meriterebbe d'essere fatta se ci fossero psicologi e sociologi interessati a capire il motivo per cui i maschi hanno un linguaggio così sboccato, in generale, e così offensivo nei confronti del sesso femminile, in particolare. Fenomeno questo che attraversa tutte le classi, nessuna esclusa.
  1. Quanto alla divisione per età è fuor di dubbio che il gergo si arricchisce col passaggio dal Biennio al Triennio, ma non così tanto da meritare una precisazione sulla differenza di età.
  1. In realtà le differenze maggiori sembra si pongano sul piano del comportamento sociale dei ragazzi, che in un certo senso è correlato alle differenza di sesso e solo in parte alla differenza di età.
  1. TERMINI ED ESPRESSIONI DIALETTALI VANNO MESSI INSIEME AGLI ALTRI?
  1. POSSIBILE CHE I RAGAZZI ABBIANO UN GERGO COSÌ RICCO?
  1. POSSIBILE CHE I RAGAZZI USINO COSÌ TANTO IL DIALETTO?
  1. CON QUALE CRITERIO ACCETTARE TERMINI ED ESPRESSIONI VOLGARI?
  1. COME IMPOSTARE IL SONDAGGIO PER LA SCELTA DEFINITIVA DEI TERMINI?
  1. VISTO E CONSIDERATO CHE CI SONO PROBLEMI DAVVERO DIFFICILI DA RISOLVERE, NON SAREBBE BENE CHE I RAGAZZI STESSI NE DISCUTESSERO IN UNA MAILING LIST?
  1. CON QUALE CRITERIO DI TEMPO INSERIREMO I TERMINI NEL DATABASE: PARTIAMO PRIMA NOI O INSIEME AGLI ALTRI ISTITUTI DELLA CITTÀ?
  1. CHE SENSO HA FARE IN RETE UN DIZIONARIO A MO' DI ARCHIVIO DA CONSULTARE?
  1. COSA CI RESTA ANCORA DA FARE?

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