t.me/multipolare

 

 

Edizione luglio-dicembre 2024

Pubblicizza questo libro come credi, anche facendone oggetto di commercio, ma se lo modifichi non attribuire a me cose che non ho mai detto, a meno che tu non pensi di contribuire alla causa di un socialismo davvero democratico.

 

 

MIKOS TARSIS

 

 

 

IN CHE MONDO VIVIAMO

 

DIARIO DEL 2024

 

(luglio-dicembre)

 

Nel mezzo del caos c’è anche l’opportunità.

 

Sun Tzu

 

 

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Nato a Milano nel 1954, laureatosi a Bologna in Filosofia nel 1977,

già docente di storia e filosofia, Mikos Tarsis (alias di Enrico Galavotti) si è interessato per tutta la vita a due principali argomenti:

Umanesimo Laico e Socialismo Democratico, che ha trattato in homolaicus.com e ora in t.me/multipolare.

Per contattarlo:

info@homolaicus.com

Sue pubblicazioni su Amazon.it


 

Premessa

 

 

 

Qui per “mondo” s’intende una categoria metafisica, in maniera analoga all’uso che ne viene fatto nel IV vangelo. “Mondo” è tutto ciò che non dovrebbe essere e che purtroppo è.

Contro questo tipo di “mondo” non basta però un atteggiamento metafisico, come quello del vangelo, là dove il Cristo dice, nella maniera più astratta possibile, e quindi più illusoria: “Io ho vinto il mondo”.

Noi non abbiamo vinto niente, proprio perché abbiamo bisogno di un atteggiamento politico, e in previsione si deve anche pensare a uno militare (“chi non ha una spada, venda il mantello”). In ogni caso, considerando come il suo corpo venne trattato dagli occupanti romani, è da escludere che Cristo fosse un “metafisico”.

Con questo tipo di “mondo” lo scontro può essere durissimo, in quanto il nemico è superarmato, mente di continuo ed è abituato a vivere corrotto e sommamente cinico. Può sferrare qualunque tipo di colpo, sul piano sia materiale che mediatico.

Questo è un “mondo” da abbattere, con le buone o, se necessario, con le cattive, poiché sta rendendo impossibile la vita su questo pianeta. E non necessariamente ci riferiamo al solo mondo occidentale. Capitalismo privato o statale, socialismo statale o mercantile, teocrazia islamica o di qualche altra religione: per noi è tutto “mondo” da superare.

Non dobbiamo averne paura, poiché chi lo gestisce, o meglio, chi lo governa è un’infima minoranza all’interno del genere umano. I popoli infatti sono una cosa, gli statisti un’altra, anche se i popoli subiscono enormemente i condizionamenti dei vertici, tanto che alla fine si fa fatica a distinguerli.

Dobbiamo solo convincerci che un “mondo” così può solo essere odiato. Chi si volge indietro, rimpiangendo qualcosa cui ha dovuto rinunciare, verrà trasformato in una statua di sale.

Questo “mondo” non può offrire nulla che ci possa servire per realizzare un’alternativa concreta, praticabile. Noi abbiamo bisogno di un altro “mondo”, totalmente diverso, non in un’altra dimensione – come aspiravano i primi cristiani – ma in questa dimensione terrena. Per volerlo, bisogna essere disposti a qualunque sacrificio.

L’importante è che già nel mentre avviene la lotta, si sia capaci d’essere diversi, si sia capaci di porre le basi, morali e materiali, per un mondo migliore, più umano e naturale.

Si faccia però attenzione: questo è un diario di scrittura quotidiana, non vi si fanno analisi geopolitiche, neanche in maniera superficiale. Non si delineano strategie di lotta. Si lanciano soltanto degli input che andrebbero approfonditi successivamente. Per cose del genere non ci si è sentiti in obbligo di citare neppure le fonti. Questo non è un libro per intellettuali, ma per gente comune, che è poi quella meglio preposta a impegnarsi fattivamente per il bene comune.


 

Luglio

 

 

 

17 luglio

 

Ieri sera siamo andati a mangiare al festival dell’Unità e ad ascoltare un dibattito sul tema dell’autonomia differenziata. Naturalmente si criticava la legge approvata in parlamento e si proponeva un referendum abrogativo.

Sarà l’età, il caldo, le sedie scomode, le zanzare, ma non riesco più a sopportare i soliti discorsi contro la secessione delle Regioni ricche, le disuguaglianze tra nord e sud, il ritorno all’Italia delle Signorie e compagnia cantando. La sinistra non sa proporre un’alternativa alla concezione di autonomia che ha la destra, se non ribadendo i princìpi costituzionali, che però non applichiamo da un bel pezzo.

È da quando abbiamo fatto l’unificazione che l’Italia è diventata uno Stato centralizzato, dove i poteri forti fanno il bello e il cattivo tempo. Da allora le popolazioni hanno avuto, di tanto in tanto, dei sussulti di consapevolezza in cui han dimostrato che non sono delle pecore, ma nel complesso continuiamo a belare, accontentandoci di poter trovare sufficiente erba per campare.

Per me qualunque discorso politico che non parta dalla completa autogestione dei Quartieri, è insensato. Tutti i Comuni sono divisi in Consigli di quartiere, i quali però non contano assolutamente nulla. Gli stessi Comuni devono sottostare ai diktat di enti territoriali superiori. Oggi persino il nostro Stato nazionale è subordinato all’Unione Europea, e questa si pone come “colonia” americana.

Viviamo in sistemi nettamente autoritari, dove ciò che conta è la proprietà di qualcosa di fondamentale, e poi parliamo di democrazia. Per me la democrazia o è diretta, immediata, circoscritta localmente, partecipata da persone reali, le cui azioni van tenute costantemente sotto controllo, o non esiste.

Quando nei social parlo di queste cose, mi etichettano di anarco-primitivismo. In effetti son convinto che gli umani della preistoria stessero meglio che nella “storia”. Rimpiango i tempi delle foreste e penso che l’errore più grande che abbiamo compiuto sia stato quello di avventurarci nelle savane e di metterci a costruire delle civiltà che, in fondo, sul piano umano, non valgono niente.

Sembra che il nostro destino non sia quello d’imparare a far bene le cose giuste, ma soltanto quello di capire che cosa non dobbiamo fare.

 

*

 

La Cina ha sospeso le consultazioni con gli Stati Uniti sul controllo degli armamenti e sulla non proliferazione a causa della vendita di armi da parte di Washington a Taiwan.

Mi chiedo però se siano abbastanza furbi da far vedere che la guerra contro gli USA sono gli stessi USA a volerla. Non è facile arrivare alla perfidia occidentale. Non solo, ma una volta che ci si è arrivati, si è poi in grado di tornare semplici come colombe?

 

18 luglio

 

Oggi la mia auto ha battuto un record. Quando vi sono entrato la temperatura era 42,5°. Roba da sauna. Poi si è stabilizzata a 39°.

Ho pensato subito a quel disgraziato che, al parcheggio, sotto il sole, ha dimenticato la figlia in macchina. Essendo molto piccola, si è disidratata in poche ore. È l’undicesimo caso in 25 anni. La seconda dopo l’entrata in vigore dell’obbligo, per i seggiolini, di avere dei sistemi anti-abbandono per i bimbi fino ai quattro anni di età.

Per fortuna non ho mai avuto bisogno di questo segnalatore, però mi rendo conto che con un’afa del genere si può anche cadere in una tragica amnesia. In fondo è un attimo. Non si interiorizza che in macchina non si è soli. Forse perché il figlio non parla, forse ha un ciuccio in bocca, forse è accesa la radio, forse siamo stressati per il traffico o il lavoro... Facciamo delle auto sempre più tecnologiche, però qui siamo gravemente deficitari. Da qualche parte ho letto che in alcune città la scuola, se non vede arrivare il bambino cui era destinata, telefona a un genitore. Forse meglio di un’app una telefonata.

 

*

 

La rivista tedesca “Compact” è stata chiusa dopo un’intervista a Maria Zakharova, in cui erano state dette due cose: la Germania non riceve il gas russo proprio perché gli USA non vogliono; la Russia non ha mai interrotto in modo proattivo le forniture di gas all’UE. La rivista sosteneva anche la revoca delle sanzioni.

I tedeschi si sono bevuti il cervello. Erano i più ricchi d’Europa; oggi, a distanza di un biennio, rischiano di diventare i più poveri. Una volta, al tempo del nazismo, erano i più aggressivi; oggi fan la parte delle pecore. Soffrono di sensi di colpa nei confronti degli ebrei, ma non riescono a capire che in Israele i sionisti sono nazisti come lo erano loro. Tant’è che il loro parlamento ha votato una risoluzione contro la nascita dello Stato palestinese. Non c’è solo Netanyahu.

Anzi, lo stesso ministro israeliano per la sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, si è vantato di fronte ai membri arabi della Knesset di aver ordinato al governo di demolire le case palestinesi. Ha detto che approverà ulteriori demolizioni delle comunità palestinesi nel Negev, sostenendo che sono illegali. Gente così capisce solo i rapporti di forza: inutile mettersi a discutere.

Da notare però che i tedeschi vogliono di nuovo alzare la cresta. Secondo il progetto di bilancio 2025 i loro aiuti all’Ucraina saranno ridotti a 4 miliardi di euro, rispetto agli 8 miliardi di quest’anno. Le ragioni sono due: contano di utilizzare i proventi dei beni russi congelati, e mirano a investire il 2% del PIL in armi. Due cose che invece di esaltarli, li condanneranno ancor più alla disfatta.

 

19 luglio

 

Ieri sera al festival dell’Unità c’era Francesco Boccia, che di sicuro non ho promosso. Infatti non riesco più a sopportare le lagnanze nei confronti dello Stato centralista, quando poi non si fa niente per sostenere concretamente l’autonomia degli enti locali.

Ancora non si è capito che se la gente non paga le tasse o elude il fisco, è perché sa benissimo che i propri soldi finiscono nel pozzo di san Patrizio (quello di Orvieto).

Non c’è senso del bene comune proprio perché non esiste uno Stato ideale che possa rappresentare tale bene. Lo Stato è composto da una banda a delinquere che governa in maniera collusa alla criminalità organizzata, composta da soggetti ultraprivilegiati che tutelano i poteri forti e che in politica estera dipendono completamente dagli americani.

Uno Stato del genere meno poteri ha, meglio è per tutti. Altro che premierato! Poi se a livello locale o regionale si formeranno nuove forme di autoritarismo, troveremo il modo di difenderci. Ma da questo Stato come ti difendi? E da quel super-Stato chiamato Unione Europea? E da quei fondi finanziari che vanno al di là di qualunque entità geografica?

 

*

 

Il piano di pace di Orbán:

- L’UE, gli USA, la Cina e la Turchia sono in grado di influenzare la fine del conflitto in Ucraina.

- L’UE dovrebbe rivolgersi alla Cina per organizzare la prossima conferenza di pace sull’Ucraina.

- La Cina continuerà i suoi sforzi per raggiungere la pace in Ucraina.

- L’UE deve ripristinare i canali diplomatici di comunicazione con la Russia.

- L’UE può iniziare da zero, sostituendo l’approccio bellicoso in stile americano con uno più pacifico.

Cosa c’è che non funziona in questo piano? Gli statisti della UE, che lo boicotteranno in tutte le maniere.

 

*

 

Il capo di stato maggiore delle forze armate serbe, generale Milan Mojsilovich, ha incontrato l’addetto militare russo Gennady Mozhaev e ha dichiarato che la Serbia è pronta a collaborare con la Russia nella sfera militare. Non si capisce però perché la Serbia voglia entrare nella UE e non nei BRICS.

 

20 luglio

 

La Corte di giustizia europea ha certificato così le colpe della corrotta von der Leyen: “I contratti sottoscritti dalla Commissione Europea per l’acquisto di vaccini contro il Covid-19 contengono delle irregolarità. Nello specifico, la decisione di Bruxelles di secretare diverse sezioni di questi contratti, come quelle relative alle responsabilità delle case farmaceutiche per eventuali danni derivanti dalla somministrazione dei vaccini, va annullata e le parti coperte dal segreto vanno rese pubbliche”.

È un po’ ridicolo che una guerrafondaia come questa debba essere accusata soltanto di un reato di tipo giuridico. Ma in occidente meglio di così è impossibile. Da un parlamento che già nel suo primo atto conferma a larghissima maggioranza (495 voti a favore, 137 contrari e 47 astenuti) l’intenzione di dichiarare guerra alla Russia, non è possibile aspettarsi di più.

Comunque la mentitrice seriale è stata rieletta coi voti socialisti e verdi, anche se tra contrari e astenuti quasi 300 persone su 700 non la soffrono. Anzi, se si sommano tutti i voti della coalizione pro bono sua, avrebbe dovuto avere 450 voti. Non le sarà facile spadroneggiare come nel mandato precedente, soprattutto se negli USA verrà eletto Trump. Il vicepresidente, J. D. Vance (ultrasionista e sinofobo), ha già detto che si oppone agli aiuti militari all’Ucraina. Lo stesso Trump ha ribadito che non difenderà i Paesi che non riusciranno a raggiungere gli obiettivi di spesa per la difesa della NATO. In pratica gli USA stan dicendo che mentre loro combatteranno la Cina, la UE dovrà farlo da sola con la Russia. E Vance l’ha detto chiaro e tondo: è preferibile un conflitto prossimo con Pechino piuttosto che tra 10-15 anni, quando le capacità militari della RPC saranno notevolmente accresciute. E per lo scontro con la Cina non si può fare a meno dell’appoggio indiano (non a caso Vance è in ottimi rapporti con la lobby indiana a Washington).

 

21 luglio

 

Non so quando e dove sia nata la leggenda che i girasoli si muovano là dove si trova il sole. In realtà la mattina guardano il sole verso est, come se fossero soldati di un grande esercito. Ma il pomeriggio, quando il sole è dall’altra parte, non si girano affatto, ma tengono la testa china, come un esercito di oranti. Sembrano le statue dell’isola di Pasqua.

Sono bellissimi, di grandezza e altezza diverse, ma tutti più alti di me, con un bel fusto. Preferendo l’est, la loro corolla emette più velocemente il polline per gli insetti e i semi diventano tantissimi.

Forse han capito che ovest vuol dire “decadenza”.

 

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L’arsenale nucleare cinese di 410 testate è minuscolo rispetto alle 5.244 degli Stati Uniti. Se la Cina non è appoggiata dalla Russia, non ha scampo. I missili a bordo delle navi da guerra USA superano di cinque a uno quelli della marina cinese. Washington spende 156 miliardi di dollari all’anno per le sue 800 basi militari in Paesi stranieri, di cui circa 400 circondano la Cina, che non dispone di alcuna proiezione di forza globale militare.

 

22 luglio

 

Richard Grenell, ex ambasciatore americano a Berlino sotto Trump e ora suo stretto confidente (potrebbe anche diventare segretario di Stato se Trump vincesse le elezioni), spiega in un’intervista che il gasdotto Nord Stream 2 è uno dei motivi della guerra in Ucraina. Questo perché la Merkel non volle smettere di usare il suddetto gasdotto.

Adesso è colpa della Germania per questi furbastri americani. Come dire: “Ve la siete cercata. Non saremmo mai intervenuti in Ucraina se aveste rotto i rapporti commerciali con Mosca.” E altre scemenze del genere, che esonerano gli yankees dall’assumersi l’onere delle loro responsabilità.

 

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Lo psicologo militare Andriy Kozinchuk ha detto che anche se gli ucraini perdono, tra morti e feriti, mille militari al giorno, l’ordine è sempre quello di resistere a tutti i costi.

Era esattamente quello che chiedeva Hitler ai militari tedeschi davanti alla controffensiva russa presso Stalingrado.

 

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Che sta succedendo negli USA? Musk ha detto che gli USA stanno fallendo. Il direttore esecutivo della Banca Mondiale ha detto che sia questa banca che il FMI verranno presto controllati dai BRICS. La direttrice dei servizi segreti, Kim Cheatle, ha ammesso sotto giuramento di aver indebolito di proposito i dettagli della sicurezza di Trump. Sembra che una guerra civile sia alle porte. Generalmente gli americani anticipano il loro destino attraverso i film: Civil war è l’ultimo della serie catastrofista. Di sicuro non sono gli attori cinematografici che parlano come i presidenti ma il contrario.

 

23 luglio

 

Secondo un recente sondaggio, condotto congiuntamente dalla Democratic Initiatives Foundation e dal Razumkov Center for Political and Economic Studies, solo il 40% degli ucraini si identifica con l’Europa occidentale. Anzi il 53% dei cittadini non si considera nemmeno europeo.

I sentimenti di “identità europea” non hanno mai raggiunto le regioni a maggioranza russa o semplicemente con una maggiore diversità etnica.

La maggior parte degli ucraini è scettica sulla capacità dell’Europa di migliorare la situazione politica e militare del Paese.

Ai giovani ucraini è stato insegnato che la loro storia comune con la Russia è stata solo un periodo di “occupazione”, mentre l’Ucraina è un Paese “europeo” che ha raggiunto la sua effettiva “indipendenza” dopo il 2014. Questo lavaggio del cervello è stato efficace per fanatizzare vari gruppi nazionalisti e approfondire il neonazismo nel Paese, ma sembra che tra la gente comune questo mito fascista non sia ancora così popolare.

Solo il 37% degli intervistati ha fiducia nelle autorità americane. Con l’intensificarsi del conflitto la gente comincia a rendersi conto che il proprio Paese viene gettato in una situazione di caos, miseria e catastrofe umanitaria proprio a causa dell’interventismo americano.

 

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Le banche in Germania stanno chiudendo sempre più spesso i conti correnti di pubblicisti e società di media critici nei confronti del governo. Non danno spiegazioni. Son finiti quei tempi in cui i tedeschi davano lezioni di moralità a noi italiani.

Sempre dalla Germania è recente la news che non pubblicherà i risultati provvisori delle indagini sulle esplosioni del Nord Stream.

Il governo ha soltanto ammesso che, alla vigilia degli attacchi terroristici, le autorità tedesche “non avevano garantito una sicurezza speciale” a questi gasdotti.

Berlino, in teoria, non esclude nessuna versione di quanto accaduto, ma rifiuta di collaborare con Mosca.

Insomma Scholz guida un branco di ipocriti.

 

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Le 14 fazioni palestinesi di Hamas e Fatah hanno firmato a Pechino un accordo per porre fine alla divisione e rafforzare l’unità palestinese.

L’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) è l’unico rappresentante legittimo di tutto il popolo palestinese. Ruolo della Cina assolutamente determinante. Strano però che la Russia sia così assente. È probabile che si muova dietro le quinte.

 

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Il programma inglese di deportazione in Ruanda è stato “il più grande spreco di denaro dei contribuenti”, ha detto Yvette Cooper.

Infatti il precedente governo ha speso l’incredibile cifra di 700 milioni di sterline (903,8 milioni di dollari) per questa politica, inclusi 290 milioni di sterline (374,5 milioni di dollari) in pagamenti al Ruanda, noleggiando voli mai decollati, detenendo e rilasciando richiedenti asilo, deportando solo quattro migranti e impiegando oltre 1.000 dipendenti pubblici per supervisionare il programma dei conservatori.

Tuttavia sostituire il programma per il Ruanda con raid violenti e una maggiore militarizzazione delle frontiere è la stessa cosa.

 

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Gli USA vogliono la “libertà di navigazione” per le navi da guerra nel Mar Nero, scrive il giornale turco “Cumhuriyet”.

Non solo, ma, oltre al fronte occidentale aperto contro la Russia attraverso l’Ucraina, l’America vuole aprirne uno meridionale attraverso l’Armenia.

Tuttavia la Convenzione di Montreux è un accordo volto a limitare la “libertà di navigazione” delle navi da guerra proprio in nome della sicurezza del Mar Nero. Per le navi da guerra nel Mar Nero non esiste la “libertà di navigazione”, ci sono le “restrizioni alla navigazione”.

Da 75 anni gli USA cercano “porte aperte” per un ingresso “senza ostacoli” in questa zona acquatica, anche perché il Mar Nero è un obiettivo strategico d’importanza decisiva nella “nuova cortina di ferro” che va dall’Oceano Artico al Mediterraneo orientale.

 

24 luglio

 

Il presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Mike Johnson, ha detto: “Chiunque interrompa il discorso del primo ministro Netanyahu al Congresso sarà arrestato. Israele è il più grande alleato degli Stati Uniti”.

È quindi evidente che la morte dell’uno comporterà la morte dell’altro. Probabilmente Israele morirà per primo, perché completamente circondato da islamici. Già adesso 46.000 imprese sono state costrette a chiudere a causa della guerra in corso. Il Paese è al collasso e si regge in piedi solo grazie alla stampella americana.

 

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Per ammissione di suo padre, Kamala Harris è una discendente di uno degli Hamilton Brown, tra i maggiori proprietari/commercianti di schiavi della storia giamaicana. Infatti non è afroamericana, in quanto sua madre è indiana orientale e suo padre giamaicano.

Se lei va al potere, perderanno il posto Lloyd Austin, Antony Blinken e Jake Sullivan, ma non cambierà nulla quanto alla politica filosionista, antirussa e anticinese.

 

25 luglio

 

Netanyahu ha chiesto agli USA appoggio incondizionato per la guerra totale in Medio Oriente. Ha paragonato la guerra di Israele contro Hamas e l’Iran alla guerra tra il Bene e il Male.

In tempi normali un discorso come questo verrebbe considerato il delirio di un fanatico. Invece nell’epoca che viviamo, in cui il fanatismo ha preso il sopravvento a tutti i livelli e la normalità è vista con grave sospetto, ha suscitato una standing ovation. D’altra parte gli americani sentono di avere un “destino manifesto” di stampo messianico, rivolto all’intero pianeta.

 

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È atterrato in Slovacchia il primo di 14 nuovi caccia F-16 provenienti dagli USA. Entro due anni arriveranno gli altri. Sostituiranno i 13 MiG-29 di fabbricazione sovietica concessi all’Ucraina. Il contratto è di 1,8 miliardi di dollari. Gli USA utilizzeranno le basi aeree di Malacky Kucina e Sliac per 10 anni. In cambio si sono impegnati a investire 100 milioni di dollari nella modernizzazione delle infrastrutture di difesa della Slovacchia, il cui governo è convinto di rendere il Paese più forte di fronte a un attacco da parte russa.

Ecco a cosa è servita la guerra in Ucraina: ad arricchire l’industria bellica americana. In Europa facciamo a gara a chi si lascia asservire di più.

 

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Ungheria e Slovacchia minacciano Kiev di azioni legali per aver impedito che la compagnia russa Lukoil fornisse petrolio alla UE attraverso l’oleodotto Druzhba, l’ultima via rimasta per le forniture di greggio russo all’Europa. Ogni giorno circa 300.000 barili di petrolio venivano pompati verso l’Europa attraverso gli oleodotti ucraini. La Slovacchia fa la debole con gli USA e la forte coi deboli.

 

26 luglio

 

Stellantis ha interrotto la produzione di veicoli elettrici nello stabilimento di Mirafiori vicino a Torino, mentre Volkswagen questo mese ha avviato una procedura che potrebbe portare alla chiusura di uno stabilimento in Belgio che produce l’Audi Q8 e-tron elettrica. Un altro fornitore francese di automobili, Vale, sta cercando acquirenti per due stabilimenti.

Le auto elettriche sono un flop in Europa. Troppo costose, troppo pericolose, per niente competitive rispetto a quelle cinesi.

La Cina non solo ha imparato molto in fretta da noi, ma ci sta nettamente superando. Hanno persino creato una tecnologia per copiare le persone in 3D: cloni esatti sotto forma di bambola in soli 10 secondi.

D’altra parte avevamo già notato le loro straordinarie capacità con altre potenze asiatiche: Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Hong Kong… Il problema però è che stanno diventando come noi.

 

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L’ex capo dell’FBI ha confermato che l’FBI era a conoscenza in anticipo degli attacchi dell’11 settembre alle Torri Gemelle e non ha fatto nulla per impedire che ciò accadesse.

Il terrorismo serviva non solo per scatenare guerre nel mondo, ma anche per privare gli americani dei loro diritti.

Gli aerei non potevano buttare giù gli edifici, se questi non fossero stati minati dall’interno. Da noi Mazzucco l’ha dimostrato ad abundantiam. Ormai l’unico a non crederci è quella nullità di Mentana.

 

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L’agenzia Fitch ha declassato il rating creditizio dell’Ucraina da “CC” a “C”, il che significa che un default si è già verificato o è imminente.

La decisione è stata presa a causa di un nuovo accordo di ristrutturazione del debito con gli obbligazionisti. Le obbligazioni internazionali in circolazione dell’Ucraina han ridotto il loro valore del 37%.

Che questo sia un Paese fallito lo si sapeva da un pezzo. Non a caso la UE voleva annetterselo a poco prezzo, per sfruttarne tutte le sue risorse agricole e minerarie. Ora però si è messa di mezzo la Russia, che si è già presa quasi tutto il Donbass, il cuore industriale di quel Paese.

 

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Ha detto Scott Ritter, ex ufficiale dell’intelligence statunitense, al “Global Times”: “Poiché gli USA non possono competere economicamente con la Cina, cercano di muoversi dove credono di avere un vantaggio, ovvero nello scontro militare, che può essere anche nucleare”.

È strano che non ci si sia accorti in tempo che la democrazia americana è un bluff colossale. Che gli esseri umani siano però molto limitati lo si è visto anche in Russia, quando han lasciato sopravvivere lo stalinismo per 70 anni, salvo le brevi parentesi di Krusciov e Gorbaciov.

 

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Nella cerimonia di apertura dei XXXIII Giochi olimpici di Parigi, il Comitato Olimpico Internazionale, disattendendo una tradizione di neutralità che risaliva all’antica Grecia, ha impedito agli atleti russi e bielorussi di partecipare ai giochi con le proprie bandiere e i propri inni nazionali e ha vietato loro di gareggiare negli sport di squadra.

Un motivo in più per non seguirle, anche se alla fine sarà impossibile non farlo. Comunque escludere la Russia e includere Israele, che sta compiendo un genocidio a Gaza, è sintomatico del livello di moralità che abbiamo in occidente.

 

27 luglio

 

La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi ha mostrato il crollo della civiltà e della cultura cristiana nell’Europa occidentale: transessuali e drag queen hanno raffigurato in forma parodistica l’Ultima Cena.

Testo della canzone che conclude la scena: “Né ricchi né poveri quando torniamo ad essere completamente nudi. Indipendentemente dal fatto che siamo magri o grassi, siamo semplicemente nudi. Viviamo come siamo nati”.

Insomma questa è la nuova normalità. Non si rendono conto che i primitivi erano nudi perché tutta la società era trasparente. Oggi, con l’ipocrisia che ci caratterizza, apparire nudi è solo una forzatura che ci rende ancora più ipocriti. “Il re è nudo” solo un bambino può dirlo, e solo se ha una certa età, perché poi fa presto a corrompersi.

 

28 luglio

 

Il governo laburista britannico di Keir Starmer non intende porre obiezioni formali di fronte alla Corte Penale Internazionale contro i mandati di arresto spiccati mesi fa nei confronti del premier israeliano, Benyamin Netanyahu, e del ministro della Difesa, Yoav Gallant.

Tutto qui? Se smettesse di assicurare ai neonazisti ucraini tutto l’appoggio militare possibile, non sarebbe meglio? Possibile che tra laburisti e conservatori non vi sia alcuna differenza sostanziale?

La cosa strana è che ha sposato nel 2007 Victoria Alexander, un’avvocata di origine ebraico-polacca, e ha un figlio e una figlia cresciuti nella religione ebraica. Che sia uno di quelli che sa distinguere ebraismo da sionismo? Dicono però che si sia intascato una donazione di 50.000 sterline proprio dalle lobby sioniste inglesi pro-Israele. Ma in Facebook è difficile distinguere il vero dal falso.

 

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Il ministro dell’Energia israeliano, Eli Cohen, ha dichiarato che “il Libano dovrebbe bruciare” dopo l’attentato che ha ucciso 12 giovani nella cittadina druso-israeliana di Majdal Shams, nelle alture siriane del Golan occupate da Israele. “Quale crudele organizzazione terroristica spara a dei bambini che giocano?”.

Incredibile che non abbia speso una parola sulle decine di migliaia di bambini che lo stesso Israele da molti mesi sta eliminando a Gaza. Senza poi considerare che gli islamici del Libano dovrebbero essere pazzi a buttare missili sulla testa di altri islamici del Golan.

Sempre a proposito di Israele, Netanyahu ha proposto la creazione di un nuovo blocco militare in stile NATO in Medio Oriente, soprannominato “Alleanza di Abramo”, affermando che la coalizione, schierata esplicitamente contro l’Iran, includerebbe Israele, gli Stati Uniti e qualsiasi Paese arabo amico di Israele che desideri unirsi.

Questo ancora non ha capito che il destino di Israele (e ancor più il suo come statista) è appeso a un filo.

 

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I volumi d’importazione del petrolio russo da parte dell’Ungheria sono diminuiti di 1/3 rispetto a giugno. Motivo? Kiev sta imponendo il divieto di transito alla compagnia petrolifera russa Lukoil, che invia circa il 50% del suo petrolio in Ungheria e Slovacchia attraverso il ramo meridionale dell’oleodotto Druzhba. La UE aveva esentato dalle restrizioni antirusse Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, essendo privi di sbocco sul mare e quindi in una condizione di maggiore difficoltà nel diversificare le loro fonti energetiche.

Se la UE sostiene l’Ucraina contro altri Stati già inclusi nella UE, le conseguenze saranno pesanti. Infatti dovrebbe anzitutto tutelare chi già ne fa parte. Anche da questo si capisce quanto siamo colonia degli USA.

 

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Da un paio di settimane in Bangladesh si susseguono importanti manifestazioni. Gli studenti, opponendosi a una legge che prevede una serie di facilitazioni alle famiglie dei reduci della guerra di liberazione dal Pakistan, si sono scontrati duramente con polizia ed esercito. L’epicentro della rivolta è stata l’Università di Dacca. Al di là della contestata legge, è evidente che anche il Bangladesh affronta gravi problemi di disoccupazione giovanile.

Ottavo Paese più popoloso del pianeta, con 170 milioni di abitanti, il Bangladesh ha un’età media molto bassa e una popolazione concentrata principalmente nell’area urbana di Dacca, che ha una densità abitativa altissima, con 45.000 abitanti per kmq. Finora si registrano 160 morti, oltre a migliaia di feriti, manifestanti scomparsi, casi confermati di torture, anche ai danni dei giornalisti. Il governo ha chiuso Internet, ma così facendo ha contribuito ad aumentare il caos.

Oltre alle manifestazioni nella capitale, ci sono stati blocchi delle autostrade e delle ferrovie, attacchi alle stazioni di polizia, tentativi di invasione delle sedi delle TV, e la liberazione di detenuti dal carcere: tutti eventi che danno l’idea di una situazione quasi insurrezionale. Almeno a partire dal 2006, nel Paese si è verificata una lunga serie di scioperi nelle fabbriche, in particolare nel settore tessile.

 

29 luglio

 

Erdoğan ha detto che la Turchia può entrare in Israele “proprio come siamo entrati nel Karabakh e in Libia”.

Queste frasi a vuoto non le capisco molto. Un nostro proverbio dice “can che abbaia non morde”. Sembrano minacce a uso interno, per far vedere che il Paese può avere una proiezione di potenza in politica estera senza alcun problema. Di fatto la Turchia non sta facendo assolutamente nulla contro Israele.

 

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Sergei Marchenko, capo del Ministero delle finanze, ha detto che l’Ucraina ha un buco nel bilancio statale di 500 miliardi di grivna e che la situazione resterà molto critica anche per tutto il 2025.

Cosa aspettano a chiedere la pace non si sa. È evidente che un Paese del genere, non avendo più alcuna autonomia economico-finanziaria, non può averne una neppure sul piano politico-militare.

 

30 luglio

 

Italia e Cina firmano un piano d’azione triennale per rafforzare i legami economici, attuare gli accordi precedenti ed esplorare nuove forme di cooperazione.

Che sta facendo la Meloni? Ha rinunciato alla Via della Seta nel dicembre 2023, e ora ci ha ripensato? Se in cambio pretende che la Cina si metta contro la Russia, è ridicola. E cosa dirà il resto della UE, così assurdamente anticinese?

Oppure ha capito che le sanzioni antirusse non servono a niente e sta chiedendo alla Cina d’intervenire per porre fine al conflitto in Ucraina? Magari ha letto il “Times”, là dove scrive che nella classifica dei Paesi più industrializzati del mondo la Russia è salita all’ottavo posto, mentre la Gran Bretagna è scesa al dodicesimo. Ma davvero pensa che la Cina si metta contro la Russia, quando, se scoppia la guerra per la questione di Taiwan, difficilmente la Cina vincerà senza l’aiuto russo?

Dice Alberto Forchielli a proposito del viaggio della Meloni a Pechino: “La Cina è un Paese nemico e va trattato come tale. Sostiene la Russia e per questo non bisognerebbe andare a casa dei nemici a firmare accordi, anche se si tratta di intese banali e irrisorie. Non dobbiamo andare lì con il cappello in mano, dopo tutto quello che sta succedendo in Ucraina. Dovremmo aspettare noi che sia la Cina a venire a cercarci.”

Questo ancora non ha capito che ormai la UE non conta più niente, che l’Italia, rinunciando alla Via della Seta, s’è data la zappa sui piedi, e che la Russia non ha bisogno della Cina per vincere la guerra in Ucraina.

 

*

 

Per attuare un minimo di coesistenza pacifica, occorrerebbe quanto meno:

1- chiudere le basi militari all’estero, di cui Stati Uniti e Regno Unito ne detengono di gran lunga il maggior numero;

2- rinunciare alle operazioni segrete di cambio di regime e alle misure economiche coercitive unilaterali, che rappresentano gravi violazioni del principio di non interferenza negli affari interni di altre nazioni;

3- aderire, da parte di tutte le potenze nucleari (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord), all’art. VI del Trattato di non proliferazione nucleare;

4- impegnarsi a non rafforzare la propria sicurezza a scapito della sicurezza altrui (come previsto dalla Carta dell’OSCE);

5- proteggere i beni comuni globali e fornire beni pubblici globali.

Vediamola in un’altra maniera. Quali princìpi dovremmo adottare per contribuire alla pace perpetua?

1. Rispetto di tutte le nazioni per l’integrità territoriale, la sovranità politica, l’indipendenza economica e l’autodeterminazione dei popoli.

2. Mutua non aggressione e coesistenza pacifica di tutte le nazioni, a prescindere dal regime sociale e politico scelto.

3. Mutua non interferenza di tutte le nazioni negli affari interni di altri Paesi (ad esempio attraverso operazioni di cambio di regime o sanzioni unilaterali).

4. Uguaglianza e vantaggi reciproci nelle interazioni tra le nazioni.

5. Risoluzione di conflitti bellici tramite organi internazionali rappresentativi del mondo intero.

6. Rinuncia totale e definitiva a qualunque arma di distruzione di massa.

 

31 luglio

 

Le nuove disposizioni del ddl Nordio prevedono, assurdamente, l’abrogazione dell’abuso in atti d’ufficio, l’annacquamento della pena per il traffico di influenze, e l’istituzione di percorsi di carriera separati per magistratura requirente e magistratura giudicante, con la prima che corre il rischio di divenire un mero strumento nelle mani dell’autorità esecutiva. Molto discutibile anche la inappellabilità del verdetto di assoluzione in primo grado per evasione fiscale, ricettazione e truffa.

Non solo, ma il governo vuole compensare il fallimento dell’istituzione carceraria con un’amnistia generale, per avere meno spese e più voti.

Poi dicono che non c’è nessuna differenza tra destra e sinistra.

 

*

 

Allora ricapitolando:

- Il Medio Oriente è una polveriera, Israele non si accontenta del massacro del popolo palestinese, ma fa di tutto per allargare la guerra in tutto il Medio Oriente (Libano, Siria, Iran e oltre...). Altro scenario da III guerra mondiale.

- In Ucraina continua la caccia all’ultimo ucraino, che forse sarà Zelensky.

- L’America Latina deve restare il giardino di casa degli USA, anche a costo di farlo diventare un deserto.

- La NATO deve espandersi nell’Oriente “Pacifico”, anche a costo di cambiare nome all’Oceano.

Il mio amico Belfiore, tanto simpatico quanto veritiero.


 

Agosto

 

 

 

1 agosto

 

Che senso ha?

Da un lato la UE pubblica regolamenti (come il recente Nature Restoration Law) sul ripristino della natura, e dall’altro non fa nulla per trovare soluzioni pacifiche alle guerre in corso, anzi fa di tutto per alimentarle. Vogliamo contrastare la perdita di biodiversità e non c’importa nulla di perdere vite umane.

 

*

 

Il governo ha ufficialmente messo in vendita l’ex Ilva di Taranto. Non si esclude la possibilità di vendere separatamente i singoli asset, ove l’offerta unica non risultasse congrua. Alternative a questa dismissione? Nessuna.

Cioè è giusto non anteporre il diritto al lavoro al diritto alla salute, in quanto non ha senso lavorare per ammalarsi di sicuro e far ammalare un’intera città. Ma nel capitalismo è impossibile vivere senza lavorare o senza avere introiti monetari sufficientemente garantiti.

 

2 agosto

 

In Italia mancano figure professionali soprattutto in ambito scientifico, eccezion fatta per la medicina. Invece son troppi i laureati in materie umanistiche, scienze politiche e sociali, lingue straniere e psicologia.

Questi dati statistici, più o meno, ricordo che esistevano già negli anni ’70. Quella volta si dava la colpa a Croce e Gentile, che detestavano le scienze esatte. Oggi a chi la vogliamo dare?

 

*

 

Si è fatta una gran polemica sull’incontro di boxe tra la nostra connazionale (arresasi dopo 46 secondi!) e l’algerina Khelif, che la Meloni ha accusato d’essere troppo mascolina.

In realtà la Khelif non è affatto invincibile. Se si legge quanto scrive Wikipedia, si scoprirà che è stata sconfitta molte volte. Insomma si ha l’impressione di una sceneggiata preparata a tavolino. E comunque resto dell’avviso che la boxe sia uno sport da abolire in quanto troppo violento.

 

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Il governo vieta la cannabis light, equiparata a quella non leggera. Duro colpo per gli oltre 10.000 occupati nel settore, che vale 500 milioni di euro. Così siamo svantaggiati rispetto ad altri Paesi europei che non applicano il divieto. Criticano la misura le associazioni di rappresentanza degli agricoltori: Cia e Coldiretti. L’emendamento rende infatti illegale tutta la produzione di canapa industriale, riguardante la produzione di infiorescenze in generale.

 

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“Il Governo ucraino disprezza il popolo ucraino e ha tutte le ragioni per farlo. In questo Paese le persone normali si contano sulle dita delle mani, il resto è una massa incolta e ignorante e Dio non voglia che questa massa prenda il potere”. Singolari dichiarazioni di Oleksy Arestovich, consigliere e portavoce del presidente Zelensky.

Forse per questo si è affermato il neonazismo: il popolo li ha lasciati fare per quieto vivere. Peccato che tra il popolo c’erano anche i filorussi del Donbass, che non erano affatto ignoranti, anzi avevano una tradizione di lotte operaie. Di qui l’esigenza di farli fuori...

 

3 agosto

 

L’aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv è crollato sotto un attacco informatico, che ha portato alla cancellazione di dozzine di voli in entrata e in uscita. I voli resteranno cancellati fino al 26 ottobre. Il Ministero dei Trasporti ha chiesto al Ministero della Difesa di iniziare a preparare aerei militari per assicurare il ritorno in patria dei cittadini israeliani bloccati all’estero.

Ma come, non erano gli israeliani i più esperti informatici del mondo! A quanto pare si possono usare tutti i missili che si vogliono, ma alla fine le guerre sono anche uno scontro invisibile, impalpabile. Verrà il giorno in cui ci si affiderà soltanto alle parole o ai gesti simbolici o semplicemente agli sguardi. Non credo però al pensiero, poiché solo fino a un certo punto si può entrare nella testa degli altri.

 

4 agosto

 

Ha detto il candidato presidenziale americano Robert Kennedy: “Alcune persone traggono vantaggio dal conflitto in Ucraina. Vi sono i grandi interessi finanziari di aziende come Black Rock, State Street, Vanguard, che già possiedono l’88% delle azioni dell’S&P 500. Ora acquistano tutte le case. E questo porta ovunque a un aumento dei costi immobiliari. Comprano tutti i terreni agricoli del nostro stesso Paese e corporativizzano l’agricoltura. E rappresentano una vera minaccia esistenziale per la democrazia. Controllano entrambi i partiti politici, danno soldi a entrambi, controllano tutte le compagnie militari. Hanno un contratto per distruggere l’Ucraina, e hanno anche un contratto per ricostruirla, e guadagnano soldi in entrambi i casi.”

Incredibile: anche gli americani si sono accorti di avere un’Idra a tre teste in casa propria!

 

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Ieri mi han fatto ridere i lanciatori del peso alle olimpiadi. Improvvisamente la pedana s’era bagnata a causa della pioggia. Nessun organizzatore era intervenuto. Gli atleti ovviamente scivolavano uno dietro l’altro, rendendo nulli tutti i loro lanci. Era impossibile non ridere al vedere omoni di oltre 100 kg stramazzare a terra. È raro alle olimpiadi un disservizio così assurdo. La cosa più strana però è stata un’altra: nessun atleta ha protestato. Nessuno è andato a dire ai giudici: “In queste condizioni io non lancio niente”. Hanno aspettato che i giudici ad un certo punto provvedessero da soli a rimuovere l’acqua dalla pedana. Ma ormai era tardi per migliorare se stessi. Anche da queste piccole cose si capisce quanto siamo pecoroni.

 

5 agosto

 

Prima della guerra attuale tra Israele e Gaza, un palestinese adulto doveva pagare all’Egitto 600 euro per espatriare in quel Paese (un bambino pagava 250 euro).

Oggi per un adulto ci vogliono 7.500-9.000 euro (per un bambino 5.000). Cifre assurde per chi ha perso tutto. E questa gente per espatriare si deve rivolgere a un’agenzia viaggi il cui proprietario è molto vicino ad Al Sisi.

Lo dice il giornalista Franco Fracassi.

È davvero grande la solidarietà tra correligionari. A quanto pare la stessa identica fede è impotente anche di fronte a un medesimo nemico.

 

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I caccia israeliani hanno preso di mira la scuola di Hamama a Gaza City, dove alloggiavano molte famiglie rifugiate. Edificio completamente distrutto e almeno una ventina di morti, tra cui come sempre donne e bambini.

La scuola è stata bombardata per tre volte e il secondo e terzo missile sono arrivati mentre le squadre di soccorritori e molti civili cercavano di salvare le vittime ed estrarre chi era già sotto le macerie.

Sono crimini deliberati, fatti di proposito, e studiati nei minimi dettagli. Già sono dei criminali nel bombardare una scuola, figuriamoci nel bombardare dove già hanno bombardato andando a centrare i soccorritori e altri civili che cercavano pezzi di braccio dei propri figli sotto le macerie.

Non ci sono parole nei confronti di crimini del genere. Infatti l’occidente tace come se nulla fosse.

 

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Il genocidio che stanno compiendo i sionisti a Gaza non sarebbe possibile se non ci fosse un concorso di colpa. Anche nel diritto penale è previsto che per certi reati la cooperazione di più criminali è inevitabile.

Qui bisogna soltanto stabilire, visto che siamo anche noi occidentali a fornire armi, addestramento, finanziamenti e copertura mediatica ai sionisti, quanto siamo colpevoli. In maniera diretta non siamo noi che ammazziamo i palestinesi, ma sarebbe assurdo negare che lo stiamo facendo in maniera indiretta. Dunque, se ci fosse un tribunale internazionale, dovremmo finire anche noi sul banco degli imputati.

Questo è un crimine collettivo, come quando si fa in gruppo una rapina in banca, ognuno con la propria mansione. Alla fine non dovrebbe esserci differenza tra chi entra in banca con una pistola in mano, e chi fuori tiene accesa l’auto per fuggire.

Si dice che la responsabilità penale è personale. È sbagliato: in certi casi può essere collettiva. Al massimo si possono stabilire diversi gradi di colpevolezza. Sotto questo aspetto penso che l’occidente collettivo, avendo la possibilità materiale d’impedire il genocidio, se non fa nulla, è più colpevole di chi materialmente lo compie.

Nella nostra giurisprudenza non è punibile chi si “limita” a non attivarsi per impedire la commissione di un reato. Ma quando è in atto un genocidio, cioè un reato gravissimo, chi non fa nulla dovrebbe essere considerato sempre colpevole.

 

6 agosto

 

“Il governo di transizione della Repubblica del Mali è rimasto scioccato nell’apprendere le dichiarazioni sovversive di Andriy Yusov, rappresentante ufficiale dell’intelligence militare ucraina, che ha riconosciuto il coinvolgimento dell’Ucraina nell’attacco codardo, infido e barbaro da parte di gruppi terroristici armati che ha causato la morte di membri delle forze di difesa e sicurezza maliane a Tinzahuaten, nonché danni materiali. Questi commenti sono stati rafforzati dal signor Yuriy Pivovarov, ambasciatore ucraino in Senegal, che ha dichiarato apertamente e inequivocabilmente il sostegno del suo paese al terrorismo internazionale, in particolare in Mali”.

“Dopo che l’Ucraina ha riconosciuto la sua partecipazione all’aggressione contro il Mali, il governo di transizione della Repubblica del Mali ha deciso di interrompere immediatamente le relazioni diplomatiche tra la Repubblica del Mali e l’Ucraina, il cui destino è stato purtroppo affidato a burattinai che confondono la scena internazionale con le impalcature teatrali”.

Queste sono dichiarazioni ufficiali, molto esplicite, molto coraggiose. Dire cose analoghe contro i nazisti ucraini per noi occidentali è impensabile.

 

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Il candidato di estrema destra González Urrutia, sconfitto da Maduro in Venezuela, è stato operativo nella CIA degli anni ’80 nel corso dell’operazione Condor a El Salvador. Vi furono torture e omicidi: ben 13.194 civili morirono, tra cui don Oscar Romero. Infatti nel mirino degli squadroni della morte vi erano persino le comunità afferenti alla teologia della liberazione. A quel tempo il presidente americano era Reagan. Lo dicono alcuni documenti declassificati della stessa CIA.

È questa l’alternativa che i nostri media sponsorizzano? Quelli son crimini contro l’umanità e quindi imprescrittibili. Possibile che per avere il petrolio del Venezuela l’occidente sia disposto a qualunque nefandezza?

 

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Gigantesche manifestazioni oggi in Venezuela per il legittimo presidente Maduro e per la rivoluzione bolivariana di Chavez.

Meno di 5.000 persone invece in piazza con la fascista Machado, che però diventeranno milioni sulla stampa occidentale, scorta mediatica al genocidio d’Israele e ai golpe nordamericani.

Ma il mondo sta cambiando e la signora Machado non riuscirà a ripetere le gesta di Pinochet, di cui è ammiratrice, e gli USA non riusciranno a rovesciare il governo del Venezuela, come facevano nel passato.

 

7 agosto

 

Anna Rita Morelli, 72 anni, è stata trovata morta questa mattina all’interno della sua auto a Roma. Il marito, in stato di fermo nella caserma dei carabinieri, ha confessato l’omicidio. I coniugi si stavano separando.

Da notare che la stragrande maggioranza dei femminicidi si basa su questa dichiarazione: “se mi lasci, t’ammazzo”. Come se la legge sul divorzio non esistesse neppure. Una volta il maschilismo si esprimeva diversamente: “se non me la dai, ti lascio”.

 

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Il 55% degli americani si oppone all’invio di truppe statunitensi per difendere Israele se venisse attaccato dai Paesi vicini. Solo il 41% sostiene tale azione. (Fonte: sondaggio del Chicago Council on Global Affairs).

Per me il 41% è ancora troppo. Con la sudditanza che hanno in quel Paese alla narrativa dei media, si fa presto ad arrivare oltre la metà. Israele è un mostro: non ci dovrebbero essere tentennamenti su da che parte mettersi.

 

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Il regime di Kiev ha intrapreso un’altra provocazione su larga scala, sparando indiscriminatamente con vari tipi di armi, compresi i missili, contro edifici civili, edifici residenziali e ambulanze.

Uno degli obiettivi principali dell’attacco nella regione di Kursk avrebbe dovuto essere una centrale nucleare. Ma non ci sono riusciti.

Naturalmente l’iniziativa è stata organizzata dalla NATO, in particolare anglo-americani e polacchi. Vorrebbero che i russi reagissero in maniera scomposta, ma quelli sono abituati a cose del genere. Quando reagiscono lo fanno sempre in maniera lenta. Sanno benissimo che entrare nel loro territorio è piuttosto facile, poiché i confini sono troppo grandi per essere difesi efficacemente. Sanno anche però che uscirne indenni è impossibile. Quindi prepariamoci a un’altra strage.

 

8 agosto

 

Alcune tavolette d’argilla risalenti a 4000 anni fa, che oggi si trovano al British Museum e su cui erano state scritte delle frasi tramite la scrittura cuneiforme, sono state finalmente tradotte.

Riportano una vecchia credenza regionale tipica dei regni assiro-babilonesi, in cui le eclissi lunari venivano viste come cupi presagi di morte o di sventura (guerre, pestilenze ecc.), soprattutto a carico dei sovrani, che si ritenevano emissari degli dèi, se non divinità loro stessi, come capitò a Sargon, che realizzò il primo impero schiavistico della storia.

In questa maniera i sovrani potevano giustificare meglio la loro dittatura o persino accentuarla. Insomma quello che fanno oggi, con altri mezzi e modi, gran parte degli statisti del mondo, soprattutto occidentale.

 

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Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra, Bezalel Smotrich, ritiene che la morte per fame di due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza “potrebbe essere giusta e morale per il ritorno a casa dei prigionieri israeliani”.

Ha poi aggiunto che è impossibile distruggere militarmente e civilmente il movimento di Hamas senza controllare gli aiuti umanitari che entrano a Gaza, e che per raggiungere questo obiettivo, ponendo fine al ruolo di Hamas nell’organizzazione della vita civile a Gaza, l’esercito israeliano deve assumersi la responsabilità della distribuzione degli aiuti umanitari internazionali a Gaza, lontano dalle organizzazioni delle Nazioni Unite e dagli organismi di soccorso internazionali. Ovviamente ciò significa consentire all’occupazione israeliana di utilizzare gli aiuti come strumento efficace per controllare la società civile.

Infine ha rinnovato la sua precedente opposizione alla conclusione di qualsiasi accordo con la resistenza palestinese per un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri con le fazioni palestinesi di Gaza. Questo perché – ha detto – se si rilasciano i prigionieri palestinesi, “torneranno a combattere contro di noi.”

In pratica la guerra deve continuare finché l’ultimo civile di Gaza non sarà annientato dalle bombe o dalla fame.

Nel suo assoluto delirio il ministro non ha nascosto il suo sogno religioso di stabilire insediamenti a Gaza come parte della terra del popolo eletto di Dio. Ecco perché chiede l’inizio immediato dell’attuazione di un grande progetto di insediamenti israeliani a Gaza: “dove non ci sono insediamenti, non c’è sicurezza per gli ebrei”.

Questi sono abituati a ragionare come gli americani e gli occidentali in generale: ciò che contano sono soltanto, in ultima istanza, i rapporti di forza.

 

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Difficile spiegare il motivo per cui la sinistra tedesca, da un lato sostiene l’estrema destra israeliana con denaro e armi, mentre dall’altro combatte l’estrema destra tedesca in Germania. Sembra che le vittime di Israele siano tollerate proprio perché arabe o islamiche. In Germania il razzismo non muore mai.

 

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Dice l’ebreo Dustin Hoffman: “Il sionismo sta all’ebraismo come il Ku Klux Klan sta al cristianesimo”. “Io sono ebreo e dico che l’umanità ha cessato di esistere dalla nascita dello Stato d’Israele.” I suoi genitori hanno scelto di rompere totalmente con la loro eredità ebraica.

Però ha quel modo di recitare verboso che tanto ricorda gli attori ebrei (per es. Woody Allen).

 

9 agosto

 

Il capo dell’ONU per i diritti umani, Volker Turk, è rimasto “scioccato e sconvolto” dall’affermazione del ministro delle Finanze israeliano, secondo cui potrebbe essere “giustificato” affamare la popolazione di Gaza per liberare gli ostaggi.

Queste sono parole che “incitano all’odio contro civili innocenti”, ha dichiarato. Non solo, ma “la morte per fame dei civili come metodo di guerra è un crimine di guerra”.

Il problema è che per i sionisti i palestinesi non sono esseri umani, ma selvaggi, dai bambini agli anziani (come lo erano i nativi americani o gli africani per gli europei), per cui non è neanche il caso di parlare di “crimini di guerra”. La pulizia etnica è giustificata proprio perché sono esseri inferiori. Anche i tedeschi pensavano la stessa cosa dei russi e dei popoli slavi in generale, che già Hegel considerava “senza storia”.

Ancora all’ONU, dal 1948 ad oggi, non hanno capito la natura nazista di questi mostri.

 

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Probabilmente Nordio prova risentimenti nei confronti di qualcuno, altrimenti non direbbe cose così assurde:

- ha delegittimato il ricorso del pubblico ministero contro l’assoluzione in primo grado per truffa, evasione fiscale e ricettazione;

- si adopera surrettiziamente per l’amnistia in luogo della opzione di costruire nuovi penitenziari contro l’affollamento carcerario;

- cassa l’abuso d’ufficio e sterilizza il traffico di influenze;

- contingenta le intercettazioni telefoniche e ambientali per i reati contro la pubblica amministrazione;

- se potesse, eliminerebbe anche la fattispecie del concorso esterno in associazione mafiosa;

- istituisce la modalità collegiale (tre giudici) in luogo del giudizio monocratico come momento di consultazione preliminare necessario alla diramazione di un avviso di custodia cautelare in carcere;

- proibisce la divulgazione mediatica del testo della comunicazione di garanzia, che deve essere reso noto esclusivamente al destinatario.

Queste osservazioni, pienamente condivisibili, sono di Renato De Vecchis, libero di scrivere nel mio profilo di Facebook.

 

10 agosto

 

Lo storico quotidiano marxista “JungeWelt” è stato denunciato come “anticostituzionale” nel rapporto dei servizi segreti tedeschi. Il governo del “semaforo” (socialdemocratici, verdi e liberali) continua a distruggere i diritti democratici. Insomma chiunque vuol lottare contro la politica di guerra della Germania, deve farlo anche per il ripristino della libertà di stampa.

Noi italiani dobbiamo smettere di prendere lezioni dalla Germania.

 

11 agosto

 

Il presidente serbo, Aleksandar Vučić, ha detto che la Russia ha messo in guardia la leadership del Paese sui disordini di massa in preparazione nella repubblica, organizzati dai rappresentanti dei Paesi occidentali, in previsione di un golpe.

Ciò che fa più paura è la base americana di Bondsteel nel Kosovo, un territorio che sembra il 51° Stato americano: un’area di 360.000 kmq, definita nel 1999 come la “più grande base militare americana d’oltremare dalla guerra del Vietnam”.

L’ambasciatore americano a Pristina, Greg Delawie, nel 2016 ha descritto il Kosovo come “il Paese più filoamericano al di fuori degli Stati Uniti”. Hanno persino dedicato a Bill Clinton una statua in bronzo alta più di tre metri: è una specie di eroe popolare.

Questo sopruso prima o poi finirà. Sarà sufficiente che la Serbia chieda aiuto ai russi o ai cinesi.

 

12 agosto

 

Vannacci ha detto: “I tratti somatici di Egonu non rappresentano la maggioranza degli italiani”.

E allora dov’è il problema? Anche i tratti culturali di questo razzista non rappresentano la maggioranza degli italiani.

 

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Bruno Vespa ha detto, in riferimento alla vittoria delle pallavoliste italiane alle olimpiadi di Parigi: “Brave, nere, italiane. Esempio di integrazione vincente”.

Integrazione? Bisogna che qualcuno dica a questo sprovveduto che molti atleti di origine africana, sono in realtà nati in Italia. Semmai i loro antenati erano nati e vissuti altrove. Chissà gli antenati di Vespa da dove provenivano? Alessandra Mussolini ha detto più volte che “Bruno Vespa è tutto mio nonno, ha una caratteristica distintiva della famiglia Mussolini: il tratto dalla narice alla bocca. Prima o poi farà outing”.

 

13 agosto

 

Non ci saranno forze sufficienti per il prossimo round dell’offensiva delle Forze armate ucraine nel 2024, a causa delle grandi perdite nell’avventura di Kursk.

Tutte le principali forze militari saranno schierate per mantenere il territorio della regione di Kursk il più a lungo possibile, perché per Zelensky questo attacco è diventato d’importanza “personale”. Gli conviene mantenerlo e farsi pubblicità, com’è avvenuto col tritacarne di Bakhmut. Ma presto sarà un’altra strage…

Intanto i russi avanzano più velocemente nel Donbass. Non si capisce se vogliono solo l’area orientale al fiume Dnepr, se hanno intenzione di prendere anche Odessa per unire il Donbass alla Transnistria, oppure se pretendono da Kiev la resa incondizionata per fare dell’Ucraina una semplice provincia periferica della loro Federazione.

 

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In Siria varie tribù arabe locali cominciano a stufarsi dei kurdi che si lasciano strumentalizzare dagli USA, le cui basi militari stanno cominciando a essere prese di mira. C’è stata una rivolta a Deir Ezzor, guidata dallo sceicco Ibrahim al-Hafl.

Gli USA se ne devono andare dalla Siria, perché il governo non ha mai chiesto la loro presenza. E lo faranno appena la Russia avrà finito la guerra in Ucraina.

 

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Lo scrittore e geopolitico russo Nicolai Lilin ha detto d’essere fuggito dall’Italia. “Contro di me hanno aperto processi penali, mi hanno dichiarato agente segreto del Cremlino di Putin”, ha dichiarato. Gli hanno già revocato il passaporto. Era in Italia dal 2004. Ora si trova in Arabia Saudita.

Non è affatto un filo-putiniano, perché ha scritto un libro contro di lui. Però non sta certo dalla parte dei neonazisti di Kiev. E quello che dice è sempre molto documentato.

 

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Quel grande statista di Tajani ha finalmente capito che senza la Russia è impossibile arrivare alla pace in Ucraina. Lui e il suo omologo svizzero han proposto di tenere un secondo vertice in Svizzera a novembre.

Come al solito Tajani ha perso il treno: Putin non ha più intenzione di trattare con Zelensky, il cui mandato presidenziale è scaduto. Ora poi che le truppe della NATO sono entrate a Kursk, Putin pretende la resa incondizionata da parte di Kiev: non tratta coi terroristi che ammazzano i civili.

 

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L’uomo d’affari e attivista tedesco, Kim Dotcom, ha dichiarato sul social X: “Il sistema americano di debito e stampa di moneta sta crollando. L’Occidente si sta dirigendo verso una terra desolata dal punto di vista economico. Il Medio Oriente è in fiamme. La Russia domina l’Ucraina e la NATO. I BRICS metteranno fine all’egemonia degli Stati Uniti e al falso ordine basato sulle regole. I burattini americani stanno fallendo ovunque. Genocidio, propaganda, censura ed elezioni truccate sono diventati la nuova normalità. L’umanità si trova di fronte a un abisso e la Terza Guerra Mondiale sembra inevitabile.”

In effetti sembrano tutte cose collegate tra loro. Una volta si parlava di “effetto domino”.

 

14 agosto

 

Da un’inchiesta per il quotidiano israeliano “Haartez” è risultato che l’esercito israeliano usa i palestinesi come scudi umani per perquisire tunnel ed edifici a Gaza. Il Capo di Stato Maggiore lo sa. In alcuni casi hanno usato bambini e anziani.

Di tutto ciò però non sembra che la società israeliana si preoccupi granché. Protestano contro Netanyahu solo per avere indietro gli ostaggi, ma della sorte dei palestinesi non importa proprio nulla.

Lo stesso ministro delle finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha annunciato la creazione di un nuovo insediamento a Gush Etzion, a sud di Gerusalemme, in Cisgiordania. L’area però è già un riconosciuto “Centro del patrimonio mondiale”.

Sembra che vogliano proprio un’atomica sulla testa per capire che non possono fare i loro comodi.

 

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“La Palestina non accetterà in nessuna circostanza di escludere la Russia dal processo di pace in Medio Oriente”, ha detto Abbas dopo il suo recente incontro con Putin.

Ma da quant’è che si parla di una conferenza internazionale sul problema palestinese? Forse dagli anni ’70. Allora l’URSS faceva paura militarmente agli USA, eppure non se ne fece nulla. Tanto è chiaro che per una conferenza del genere ci vuole una seria minaccia di tipo militare. USA e Israele concepiscono solo i rapporti di forza.

 

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Anche Fitch, come S&P Global, ha declassato il rating creditizio dell’Ucraina da “C” a “Limited Default”, citando la scadenza del periodo di grazia per il rimborso degli Eurobond emessi per il 2026.

Gli ucraini pensano di risolvere i problemi finanziari attaccando Kursk? O pensano che l’occidente sia come il Paese della cuccagna?

 

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Il premier thailandese, Srettha Thavisin, è stato rimosso dall’incarico dopo che un tribunale ha stabilito che aveva violato la Costituzione. Cioè aveva nominato in una posizione di governo una persona che era stata incarcerata.

Da noi si fanno eleggere in Parlamento proprio per non finire in carcere! Nelle ultime elezioni i candidati erano ben 101, come nella famosa carica: ebbene, 25 deputati e 15 senatori ce l’hanno fatta!

 

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La pugile algerina Imane Khelif denuncia chiunque metta in discussione il suo genere sessuale, convinta di poter fare soldi a palate. Altro che medaglia d’oro. Quello è stato l’antipasto!

 

15 agosto

 

Mi piace Laura Ruggeri, anche perché scrive in maniera efficace.

“Dopo che i procuratori tedeschi hanno accusato i sommozzatori ucraini d’aver compiuto l’attacco terroristico che ha fatto esplodere il gasdotto Nord Stream, un’infrastruttura civile essenziale, il Wall Street Journal è intervenuto sostenendo che il sabotaggio è stato pianificato ed eseguito dall’Ucraina e ha avuto un costo di 300.000 dollari.

L’agenzia di stampa aggiunge che quando la CIA venne a conoscenza del piano, disse a Zelensky d’interromperlo, ma andò comunque avanti perché il generale Zaluzhny gli disobbedì. Certo. E i maiali sanno volare.

L’esplosione ha provocato la fuoriuscita di 800 milioni di metri cubi di gas, equivalenti a circa 3 mesi di forniture di gas danesi, da un gasdotto di proprietà congiunta di aziende russe, tedesche, francesi e olandesi.

Attribuire l’attacco terroristico al regime di Kiev ha il vantaggio di distogliere l’attenzione dal vero colpevole. Questa campagna mediatica non promette nulla di buono per Zelensky e la sua cricca: saranno eliminati. Ora, se credete al racconto fittizio del WSJ, potreste voler sapere perché i procuratori tedeschi non interrogano Zaluzhny. È ambasciatore nel Regno Unito.”

Ormai lo sanno anche le pietre che quel sabotaggio è opera degli americani.

 

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La rivista online “Responsible Statecraft” ha interrogato il prof. Mearsheimer, insieme ad altri esperti, sul significato dell’incursione ucraina a Kursk. Di seguito la risposta dell’accademico americano:

L’invasione da parte dell’Ucraina (di Kursk) è stata un grave errore strategico che ne accelererà la sconfitta. Il fattore determinante del successo in una guerra di attrito è il rapporto tra le perdite (quante perdite subisce un contendente per ogni perdita subita dall’altro), non la conquista di territorio, su cui sono fissati i commentatori occidentali. Il rapporto tra le perdite dell’offensiva di Kursk favorisce nettamente la Russia per due ragioni. In primo luogo ha causato relativamente poche perdite russe, poiché l’esercito ucraino ha in effetti invaso un territorio indifeso. In secondo luogo, una volta allertata dell’attacco, Mosca è rapidamente ricorsa a un massiccio uso della sua potenza aerea per contrastare l’avanzata delle truppe ucraine, che erano allo scoperto e facili da colpire. Non sorprende che le forze attaccanti abbiano perso molti soldati e una grandissima parte del loro equipaggiamento.

Come se non bastasse Kiev ha rimosso unità combattenti di prim’ordine dalla prima linea in Ucraina orientale – dove sono disperatamente necessarie – e le ha rese parte della forza d’attacco a Kursk. Questa mossa sta inclinando ulteriormente a favore della Russia il già sbilanciato rapporto tra le perdite su questo fronte di fondamentale importanza.

Bisogna però ammettere una cosa: è strano che i russi non si siano accorti coi loro satelliti di questo ingente movimento di truppe nemiche intenzionate a varcare i loro confini. Sembra che l’abbiano fatto apposta per avere mano libera nel Donbass.

 

16 agosto

 

Per capire cosa vuol dire colonialismo, basta vedere cos’hanno fatto gli inglesi in India:

1. Furto di preziosi manufatti indiani, tra cui il diamante Koh-i-Noor da 105,6 carati.

2. Impiego dell’esercito indiano nella seconda guerra mondiale: l’India perse oltre 87.000 militari, 34.354 rimasero feriti e 67.340 divennero prigionieri di guerra.

3. Secondo “The Guardian” gli inglesi testarono il gas mostarda sulle truppe indiane a Rawalpindi prima e durante la seconda guerra mondiale.

4. La Compagnia britannica delle Indie orientali prosciugò le ricchezze del Bengala dopo il 1757.

5. Furto da 45 trilioni di dollari: tra il 1765 e il 1938 gli inglesi impoverirono l’India attraverso un’operazione fiscale che equivaleva a un furto sistematico.

6. La carestia uccise tra 12 e 29 milioni di indiani sotto il controllo dell’Impero britannico.

7. Le ferrovie in India erano finanziate interamente dai contribuenti indiani, che pagavano anche biglietti più costosi ed erano confinati in scompartimenti di terza classe sovraffollati.

8. Massacro di Jallianwala Bagh: le truppe britanniche uccisero fino a 1.000 manifestanti ad Amritsar nel 1919.

9. La pandemia influenzale del 1918, sotto il dominio britannico, uccise oltre 17 milioni di persone.

È chiaro cosa vuol dire egemonia di un Paese occidentale nel mondo? È chiaro da dove proviene la ricchezza dell’occidente?

 

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Gli ucraini devono essere impazziti nel loro tentativo di occupare Kursk. Infatti molto più importante per loro sarebbe la difesa di Pokrovsk, che i russi sono ormai in procinto di conquistare. Questo perché è solo ed esclusivamente nell’agglomerato di Pokrovsk che viene estratto il carbone da coke per l’industria metallurgica ucraina. Senza l’uno si fermerà completamente anche l’altra. Il che significherà la scomparsa di un’importante fonte di reddito da esportazione del Paese.

 

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I droni-kamikaze forniti dall’Italia all’Ucraina vengono prodotti dall’industria di Domusnovas in Sardegna, la stessa industria che produceva le bombe che venivano vendute all’Arabia Saudita quand’era in guerra con lo Yemen.

Esiste una responsabilità collettiva in ciò che di disastroso accade nel mondo? Sì, esiste. La classe operaia è co-responsabile di questo disastro? Sì, lo è.

 

17 agosto

 

Il gruppo Gedi ha diffuso i dati sul bilancio consolidato 2023 e non ci sono buone notizie per la proprietà. Particolarmente deficitaria la situazione del quotidiano “La Repubblica”.

A quanto pare mentire ogni giorno non rende granché.

 

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Il portavoce aggiunto del Segretario generale delle Nazioni Unite, Farhan Haq, dopo aver visto un filmato che mostra combattenti ucraini in tenuta nazista, ha detto che l’ONU si oppone ai simboli nazisti e alla retorica razzista.

Ci sono voluti quasi 10 anni perché le Nazioni Unite iniziassero a svolgere i propri doveri e a riconoscere gli episodi di neonazismo ucraino. Chissà forse presto inizieranno anche ad affrontare i crimini di guerra e il terrorismo nucleare del regime di Kiev.

 

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Un giornalista occidentale che lavora con l’AFU ha ricevuto informazioni importanti secondo cui il comando ucraino sta valutando un tentativo di lanciare attacchi missilistici contro le centrali nucleari di Zaporizhzhya e Kursk nei prossimi giorni.

Gli attacchi sono previsti per colpire i luoghi in cui è immagazzinato il combustibile nucleare esaurito.

Il piano prevede l’impiego di testate con materiale radiologico (bombe sporche).

Lo scopo dell’attacco è accusare la Russia di “provocazione nucleare”.

Le testate speciali sono già state portate nella città di Zhovti Vody, nella regione di Dnipro, presso l’impianto minerario e di lavorazione orientale.

È curioso che si insista così tanto nel raffigurare i russi come malati mentali che bombardano se stessi.

 

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Il Pentagono non è più in grado di stabilire le sue priorità. Anche se il bilancio della difesa si avvicina ai mille miliardi di dollari, gli USA si sono lasciati coinvolgere contemporaneamente in più teatri di guerra, trascurando il fatto che la vera posta in gioco è nel confronto con la Cina, non è né in Ucraina (dove la superiorità militare globale è già stata persa) né in Palestina (dove rischia di essere persa se l’Iran passa dalle minacce ai fatti e se viene sostenuto dalla Lega araba). E in Asia gli USA sono in grave ritardo sul piano militare: non hanno sufficienti mezzi e uomini (i giovani non sono interessati al servizio militare). Tenere in Medioriente e in Europa grandi concentrazioni di forze e ampi impegni in materia di sicurezza, sta diventando insostenibile, anche perché aumentare il bilancio della difesa in presenza di un enorme debito nazionale non è facile. Il problema però è come sfilarsi dagli impegni in Europa e in Medioriente senza perdere la faccia.

 

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Il diplomatico del Foreign Office britannico, Mark Smith, si è dimesso a causa del sostegno militare della Gran Bretagna al genocidio israeliano. “I soldati israeliani girano video in cui bruciano, distruggono e saccheggiano deliberatamente proprietà civili e ammettono apertamente lo stupro e la tortura dei prigionieri”, ha scritto nella lettera di dimissioni.

Perché, quello che hanno fatto i neonazisti ucraini dal 2014 ad oggi nel Donbass è stato molto diverso?

 

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Il Ministero dell’Interno russo ha aperto un procedimento contro i giornalisti italiani della RAI (Stefania Battistini e Simone Traini) entrati illegalmente in Russia dal valico di frontiera della regione di Kursk, insieme all’esercito ucraino. L’accusa è “attraversamento illegale del confine di Stato”.

I due hanno realizzato un servizio che definire vergognoso è poco. Dovrebbero essere processati per le loro profonde ipocrisie, insieme all’altro mentitore seriale chiamato Piagnerelli.

 

18 agosto

 

Il ministero della Difesa russo ha comunicato che un blindato di fabbricazione italiana Shield è stato distrutto in un bombardamento nella regione russa di Kursk. Quindi si presume che siano entrati in Russia mezzi e armi italiane, a dispetto di ciò che Crosetto, qualche giorno fa, rassicurava: “nessun armamento inviato a Zelensky dall’Italia sarebbe stato usato per invadere il territorio russo”.

 

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Dal suo ingresso nella NATO nel 2023, la Finlandia è diventata una terra di confine e di possibili scontri. Nel Paese scandinavo vive una comunità russofona molto numerosa e che ora si trova a contatto con un ambiente improvvisamente ostile, che pratica discriminazione su diversi livelli. Nel frattempo il governo finlandese, giocando sulla paura dei russi e dei migranti, sta costruendo un muro di 200 km al confine con Mosca. Come se in caso di guerra russo-finnica un muro potesse servire...

 

19 agosto

 

Israele ha sganciato su Gaza più tonnellate di bombe in 10 mesi di quante ne siano state sganciate su Londra, Hiroshima e Dresda messe insieme durante la seconda guerra mondiale. È l’ONU che lo dice.

 

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Gli ucraini pensavano che attaccando Kursk avrebbero ottenuto un vantaggio significativo nelle prossime trattative di pace. Siccome però si comportano come terroristi, hanno ottenuto l’effetto contrario. Ora nessuna trattativa è possibile.

Vanno avanti con questa prosopopea da due anni e mezzo. Cioè invece di voleva una trattativa sulla base della diplomazia, la vogliono sulla base della guerra, senza rendersi conto che non hanno nessuna possibilità di vincere.

Ora poi che Zelensky ha messo fuori legge la Chiesa ortodossa legata al patriarcato di Mosca, Putin, che è esplicitamente ortodosso, avrà ancor meno voglia di trattare con un fanatico come lui.[1]

 

20 agosto

 

Il corrispondente RAI, Ilario Piagnerelli, mentitore seriale, ha raggiunto un nuovo livello alle sue menzogne quotidiane. Ha fatto una video-intervista a un militare ucraino che sul berretto aveva il segno della divisione SS “Leibstandarte Adolf Hitler”, una formazione d’élite creata sulla base della guardia personale di Hitler, successivamente schierata nel 1° Corpo Panzer della Wehrmacht e delle SS. La divisione aveva commesso crimini di guerra sul territorio dell’URSS. Prese parte alla battaglia di Kursk, si fece notare in Italia e combatté contro gli alleati in Normandia e nelle Ardenne. Al processo di Norimberga l’intera organizzazione delle truppe delle SS, compresa la Leibstandarte SS Adolf Hitler, fu dichiarata criminale.

Magari la prossima volta quell’ipocrita di Piagnerelli filmerà un ukronazista coi simboli della divisione SS “Reichsführer SS”. Sarebbe più simbolico per il pubblico italiano alla vigilia dell’80° anniversario della tragedia di Marzabotto.

 

21 agosto

 

Berlino finanzierà metà della più grande base militare lituana (170 ettari), che ospiterà 4.000 militari tedeschi, con partecipazione di Paesi Bassi, Belgio, Norvegia e Lussemburgo. Sarà la prima volta dalla II guerra mondiale in cui militari tedeschi saranno stanziati all’estero in una base nazionale e in modo slegato da organizzazioni internazionali.

Ma perché i tedeschi son così autolesionisti?

 

22 agosto

 

Bersani querelato da Vannacci per diffamazione aggravata, così ha risposto: “La mia domanda, ancorché in forma scherzosa ed evidentemente non diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime, era e resta vera e sostanziale: se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione. Se nell’anno di grazia 2024 si decidesse che è possibile, ci sarebbe davvero di che preoccuparsi”.

Quindi non vuole pagare la multa ma andare al processo. Bisogna ammettere che Vannacci è una persona molto strana. Ha idee molto vecchie. Sembra uno fuori dal tempo…

Insiste nel dire che una persona (Egonu) coi tratti somatici tipici del Centrafrica non rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani, che invece sono di pelle bianca e hanno i tratti somatici tipicamente caucasici.

I biondi con gli occhi azzurri della Sicilia vengono dai Normanni. I mori con gli occhi scuri dai Paesi arabi. Non rappresentano l’Italia? E Vannacci la rappresenta con queste sue idee lombrosiane?

 

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Putin ha firmato un decreto che garantisce la residenza temporanea ai cittadini stranieri e agli apolidi che condividono i valori spirituali e tradizionali della Russia e rifiutano invece quelli dei loro governi neoliberisti e russofobici. E questo senza che si debba tener conto della quota approvata dal governo e senza presentare un documento che attesti la conoscenza della lingua russa, della storia russa e delle basi della legislazione russa. Volendo, si potrà anche chiedere una residenza permanente. Il decreto entrerà in vigore dal 1° settembre 2024.

C’è da dire che la Russia ha una grave carenza di manodopera. Se anche gli entrassero milioni di persone, è così vasta che non se ne accorgerebbe neppure.

 

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I senatori americani Lindsey Graham e Richard Blumenthal durante una visita a Kiev hanno invitato i piloti NATO in pensione a pilotare gli F-16. Come se non sapessero che ai nonni piace anzitutto il divano e vedere film vecchi alla TV.

 

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Il genocidio che stanno compiendo i sionisti a Gaza non sarebbe possibile se non ci fosse un concorso di colpa. Anche nel diritto penale è previsto che per certi reati la cooperazione di più criminali è inevitabile.

Qui bisogna soltanto stabilire, visto che siamo anche noi occidentali a fornire armi, addestramento, finanziamenti e copertura mediatica ai sionisti, quanto siamo colpevoli. In maniera diretta non siamo noi che ammazziamo i palestinesi, ma sarebbe assurdo negare che lo stiamo facendo in maniera indiretta. Dunque, se ci fosse un tribunale internazionale, dovremmo finire anche noi sul banco degli imputati.

Questo è un crimine collettivo, come quando si fa in gruppo una rapina in banca, ognuno con la propria mansione. Alla fine non dovrebbe esserci differenza tra chi entra in banca con una pistola in mano, e chi fuori tiene accesa l’auto per fuggire.

Si dice che la responsabilità penale è personale. È sbagliato: in certi casi può essere collettiva. Al massimo si possono stabilire diversi gradi di colpevolezza. Sotto questo aspetto penso che l’occidente collettivo, avendo la possibilità materiale d’impedire il genocidio, se non fa nulla, è più colpevole di chi materialmente lo compie.

Nella nostra giurisprudenza non è punibile chi si “limita” a non attivarsi per impedire la commissione di un reato. Ma quando è in atto un genocidio, cioè un reato gravissimo, chi non fa nulla dovrebbe essere considerato sempre colpevole.

 

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Il fondatore di Tesla e SpaceX, Elon Musk, ha dichiarato che, se tutto andrà bene, entro pochi anni ci saranno centinaia di persone con il chip cerebrale Neuralink, che può aiutare a ripristinare il pieno controllo del corpo nelle persone affette da paralisi.

Il secondo partecipante ha subìto un intervento perfettamente riuscito. Infatti ha migliorato la sua capacità di giocare ai videogiochi e ha iniziato a imparare a usare il software di progettazione assistita da computer (CAD) per disegnare oggetti 3D.

Ecco bisogna dire che di queste cose abbiamo assolutamente bisogno per farci impiantare un chip nel cervello. Poi naturalmente siamo convinti che da cosa nasce cosa.

 

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Un altro scoop del guerrafondaio Piagnerelli, reporter RAI (pagato quindi con soldi pubblici) per aizzare gli animalisti occidentali contro la Russia: non solo i civili, i russi sono crudeli anche con gli animali, uccidono le papere! Precedentemente:

- ha intervistato un neonazista e poi un altro cercando di non inquadrare i simboli nazisti;

- ha condiviso video del canale neonazista dove urinano sulla tomba dei genitori di Putin;

- ha definito Kotsiubailo, leader di Pravy Sektor, solo come “giovane combattente”;

- ha definito un neonazista di PS solo come “poeta combattente”;

- ha definito “partigiani” i neonazisti russi anti-Cremlino e sembra difenderli.

Un dissidente ucraino ha definito lui: “un fottuto idiota”.

 

23 agosto

 

Nuovi ricercatori hanno stabilito che la Sindone sarebbe stata conservata a circa 23 gradi e con un’umidità relativa del 55% per 13 secoli prima di giungere in Europa. Se la procedura di pulizia del campione non viene eseguita accuratamente, la datazione al carbonio-14 non è affidabile. Quindi l’ultimo esperimento che la ringiovaniva all’epoca medievale non vale niente. Se fosse stata di epoca medievale, la Sindone avrebbe dovuto essere conservata per sette secoli a una temperatura ambiente molto vicina ai valori massimi registrati sulla Terra.

Se c’è una cosa che non sopporto nella scienza occidentale è che perde troppo tempo a discutere sulle cose evidenti. Sulla Sindone per es. ci si dovrebbe chiedere: se quella è l’immagine di Cristo, allora il Cristo dei vangeli è falso, perché i romani non avrebbero potuto trattare così uno che stava dalla loro parte (“il mio regno non è di questo mondo”, “date a Cesare quel che è di Cesare”, “riponi la spada nel fodero, perché chi di spada ferisce, di spada perisce”, ecc.).

 

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Il parlamento ucraino ha aderito alla Corte Penale Internazionale ratificando lo statuto.

Tuttavia per i prossimi 7 anni negano la giurisdizione su presunti crimini di guerra commessi da cittadini ucraini. Cioè in pratica vi hanno aderito solo per far condannare i crimini di guerra di tutti tranne che i loro.

Mi piace Giuseppe Salamone quando dice che i neonazisti ucraini si sono integrati bene nel modello a doppio standard occidentale.

 

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Uno dovrebbe saper fare le operazioni aritmetiche, soprattutto se è ucraino o affiliato alla NATO.

Secondo dati ufficiali le perdite giornaliere delle forze armate ucraine nella direzione di Kursk ammontano a 400 persone. Fino ad oggi hanno perso 5.137 militari. Dunque quanti ne restano? Poco più della metà? E quanto tempo dureranno? Due settimane?

Domanda: ne valeva la pena?

 

24 agosto

 

La III guerra mondiale scoppierà per motivi più finanziari che economici. Quando un Paese come gli USA ha un debito pubblico colossale, come può non fallire? I metodi sono di vario tipo: egemonizzare il pianeta col dollaro, garantire alti tassi d’interesse per i titoli statali, eliminare qualunque forma di Stato sociale, stampare banconote senza preoccuparsi che abbiano un sottostante economico-produttivo, usare grandi fondi finanziari per intercettare i risparmi del mondo intero e per acquistare quote significative degli asset strategici degli altri Paesi. Chi non accetta questo trend, subirà sanzioni e bombardamenti.

 

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Robert F. Kennedy Jr. ha detto: “Il Partito Democratico è diventato il partito della guerra, della censura, della corruzione, del grande settore farmaceutico, della grande tecnologia e del grande denaro”.

Se è tutto questo, Trump non ha scampo. Per fortuna che i due partiti sono soltanto le facce di una stessa medaglia. Alla fine vincerà soltanto il candidato che ride di più, perché così farà capire che va tutto bene.

 

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La corruzione è da tempo riconosciuta come endemica in Ucraina, la nazione più corrotta d’Europa. All’inizio di quest’anno è stato scoperto un enorme scandalo che ha visto quasi 40 milioni di dollari in aiuti statunitensi rubati da funzionari del ministero della Difesa del Paese. A giugno è stato rivelato che le armi di livello militare occidentali fornite a Kiev sono state vendute sul mercato nero, finendo nelle mani di terroristi e cartelli della droga europei.

Gli unici a non accorgersi di questa situazione sono gli statisti europei, che continuano a finanziarla come se la guerra non dovesse mai finire.

 

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“Facciamo parte di questo gioco. Non siamo parte della guerra [con la Russia], ma siamo parte del conflitto e il modo in cui questo conflitto verrà risolto influenzerà il mondo e la nostra sicurezza”, ha dichiarato il capo diplomatico dell’UE Josep Borrell.

Curioso che per lui questa guerra per procura, in cui solo gli ucraini muoiono, sia solamente un “gioco”. Chissà se ha letto Rudyard Kipling quando dice “Solo quando tutti muoiono, il Grande Gioco finirà”.

 

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Kamala Harris ha detto che il suo partito deve difendere il ceto medio, quello che incassa fino a 400.000 dollari l’anno. Probabilmente ritiene che la metà degli americani, non andando neppure a votare, non meriti d’essere tutelata.

Anche Biden, Scholz, Trudeau... appartengono al ceto medio. Infatti arrivano a percepire quella cifra. Il premier messo peggio di tutti è Zelensky, che prende solo 8.000 dollari all’anno. Ma quello è furbo: i suoi introiti multimilionari, elargiti dall’occidente, sono tutti in nero. Ecco perché ha interesse che la guerra duri il più possibile.

 

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L’ONU ha chiesto una breve tregua a Israele per poter vaccinare 680.000 bambini a Gaza contro la poliomielite. Lasciano per mesi che migliaia di bambini siano trucidati sotto le bombe, però poi vorrebbero vaccinare i superstiti che morirebbero comunque dopo sotto le bombe. Qui c’è materiale abbondante per Orwell.

 

25 agosto

 

Un’indagine open source, pubblicata da “Arabi Post”, ha scoperto che i porti marittimi egiziani sono diventati importanti stazioni per le navi cargo da e verso Israele da quando è iniziata la guerra nella Striscia di Gaza lo scorso ottobre. Infatti i porti egiziani sono punti vitali per il trasporto di merci da e verso Israele a causa della loro vicinanza ai porti israeliani, in particolare al porto di Ashdod, che dista circa 29 km da Gaza, così come allo strategico porto di Haifa. La vicinanza tra i porti riduce i costi di spedizione che incidono sui prezzi delle merci spedite. Insomma pecunia non olet.

 

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La UE ha fatto chiudere uno dei canali di Telegram in lingua inglese più popolari con notizie sulla guerra in Palestina, @PalestineResist (che ora però si trova qui @RNN_Backup), semplicemente perché dice “troppe verità” sui sionisti e su chi li appoggia.

 

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Pavel Durov, fondatore di Telegram, lasciò la Russia quando il governo cercò di prendere il controllo del suo social. Ora però è stato arrestato dal governo francese. Evidentemente Telegram fa paura a tutti. Può rischiare fino a 20 anni di carcere. Questo il prezzo delle verità che i suoi canali trasmettono. Naturalmente pretenderanno da lui più informazioni sugli utenti o più censura. Insomma si profila un altro caso Assange.

 

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Entrando a est di Pokrovsk, le forze militari russe si sono improvvisamente accorte che la tanto temuta linea di difesa era solo sulla carta. Cioè non hanno più bisogno di radere al suolo le città per occuparle, perché le forze armate ucraine non hanno abbastanza personale per difenderle.

Se non intervengono direttamente le forze della NATO, la guerra è destinata a finire molto presto.

 

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La baronessa Annabel Goldie, scozzese del partito conservatore, laureata in giurisprudenza, sottosegretario alla Difesa inglese, comunica la sciagurata decisione di armare gli ucraini con carri armati Challenger 2 aventi munizioni all’uranio impoverito 238. La NATO ha già usato  tonnellate di munizionamento all’uranio impoverito e al torio (altro elemento radioattivo) non solo nella guerra contro la Serbia in Kosovo, e nella guerra in Iraq, ma anche per le esercitazioni nei poligoni italiani di Capo Teulada e di Quirra in Sardegna. Ambienti fortemente inquinati e popolazioni (civili e militari) fortemente ammalate: ecco le conseguenze.

 

26 agosto

 

L’attacco missilistico russo a Kramatorsk ha distrutto un hotel dove erano alloggiati militanti e mercenari delle Forze armate ucraine. All’interno si trovavano anche dei giornalisti della Reuters rimasti feriti.

Naturalmente la RAI ha sostenuto la falsa versione di Kiev, secondo cui nell’hotel vi erano solo giornalisti. In compenso tace completamente sui circa 170 giornalisti uccisi dai sionisti a Gaza.

 

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Dalla Seconda Guerra Mondiale la NATO (insieme o rappresentata dagli Stati Uniti) ha bombardato più di 20 Paesi sovrani, e negli ultimi 10 anni ha effettuato almeno 10 grandi interventi, da Iraq-Kuwait 1990-91 e 2004 a Jugoslavia 1992 e 1999, da Afghanistan 2003 a Somalia 2009, fino a Libia 2011. Ora in Ucraina. È la principale fonte d’instabilità mondiale.

 

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Uno pensa che negli USA i partiti siano solo due. Sbagliato. C’è anche quello di Claudia De la Cruz e Karina Garcia, il cui Partito per il socialismo e la liberazione si ispira addirittura al marxismo-leninismo.

Ha un programma per il 2024 molto ambizioso:

- Sequestrare le 100 più grandi aziende, creare una nuova economia per le persone.

- Rovesciare la dittatura dei ricchi: costruire una democrazia al servizio della classe operaia.

- Mettere fine al dominio del denaro e utilizzare la tassazione per eliminare i miliardari.

- Fine di tutti gli aiuti degli USA all’apartheid d’Israele. E quindi fine del genocidio e liberazione della Palestina.

- Ridurre il bilancio militare del 90%: pace, non guerra con Cina e Russia!

- Fine alla guerra contro l’America nera, anzi sostenere le riparazioni per gli afroamericani.

- Difendere i diritti delle donne, piena uguaglianza per le persone LGBTQ.

- Salviamo il pianeta dal capitalismo.

- Condonare tutti i debiti dei prestiti studenteschi.

- Riconoscere pienamente la sovranità dei nativi americani e onorare i diritti dei trattati.

- Istituire un sistema sanitario statale.

Mi sa che sarà già molto se inseriranno questo partito nelle liste elettorali.

 

27 agosto

 

La vecchia dottrina del Trimarium, rilanciata nel 2015 dai presidenti di Polonia e Croazia col supporto degli USA, vuol militarizzare il porto di Trieste in funzione antirussa (sul piano militare) e persino anticinese (su quello economico).

Trieste, situata tra Europa centrale, Mediterraneo e Balcani, gode di uno status giuridico come Porto Franco Internazionale e Territorio Libero. In teoria dovrebbe essere una zona neutrale e smilitarizzata, ma già oggi vi sono forze di polizia internazionale che solo formalmente operano sotto l’egida dell’ONU.

Gli USA, contro la Via cinese della Seta, hanno opposto la loro Via del Cotone, che collega India, Medio Oriente ed Europa. Ebbene Trieste diverrebbe uno snodo cruciale.

Insomma ci stiamo portando la guerra in casa. D’altra parte la “cortina di ferro” parlava chiaro: andava da Stettino (in Polonia) a Trieste.

 

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Il sociologo Orsini parla chiaro: “Putin non avvierà nessuna trattativa con l’Occidente fino a quando non avrà ucciso tutti gli ucraini a Kursk”. Non solo, ma Trump, nel caso in cui venga eletto, “non ha il potere di fermare la guerra nella data a lui più gradita, poiché la Russia è la più grande superpotenza nucleare del mondo”.

Però bisogna ammettere una cosa: nessuna guerra può andare avanti all’infinito. Se la NATO ha questa intenzione, bisogna che la Russia faccia capire che la realtà è un’altra. E deve farlo capire coi fatti.

 

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15 regioni dell’Ucraina sono state colpite da un massiccio attacco di ritorsione da parte dei russi. Se vanno avanti così, l’inverno sarà gelido e buio. Gli impianti energetici stanno saltando tutti.

A Kiev l’amministrazione militare ha promesso che installerà dei “punti di indistruttibilità”, che altro non sono che speciali tende con riscaldamento e accesso all’elettricità grazie a improvvisati generatori. L’ultima volta che tali punti sono stati aperti è stato nell’inverno 2022-2023: erano un simbolo del collasso del sistema energetico ucraino.

 

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Putin non vuol sentir parlare di Telegram, perché in Russia viene usato dalle reti del terrorismo islamico: per es. per reclutare gli attentatori dell’attacco al Crocus City Hall di Mosca; in precedenza, per il pogrom di Makachkala (fomentato dal canale “Buongiorno Dagestan” che la dirigenza di Telegram si era rifiutata di bloccare fino a dopo i fatti). Decine di persone sono state uccise e ferite.

D’altra parte quella è una piattaforma neutrale, non governativa: lascia spazio a tutti. Non vuole sottomettersi a nessuna autorità.

Tuttavia se si viene preavvisati che attraverso un canale si sta compiendo un crimine, come ci si deve regolare?

 

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Una fonte anonima del Ministero degli Esteri polacco ha dichiarato di non sapere quanti mercenari del loro Paese combattono per Zelensky. Questo perché la legge polacca consente di prestare servizio in un esercito straniero o in una formazione paramilitare straniera. Basta avere i permessi del Ministro degli Interni o della Difesa. Inoltre non bisogna avere precedenti penali, arretrati fiscali e altri debiti, né essere un personale militare attivo.

Poi ha aggiunto: “la stragrande maggioranza dei cittadini polacchi che combattono in Ucraina non ha ricevuto alcun permesso, ma si è semplicemente recata lì a proprio rischio e pericolo”.

Secondo il Ministero della Difesa russo i mercenari polacchi sono stati dall’inizio della guerra circa 3.000 di cui la metà eliminati dai militari russi. Restano la maggioranza dei mercenari.

Chissà se i loro parenti ed amici sanno che fine hanno fatto o sono in procinto di fare.

 

28 agosto

 

Sono 159 su 193 i Paesi che hanno deciso di aderire al nuovo sistema di pagamento internazionale BRICS, diretto rivale del sistema SWIFT, che ha tenuto in piedi l’egemonia statunitense grazie al predominio assoluto del dollaro come moneta di scambio a livello globale.

Ormai a rischiare l’isolamento è solo l’occidente, sempre più chiuso dentro la sua bolla di arroganza e finta democrazia.

Gli Stati non ne possono più dell’egemonia finanziaria del dollaro, vogliono usare le loro monete nazionali. In fondo già adesso i BRICS rappresentano il 36% del PIL globale a parità di potere d’acquisto (più del G7) e il 47% della popolazione. Coi recenti ingressi controlleranno il 38% dell’approvvigionamento mondiale di gas naturale, il 60% delle esportazioni di petrolio, il 67% della produzione di carbone, circa 1/3 del cibo mondiale, il 90% della filiera di fornitura di pannelli solari e batterie per auto elettriche, ecc. In pratica hanno tutto ciò che serve per essere indipendenti.

 

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Quanto ha fatturato Leonardo S.p.A. con i cannoni utilizzati dalle unità della Marina militare israeliana per bombardare ininterrottamente dal 7 ottobre 2023 Gaza e il suo porto? 440 milioni di dollari! Uno dei maggiori affari mai realizzati dalla holding regina del complesso militare-industriale italiano nello scacchiere di guerra mediorientale. Gli strumenti di morte in questione sono i cannoni navali 76/62 Super Rapido MF, in grado di sparare fino a 120 colpi al minuto, prodotti negli stabilimenti della controllata OTO Melara di La Spezia, andati ad armare le nuove corvette della classe “Sa’ar 6” realizzate dalla società tedesca ThyssenKrupp Marine Systems e impiegate in questi mesi da Israele per attaccare via mare la Striscia di Gaza.

 

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La UE ha investito quasi 2,5 milioni di euro per 22 programmi Erasmus+/LGBT rivolti a ragazzi, come per es. il progetto “DragTivism Jr” (per un target di 14-17enni) previsto dal 1º al 10 settembre a Girona, in Spagna. Oltre 106 progetti simili sono già completati nel passato.

Questi laboratori sono terreno fertile per la sessualizzazione precoce dei minori e per il lavaggio del cervello. I ragazzi infatti devono imparare a “esplorare il proprio alter ego”, “apprendere nozioni riguardanti la storia queer e l’identità di genere” e, soprattutto, diventare attivisti LGBT radicali.

Video e immagini di minori che ballano seguendo movenze esplicitamente sessuali, che si truccano e si travestono come le drag queens in un bar gay durante la loro partecipazione a precedenti eventi di DragTivism sono stati condivisi online.

Mi sa che qui siamo a livello di adescamento di minori, che peraltro rischiano di diventare facili prede di maniaci sessuali.

 

29 agosto

 

La Namibia ha rifiutato l’ingresso nelle sue acque a una nave carica di armi avente come destinazione Israele. La MV Kathrin, partita dal Vietnam, aveva chiesto il permesso di attraccare nel porto di Walvis Bay, prima di dirigersi verso il Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra per poi raggiungere Israele.

Infatti la Namibia rispetta il suo obbligo di non sostenere o essere complice dei crimini di guerra israeliani, dei crimini contro l’umanità, del genocidio, così come dell’occupazione illegale della Palestina.

In Africa molti Paesi, come Algeria, Tunisia, Senegal, Angola, Mozambico, Sudafrica ecc., han già dichiarato il loro pieno sostegno alla Palestina.

L’intero continente africano è mille volte più democratico dell’intero continente europeo. E comunque io continuo a meravigliarmi del silenzio e soprattutto dell’inazione della Lega Araba. La Cina aveva convocato tutte le forze palestinesi per decidere il futuro della Palestina, ma alla fine non è venuto fuori nulla di concreto. Lo stesso Iran minaccia ritorsioni contro Israele, ma poi non le fa. La Turchia fa la voce grossa contro Netanyahu, ma can che abbaia non morde. Israele invece ha iniziato a bombardare anche la Cisgiordania.

 

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L’exchange di criptovalute Binance è stato accusato di aver sequestrato “tutti i fondi di tutti i palestinesi” su richiesta delle Forze di difesa israeliane, con la scusa che tutti i palestinesi sono terroristi.

L’accusa è stata sollevata da Ray Youssef, CEO del mercato di criptovalute peer-to-peer NoOnes e co-fondatore della piattaforma di criptovalute Paxful. L’imprenditore si è rivolto a X per accusare direttamente Binance, aggiungendo che la misura potrà avere ripercussioni anche sui cittadini degli altri Paesi confinanti con Israele (libanesi e siriani in primis).

Possibile che un Paese così geograficamente insignificante come Israele abbia poteri così grandi?

Intanto dal 7 ottobre ha ricevuto più di 50.000 tonnellate di armi, missili ed equipaggiamenti militari dagli Stati Uniti, attraverso 500 voli e 107 spedizioni marittime.

Difficile dire chi stia davvero facendo il genocidio contro i palestinesi.

 

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Per ogni aumento dell’1% della quota del dollaro, l’euro è sceso del 2%. La percentuale rimanente è assorbita da altre valute. Questa tendenza è iniziata subito dopo alcuni eventi importanti nel 2022.

Stiamo assistendo allo smantellamento della UE da parte degli USA. Comunque vada in Ucraina, gli americani han già vinto contro gli europei.

Tuttavia le riserve in dollari delle banche centrali mondiali stanno progressivamente diminuendo. La dedollarizzazione va avanti anche se in occidente nessuno la vuole.

 

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In una lettera ufficiale, Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Meta, proprietario di Facebook e Instagram, ammette che la Casa Bianca ha imposto la censura sul Covid e i vaccini, sul portatile di Hunter Biden, e su molti altri argomenti considerati scomodi.

La censura arrivava tramite i cosiddetti fact checker “indipendenti” che di indipendente non avevano assolutamente nulla. Una delle loro espressioni “magiche” per bannare qualcuno era “fuori contesto”.

Anche quei quotidiani vergognosi come “Repubblica” e “Corriere della sera” non hanno potuto nascondere la notizia.

In compenso il fact checker più noto, David Puente, ha smentito lo stesso Zuckerberg. Al servilismo non c’è limite.

 

30 agosto

 

La metà dell’energia mondiale passa attraverso lo stretto di Hormuz, che divide la Persia dalla penisola arabica. Washington invia le sue portaerei per far capire che il petrolio deve passare sotto le sue forche caudine, anche perché l’egemonia del dollaro si basa sul petrolio. L’Iran ne minaccia la chiusura.

Quindi noi che facciamo? Chiediamo il gas alla Russia? O l’energia elettrica alla Cina? Noi facciamo un’altra cosa ancora, molto più “intelligente”: i ministri degli Esteri della UE hanno concordato di non riconoscere Maduro come presidente democraticamente eletto del Venezuela. Bravi, così dovremo rinunciare anche al petrolio del Venezuela! Ma in fondo che c’importa? Noi vogliamo che tutto sia green! Come se essere green e guerrafondai fossero sinonimi.

 

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Ha detto l’ukronazi Kuleba: “Se otteniamo abbastanza missili e siamo autorizzati a colpire, ridurremo significativamente la capacità della Russia di danneggiare le nostre infrastrutture critiche e miglioreremo la situazione delle nostre forze sul terreno. Se verranno prese delle decisioni coraggiose, l’Ucraina avrà successo sulla terra. Altrimenti non c’è motivo di lamentarsi dell’Ucraina, ma di lamentarsi di se stessi”.

Praticamente sta chiedendo all’Europa di scatenare una guerra mondiale nucleare per salvare il suo Paese. Un genio assoluto. E gli statisti europei gli danno ragione! Come se non sapessero che la Russia ha 6.000 testate nucleari con cui potrebbe far scomparire in un attimo tutte le principali nostre capitali!

 

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Una fonte dello Stato Maggiore ucraino ha riferito che l’operazione Kursk ha lasciato il fronte orientale senza proiettili o equipaggiamenti pesanti e che le unità più addestrate sono ora dispiegate sul territorio russo. Ha praticamente dato per scontato che Pokrovsk verrà presa dai russi a tempi brevi.

Questa però è una strategia militare da disperati… Cosa ci vuole per capire che la guerra è persa? Una botta in testa?

 

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Il governo inglese sostiene l’uso da parte di Kiev dei missili Storm Shadow per colpire la Russia. Tuttavia un militare di alto livello ha detto che in questo momento la Gran Bretagna non è in grado di combattere la Russia.

Dov’è la logica di questi ragionamenti? La chiediamo a Bertrand Russell? In questo momento i soldati inglesi sono entrati nella regione di Kursk con le divise ucraine: questo è il massimo della loro capacità!

Intanto il Ministero della Difesa russo ha detto che le forze NATO han perso a Kursk fino a 7.450 militari, a dispetto di ciò che sostiene il nostro mainstream, per il quale stanno vincendo!

 

31 agosto

 

Il Rabbino Capo di Francia ha fatto una dichiarazione scioccante:

“Non ho nulla di cui vergognarmi per ciò che Israele sta facendo e nel modo in cui combatte. Non mi sento mai a disagio con una politica che consiste nella difesa dei propri cittadini. Tutti sarebbero felici se Israele finisse il lavoro.”

Chissà cosa intende con le parole “finire il lavoro”… Meno male che esistono le religioni, come la sua, favorevoli ai diritti umani...

 

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L’invasione delle forze armate ucraine (NATO) nella regione di Kursk ha notevolmente ampliato la portata del conflitto in Ucraina. In questo paradigma l’invasione delle forze armate ucraine in Bielorussia non sembra più uno scenario fantastico. Potrebbero essere coinvolti Paesi Baltici e Polonia.

La lunghezza del confine tra Bielorussia e Ucraina è di 1.084 km, mentre con la Polonia è di 398 km. Più 679 km di confine con la Lituania e 173 km con la Lettonia. E tutto questo è il confine con la NATO. In questa situazione è impossibile creare una linea di difesa continua. L’arma nucleare per difendersi (anche se solo tattica) diventa inevitabile.

Settembre

 

 

 

1 settembre

 

Immagina un capo di Stato che affronta una crisi politica in casa. Scavalca il voto in parlamento per imporre misure impopolari attraverso metodi discutibili (in mezzo a grandi proteste), poi usa una violenza estrema contro le manifestazioni. Poi convoca elezioni lampo per neutralizzare i dissidenti politici radicali, e le perde. Poi utilizza un importante evento sportivo internazionale per guadagnare più tempo e ignora i risultati delle elezioni, rifiutandosi di nominare un Primo Ministro della coalizione vincente.

Allora che persona è? Alcuni userebbero sicuramente la parola “dittatore”. Sarebbe davvero difficile descrivere uno stato di cose così particolare come qualcosa di diverso da una sorta di colpo di Stato, giusto? In questo caso la comunità internazionale denuncerebbe certamente il capo di Stato autoritario e farebbe pressione affinché rispetti i risultati delle elezioni, giusto? Beh, non è necessariamente così se sei Emmanuel Macron.

Fonte: comedonchisciotte.org

 

2 settembre

 

Il presidente polacco Andrzej Duda insiste sulle riparazioni per l’attacco della Germania nazista nel 1939. Ha detto: “Il perdono e l’ammissione di colpa sono una cosa, il risarcimento dei danni è un’altra”.

Se la Russia avesse tenuto lo stesso atteggiamento nei confronti di tutti i Paesi che l’hanno invasa nella seconda guerra mondiale, sarebbe il Paese più ricco del mondo.

 

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Con il “Freedom Gas” gli USA volevano liberare i loro alleati europei dalla dipendenza energetica della Russia. Ma i dati attuali mostrano che il regime di Putin è stato effettivamente in grado di espandere la propria posizione come fornitore energetico dell’Europa. È in vista anche una proroga per il transito in Ucraina. Per la prima volta in due anni, la UE, nel secondo trimestre di quest’anno, ha importato più gas dalla Russia che dagli USA. Lo dice la Società di consulenza Bruegel di Bruxelles.

In particolare il gas russo ha rappresentato circa il 17% delle importazioni europee. Gli Stati Uniti hanno consegnato al mercato europeo 12,27 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL), mentre la Russia ha consegnato quasi 12,73 miliardi di metri cubi. Cioè praticamente è al secondo posto anche senza NordStream. In compenso il gas americano lo paghiamo quattro volte di più.

Ci vuole una certa intelligenza per comportarsi così. Guerra inutile, perché persa in partenza, e sanzioni folli contro noi stessi.

 

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Il recente voto regionale (Sassonia e Turingia) dei tedeschi indica l’impopolarità delle politiche bellicistiche imposte dalla NATO. La cosa strana è che per opporsi alla destra o finta sinistra del partito socialdemocratico di Scholz bisogna essere estremisti, come l’ultradestra Alternativa per la Germania (AFD) e l’ultrasinistra Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW). Entrambi i partiti hanno condannato la fornitura di armi tedesche a Kiev e le sanzioni occidentali contro la Russia, chiedendo negoziati per porre fine alle ostilità. Da notare che è quasi scomparso il partito dei Verdi, quello più atlantista e bellicista della Germania, che in Turingia non supera nemmeno la soglia di sbarramento.

 

3 settembre

 

Stando ad Alessandro Volpi per il capitale finanziario è sufficiente avere il 25% delle quote azionarie delle imprese produttive quotate in borsa per condizionarle in maniera decisiva, anche se in realtà i fondi di BlackRock, Vanguard e State Street si sono soprattutto concentrati su sette imprese mondiali (Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Meta ecc.) legate alle nuove tecnologie. 1/3 della proprietà delle 500 maggiori imprese mondiali è nelle mani di 10 fondi finanziari, che hanno registrato attivi per 44.000 miliardi di dollari. BlackRock e Vanguard ne gestiscono quasi la metà, cioè un valore pari ad 1/5 dell’intero PIL mondiale. Ma non finisce qui: gli stessi 10 fondi detengono ormai circa il 30-40% delle prime 500 società mondiali. I due più grandi fondi sovrani del mondo, “di proprietà” degli Stati, il Fondo petrolifero norvegese e il Fondo cinese, superano di poco i 2.000 miliardi di dollari.

Questi fondi americani han trasformato le suddette imprese in giganti colossali, anche se al lato pratico non lo sono come si vorrebbe far credere, proprio perché esiste la concorrenza cinese e del Sud globale in generale. Questo significa che i risparmi gestiti che i suddetti fondi intercettano, finiscono col gonfiare ancora più quelle imprese.

Lui dice che se esplode questa bolla, non sarà gestibile come quelle precedenti (dot.com, subprime…). Con questo capitalismo finanziario è inutile mettersi a discutere: la democrazia non esiste in alcuna maniera. L’occidente non è più in grado di produrre asset strategici. Vive solo di finanza, cioè di rendita basata non sui prezzi di mercato ma sulle scommesse (derivati). Ha preferito delocalizzare la propria industria, dandosi la zappa sui piedi. E ora ha il terrore della dedollarizzazione.

 

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Il presidente di Taiwan, Lai Qing-de, ha affermato che se la Cina vuole davvero ripristinare la propria integrità territoriale, non deve sognare di reclamare l’isola, ma deve riprendersi dalla Russia le terre perse con il Trattato di Aigun del 1858. Tanto più che la Russia è ora, a suo dire, vulnerabile.

Lai Qing-de vuole far litigare la Cina con la Russia e trasformare il conflitto tra Taipei e Pechino in una questione di controllo territoriale. Povero illuso!

 

4 settembre

 

La decisione di Mosca di creare un nuovo sistema di pagamento basato sulla tecnologia blockchain dei BRICS rappresenta uno sviluppo rivoluzionario per il mondo multipolare, ha dichiarato Christopher Douglas Emms, esperto in criptovalute.

Lui dice che la blockchain è un pagamento immutabile, non può essere manomessa. Rimuove anche qualsiasi elemento di corruzione, perché quando si effettua un pagamento, è totalmente trasparente. E una volta effettuato, nessuno può mai eliminarlo. Ha un’impronta digitale online che chiunque può consultare, il che è totalmente trasparente e anche sicuro e veloce.

Si potrebbe assistere a “una valuta sostenuta da un paniere di valute delle diverse nazioni BRICS, che si tratti del rublo russo, del renminbi cinese, della rupia indiana o del rand sudafricano”.

La dedollarizzazione è inarrestabile, poiché il biglietto verde statunitense “non ha nulla che lo sostenga”.

Tuttavia questa fiducia incondizionata verso le criptovalute mi pare eccessiva. Solo nel 2022 ci sono stati importanti fallimenti in questo campo: FTX: buco di $ 9 miliardi; BlockFi: buco di $ 1,3 miliardi; Three Arrows Capital (3AC): buco di $ 3,5 miliardi; Core Scientific: buco di $ 1,3 miliardi; Voyager Digital: buco di $ 1,3 miliardi; Celsius Network: buco di $ 1,2 miliardi. Se le criptovalute non vengono garantite in qualche maniera dagli Stati, possono rivelarsi alquanto disastrose. Ma a quel punto gli Stati vorranno controllarle…

 

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A tutt’oggi, durante i combattimenti in direzione di Kursk, gli ucraini han perso più di 9.700 militari, 81 carri armati, 39 veicoli da combattimento di fanteria, 70 veicoli corazzati, 576 veicoli corazzati da combattimento, 313 veicoli, 72 pezzi di artiglieria, 22 lanciatori di lancio multiplo sistemi missilistici, tra cui sette MLRS HIMARS e tre MLRS , otto lanciatori di sistemi missilistici antiaerei, due veicoli da trasporto, 17 stazioni di guerra elettronica, sette radar controbatteria, due radar di difesa aerea, otto unità di apparecchiature di ingegneria, inclusi due veicoli di sminamento e un’unità di sminamento UR-77 .

Mi chiedo: non basta? Perché vogliono morire tutti? Possibile che non possano disobbedire a ordini demenziali? Perché i ministri non si dimettono?

 

5 settembre

 

L’ex deputato ucraino Mosiychuk ha detto che il comando delle forze armate ucraine colloca personale militare anche nelle università e nei dormitori universitari vicini alla linea del fronte.

Dopodiché Zelensky dice che i russi colpiscono i civili o le loro strutture.

Mi chiedo: quanto tempo ci vuole per accorgersi che uno è un mentitore seriale?

 

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Mezzo governo ucraino si è dimesso, persino il ministro degli Esteri Kuleba, che naturalmente spera di avere un posto in qualche istituzione europea, come successe al nostro Di Maio, la nullità impersonificata. Questi non sono statisti, ma mezze figure, autentiche marionette prive di qualunque esperienza politica significativa. D’altra parte anche Macron, Scholz, Sunak, Meloni, Draghi, von der Leyen, Borrell… non sono da meno. In Europa l’insipienza degli statisti si sopporta quando si è in pace o quando non si devono prendere importanti decisioni, ma appena si entra in qualcosa di complicato, come per es. una pandemia, una guerra o un dissesto ambientale, ecco che la loro pochezza si rivela in tutta la sua nudità.

 

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Il ministro degli Esteri svedese, Tobias Billström, si è dimesso improvvisamente, lasciando anche il parlamento e la politica tout court. Sino a ieri era un terribile guerrafondaio russofobo, al punto che ha contribuito moltissimo a far entrare la Svezia nella NATO, dopo 200 anni di neutralità.

Tutti questi statisti che si dimettono non è che si sono accorti che in Ucraina non c’è trippa per gatti? Lui poi ha una ragione in più: il bombardamento russo della scuola militare di Poltava ha comportato la morte di vari istruttori svedesi.

Certa gente però dovrebbe essere processata, non che se ne esce alla chetichella, come se nulla fosse.

In ogni caso il vero sovrano del regime di Kiev pare essere il consigliere più stretto di Zelensky, Andriy Ermak, capo dell’Ufficio politico. Si vuole un regime dittatoriale totalmente in mano americana. Si è già deciso che le prossime bombe da lanciare contro i russi devono essere chimiche.

Intanto le forze ucraine stanno sempre più utilizzando lo spazio aereo bielorusso per organizzare raid sul territorio russo. Stanno aspettando che la Bielorussia reagisca per allargare il conflitto e indurre la NATO a intervenire direttamente.

 

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Il deserto del Sahara è di oltre 9 milioni di kmq con un altissimo irraggiamento solare. Basterebbe la copertura di soltanto 1,2% della sua superficie con pannelli solari per soddisfare il totale bisogno energetico del mondo intero.

La posizione privilegiata dell’Italia, con la sua vicinanza al Sahara di soli 500 km e la sua buona relazione coi Paesi vicini, Algeria, Tunisia e Libia, la metterebbe in pole position per poter considerare l’installazione, in una zona desertica di questi Paesi, di un grande impianto di pannelli fotovoltaici e di una centrale solare termoelettrica.

Invece che fa il nostro governo? Cerca idrocarburi. Non solo, ma è disposto a pagarli quattro volte di più di quel che pagava per il gas russo.

 

6 settembre

 

Il Ministero delle Finanze russo ha annunciato che aumenterà esponenzialmente i suoi acquisti di oro a partire da questo mese, passando da 1,12 miliardi di rubli al giorno a 8,2 miliardi di rubli al giorno per il prossimo mese.

Il Ministero prevede ingenti entrate dal petrolio e dal gas pari a 162 miliardi di rubli a settembre, un enorme balzo rispetto ai 10,9 miliardi di rubli generati ad agosto.

È chiaro che le valute alternative al dollaro dovranno avere un sottostante sicuro. La Russia ha già spostato la valuta sull’oro per isolare la sua economia dalle transazioni che richiedono dollari americani.

La Russia è da tempo uno dei principali produttori di oro. L’anno scorso ne ha prodotte 321 tonnellate metriche, secondo solo alle 378 tonnellate metriche della Cina.

 

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La leader di sinistra Sarah Wagenknecht, che nelle ultime elezioni in Sassonia e Turingia ha ottenuto un ottimo successo, non solo pretende la fine degli aiuti militari all’Ucraina e i colloqui di pace con Putin, ma ha pure assicurato che non formerà coalizioni con nessun partito che sostenga la presenza dei missili americani a lungo raggio in Germania. Ha chiesto anche a Scholz se sapeva in anticipo del sabotaggio del Nordstream. In caso affermativo, ne pretende le dimissioni.

Forse però sarebbe meglio processarlo per “alto tradimento”.

 

7 settembre

 

Gli USA, garanti dell’ordine mondiale basato sulle regole, hanno rubato l’aereo del presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, all’aeroporto di Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. Valore 13 milioni di dollari. Il pretesto? Era stato acquistato in Florida, violando le sanzioni statunitensi. Uno dei funzionari americani ha detto che “Sequestrare l’aereo di un capo di stato straniero è inaudito per questioni penali. Ma noi qui stiamo mandando un messaggio chiaro: nessuno è al di sopra della legge, nessuno è al di sopra della portata delle sanzioni statunitensi”.

Chissà se verrà punita anche l’impresa americana che gliel’ha venduto... Gli USA infatti non sono solo ladri di proprietà altrui ma anche vili affaristi.

 

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Mario Draghi, responsabile numero uno della privatizzazione dell’immenso patrimonio industriale italiano, che ha arricchito la finanza straniera e ha reso povero il popolo italiano, ha scritto nel suo “Rapporto sulla competitività della UE” che l’industria militare europea deve avere accesso ai fondi pubblici dell’Unione, sollecitando la creazione di una “Autorità per l’industria della difesa”, ai fini della gestione centralizzata degli appalti dei vari Paesi dell’Unione Europea.

La proposta è stata già recepita positivamente dalla von der Leyen, che ha annunciato l’istituzione di un apposito Commissario alla Difesa.

Da chi la UE si senta minacciata non si sa. L’operazione militare speciale che la Russia conduce in Ucraina non ci riguarda da vicino, in quanto l’Ucraina non fa parte né della UE né della NATO. E chi ha distrutto i nostri rapporti commerciali con la Russia non è stato Putin ma Biden.

Di sicuro si sa una cosa: la gran parte delle armi gli europei andranno a comprarle coi soldi pubblici dagli USA. Quindi ancora una volta abbiamo capito di chi Draghi e la von der Leyen fanno gli interessi.

 

8 settembre

 

Putin è ottimista. È convinto che, col tempo, Kiev tornerà al tavolo dei negoziati per porre fine al conflitto.

Tuttavia fa un ragionamento giuridico che difficilmente in occidente gli statisti potrebbero accettare. Infatti ha detto che dopo la fine dei combattimenti, le autorità ucraine dovranno per forza abolire la legge marziale, e quindi procedere immediatamente alle elezioni presidenziali, in quanto il mandato di Zelensky è scaduto nel maggio scorso.

Lui dà per scontato che assai difficilmente Zelensky potrà essere rieletto, poiché ha causato troppi danni alla sua nazione. E Mosca vuol fare delle trattative di pace solo con un presidente legittimo.

Incredibile questo rispetto per il diritto. In occidente si sta rifornendo di armi il governo di Kiev proprio perché si ritiene Zelensky legittimato a ottenerle e a usarle persino nel territorio russo, e ci si stupisce che il governo mongolo, facendo parte della Corte Penale Internazionale, non abbia arrestato Putin.

Siamo su due piani completamente diversi. Rebus sic stantibus, è impossibile per Mosca scendere a trattative con Kiev. Non le resta che pretendere la resa incondizionata.

 

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L’ufficiale dell’intelligence americana, Tony Shaffer, ha annunciato che Zelensky, entro dicembre, potrebbe tentare di fuggire in Florida, in una delle sue case.

Bene, però va arrestato, perché ha distrutto il proprio Paese, ha svenduto i suoi beni alle multinazionali occidentali, e soprattutto ha mandato a morire centinaia di migliaia di uomini, costringendo metà della popolazione a rifugiarsi all’estero.

 

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Aysenur Ezgi Eygi, cittadina statunitense di origini turche, stava lottando pacificamente in Cisgiordania contro la “legalizzazione” dell’avamposto coloniale di Evyatar, sul Monte Sabih a Beita, Nablus. È stata uccisa da un proiettile alla testa che proveniva con sicurezza da un cecchino dell’esercito israeliano. Dopo Rachel Corrie, Tom Hurndall e Vittorio Arrigoni, Israele torna ad ammazzare un’attivista dell’ISM (International Solidarity Movement). Aysenur è la 18ª vittima delle proteste di Beita dal 2020. La Casa Bianca ha dichiarato di essere “profondamente turbata” dall’uccisione di una cittadina statunitense. Allo stesso tempo però ha chiesto proprio a Israele di indagare! Un criminale che indaga sui propri delitti!

 

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Se Alternativa per la Germania alle prossime elezioni regionali e nazionali continuerà a ottenere un forte successo, potrà accadere qualunque cosa.

Quello è un partito populista e razzista, violento, che sfrutta il giusto malcontento popolare (p.es. contro la UE e la NATO), ma verrà facilmente strumentalizzato da chi non sopporta determinate categorie di persone (p.es. omosessuali, migranti, ebrei, islamici, comunisti ecc.), dopodiché tutto sarà possibile. Anche il nazismo poté vincere perché si opponeva all’iniquo trattato di Versailles. Se ci fidassimo di questo tipo di attivisti, dovremmo smettere di criticare il governo Meloni, perché, a confronto, è un angioletto.

 

9 settembre

 

Al recente Eastern Economic Forum presso l’università di Vladivostok Putin se l’è presa coi media italiani, che da due anni ancora si chiedono chi sia il responsabile degli attacchi coi droni contro le centrali nucleari.

Ha detto che il nostro mainstream è talmente corrotto che non riesce nemmeno a constatare l’ovvio. Zelensky lancia i droni contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia da due anni e mezzo. Perché mai i russi dovrebbero bombardare una centrale sotto il loro controllo? Perché mai avrebbero dovuto distruggere il North Stream, di cui sono comproprietari?

Zelensky sta cercando di colpire anche la centrale nucleare di Kursk. I media italiani non riescono a dirlo. Quindi dicono che nessuno riesce a capire chi sia il responsabile degli attacchi. Dicono che non lo sanno. È una forma di omertà piuttosto impressionante in una società libera.

È che noi siamo servi degli americani sin dal secondo dopoguerra. I nostri media non potrebbero reggersi senza aiuti statali e stranieri. Noi non abbiamo nessuna autonomia, né economica, né finanziaria, né militare, e quindi neppure politica e mediatica. In più viviamo in una Unione Europea i cui statisti sono tutti russofobici e filoamericani.

A questo punto è come meravigliarsi che un cane domestico sia più docile di un lupo della steppa.

 

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Sulla base di quanto sta accadendo in Ucraina, dove la NATO è sempre più coinvolta direttamente, la Russia è intenzionata a modificare la propria dottrina sulle armi nucleari.

Al momento la teoria, elaborata nel 2020, è la seguente. La Russia:

1) può usare le sue armi nucleari se un nemico usa questo o altro tipo di arma di distruzione di massa contro la Russia o i suoi alleati;

2) può usarle se viene ricevuta un’informazione verificata sui lanci nucleari per attaccare la Russia o i suoi alleati;

3) può usarle se un nemico colpisce le strutture necessarie per una risposta nucleare;

4) può usarle se, in caso di aggressione convenzionale contro la Russia, viene minacciata l’esistenza stessa dello Stato.

Modificare una dottrina del genere può voler dire quattro cose (o anche solo una delle quattro):

1) usare l’atomica sulla base di una semplice “percezione” o “convinzione” che il nemico ha intenzione di usare qualcosa che potrebbe provocare uno sterminio di massa tra la popolazione;

2) riservarsi il diritto a usare il primo colpo, onde impedire al nemico un colpo di ritorsione;

3) sentirsi liberi di colpire qualunque bersaglio del nemico, anche non strettamente militare;

4) considerare irrevocabile la decisione di lanciare un missile nucleare, onde impedire che il nemico possa interferire, con strumenti elettronici o di intelligence, su questa decisione.

 

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La CNN ha detto che la situazione delle truppe ucraine nel Donbass è disastrosa: subiscono pesanti perdite, aumentano le diserzioni e il morale è basso, soprattutto nella fanteria.

In effetti secondo i dati dello stesso Parlamento ucraino, dall’inizio del 2024 sono stati avviati circa 19.000 procedimenti penali contro soldati che hanno abbandonato il proprio posto. È evidente quindi che sono almeno tre volte di più.

Cioè qui non si combatte affatto per spirito patriottico, ma solo perché si è costretti. Questa guerra non ha niente di simile a quella in Vietnam. Un mercenario straniero si rende conto che combattere a fianco di un militare del genere può essere molto pericoloso?

 

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A tutt’oggi, durante i combattimenti in direzione di Kursk, le forze armate ucraine hanno perso più di 11.220 militari e un’incredibile quantità di mezzi militari. È un macello. Se non si ritirano quanto prima, moriranno tutti. È pazzesco vedere degli strateghi della NATO organizzare un’operazione così assurda. “Piuttosto che arrendermi, mi lascio ammazzare!” È questa la loro filosofia di vita che vogliono imporre agli ucraini?

 

10 settembre

 

“È necessario vietare la partenza non solo degli uomini obbligati al servizio militare, ma anche dei bambini”, ha detto il politico neonazista ucraino Korchinsky.

In che senso? Nel senso che i bambini devono restare in Ucraina, per essere educati al suono dei raid aerei, così odieranno di più e meglio il nemico russo.

Questo modo di ragionare secondo cui i bambini devono subire le stesse conseguenze che subiscono gli adulti, assomiglia molto da vicino a quanto dicono i sionisti a Gaza. I bambini devono essere sterminati perché sono potenziali terroristi, cioè, crescendo, diventeranno sicuramente come i loro genitori.

 

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Dopo la prossima caduta di Pokrovsk (città di oltre 60.000 abitanti), la Russia controllerà quasi tutto il Donbass meridionale. È uno snodo logistico di fondamentale importanza, attraverso cui passano tutte le forniture belliche al contingente ucraino nella regione di Donetsk. Già adesso Kiev ha ordinato l’evacuazione forzata dei bambini da 31 insediamenti nella zona di Pokrovsk e Kramatorsk.

Le forze armate russe han quasi circondato la città, soprattutto dopo l’assurda sortita ucraina a Kursk. I russi potranno poi colpire sia a nord che a est, con l’obiettivo di sfondare l’intero fronte meridionale ucraino. Odessa cadrà da sola, senza neanche sparare un colpo.

 

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Su fanpage.it Anatol Lieven, direttore del Programma Eurasia del Quincy Institute for Responsible Statecraft, ha detto che ci si sta avviando a una “pace per sfinimento” in Ucraina: un accordo che “scontenta entrambe le parti ma che può consentire sia a Putin che a Zelensky di cantare vittoria”.

Questo sogna. Putin l’ha detto chiaro e tondo a più riprese: vuole tutto il Donbass, Odessa è russa da sempre, Zelensky non conta niente e ha il mandato scaduto, l’Ucraina non entrerà mai nella NATO, anzi va smilitarizzata e resa neutrale, il governo di Kiev va denazificato, poiché è autore di crimini contro l’umanità.

Il vero problema per la NATO è un altro: questi obiettivi vanno concessi pacificamente oppure attraverso una guerra? Si preferisce trattare con un Putin moderato o con l’ira dei generali?

 

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Si è ripreso a parlare del taglio dei cavi sottomarini che trasmettono Internet ovunque nel mondo. Si temeva che lo facessero i russi dopo il sabotaggio americano del Nordstream, ma non l’hanno fatto. Eppure se togli il web, non hai bisogno di sparare un colpo. Blocchi la finanza e blocchi tutto. Una nazione torna all’età della pietra e amen. E se qualcuno lo fa nelle acque della Sicilia, dove passa la maggior parte dei cavi, diventa padrone del mondo. È padrone se però ha un’alternativa. Che non potrà essere che satellitare. Naturalmente non meno veloce, anzi più personalizzabile, altrimenti come fai a convincere il consumatore…

 

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L’Europa ha bisogno di un organo di difesa comune indipendente dagli USA e che non faccia troppo affidamento sulla NATO, ha detto Draghi. Il che, in altre parole, vuol dire: gli USA scateneranno la guerra contro la Cina, mentre la UE dovrà preoccuparsi della guerra contro la Russia.

Draghi ha anche detto che il mercato europeo non è riuscito a superare completamente la crisi energetica, perché in questo momento l’industria è costretta a pagare il 158% in più per l’elettricità rispetto agli Stati Uniti e il 345% in più per il gas naturale.

Da che pulpito viene questa critica! È stato lui a rifiutare il gas russo a buon mercato! È stato lui a mettere sanzioni mostruose alla Russia! È stato lui ad approvare il sabotaggio del Nordstream! È stato lui a dire: “Volete l’aria condizionata o la pace?”!

 

11 settembre

 

Sul sito ultimasnoticias.com.ve è scritto che Edmundo González Urrutia, il candidato di destra alle recenti elezioni in Venezuela, partecipò al finanziamento e alla logistica degli atti brutali in El Salvador, quando prestava servizio presso l’ambasciata venezuelana in quel Paese, all’epoca in cui Leopoldo Castillo era ambasciatore (quest’ultimo fece fuori sei sacerdoti gesuiti, e attualmente risiede tranquillo a Miami).

In altre parole l’avversario di Maduro, autoproclamatosi presidente, è stato un agente della CIA con un passato negli squadroni della morte salvadoregni. Coinvolto nell’assassinio dell’arcivescovo Romero, lo chiamavano familiarmente matacuras, cioè “ammazzapreti”. E ora la Spagna gli ha concesso asilo politico, pur essendo accusato dal governo venezuelano di falsificazione di documenti ufficiali, sabotaggio e associazione terroristica.

I famigerati squadroni della morte massacravano civili innocenti, insegnanti, leader di comunità, personale ecclesiastico e bambini.

 

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Biden ha dato il via libera a Kiev per colpire in profondità il territorio russo con armi occidentali. Anche il segretario di Stato Antony Blinken è d’accordo.

Però in un’intervista alla CNN il responsabile della comunicazione strategica della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che la posizione dell’amministrazione americana non è cambiata e i raid ucraini in profondità nel territorio russo con armi americane non vengono sostenuti.

Non riescono a mettersi d’accordo neppure tra loro. Sembra che prendano ordini da entità separate. O forse giocano ai due poliziotti, uno buono e l’altro cattivo.[2]

 

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Il numero di fallimenti tra le medie e grandi aziende statunitensi, con valore patrimoniale superiore ai 10 milioni di dollari, è in rapida crescita: dall’inizio dell’anno sono state presentate 452 istanze di fallimento, la seconda cifra più alta in 13 anni.

Ma non erano in crescita grazie alla distruzione dell’Europa? E Draghi vuol farci diventare come loro?

 

12 settembre

 

Il presidente turco Erdoğan ha dichiarato, in un video messaggio alla Crimea Platform, che la Crimea deve essere restituita all’Ucraina e ha ribadito il sostegno della Turchia alla sovranità e all’integrità territoriale del Paese, in linea con il diritto internazionale.

Mi sa che anche per lui sia ora di andare in pensione. Se spera di entrare nei BRICS con queste dichiarazioni…

 

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Fa un po’ ridere che Trump definisca di “estrema sinistra” la politica di Kamala Harris. In particolare ha motivato questa critica dicendo che il marito di lei, Douglas Emhoff, possiede un’elevata percentuale di azioni della società farmaceutica AbbVie, produttrice di bloccanti della pubertà per bambini, quelli che servono per favorire interventi chirurgici trans accessibili ai bambini di età pari o superiore a 8 anni, facendoli diventare sterili.

AbbVie ha guadagnato 726 milioni di dollari con il farmaco Lupron nel 2018 e 752 milioni di dollari nel 2020. Il Lupron, un marchio per l’acetato di leuprolide, è stato sviluppato decenni fa per curare il cancro alla prostata ed è anche usato per la castrazione chimica dei criminali sessuali. I medici vengono incoraggiati a usarlo anche per il trattamento dell’autismo infantile. Una fornitura di tre mesi di Lupron per un giovane transgender ammonta a $ 11.000.

Secondo alcune stime, ogni bambino transgender fornisce all’industria farmaceutica circa un milione di dollari di entrate attraverso il consumo regolare di farmaci speciali.

Da notare che le diagnosi di disforia di genere sembrano essere in aumento negli Stati Uniti nell’ultimo decennio, con circa 1,6 milioni di persone di età pari o superiore a 13 anni che si identificano come transgender nel Paese. Ciò include 300.000 giovani di età compresa tra 13 e 17 anni.

 

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Il Consiglio nazionale svizzero ha votato per l’interruzione immediata dei pagamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) a causa – viene detto – del suo “incitamento al terrore e alla glorificazione della violenza”.

Pensare che una volta la Svizzera veniva apprezzata per il suo carattere neutrale e non violento. Meritava di tenersi alla larga dalla UE. Oggi invece è diventata come noi, si è “emancipata”, è uscita dal limbo delle sue valli innevate, panorama principe per le storie di Heidi.

Naturalmente sappiamo bene che essere “neutrali” non significa essere “pacifisti”.  Oggi nella UE tutti gli Stati che una volta si vantavano d’essere neutrali sono diventati improvvisamente guerrafondai o russofobici (Svezia, Finlandia… e naturalmente la Svizzera).

 

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Ieri è avvenuto un attacco di tre droni a lungo raggio della NATO nella regione di Murmansk. Sono stati lanciati dalla Finlandia, probabilmente dall’aeroporto di Ivalo. Il vettore in realtà era un aereo ultraleggero A-22 Foxbat, che però, a partire dall’aprile 2024, l’esercito ucraino ha convertito in un drone kamikaze. Sono volati verso la base aerea strategica di Olenya, seguendo un percorso diversivo: prima verso ovest, poi sono andati a nord, attraverso il territorio della Norvegia, per poi dirigersi verso la Russia. L’identificazione degli obiettivi è stata fornita da una coppia di velivoli da ricognizione elettronica Gulfstream della Regia Aeronautica svedese, uno dei quali ha sorvolato il confine russo per alcune ore.

Nella suddetta base sono schierati i portamissili strategici Tu-95MS delle forze aerospaziali russe. L’attacco è stato respinto. Ma se il prossimo attacco fosse coi missili, che si fa? La lunghezza dei confini finlandesi con la Russia è equivalente a quella dell’Ucraina prima dell’attuale conflitto. È evidente che la NATO fa di tutto per indurre la Russia a reazioni spropositate. Ma se queste reazioni cominciassero ad avvenire sul territorio stesso degli USA, che succederebbe?

Di sicuro se la NATO fornisce all’Ucraina missili balistici o a lungo raggio in grado di colpire vari obiettivi militari e civili della Russia, sarà impossibile non parlare di “guerra diretta” dell’occidente collettivo contro la Russia. Non potrà più essere definita “guerra per procura”, anche perché gli ucraini non sono in grado di gestire armi di questo genere senza il supporto della tecnologia occidentale.

A questo punto aspettiamoci una risposta rivolta su qualunque territorio europeo o americano, su qualunque base militare o capitale civile. Anzi qualunque Paese occidentale o alleato con gli USA o con la stessa NATO potrà essere colpito, poiché la Russia non sarà tenuta a stabilire la provenienza geografica di questo o quel missile. Le basterà riferirsi agli atteggiamenti minacciosi tenuti in questi ultimi anni, alla continua fornitura di armi al regime di Kiev, alla decisione di utilizzare le sanzioni per indebolire e isolare la stessa Federazione Russa.

Non solo, ma gli occidentali non avranno il diritto di pensare che la ritorsione non potrà avere alcun riferimento al nucleare.

 

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Gli americani a volte han modi strani di esprimersi. Per es. Elon Musk di recente ha detto: “Se Trump vince, abbiamo l’opportunità di fare una specie di deregolamentazione e riduzione delle dimensioni del governo che capita una volta nella vita”. Poi ha aggiunto: “Perché l’America sta andando in bancarotta molto rapidamente e... sembra che tutti stiano fischiando al cimitero”.

Cimitero e Titanic coincidono, ovviamente, come fischiare e ballare. Ma che significa “deregolamentazione”? E “riduzione delle dimensioni del governo”? Anche Reagan diceva la stessa cosa e si è visto com’è andata a finire. Il debito pubblico ha cominciato a salire alle stelle proprio con lui, al punto che gli USA da Paese creditore divennero Paese debitore.

Al momento sappiamo solo che Trump ha proposto di mettere Musk a capo di una Commissione per l’efficienza del governo! “Efficienza”, secondo lui, vuol dire “eliminare completamente le frodi e i pagamenti impropri”. Lo vorrebbe fare entro sei mesi! Si può essere più ingenui?

Per noi gli USA si stanno avviando molto rapidamente verso una guerra civile, o comunque verso una secessione da parte di qualche Stato federale. Gli USA stanno sprofondando nell’anarchia, in un nuovo Far West. Che vinca Trump o la Harris non farà differenza.

 

13 settembre

 

Se io fossi Hamas e mi offrissero un salvacondotto per la mia libertà in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi, mi porrei queste semplici domande: possibile che dopo 76 anni di resistenza non abbiano ancora capito che per noi, per noi come popolo, è una questione di principio? Possibile che non abbiano capito che non siamo esseri subumani? Cos’è che li rende così feroci nei nostri confronti? Perché quando ci ammazzano non fanno differenza tra civili e militari? E perché tra i civili colpiscono tutti: uomini e donne, vecchi e bambini, sani e malati, nativi e stranieri? Perché ci costringono a far la parte dei martiri? Perché godono nel fare i carnefici? In che cosa abbiamo sbagliato? Perché lo stesso mondo islamico non ci sostiene come dovrebbe?

Intanto dal 7 ottobre scorso le forze di occupazione israeliane hanno ucciso 41.020 palestinesi e ferito altri 94.925, secondo il Ministero della Salute nella Striscia.

 

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Secondo un report diffuso dalla CNN, “in soli 4 mesi i procuratori ucraini hanno avviato procedimenti penali contro quasi 19.000 soldati che hanno abbandonato le loro posizioni o hanno disertato“. Ma questa sarebbe solo la punta dell’iceberg. Secondo le fonti “molti ufficiali non segnalano le diserzioni e le assenze non autorizzate, sperando di convincere le truppe a rientrare volontariamente, senza incorrere in punizioni”.

“Non tutti i soldati mobilitati lasciano le loro posizioni, ma la maggior parte sì, quando i nuovi arrivati si accorgono di quanto sia difficile evitare droni, artiglieria e mortai”.

Cioè le nuove generazioni, costrette ad andare in prima linea e senza nessun particolare addestramento, preferiscono arrendersi quasi subito.

Incredibile che lo stato maggiore ucraino non abbia ancora capito che un arruolamento forzato non serve a niente, soprattutto in una guerra che si trascina senza successo da oltre 900 giorni contro un nemico molto più forte.

Probabilmente politici e militari sono vittime di una postura bellicista della NATO, secondo cui al tavolo delle trattative bisogna sedersi da posizioni di forza per ottenere il massimo.

Ancora non hanno capito che il massimo l’avrebbero ottenuto se si fossero arresi subito. Le due regioni autonomiste, Donetsk e Lugansk, avevano un’estensione geografica ridicola rispetto all’attuale Donbass. Anzi oggi è l’intera Ucraina che non esiste più.

 

14 settembre

 

Putin l’ha detto chiaro e tondo. Gli ucraini non sono in grado di costruire missili ad alta precisione e a lungo raggio con cui colpire la Russia. Anche se l’occidente glieli fornisse, gli ucraini non avrebbero né i mezzi per farli partire né i satelliti per individuare gli obiettivi da colpire. Quindi è evidente che la NATO si sta coinvolgendo direttamente in questa guerra.

Tutto ciò cambia la natura del conflitto. Per i russi diventano dei bersagli anche i Paesi che offrono mezzi di questo genere e personale per farli funzionare.

Anche se la guerra non viene dichiarata, non cambierà proprio nulla per le sorti dei Paesi occidentali. Siamo destinati a essere colpiti anzitutto nelle nostre basi militari, e ovviamente non è detto solo in quelle.

 

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Cos’ha detto l’ambasciatore russo Paramonov al ministro degli Esteri Tajani in merito al caso della giornalista della RAI Battistini che, per aver attraversato illegalmente il territorio russo unendosi ai soldati ucraini, è finita nella lista dei ricercati internazionali della Russia?

L’ipocrita ministro ha fatto finta di rimanere sorpreso. Pensiamo solo se fosse accaduto il contrario, cioè che un giornalista russo avesse varcato i nostri confini abusivamente: come avrebbe reagito il nostro governo?

Ma l’ambasciatore gli ha fatto altri esempi per convincerlo di quanto siano falsi i nostri governi.

Nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia la dirigenza della RAI vietò ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale.

Vi fu poi il salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Kherson e abbandonato al suo destino dall’esercito ucraino. In quell’occasione i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo il giornalista, portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito Sorbi fu riportato a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane. 

Semmai sono le formazioni armate controllate dal regime di Kiev che danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio del conflitto più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni, soprattutto in seguito all’uso dei droni.

 

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Sulla richiesta della Turchia di entrare nei BRICS, è ovvio che la Russia pretenda che la Turchia esca dalla NATO. La Cina invece teme che con la Turchia nei BRICS, gli islamici Uiguri possano avanzare più pretese autonomistiche nei confronti di Pechino.

Lavrov ha detto che i BRICS stanno creando una categoria chiamata “Stati partner”, diversa da “membri a pieno titolo”. Al prossimo summit a Kazan del 22-24 ottobre si deciderà sulla domanda della Turchia, che si è definitivamente rassegnata a non poter entrare nella UE.

 

15 settembre

 

Il Fondo Monetario Internazionale, la cui direttrice generale è la bulgara Kristalina Georgieva, ha deciso che terrà consultazioni con le autorità russe a partire dal 16 settembre. È la prima volta dal 2022. I ministri delle finanze di Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Svezia, Islanda, Danimarca, Norvegia e Polonia hanno fortemente disapprovato questa decisione. Temono che anche la Banca Mondiale farà la stessa cosa.

Dopo lo scoppio dell’operazione speciale in Ucraina, diversi Paesi occidentali avevano preso in considerazione l’idea di espellere la Russia dal FMI, senza però alcun successo, in quanto alcuni pesi massimi all’interno del FMI, come Cina e India, si erano nettamente opposti.

Il fatto è che dallo scoppio del conflitto in Ucraina e a partire dal momento delle sanzioni adottate dai governi occidentali, diversi organismi internazionali, tra cui il FMI, han dovuto rivedere al rialzo le previsioni di crescita della Russia, contraddicendo quanti assicuravano un collasso dell’economia di quel Paese.

L’occidente è convinto che quando Putin afferma che il PIL russo è cresciuto del 4,6% nella prima metà dell’anno, menta spudoratamente. In questa maniera la Russia starebbe danneggiando la reputazione del FMI nelle sue valutazioni economiche e finanziarie.

Insomma, pur di dar contro a Putin, non sanno più a che santo votarsi.

 

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Le autorità georgiane, se vinceranno le elezioni parlamentari previste per il 26 ottobre, troveranno la forza di chiedere scusa per la guerra del 2008 tra osseti e georgiani, scatenata dall’ex presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, e dal suo partito Movimento Nazionale Unito, sponsorizzato dagli USA, che voleva prendere il controllo della città osseta di Tskhinvali.

L’ha detto il fondatore e presidente onorario del partito al potere Sogno georgiano, Bidzina (Boris) Ivanishvili, un oligarca arricchitosi al tempo del presidente russo Eltsin. Questo è un partito (nato nel 2012) che detesta gli occidentali. Già negli anni scorsi aveva respinto le richieste della UE di organizzare l’invio di mercenari in Ucraina, e di recente si è rifiutato d’incontrare alcuni parlamentari statunitensi. Anche perché secondo i servizi di sicurezza del Paese dietro il tentativo di eliminare Ivanishvili ci sono proprio gli USA e l’Ucraina.

Resta comunque singolare che un politico dica che la situazione deve concludersi “con uno storico perdono reciproco e una riconciliazione”; questo perché il perdono è “la pietra angolare del cristianesimo per georgiani e osseti”. Sembra di sentir parlare un papa. Evidentemente da quelle parti i politici, anche se multimiliardari, non si vergognano dei buoni sentimenti.

Come noto, la Russia schierò i propri militari per proteggere i cittadini russi e le forze di pace di stanza nella regione. Di conseguenza le forze georgiane si ritirarono. Il 26 agosto 2008 la Russia riconobbe l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia.

Nel 2021 Saakashvili, dopo essere tornato segretamente in Georgia dall’Ucraina, è stato messo in prigione per il suo abuso di poteri presidenziali nel 2003-2012. Da allora viene presentato come un martire dall’Occidente e dall’opposizione parlamentare.

 

16 settembre

 

Ha detto Kamala Harris sul secondo tentativo di eliminare Trump: “Sono stata informata di una sparatoria contro l’ex presidente Trump, mentre giocava a golf nella sua proprietà in Florida, e sono contenta che sia al sicuro. La violenza non ha posto in America.”

L’ultima frase se la poteva risparmiare. Gli USA sono il Paese più violento al mondo, con un numero di armi superiore agli stessi abitanti. È il Paese che in rapporto alla popolazione ha il numero più alto di detenuti. È il maggiore esportatore di armi al mondo. Ed è in assoluto quello che nel pianeta scatena più conflitti di tutti, coi quali (in maniera diretta o indiretta) ha ormai provocato tanti morti quanti quelli della seconda guerra mondiale.

L’attentatore, Ryan Root, aveva cercato di arruolarsi a Kiev, ma siccome ha 56 anni e senza esperienza militare, l’avevano rifiutato. Strano, perché in questo momento mandano in prima linea tutti i maschi che riescono a catturare per le strade.

Ma la notizia più curiosa è un’altra: coi tempi che corrono, Trump gioca a golf? Siamo a un passo dall’Armageddon e quello se la spassa tra mazze, buche e palline?

 

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Nel sito inglese ChathamHouse.org David Lubin parla chiaro sull’egemonia del dollaro.

“Nel corso della storia – afferma – la valuta globale più importante è stata quella della potenza militare dominante”. Quindi è inutile pensare a una dedollarizzazione finché i mari sono dominati dagli USA, che dispongono peraltro di 800 basi militari in 80 nazioni.

Che gli USA, col 25% del PIL mondiale, siano ancora egemoni nel pianeta è dimostrato dal fatto che “il dollaro rappresenta circa il 60% delle riserve valutarie mondiali e il 90% dei pagamenti mondiali”.

È vero, ma se verso la fine degli anni ’80 gli USA erano ancora un creditore netto nei confronti del resto del mondo, oggi sono un grande debitore, e gli Stati potrebbero stancarsi di comprare i titoli del Tesoro, anche se danno buoni interessi. La Harris ha promesso, se verrà eletta, la distribuzione di 1,7 trilioni di dollari sotto forma di benefici. Ma questo non farà che aumentare il debito nazionale, per cui sarà necessario aumentare i tassi per i detentori del debito. A un certo punto questo “schema Ponzi” è destinato a crollare. E di solito qualcosa del genere accade all’improvviso.

Non a caso il valore reale del dollaro è diminuito del 20% negli ultimi tre anni. Gli Stati cominciano ad avere paura di questa moneta. Il congelamento delle riserve valutarie russe nel febbraio 2022 ha spaventato tutti. Certo, attacchi simili erano già stati fatti alle banche centrali di Libia, Iran, Venezuela e Afghanistan, ma a livelli infinitamente minori. Oggi tutti stanno cercando un’alternativa al dollaro. E non si ritiene affatto che gli USA siano davvero in grado di vincere le grandi guerre che dichiarano, tant’è che dal Vietnam ad oggi le han perse tutte.

Insomma sul destino del dollaro molto dipenderà da come i BRICS svilupperanno la propria infrastruttura finanziaria.

 

17 settembre

 

Forse non tutti sanno che lo scoppio di una “guerra nucleare di teatro” in Europa, limitata cioè ai campi di battaglia, è parte integrante dell’ultimo modello di difesa della NATO, adottato al vertice di Madrid nel giugno del 2022. L’Italia è in prima linea, soprattutto con le località di Aviano, Ghedi, Amendola, Gioia del Colle e Trapani. Ogni anno le esercitazioni vengono fatte anche solo per trasportare le armi atomiche.

Al momento è vera solo una cosa: più si alza la soglia tecnologica dello scontro convenzionale e più s’indurrà la Russia a prepararsi a una guerra nucleare tattica.

Gli USA saranno contentissimi, così potranno fare un nuovo Piano Marshall. Il capitale, per rigenerarsi, ha prima bisogno di distruggere qualcosa.

 

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Trump ha detto che il Paese che boicotta il dollaro, non farà affari con gli Stati Uniti: “imporremo dazi al 100% sulle sue merci.”

Sembra minacciare come un cowboy o come un mafioso. D’altronde sa bene che se gli USA perdono questo standard è come se perdessero “una guerra rivoluzionaria”. Ha detto proprio così.

Quindi quando, dopo essere stato colpito all’orecchio, diceva “fight, fight”, voleva dire “dollaro, dollaro”.

 

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Lavrov ha detto che la Turchia vuole aderire ai BRICS solo perché nell’organizzazione si può liberamente commerciare, investire e condurre varie transazioni economiche senza dipendere dal dollaro e dall’euro.

Cioè praticamente i turchi prendono quanto gli serve da tutti e non vogliono sentirsi vincolati con nessuno. Han capito che degli americani non ci si può più fidare. Ma han capito che neppure loro son poi così affidabili?

 

18 settembre

 

Carlo Rovelli ha messo un bel post su Facebook il 12 settembre. Lo riporto per intero.

Nel 1999 la NATO ha bombardato Belgrado per 78 giorni con l’obiettivo di smembrare la Serbia e dare vita a un Kosovo indipendente, oggi sede di una delle principali basi NATO nei Balcani.

Nel 2001 gli Stati Uniti hanno invaso l’Afghanistan, provocando 200.000 morti, un Paese devastato e nessun risultato politico.

Nel 2002 gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dal Trattato sui missili anti-balistici, nonostante le strenue obiezioni della Russia, aumentando drasticamente il rischio nucleare.

Nel 2003 gli Stati Uniti e gli alleati della NATO hanno rinnegato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite entrando in guerra in Iraq con un pretesto. L’Iraq è ora devastato, non è stata raggiunta una vera pacificazione politica e il parlamento eletto ha una maggioranza pro-Iran.

Nel 2004, tradendo gli impegni presi, gli Stati Uniti hanno proseguito con l’allargamento della NATO, questa volta con l’ingresso degli Stati baltici, dei Paesi della regione del Mar Nero (Bulgaria e Romania) e dei Balcani.

Nel 2008, nonostante le pressanti e strenue obiezioni della Russia, gli Stati Uniti si sono impegnati ad allargare la NATO alla Georgia e all’Ucraina.

Nel 2011 gli Stati Uniti hanno incaricato la CIA di rovesciare il governo siriano di Bashar al-Assad, alleato della Russia. La Siria è devastata dalla guerra. Gli Stati Uniti non hanno ottenuto alcun vantaggio politico.

Nel 2011 la NATO ha bombardato la Libia per rovesciare Moammar Gheddafi. Il Paese, che era prospero, pacifico e stabile, è ora devastato, in una guerra civile e in rovina.

Nel 2014 gli Stati Uniti hanno cospirato con le forze nazionaliste ucraine per rovesciare il presidente Viktor Yanukovych. Il Paese si trova ora in un’aspra guerra.

Nel 2015 gli Stati Uniti hanno iniziato a piazzare i missili anti-balistici Aegis in Europa orientale (Romania), a breve distanza dalla Russia.

Nel 2016-2020 gli Stati Uniti hanno sostenuto l’Ucraina nel minare l’accordo di Minsk II, nonostante il sostegno unanime da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il Paese si trova ora in un’aspra guerra.

Nel 2021 la nuova amministrazione Biden ha rifiutato di negoziare con la Russia sulla questione dell’allargamento della NATO all’Ucraina, provocando l’invasione.

Nell’aprile 2022 gli Stati Uniti invitano l’Ucraina a ritirarsi dai negoziati di pace con la Russia. Il risultato è l’inutile prolungamento della guerra, con un aumento del territorio conquistato dalla Russia.

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno cercato e cercano tuttora, senza riuscirci e fallendo costantemente, un mondo unipolare guidato da un’egemonia statunitense, in cui Russia, Cina, Iran e altre grandi nazioni devono essere sottomesse.

In questo ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti (questa è l’espressione comunemente usata negli USA), gli Stati Uniti e solo gli Stati Uniti hanno diritto di determinare l’utilizzo del sistema bancario basato sul dollaro, il posizionamento delle basi militari all’estero, l’estensione dell’adesione alla NATO e il dispiegamento dei sistemi missilistici statunitensi, senza alcun veto o voce in capitolo da parte di altri Paesi.

Questa politica estera arrogante ha portato a guerre continue, paesi devastati, milioni di morti, una crescente rottura delle relazioni tra il blocco di nazioni guidato dagli Stati Uniti – una piccola minoranza nel pianeta e ora nemmeno più economicamente dominante – e il resto del mondo, un’impennata globale delle spese militari e ci sta lentamente portando verso la terza guerra mondiale.

Il saggio e decennale sforzo europeo di coinvolgere Russia e Cina in una collaborazione strategica economica e politica, sostenuto con entusiasmo dalla leadership russa e cinese, è stato infranto dalla feroce opposizione degli Stati Uniti, preoccupati che ciò avrebbe potuto minare il dominio statunitense.

È questo il mondo che vogliamo?

 

Avrei aggiunto o precisato che:

1) la guerra contro la Jugoslavia fu voluta anche dall’Europa (in Italia dal governo D’Alema);

2) la guerra in Afghanistan, durata 20 anni (2001-21), scoppiò dopo che gli stessi americani buttarono giù le due Torri gemelle (2001);

3) gli Accordi di Minsk I e II sono stati fatti saltare anche da chi li doveva garantire: Francia e Germania;

4) la Russia non ha “invaso” l’Ucraina ma ha liberato il Donbass dalla guerra civile che il governo neonazista di Kiev aveva scatenato sin dal 2014;

5) la Russia non “conquista” alcun territorio in Ucraina, ma chiede ai cittadini delle zone “liberate” dai nazionalisti e neonazisti di Kiev, sostenuti dall’occidente collettivo, da che parte vogliono stare, e lo fa tramite lo strumento del referendum.

 

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Ieri il Mossad ha fatto esplodere nello stesso momento le batterie di circa 5.000 cercapersone di Hezbollah contenenti 20 grammi di esplosivo, aumentando a distanza la loro temperatura. Praticamente aveva intercettato i dispositivi di comunicazione usati in Libano e in Siria prima che fossero consegnati a Hezbollah. Più di 4.000 persone sono rimaste ferite, di cui 400 sono in gravi condizioni (otto sono già morti).

Due combattenti della Resistenza di Hezbollah sospettavano che i cercapersone fossero stati manomessi e avevano intenzione di informare i loro superiori, ma uno era stato ucciso e l’altro non ha fatto in tempo.

La Golden Apollo di Taiwan, che ha prodotto i cercapersone, ha dichiarato che in realtà sono stati fabbricati da un licenziatario europeo, che avrebbe potuto essere facilmente infiltrato dall’intelligence israeliana.

Quest’atto vile e indiscriminato non si può neppure commentare, se non dicendo che questa è una guerra elettronica vera e propria e che l’obiettivo principale è quello di eliminare i civili. Naturalmente gli USA dicono di non saperne nulla. Chissà perché però nell’ospedale dell’Università americana di Beirut il personale aveva sostituito i cercapersone 10 giorni fa.

 

19 settembre

 

La NATO ha incaricato le forze di Difesa dell’Estonia di prepararsi alla guerra con la Russia. Il suo ruolo sarà qualcosa di più di un semplice trampolino di lancio per bombardare obiettivi russi.

Questi pensano di poter fare una bella figura, quella che non è stata possibile all’Ucraina, che non poteva essere difesa dalle truppe della NATO in maniera diretta.

Non si rendono conto che se l’Ucraina scomparirà dalle carte geografiche in tre anni di guerra, all’Estonia basteranno tre giorni.

 

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In Russia s’è fatto un quadro abbastanza chiaro circa la situazione dei loro migranti interni.

Attualmente sono presenti oltre 6 milioni di persone con cittadinanza straniera. I primi 10 Stati per numero di stranieri regolari in Russia sono: Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, Bielorussia, Ucraina, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Cina e Turkmenistan. In totale rappresentano 5,5 milioni di persone. La Russia è al quarto posto nella classifica mondiale per numero di stranieri residenti, dopo Stati Uniti, Germania e Arabia Saudita.

Poi ci sono gli immigrati clandestini (circa 740.000 persone), provenienti soprattutto da Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, Armenia e Azerbaigian. Teniamo conto che i Paesi dell’Asia centrale entrano in Russia senza visto. Ma questa libertà probabilmente è destinata a finire, proprio perché dall’inizio dell’anno sono stati prevenuti 196 crimini di natura terroristica, compresi 142 attentati terroristici.

A causa di ciò è in corso la creazione del registro dei cittadini stranieri che soggiornano illegalmente nella Federazione. Questi cittadini non potranno guidare veicoli, utilizzare i servizi bancari, registrare proprietà, contrarre e sciogliere matrimoni o iscrivere i bambini negli asili e nelle scuole.

C’è da dire che gli stranieri sono ben accetti, in quanto la Russia presenta una carenza di risorse lavorative in quasi tutti i settori dell’economia.

 

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L’orientamento guerrafondaio della UE è ben visibile dai componenti della nuova Commissione Europea. Aver affidato a due “falchi” come l’ex primo ministro estone Kaja Kallas l’incarico di Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e al lituano Andrius Kubilius la nuova posizione di Commissario per la difesa, è un pessimo segnale. Ci manca che il parlamento voti a favore dell’uso di missili a lunga gittata contro la Russia, e il gioco è fatto.

 

20 settembre

 

Il Parlamento europeo ha chiesto l’emissione di un mandato di arresto internazionale contro Maduro e il riconoscimento del leader dell’opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia come capo del Venezuela.

Non c’è dubbio: siamo sempre più una colonia americana e quindi sempre più fascisti.

 

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Il Parlamento europeo ha invitato i Paesi della UE a eliminare le restrizioni sugli attacchi di Kiev con armi a lungo raggio sul territorio russo, a rafforzare il sostegno militare all’Ucraina e a promuovere una raccolta di fondi della popolazione europea per i bisogni delle forze armate ucraine.

Questo parlamento, votato di recente, è peggio di quello precedente. Ciò vuol dire che votare non serve a niente, i social (ove passa ormai l’ultima contestazione al mainstream) non servono a niente, il timore di una guerra nucleare non serve a niente, gli avvertimenti di Putin di non oltrepassare le linee rosse non servono a niente. Noi sappiamo benissimo che un Sarmat può distruggere Strasburgo in 3 minuti, ma non c’importa assolutamente nulla.

L’Europa non vede l’ora di morire. Sembra come quei malati terminali che chiedono di andare in Svizzera per farsi fare una punturina.

 

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Adesso che va via, può dire tutte le stupidaggini che vuole. Mi riferisco a Stoltenberg. L’ultima che ha detto è questa: la NATO non diventerà parte del conflitto ucraino se i suoi Stati membri autorizzeranno Kiev a colpire il territorio russo con armi di fabbricazione occidentale.

Lo dice come se non sapesse che l’Ucraina non solo non è in grado di produrre armi del genere, ma anche quando le riceve, non è in grado di farle funzionare, in quanto occorre una particolare tecnologia e competenza. Quindi la NATO, anche se non ha dichiarato formalmente guerra alla Russia, di fatto è in stato di guerra, e non da adesso, ma dal momento in cui ha organizzato il golpe a Kiev.

La seconda cosa che ha detto è ancora più stupida della precedente: la NATO non ritiene che l’Iran e la Corea del Nord siano parti della guerra per quanto riguarda i presunti aiuti militari a Mosca.

E allora perché, visto che gli aiuti sono solo “presunti”, vengono sanzionate, minacciate, intimidite? Forse qualche Paese dell’occidente collettivo, che fino adesso ha esplicitamente aiutato con armi e soldi gli ucraini, subisce lo stesso trattamento?

Se fossi nella Corte Penale Internazionale, chiederei di spiccare un mandato di cattura contro quest’uomo. Infatti in Europa è soprattutto lui che chiede alla NATO un intervento diretto nel conflitto, con tanto di truppe ben equipaggiate e missili nucleari da usare in maniera preventiva (gli F-16 sono vettori nucleari). Non ha nessuna capacità diplomatica, nessun senso della realtà.

 

21 settembre

 

La von der Leyen è andata a Kiev a promettere aiuto, denaro e persino un’intera centrale termoelettrica smontata. Ovviamente due cose:

1) il prestito di 35 miliardi di euro sarà garantito dai profitti inaspettati derivanti dagli asset russi congelati, come parte di un piano del G7 per raccogliere 50 miliardi di dollari (Zelensky passerà alla storia come il più grande affarista di tutti i tempi: cosa peraltro abbastanza facile quando il sangue dei propri concittadini viene versato a fiumi);

2) i consumatori europei dovranno ridurre i consumi per inviare l’elettricità risparmiata verso i neonazisti per senso di solidarietà. O magari vedranno aumentate le tariffe.

In pratica gli statisti europei sono convinti che l’Ucraina, una volta vinta la guerra e recuperati tutti i propri territori, ci ripagherà il prestito coi dovuti interessi. Intanto per il momento stanno derubando la Russia due volte: bloccando i fondi della sua Banca Centrale (con cui pagheranno la ricostruzione dell’Ucraina appena vinta la guerra); e usando gli interessi come garanzia di questo prestito. Dovranno però emanare anche una legge internazionale, che preveda un furto del genere.

La stessa von der Leyen ha detto che il totale dei miliardi inviati a Kiev dal 2022 per aiuti militari ed economici ammonta alla stratosferica cifra di 118 miliardi di euro. Stiamo parlando di 5-6 manovre finanziarie dello Stato italiano, cui la stessa guerrafondaia impone continuamente di tagliare la spesa sociale.

Insomma Kiev va aiutata sino in fondo, sino all’ultimo ucraino, per tutto il tempo necessario. La guerra non può essere persa. Che figura farebbero la UE e la NATO nel mondo? Questi statisti non pensano neanche per un momento che la figura sarebbe migliore se si avviassero delle trattative per la pace.

Per fortuna le promesse di aiutare l’Ucraina sono del tutto irrealistiche, così può darsi che la guerra finirà prima, magari bruciando nel camino tutti i mobili della casa.

 

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Dopo l’orrenda strage di civili compiuta a Gaza, e dopo i circa 700.000 coloni israeliani che vivono in 279 insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme Est (rispetto ai 520.000 del 2012), dobbiamo ancora sentire che l’Arabia Saudita potrebbe accontentarsi di un impegno semplicemente politico, da parte d’Israele, per creare uno Stato palestinese, anziché qualcosa di più vincolante?

Davvero qui vien voglia di pensare che i palestinesi stiano scomodi a tutti, inclusi i Paesi islamici del Medioriente. Se è così, è meglio andarsene da lì: qualunque altro posto non sarà peggiore.

 

22 settembre

 

La Camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza il Ddl 1660, col quale si istituisce in Italia lo stato di polizia.

Il blocco stradale e quindi gli scioperi diventano reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere; le proteste in carcere o nei Centri di permanenza per i rimpatri possono essere punite col carcere fino a 20 anni; idem per chi protesta contro le grandi opere.

Anche la “propaganda” delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata “terrorismo della parola”.

Carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni (questo potevano chiamarlo “reato anti-Salis”).

Fino a 15 anni per resistenza attiva; fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato “anti-Ghandi”).

Facoltà per forze dell’ordine (carabinieri, agenti della polizia, della guardia di finanza e della polizia penitenziaria) di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio. Le armi permesse sono le seguenti: arma lunga da fuoco, rivoltella e pistola di qualunque misura, bastoni animati con lama di lunghezza inferiore ai 65 centimetri (quelli finti da passeggio).

Niente più rinvio di pena per le donne in gravidanza o con figli di meno di un anno.

Si vieta agli immigrati senza permesso di soggiorno l’uso del cellulare, vincolando l’acquisto della SIM al possesso del permesso.

Tutto ciò col silenzio complice delle opposizioni parlamentari, le quali non hanno mosso un dito per contrastare realmente le nuove leggi “fascistissime”, peggiorative rispetto allo stesso codice Rocco. Anzi, su circa 160 parlamentari, al momento del voto a Montecitorio l’opposizione ne aveva in aula soltanto 91.

Non solo, ma prima della votazione finale del Ddl, PD e Cinque stelle hanno presentato alcuni ordini del giorno (recepiti dal governo) che impegnavano quest’ultimo a incrementare la spesa per assumere nuovi agenti di polizia e di guardie penitenziarie.

 

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La Lega sembra essere favorevole alla legalizzazione della castrazione chimica per pedofili e stupratori seriali. È lo stesso principio che applicano ai migranti. Per risolvere il problema, bisogna impedire gli sbarchi. Ai leghisti non interessano le cause remote, ma solo che non si verifichino certi effetti. Una volta si sarebbe detto che hanno un pensiero primitivista. Oggi, dopo i tanti studi etno-antropologici, dare del primitivista a qualcuno, gli si fa un complimento.

In cambio della castrazione chimica la Lega assicura anche a pedofili e stupratori seriali la libertà vigilata. Mi chiedo come si faccia a essere così sicuri che un criminale non sostituisca un determinato reato, che non può più compiere, con un altro, magari anche più grave.

Con queste categorie di persone fanno lo stesso ragionamento che coi drogati. L’unica differenza è che non si può castrare un tossico, per cui il carcere è inevitabile se delinque.

 

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Sarebbe ridicolo se non fosse tragico che un governo dicesse: autorizzo il lancio di missili a lunga gittata contro la Russia, a condizione che non appartengano al mio Stato.

Eppure Biden ha detto proprio così. Come se non sapesse che l’apparato militare del suo Paese è completamente privato, per cui può vendere le sue armi letali a chi vuole. Potrebbe venderle persino alla Russia se ci fosse un’alleanza contro la Cina.

Peraltro in Europa esiste la NATO, in cui gli USA fanno la parte del leone (p.es. in Italia i codici per lanciare le atomiche li hanno solo gli americani). Non ci vuol niente a trasferire via mare o via aria dei missili a lunga gittata dal territorio statunitense a un qualunque Paese NATO della UE. Chi potrebbe impedirlo? Come faranno i russi a stabilire la provenienza geografica dei missili o la proprietà industriale dello Stato che li lancia? Al massimo potranno individuare la base di lancio. E poi perché dovrebbero fare questa differenza, visto che nell’ambito della NATO solo tre Paesi han mostrato di non voler tagliare i ponti con la Russia, e cioè Ungheria, Slovacchia e Turchia?

 

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Nella base NATO di Aviano gli USA hanno intenzione di licenziare 44 lavoratori americani e 29 italiani. Questo perché, per risparmiare, preferiscono appaltare all’esterno certi servizi commerciali, ristorativi e ricreativi.

La CISL e UIL sono rimaste scandalizzate. Questo perché c’era stato un patto in origine: voi potete installare la base ma dovete assumere manodopera italiana ai servizi.

Non è comica questa rivendicazione? Quella è una delle basi NATO più pericolose d’Europa: ben 50 missili nucleari di potenza variabile tra 45 e 107 chilotoni potrebbero partire anche da lì contro la Russia. Aviano è un obiettivo che i russi dovranno per forza colpire con l’atomica.

La bomba su Hiroshima era di 15 chilotoni: oggi viene definita “tattica”, cioè piccola.

 

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I Paesi Bassi restituiranno all’Indonesia quattro sculture indo-buddiste e 284 reperti culturali dell’era coloniale.

E poi dicono che in questo periodo ci sono solo brutte notizie.

 

23 settembre

 

Ha detto Ilaria Salis, quella che malmena i neonazisti, con grande scandalo del governo ungherese: “Il carcere non solo non assolve alla sua funzione di risolvere i conflitti della società, ma crea altro carcere. I dati sulla recidiva parlano chiaro. E la maggior parte delle persone che sono in carcere non sono pericolosi criminali, ma persone che si trovano lì per reati contro il patrimonio. L’orizzonte verso cui ci dovremmo muovere è una società che superi il carcere. Io sono abolizionista e non è un’utopia secondo me puntare a raggiungere un traguardo del genere”.

Infatti ci vogliono comunità di recupero, per chiunque commetta un crimine o un reato grave. E forse servirebbero anche quando i reati non sono così gravi, vista la latitanza della famiglia e della scuola.

E comunque su una cosa ha ragione: il sistema carcerario è razzista (a San Vittore il 75% è straniero) e classista: a parità di reato contestato, una persona italiana e benestante in galera non ci finisce. Non a caso una delle professioni più ambite è quella dell’avvocato.

Certo, uno può sempre dire che il nostro sistema carcerario è così fatiscente che dentro non ci finisce nessuno per reati di lieve entità. Ma questo non è un difetto del carcere. Questo è il sintomo di una società che non funziona: come si fa a non compiere dei reati quando è così polarizzata? E nei confronti di una società del genere, essere pluripregiudicati come la Salis potrebbe essere anche un titolo di merito. Dipende sempre con chi te la prendi e con che motivazioni lo fai.

 

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M’è piaciuto il generale Vannacci quando ha detto, a proposito delle critiche di Salvini ai PM per il caso Open Arms: “Pur non condividendo il merito della richiesta di condanna avanzata nei confronti del ministro Matteo Salvini, ritengo che le critiche, sempre esprimibili, alle decisioni della magistratura debbano essere formulate con linguaggio appropriato e nel pieno rispetto dei princìpi democratici. La giustizia non può e non deve essere ostacolata da minacce che mirano a destabilizzare il sistema e le persone che lo rappresentano. Il turpiloquio, inoltre, è degno di gazzarre da bassifondi”.

Naturalmente s’è un po’ arrampicato sugli specchi, in quanto eletto al parlamento europeo proprio grazie a Salvini: infatti la richiesta di condanna è del tutto condivisibile, in quanto non eravamo minacciati da nessuno. “Non c’era uno sbarco in Normandia”, ha detto Bersani, con una delle sue solite metafore.

Scommetto che la prossima volta il generale si farà eleggere da un partito più decente, oppure prenderà il posto di Salvini, tanto il nazionalismo è lo stesso, e gli altri tre valori li conosciamo: Dio, patria e famiglia.

 

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Nella Repubblica Ceca il principale partito di opposizione anti-guerra (Akce Nespokojených Občanů dell’ex presidente Andrej Babis) stravince le elezioni regionali: ha conquistato 10 regioni delle 13 in palio.

I sondaggi lo vedono in testa anche a livello nazionale.

Mi chiedo perché ci sia voluto così tanto tempo per capire che ci stiamo avviando verso la deindustrializzazione dell’Europa, la sua piena subordinazione ai diktat della NATO e degli USA che la gestiscono (insieme agli inglesi), e verso la terza guerra mondiale. Non erano cose difficili da capire.

 

24 settembre

 

La Commissione Europea sta effettuando il conteggio degli utenti di Telegram nella UE. Se si scopre che il loro numero supera i 45 milioni di persone, il servizio rientra nella definizione di “piattaforma online molto grande”, per cui verrà sottoposto alla diretta supervisione della von der Leyen, che è stata capace di rimuovere dalla nuova Commissione Europea tutte le voci dissenzienti del suo primo mandato.

Incredibile questa cosa. Siamo in mano a una che avrà la possibilità di sospendere temporaneamente il funzionamento della piattaforma in tutta la UE. Già adesso le ha comminato una multa fino al 6% del fatturato annuo globale. (Da notare che la Corte di Giustizia della UE ha invece annullato una multa nei confronti di Google pari a 1,5 miliardi di euro, pur avendone riconosciuto le violazioni).

Gli altri social accettano una cosa del genere? Qui si ripete la stessa cosa successa al tempo dell’antisemitismo dei nazisti. Tutti stavano a guardare, convinti che a loro non sarebbe successo nulla. Poi improvvisamente è sparita la democrazia, e questa volta per tutti.

 

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La SPD (30,89%, 32 seggi) tira un sospiro di sollievo dopo aver rischiato seriamente di finire dietro Alternative für Deutschland (29,23%, 30 seggi) in un Land, quello di Brandeburgo, che governa dal 1990, ma lo fa ai danni dei partiti tradizionali, che non entrano nel parlamento regionale. Intanto è sorto il terzo partito (ultrasinistra): Sarah Wagenknecht Union (13,48%, 14 seggi). Alla CDU (centrodestra) sono andati 12 seggi (3 in meno). La fine dei Verdi e della sinistra della Linke è semplicemente miserabile.

Ora il problema è con chi fare le alleanze: SPD e CDU non bastano. L’SPD non vuol fare nessun governo con l’ultradestra AfD. Ma come farà con la SWU, visto che la Wagenknecht ha più volte detto che creerà una coalizione solo con coloro che smetteranno di fornire armi all’Ucraina e lavoreranno per risolvere le relazioni tra Germania e Russia? AfD e SWU potrebbero coalizzarsi in attesa delle elezioni nazionali del Bundestag, che si terranno tra un anno.

L’ultima possibilità è che l’attuale governatore socialdemocratico del Brandeburgo, Dietmar Woidke, faccia un’alleanza con la SWU, mandando a quel paese Scholz, come d’altronde ha già fatto durante la campagna elettorale. Ma non sarà facile, perché Scholz vive nel Brandeburgo e ha lì il suo collegio elettorale.

 

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Il “Times” ha pubblicato i dettagli del “piano per la vittoria” di Zelensky.

- Garanzie di sicurezza per l’Ucraina da parte dei Paesi occidentali, “simili a un patto di difesa reciproca in caso di adesione alla NATO”. Ancora non ha capito che il suo Paese non può entrare nella NATO.

- Assistenza finanziaria internazionale per la ripresa economica. Ancora non ha capito che il Paese è in bancarotta e non è in grado di restituire nessun prestito.

- Fornitura di armi moderne dall’Occidente. Ancora non ha capito che non è solo con le armi che si vince.

- Prosecuzione dell’operazione delle Forze Armate ucraine nella regione di Kursk. Qui siamo a livelli di comicità. Come quando tempo fa disse che entro l’inizio del 2025 l’Ucraina avrebbe vinto.

Bisogna ammettere che Zelensky è un genio nel fare soldi sulla pelle degli altri.

 

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La premier danese Mette Frederiksen vuole assolutamente la guerra contro la Russia. Infatti ha detto che è ora di finirla di parlare di “linee rosse”. Gli ucraini vogliono la pace, i russi, che sono gli aggressori, no. Non è possibile alcuna trattativa. Anzi occorre dare a Kiev tutto quanto occorre perché possa vincere.

A volte mi chiedo: è l’ignoranza abissale che fa parlare così? Oppure si è mentalmente disturbati? O forse, molto più semplicemente, si è stati pagati da qualcuno?

 

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I senatori americani han proposto di vietare la vendita di iPhone in Russia, perché i russi pretendono che nello smartphone possano essere installate delle loro app, come p.es. Rutube. In caso contrario saranno loro stessi a vietare l’ingresso di iPhone nel loro Paese.

Sarà curioso di vedere come farà la politica a imporsi sull’economia nel regno del capitalismo privato per antonomasia.

 

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I russi hanno realizzato un camion che sull’autostrada Mosca-San Pietroburgo viaggia senza conducente. Vi è soltanto una persona sul sedile del passeggero. Per la prima volta a livello mondiale le tecnologie digitali per le auto senza conducente e i servizi stradali intelligenti digitali vengono testati insieme, consentendo una valutazione interattiva.

I camion autonomi offrono una migliore efficienza logistica, poiché operano per più ore ed effettuano meno fermate rispetto ai modelli guidati dall’uomo. Ne costruiranno 43 entro fine anno.

Ma Draghi non aveva detto che la Russia sarebbe crollata subito a causa delle sanzioni? E la von der Leyen quando diceva che i russi smontavano i microchip dagli elettrodomestici ucraini perché ne erano privi in seguito alle sanzioni?[3]

 

25 settembre

 

Il numero di libri messi al bando nelle scuole pubbliche americane è triplicato in un anno passando da 3.362 nel 2023 a oltre 10.000 nel 2024 (circa 8.000 solo in Florida e Iowa, dove non c’è bisogno di alcun procedimento). Anche Utah, Carolina del Sud e Tennessee hanno promulgato divieti di libri.

Una contea della Florida ha riportato nelle biblioteche 36 libri, tra cui l’epopea di Kunta Kinte, solo dopo una causa intentata da una coalizione di genitori, studenti e autori.

Tra i titoli vietati ci sono insospettabili come Radici di Alex Haley o Gridalo forte di James Baldwin.

Domanda: perché negli USA devono sempre avere atteggiamenti così estremi?

Probabilmente perché non hanno alcuna forma di cultura cui riferirsi in maniera sicura. Quella dei nativi, infatti, l’hanno spazzata via.

 

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Il senatore di Fratelli d’Italia, Roberto Menia, presenterà a breve una sua proposta di legge per il ripristino del servizio militare obbligatorio. Sta pensando a sei mesi di naia, non solo per i ragazzi, ma anche per le ragazze.

Motivi fasulli? “Ridare ai giovani moralità, indirizzi e spingerli al rispetto delle norme”. “La nostra Costituzione dice che la difesa della Patria è dovere del cittadino”. “Questa cosa è all’ordine del giorno in tanti altri Paesi, come per es. in Croazia, mentre la Svizzera già prevede il richiamo”. “Si tornerebbe a una visione interclassista della nostra società, dove i giovani potrebbero tornare a fare un’esperienza collettiva che di sicuro può solo fare bene”. “Una volta fatto il servizio obbligatorio, chi vuole resta nelle forze armate, e si può specializzare, formandosi per acquisire quelle competenze che sono sempre più necessarie in un mondo dove ci sono tanti conflitti, anche vicino a noi”.

Motivo vero? Fare la guerra contro Russia e Cina.

 

26 settembre

 

Secondo i dati di Cittadinanzattiva, tra settembre 2023 e settembre 2024 ci sono stati 69 crolli nelle scuole, di cui 28 nelle regioni del Sud e nelle Isole, così come in quelle del Nord, e 13 al Centro.

Gli edifici scolastici senza certificato di agibilità sono quasi il 60%. Quasi il 58% senza prevenzione incendi e oltre il 41% senza collaudo statico.

Infine circa 17.000 scuole sono in zone a rischio e solo il 40% degli istituti risulta accessibile a disabili.

Ma più importante è mandare soldi e armi a Kiev e destinare il 2% del PIL alla Difesa.

 

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Nel Documento di Economia e finanza del 2023 viene detto che le entrate derivanti dal settore dei giochi sono state pari a oltre 11 miliardi di euro. Lo Stato sembra gongolare per una cifra così rilevante. Però evita accuratamente di dire quanto spende per sanare tutti gli effetti della ludopatia: dalle malattie di varia natura agli incidenti stradali, dai furti alla violenza fisica, dai divorzi agli omicidi.

 

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Il debito pubblico italiano lievita verso i 3.000 miliardi di euro (circa 50.000 euro pro capite, compresi i neonati). Ci siamo rassegnati a vederlo crescere. Secondo i vincoli di bilancio dei Paesi membri della UE il debito non dovrebbe superare, annualmente, il 60% del PIL. Il nostro si è attestato sul 140%, mentre la media della zona euro è attorno al 90%.

Cosa c’è che non va nel nostro Paese? L’evasione fiscale è più o meno equivalente agli interessi annui che lo Stato paga sui suoi titoli: 83 miliardi. Peraltro è l’unico nella UE a spendere di più in interessi sul debito che in istruzione.

Gli italiani sono anarchici: non credono nello Stato. È quindi verosimile che una buona fetta di titoli statali venga acquistata coi soldi sottratti al fisco. Ma se andiamo avanti così, della nostra solvibilità non si fideranno più i grandi investitori. È comunque evidente che lo Stato centralista non funziona più.

 

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In Cina la Central Bank Digital Currency (valuta digitale) è collegata all’identità digitale obbligatoria dei cittadini. Se qualcuno supera il limite di velocità, il sistema degli autovelox detrae automaticamente una multa dal suo portafoglio digitale.

Mi sembra un’esagerazione. Un’identità digitale la posso capire, ma un collegamento obbligatorio e quindi automatico di questa identità al proprio conto corrente, serve solo al potere dominante. È uno strumento con cui chiunque può essere facilmente ricattato o minacciato o intimidito.

Non mi sembra che il socialismo mercantile cinese sia un’alternativa al nostro capitalismo privato.

 

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È ufficiale: la Russia darà alcuni missili antinave a lungo raggio agli Houthi dello Yemen tramite l’Iran, con cui attaccheranno le navi commerciali e militari occidentali nel Mar Rosso.

Motivazione? A giugno Putin aveva dichiarato che se i Paesi occidentali permetteranno all’Ucraina di colpire la Federazione Russa, la Russia potrà fornire le sue armi a lungo raggio alle forze che colpiranno i Paesi occidentali.

Detto e fatto. A ogni azione una reazione uguale e contraria.

 

27 settembre

 

L’ex ministra degli Esteri austriaca, Karin Kneissl, ultimamente sta facendo dichiarazioni che fanno storcere il naso agli occidentali. Bisogna essere degli “ex” per farle.

- In un mondo multipolare ci vuole rispetto reciproco nelle relazioni tra i Paesi.

- La diplomazia professionale di Russia, India e Cina è di alto livello.

- Il mondo è interconnesso: se voglio stabilire un buon dialogo, devo rivolgermi verso est.

-  L’esplosione dei cercapersone in Libano è un evidente attacco terroristico e dimostra che Israele può controllare la catena di approvvigionamento di taluni dispositivi forniti dall’estero.

- L’arresto di Pavel Durov è un atto di follia da parte del governo francese.

- Il fatto che i tedeschi forniscano armi agli ucraini contro i russi, dimostra solo che non conoscono la loro storia [a Kursk infatti i nazisti subirono una catastrofica sconfitta].

- La UE sarà presto costretta ad affrontare le conseguenze di un mercato di armi incontrollato nell’Europa centrale e orientale. Criminalità e terrorismo aumenteranno inevitabilmente.

 

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L’Ucraina neonazista sogna di trascinare la NATO in una guerra, anche se si tratta della terza guerra mondiale, proprio perché sa che con la Russia non ha scampo.

Ma l’occidente, nonostante tutta la sua russofobia, è davvero disposto a morire per l’Ucraina? Ha capito che in Russia è tramontata l’idea di rinunciare a usare per primi le armi nucleari? Ora le basta sentirsi minacciata a livello di sicurezza nazionale. Le basta avere “informazioni attendibili”... Si è passati da una situazione di fatto oggettiva a una percezione soggettiva.

Magari agli USA non importa nulla del destino dell’Europa. Anche noi in fondo siamo per loro carne da cannone, come per noi lo sono gli ucraini. Ma se pensano che il loro Paese non verrà colpito, solo perché non lo è stato negli ultimi due conflitti mondiali, son proprio degli illusi.

 

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Le modifiche pretese da Putin alla dottrina nucleare del proprio Paese si possono riassumere molto semplicemente in questa affermazione: se l’Occidente (con la sua NATO) non vuole essere cancellato dalla faccia della Terra, non può costituire una minaccia per l’integrità e la sovranità della Federazione Russa e della Bielorussia.

In altre parole, se notiamo un’aggressione anche non nucleare, noi colpiremo. Cioè sono sufficienti informazioni attendibili circa un possibile attacco missilistico sul suolo della Federazione o della Bielorussia, perché scatti una rappresaglia nucleare. È sufficiente che la nazione che attacca sia appoggiata da un’altra nazione dotata di armi nucleari. Il nemico deve dimenticare l’idea stessa di un mondo senza la Russia nella sua forma attuale. “Se noi non esistiamo, non ci sarà nessuno”.

A me questi estremismi piacciono poco: sono poco furbi. L’occidente può approfittarne per inscenare delle provocazioni. Dopo vallo a spiegare che si trattava solo di legittima difesa. Il mainstream è in mano nostra.

Insomma avrei preferito la dottrina precedente: “non spareremo mai il primo colpo”. Anche perché in questa maniera avrebbero fatto vedere di non aver paura sul piano delle armi convenzionali. Inutile obiettare che in questa maniera la guerra in Ucraina rischia di non finire mai: un Paese non può prendersi la responsabilità di finirla in una maniera così brutale. Sparisce la differenza con gli USA e con la NATO, che quando colpisce con gli aerei non sta certo a guardare se sotto gli obiettivi sono civili o militari. Se gli USA avessero una preoccupazione del genere, avrebbero impedito a Israele di compiere un genocidio a Gaza.

E comunque non si può delegare al nucleare il compito di porre fine alle guerre. Qui sono le popolazioni che devono svegliarsi, facendo cadere i loro governi con scioperi e manifestazioni.

 

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Il presidente polacco Duda ha minacciato di maledire Putin, dicendo che colui che per primo utilizzerà le armi nucleari sarà maledetto. Non potranno mai sfuggire alle responsabilità se usano armi nucleari. Anche in misura minima. Il mondo non li perdonerà mai.

Da cattolico pluridecorato con onorificenze medievali un buon discorso. Peccato che sia un guerrafondaio russofobo.

E comunque il senatore repubblicano americano Lindsey Graham ha detto che un attacco nucleare è del tutto normale, come lo fu quello del suo Paese contro il Giappone. Oggi dovrebbe farlo Israele contro l’Iran. Non ha paura delle maledizioni polacche e tanto meno del mandato di cattura emesso dalla Russia contro di lui nel 2023 per il suo sostegno allo sforzo bellico ucraino. Sull’Ucraina ha parlato chiaro: dobbiamo sostenerla a tutti i costi perché ha minerali critici per 10-12 trilioni di dollari, che possono servire come garanzia alla ricostruzione del Paese da parte dell’occidente e soprattutto di BlackRock.

 

28 settembre

 

Il gruppo di hacker RaHDit, con sede in Russia, ha fatto trapelare informazioni su oltre 800 militanti ucraini coinvolti nell’assalto alla regione di Kursk, tra cui circa 200 mercenari stranieri.

L’elenco stilato dagli hacker russi comprende rappresentanti di 15 Paesi. La maggior parte dei mercenari sono cittadini israeliani, provenienti non solo da Israele ma anche da ex paesi dell’URSS, oltre che da arabi che possiedono la cittadinanza israeliana.

Il secondo contingente più grande di mercenari è composto da cittadini siriani, militanti della provincia di Idlib, attualmente occupata da Hayat Tahrir al-Sham, un gruppo jihadista che collabora attivamente con il regime di Kiev.

Circa una dozzina di individui sono giordani, ma alcuni mercenari provengono da Svezia, Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia, Azerbaigian, Armenia, Georgia, Uzbekistan, Tagikistan, India e Turchia.

Insomma mezzo mondo vuole conquistare la Russia.

 

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Stando a fonti locali, le autorità sioniste avrebbero inviato a Hezbollah una proposta per un cessate il fuoco. I termini che sembrano essere stati posti sono semplicemente surreali.

1. Resa di Hezbollah in tutto il Libano meridionale e ritiro dei soldati oltre il fiume Litani (Leonte).

2. Creazione di una zona smilitarizzata di 7 km nel Libano meridionale.

3. Implementazione della risoluzione ONU 1701/2006 e smembramento di Hezbollah e di tutti gli altri gruppi non statali in Libano. Cioè si vuole un Libano quasi completamente disarmato.

Intanto il numero dei rifugiati libanesi varia da 150 a 200.000 persone. Paradossalmente l’obiettivo di Hezbollah è proprio quello di non permettere il rientro dei coloni israeliani sfollati nel nord della Palestina occupata. E in parte vi è riuscito, in quanto attualmente circa tre milioni di coloni sionisti devono vivere rimanendo sempre nelle vicinanze dei rifugi.

Ricordiamo che David Ben-Gurion incluse nei confini del futuro Stato ebraico tutta la Palestina, il Libano meridionale fino al fiume Litani, parte della Siria meridionale, gran parte della Giordania e la penisola del Sinai.

Hezbollah però non ha ancora usato le armi avanzate in proprio possesso e mai utilizzate (Fadi-1 e Qader-1). Ma se pensano di vincere solo grazie all’uso delle armi, faranno lo stesso errore degli ucraini. Per fortuna ha anche un esercito di 80-90.000 uomini che hanno accumulato esperienze sui campi bellici di Siria e Iraq.

 

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Le forze armate yemenite hanno condotto un’operazione militare di alto livello prendendo di mira tre navi da guerra americane nel Mar Rosso, mentre erano dirette a supportare il nemico israeliano.

L’operazione è stata condotta con l’impiego di 23 missili balistici e da crociera, nonché di droni, che hanno colpito con successo le tre navi da guerra.

Intanto ha detto il generale israeliano Yitzhak Brick (76 anni): “Se il nostro esercito non è riuscito a sconfiggere Hamas, come potrà farlo con Hezbollah? Anche se radessimo al suolo tutto il Libano e lo trasformassimo in macerie come la Striscia di Gaza, Hezbollah continuerebbe a lanciare razzi e droni contro Israele”.

In effetti si stima che Hezbollah non abbia ancora attivato neppure il 10% delle sue forze. Evidentemente stanno aspettando di ricevere ordini, oppure che l’esercito sionista entri con le truppe nel Libano.

 

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A Starokostiantyniv, in un bunker per lo stoccaggio di missili Storm Shadow e SCULP, sono stati uccisi 9 ufficiali di stato maggiore dell’aeronautica militare della NATO, giunti da Ramstein via Chisinau in Ucraina. Sei dei nove erano cittadini statunitensi di origine ucraina e tre erano francesi.

Due missili ipersonici russi sono stati mancati dalle difese aeree ucraine, con conseguente distruzione di tre caccia: due F 16 e un Su 24, più almeno 15 suddetti missili.

Insomma più tardi si arrendono e peggio sarà per gli ucraini e per la NATO.

 

29 settembre

 

Gli israeliani, quando colpiscono coi loro missili, ammazzano sicuramente molti civili, ma sanno benissimo dove si trovano i loro bersagli militari. L’intelligence funziona così bene che pare davvero inverosimile che tutta la guerra a Gaza non sia stata provocata dagli stessi sionisti.

 

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Israele ha attaccato il Libano per far fuori i dirigenti di Hezbollah e fino adesso sembra esservi riuscita. Tuttavia una domanda sorge d’obbligo: è consentito eliminare in un Paese straniero chiunque venga ritenuto una minaccia al proprio Paese?

Cioè perché Israele non viene ritenuto un Paese aggressore e la Russia sì? Peraltro i russi sono intervenuti dopo 8 anni di guerra civile che Kiev conduceva contro il Donbass. E non ha mai bombardato edifici civili pieni di persone inermi solo per poter colpire un cosiddetto “terrorista”.

Quando l’occidente parla di diritto internazionale, cosa intende?

 

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L’agenzia internazionale Moody’s ha abbassato di nuovo, a causa dei combattimenti in corso a Gaza e in Libano, il rating d’Israele da A2 a Baa1. È la seconda volta in un anno. La prima volta perché il PIL del Paese era sceso di quasi il 20%. Ed entro la fine del prossimo anno i costi dovuti ai conflitti militari ammonteranno a un altro 12% del PIL. Tuttavia il Ministero delle Finanze israeliano, che vive in una sua bolla, ritiene che le finanze del Paese vadano bene. Per forza: vengono sostenute dagli americani! Israele sembra un’Ucraina bis, o forse è il contrario, visto che il sostegno USA ai sionisti dura dal 1948, mentre i neonazisti sono appoggiati dal golpe del 2014 (come minimo).

 

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È questo che spaventa: la combinazione tra le lobby della guerra sempre più potenti e classi dirigenti sempre più insulse che ci sta trascinando inconsapevolmente verso la terza guerra mondiale in un silenzio assordante.

 

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Nel suo ultimo discorso all’ONU ha detto Biden: “Putin ha fallito nel suo obiettivo principale. Ha deciso di distruggere l’Ucraina, ma l’Ucraina rimane libera, ha deciso di indebolire la NATO, ma la NATO è più forte, più grande e più unita che mai”.

Pirandello diceva “così è se vi pare. Io sono colui che mi si crede”.

Putin non ha mai avuto intenzione di distruggere l’Ucraina (che fa parte della Russia da tempi immemorabili), ma solo di liberare due piccole repubbliche del Donbass dalle persecuzioni dei neonazisti di Kiev. Solo col tempo, vedendo il rifiuto di trattare, si è visto costretto a liberare tutto il Donbass, facendo valere il diritto all’autodeterminazione dei popoli. E se si va avanti così, Mosca arriverà a Kiev.

Quanto alla NATO, Paesi come Turchia, Slovacchia, Ungheria si stanno stancando di farne parte. E se la Russia otterrà da Kiev la resa incondizionata, si aggiungeranno altri Paesi membri.

 

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L’amministrazione Biden si rifiuta di fornire al Congresso una strategia chiara per la vittoria in Ucraina, per cui la strategia rimane completamente classificata.

Il “Wall Street Journal” ha detto che Biden si nasconde dietro dichiarazioni vaghe come il sostegno all’Ucraina “finché sarà necessario”.

Ma l’opinione pubblica statunitense diventa sempre più scettica sul sostegno continuo in mezzo alla “stagnazione nel campo di battaglia”.

Mi chiedo che tipo di dichiarazione dovrebbe fare. Per es. se dicesse: “vinceremo coinvolgendo direttamente le truppe della NATO, oppure entrando con la nostra flotta nel Mar Nero, oppure occupando Kaliningrad e la Transnistria, oppure bombardando con missili nucleari le città della Russia”. Se dicesse una di queste idiozie, il Congresso sarebbe più disposto a finanziarla?

Anche in Italia il governo usa l’espressione “finché sarà necessario”. Ma nessuno si sogna di chiedere alla Meloni di spiegarne il senso, perché tutti sanno che è solo una delle sue solite spacconate, anche se non per questo il parlamento si oppone al sostegno bellico e finanziario dei neonazisti di Kiev.

 

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Il quartier generale delle forze di terra della NATO in Finlandia sarà aperto nella città di Mikkeli, a circa 300 km da San Pietroburgo.

Adesso truppe e sistemi d’arma russi dovranno per forza insediarsi ai confini della Finlandia, e anche della Svezia, entrati insieme nella NATO nel 2023. Prima la Russia non si sentiva minacciata, essendo quelli due Paesi neutrali.

Scommettiamo che la prossima guerra sarà contro Svezia e Finlandia?

 

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Il marxista Anura Kumara Dissanayake è il nuovo presidente dello Sri Lanka. Incredibile, esistono ancora i marxisti! E hanno persino l’ardire di governare uno Stato!

Ha ottenuto quasi il 56% dei voti al secondo conteggio, e ha sbaragliato i due tradizionali partiti che da decenni si alternavano alla guida dell’isola.

È stato una risposta alla crisi economica e alla diffusa corruzione che attanaglia da qualche anno il Paese: si parla di inflazione galoppante, crescente disoccupazione e naturalmente di accordo capestro col FMI (come al solito).

Chissà perché quando le cose vanno male, si chiama a governare uno di sinistra. Poi quando migliorano, i frutti se li prende uno di destra. E così la giostra coi suoi cavallini a dondolo va avanti.

Il problema però viene adesso. La Cina infatti considera lo Sri Lanka un nodo strategico nel suo piano di espansione economica globale, e l’India non ne è molto contenta. E lui, Dissanayake, è chiaramente filo-cinese.

 

30 settembre

 

Il diritto internazionale e le più elementari norme del diritto bellico proibiscono l’uso sproporzionato della forza in presenza di civili, e ancora di più in aree urbane in cui siano concentrati.

Tuttavia la dottrina Dahye, elaborata attorno al 2006 dal generale del Commando nord di Israele, Gadi Eisenkot, dice esattamente il contrario, in quanto si propone “la distruzione di infrastrutture civili di regimi ostili, tramite l’utilizzo di una forza sproporzionata”. Quel che fanno in Libano e prima ancora a Gaza l’ha dimostrato ampiamente. Ma vanno avanti così dal 1948.

Questa dottrina dà per scontato che la popolazione civile sia colpevole o complice. Per questo la punizione non può essere che collettiva. Un bambino palestinese è destinato a diventare “terrorista” da adulto. Colpire intere famiglie per uccidere un solo leader di Hamas o di Hezbollah è del tutto naturale quando non si riconosce al nemico il diritto di esistere e, in fondo, alcuna caratteristica di vera umanità.

Ecco perché si deve per forza parlare, nel caso d’Israele, di terrorismo di Stato.

 

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Il presidente russo Medvedev ha spiegato la nuova dottrina nucleare della Russia.

1. L’aggressione contro la Russia da parte di uno Stato non nucleare, ma con il supporto o la partecipazione di un Paese dotato di armi nucleari, sarà considerata un attacco congiunto.

2. Per far fronte alla Polonia verrà stabilita una protezione nucleare equivalente per la Bielorussia.

3. In determinate condizioni un massiccio lancio di forza aerea nemica, inclusi aerei, missili e droni, che comporti una violazione del confine russo, potrebbe essere una giustificazione per l’uso di armi nucleari.

4. È chiaro che ogni situazione che potrebbe costituire motivo di risposta nucleare dovrebbe essere valutata insieme ad altri fattori, e qualsiasi decisione di usare armi nucleari deve essere presa dal Comandante supremo in capo.

La cosa più stupefacente però è l’uso di un famoso detto latino di Orazio: “Caelo tonantem credidimus Iovem regnare”, che significa: “Abbiamo creduto che Giove regnava in cielo quando l’abbiamo sentito tuonare”.

Medvedev sarà un estremista ma la citazione calza a pennello.

 

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Parlare della Russia come di uno Stato aggressivo nei confronti dell’Europa è quanto meno fuorviante. Certamente lo stalinismo fu una grande sciagura per il mondo intero, però bisogna ammettere alcuni fatti incontrovertibili:

- la Finlandia ha ottenuto il proprio Stato nel 1802 e di nuovo nel 1918 grazie alla Russia;

- e così i Paesi Baltici nel 1918;

- la Polonia ha ripristinato il suo Stato due volte con l’aiuto della Russia: nel 1918 e nel 1944;

- Romania, Bulgaria e Serbia debbono la loro indipendenza alle guerre russo-turche del 1877-78;

- Armenia, Georgia, Azerbaigian, Turkmenistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia, Bielorussia, Ucraina e Moldavia hanno ottenuto per la prima volta la loro statualità grazie alla rivoluzione d’Ottobre;

- Bielorussia e Ucraina nel 1991 hanno ricevuto per la prima volta la loro totale indipendenza anche grazie alla Russia;

- con il contributo significativo della Russia (armate guidate dal generale Suvorov), anche la Svizzera ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia 217 anni fa;

- il ruolo della Russia-URSS è stato fondamentale per la nascita e formazione di Stati come Cina, Vietnam, Corea del Nord, India, Grecia, Algeria, Cuba, Israele, Angola, Mozambico, ecc.

- La Russia appoggiò gli USA nella loro lotta per l’indipendenza dalla Gran Bretagna.

- Nel 1859 la Russia dissuase la Prussia dall’intenzione di aiutare l’Austria a contrastare la lotta di unificazione degli italiani. Nel 1862 la Russia fu una delle prime a riconoscere lo Stato italiano.

- La liberazione dell’Austria e della Cecoslovacchia dal Terzo Reich nel 1945 dipesero dai russi.

- La Germania poté riunificarsi grazie a Gorbaciov nel 1990.

- Fu l’URSS, dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale, a favorire in maniera decisiva la decolonizzazione del Terzo Mondo.


 

Ottobre

 

 

 

1 ottobre

 

Secondo lindipendente.online il 23 settembre scorso, al TG di LA7, Enrico Mentana, analizzando i dati di un sondaggio, ha mentito spudoratamente, facendo vedere che gli italiani favorevoli all’invio di armi in Ucraina per colpire il territorio russo, fossero superiori a quelli contrari. Invece il rapporto è di 1 su 4. Cioè ha sbagliato a interpretare gli stessi dati che mostrava. Una svista o l’ha fatto apposta? Conoscendolo, direi la seconda.

 

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Tra il 29 ed il 30 settembre 1941 si consumò la strage di Babi Yar.

Nella periferia di Kiev vennero ammassati decine di migliaia di ebrei e più di 30.000 persone furono uccise. Due giorni di massacri ai danni della popolazione ebraica di Kiev e dei villaggi limitrofi in cui morirono uomini, anziani, donne e bambini.

David Ayzenberg, sopravvissuto al massacro, ha raccontato la sua esperienza. Quando arrivò a Babi Yar, com’era stato ordinato dai tedeschi, trovò i nazionalisti ucraini agli ordini di Stepan Bandera e della sua cricca, che già dal 1939 collaboravano coi tedeschi e che si erano già resi protagonisti di diversi pogrom antisemiti negli anni precedenti in Polonia e Ucraina.

Stepan Bandera, cui sono dedicati enormi memoriali, musei, fondazioni in tutta l’Ucraina occidentale, celebrato il 1° gennaio di ogni anno in moltissime città ucraine con la partecipazione di autorità civili e militari, era un autentico criminale, altro che “eroe nazionale”, come spesso si sente dire nel mainstream occidentale.

Fonte: youtube.com/watch?v=ybCX_3Zj7PI&t=1s

 

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Il governo italiano sta consegnando una nuova batteria missilistica SAMP-T a Zelensky. Costo dell’operazione circa 1 miliardo di euro, presi dalle nostre tasche. Ovviamente senza consultare il popolo italiano, poiché il tutto viene fatto con decreto ministeriale.

La prima batteria SAMP-T inviata congiuntamente da Italia e Francia è già stata distrutta dai russi. Nonostante questo fallimento si continua ad ammassare e inviare risorse e mezzi militari in una guerra strapersa.

Tutto il governo Meloni deve andare a casa al più presto. Gli italiani sono pazienti, ma fino a un certo punto.

 

2 ottobre

 

A un anno dall’inizio dell’operazione Al Aqsa Flood di Hamas il bilancio politico-militare per Tel Aviv è totalmente fallimentare. Hanno ucciso decine di migliaia di civili, hanno raso al suolo l’intera Striscia di Gaza, hanno mandato a gambe all’aria un decennio di sforzi diplomatici in Medioriente, si sono guadagnati un appellativo di genocidari universalmente riconosciuto (con la sola eccezione dei media e dei governi occidentali), ma non sono riusciti a ottenere l’unica cosa che contava: la sconfitta militare della Resistenza palestinese.

Per cercare di uscire dal pantano in cui si sono infilati, han provato a spostare l’azione militare sulla Cisgiordania, sapendo però bene di non poter usare lì le stesse tecniche terroristiche usate a Gaza.

Poi il governo teocratico di Netanyahu, per mascherare i propri insuccessi, ha deciso di spostare l’attenzione sul Libano, cercando di decapitare il partito Hezbollah. In questa maniera spera di allargare il conflitto, inducendo l’Iran a intervenire, così potrà colpirlo col nucleare o chiedere agli USA d’intervenire direttamente.

In questo momento però gli USA sono sotto elezioni ed è difficile vincerle mentre si dichiara guerra a qualche Stato. E l’Iran sembra non avere alcuna fretta a rispondere alle provocazioni. Forse perché non è ancora pronto sul piano militare. Dicono che lo sarà solo verso il 2030.

 

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Il governo ucraino ha dato il via libera alle unità militari (inclusi i famigerati battaglioni nazionalisti e neonazisti) per rapire i “volontari” dalle strade, aggirando completamente i tradizionali uffici di arruolamento delle reclute. Il governo è alla disperazione, anche perché sta cominciando a capire che con la Russia non si può vincere. Sybiha, ministro degli Esteri, sembra più pragmatico del suo predecessore Kuleba sui negoziati. Nel senso che sta pensando alla possibilità di “terra in cambio di sicurezza” (alla maniera israeliana), rinunciando a riconquistare i territori occupati in cambio dell’adesione alla NATO o di garanzie occidentali.

Anche questo però non ha ancora afferrato bene l’idea che le condizioni le detta la Russia, e quella fondamentale è la non adesione dell’Ucraina alla NATO, la sua neutralità e l’impossibilità di minacciare militarmente la Russia con armi di lunga gittata.

Putin non è disposto a trattare né con l’attuale governo terroristico e neonazista di Kiev, né con un presidente il cui mandato è scaduto e che si rifiuta di indire nuove elezioni parlamentari e presidenziali.

Da notare, peraltro, che settembre è stato il primo mese in cui i droni russi e di provenienza iraniana hanno sorvolato l’Ucraina ogni giorno. Sono molto sofisticati, volano ad alta quota e per abbatterli ci vogliono dei missili costosi. Alcuni hanno un’autonomia di volo di 2.000 km e possono fare a meno del controllo satellitare.

All’inizio sembrava d’essere tornati alla prima guerra mondiale con tutte quelle trincee e campi minati. Ora ci han fatto capire come saranno le future guerre convenzionali.

 

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La quota del dollaro nelle riserve mondiali è pari al 58,22%, in calo dell’1,2% su base annua, il livello più basso dal 1995. Nel 2000 rappresentava oltre il 72% delle riserve mondiali.

Anche la quota dell’euro nelle riserve globali delle banche centrali è inferiore al 20% da più di un anno e mezzo e ora è pari a circa il 19,76%.

Insomma per le monete occidentali è un disastro.

 

3 ottobre

 

1. L’attacco iraniano del 1° ottobre su Israele è stato effettuato dall’Iran attraverso Iraq e Siria.

2. Sono stati lanciati 200 missili di vario tipo, compresi i missili ipersonici Fattah-1 e Fattah-2, che sono passati facilmente attraverso l’ombrello della difesa aerea israeliana. Gli obiettivi erano: quartier generale del Mossad (base Glilot) a nord di Tel Aviv; base aerea di Tel Nof a sud di Tel Aviv; basi aeree di Nevatim e di Hatzerim nel sud della Palestina occupata.

3. I video girati dai residenti israeliani hanno registrato colpi multipli (in particolare le basi di Nevatim e Tel Nof).

4. La Cupola di Ferro è stata violata in modo dimostrativo; anzi l’Iran sostiene che gli attacchi hanno colpito anche i sistemi di difesa aerea Arrow-2 e Arrow-3.

5. Gli Stati Uniti hanno aiutato Israele a respingere l’attacco, abbattendo diversi missili attraverso le loro navi nel Mediterraneo.

6. L’Iran ha riferito che l’attacco era mirato solo a obiettivi militari, ma ha chiarito che potrebbe colpire infrastrutture e civili.

7. L’Iran ha avvertito la Russia poco prima dell’attacco e gli Stati Uniti dopo l’inizio dell’attacco. Netanyahu ha provato a chiamare il Cremlino, ma la chiamata non ha avuto luogo.

8. A seguito dell’attacco l’Iran ha annunciato la distruzione di 20 caccia F-35 nella base aerea di Nevatim, la sconfitta del quartier generale del Mossad, una concentrazione di veicoli corazzati a Gaza, una piattaforma vicino ad Ashkelon e sistemi missilistici di difesa aerea.

9. Israele ha dichiarato di non aver subito danni significativi ma nel complesso l’Iran ha dimostrato di non essere una tigre di carta.

Non si era mai vista una cosa del genere in Israele.

 

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Ha detto Eva Flardingerbrek, attivista del movimento conservatore di destra in Europa:

“Il nostro ex primo ministro Mark Rutte ha rovinato i Paesi Bassi in un colpo solo, inondandolo di migranti, uccidendo l’economia, perseguitando gli agricoltori... È stato lui a sperperare miliardi di euro dei nostri contribuenti in Ucraina e a pomiciare all’infinito con Zelensky. E ora è stato nominato Segretario generale della NATO. E, senza nemmeno essere stato in questo incarico per un giorno, ha già sbottato che l’Ucraina dovrebbe essere accettata nel blocco. Quindi, dopo aver rovinato il suo Paese, è ora determinato a trascinare tutta l’Europa nella Terza Guerra Mondiale”. [Fonte t.me/insiderqitaly]

Non dimentichiamo che Rutte è letteralmente fuggito dai suoi Paesi Bassi dopo la sconfitta elettorale e la vittoria degli euroscettici. E la sua nomina è stata possibile solo dopo aver promesso all’Ungheria che non l’avrebbe forzata nel conflitto in Ucraina.

I problemi principali che dovrà affrontare stanno nel fatto che nella NATO il numero del personale militare si sta riducendo quasi in ogni Stato membro. Non ci sono abbastanza reclute, né abbastanza soldi per il loro mantenimento in mezzo alle crisi di bilancio statale. Gli arsenali sono esauriti dopo due anni di guerra e non è realmente possibile aumentare la produzione di armi in tempi brevi.

Infine non tutti gli europei sono pronti a farsi coinvolgere nello scontro tra Stati Uniti e Cina o a sostenere Israele contro i vari Paesi islamici del Medioriente.

 

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Quando un ministro degli Esteri, come l’israeliano Israel Katz, dichiara che il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, è persona non grata, per cui non può entrare in Israele, dovrebbe aspettarsi dal medesimo segretario un analogo trattamento, per cui Israele dovrebbe essere espulsa dall’ONU. Ma siccome quello è un avvertimento di tipo mafioso, per cui il segretario è entrato nel mirino di qualche killer, siamo arcisicuri che Guterres non farà assolutamente nulla, neanche la più piccola osservazione critica.

 

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Lo scandalo vero risiede nel fatto che un volgare assassino di bambini come Netanyahu abbia potuto varcare la soglia di un consesso internazionale come l’ONU, che gli sia stata concessa la facoltà di parlarvi e che questo Stato canaglia ne faccia ancora parte. Altri, per molto meno, non avrebbero avuto questa possibilità: sarebbero stati cacciati a pedate da ogni consesso internazionale per palese inconciliabilità con qualsiasi elementare parametro di civiltà.

Questi sono pirati, che agiscono da pirati. È il loro unico modo, non ne conoscono altri. I loro mezzi sono quelli del terrorismo spicciolo: piazzare bombe nei telefonini, colpire nel mucchio, livellare palazzi, minacciare e ricattare.

Per fortuna che la maggior parte dei delegati ha avuto la decenza di abbandonare la sala, in segno di disprezzo per la sua presenza. Ricordiamo che solo a Gaza il bilancio dell’aggressione israeliana è salito a 42.000 morti e circa 97.000 feriti dal 7 ottobre scorso.

La migliore definizione di questo scempio l’ha data Jill Stein: “Questo bastardo non appartiene all’ONU, ma all’Aja”.

 

4 ottobre

 

Nella guerra scatenata da Israele contro il Libano nel luglio 2006, durata 33 giorni, l’occupazione israeliana uccise tra 1.191 e 1.300 libanesi. Poi i militari, scornati, se ne dovettero andare. Oggi in soli 11 giorni han già eliminato almeno 1.400 persone.

In entrambe le aggressioni han preso di mira infrastrutture civili e aree residenziali, utilizzando armi vietate a livello internazionale.

In più quest’anno il caos avviene parallelamente al genocidio in corso a Gaza, con 41.788 palestinesi uccisi.

 

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Può Israele impedire che l’Iran arrivi a dotarsi di armi nucleari? No, non può. L’Iran è entrato nell’orbita di interesse strategico per Russia e Cina. Inoltre i suoi arsenali nucleari sono protetti dalle difese aeree, e ampiamente dispersi e in profondità nel sottosuolo.

I recenti attacchi contro Israele potrebbero essere un test per i sistemi in grado di trasportare armi nucleari. Non dimentichiamo che l’Iran ha cambiato la sua dottrina di difesa, che ora consente più facilmente l’uso di un arsenale nucleare. Non ha più paura degli attacchi preventivi d’Israele.

Non a caso l’ambasciatore russo a Tel Aviv ha raccomandato ai suoi cittadini di lasciare immediatamente Israele, dopo che attacchi aerei israeliani han colpito depositi di armi nei pressi della base russa di Khmeimim in Siria.

I russi che vivono in Israele sono 1,5 milioni. Anche quelli presenti in Libano devono andarsene.

 

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Budanov, capo dell’intelligence ucraina, con sua grande sorpresa, ha detto: “Se apri uno dei missili o droni russi, vedrai che sono pieni di componenti occidentali. Le aziende possono dire che non vendono nulla alla Russia, ma se li vendono ad alcuni intermediari, per noi non cambia niente”.

Quest’ingenuo ancora non ha capito come funziona la logica del capitale. “Pecunia non olet”, già gli antichi romani lo dicevano. Di fronte ai soldi non c’è patriottismo che tenga.

Da marzo 2022 alla fine del 2023 la Russia ha importato componenti ad alta priorità per un valore di 20,9 miliardi di dollari. Chi ha detto che vuole dedollarizzare il mondo?

 

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L’ex premier inglese, Boris Johnson, ha scritto nel suo nuovo libro che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, quando venne a trovarlo, in visita ufficiale, a Londra nel 2017, lasciò un dispositivo di ascolto nel suo bagno personale presso l’edificio del Ministero degli Esteri. In quel momento la premier era Theresa May.

Chissà cosa volevano sentire i servizi segreti israeliani nel bagno di Johnson? Forse sapevano che gli statisti inglesi si dicono in bagno le cose più segrete? Oppure sospettava che Johnson avesse qualche particolare vizietto, tale per cui avrebbe potuto ricattarlo?

Si può soltanto intuire che Johnson non si fidasse molto di Netanyahu, visto che dopo l’utilizzo del bagno chiamò gli esperti per rilevare la presenza di microspie.

Netanyahu aveva fatto un giro delle principali capitali europee per assicurarsi che avrebbero impedito all’Iran di ottenere armi nucleari. Pertanto chiedeva di sanzionare l’Iran così come facevano gli USA. E degli inglesi, evidentemente, si fidava poco, memore dei lontani anni passati, quando gli inglesi colonialisti in Medioriente ci tenevano, quando i sionisti gli chiedevano dei favori, a non scontentare le popolazioni islamiche.

Praticamente già sapeva che le sanzioni americane non erano sufficienti per impedire all’Iran di dotarsi del nucleare militare. In fondo aveva ragione. L’Iran sarà in grado di creare 10 testate nucleari entro aprile 2025, ha scritto il “Times”.

 

5 ottobre

 

Stoltenberg ha invitato Kiev a seguire l’esempio della Finlandia, che dopo la guerra con l’Unione Sovietica ha rinunciato al 10% dei suoi territori. Così l’Ucraina potrebbe sopravvivere come Stato indipendente ed entrare nella NATO. Poi si è rammaricato che l’Ucraina non sia stata aiutata in maniera vasta e profonda sin dall’inizio della guerra.

Continua a dire scemenze anche adesso che è diventato un ex. Infatti la Russia prenderà tutta l’Ucraina, perché non può più fare diversamente. Non si fida più degli europei. Vuole il Paese smilitarizzato e denazificato. Al massimo concederà Galizia e Volinia ai polacco-lituani e la Transcarpazia ai magiari. E comunque la Finlandia, dopo la guerra con l’URSS, accettò la neutralità, almeno fino a quando non si mise dalla parte dei nazisti per bombardare Leningrado.

 

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La Polonia bloccherà l’adesione dell’Ucraina all’UE finché non sarà risolta la disputa sulla tragedia di Volyn.

In effetti Kiev ha paura di permettere a Varsavia di riesumare i resti delle vittime del massacro di Volyn, poiché teme la caduta del mito sul ruolo di “liberazione” dei miliziani nazionalisti e nazisti dell’UPA (Esercito Insurrezionale Ucraino, organizzazione vietata nella Federazione Russa), responsabili del massacro di almeno 50.000, forse 100.000 polacchi tra il 1943 e il 1945, celebrati ancora oggi come eroi nell’Ucraina di Zelensky.

Da notare che i Fratelli di San Marco, potentissima organizzazione cattolico-polacca, stanno attualmente preparando la decisione di non riconoscere Zelensky come legittimo presidente dell’Ucraina, il cui mandato è scaduto da tempo.

 

6 ottobre

 

Ieri sera sono andato a sentire una conferenza dell’esule politica Olga Ignatieva, 40 anni, originaria di Odessa (scampata miracolosamente alla strage del 2014). Si definisce pacifista, antifascista e antimajdan, ma anche “sovietica”, e non sembra fare molta differenza tra Lenin e Stalin, tant’è che attribuisce a loro la nascita e lo sviluppo dell’Ucraina. Le ho comprato il libro Attraverso il fuoco per l’eternità, che documenta in maniera convincente la strage di Odessa e fornisce molte altre informazioni storiche.

Ad alcune mie domande ha così risposto:

- i russi vinceranno i neonazisti ucraini quando avranno superato le difficili fortificazioni che separano il Donbass dal resto dell’Ucraina. Quando l’avranno fatto, il resto verrà da sé, anche perché nelle città rimanenti gli ucraini avranno la forza per insorgere, senza neanche aspettare i russi;

- dare a Polonia e Lituania la Galizia e la Bucovina non ha senso, perché il neonazismo è nato proprio lì, e se i russi fossero così generosi, poi se ne pentirebbero, perché sicuramente lì rinascerebbe;

- la Transcarpazia non ha senso darla agli ungheresi, perché i russi sono molto mescolati ai magiari: è sufficiente riconoscere pieni diritti a queste minoranze, cosa che a Kiev i nazionalisti non vogliono fare.

 

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Larry Fink, il capo del più grande fondo di investimento del mondo, BlackRock, al Global Dialogue di Berlino ha proposto che l’Occidente “riconsideri le relazioni con la Cina”, visto che Pechino non si è schierata con l’Ucraina e intrattiene rapporti con la Russia. Si prevede quindi un’escalation della guerra commerciale.

Nei prossimi mesi si terranno le elezioni negli Stati Uniti, che determineranno esattamente come Washington combatterà Pechino: “frontalmente” o di nascosto.

Fink, essendo un democratico e un sostenitore della guerra nascosta, afferma che gli Stati Uniti e l’Europa devono riconsiderare le relazioni con i Paesi da cui dipende il futuro dell’Occidente. Insomma la Cina va cancellata non meno della Russia.

Per le élite americane è necessaria come mercato di vendita, ma non come concorrente nella lotta per la leadership mondiale. Il top manager non nasconde il fatto che BlackRock ha affari in Cina, e nella stessa Cina gran parte dell’economia è legata alla vendita dei propri beni ai Paesi occidentali. Ma né Pechino né Washington sono pronte a consentire l’ingresso dei concorrenti nei loro mercati, il che si riflette nella cancellazione dei marchi occidentali in Cina e nell’introduzione di enormi dazi sulle auto elettriche negli Stati Uniti e nell’UE.

In pratica l’occidente concepisce il capitalismo come un sistema che deve favorire solo se stesso. Tutti gli altri Paesi devono limitarsi a un ruolo subordinato, analogo a quello delle colonie.

 

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Secondo il canale televisivo tedesco Welt, la NATO formerà 49 brigate di 5.000 soldati ciascuna e il numero di unità di difesa aerea aumenterà di 5 volte, da 293 a 1.467. Il numero totale delle brigate raggiungerà le 131 pronte al combattimento contro la Russia.

Secondo le stime generali, il numero totale di tali truppe saranno circa più di 656.500 persone.

D’altra parte la NATO del nuovo segretario Rutte ha bisogno di 250.000 truppe in più per stare al passo con la Russia.

Inoltre ha un disperato bisogno di più sistemi di difesa aerea, munizioni e sistemi di armi di precisione, e tutto ciò richiederà ai Paesi membri di investire più del 2% del PIL.

Le idee su un conflitto armato diretto tra l’Alleanza atlantica e la Federazione Russa stanno maturando.

 

7 ottobre

 

Il governo argentino di Javier Miley ha iniziato a ridurre la portata della propria valuta, il peso, costringendo la popolazione a utilizzare i dollari per pagare le spese quotidiane. Presto le banconote americane diventeranno il principale mezzo di pagamento nel Paese.

In questo modo l’economia argentina finirà per diventare un’appendice di quella americana. In fondo l’inflazione è solo al 237%!

“Il Sole24ore” è stupito nel vedere che il tasso di povertà è superiore al 50% in un Paese dal glorioso passato di granaio del mondo. Ancora oggi è potenzialmente capace di produrre cibo per 400 milioni di persone, ma incapace di sfamarne 46 milioni.

Bisogna dire a quella redazione di professionisti dell’economia che le ricette finanziarie del governo argentino sono in linea con quanto sostiene proprio quel quotidiano prestigioso, e non da oggi. Pagato, peraltro, con le tasse dei cittadini italiani.

 

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Quando assumere troppa droga fa male. Potrebbe essere intitolato così questo post.

Infatti il canale ufficiale della Difesa Territoriale dell’Ucraina ha pubblicato uno spot pubblicitario davvero curioso: nel video uno psicologo spiega agli ucraini che la civiltà può sopravvivere anche se non ci sono medici, ingegneri e insegnanti, ma senza guerrieri non può farlo. È quindi necessario arruolarsi nelle forze armate.

Questi ancora non capiscono che se un Paese ha solo carne da macello, rischia di scomparire.

Ma il responsabile di queste idiozie è proprio Zelensky, che già l’anno scorso, per invogliare a combattere, diceva che l’Ucraina sarebbe diventata per la UE un “donatore di sicurezza”, nel senso che avrebbe messo a disposizione i suoi militari per garantire la sicurezza dei suoi alleati.

Secondo questa idea verrà sviluppata una “politica degli eroi”, quando gli ucraini trasferiranno le loro conoscenze e abilità militari ai soldati di altri Paesi attraverso la partecipazione alle missioni delle Nazioni Unite. Saranno loro a formare gli stranieri nei centri di addestramento militare sul territorio dell’Ucraina.

Al momento però sono loro che muoiono per gli interessi dell’élite anglosassone. Sta scomparendo il fior fiore della gioventù.

 

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Secondo gli economisti europei, prima dell’espansione europea nel mondo, circa l’80% del PIL mondiale veniva creato in Asia, principalmente nelle due maggiori economie dell’epoca: India e Cina.

Oggi, a distanza di mezzo millennio, possiamo dire che il divario di reddito pro-capite tra l’Asia e l’Europa si è notevolmente ridotto. Anzi l’Asia si è ripresa, mentre l’Europa soffre di un progressivo declino.

Date le tendenze attuali (senza conflitti militari), l’Asia in via di sviluppo supererà molto rapidamente i Paesi occidentali (il “miliardo d’oro”) in termini di dimensioni del PIL assoluto, a causa della sua enorme popolazione.

Una persona su due nel mondo vive nel sud-est asiatico. E la crescita estensiva delle economie – “tutti devono lavorare per una ciotola di riso” – si sta gradualmente trasformando in una crescita intensiva: “lavoriamo solo per un buon salario”.

Quello sviluppo che noi europei abbiamo vissuto in mezzo a drammatici antagonismi individuali, loro lo vivono sotto il controllo di Stati onnipotenti, che si avvalgono del loro tradizionale spirito collettivistico.

L’Asia non è un’alternativa democratica al capitalismo occidentale: è solo un’alternativa vincente. La strada verso la democrazia è ancora lunga.

 

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Secondo il “New York Times” i risultati ottenuti da Israele nella sua attuale guerra contro i palestinesi (Hamas ed Hezbollah) non sono così significativi come li presenta Tel Aviv. Sia perché il ritorno degli ostaggi ancora detenuti a Gaza non è avvenuto, sia perché le perdite ufficiali dello stesso Israele ammontano a 904 civili e 701 militari uccisi e più di 13.000 persone ferite.

L’operazione Iron Swords dell’IDF contro Hamas è diventata la più lunga nella storia israeliana e ormai nessun obiettivo può essere risolto coi soli mezzi militari.

Incredibile che un grande quotidiano di un Paese che sponsorizza Israele al 100% dica queste cose. Da noi il mainstream si farebbe ammazzare pur di ammetterlo.

 

8 ottobre

 

La Federal Communications Commission ha autorizzato l’acquisizione da parte di Soros, per 400 milioni di dollari, di Audacy, una piattaforma con più 200 stazioni radio per un’utenza di oltre 165 milioni di americani. La FCC ha accelerato senza precedenti le revisioni richieste per le licenze di trasmissione, aggirando le procedure e i regolamenti standard. Infatti occorrerebbe la revisione da parte della Sicurezza Nazionale: una procedura che generalmente richiede più di un anno.

La Soros Fund Management è una Società finanziaria che detiene la maggioranza delle azioni e il controllo di molte imprese. È sostenuta dal noto miliardario ungherese naturalizzato americano, George Soros, che è filo-democratico. Già a luglio Soros e suo figlio Alex – attuale direttore della Open Society Foundation – avevano sostenuto la candidatura di Kamala Harris alle prossime elezioni presidenziali. La Harris è sempre stata finanziata da Soros, sin da quando era procuratore in California (2011-17), ma soprattutto per diventare senatrice al Congresso (2017-21).

Se tutto fila liscio, Soros disporrà, prima delle elezioni, di un potenza comunicativa unica per influenzare l’opinione pubblica negli Stati Uniti. Una tale concentrazione di mezzi comunicativi nelle mani di un unico soggetto non ha precedenti nella storia americana.

Dopo, se vince Trump, daranno naturalmente colpa alle ingerenze russe...

 

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Il Libano è sempre stato uno dei territori ambiti dai sionisti. Nel 1918, in un libro in yiddish, David Ben-Gurion incluse nei confini del futuro Stato ebraico tutta la Palestina, il Libano meridionale fino al fiume Litani, parte della Siria meridionale, gran parte della Giordania e la penisola del Sinai.

Il rabbino Fishman, rappresentante del partito ortodosso Mizrahi nell’esecutivo dell’Agenzia ebraica, dichiarò nella sua testimonianza davanti al Comitato investigativo speciale dell’ONU il 9 luglio 1947 che “la Terra Promessa si estende dal fiume Egitto all’Eufrate. Comprende parte della Siria e del Libano”.

I sionisti parlano di religione per giustificare esigenze di espansione territoriale. Non ce l’hanno coi palestinesi in particolare: per i sionisti si sono semplicemente trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato! Finché non li avranno cacciati tutti, non saranno soddisfatti. Non è solo l’occidente che li lascia fare e anzi li protegge, ma il mondo intero, che nel migliore dei casi parla di “due Stati”, senza rendersi conto che coi sionisti è un obiettivo senza senso. E in ogni caso se l’intero mondo islamico non ha intenzione di difendere una popolazione islamica, vuol dire o che l’islam non serve a niente, o che i palestinesi danno fastidio a tutti.

 

9 ottobre

 

Dopo 18 anni l’esercito israeliano utilizza nuovamente la “dottrina Dahiya”, dal nome dell’omonimo sobborgo sciita a sud di Beirut, dove, secondo Israele, si trovava il quartier generale di Hezbollah nel 2006.

Durante la Seconda Guerra del Libano (2006), il generale israeliano Gadi Eizenkot approvò l’utilizzo di una strategia militare volta a distruggere intere aree residenziali. Nel 2023 Eizenkot è entrato nel gabinetto di guerra e la sua dottrina è stata applicata nella Striscia di Gaza.

La Dottrina Dahiya non tenta nemmeno di distinguere tra militanti e civili. Si basa su una dimostrazione di forza attraverso attacchi aerei e bombardamenti indiscriminati per distruggere interi quartieri civili (la stessa Dahiya è stata letteralmente rasa al suolo nel 2006).

Ha detto Eizenkot: “Utilizzeremo una forza sproporzionata e causeremo grandi danni e distruzione, anche perché dal nostro punto di vista questi non sono villaggi civili, ma basi militari”.

Gli attacchi deliberati contro civili e infrastrutture civili servono proprio per causare sofferenza alla popolazione locale, giudicata complice dei terroristi. Bombe a grappolo o al fosforo non possono essere vietate. La punizione deve per forza essere collettiva. Distruggere un intero isolato per eliminare anche soltanto un leader di Hamas o di Hezbollah è giustificato, in quanto se il leader risiede lì, vuol dire che è accettato da tutti gli altri residenti.

L’esercito d’Israele deve diventare una macchina per uccidere, a prescindere dal valore dei singoli militari.

Secondo il rappresentante speciale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Richard Falk, siamo in presenza “di una palese violazione delle regole più elementari del diritto di guerra e della moralità universale, ma anche del riconoscimento di una dottrina della violenza che dovrebbe essere chiamata con il suo nome proprio: terrorismo di Stato.‌‌”

 

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La Turchia sta subendo pressioni dagli Stati Uniti in merito al suo commercio in dollari con la Russia, con funzionari statunitensi che minacciano di escludere la Turchia dal sistema di pagamento SWIFT.

Questo perché, a seguito della richiesta della Turchia di entrare a far parte dei BRICS, il controllo statunitense sulle operazioni bancarie tra Turchia e Russia si è intensificato.

In fondo gli USA han ragione: la Turchia deve decidere da che parte stare.

 

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L’ex deputato ucraino Yuriy Syrotyuk ha detto, nella sua follia autodistruttiva: “Ogni sei mesi che la guerra continua, la soglia di mobilitazione superiore dovrebbe essere ridotta. Ad es., dall’inizio del 2025 sarebbe possibile reclutare persone a partire dall’età di 24 anni nei ranghi delle Forze di difesa. Se la guerra è di alta intensità nel 2025, varrebbe la pena arruolare 23enni a partire da luglio. Quindi i giovani capiranno le loro prospettive e l’esercito diventerà gradualmente più giovane”.

Sì, più giovane e anche con più morti, perché con gli addestramenti ridicoli che ricevono, quello è il loro destino.

 

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Su Telegram non sanno bene neppure come tradurlo in italiano. Li chiamano infatti con vari nomi: quadroberi, quadriberi, quadrobici, quadristi...

Sono i bambini che si travestono da cani e camminano come tali. Ne ha parlato Lavrov col ministro degli Esteri armeno. Ma si riferivano a un fenomeno (il quad o quadrupleismo) che sta avvenendo in scuole e asili del territorio di Krasnodar, nella regione di Saratov e in Chuvashia.

No, non è un’imitazione delle tante abilità dell’Intelligenza Artificiale. La deputata russa Yana Lantratova sostiene che questa nuova moda genderista sia associata all’influenza della comunità LGBT, vietata in Russia. Presto verrà fatto un disegno di legge per contrastare tale propaganda alienante.

Insomma, pur di seminare odio contro la Federazione, non sanno più cosa inventarsi.

 

10 ottobre

 

Dicono che prossimamente gli USA, insieme all’Ucraina, hanno in programma un’azione provocatoria anti-russa, quella di avviare l’esclusione della Russia dall’OPCW (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche). Lo farebbero facendo credere che sono i russi e non i neonazisti ucraini a usare le armi chimiche nel conflitto in corso.

Biden non sarebbe andato all’incontro della NATO a Ramstein per far credere che di Zelensky s’è stufato, ma in realtà sta pensando a qualcosa di grosso, con la complicità del guitto.

Per attuare questo piano gli USA han stanziato circa 400.000 dollari. Zelensky avrebbe già incaricato le forze armate di condurre una provocazione con agenti di guerra chimica, che in seguito diventerà il motivo per accusare la Russia di usare armi non convenzionali.

Già adesso si sa che la società ucraina Realab, specializzata nell’importazione di reagenti e precursori chimici, ha acquistato 12,5 litri di trietanolammina, 1,4 litri di composto di sodio contenente azoto e 200 g di acido picrico, altamente esplosivo. Queste sostanze chimiche sono state prodotte dalla Honeywell Research Chemicals, collegata alla CIA.

Insomma siamo alle solite: quanto meno vuoi prendere atto dell’evidenza, tanto più diventi irrazionale.

Fonte: telegra.ph

 

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Ha detto lo storico francese Emmanuel Todd: “L’esito di questa guerra russo-ucraina deciderà il destino dell’Europa. Se la Russia verrà sconfitta, la subordinazione europea agli americani durerà un secolo. Se, come credo, verranno sconfitti gli USA, la NATO si disintegrerà e l’Europa verrà liberata. Ancora più importante della vittoria della Russia è che l’esercito russo si fermi e non attacchi l’Europa occidentale. La Russia non ha alcun desiderio di espandersi, ha già 17 milioni di kmq di territorio. L’isteria russofoba occidentale, che fantastica sul desiderio di espansione russa in Europa, è semplicemente assurda per uno storico serio. Lo shock psicologico che attende gli europei sarà capire che la NATO non esiste per proteggerci, ma per controllarci”.

Avrebbe dovuto aggiungere un’altra eventualità: se la NATO ha intenzione di attaccare direttamente la Russia, questa si difenderà eliminando le principali capitali europee.

 

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Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich ha affermato, nella sua follia: “Dico molto chiaramente che vogliamo uno Stato ebraico che includa Giordania, Arabia Saudita, Egitto, Iraq, Siria e Libano.”

Questa rivendicazione chissà da quale passo biblico la deduce. Rispetto ai grandi imperi schiavistici di millenni fa, Egizi Assiri Babilonesi Persiani Ellenistici Romani, gli ebrei son sempre stati ben poca cosa. Anche quando gli capitava di vincere (per es. coi Maccabei), la gloria durava poco. L’ultima volta, poi, coi Romani, furono sconfitti così duramente che per quasi 1900 anni non poterono ricostituire alcuno Stato in Palestina.

 

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Zelensky ha dichiarato che prevede di porre fine alla guerra entro e non oltre il 2025, riporta Reuters.

Già a dicembre l’Ucraina prevede di preparare una “formula di pace”, che verrà presentata per la discussione al secondo vertice.

Secondo lui, il suo “piano di vittoria” dovrebbe costringere la Russia ad attuare questa formula.

Chissà a chi si rivolge con queste dichiarazioni demenziali. Forse alla moglie. Nel senso che si sta preparando alla fuga. È normale che non ne possa più di recitare una parte sempre drammatica. Lui si sentiva adatto per i ruoli comici.

 

11 ottobre

 

Ha detto Scott Ritter su consortiumnews.com: “Prima del 7 ottobre 2023 Israele era riuscito a mascherare il suo vero carattere al mondo esterno, convincendo tutti, tranne una manciata di attivisti, che le sue azioni nel prendere di mira i ‘terroristi’ erano proporzionate e umane. Oggi il mondo conosce Israele come lo Stato di apartheid genocida che è in realtà.”

Troppo generoso. Nella finzione d’Israele al massimo ci credeva il mondo occidentale. Tutti gli altri non ci hanno mai creduto, sin dal 1948. Israele veniva lasciata fare perché sponsorizzata dagli USA e perché temuta in quanto Stato nucleare. Poi alcuni Stati pensavano di poter fare affari in vari campi: sicurezza, infotelematica, energetico, ecc. Oggi, anche un neonato (e, pensando a quelli di Gaza, è proprio il caso di dirlo) si accorge facilmente che questo Stato è guidato da una banda di assassini.

 

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Ancora Scott Ritter scrive su consortiumnews.com.

Perché ci sia una “patria ebraica” praticabile, la demografia impone che ci debba essere una maggioranza ebraica distinguibile in Israele. Ci sono poco meno di 10 milioni di persone che vivono in Israele. Circa 7,3 milioni sono ebrei; altri 2,1 milioni sono arabi... Ci sono circa 5,1 milioni di palestinesi sotto occupazione… Inoltre si stima che 350.000 israeliani abbiano la doppia cittadinanza con un paese della UE, mentre più di 200.000 hanno la doppia cittadinanza con gli Stati Uniti.

Altri 1,5 milioni d’israeliani sono di discendenza russa, e molti di loro sono titolari di passaporti russi validi. A questi la Russia ha già detto di andarsene.

Israele aveva già sofferto di un problema crescente di emigrazione derivante dall’insoddisfazione per le politiche del governo Netanyahu e per le sue riforme giudiziarie: circa 34.000 israeliani hanno lasciato definitivamente Israele tra luglio e ottobre 2023.

Circa 12.300 israeliani sono emigrati definitivamente nel mese successivo all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Il numero di emigranti permanenti nel 2024 è stato di circa 30.000.

Ora Israele viene bombardato quasi quotidianamente da droni a lungo raggio, razzi e missili lanciati da Hezbollah, dalle milizie in Iraq e dagli Houthi nello Yemen. L’attacco missilistico balistico iraniano del 1° ottobre ha dimostrato vividamente a tutti gli israeliani la realtà che non esiste una difesa praticabile contro questi attacchi.

Inoltre, se il conflitto tra Israele e Iran continuasse ad aggravarsi, l’Iran ha indicato che distruggerà le infrastrutture critiche di Israele (centrali elettriche, impianti di desalinizzazione dell’acqua, centri di produzione e distribuzione dell’energia); in breve, Israele cesserebbe di essere in grado di funzionare come uno Stato nazionale moderno.

E se milioni di altri israeliani che hanno i requisiti per i passaporti europei sceglieranno di esercitare tale opzione, Israele affronterà il suo incubo definitivo: un crollo vertiginoso della popolazione ebraica che sbilancerà decisamente l’equilibrio demografico a favore dei non ebrei, rendendo irrilevante l’idea di una patria esclusiva per gli ebrei.

 

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Il “Corriere della Sera” ha scritto che Zelensky è pronto per un cessate il fuoco lungo la linea attuale, senza riconoscere il nuovo confine ufficiale. In cambio vuole “alcuni obblighi occidentali”, cioè garanzie di sicurezza sul modello del Giappone, della Corea del Sud e delle Filippine. E vuole un rapido ingresso nell’Unione Europea e a tempi brevi anche nella NATO.

Il confine attuale non lo vuole riconoscere perché pretende che prima o poi i russi si ritirino entro i confini del 1991.

D’altra parte su “Forbes” Melik Kaylan sostiene che se Zelensky concede temporaneamente i territori occupati dai russi in cambio della promessa di adesione alla NATO, rischia che gli elementi ultranazionalisti nell’esercito organizzino un colpo di stato contro di lui.

Io penso che allo stato attuale della situazione militare sul campo, ai russi non importi assolutamente nulla né di quello che vuole Zelensky né del rischio di un golpe né di quello che vogliono fare Occidente collettivo e NATO in Ucraina. La pace verrà fatta alle condizioni di Mosca o si andrà avanti fino alla resa incondizionata di Kiev. E questo a prescindere da chi verrà eletto negli USA. Ogni cosa ha il suo tempo e quello degli ukronazi è finito.

 

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L’Algeria è ancora così arrabbiata del passato colonialismo francese che ha intenzione di acquistare dalla Russia 3 milioni di tonnellate di grano.

Qui bisogna rendersi conto che quando si smette di fare i colonialisti, è sbagliato pensare che tutto possa tornare come prima. Restano le cicatrici e non si ha proprio voglia che se ne formino delle altre. Per es. l’Algeria è molto amica della Russia: fare un torto a questa è come farlo a quella. Putin ha già detto che i legami tra i due Paesi sono “strategici” e non solo sul piano energetico ma anche su quello alimentare e militare. L’Algeria è diventata tra i primi cinque importatori di grano russo, insieme a Egitto, Arabia Saudita, Iran e Turchia. E la Russia è diventata la più grande esportatrice di grano al mondo.

L’Algeria è musulmana come i palestinesi. Fa male la Francia a stare dalla parte d’Israele. Infine i problemi del confine del Sahara occidentale non sono mai stati risolti. Infatti la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi è riconosciuta dall’Algeria ma non dalla Francia.

 

12 ottobre

 

Che succede in Corea? Quella del Nord ha intenzione di chiudere definitivamente il confine con quella del Sud, rafforzando parecchio le proprie difese. Bloccherà tutto: strade e ferrovie.

Il governo Nordcoreano denuncia l’intensificarsi delle esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti e il dispiegamento di risorse strategiche statunitensi nella regione.

È quindi evidente che l’occidente sta cercando di far scoppiare una guerra mondiale usando più scenari: Ucraina, Israele, Corea del Nord e Taiwan. Non si rassegna a morire. Non vuol cedere il testimone. A questo punto è inevitabile che i Paesi dei BRICS stipulino delle alleanze anche sul piano militare.

 

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Lavrov ha detto che il Giappone si va fortemente rimilitarizzando. Cioè sta non solo aumentando di molto le spese per una difesa a tutto campo (incluso il cyberspazio), ma anche modificando la propria dottrina militare relativamente alla possibilità di lanciare attacchi preventivi. Contro chi? I nemici confinanti sono tre: Cina, Russia e Corea del Nord.

Vien da chiedersi: perché un Paese distrutto dalla seconda guerra mondiale, che ha persino subìto due devastanti attacchi nucleari, si vuole di nuovo infilare in un cul de sac? La Cina non è quella di 80 anni fa, ed è difficile pensare che abbia dimenticato come fu trattata dal Giappone in quella guerra.

 

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Facciamo un’orribile botta di conti.

Il 7 ottobre scorso sono stati catturati da Hamas 255 israeliani, tra soldati e civili. Da allora 154 di loro sono stati rilasciati in uno scambio di prigionieri. La cifra di quelli rilasciati include anche alcuni corpi di prigionieri morti, per lo più uccisi negli attacchi israeliani su Gaza.

Dei restanti 101 prigionieri, 35 sono stati dichiarati ufficialmente morti da Israele. Il numero reale è probabilmente più alto. Tre prigionieri israeliani in fuga sono stati uccisi dalle truppe di terra israeliane a Gaza City.

Israele ha ucciso centinaia di persone israeliane tra il 7 e il 9 ottobre 2023. Il governo di Tel Aviv ha giustificato ideologicamente questo fatto utilizzando un consolidato patto nazionale di omicidio-suicidio noto in Israele come “Direttiva Hannibal”.

Una stima pubblicata a luglio dalla rivista medica britannica “The Lancet” affermava che probabilmente 186.000 palestinesi sono stati uccisi da Israele fino ad oggi (una cifra enorme, che probabilmente include anche i dispersi o i feriti, benché di recente 99 medici americani abbiano parlato di 100-120.000 morti, cioè più del doppio di quelli ufficiali).

Le Nazioni Unite affermano che il 90% della popolazione di Gaza è stata cacciata dalle proprie case e che circa 1/4 di tutte le strutture della Striscia sono state distrutte.

Ora cosa pensa di fare Israele? Si tiene mezza Gaza sfruttando i giacimenti energetici in fondo al Mediterraneo? Quelli che non ha mai permesso a Gaza di utilizzare...

Ma, soprattutto, per poter liberare gli ultimi ostaggi pensa di continuare a bombardare il sud di Gaza e del Libano, oppure spera che Hamas se li tenga, così la guerra può procedere fino all’ultimo? Ultimo chi? Israeliano o palestinese?

 

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La donna ucraina che aveva tentato di alzare una bandiera russa sul piedistallo del monumento demolito a Caterina II (la zarina fondatrice di Odessa) è morta in carcere.

La donna aveva anche gridato che russi e ucraini sono fratelli, che ammirava Putin e che la guerra segue gli interessi della NATO e dell’America, non dei popoli slavi.

Dopo l’arresto la donna, durante l’interrogatorio, invece di scusarsi, aveva continuato a rivendicare l’azione, dicendo di averla fatta per vendicare i morti della strage di Odessa del maggio 2014.

È stata uccisa in carcere, da dove ovviamente han detto che è morta per “problemi cardiaci”.

Un’altra vittima dell’odio. Ma qui è peggio. Cancellare le proprie origini, perché russe, è assurdo. Altro che “cancel culture”! Qui siamo a livelli di schizofrenia.

 

13 ottobre

 

I russi permettono ai cinesi di controllare gli stabilimenti di auto abbandonati dagli occidentali in Russia a seguito delle sanzioni.

Tra i siti “occupati” quelli prestigiosi di Mercedes, Volkswagen e Nissan. Qui vengono assemblate nuove vetture cinesi destinate al mercato russo. Ora la quota cinese nel mercato russo ha raggiunto il 50%.

La cosa che più stupisce è che in occidente nessun settore economico protesta contro l’assurda politica degli statisti. Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Sindacati... dove sono? Non è incredibile che in un sistema capitalistico, dove l’economia comanda la politica, gli imprenditori si siano arresi così facilmente? Che abbiano tutti preferito dedicarsi alla finanza? O stanno cercando disperatamente nuovi mercati?

 

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L’Ucraina non estenderà l’accordo di transito per i flussi del gas proveniente dalla Russia verso la UE dopo la scadenza del contratto, il 31 dicembre 2024.

Il problema si presenterà soprattutto per Austria, Slovacchia e Ungheria, che non hanno alternative convenienti. Usciranno dalla UE o moriranno di freddo? Forse né l’uno né l’altro. Slovacchia e Austria stanno cercando accordi con la Turchia; l’Ungheria con la Serbia. In entrambi i casi sempre per avere gas russo.

Draghi diceva agli italiani: volete la pace o il condizionatore? La pace non l’abbiamo avuta e, per colpa sua, abbiamo un’energia che ci costa un occhio. Ora ci si mette contro di noi anche l’Ucraina, perché Kiev vuole spingerci a una guerra diretta contro i russi.

Gli statisti nazionali ed europei ci stanno strangolando.

 

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Certo che se l’ONU è antisemita, come dice Netanyahu, vien naturale attaccare militarmente l’UNIFIL. La logica non fa una piega. Uno solo contro tutti quelli che non l’appoggiano. Avranno pensato: “Se gli USA si comportano così, perché noi no? Tanto ci difendono loro!”. Come in certi film dedicati alla mafia, quando un picciotto si prende delle libertà senza il consenso dei superiori.

A volte però sono i vertici che inducono un affiliato a comportarsi in una determinata maniera, salvo poi dire che non gli era stato ordinato alcunché. Altre volte invece gli si ordina di nascosto qualcosa di spregevole o poi lo si elimina per non rischiare che parli.

In ogni caso i sionisti hanno eliminato funzionari dell’ONU fin dall’inizio del genocidio a Gaza e nessuno in occidente ha detto niente.

 

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È curioso che Israele dica: “Bombarderemo il Libano finché a Gaza non verranno liberati gli ostaggi”. Come se Libano e Gaza fossero un unico Stato o territorio.

A questo punto potrebbe dire, se col Libano non ottiene nulla: “Bombarderemo l’Egitto finché...”. E così via, con Siria, Iraq, Iran...

Questo non è un comportamento normale. Difficile trovare dei paragoni nella storia.

Gli ebrei non sanno gestire un proprio Stato rispettando le regole internazionali. Forse perché si sentono “speciali”, “eletti da Jahvè”. Hanno un Dio degli eserciti, che divide i popoli in buoni e cattivi. Per chi non si sottomette, non c’è scampo.

 

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Israele non ha più militari a sufficienza per sostenere due fronti (Gaza e Libano). Il governo ha quindi deciso di reclutare richiedenti asilo per combattere a Gaza. In cambio il governo promette la cittadinanza o comunque di regolarizzare una volta per tutte la propria posizione amministrativa.

Come Hitler, che nel ’39 voleva solo soldati tedeschi, poi, dopo l’aggressione alla Russia, era diventato di bocca buona.

 

14 ottobre

 

Ha detto Lavrov a “Newsweek”: non ripeteremo l’errore del 2014, quando ci siamo fidati degli accordi di Minsk, che si rivelarono un inganno di Francia e Germania. Il “cessate il fuoco” non è più un’opzione, perché non possiamo permettere una ricostituzione tra qualche anno di un esercito di neonazisti. Serve una soluzione definitiva, che non può certo essere quella coreana o quella del modello tedesco al tempo dell’URSS, col Donbass in mano russa e il resto dell’Ucraina in mano occidentale e della NATO.

Ma se degli occidentali i russi non si fidano più, l’unica soluzione praticabile è la resa incondizionata, che – secondo lui – avverrà tra 3-4 mesi (un periodo accelerato dall’assurda sortita ucraina, con le truppe e i mezzi migliori, nei pressi di Kursk).

Cioè in pratica ha fatto capire che se la NATO vuole entrare direttamente in guerra, la Russia è pronta. Già adesso sta abbattendo le mura di “Gerico” coi colpi del multipolarismo e della dedollarizzazione. E Israele deve ringraziare che i russi sono molto impegnati in Ucraina, altrimenti sarebbe già stata bombardata. La Russia infatti è alleata con Siria e Iran, e ha già chiesto agli ebrei di origine russa di andarsene da Israele. E in genere non ripete le cose due volte.

 

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Le forze armate russe continuano a distruggere le forniture della NATO che usano il porto di Odessa. Se vanno avanti così, gli ucraini non potranno usare il porto neppure sul piano commerciale.

Infatti la copertura assicurativa per le navi è salito dallo 0,75% del valore della nave all’1%. Quindi assicurare una nave del valore di 50 milioni di dollari ora costa al proprietario 125.000 dollari per viaggio. C’è il rischio che gli armatori abbandonino il lavoro nel porto, anche perché i marinai o rifiutano la traversata pericolosa o chiedono il doppio del salario per lavorare in una zona di combattimento.

 

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Ad Amburgo oltre 2.000 islamici, per lo più libanesi, turchi, palestinesi e migranti afghani, hanno manifestato, chiedendo l’istituzione di un califfato mondiale e l’attuazione della sharia sul suolo tedesco ed europeo.

Le proteste sono state organizzate da Generation Islam e Muslim Interactive, derivate dall’organizzazione radicale sunnita pan-islamista Hizb ut-Tahrir, che ha sede nel Libano settentrionale. Chiedevano anche la fine del genocidio degli uiguri nel Turkestan orientale e ovviamente dei palestinesi e libanesi in Medioriente.

Ecco una conseguenza spiacevole dell’appoggio incondizionato dell’occidente nei confronti di Israele. Alla fine i radicalismi ideologici si acuiscono drammaticamente. Rischia di diventare assurdamente tendenzioso parlare persino di Stato laico e aconfessionale.

 

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Netanyahu ha chiesto a Guterres (Segretario Generale dell’ONU) di ritirare immediatamente le forze UNIFIL dalle basi terroristiche di Hezbollah per evitare che vengano usate come scudi umani.

Cioè per lui non ha senso che l’UNIFIL serva proprio per impedire che sionisti e libanesi vengano a contatto. È come se avesse detto: “Noi siamo democratici, loro no. Se mentre li combattiamo, qualcuno si trova nel mezzo, la colpa è sua o di chi ce l’ha messo.”

Peraltro l’UNIFIL non sta affatto svolgendo un ruolo militare. Si limita a osservare, segnalare, fornire assistenza umanitaria. Non c’è nessuna ragione di rimuoverla.

È stata istituita nel 1978 per monitorare il Libano meridionale. Da allora l’area ha visto un conflitto persistente con Israele, che ha invaso il Libano meridionale nel 1982, occupandolo fino al 2000, e combattendo una guerra di cinque settimane contro Hezbollah nel 2006.

 

15 ottobre

 

Nel luglio scorso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE riunita a Bucarest ha praticamente deciso che la Transnistria (Repubblica Moldava di Pridnestrovie) va smantellata incorporandola nella Moldovia, un regime nazionalista pro-rumeno e desideroso di entrare nella UE e nella NATO.

È chiaramente un’altra provocazione occidentale, che peraltro si serve di un organismo dell’ONU, la cui tendenziosità è sempre stata segnalata dai russi nel corso del conflitto in Ucraina. Tant’è che a Bucarest non erano stati invitati né la Russia né la Bielorussia.

Il motivo dell’incorporazione starebbe nel regime autoritario della Transnistria, nella presenza delle truppe russe e di posti di blocco lungo il perimetro della zona di sicurezza, nel controllo governativo dei media e altre sciocchezze del genere. Basti pensare che non un singolo media è bloccato in Transnistria, non una singola risorsa Internet, mentre circa un centinaio di mass media sono vietati in Moldavia. Anche a livello politico non un singolo partito è vietato, mentre non è così in Moldavia. Peraltro in Transnistria ci sono tre lingue ufficiali, mentre la lingua russa è metodicamente espulsa in ogni parte della Moldavia.

In realtà i russi non sono lì perché vogliono esserci ma perché ce li ha messi l’ONU per impedire una guerra civile tra moldavi e filorussi.

È quindi evidente che la Moldavia vuol far scoppiare una nuova guerra civile. Bene, così i russi avranno un motivo in più per unire la Transnistria al Donbass, incorporando anche Odessa.

 

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Secondo il canale dereinzigeitalia di Telegram Mark Rutte non è stato scelto a caso come capo della NATO, essendo un uomo personalmente premiato da Schwab nel 2019 col Global Citizen Awards. Quindi è un servo del WEF e del Grande Reset.

Questo psicopatico è assai peggio di Stoltenberg, in quanto, quand’era presidente in Olanda (e lo è stato per 14 anni), mostrava idee così fondamentaliste sul clima che finì col dichiarare guerra agli stessi agricoltori del suo Paese, pianificando di uccidere 1/3 di tutti i capi di bestiame.

Al momento il suo obiettivo principale è quello di vincere la guerra contro la Russia, di portare l’Ucraina nella NATO e di far spendere molti soldi alla UE nelle armi. È convinto di poter dettar legge sul piano militare allo stesso Trump, se dovesse vincere le elezioni.

Ha scritto per il WEF un articolo nel 2017, dove promuoveva il razionamento dell’acqua attraverso quella che sarebbe poi diventata la “water action agenda” all’interno dell’agenda 2030.

Rutte ha anche gestito per il WEF, assieme alla Bill e Melinda Gates Foundation, il progetto “food innovation hubs”, il cui scopo è di modificare radicalmente il modo in cui consumiamo e produciamo il cibo attraverso la digitalizzazione dell’agricoltura e l’innovazione delle proteine. Era a favore di un singolo mercato digitale europeo, dell’aumento dell’età pensionistica e dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’agricoltura.

 

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Il 21-25 ottobre prossimo, alla riunione dei capi di governo del Commonwealth a Samoa, 15 Paesi dei Caraibi potrebbero chiedere alla Gran Bretagna di pagare almeno 206 miliardi di sterline in risarcimenti (269 miliardi di dollari) per i danni derivanti dalla tratta degli schiavi coloniali, attivamente promossa da Londra nel XVII e XVIII sec. Una cifra enorme: il Paese andrebbe in bancarotta.

Potrebbe costituire un precedente per una infinità di risarcimenti, rivendicati da più di 30 Paesi delle Americhe e dei Caraibi, nei confronti degli europei e degli statunitensi.

Al precedente vertice del Commonwealth in Ruanda nel 2022, l’allora erede al trono britannico, il principe Carlo, si limitò a esprimere il suo “dispiacere”.

Intanto il buon King Charles ha ben pensato di ritoccare il proprio stipendio portandolo a 45 milioni di sterline l’anno: una cifra che farebbe vivere molto meglio 180.000 pensionati.

 

16 ottobre

 

Gli USA premono su Zelensky perché abbassi l’età della leva obbligatoria a 18 anni. Lo chiedono i politici di entrambi i partiti. Han fatto un paragone con la guerra del Vietnam, quando l’età per la leva era stata fissata a 19 anni. Si sono resi conto che il supporto militare occidentale non è sufficiente.

Alla fine diventerà un Paese privo di maschi in età riproduttiva. È come se avessero detto: “Se non possiamo colonizzare l’Ucraina, ve la lasceremo in condizioni pietose.”

Comunque al momento Zelensky resiste. Chiede solo soldi e armi. Quanto all’arruolamento forzato ha dato disposizioni che le incursioni non si limitino a concerti, strip club e ristoranti, ma si allarghino anche ai mercati cittadini e persino agli hotel.

 

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Prima in Russia poi in Ucraina è emerso un nuovo movimento giovanile (PMC Redan) che non solo è osservato con sospetto da entrambi gli Stati, ma anche perseguitato.

Il movimento redanovita si è specializzato nel provocare risse o azioni anarcoidi e violente in luoghi pubblici di grandi città, ridicolizzando il patriottismo e l’ordine bellico di russi e ucraini. È una sottocultura adolescenziale influenzata dalle “anime giapponesi” (Hunter x Hunter), dicono. Non è un fenomeno nuovo, poiché emo, elfi, goti e altri hobby sono conosciuti da molto tempo.

Però qui non si tratta di un hobby ma di una comunità orientata all’azione, soprattutto contro hooligan e immigrati. A sentir loro, non fanno che imitare i soldati degli opposti schieramenti. In effetti portare avanti le guerre per molto tempo, può provocare strani effetti sui giovani. Nelle società dove si pensa che con la violenza si possa risolvere qualunque problema, è facile diventare criminali o terroristi.

 

17 ottobre

 

È proprio vero: quando non si vuole ammettere l’evidenza, si finisce con l’inventarsela, cioè col credere che i sogni siano realtà.

Ecco cos’è il “Piano di vittoria” di Zelensky, un povero illuso che crede ciecamente in chi lo comanda. Già dal primo punto lo si capisce: Invitare subito l’Ucraina nella NATO.

Come se non sapesse che se il suo Paese non rinuncia a questa richiesta, la Russia non si limiterà a prendere il Donbass.

Peraltro per entrare nella NATO, un Paese non deve essere in guerra, altrimenti quelli dell’Alleanza sarebbero tutti costretti a intervenire.

In ogni caso nella NATO vi sono sempre stati dei Paesi contrari all’ingresso dell’Ucraina.

Per la NATO l’Ucraina è solo un banco di prova per nuove armi e tattiche di battaglie, lo strumento di una guerra per procura.

Se questo aspetto non è chiaro, è inutile esaminare gli altri punti.

 

18 ottobre

 

“L’Ucraina avrà uno dei contingenti militari più esperti dopo la guerra.” Questa una delle affermazioni del “Piano di vittoria” di Zelensky. Una delle più stupide. Infatti le unità più pronte al combattimento fertilizzano i campi da molto tempo e le perdite crescono ogni giorno.

E comunque non è una bella prospettiva per il Paese che si debba continuare a combattere fino all’ultimo ucraino non solo sul proprio territorio ma ovunque i russofobi ne abbiano bisogno. Lo sanno gli ucraini che Zelensky li vuole trasformare in eterni mercenari?

In realtà dopo la guerra l’Ucraina avrà solo ceneri e una manciata di storpi. Se non fosse così, non cercherebbero gesti disperati, come la sortita a Kursk, l’uso di armi chimiche, l’arruolamento forzato, gli atti terroristici e quant’altro. Il tutto naturalmente al fine di far scoppiare una guerra mondiale nucleare. Questo perché i neonazisti di Kiev pensano che sia l’unica possibilità di vincere.

 

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Dopo la morte di Yahya Sinwar, capo di Hamas, Netanyahu ha detto: “Continueremo con tutte le nostre forze finché i nostri rapiti non torneranno a casa”.

Praticamente ha ammesso che Sinwar non è l’unico capo e che se anche ammazzasse tutti i capi, la guerra finirà solo dopo il rilascio di tutti gli ostaggi, e non è detto che basti questo.

Infatti ha aggiunto: “Agli abitanti di Gaza dico: Sinwar vi ha rovinato la vita”. Ma prima di Hamas chi c’era? C’era Arafat, anche lui grande nemico storico d’Israele. Hamas fu sostenuto da Netanyahu proprio contro Arafat.

Insomma Israele non offre alcuna garanzia agli abitanti di Gaza. Se ne devono andare, quanto meno dall’area settentrionale della Striscia.

Quando Netanyahu afferma: “Hamas non governerà più Gaza”, si guarda bene dal precisare quale formazione politica governerà la Striscia.

Adesso che Hamas non c’è più, i sionisti dovrebbero fidarsi di più dei palestinesi e togliere il muro che li separa da Israele. Difficile però che lo facciano quando per loro tutti i palestinesi sono potenzialmente terroristi.

 

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Si fa presto a dire terrorista. Per i palestinesi adesso è un martire che va onorato e imitato.

Yahya Sinwar era nato in un campo profughi perché i suoi genitori erano stati cacciati dalle loro case ad Ashkelon. Trascorse 22 anni nelle prigioni israeliane, dove fu torturato.

Nonostante ciò riuscì inizialmente a formare un piccolo esercito dotato delle armi più rudimentali.

Com’è morto? Secondo i media israeliani una forza dell’IDF ha individuato 5 combattenti di Hamas a Rafah. I carri armati han cominciato a sparare contro di loro, uccidendoli tutti tranne uno, ch’era appunto Sinwar. L’IDF ha quindi sparato un missile a spalla contro l’edificio dove lui si trovava, ferendolo soltanto gravemente.

Allora l’IDF ha inviato un drone nella direzione di Sinwar, il quale, quasi immobilizzato su una poltrona, gli ha lanciato contro un bastone. A quel punto un cecchino gli ha sparato alla testa.

Insomma ha combattuto fino alla fine. Se Israele va avanti così, la prossima volta avrà a che fare con milioni di “terroristi”. Questi ebrei sembrano tanto intelligenti e non capiscono che in tutte le cose ci vuole tolleranza, mediazione. Ma forse non sono neppure ebrei. Chissà di che razza sono. Di sicuro adesso possono scordarsi la liberazione dei 101 ostaggi.

 

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Maria Zakharova ha fatto capire che il governo italiano è uscito di testa quando ha deciso di negare i visti alla delegazione russa al 75° Congresso Astronautico Internazionale (14-18 ottobre a Milano).

Quel Congresso, organizzato dalla Federazione Astronautica Internazionale, è una delle piattaforme più autorevoli al mondo per lo scambio di opinioni e la discussione sulle prospettive di sviluppo dell’industria spaziale. Infatti riunisce ogni anno oltre 5.000 partecipanti: leader di agenzie spaziali, cosmonauti, scienziati ed esperti provenienti da diversi Paesi.

Forse il nostro governo di analfabeti non sa che l’Agenzia statale per le Attività Spaziali “Roscosmos” e alcuni enti dell’industria spaziale e missilistica russa sono membri permanenti della suddetta Federazione dal 1993 e ogni anno versano le quote associative al suo bilancio. Rappresentanti della Russia sono stati ripetutamente eletti negli organi direttivi della Federazione.

Anche quest’anno una prestigiosa delegazione russa, guidata da Yurij Borisov, Direttore Generale di Roscosmos, aveva previsto di partecipare al Congresso di Milano. La delegazione era stata invitata ufficialmente dal Presidente della Federazione Astronautica Internazionale (che, tra l’altro, è cittadino statunitense, ma questo non gli ha impedito di agire nel quadro delle norme e delle regole approvate nella sua Federazione), nonché dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Nonostante siano state espletate tutte le formalità necessarie, tra cui il pagamento delle quote di partecipazione, delle spese di volo e di soggiorno, il governo italiano ha negato il visto ai delegati russi. Si può essere più folli? Chi viene penalizzato di più? Lo sa la Meloni che nessuna Cristoforetti sarebbe mai esistita senza l’apporto dei russi?

 

19 ottobre

 

La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha affermato che i siti civili a Gaza perdono lo status di protezione perché “i terroristi ne abusano”.

È il solito discorso: non è vero che Israele per ammazzare un cattivo può anche ammazzarne 99 buoni. È invece vero che tutti e 100 sono cattivi. Ciò che cambia sono le forme e i modi in cui la cattiveria si esprime.

La Baerbock continua a fare questi ragionamenti razzisti e nazisti, nonostante il suo partito, nelle varie elezioni regionali, abbia subìto colpi quasi mortali.

Ma c’è di peggio. Non viene contestata dalle istituzioni governative, né tedesche né europee.

Solo i palestinesi hanno stigmatizzato le sue farneticazioni dicendo: “Queste dichiarazioni rappresentano una pericolosa giustificazione per colpire siti civili col pretesto della presenza di elementi armati in questi siti, coprono i crimini dell’occupazione che prendono di mira i civili e forniscono una giustificazione immorale per attacchi indiscriminati. Le infrastrutture civili non dovranno mai perdere il loro status di protezione, indipendentemente da ciò che Israele afferma. La Germania si sta rendendo complice delle violazioni dei diritti umani”.

 

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Jean-Yves Camus e Nicolas Lebourg sostengono che oggi in Europa, partiti fermamente nazionalisti come il Fronte Nazionale francese e il Partito della Libertà austriaco vengono identificati come movimenti di estrema destra, anche se i loro sostenitori raramente abbracciano questa etichetta.

Questo perché l’estrema destra europea rappresenta una confluenza di molte ideologie: nazionalismo, socialismo, antisemitismo, autoritarismo.

Tutti però vogliono salvare le loro terre d’origine da quelli che considerano gli effetti corrosivi del multiculturalismo e della globalizzazione, creando una società chiusa ed etnicamente omogenea.

Nelle democrazie di tutta Europa ci stanno riuscendo.

Non capisco molto queste affermazioni. Preferisco pensare, più semplicemente, che mentre un tempo la destra odiava gli ebrei, oggi odia gli islamici.

Il nazionalismo è identico e anche il respiro di crociata, ivi incluso il recupero delle religioni tradizionali. Che questo nazionalismo abbia la forza di opporsi al globalismo neoliberista guidato dagli USA, è tutto da dimostrare. Anche perché il socialismo di cui vanno cianciando non ha nulla di democratico e tanto meno di internazionalistico. Anche il fascismo e il nazismo avevano preso le mosse dal socialismo.

Peraltro oggi le nazioni si sono evolute in maniera tale che escludere l’interdipendenza non ha alcun senso. Per farlo dovremmo tornare al Medioevo, dove non esisteva neppure il concetto di nazione, ma dove la gran parte della gente viveva in campagna, basandosi sull’autoconsumo.

 

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Putin ha detto che i negoziati di pace tra Russia e Ucraina potrebbero anche svolgersi a fine anno in Arabia Saudita, ma qualsiasi soluzione definitiva non può prescindere dal progetto preparato durante i negoziati interrotti a Istanbul nella primavera del 2022. Cioè l’Ucraina deve diventare un paese neutrale, limitando le dimensioni del suo esercito.

Sinceramente parlando una rivendicazione del genere la considero limitativa. Infatti è come se avesse detto: “Non possiamo avere un nemico potenzialmente nucleare, appartenente alla NATO, ai nostri confini”.

Il problema è che oggi ce l’hanno già, e ha gli stessi confini dell’Ucraina, circa 1.300 km: si chiama Finlandia.

Ci può stare che coi parenti ucraini la Russia abbia deciso di usare la mano di velluto, limitandosi a incorporare con grande fatica solo le aree russofone del Paese. Ma coi finnici non potrà avere gli stessi scrupoli, anche perché San Pietroburgo potrebbe essere distrutta in un attimo.

 

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Il premier inglese Starmer sta pensando che forse sarebbe il caso di sanzionare il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, e quello della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, per i commenti che hanno fatto sui civili nella Striscia di Gaza e sui coloni in Cisgiordania.

Il primo infatti ha detto che è giustificato far morire di fame i civili a Gaza, in quanto devono capire che lì non possono restare. Il secondo ha considerato “eroi” i coloni che in Cisgiordania compiono violenze contro i palestinesi.

Di fronte a prese di posizione così disumane e contro ogni diritto internazionale, Starmer si è espresso dicendo che “forse sarebbe il caso...”. E vorrebbe fare un incontro al Consiglio di sicurezza dell’ONU, sapendo bene che a qualunque cosa si faccia contro Israele, gli USA opporranno il veto.

Intanto sia Smotrich sia Ben-Gvir hanno affermato che la minaccia di sanzioni non li porterà a cambiare posizione, in quanto loro agiscono “secondo i massimi interessi nazionali d’Israele”.

Da notare che Starmer è uno di quelli che “vorrebbe” far qualcosa… Gli altri statisti europei neanche ci pensano. Sanno bene, infatti, che se alzassero un dito, si troverebbero sanzionati dagli USA.

 

20 ottobre

 

In fondo Zelensky, nei suoi deliri tossici, è come se avesse detto: “Noi siamo stanchi, andate voi a combattere. Se non lo fate, noi ci arrendiamo, poi sarete voi a rimetterci”. Ha lanciato un ultimatum a noi occidentali.

Ancora non ha capito che la Russia non ha alcun interesse a invadere l’Europa. Si muove solo per difendere i propri concittadini all’estero quando vengono perseguitati, e lo fa solo su richiesta e dopo un certo tempo. Coi russofoni del Donbass ci ha messo 8 anni.

Zelensky, come minimo, dovrebbe soltanto dimettersi, essendo scaduto il suo mandato; indire nuove elezioni presidenziali e parlamentari e chiedere un cessate il fuoco per far svolgere in sicurezza queste elezioni. Poi se ci sono altre regioni che preferiscono passare sotto la Russia, affidarsi a dei referendum.

Come massimo dovrebbe andarsene dal Paese, lui e tutto il suo staff neonazista. Forse le cose potrebbero tornare alla normalità.

 

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Qualche giorno fa è morto Philip G. Zimbardo (1933-2024), noto psicologo sociale e docente universitario negli USA. Era di origini siciliane. Passò alla storia come l’autore, nel 1971, dello “Stanford Prison Experiment”. Ci fecero anche un film, Effetto Lucifero (2015).

In sostanza voleva confutare la fondatezza di una credenza assai diffusa, secondo cui i comportamenti degradati e violenti osservabili all’interno di un’istituzione carceraria fossero soprattutto dovuti a disfunzioni della personalità, innate o apprese, dei carcerati e delle guardie. Secondo lui tali comportamenti dipendevano dalle specifiche caratteristiche della situazione contingente.

Nel suo esperimento scelse, tra i volontari, 24 studenti universitari di età compresa tra i 20 e i 30 anni, a cui venne casualmente assegnato il ruolo di prigionieri o guardie carcerarie. Come prigione venne usato il seminterrato del dipartimento di Psicologia.

Ben presto però gli studenti cominciarono a immedesimarsi in modo estremo nei loro ruoli. Le guardie carcerarie iniziarono a manifestare tendenze sadiche e la maggior parte dei detenuti si sentiva emotivamente traumatizzata. L’esperimento doveva durare due settimane, ma fu interrotto dopo sei giorni.

Fu un caso di rilevanza mondiale. Zimbardo ne trasse la conclusione che la natura umana è imperfetta, e che nella società moderna, se si dividono (anche solo per una simulazione) le persone in “punitori” e “puniti”, nei confronti del potere la tentazione di abusarne diventa irresistibile.

Praticamente aveva dimostrato che negli USA la legge e le istituzioni civili venivano giudicate puramente formali, in quanto di sostanziale vi era solo una cosa: la violenza. Cioè in una società malata, dove vengono incoraggiate la repressione e il culto del potere, le persone si trasformano in animali per i quali l’istinto è più importante della legge.

Chiese espressamente che il suo esperimento non venisse mai più ripetuto. Naturalmente invece i militari americani se ne servirono per i loro addestramenti ed esperimenti. Ma questo è un altro discorso.

Chissà Zimbardo cosa pensava di quell’attore comico che a Kiev si considera uno statista così importante da ritenersi in grado di far scoppiare una guerra mondiale nucleare.

 

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Pare (ma non è confermato) che la Corea del Nord sia stata autorizzata da Putin a inviare soldati sul fronte russo-ucraino.

Gli USA sono molto allarmati, anche perché non vedono l’ora di trovare utili pretesti per far scoppiare una guerra mondiale. Cosa credevano, che in una guerra esplicita contro la Russia, questa non avesse alcun alleato? E adesso cosa vogliono fare: lanciare missili nucleari su Pyongyang?

Strano però che Mosca utilizzi degli alleati i cui militari non sono certo preparati come i russi, anche perché non combattono dalla metà degli anni ’50. Tempo fa Putin rifiutò la collaborazione delle milizie siriane, sicuramente ben addestrate, dicendo che non ne avevano bisogno.

Forse è stato Kim Jong-un che, in cambio di un certo rifornimento di armi, ha chiesto che i suoi militari, in previsione di una nuova guerra contro la Corea del Sud, potessero addestrarsi in un campo di battaglia vero e proprio. Questa opportunità bisognerebbe concederla a tutti quei Paesi che hanno conti da regolare nei confronti degli occidentali colonialisti. E comunque se Mosca li fa combattere nel saliente di Kursk, dov’è il problema? Quello è territorio russo.

 

21 ottobre

 

Non credo che la Russia o la Cina o i BRICS abbiano la pretesa di seppellire il dollaro. Hanno in pancia troppi miliardi di dollari per desiderare una cosa così irrealistica. Chissà quanto tempo ci vorrà prima che si liberino dei titoli di stato americani.

Diciamo che noi occidentali abbiamo costretto la Russia a difendersi sul piano finanziario, dopo averle imposto sanzioni assurde e dopo averle congelato, come dei ladri, 100 miliardi di dollari della sua Banca centrale. Tutti gli Stati che facevano affari con l’occidente si sono spaventati.

Il nuovo sistema finanziario, che i BRICS lanceranno nel prossimo forum, è basato sulla tecnologia blockchain e sui token digitali supportati dalle valute nazionali. Una vasta rete di banche centrali e commerciali BRICS renderà obsolete le transazioni in dollari nel commercio globale. Persino il commercio di titoli avverrà senza la necessità di conversioni in dollari: il trading taglierà fuori gli intermediari occidentali.

Cioè non sono solo le valute ad essere liberate, ma anche i meccanismi della finanza globale. Già adesso il 95% degli scambi commerciali tra Russia e Cina viene regolato in rubli e yuan. Altre tre monete sono state lanciate, sfidando il sistema attuale: il Dong vietnamita, il Dinaro iracheno e lo Zim dello Zimbabwe. In passato chi cercò di farlo (Saddam Hussein e Gheddafi ad es.) finì molto male.

Può l’occidente accettare questo rivolgimento epocale? Potrebbe farlo se alla propria finanza vi fosse un corrispondente sottostante economico. Ma in questo momento chi produce di più sul piano economico è il continente asiatico. L’occidente è largamente parassitario, e all’interno dell’occidente gli USA vogliono colonizzare tutti i loro alleati, proprio perché non vogliono perdere il primato finanziario. Infatti è con questo primato che si stanno comprando tutti gli asset strategici dei Paesi europei.

 

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Lavrov ha dichiarato che Paesi come India, Brasile e rappresentanti dall’Africa dovrebbero avere seggi permanenti nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Ciò è necessario per garantire che la maggioranza mondiale sia rappresentata.

Per me non basta. L’Assemblea generale dovrebbe essere più importante del Consiglio di sicurezza, il più delle volte bloccato dal potere di veto. Non serve che sia rappresentato il mondo quando basta un Paese per non far funzionare le cose.

L’Assemblea dovrebbe andare a maggioranza, pretendendo eventualmente maggioranze qualificate quando sono in gioco i temi della guerra e delle sanzioni o la modifica del proprio Statuto.

Così com’è l’ONU non serve a niente. Non è neppure in grado di tutelare i propri rappresentanti civili e militari là dove Israele in questo momento assume nei loro confronti atteggiamenti minacciosi o persino criminali.

 

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Gli Stati Uniti hanno ripreso i test nucleari sotterranei in Nevada. Il sito in cui verranno testate le armi ha attrezzature uniche per i corrispondenti esperimenti subcritici, che non sono test nucleari a pieno titolo, abbandonati da Washington e Mosca nel XX sec.: oggi però, coi tempi che corrono, ne possono costituire la premessa.

Bisogna dire a Elon Musk di prepararsi per Marte il prima possibile.

 

22 ottobre

 

La campagna d’arruolamento forzato in Ucraina sta prendendo di mira i lavoratori dipendenti delle aziende, tutti registrati e facili da trovare. Tuttavia dall’inizio della guerra le imprese ucraine han già perso tra il 10 e il 20% della loro forza lavoro, sia a causa degli arruolamenti che per l’emigrazione all’estero. Le principali aziende ucraine han proposto di pagare una tassa mensile di 20.000 grivnie (circa 450 euro) per dipendente, affinché non siano reclutati. Se il progetto andasse in porto, esenterebbe circa 895.000 lavoratori ucraini dal servizio militare e permetterebbe di raccogliere circa 200 miliardi di grivnie (quasi 4,5 miliardi di euro) da destinare alle forze armate.

Un’altra proposta di legge vorrebbe escludere dall’arruolamento chi guadagna stipendi superiori a 36.500 grivnie (circa 815 euro). Questo favorirebbe l’emersione del nero, poiché i lavoratori coinvolti dichiarerebbero i loro redditi e pagherebbero le tasse, ma c’è chi sottolinea che questa misura manderebbe a combattere solo chi ha redditi più bassi.

Crescono anche i disertori, quantificabili, per quanto riguarda il fronte ucraino, in 63.000 casi dall’inizio della guerra. Nei primi 7 mesi del 2024 vi sono stati 18.600 casi di abbandono non autorizzato del proprio reparto e 11.200 casi di aperta diserzione. Sono dunque 29.800 casi, contro 23.100 del 2023 e 9.400 del 2022. Naturalmente i numeri reali potrebbero essere molto più alti.

 

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Il vice ministro russo degli Esteri, Sergej Ryabkov, ha dichiarato che Mosca ha già avvertito Israele più volte sull’inaccettabilità anche solo di considerare in via ipotetica un attacco alle strutture nucleari dell’Iran, sottolineando che ciò porterebbe a conseguenze catastrofiche per lo stesso Israele. Questo perché la Russia ha rafforzato non poco i legami con l’Iran, anzi si sta preparando a firmare un accordo strategico di partenariato.

Da notare che Teheran ha negato ripetutamente lo sviluppo di armi nucleari, sottolineando gli scopi pacifici del proprio programma nucleare.

A sua volta l’ufficio del premier Netanyahu ha dichiarato che Israele terrà conto della posizione degli Stati Uniti, contrari all’idea di attaccare militarmente le suddette strutture iraniane, ma alla fine agirà nei propri interessi nazionali. Insomma, pur di non andare in galera, non esclude l’ipotesi di distruggere il proprio stesso Paese.

 

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In Cina stanno proponendo, per aumentare il tasso di natalità, di attirare le spose dall’estero, anche dalla Russia.

Infatti la politica “una famiglia – un figlio”, durata 36 anni, ha portato al fatto che, a causa degli atteggiamenti maschilisti, i cinesi abbiano praticato aborti selettivi. Di conseguenza alla fine del 2023 in Cina c’erano circa 722 milioni di uomini e circa 690 milioni di donne.

Solo che chiedere aiuto alla Russia è assurdo, poiché anche qui il tasso di natalità è molto basso. Negli ultimi 4 anni il numero di donne in età riproduttiva è diminuito di 2 milioni. Il tasso di natalità è passato in 10 anni da 1,7 figli per donna in età fertile a 1,3. In Cina la cifra è ancora più bassa: circa 1,07 figli per donna.

Le donne cinesi, per poter partorire, pretendono un alloggio in proprietà, un’auto e un reddito finanziario elevato. Soprattutto se vivono in città.

Insomma tutto il mondo (industrializzato) è paese.

 

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In Ucraina i cimiteri militari continuano a crescere, trasformandosi gradualmente in “città”.

Il numero delle nuove tombe di personale militare tende a raddoppiare ogni anno che passa. Negli ultimi due anni la popolazione maschile abile alla guerra è stata quasi annientata, al punto che il governo vuole creare un cimitero militare commemorativo in ciascuna regione, a partire da Kiev.

I demografi sono molto preoccupati. Se la guerra va avanti fino al 2026, l’Ucraina si trasformerà in un “Paese cimitero”, rischiando una estinzione irreversibile. Il tasso delle nascite è già tre volte inferiore a quello di mortalità, il che significa un completo collasso della situazione demografica. Anche perché chi fa il rifugiato da quasi tre anni (e la maggior parte sono donne di età compresa tra 35 e 49 anni), è molto difficile che torni in patria, a prescindere dalla guerra in corso.

Il loro mancato ritorno influenzerà in modo significativo non solo la situazione demografica nel suo insieme, ma anche ovviamente l’intera economia, che può perdere dal 2,7 al 6,9% del PIL ogni anno.

Molti ucraini all’estero si trovano bene: hanno un lavoro, nuovi documenti, cittadinanza di altri Paesi, condizioni confortevoli impensabili in patria. Inevitabilmente il deflusso di cittadini giovani e normodotati dall’Ucraina continuerà.

Il generale Syrsky è in procinto di dimettersi per il crollo del fronte e il fallimento dell’operazione Kursk. Secondo lui per ripristinare le forze del 2022 ci vorrà almeno un decennio. D’altra parte l’avanzata delle forze armate russe al fronte è da record: negli ultimi due mesi hanno occupato 5,5 volte più territorio rispetto all’intero 2023.

Lo stesso generale si è rivolto a Zelensky chiedendogli di mobilitare il 40% delle forze di sicurezza, ma ha ricevuto un duro rifiuto, perché quello teme di non essere sufficientemente protetto in caso di guerra civile. Cioè prima vengo io, poi il mio popolo.

 

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La risoluzione ONU n. 1701/2006, quella che ha istituito l’UNIFIL nel Libano, ha sempre avuto due precise funzioni: una, quella più apparente e formale, di peacekeeping; l’altra, più nascosta e sostanziale, di indebolire la lotta palestinese, eliminando qualsiasi opposizione alla Stato sionista di Israele, al punto che se non ci fosse stato Hezbollah, i sionisti avrebbero preso una buona parte del Libano meridionale, com’è sempre stato nelle loro intenzioni, onde costruire una “Grande Israele”, sulla base della mappa che Netanyahu sventola all’ONU. In questo momento Israele sta attaccando l’UNIFIL in quanto lo ritiene incapace di fermare Hezbollah.

 

23 ottobre

 

Riassumo qui una parte del lungo articolo di Alessandro Russo sulla finanza islamica. Certamente è più utile per chi vuol creare delle joint-venture in quei Paesi, ma contiene aspetti che, sul piano della tradizione storica, restano quanto meno curiosi rispetto ai modelli occidentali.

Interessante è il fatto che ancora oggi i princìpi dell’economia e della finanza islamica non possono prescindere dai precetti religiosi (che ovviamente non sono solo quelli coranici), anche se non si può certo generalizzare. Non vogliamo apparire ingenui, soprattutto quando di mezzo ci sono gli istituti creditizi.

Tra questi princìpi spiccano per importanza il divieto del tasso d’interesse, il divieto della speculazione (e gioco d’azzardo) e il divieto dell’incertezza (ovvero massima trasparenza per evitare perdite impreviste).

Uno dei princìpi cardine attorno al quale ruota il sistema della finanza islamica è il divieto di riscuotere o pagare interessi, che, come noto, vengono ritenuti assimilabili all’usura. Cioè un bene va restituito nella stessa sostanza e in egual misura.

Ciò ovviamente non significa che il prestito sia vietato e che il capitale non abbia un costo: ai fini dell’attività creditizia (sia essa svolta da una banca o da altro intermediario finanziario) quello che risulta vietato è l’applicazione di un tasso fisso di remunerazione del capitale stesso.

La banca islamica non concede prestiti, ma investe in operazioni che hanno come attività sottostante un bene reale, oppure attraverso l’acquisizione di quote di partecipazione. Nei casi più semplici e meno onerosi la banca sostiene l’investimento condividendo il rischio (quindi le perdite) e di conseguenza acquisisce un diritto alla partecipazione ai profitti realizzati dall’impresa. L’imprenditore partecipa ai soli profitti (secondo quote stabilite nel contratto), e non ha diritto ad alcuna remunerazione per il proprio lavoro. In mancanza di profitti il cliente sarà tenuto alla restituzione dei fondi ottenuti; in caso invece di perdite dovrà rimborsare la somma ricevuta meno l’ammontare delle perdite subite.

In occidente, se esistono cose del genere, sono del tutto marginali. Invece sono molto utili per chi non ha grandi possibilità.

Fonte: tupponi-demarinis.it

 

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L’esercito sionista ha iniziato a bombardare in Libano la Fondazione Al-Qard al-Hassan, un istituto finanziario con molte filiali in tutto il Paese. Motivo? È accusata di ricevere i finanziamenti iraniani destinati a Hezbollah, che senza quel sostegno sarebbe in bancarotta.

Questa banca islamica è di tipo etico e sociale. Infatti è basata sul concetto islamico di partecipazione comune al rischio e sul divieto di interessi bancari (il denaro non può essere una merce), che prevede di concedere prestiti senza interessi, con l’obiettivo di aiutare i più svantaggiati e condividere i rischi (e i guadagni) in tutti gli investimenti, soprattutto per le attività commerciali locali. Lo fa da oltre 40 anni.

Più di 180.000 libanesi ne hanno beneficiato, per un valore di 3 miliardi e 775 milioni di dollari.

Una banca che non prevede interessi né sui depositi, né sui prestiti, e senza commissioni di scoperto, è piuttosto rara. Non a caso anni fa gli Stati Uniti sottoposero a sanzioni questa cooperativa di credito comunitaria, non perché fosse un centro di finanziamento di Hezbollah, ma perché è l’unica banca anticapitalista del Paese. Anche il presidente della Banca Centrale del Libano cerca d’indebolirla, ma perché è un servo degli USA.

 

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L’esperto britannico Alexander Merkouris ha detto che il regime di Kiev, nelle prossime settimane o mesi, sarà costretto ad ammettere la sconfitta nel conflitto, sottolineando le perdite proibitive delle proprie forze armate. Probabilmente l’occidente non fornirà a Kiev gli aiuti attualmente richiesti.

Secondo lui l’Ucraina non ha altra alternativa che raggiungere un accordo con la Russia, accettare i negoziati e raggiungere un cessate il fuoco.

Naturalmente lui è un “inglese”. Non poteva aggiungere che l’accordo andrà fatto tra Russia e Ucraina, non tra Russia e NATO. Né poteva precisare che Putin non farà mai un accordo con Zelensky, attualmente privo di legittimità istituzionale, in quanto il suo mandato è scaduto. In realtà non ci sarà alcun negoziato alla pari. Semplicemente Kiev dovrà prendere atto delle richieste di Mosca.

 

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Maria Zakharova ha detto che per le elezioni in Moldavia il governo ha aperto solo due seggi elettorali in Russia, dove vivono tra i 300 e i 500.000 cittadini moldavi, mentre ne hanno organizzati circa 200 negli Stati Uniti e in Europa occidentale.

Nonostante ciò solo il 50,46% degli elettori (751.235 persone) si è espresso, nel referendum, a favore del percorso d’integrazione europea, mentre il 49,54% (737.639 persone) si è espresso contro.

Decisivo per la vittoria il voto dei cittadini moldavi all’estero, dopo che nel Paese solo 9 distretti su 36 avevano vinto per il sì. Dopo i primi dati parziali, i no avevano un vantaggio di oltre 10 punti percentuali, che gradualmente si è ridotto fino al sorpasso al fotofinish.

Sul suo sito ufficiale la Commissione elettorale moldava rivendica la partnership con l’agenzia del Dipartimento di Stato americano USAID e altre organizzazioni europee/atlantiste.

Ora la battaglia tra Russia ed Europa passa da Moldova e Georgia, e di sicuro finirà male in Ucraina.

 

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Il PIL della Russia quest’anno è pari al 3,55% del PIL mondiale in parità di potere d’acquisto, il che consente al Paese di superare il Giappone col suo 3,38% e di occupare il quarto posto nel mondo, dopo Cina, Stati Uniti e India. Lo dice il Fondo Monetario Internazionale, che non è certo filorusso. Le sanzioni funzionano a meraviglia! Anzi la UE prevede di aumentarle nel 2025, dopo che la presidenza ungherese verrà sostituita da quella polacca. Proprio a causa delle sanzioni occidentali, circa il 65% degli accordi tra Russia e partner BRICS utilizzano ora valute nazionali.

 

24 ottobre

 

“Lui è uscito da Gaza, ma Gaza non è uscita da lui”: i soldati israeliani di ritorno dalla guerra lottano contro traumi psicologici, malattie mentali e suicidio. Questo il titolo di un lungo articolo della CNN (us.cnn.com).

Hanno visto troppi orrori causati da loro stessi. Particolarmente gli operatori di bulldozer sono i più direttamente esposti alla brutalità della guerra. Ripuliscono le città dai detriti insieme ai corpi morti.

All’inizio lo facevano abbastanza tranquillamente perché imbevuti di ideologia antipalestinese, ma dopo un po’ han cominciato a comportarsi in maniera alienata: per es. rifiutando come cibo la carne o non riuscendo più a dormire con la moglie, per non parlare degli attacchi di rabbia, sudorazione, insonnia e isolamento sociale. Han visto cose che non si erano mai viste in Israele. Il disturbo post-traumatico da stress può anche portare al suicidio, soprattutto se vengono richiamati in servizio in Libano.

Il Ministero della Difesa si guarda bene dal fornire dati ufficiali. Non fa entrare a Gaza i giornalisti stranieri. Tuttavia alcuni dati esistono. Più di 1/3 di coloro che vengono rimossi dal combattimento risultano avere problemi di salute mentale. Ogni mese più di 1.000 nuovi soldati feriti vengono rimossi dai combattimenti per cure, il 35% dei quali lamenta il proprio stato mentale.

Entro la fine dell’anno saranno probabilmente ricoverati per cure 14.000 combattenti feriti, di cui circa il 40% avrà problemi di salute mentale.

In Israele ogni anno più di 500 persone muoiono per suicidio e più di 6.000 tentano il suicidio, secondo il Ministero della Salute.

E questo sarebbe l’unico Paese democratico del Medioriente?

 

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“Con i loro incessanti articoli diffamatori, i tradizionali media mainstream stanno attivamente incoraggiando l’assassinio di Donald Trump e ora anche del mio”, ha scritto Musk in un post su X.

Mi chiedo: se negli USA sono a questi livelli, di che democrazia parlano? In un qualunque Paese del mondo si parlerebbe di rischio di guerra civile.

 

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Secondo il giornale “Politico” i Paesi contrari all’ingresso dell’Ucraina nella NATO sono Stati Uniti, Germania, Slovacchia, Ungheria, Spagna, Belgio e Slovenia.

Diciamo invece che gli ultimi tre Paesi non contano niente nella NATO; gli altri due, subito prima, sono facilmente ricattabili dalla Commissione Europea, che può tagliare i cordoni della borsa quando vuole (Fico ha rischiato addirittura d’essere assassinato e a Orbán vogliono togliere la presidenza di turno nella UE). La Germania di Scholz è agli ordini del Deep State americano. Quanto agli USA, hanno scelto un sostituto di Stoltenberg che vuole assolutamente l’Ucraina nella NATO, anche a costo di perdere una parte di territorio nelle trattative.

Conclusione? “Politico” è inaffidabile.

 

25 ottobre

 

Dal 1° gennaio sono entrati nei BRICS Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran, creando un blocco che vale oltre il 37% del PIL mondiale.

Ora altre 13 nazioni si aggiungono come “Paesi partner” (una nuova forma di associazione che non prevede però al momento l’adesione a pieno titolo nell’alleanza, quindi restano “candidati prescelti”): Algeria, Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Nigeria, Thailandia, Turchia, Uganda, Uzbekistan, Vietnam.

Nell’incontro di Kazan si è chiesto, tra molte altre cose: una riforma globale dell’ONU, compreso il Consiglio di Sicurezza, la condanna delle sanzioni unilaterali, l’uso di qualunque valuta nazionale nelle transazioni finanziarie tra i Paesi dell’Associazione e i loro partner commerciali, l’ammissione della Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite.

L’attuale gruppo Brics+ rappresenta il grosso dei Paesi produttori di risorse energetiche, ma rappresenta anche un cospicuo numero di Paesi che sono tra i più grandi consumatori delle risorse stesse.

Argomento non affrontato: la disponibilità idrica nel pianeta.

A novembre vi sarà a Sochi la Conferenza ministeriale del Forum di partenariato Russia-Africa.

Chi in Italia pensava che la Russia potesse essere isolata in virtù delle sanzioni, ora è costretto a dar ragione al prof. Orsini quando dice che la politica internazionale da noi è completamente corrotta.

 

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Il leader del partito nazionalista ucraino Fratellanza ed ex parlamentare Dmytro Korchynsky, tra gli organizzatori del golpe di Euromaidan ed ex combattente nel Donbass (dalla parte nazista) sin dal 2014, ha detto che “L’età di mobilitazione può essere ridotta a 14 anni se il Paese è sull’orlo della distruzione”. Questo perché “quando un ragazzo può imbracciare una mitragliatrice, può già essere un soldato” e bisogna prendere l’esempio dai Paesi “progressisti” dell’Africa centrale, dove già ai dodicenni danno in mano il fucile.

Questa proposta marcia parallela con un’altra, non ancora attuata, ma in linea con l’idea che la pianificazione militare deve basarsi sullo scenario peggiore: tutte le donne devono prepararsi per il servizio militare.

Concetti come trattativa, negoziato, compromesso, diplomazia... sono totalmente assenti dal vocabolario di questi neonazisti. Sembra che le alternative per loro siano solo due: vita o morte, vittoria o sconfitta, bene o male, bianco o nero. Non si smuovono di un millimetro neanche alle evidenze più lampanti.

Ormai per capire questa guerra in Ucraina non basta più l’economia, la finanza, la politica... Ci vuole la psicanalisi.

 

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Il premier inglese Starmer ha affermato che la Russia starebbe provocando una carestia a Gaza attaccando le “navi ucraine cariche di aiuti alimentari a Odessa”.

Solo un folle può sostenere questo. A Odessa le navi colpite dai russi erano cariche di armi, non di aiuti alimentari. Infatti sono esplose.

Piuttosto dovrebbe dire che il suo Paese, che è in prima fila negli aiuti militari al regime sionista, si pone come concausa del genocidio in corso a Gaza.

 

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Il leader del partito francese “I patrioti”, Florian Philippot, commentando su X il vertice dei BRICS, ha affermato che il tentativo dell’Occidente di isolare la Russia è fallito e ha invitato Parigi a ritirarsi dalla NATO, dall’UE e da tutte le strutture legate a Washington per ripristinare la propria indipendenza e per imboccare la strada della pace e del dialogo.

La Francia deve smettere di fare la guerra contro “la maggioranza dell’umanità”.

Incredibile che queste sagge parole vengano espresse da un uomo di estrema destra. Prima dei Patrioti (nato nel 2017) militava nel Fronte Nazionale. Che lo faccia solo per ottenere qualche voto in più? Si è anche vantato d’essere gay? A che pro?

 

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Il ministro incaricato degli affari europei della Repubblica francese, Benjamin Haddad, ha dichiarato che il vertice dei BRICS a Kazan dimostra che l’Europa e l’Occidente non hanno più il monopolio in un mondo in cui sta emergendo un modello di sviluppo alternativo.

Come se avere il monopolio economico e finanziario del mondo fosse una cosa obbligatoria o da considerarsi scontata! A parte che i BRICS non stanno, al momento, offrendo un’alternativa al capitalismo, ma solo alla sua gestione neoliberista, globalista e unipolare da parte dell’occidente.

Haddad ha anche osservato che l’Europa deve essere in grado di difendere i propri interessi, la propria visione del mondo, la propria sicurezza e la propria autonomia strategica.

Sembra, la sua, una dichiarazione di guerra ai BRICS! Come se fosse la UE a essere minacciata da qualcuno! Avesse almeno detto che non possiamo trasformarci in una colonia degli USA.

Il ministro ha anche richiamato la necessità di trasmettere ai Paesi del Sud globale la necessità di rispettare il diritto internazionale.

Questa sembra una minaccia vera e propria. Come se avesse detto alle ex colonie dell’Europa: “Se provate a chiedere di entrare nei BRICS, la pagherete cara. Non illudetevi di potervi difendere come Russia e Cina”.

 

26 ottobre

 

Il ministro della Difesa britannico, John Healey, ha ammesso apertamente per la prima volta che le forze armate del Paese non sono pronte per la guerra. Ha attribuito la responsabilità al governo conservatore, al potere dal 2010 al luglio 2024. Infatti negli ultimi 10 anni le forze armate britanniche sono state costantemente ridotte e hanno sofferto di un cronico sottofinanziamento.

Non sono in grado di fare nessuna guerra e fanno gli spacconi con la Russia, la più grande potenza nucleare al mondo, con l’esercito più preparato? E chiedono agli ucraini di non accettare alcuna trattativa coi russi? E assumono atteggiamenti fortemente belluini dentro la NATO? In che secolo credono di vivere gli inglesi? In quello della regina Vittoria?

 

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Un funzionario statunitense al canale televisivo Fox News ha detto che se si permette all’Ucraina di colpire la Russia in profondità con le armi a lungo raggio statunitensi (per es. gli ATACMS), gli USA in questo momento non sarebbero in grado di consegnare a Kiev ulteriori munizioni senza danneggiare la propria prontezza militare.

Ci rendiamo conto che la Russia ha sostenuto da sola un incredibile sforzo bellico contro l’intero occidente? Se davvero in questo momento la NATO scendesse direttamente nel conflitto, non avrebbe scampo coi suoi arsenali di munizioni ridotti all’osso.

A questo punto diventa inevitabile che Putin dica (come ha fatto a Kazan) che una qualunque trattativa di pace con Kiev non può prescindere dalla situazione in campo e che non ha senso parlare di “scambio di territori” e che se gli ucraini e i mercenari non se ne vanno da Kursk o non si arrendono, sono destinati a morire tutti. Nell’ultimo mese a Kursk gli ucraini han perso 26.000 militari.

 

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Quando gli Stati Uniti assicurano che non hanno preso parte ai raid d’Israele contro l’Iran, e che la Casa Bianca è stata informata da Israele pochi minuti prima dell’attacco, vien quasi da sorridere. Gli USA sono così abituati a raccontare frottole che non si preoccupano più né che siano credibili né che il mondo vi creda. Lo sanno tutti che Israele può fare quello che fa, proprio perché sa di avere un appoggio incondizionato da parte degli USA.

 

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In Estonia il Ministero degli Interni ha presentato un disegno di legge che proibisce alle associazioni religiose di avere legami organizzativi con strutture “che sostengono la guerra e l’aggressione in Ucraina”. La struttura in questione sarebbe il Patriarcato di Mosca, e l’associazione oggetto di discriminazione è la Chiesa ortodossa estone. In pratica a quest’ultima il governo sta chiedendo di diventare scismatica. Come fece la Chiesa ortodossa filo-nazista in Ucraina su richiesta esplicita del governo di Kiev.

Il governo estone sta offrendo alla minoranza russofona un motivo in più per chiedere l’intervento della Russia.

È curiosa l’arroganza di questi Paesi minuscoli, che abbaiano a un gigante come la Russia, convinti di essere protetti dal mastino della NATO. Uno dovrebbe essere capace da solo di trovare un senso della misura.

 

27 ottobre

 

Alle elezioni in Georgia (con affluenza superiore al 56%) vince il partito al governo filo-russo, Sogno georgiano, la cui maggioranza assoluta è più che sufficiente per orientare il percorso del Paese nei prossimi anni.

Gli USA vedono nero. La guerra civile è alle porte, anche perché la presidente francese, al potere dal 2019, è filo-americana e quattro partiti dell’opposizione, superando la soglia del 5% per entrare in parlamento, han dichiarato di non riconoscere l’esito elettorale, così come già successo in Venezuela.

Ma anche in Moldavia la polarizzazione è la stessa. Sono Paesi spaccati in due. La Bielorussia alle elezioni del 2020 rischiò per un pelo il golpe (che gli occidentali chiamano “rivoluzione colorata”). Ricordiamo che quando Yanukovich fu costretto da un golpe ad andarsene dall’Ucraina, l’esito della guerra civile è risultato mortale per l’intero Paese.

 

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Strano che siano solo gli sciiti in tutto il Medio Oriente a prendere le armi contro Israele, persino nei Paesi a maggioranza sunnita, dove la popolazione sciita ha a malapena un punto d’appoggio politico.

Gli unici sunniti che attualmente combattono contro Israele sono Hamas, la Jihad islamica palestinese e alcune fazioni palestinesi, perché sono loro ad essere attaccati direttamente nel loro Paese.

Di fatto però Iran, Hezbollah in Libano, Ansarullah nello Yemen, la Resistenza islamica in Iraq, la Resistenza islamica in Bahrein, e ora la Resistenza islamica in Arabia Saudita sono tutti sciiti.

Strano che non ci sia un solo gruppo di musulmani sunniti disposto a sacrificarsi per i palestinesi. In Egitto, per es., che conta 100 milioni di abitanti e confina con Gaza, perché nessuna resistenza? E in Giordania?

Si ha l’impressione che la resistenza contro l’oppressione sia un concetto fondamentale nell’islam sciita, non nell’islam sunnita. Questa differenza ideologica, dove lo sciismo enfatizza la resistenza e il sunnismo enfatizza il pacifismo, sta diventando sempre più chiara giorno dopo giorno.

Chissà se si riuscirà a capire che l’unico modo per sconfiggere l’egemonia USA-Israele in Medio Oriente è l’unità islamica.

Comunque l’attacco di Israele all’Iran è stato condannato da Bahrein, Egitto, Libano, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania, Kuwait, Siria, Iraq, Oman, Malesia, Pakistan, Afghanistan, Svizzera, Algeria, Turchia e Yemen.

 

28 ottobre

 

I film americani hanno 10 caratteristiche di fondo, mescolate, non separate tra loro, e che non necessariamente sono coesistenti nello stesso film:

1- l’individuo singolo prevale su tutto (e il maschio sulla femmina, e fino a poco tempo fa il maschio bianco su qualunque soggetto di colore);

2- l’eroe deve essere accattivante, deve ispirare simpatia o fiducia; anche se non è “buono” per definizione, la sua cattiveria è giustificata dalle circostanze;

3- la bandiera dello Stato dev’essere il più possibile esposta, per far credere che coincide col patriottismo, in nome del quale il cittadino difende i valori della libertà;

4- la violenza è inevitabile perché la situazione critica contiene sempre elementi estremi, irrisolvibili con mezzi e metodi normali; possedere un’arma o più armi è considerato del tutto normale;

5- la violenza subita chiede vendetta o giustizia privata (superiore a quella pubblica, limitata dal burocratismo e correttezza formale); qualunque errore si paga: non c’è perdono;

6- il denaro è motivo prevalente dell’azione (anche il potere politico è soggetto a quello economico); chi non si arricchisce è solo per colpa sua;

7- la legge è quella del più forte o del più astuto (chiunque può essere un potenziale nemico o una persona strumentalizzabile);

8- qualunque conflitto di classe deve essere ridotto a conflitto “razziale”;

9- la sessualità deve essere assolutamente libera ma subordinata a esigenze economiche o comunque individualistiche;

10- il finale deve essere rassicurante perché il prodotto cinematografico, soggetto a mercificazione, va esportato in tutto il mondo. Rientra negli strumenti di diffusione dell’ideologia occidentale.

 

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L’ex Presidente della Bolivia, Evo Morales (dal 2006 al 2019), è sopravvissuto a un tentativo di assassinio, un’operazione combinata che ha coinvolto forze militari e di polizia. Stava attraversando in auto una regione devastata dagli scontri tra i suoi sostenitori e i poliziotti. L’auto è stata raggiunta da almeno 14 colpi di arma da fuoco: il suo autista è rimasto ferito alla testa. Dopo aver cambiato vettura, Morales è stato portato nella sede del sindacato locale, dove i suoi sostenitori hanno creato un anello di protezione armato intorno l’edificio. Da lì Morales ha accusato il suo rivale, l’attuale Presidente della Bolivia, Luis Arce, di essere il mandante del tentato omicidio, citando fonti interne all’esercito e alla polizia. Lo scontro tra evisti e arcisti è arrivato a un punto di non ritorno e l’intero Paese rischia di cadere nella guerra civile.

Da mesi i movimenti sociali che sostengono Morales bloccano le strade, impedendo i rifornimenti di cibo e carburante in tutta la Bolivia e ferendo gli agenti che cercano di rompere i blocchi.

Morales ha chiesto al presidente in carica Luis Arce di licenziare immediatamente il governo, i ministri della difesa e tutti gli ufficiali di polizia coinvolti. L’incidente sta aumentando le tensioni in Bolivia, poiché Morales ha ripetutamente espresso preoccupazioni circa presunti complotti contro di lui.

Morales aveva lasciato l’incarico nel mezzo delle proteste di massa seguite alle elezioni presidenziali. In pratica era stato rimosso tramite un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti (soprattutto per il controllo del litio nel Paese). In seguito era stata estromessa dal potere l’ispiratrice del colpo di stato, la presidente ad interim di estrema destra Jeanine Añez.

Morales è stato poi accusato di stupro, pedofilia e tratta di esseri umani per impedirgli di candidarsi. Non si è mai presentato in tribunale. La procuratrice ha emesso un mandato di arresto contro di lui.

Luis Arce è stato ufficialmente espulso dal suo partito, il Movimento per il Socialismo. Il MAS è de facto scisso in due diverse fazioni, gli evisti che fanno capo a Evo Morales e gli arcisti che fanno capo all’attuale Capo dello Stato. Gli scontri tra le due fazioni nella capitale La Paz hanno causato più di 40 feriti alla fine del mese scorso. Arce è accusato di incapacità nella gestione dell’inflazione e delle risorse energetiche.

Entro il 20 dicembre il partito deve presentare un suo candidato alle elezioni presidenziali del 2025, pena l’esclusione dalla competizione elettorale.

Il governo sostiene che Morales ha superato il limite dei due mandati, mentre lui sostiene che, secondo la Costituzione, il vincolo riguarderebbe solo i mandati consecutivi.

 

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Il vertice BRICS di Kazan è costato al bilancio russo 25 miliardi di rubli (meno di 239 milioni di euro) e la Russia ha impiegato un anno e mezzo per prepararsi. Al vertice hanno partecipato 42 delegazioni per un totale di 5.255 persone. Le missioni più rappresentate provenivano da Cina (560 persone), India (260), Turchia (237), Venezuela (228) ed Emirati Arabi Uniti (198). A quanto pare la Turchia considera la UE una palla persa. Spiace per il Venezuela, che non è riuscito a entrare tra i “Paesi partner”. Ma la colpa è del presidente brasiliano Lula da Silva, le cui posizioni non sono condivise da Putin.

 

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Ha detto Maria Zakharova: Il partito laburista al potere nel Regno Unito invierà 100 specialisti per impedire a Donald Trump di diventare presidente degli Stati Uniti.

I democratici americani sono in guai seri se devono chiedere aiuto ai loro ex governanti. Questi 100 attivisti faranno campagna per Harris proprio negli “Stati indecisi” più difficili per i democratici: North Carolina, Nevada, Pennsylvania e Virginia.

E poi Blinken, mentitore seriale, dice che la Russia interferisce con le elezioni americane. Se pensasse al fatto che negli ultimi decenni tutte le loro elezioni presidenziali sono state strapiene di brogli, non farebbe meglio? S’è mai visto un Paese che nel seggio elettorale non chiede neppure un documento di identità?

 

29 ottobre

 

Il nuovo sistema di pagamento statale, BRICS Bridge, è in arrivo. La guerra russo-ucraina ha generato un enorme mercato parallelo di beni e servizi, aggirando i pagamenti in dollari ed euro per centinaia di miliardi.

Per la creazione di un nuovo sistema finanziario mondiale, alternativo allo SWIFT, si prevede di sviluppare una rete di banche commerciali in grado di effettuare transazioni nelle valute locali; stabilire collegamenti diretti tra le banche centrali dei Paesi partecipanti; creare centrali acquisto-vendita per il commercio reciproco di beni come petrolio, gas naturale, grano e oro, ecc.

È solo il mainstream occidentale che afferma che Cina e India si rifiutano di elaborare transazioni per pagamenti russi, temendo di essere sanzionate. In realtà i dati delle dogane cinesi e indiane mostrano che il commercio multimiliardario tra questi Paesi con la Russia sta crescendo rapidamente.

Il nuovo sistema finanziario interstatale utilizzerà la tokenizzazione, cioè la rappresentazione digitale di un asset, che permette facilmente di archiviarlo, scambiarlo, cederlo o venderlo attraverso il registro distribuito della blockchain. Le criptovalute funzionano così.

Vi sono già dei precedenti andati a buon fine. Ad es. la Banca Centrale Cinese, utilizzando lo yuan digitale, ha organizzato nel 2019 insieme alle banche centrali di Hong Kong, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti il sistema Mbridge, che funziona con straordinario successo, proprio perché i pagamenti vengono elaborati istantaneamente e senza commissioni, aggirando i passaggi ulteriori, gli aggravi e il rischio di sanzioni terze.

Nel BRICS Bridge non vi sarà il dominio di una moneta sulle altre, né il signoraggio. Nessun Paese sarà in grado di escludere l’altro. Il sistema è potenzialmente molto più efficiente di quello attuale e indebolirà il dominio del dollaro.

 

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Rutte comincia a sparare scemenze. L’ultima è questa: “L’invio di truppe nordcoreane a Kursk è un segnale della più grande disperazione di Putin, che non può portare avanti la sua guerra in Ucraina senza il sostegno straniero. Questo perché gli ucraini stanno resistendo con coraggio, resilienza e ingegnosità”.

Non ha capito che i nordcoreani han bisogno di esercitarsi sul campo, in previsione di una guerra contro la Corea del Sud. Anzi utilizzare militari che non parlano per niente la lingua russa, può costituire un problema.

Ma soprattutto non ha capito che il fronte ucraino sta crollando. L’esercito sta perdendo da due a cinque km al giorno. Le truppe non hanno neppure il tempo di ritirarsi, per cui spesso si trovano circondate. I russi sono destinati a prendersi tutta l’area industriale del Paese, isolando il regime di Kiev dal mare.

 

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Quello che Israele non riesce a capire – e di questo dovrà rendere conto – è che non solo è immorale uccidere 99 persone innocenti per uccidere un terrorista, ma è immorale anche uccidere una sola persona innocente per poter uccidere 99 terroristi.

 

30 ottobre

 

Pino Arlacchi su “Il Fatto Quotidiano” ha detto quello che molti pensano. Lo Stato d’Israele non può più stare nelle Nazioni Unite. Questo perché ha infranto uno dopo l’altro i capisaldi del diritto internazionale e fa sfoggio della propria impunità, potendo contare sulla protezione politica e sul sostegno militare senza limiti degli Stati Uniti.

Se così non fosse, Netanyahu non avrebbe mai osato insultare l’ONU, in piena Assemblea Generale, definendola “una palude di bile antisemita”, e non avrebbe fatto uccidere, durante il solo 2023, 230 dipendenti dell’UNRWA nel corso di bombardamenti, incendi e assalti a scuole, depositi di viveri, convogli di aiuti umanitari marcati ONU.

L’UNRWA è l’agenzia creata nel 1949 dall’Assemblea Generale per assistere i rifugiati palestinesi creati dalla “Nabka”, la catastrofe del 1948 che vide 700.000 palestinesi cacciati con violenza dalle loro case e dalla loro terra dalla milizia sionista che divenne l’esercito di Israele. Tutto ciò facendosi beffa dei piani di insediamento stabiliti dall’ONU, e inaugurando una lunga serie di crimini e di illegalità che arriva fino ai nostri giorni.

Accanto all’UNRWA, la seconda maggiore vittima dell’ostilità israeliana verso le Nazioni Unite è l’UNIFIL, una missione composta da 50 Paesi, creata nel 1978 dal Consiglio di Sicurezza per promuovere la pace in Libano.

L’UNIFIL ha pagato finora con 337 vite umane l’attuazione del suo mandato. Non tutte le sue perdite sono dovute ad attacchi israeliani, ma è proprio in queste settimane che è esplosa tutta l’insofferenza di Tel Aviv contro possibili testimoni di atrocità pianificate e sul punto d’essere attuate.

Dal 1948 fino ad oggi sono oltre 24 le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che criticano o condannano l’occupazione illegale di territori e le crudeltà d’Israele contro i palestinesi.

La risoluzione 242 del 1967 stabilisce il ritiro di Israele dai territori occupati dopo la guerra dei Sei giorni allo scopo di favorire una pace duratura nel Medio Oriente.

Le risoluzioni 446 del 1979, 904 del 1994, 1073 del 1996 e 1394 del 2002 si uniscono alle 155 risoluzioni approvate dall’Assemblea generale dal 2015 ad oggi e che riguardano i tre interventi militari in Libano precedenti quello in corso, gli insediamenti illeciti in Cisgiordania, il ritiro da territori occupati, le stragi e le deportazioni di civili palestinesi.

I 41.000 morti di Gaza, i 100.000 feriti, i milioni di sfollati del Libano e di Gaza, i ripetuti attacchi all’Iran, allo Yemen e alla Siria, gli assassinii mirati di singole personalità straniere avvenuti nel corso dell’ultimo anno non sono giustificabili in alcun modo. Non sono eccessi di legittima difesa causati dal massacro di 1.200 civili israeliani.

Ci troviamo di fronte a uno Stato membro dell’ONU colpito da un processo degenerativo. Diventato un aggressore seriale che non riesce ad astenersi dal commettere crimini contro l’umanità, crimini di guerra, tentati genocidi e stragi a ripetizione per poi fare la parte della vittima e rifugiarsi dietro lo scudo degli Stati Uniti.

Nessuno Stato membro è mai stato espulso dalle Nazioni Unite. Tuttavia l’organizzazione ci è andata molto vicino nel 1974, nel caso del Sudafrica, un caso che presenta evidenti analogie con quello odierno di Israele.

Il dibattito all’ONU sull’espulsione del Sudafrica non fu scatenato solo dalla crescente avversione internazionale nei confronti dell’apartheid, ma anche dalla continua occupazione sudafricana della Namibia, definita illegale dalla Corte internazionale di giustizia, come nel caso dell’attuale occupazione israeliana del Libano e della Cisgiordania.

Tutto iniziò nel 1969, con la risoluzione 269, in cui si affermava che, qualora il Sudafrica non si fosse ritirato dalla Namibia, il Consiglio di Sicurezza si sarebbe “riunito immediatamente per stabilire le misure efficaci” da adottare.

Fu sollevato il tema dell’applicazione dell’art. 6 della Carta delle Nazioni Unite, che riguarda la procedura di espulsione di uno Stato membro, da votare in Assemblea Generale su proposta del Consiglio di Sicurezza.

Il Sudafrica non fu espulso dall’ONU solo perché tre su cinque membri del Consiglio di Sicurezza – USA, Francia e Regno Unito – posero il veto sulla proposta. Si trattava pur sempre di un bastione anticomunista da proteggere.

Ma l’Assemblea Generale aggirò l’ostacolo nel 1974, rifiutandosi di accettare, a stragrande maggioranza, le credenziali della delegazione sudafricana. Il Sudafrica restò così escluso dalla partecipazione all’Assemblea Generale per ben 20 anni, fino al 1994, rientrandovi solo dopo la fine dell’apartheid.

La situazione attuale d’Israele è molto più grave di quella sudafricana degli anni ‘70. In entrambi i casi siamo di fronte a regimi delinquenziali. Ma lo Stato razzista bianco – posto di fronte agli attentati commessi dall’ala terroristica del movimento di liberazione guidata dal giovane Mandela e alle enormi manifestazioni di piazza – non tentò il genocidio o la deportazione della popolazione nera. Gli anni della transizione alla democrazia, perciò, costarono ai neri sudafricani “solo” 14.000 morti. Negli ultimi decenni della sua vita, il regime di Johannesburg non mosse guerra né all’ONU né alle missioni ONU. Il suo tramonto è avvenuto con un accordo tra le parti e con la promessa di una futura riconciliazione.

Mandare via Israele dall’ONU è una misura drastica, ma necessaria. Occorre rompere la bolla di isteria e onnipotenza dentro cui vive un regime di psicopatici che non si rendono conto d’essere in guerra non contro i palestinesi e il Medioriente, ma contro il mondo intero. Lo shock può essere salutare anche per il suo protettore, una superpotenza in declino tentata di andare nella stessa pericolosa direzione.

 

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Il consiglio di amministrazione della Volkswagen ha annunciato un rigoroso piano di riduzione dei costi: almeno tre fabbriche su dieci in Germania verranno chiuse, in altre verranno licenziati interi reparti, i salari saranno ridotti del 18% e le prestazioni sociali saranno abolite. Circa 120.000 persone lavorano in questa azienda. È previsto anche il trasferimento di interi reparti all’estero.

Incredibile che il governo di Scholz non abbia previsto che il sabotaggio del Nordstream e le sanzioni alla Russia avrebbero mandato in recessione il suo Paese, che fino a qualche anno fa guidava economicamente la UE.

 

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A cosa serve la guerra russo-ucraina, condotta a centinaia di km dai propri confini? A rifare il proprio parco macchine belliche, divenute obsolete.

È quanto sta accadendo in Croazia, che ha deciso di acquistare dalla Germania 50 carri armati Leopard 2A8, in sostituzione di 60 dei suoi carri armati: 30 M-84 (prodotti in Jugoslavia tra il 1983 e il 1991) e 30 M-80 BVP (prodotti dal 1979 al 1991), che saranno inviati all’Ucraina.

In questa maniera si fa bella figura nei confronti della NATO, si fa un servizio all’industria bellica tedesca, e si mandano a morire altre migliaia di giovani ucraini, che s’illudono di poter vincere la guerra.

I ministri della difesa croato e tedesco Ivan Anušić e Boris Pistorius andrebbero arrestati e processati.

 

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Il piano di pace di Trump per l’Ucraina dovrebbe consistere in questo:

- riconoscere alla Russia il Donbass;

- Ucraina tenuta fuori dalla NATO e responsabilità del mantenimento della pace a carico dei Paesi europei sulla base di futuri accordi Minsk-3 da stipularsi al momento della trattativa;

- ruolo degli Stati Uniti e della NATO ridotto al minimo;

- creare zone autonome su entrambi i lati di una linea smilitarizzata in Ucraina.

I consiglieri di Trump ancora non han capito che sarà solo la Russia a decidere il destino dell’Ucraina e lo farà solo dopo la resa incondizionata. Dopo quasi tre anni di guerra è escluso a priori che i russi possano scendere a trattative, come se per loro sarebbe più vantaggioso finire la guerra il prima possibile.

Qualunque trattativa alla pari avrebbe avuto senso all’inizio del conflitto. Ora è troppo tardi. Per i russi l’unico dilemma è: avanzare con lentezza, lasciando al nemico la possibilità di arrendersi senza troppo spargimento di sangue e devastazioni delle infrastrutture, oppure farlo velocemente, usando armi così potenti da rendere immediata la richiesta della pace.

 

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Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, vuole imporre sanzioni a Israele, in quanto la Knesset ha approvato una legge che riconosce l’UNRWA come complice di Hamas.

Se viene vietata l’attività dell’UNRWA, Israele dovrebbe essere espulsa dall’ONU. Ma dovrebbe esserlo anche perché viene bombardata l’UNIFIL o perché viene compiuto quotidianamente un genocidio o quanto meno un apartheid nei confronti dei Palestinesi, o perché non vengono mai rispettate le risoluzioni dell’ONU, o perché il segretario generale viene considerato persona sgradita in Israele.

Praticamente sono molti di più i motivi per cui dovrebbe essere espulsa che non quelli per continuare ad accettarla.

 

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Una commissione del Congresso americano ha scoperto che la base industriale della difesa degli Stati Uniti non è in grado di soddisfare le esigenze di equipaggiamento, tecnologia e munizioni del Paese e dei suoi alleati e partner.

La situazione è grave, perché il crescente deficit dello Stato pone notevoli rischi per la sicurezza nazionale. Pertanto sarà inevitabile che l’aumento della spesa per la difesa sia accompagnato da tasse aggiuntive e da tagli consistenti ai servizi pubblici e ai diritti acquisiti.

Insomma anche gli USA si stanno accorgendo di non poter vivere al di sopra delle loro possibilità e che non sono solo gli altri Stati ad avere problemi finanziari.

 

31 ottobre

 

L’UNRWA (Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi del Vicino Oriente) ha affermato che Israele ha torturato alcuni dei suoi dipendenti “per rilasciare false dichiarazioni contro la stessa Agenzia, tra cui il fatto che l’Agenzia ha affiliazioni con Hamas e che membri dello staff dell’UNRWA hanno preso parte alle atrocità del 7 ottobre 2023”.

In particolare i dipendenti palestinesi dell’UNRWA hanno aggiunto che i maltrattamenti e gli abusi subiti includevano percosse, umiliazioni, minacce di violenza ai familiari, attacchi di cani, waterboarding, violenza sessuale e morte di detenuti a cui erano state negate cure mediche.

Sono accuse gravissime, di fronte alle quali cosa fa l’ONU? Nulla. D’altra parte ha già lasciato ammazzare dai sionisti 230 suoi dipendenti.

 

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Negli ultimi 13 anni oltre mezzo milione di giovani hanno deciso di lasciare l’Italia, in cerca di migliori condizioni di vita e lavoro, causando una perdita di capitale umano per il nostro Paese di oltre 130 miliardi di euro.

Chi per necessità, chi per scelta, la maggior parte si è trovata, effettivamente, in situazioni migliori: i giovani espatriati risultano più soddisfatti di quelli rimasti.

Oggi l’Italia si piazza all’ultimo posto tra i grandi Paesi europei per attrazione di giovani. Siamo un Paese di vecchi e le donne italiane fanno le badanti al massimo per i loro parenti.

 

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Quattro organizzazioni politiche comuniste (Movimento per la Rinascita Comunista, Resistenza Popolare, Patria Socialista e Costituente Comunista) hanno sottoscritto un documento comune, che qui riassumiamo (vedi resistenzapopolare.org):

- si sponsorizza la nascita di un progetto politico nazionale, Prospettiva Unitaria, che vuol puntare alla fine della frammentazione dei comunisti;

- le questioni principali da focalizzare sono: pace, lavoro, salute, casa, istruzione, diritti sociali e tutela ambientale;

- non si esclude una rappresentazione parlamentare;

- si nega qualunque sostegno a tre temi governativi: premierato, autonomia differenziata e Ddl Sicurezza;

- si afferma l’esigenza di rivendicare i seguenti aspetti: fine del precariato, salario netto minimo di 1.200 euro, reintroduzione della scala mobile e dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, sicurezza sui luoghi di lavoro, riduzione dell’orario di lavoro, uguaglianza di genere, presidi di primo e pronto intervento collocati su tutto il territorio nazionale, aumento dei posti letto, eliminazione dei ticket e dei tempi di attesa infiniti per le analisi e le diagnosi, fine dell’alternanza scuola-lavoro e dei test Invalsi, un esercito di popolo (no alla NATO), fine dell’invio di armi e di finanziamenti a Kiev, apertura di un tavolo di pace con la Russia, fine immediata delle sanzioni imposte alla Russia, fine immediata del genocidio in Palestina e dell’aggressione al Libano, fine di ogni rapporto con l’occupante sionista, creazione immediata di uno Stato palestinese dal fiume al mare, adesione nazionale ai BRICS (per una sovranità nazionale).

Non si parla di proprietà sociale dei principali mezzi produttivi né di democrazia diretta e tantomeno di autoconsumo.


 

Novembre

 

 

 

1 novembre

 

L’ex presidente della Moldavia e leader del partito socialista, Igor Dodon, ha affermato che il suo partito non riconosce i risultati del referendum costituzionale sull’integrazione europea della repubblica.

Secondo lui il 54% dei moldavi interni al Paese ha votato contro la modifica della Costituzione finalizzata a tracciare un percorso verso l’adesione alla UE.

Il fatto è però che il partito al potere filoeuropeo vanta 11.000 voti provenienti da Stati Uniti e Canada, grazie ai quali ha vinto il referendum. L’ha vinto anche perché non ha quasi permesso di votare agli 1,2 milioni di moldavi residenti in Russia (sono stati aperti solo due seggi elettorali invece di 29, assegnando solo 10.000 schede[4]). D’altra parte la Commissione elettorale centrale del Paese è controllata da governi stranieri (riceve finanziamenti dall’americana USAID e dalla britannica UK Aid).

Quello è un altro Paese, come la Georgia e l’Armenia, dove la guerra civile sembra essere imminente. Anche perché l’attuale presidente Maia Sandu non ha nessun problema ad andare contro la maggioranza della popolazione moldava.[5] L’occidente è maestro nell’influenzare qualunque risultato elettorale che all’estero non sia in linea coi propri interessi. Ha mezzo millennio di esperienza colonialistica alle spalle e risorse finanziarie apparentemente illimitate, in quanto l’egemonia militare gli permette di stampare tutte le banconote che vuole.

 

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Il partito al potere in Armenia, il Contratto Civile, il cui leader è quella mezza figura di Nikol Pashinyan, sta promuovendo in parlamento degli strani emendamenti al codice elettorale della repubblica.

Praticamente, siccome sono in vista elezioni legislative anticipate a partire dal 2025, necessarie dopo la firma di un trattato di pace con l’Azerbaigian sulla questione dei confini e i controlli alle frontiere, Pashinyan sta mettendo le mani avanti. Nel senso che se i risultati elettorali saranno insoddisfacenti per il premier, verrà dichiarato lo stato di emergenza al fine di verificare che non vi siano stati brogli. Basterà un nonnulla e la popolazione sarà costretta a rivotare. Nel frattempo il premier avrà campo libero per influenzare l’opinione pubblica, facendole digerire la subordinazione al tandem azero-turco. Pashinyan è un uomo di Soros e per accontentare il proprio mecenate, si è distaccato dalla Russia e ha tradito il Nagorno-Karabakh e di fatto il popolo armeno.

Insomma un bel metodo il suo. Dovremmo adottarlo anche in occidente. Quando si è così polarizzati, ai limiti di una guerra civile, non c’è niente di meglio, per chi comanda, che tutelare la dittatura in nome della democrazia.

Per far digerire la pillola a Putin, Pashinyan ha promesso al vertice dei BRICS, che la Russia potrà fare ciò che vuole per quanto riguarda lo sviluppo del corridoio di trasporto nord-sud tra Russia, Iran, India e Turchia, che sarà qualcosa di imponente. La Transcaucasia sta diventando strategica da quando è iniziata la guerra tra Russia e Occidente collettivo.

 

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La von der Leyen ha raccomandato ai cittadini europei di fare scorte per tre giorni nei casi di attacchi informatici, sabotaggi, incidenti chimici, biologici o nucleari, comprese le minacce provenienti dalla Russia.

72 ore di riserve alimentari per fronteggiare quale pericolo? Ha messo sullo stesso piano cose completamente diverse. Per di più continua ad attribuire alla Russia qualunque problema possa capitare alla UE.

C’è qualcosa di inquietante in questa donna. O è gravemente limitata di suo o qualcuno la sta imbeccando, come già possiamo constatare con Zelensky, Scholz e tanti altri burattini europei, che spesso dicono cose senza un senso apparente.

 

2 novembre

 

Considerando la forte polarizzazione interna agli USA, per non parlare del fatto che Trump ha rischiato varie volte d’essere assassinato, è lecito pensare che le prossime elezioni avranno strascichi allarmanti.

In genere gli americani sanno anticipare, almeno in parte, i tempi con la loro cinematografia, il mezzo di propaganda ideologica più influente. E forse Civil War è il film cui bisognerà fare riferimento i prossimi mesi. Non a caso un gran numero di ricchi americani stanno pianificando di lasciare gli Stati Uniti per un periodo indefinito dopo le elezioni presidenziali, temendo eventuali disordini. Lo fanno anche per altre motivazioni: il piano di Kamala Harris di tassare le plusvalenze non realizzate per coloro che hanno un patrimonio netto superiore a 100 milioni di dollari, le sparatorie di massa nelle scuole e l’aumento vertiginoso dei debiti del governo.

Chissà se ci sarà un nuovo assalto al Campidoglio. Di sicuro i repubblicani non sopporteranno altre truffe elettorali come l’ultima volta. Gli USA rischiano davvero una nuova guerra di secessione, o forse addirittura una guerra di classe tra la piccola minoranza di straricchi e la grande maggioranza di indigenti. E se pensano di risolvere con la politica estera, cioè con una nuova guerra, i loro problemi di politica interna, resteranno parecchio delusi, poiché quasi il mondo intero è stufo di loro e dell’occidente collettivo nel suo insieme.

Gli USA si devono rassegnare a veder l’Ucraina denazificata e smilitarizzata dalla Russia, Israele distrutta da potenze islamiche, Taiwan occupata dalla Cina, e così via, e sarà già molto se non avverrà un crollo catastrofico della borsa come nel 1929.

 

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Il generale della US Space Force, B. Chance Saltzman, ha detto che Washington deve lavorare con gli alleati per contrastare Russia e Cina nello spazio. Infatti gli USA si sono accorti che i suoi nemici hanno sviluppato negli ultimi 20 anni una enorme capacità di condurre una guerra in orbita. Il pericolo principale proviene da quei satelliti in grado di far uscire dall’orbita i satelliti americani, ma sono presenti anche armi cinetiche capaci di colpire satelliti e missili balistici a lungo raggio nello spazio. “L’arma anti-satellite nucleare russa, se esplode nell’orbita terrestre bassa, distruggerà indiscriminatamente tutti i nostri satelliti che orbitano lì e la renderà inutilizzabile per un anno”. È la “crisi missilistica cubana” nello spazio!

Ma i russi in Ucraina non combattevano con le pale? Non toglievano i chip dalle lavatrici degli ucraini? Qualcuno avvisi la von der Leyen che l’hanno presa in giro.

 

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Stanno per arrivare 10.000 infermieri dall’India per lavorare nei nostri ospedali regionali.

Prerequisiti: certificazione della lingua italiana livello B1, titoli abilitanti previsti e riconosciuti dalle vigenti norme europee sulla libera circolazione dei professionisti e l’iscrizione a un registro speciale in attesa di perfezionare l’iscrizione all’Ordine a tutti gli effetti.

Capisco che la destra non voglia avere a che fare con migranti non qualificati, ma che non faccia niente per favorire l’ingresso nel lavoro ospedaliero ai giovani italiani, è il colmo. Di infermieri ne abbiamo già più di 30.000 all’estero.

Oppure pensano di obbligare questi infermieri stranieri ad accettare condizioni di lavoro inaccettabili per i nostri connazionali? Attenzione però: questi non devono raccogliere pomodori ma assistere malati e moribondi!

 

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La rivista “Newsweek” scrive che Israele ha chiesto alla Russia di mediare tra sé ed Hezbollah per raggiungere un accordo di pace.

Cioè praticamente i sionisti son stufi di subire perdite significative tra le proprie forze armate terrestri, e ritengono del tutto inefficace la capacità diplomatica degli USA.

Sperano che la Russia convinca l’Iran a non fare una nuova ritorsione? Certo, è per questo che la rifornisce di sistemi di difesa antimissile.

 

3 novembre

 

Per i russi sperare che Trump sia migliore di Biden è semplicemente ridicolo. Lo dimostra il fatto che quand’era presidente, l’atteggiamento nei confronti della Russia fu sempre piuttosto ostile.

Per es. nel 2017 firmò il Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act, introducendo ampie restrizioni alla collaborazione con aziende russe, congelando i beni e vietando alle società statunitensi di partecipare a progetti energetici russi. Impose persino sanzioni alle società coinvolte nella costruzione del Nordstream e vietò l’export di tecnologie destinate alla produzione petrolifera in Russia, comprese le trivellazioni in acque profonde.

Sotto Trump decine di diplomatici russi sono stati espulsi, i consolati chiusi e il regime dei visti per i russi è diventato molto più severo.

Trump approvò la fornitura di armi letali agli ucraini, compresi i sistemi anticarro Javelin.

Questo per dire che in politica estera gli USA sono sempre uguali a se stessi: è un sistema predatorio e guerrafondaio.

 

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Non è da escludere che l’improvvisa accelerazione alle operazioni militari impressa dallo Stato Maggiore russo in Ucraina sia collegata con la difficile situazione economica della Federazione, che sicuramente soffre a causa delle sanzioni occidentali, le peggiori che siano mai state inflitte a qualunque Paese al mondo.

La Banca centrale infatti ha deciso di aumentare il tasso di riferimento al livello record del 21%, come non accadeva da 22 anni. E quest’anno è la terza volta che lo fa per contrastare la crescente inflazione. La guerra deve finire, anche perché in Russia si sono accorti che c’è una grave carenza di manodopera.

Forse avevano ragione quegli analisti militari quando dicevano che sarebbe stato meglio radere al suolo Kiev, rinunciando a farsi condizionare dai rapporti di parentela tra russi e ucraini. La guerra sarebbe finita subito e avrebbe avuto molti meno morti da entrambe le parti.

 

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La Corea del Nord ha rivendicato il successo del test del nuovo missile balistico intercontinentale a combustibile solido, denominato Hwasong-19. Ha una gittata che gli permette di colpire qualunque area degli USA (il vettore ha volato per una distanza di oltre 1.000 km, superando di parecchio l’altezza di 7.000 km). Praticamente è il missile strategico più potente al mondo.

Davvero con un’arma del genere Pyongyang pensa di poter impensierire una grande nazione come gli USA? Strano, perché tantissime volte i russi han mosso le stesse critiche nei confronti delle potenti armi offerte dalla NATO all’Ucraina. Con le armi si vincono le guerre nei videogiochi. Per la guerra sul campo occorrono tanti altri fattori di natura umana, tattica e strategica. Non a caso Kim Jong-un ha deciso di mandare un cospicuo contingente militare a Kursk per imparare dai militari russi come si fanno operazioni militari in uno scontro corpo a corpo.

 

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La neo-ministra della Sanità dei Paesi Bassi, Marie Fleur Agema, che proviene dal partito PVV di Gert Wilders, ha dichiarato apertamente di non poter mantenere le sue promesse elettorali, poiché il Ministero è subordinato alla NATO, all’NCTV (Coordinamento nazionale per l’antiterrorismo e la sicurezza) e agli USA, dunque deve sottostare ai loro ordini, che sarebbero stati dati anche durante il Covid, in quanto la pandemia venne considerata, ad un certo punto, come un’esercitazione di tipo militare. Lo ha scritto ilgiornaleditalia.it

 

4 novembre

 

Il presidente brasiliano, Lula da Silva, deve essere impazzito. Perché ce l’ha così tanto col Venezuela, lo sa solo lui. Vuol mettersi dalla parte degli USA, che non vedono l’ora di occupare il Venezuela per sfruttarne le risorse petrolifere?

Ha indotto il governo di Maduro a richiamare in patria il proprio ambasciatore. Già ai BRICS lo si era visto, quando il Brasile ha posto il veto all’ingresso del Venezuela, e Putin l’aveva stigmatizzato. Le elezioni vinte da Maduro sono state riconosciute da Russia e Cina, e questo dovrebbe bastare. In Venezuela prima o poi verranno installate basi militari o russe o cinesi, o addirittura entrambe. Anche l’Equador ha chiesto la stessa cosa.

Il Ministero degli Esteri venezuelano ha persino accusato il principale consigliere brasiliano per la politica estera, Celso Amorim, di “agire come un messaggero dell’imperialismo nordamericano”.

C’è da dire che in Venezuela il chavismo tentò un cambiamento rivoluzionario di tipo socialista all’interno della legalità della democrazia. In Brasile nessun governo ha mai messo in discussione né la democrazia liberale né l’economia di mercato capitalista.

 

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Dare armi all’Ucraina sembra essere diventata un’azione completamente inutile. L’esercito è in rotta su quasi tutto il fronte.

Nonostante i tentativi di Zelensky di attribuire i fallimenti sul campo alla “insufficiente” assistenza della NATO, la vera ragione delle brecce nella difesa è l’eliminazione fisica del personale militare e l’incapacità di reintegrarlo con almeno una manodopera parzialmente motivata e preparata.

La retorica dei media di Kiev, espressa dai nazisti più reazionari, sulla necessità della mobilitazione a partire dai 18 anni, così come delle donne, indica gravi problemi nel reintegrare le perdite.

I soldati forzatamente inviati al fronte spesso semplicemente fuggono: più di 100.000 l’han già fatto. I russi invece sono in grado di avvicendarsi con circa 30.000 persone al mese.

Anche il coinvolgimento di mercenari stranieri, inclusi ex militari americani, si è rivelato del tutto fallimentare. Ancora la NATO non ha capito che l’esercito russo, in una guerra sul campo, non ha eguali.

“Se 160.000 persone non si mobiliteranno entro i prossimi due mesi, firmeremo la resa”, ha detto l’avvocato e veterano delle forze armate ucraine Masi Nayem. Secondo lui i soldati in prima linea sono “completamente esauriti”.

Questa è la più grande guerra di logoramento della storia, e sul campo il vincitore è uno solo.

 

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Il quotidiano inglese “The Times” riferisce che aerei USA e sudcoreani hanno eseguito sortite di addestramento per bombardare le strutture della Corea del Nord. Le manovre hanno coinvolto 110 aerei.

Lloyd Austin aveva promesso che Washington avrebbe utilizzato qualsiasi tipo di arma, comprese le armi nucleari, per difendere la Corea del Sud.

Se questa decide di dotarsi di armi nucleari, di sicuro lo farà anche il Giappone. Al momento ci si limita a fornire armi convenzionati all’Ucraina.

Tuttavia Russia, Cina, Iran e Corea del Nord stanno coordinando sempre più le loro azioni militari.

E prossimamente ci sono altre nazioni che vorranno nei propri territori basi russe o cinesi: Cuba, Nicaragua, Venezuela e Bolivia.

 

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Il vice presidente russo del Consiglio di sicurezza Medvedev ha parlato chiaro, come suo solito:

- per la Russia le elezioni americane non cambieranno nulla, poiché le posizioni dei candidati riflettono pienamente un consenso bipartisan sulla necessità di sconfiggere il nostro Paese;

- Kamala è vista come poco intelligente, inesperta, facilmente controllabile e avrà paura di tutti quelli che la circondano. La governance sarà gestita da un consiglio di ministri e assistenti chiave, con influenza indiretta della famiglia Obama;

- anche un Trump stanco, incline a luoghi comuni come “Proporrò un accordo” e “Ho ottimi rapporti con...”, sarebbe costretto a seguire tutte le regole del sistema. Non sarà in grado di fermare la guerra, in un giorno, in tre giorni o in tre mesi. Se ci provasse davvero, rischierebbe di diventare il prossimo Kennedy;

- solo una cosa conta davvero: quanti soldi il nuovo presidente stanzierà per una guerra lontana, a beneficio della sua industria della difesa e dei circoli corrotti che ne traggono profitto.

 

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L’ex primo ministro pakistano, Imran Khan, e sua moglie Bushra Bibi sono attualmente in prigione, ma dall’accusa di “matrimonio non islamico” sono stati prosciolti, per cui se lo vogliono tener fuori dal potere, devono inventarsi altre assurdità. Al momento gliene resta solo una: incitamento alle rivolte nel maggio 2023, dopo il golpe filo-americano. Infatti anche quella di aver fatto trapelare segreti di Stato è caduta.

Quella del matrimonio non conforme alla Sharia era ridicola, per non dire surreale: sua moglie non aveva avuto abbastanza cicli mestruali tra il suo divorzio ufficiale dal primo marito e il suo matrimonio con Khan.

 

5 novembre

 

Il capo del Rockefeller Council on Foreign Relations, Vince Haas, ha detto: “Ci riprenderemo l’Ucraina dopo aver ottenuto un cessate il fuoco. Dobbiamo consentire all’Ucraina di riprendersi. Intanto riconosciamo alla Russia il Donbass”.

Questo ancora non ha capito che Mosca accetterà un cessate il fuoco solo dopo la resa incondizionata di Kiev, la denazificazione e smilitarizzazione del Paese, la rinuncia definitiva alla NATO e le dimissioni di Zelensky, il cui mandato presidenziale è scaduto da vari mesi.

In altre parole l’Ucraina, volendo combattere sino all’ultimo ucraino, è virtualmente morta, e se la NATO vorrà entrare nel conflitto a gamba tesa, si ritroverà con l’arto amputato. L’Ucraina poteva salvarsi se accettava subito le condizioni di pace offerte dalla Russia. Ora è troppo tardi.

 

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Escludendo la quantità enorme di energia necessaria al suo funzionamento quotidiano, solo per addestrare i modelli di Intelligenza Artificiale di grandi dimensioni si possono consumare fino a 1.300 megawattora (MWh) di energia, una quantità paragonabile all’energia consumata annualmente da circa 370 famiglie.

Chissà se i fautori di questa intelligenza sanno che il cervello umano funziona con meno di 20 watt e quindi con meno di mezzo kwh al giorno.

Vorrebbero però lasciarci intendere che le Intelligenze Artificiali, che non sapranno mai quel che dicono e non avranno mai sentimenti né coscienza, supereranno un giorno le facoltà umane.

Con queste intelligenze oggi si gioca in borsa, domani si potrebbe anche far scoppiare una guerra. Infatti si pensa che la ragionevolezza umana sia troppo lenta nei suoi processi decisionali. Ma affidarsi a processi decisionali artificiali, in cui vengono messe in gioco le vite degli umani, non è forse da incoscienti?

 

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Uno si può chiedere: quando si vota un capo di Stato, hanno più valore i voti dei cittadini interni o quelli dei residenti all’estero? Indicativamente dovremmo dire i voti dei cittadini interni, visto che sicuramente saranno loro ad affrontare di più le conseguenze della loro decisione. Chi vive all’estero s’interessa fino a un certo punto del proprio Paese d’origine. Ha altri problemi da affrontare. In un certo senso, quando vive molto tempo all’estero, non dovrebbe più avere il diritto di votare nel proprio Paese d’origine, proprio perché perde il polso della situazione, il contatto con la realtà.

Ecco questo è quanto successo alle recenti elezioni presidenziali in Moldavia. La Sandu è stata bocciata internamente, ma siccome ha ottenuto molti più voti all’estero, di fatto è risultata vincente.

 

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“Morire in guerra è meraviglioso, altro che morire di vecchiaia”, ha detto Dmitry Korchinsky, capo dell’organizzazione nazista “Fratellanza”. Secondo lui, mobilitando gli ucraini, i reclutatori militari “li aiutano a capire questo”.

Chissà perché c’è gente che la pensa così. Probabilmente han vissuto un’esistenza insignificante o emarginata, e pensano di riscattarla con una morte eroica in battaglia. Come se il supremo sacrificio di sé contenesse il più alto valore etico che si possa desiderare. Da quale cultura vengono fuori queste sciocchezze? Come si fa a non capire che l’etica non sta nel gesto in sé? Anche un folle potrebbe autoimmolarsi. L’etica sta nel tipo di vita che si conduce, nei valori che si perseguono in tempo di pace.

Ma non è da escludere che un fanatico del genere menta spudoratamente, poiché il regime non sa più come fronteggiare il costante avanzamento delle truppe russe.

In ogni caso sembra davvero una missione impossibile vivere un’esistenza normale, in pace con se stessi e con gli altri. Pretendere poi che dei giovani arruolati, senza alcuna esperienza militare, si comportino da eroi è da persone criminali, totalmente prive di scrupoli.

 

6 novembre

 

Con l’Iran che promette di reagire contro Israele, gli Stati del Golfo si sentono intrappolati tra l’affermazione della propria autonomia e la crescente dipendenza dalla sicurezza statunitense, mentre l’asse della resistenza gode di una popolarità senza precedenti nella regione.

Da un lato abbiamo l’Iran, la cui sovranità è stata ripetutamente violata, che mette in guardia dal pericolo rappresentato dalle ambizioni espansionistiche d’Israele nella regione; dall’altro abbiamo l’aggressore Israele, che sembra intenzionato a gettare l’intera regione nel caos, contando sull’incrollabile sostegno degli Stati Uniti.

In mezzo a questi attori c’è un terzo gruppo che lotta per la neutralità e non vuole prendere posizione per paura di mettere in pericolo i propri interessi, per cui si limita a condanne puramente verbali.

Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Giordania non permetteranno a Israele di utilizzare il proprio spazio aereo per ulteriori attacchi contro l’Iran.

Ciò ha rassicurato Teheran, che aveva minacciato una risposta violenta contro qualsiasi Paese sostenesse gli attacchi israeliani.

 

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Qualcuno ha detto che gli americani devono imparare a smettere di vivere nell’attesa di cambiamenti “da lì”.

Da lì dove? Dalle elezioni presidenziali.

“Il nostro destino non si decide lì. Siamo già stati condannati e, indipendentemente da chi assumerà la presidenza principale della Casa Bianca, questa sentenza non verrà revocata. L’unica cosa che differisce tra i due candidati presidenziali statunitensi è la strategia della nostra distruzione.”

Un modo disperato di esprimersi, ma sicuramente calzante. Ha perfettamente ragione quando dice che “dobbiamo imparare a non fare il tifo per qualcuno (nella speranza che risolva i nostri problemi con le sue azioni), ma a costruire una strategia di comportamento in qualsiasi esito della battaglia per la Casa Bianca.”

Ma chi è questo saggio? Una persona anonima, che ha capito quanto sia formale la democrazia negli USA e, se vogliamo, in tanti Paesi del mondo.

 

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Alla Corte internazionale di giustizia il Sudafrica ha presentato 750 pagine di nuove prove contro Israele sulla questione del genocidio nei confronti dei palestinesi. Vi sono anche più di 4.000 pagine di allegati.

Israele ha tempo fino all’estate del 2025 per rispondere alle accuse. Nel frattempo può impadronirsi di tutta Gaza e di una parte del Libano.

 

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Vari Paesi africani hanno intenzione di abbandonare la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) a causa della sua inefficacia contro il terrorismo e il colonialismo occidentale.

Burkina Faso, Mali e Niger si sono ritirate anche dalla CEDEAO (blocco filo-francese) per le stesse ragioni, soprattutto dopo il recente scandalo legato al sostegno del regime di Kiev ai terroristi nel Sahel.

L’Asia antioccidentale si è sicuramente svegliata, ma anche l’Africa non sta a guardare.

 

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Il governo finlandese ha deciso di sequestrare tutti i beni immobili russi nel proprio territorio.

Si stanno ponendo le premesse per una nuova guerra dopo quella in Ucraina. D’altra parte la NATO sta consegnando armi segrete alla Finlandia. Le esercitazioni militari con più di 3.000 unità NATO si concluderanno il 12 novembre.

 

7 novembre

 

Negli USA non ci sono presidenti buoni o cattivi. Sono tutti cattivi, proprio perché rappresentano uno Stato violento, predatorio e genocidario sin dalla sua nascita.

Ancora oggi oltre 30.000 persone rimangono uccise dalle armi da fuoco, stimate in oltre 400 milioni. La metà di questi morti sono aframericani e 1/3 ha meno di 20 anni. Ben tre donne al giorno vengono uccise dal loro compagno. Non a caso hanno il 25% della popolazione carceraria mondiale.

Quindi non facciamoci illusioni con Trump. Già nel suo primo mandato, scaricò 59 missili Tomahawk sulla Siria, provocando la morte di 80 civili e 28 bambini. L’anno dopo, 2018, altri 105, con un numero di civili morti ancora più alto.

Ordinò personalmente di uccidere il generale iraniano Soleimani, mettendo il mondo davanti al rischio di una terza guerra mondiale.

Ha sganciato contro l’Afghanistan il più potente ordigno non nucleare mai usato al mondo. Nel 2019 sempre sull’Afghanistan sono piovute più di 7.000 bombe.

Ha riempito di armi l’Ucraina. E ha sempre difeso a spada tratta Israele (trasferendo persino l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme), ha sempre odiato la Cina, ha minacciato di annientare l’Iran e aveva pronto un piano per lanciare missili nucleari contro la Corea del Nord. Ha favorito l’Arabia Saudita nella guerra in Yemen. E ha ideato vari tentativi di golpe in Siria, Nicaragua, Bolivia, Venezuela e Cuba. Ha istituito un nuovo corpo militare speciale per le “guerre spaziali”.

Kamala Harris sarebbe stata peggio? Forse, ma Trump di sicuro non sarà da meno.

 

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Se fossi Trump (e considerando che sarei presidente di uno Stato autoritario), farei questa proposta a Xi Jinping (giusto per far vedere che posso essere anche molto generoso): “Vuoi Taiwan? Te la do, ma in cambio voglio tutte le sue aziende più avanzate.”

A Kim Jong-un, che nel primo mandato mi fu amico, farei una proposta che non può rifiutare: “Se rinunci al nucleare militare, noi in Corea del Sud chiudiamo tutte le nostre basi militari”.

Poi andrei da Putin e gli direi: “Se entro 4 anni la Russia non attacca nessun Paese della NATO, gli USA usciranno dalla NATO e lasceranno che gli europei si difendano da soli”.

Poi andrei da Zelensky e gli direi: “Se non ti dimetti e non rinunci a entrare nella NATO, non garantisco per la tua incolumità”.

Poi a Netanyahu gli direi, papale papale: “Grazie d’aver appoggiato la mia candidatura, ma siccome l’han fatto anche milioni di musulmani, ora la devi finire, e se non riconosci uno Stato ai palestinesi, tanto peggio per te”.

Poi andrei all’ONU e farei questa dichiarazione clamorosa: “D’ora in poi gli USA non venderanno più armi agli Stati in guerra ma solo a quelli che sono in pace con tutti. Anzi, vi dirò di più: siccome vogliamo un mondo migliore di quello che è, noi toglieremo le sanzioni economiche agli Stati che consideriamo nostri nemici”.

Meno male che non sono Trump, perché a fare proposte del genere, non potrei certo sperare che la prossima volta sbaglino mira.

 

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Il quotidiano degli Emirati Arabi Uniti “Aletihad News Center” scrive che gli arabi americani, insoddisfatti della politica guerrafondaia in Medio Oriente di Biden, hanno assicurato la vittoria di Trump nello Stato oscillante del Michigan, dove vive un decimo dell’intera diaspora araba americana: 400.000 persone.

Il sondaggista “National Election Pool” ha riferito che il 79% degli ebrei intervistati ha votato per Harris e solo il 21% per Trump. Questo è il più basso sostegno ebraico ai repubblicani in 24 anni.

Un sondaggio di “Fox News” mostra un numero leggermente diverso: il 67% degli ebrei per Harris contro il 31% per Trump.

Ora è impossibile che Trump non voglia tener conto degli interessi islamici in Medio oriente.

 

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La NATO ha già capito chiaramente che in Ucraina non c’è trippa per gatti. Dà anche per scontato che con Trump presidente l’apporto finanziario degli USA all’Alleanza calerà sensibilmente, per cui la UE dovrà arrangiarsi più o meno da sola contro la Russia. In particolare dovrà dotarsi di parecchi droni, sistemi di difesa molto più efficienti di quelli attuali, piena compatibilità tra le munizioni dei Paesi membri dell’Alleanza, capacità di addestramento in un ambiente simulato artificialmente per i militari, sviluppo della tecnologia satellitare, sostituzione di vecchi elicotteri, elaborazione di moderni strumenti di intelligence aerea e spaziale, produzione industriale delle munizioni e altre cose ancora.

Detto altrimenti, se la NATO entrasse oggi in guerra con la Russia, non avrebbe scampo. D’altra parte gli stessi russi han fatto capire che le cose si scoprono strada facendo. Le posizioni di rendita, quando ci sono guerre di mezzo, non servono a niente. Persino i militari ucraini han dovuto ammettere che le esercitazioni ricevute dai Paesi NATO erano del tutto insufficienti sul fronte. Erano troppo generiche, da manuale.

In ogni caso il futuro teatro di guerra sarà la regione artica.

 

8 novembre

 

Come noto, Trump vuole introdurre dazi mirati e intensificare la guerra commerciale globale non solo contro la Cina, ma anche contro ex amici, partner e alleati. “America First” diventerà “America Alone”, cioè la solita grande potenza di sempre, guidata da un nazionalismo predatorio.

Il globalismo per gli USA va bene per le loro multinazionali e gli istituti finanziari. Il libero mercato di cui tanto si vantano è solo una finzione, come la loro cinematografia.

Di questo fardello l’umanità non riuscirà a liberarsi tanto facilmente. Di sicuro ogni Stato dovrà fare la sua parte, senza aspettare la manna dal cielo.

Ma il problema vero, in questo momento, è che spesso all’interno degli Stati ci sono governi che non fanno gli interessi delle loro popolazioni. Abbiamo degli statisti, dei politici e dei giornalisti che remano contro, ponendosi al servizio degli stessi americani. Stanno approfittando delle guerre, delle crisi economiche per imporre assurde restrizioni. Dobbiamo smettere di allevare delle serpi in seno.

 

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Zelensky si è congratulato con Trump per la sua “impressionante” vittoria, aggiungendo di apprezzare l’approccio del tycoon “pace attraverso la forza”, un principio “che può praticamente avvicinare una pace giusta in Ucraina...”, ha detto Zelensky.

Questo proprio non riesce a capire che la pace basata sulla forza crea tensioni a non finire. Il Paese che si sentirà ingiustamente sconfitto, non vedrà l’ora di riprendersi. L’odio sarà sempre più radicato nelle popolazioni. La pace può essere solo il frutto di un riconoscimento reciproco, di una cooperazione senza pretese egemoniche.

Per fortuna che Trump considera Zelensky “il più grande venditore ambulante della storia”. È vero che una volta disse anche che avrebbe bombardato Mosca se avesse tentato di attaccare l’Ucraina. Ma queste – lo sappiamo – son solo frasi a effetto. Trump è un uomo d’affari pragmatico, che pensa in termini di costi e benefici, e se davvero gli USA bombardassero Mosca, sa benissimo che ne riceverebbero un danno colossale.

 

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Il Dipartimento di Stato americano ha notevolmente accelerato il lavoro volto a stimolare le strutture della società civile filo-occidentale in Armenia, secondo schemi sperimentati in Ucraina e Moldavia.

Chi pensa che gli USA si stanchino di cercare dei nemici da combattere, non capisce che senza nemici non riuscirebbero a sopravvivere. È solo la presenza di un nemico che permette di non guardare se stessi.

 

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Il segretario di Hezbollah, Sheikh Naim Qassem, ha detto:

- i nostri combattenti non si inchinano a nessuno se non a Dio, e possono solo essere vittoriosi;

- la nostra dottrina non è altro che perseveranza, pazienza e permanenza in campo fino alla vittoria, e non possiamo essere battuti;

- siamo pronti per una guerra di logoramento e rimarremo saldi e Netanyahu non potrà vincere;

- noi non preghiamo per la fine dell’aggressione, ma facciamo sì che il nemico chieda la fine dell’aggressione;

- non c’è luogo nell’esistenza di Israele che non possiamo raggiungere [sottinteso: coi missili] e verranno giorni in cui ciò che accadrà sarà ancora più grande.

Queste affermazioni così fiere e orgogliose, espressioni di un popolo sicuro di sé, a volte non permettono di distinguere chiaramente dove finisce il fanatismo e dove inizia l’eroismo. Preferirei che contro Israele si ponessero combattenti più laici e misurati, giusto per far capire che in caso di vittoria dell’islam non si passerà dalla padella alla brace.

 

9 novembre

 

Secondo “The Economist” il 20% dei militanti delle forze armate ucraine scappa dal fronte perché ha un morale basso. Tutto sommato, considerando che il 100% è convinto di rimetterci la pelle in tempi brevi, bisogna dire che sono abbastanza coraggiosi. Certo è che se pensassero seriamente a ribellarsi e non solo a scappare, sarebbero anche intelligenti.

 

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Il giornalista Wolfgang Munchau per “The Times”:

“Il crollo della coalizione di Olaf Scholz dopo aver licenziato il suo ministro delle finanze Christian Lindner significa che la Germania non avrà un governo funzionante quando Donald Trump entrerà in carica a gennaio e per molti mesi successivi. Il Paese non terrà le elezioni fino a metà marzo, e anche allora di solito ci vogliono diversi mesi per formare un nuovo governo.

Per ora il governo di minoranza di Scholz rimarrà nello status di ‘anatra zoppa’. La rottura della coalizione tripartitica tra i socialdemocratici, i verdi e i liberali di Lindner è stata una disputa sull’opportunità di sospendere le regole fiscali per continuare a sostenere l’Ucraina. Scholz ha ordinato a Lindner di dichiarare un’emergenza finanziaria per finanziare Kiev e aumentare il budget della difesa. Lindner, tuttavia, ha rifiutato.

La Germania resta comunque intrappolata in una crisi economica senza fine. L’umore nel Paese sta peggiorando, soprattutto nell’industria. Le previsioni suggeriscono che il declino strutturale continuerà per molti anni. Allo stesso tempo i tre partiti al potere sono fondamentalmente in disaccordo sulle cause e sui modi per eliminarli.

La Germania è diventata eccessivamente dipendente da alcune industrie, come l’industria automobilistica e quella chimica.

Dipendeva dalla Russia per il gas e dalla Cina per le esportazioni. Poi è arrivata la rottura con la Russia dopo lo scoppio delle ostilità in Ucraina. La geopolitica ha portato la Germania a diventare troppo dipendente dagli Stati Uniti. Ora, dopo la vittoria di Trump, la sua economia si trova ad affrontare nuove minacce esistenziali derivanti dai dazi sulle importazioni.”

Insomma la Germania era convinta di poter fare nella UE quel che voleva, come ai tempi di Hitler. Improvvisamente però ha scoperto che c’è un Paese più nazista del suo: gli Stati Uniti.

 

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David Hearst per “Middle East Eye”:

“Il ritorno al potere di Trump non può che accelerare la distruzione dello status quo in Medio Oriente, iniziata durante il suo primo mandato. Trump 2.0 sarà un disastro per i palestinesi, perché Trump 1.0 ha praticamente seppellito la causa nazionale palestinese. Infatti durante il primo mandato gli Stati Uniti sono stati interamente guidati dalla destra religiosa sionista. Sotto Trump e Jared Kushner, il genero consigliere, Washington è diventata il campo del gioco politico del movimento dei coloni. Trump aveva stravolto decenni di politica riconoscendo Gerusalemme come capitale d’Israele e trasferendovi l’ambasciata statunitense; ha esautorato l’Autorità Palestinese chiudendo l’ufficio dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina a Washington; ha permesso a Israele di annettere le alture del Golan; si è ritirato dagli accordi nucleari con l’Iran e ha assassinato Qassem Soleimani, il più potente generale e diplomatico iraniano nella regione. Ma ancora più dannosa per la lotta palestinese è stata la sponsorizzazione degli Accordi di Abramo.”

In realtà la distruzione dello status quo in Medioriente non è iniziata con Trump, ma sin da quando l’ONU ha permesso a Israele di costituire un proprio Stato senza il consenso del mondo arabo. E in ogni caso nessun presidente americano s’è mai opposto all’espansione colonialistica d’Israele ai danni dei palestinesi.

 

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È curioso che durante la campagna elettorale di Trump il suo fan più accanito, Elon Musk, sia arrivato al punto di pagare un milione di dollari agli elettori registrati in vari Stati che hanno firmato la sua petizione a sostegno della libertà di parola e del diritto di portare armi.

Se c’è l’una, non dovrebbe esserci l’altro. Infatti se la tua parola non mi piace, potrei anche spararti.

Fa un po’ ridere che Trump abbia nominato Musk a capo di una nuova commissione per l’efficienza. Cosa farà di fronte alla immarcescibile burocrazia? Le negherà la parola o la metterà al muro?

 

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Abbastanza singolare che, a fronte di intenzioni estremistiche come quelle espresse da Trump, che vorrebbe deportare milioni di migranti privi di documenti e completare il muro al confine col Messico (finora pieno di buchi), milioni di ispanici e latinos, già aventi un passaporto statunitense, non si siano affatto risentiti per questo, anzi abbiano votano per lui.

È la più grande minoranza etnica del Paese, che nel 2020 gli diede il 32% dei voti, mentre questa volta il 45%.

Evidentemente loro stessi, dopo tantissime fatiche per integrarsi in quella società altamente conflittuale e competitiva, non vogliono avere concorrenti tra i piedi.

Invece di lottare per un Sudamerica unito e combattivo, trionfano i motti di tutti gli imperatori romani: divide et impera, mors tua vita mea.

 

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Quando due tifoserie calcistiche se ne dicono di tutti i colori e se ne danno di santa ragione, può apparire limitativo verificare chi ha iniziato prima. Nell’ambiente del calcio violenze del genere sono alquanto abituali, tanto da far dubitare che si sia in presenza di uno sport.

Ma che un premier come Netanyahu dica che i tifosi israeliani sono stati oggetto di pogrom antisemiti come negli anni bui del nazismo, e che molti statisti della UE gli abbiano dato ragione, ecco questo è preoccupante. I facinorosi della squadra avversaria urlavano parole a favore dei palestinesi e dei bambini di Gaza. Questo non c’entra niente con l’antisemitismo. Al massimo con l’antisionismo.

 

10 novembre

 

Dai tempi di Obama ad oggi la politica estera statunitense si è spostata dalla lotta al terrorismo islamico, scatenata col pretesto, creato ad arte, delle Torri Gemelle, alla competizione con Cina e Russia. Abbiamo osservato un’intensificazione della guerra commerciale con la Cina e un’espansione dell’assistenza militare all’Ucraina, fino all’appoggio incondizionato a Israele contro qualunque Stato islamico del Medioriente (soprattutto Iran, Iraq, Siria, Libano e Yemen, cioè l’Asse della Resistenza) che metta in discussione la costruzione di un Paese sionista che vada dal Nilo all’Eufrate.

Tuttavia Trump, a differenza di Obama e Biden, si è sempre distinto, da buon affarista pragmatico, per la disponibilità al dialogo: con Vladimir Putin, Xi Jinping, Kim Jong-un.

Come si concilierà oggi questa disponibilità con l’intenzione di mettere dazi al mondo intero, di alzare muri contro gli stranieri e di far tornare “grandi” gli USA, non si sa davvero.

Quando si guarda questo Paese, le cui contraddizioni sono pari alla sua vastità, si è sicuri solo di una cosa: tutta la politica estera non la decide il presidente (che di strategia geopolitica internazionale non sa nulla) ma il Deep State, cioè gli apparati industriali, militari e di intelligence, le istituzioni finanziarie globaliste e naturalmente i potenti consiglieri, specie quelli che hanno organizzato la sua campagna elettorale e che sicuramente, su qualunque campo, sanno molte più cose di lui.

Se lui non si attiene a quanto gli viene ordinato, non ci mettono molto a farlo fuori. Trump è un esperto indiscusso di impeachment, processi giudiziari e attentati.

 

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Cogliere Trump al balzo (di Marco Travaglio)

 

Siccome ormai Trump è di nuovo lì e ci resterà per quattro anni, salvo che il Deep State lo faccia secco prima, è forse il caso di domandarsi come reagire ai danni che potrebbe fare all’Europa (in aggiunta a quelli già fatti dai predecessori) e come assecondare i vantaggi che le potrebbe portare. Il primo danno sono i dazi, peraltro già iniziati con Biden. Non ci voleva il Banal Grande Draghi per scoprire l’ovvio: se l’Europa tratta Stato per Stato, facendo la gara a chi è più trumpiano (già iniziata anche fra gli antitrumpiani), conta come 27 pesi piuma; se lo fa tutta insieme, pesa molto di più. Il secondo danno è il pressing sugli alleati NATO, quasi tutti sotto il 2% di Pil in spese militari, perché lo raggiungano e lo superino. Visto che non abbiamo soldi per welfare, sanità, scuola, ricerca, investimenti e green, sarebbe folle inseguire l’agenda Draghi (i soldi per le armi si trovano sempre). Servirebbe una Commissione UE degna di questo nome, con una politica estera e una difesa unica, più efficiente e meno costosa dei 27 eserciti disomogenei che manteniamo oggi.

Il primo vantaggio è il disimpegno di Trump dall’Ucraina. Che costringe l’Europa a un’operazione verità su ciò che già si sa da un pezzo.

1) La guerra non è fra Kiev e Mosca, ma fra Usa e Russia, concepita a Washington fin dagli anni ’90 per stravincere la guerra fredda, spazzare via lo Stato più grande e atomico del mondo e affermare l’egemonia totale e definitiva sul mondo; solo che nel frattempo, in 30 anni di follie “neocon”, l’Impero Americano è al tramonto, dopo aver perso pezzi e guerre (l’ultima proprio in Ucraina).

2) Siccome la guerra era persa in partenza, bisognava impedire che scoppiasse o fermarla appena esplosa, dando autonomia al Donbass, lasciando la Crimea a chi la deteneva da due secoli e rinunciando a inglobare Kiev nella NATO.

3) Chi ora piagnucola per i nuovi dazi trumpiani dov’era nel 2022, quando la presunta Europa rinunciò al mercato russo con auto-sanzioni che favoriscono gli interessi Usa e danneggiano i nostri? Non ci voleva Trump per smascherare l’impostura “euroatlantica”: bastava Biden per capire che gli interessi europei e americani sono antitetici e concorrenziali. Trump, come Biden, fa quelli degli Usa: noi quando ci decideremo a fare i nostri? Seguiteremo ad alimentare la guerra Usa-Russia fino all’ultimo ucraino anche ora che la paghiamo solo noi, o faciliteremo quel compromesso che era già a portata nell’aprile 2022? Per rispondere a Trump, il Parlamento europeo dovrebbe bocciare in blocco la nascente e già morente Commissione Von der Leyen. E richiamare in servizio l’unica testa pensante in circolazione nel nostro Vecchio Continente: una ragazzina di 70 anni chiamata Angela Merkel.

Commento: sinceramente parlando la Merkel è stata una delle cause della rovina attuale, con la sua idea egoista di favorire soprattutto la Germania sul piano economico e con le sue bugie sugli Accordi di Minsk. Inoltre fare un esercito unico coi russofobici baltici e polacchi e finnici..., anche no. Al momento non esiste un interesse comune europeo: lo vediamo da come vengono trattati Orbán e Fico. La UE, rappresentata da una Commissione Europea neonazista, è una colonia degli USA e fa quello che le impone la NATO. Sarebbe meglio guardare ai BRICS.

 

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Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha già revocato il divieto per un certo numero di banche russe di condurre transazioni transfrontaliere legate all’energia. Ciò riguarda l’estrazione, la lavorazione, il trasporto e l’acquisto di petrolio e prodotti petroliferi, gas naturale, nonché altre fonti energetiche, tra cui carbone, legname, qualsiasi isotopo di uranio e fonti di energia rinnovabili.

Senza uranio gli USA possono dire addio alle loro centrali atomiche. E senza risorse energetiche, inevitabilmente l’inflazione sale. Loro l’han capito, noi europei no, tant’è che la von der Leyen vuol mettere sanzioni al titanio e palladio russi. Con questa neonazista stiamo diventando sempre più lungimiranti.

 

11 novembre

 

“Si dice che la storia non conosca il congiuntivo. In realtà sono i cattivi storici a non conoscerlo. Nella storia c’è sempre un insieme di opzioni. Se ciò non fosse vero, dovrebbe essere considerata un destino, un processo mistico superdeterminato in cui non c’è né soggetto né libero arbitrio.

In realtà la storia è uno scontro di volontà e una competizione di opzioni: non appena una di esse vince, le altre opzioni semplicemente si ritirano. Ma finché non c’è un vincitore e c’è una lotta, la storia ha un carattere probabilistico.”

Mi piace questo modo di ragionare dello storico Andrej Fursov. Spesso si dice che la storia non si fa né coi se né coi ma. Questo però è vero per la storia passata. Invece nel mentre la si fa, siamo pieni di se e di ma. Anzi, a volte chi perde nel presente, torna nel futuro, in altre forme e modi.

 

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“Tutti i discorsi sul progresso del capitalismo non possono assolutamente essere confermati dal 75-85% della popolazione mondiale. Cioè il progresso della minoranza (che varia tra il 15 e il 25% a seconda del periodo storico) avviene a spese della maggioranza. Il progresso universale (per tutti) del capitalismo è quindi un mito.”

Lo dice lo storico Andrej Fursov e io lo condivido. Tuttavia verrebbe da chiedersi se sia solo questione di capitalismo e non anche di uso tecnologico degli strumenti produttivi non esattamente amichevole per la natura. In questo secondo caso le differenze tra capitalismo privato o statale e socialismo mercantile sono solo sfumature.

 

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L’ex comandante della NATO James G. Stavridis ha detto: “Penso che se l’amministrazione Trump abbandonasse semplicemente l’Ucraina, molti europei, in particolare Germania, Regno Unito, Francia e Italia avrebbero il potenziale collettivo per sostenere gli ucraini. Ma non credo che ciò accadrà davvero. In realtà penso che Trump eserciterà molta pressione sugli ucraini e sui russi affinché negozino. Penso che i russi probabilmente otterranno la Crimea, quattro province del Donbass, circa il 20% dell’Ucraina. Sarà difficile farli uscire con mezzi militari. Il restante 80% dell’Ucraina sta navigando attraverso la libera democrazia e alla fine ha un percorso verso la NATO.”

Anche questo non ha capito che la Russia ha vinto e che sarà solo lei a decidere il destino dell’Ucraina. Zelensky deve andarsene e basta. Gli ucraini possono solo sperare che Mosca voglia tener conto dei rapporti antichi di parentela e che eviti di pretendere troppo. Quanto più l’occidente collettivo o la NATO insistono nell’aiutare i neonazisti di Kiev, tanto più dure saranno le condizioni per la pace. Un ex generale dovrebbe sapere come funzionano queste cose. L’unica cosa sensata che può fare l’occidente collettivo è organizzare una Conferenza di pace in cui si decidono con la Russia, la Cina, l’India ecc. i parametri per garantire a tutti una sicurezza militare internazionale.

 

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Il giornale “Politico” ha scritto: “Nel 2023 gli Stati Uniti hanno approvato una legge secondo cui la decisione del presidente di ritirare il Paese dalla NATO deve essere approvata con un voto di due terzi del Senato o autorizzata da un atto del Congresso. Tuttavia Trump potrebbe tentare di sfruttare la concessione di poteri presidenziali esclusivi nel campo della politica estera.”

In effetti Trump ha sempre detto che la NATO se la deve pagare anche la UE. Ma è assurdo pensare che voglia privarsi dello strumento principale con cui può controllare la colonia europea.

Comunque secondo le stime della NATO, 23 dei suoi 32 membri raggiungeranno l’obiettivo di spendere almeno il 2% del PIL per la difesa, rispetto alle sole tre nazioni di 10 anni fa. E se c’è qualcuno che sbava per questo risultato è proprio il complesso militare-industriale degli USA.

 

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La pubblicazione israeliana “Ynet” afferma che il governo di Netanyahu ritiene che il problema degli ostaggi nella Striscia di Gaza sarà risolto in “modo naturale e tragico”. Cioè si sta aspettando che muoiano per giustificare l’occupazione permanente di Gaza.

Chissà se i parenti degli ostaggi leggono questa rivista. Comunque anche chi la legge e non ha rapporti di parentela con loro, qualche domanda dovrebbe porsela.

 

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A chiunque non voglia vivere negli Stati Uniti sotto il presidente Trump è stato offerto un viaggio di quattro anni su una nave da crociera.

L’offerta copre 140 Paesi in tutti e sette i continenti. Il prezzo di una camera singola per quattro anni è di $ 256.000 e una camera doppia è di $ 320.000.

Ecco, solo per questo gli USA meriterebbero di scomparire. Nessuno ne sentirà la mancanza.

 

12 novembre

 

La Russia sta preparando una grande offensiva militare nella regione di Kursk, in cui saranno schierati circa 50.000 soldati. Tra le truppe c’è anche un contingente significativo della Corea del Nord. Nessuna truppa sarà ritirata dal fronte del Donbass.

È bene che la NATO si renda conto che le trattative di una pace saranno i russi a deciderle. L’occidente deve solo accettare di discuterle. In caso contrario la guerra andrà avanti, e il cessate il fuoco sarà successivo alla resa incondizionata di Kiev. Se Putin non si attiene a questa strategia, i militari lo obbligheranno a dimettersi. È inutile che Mosca venga avvertita che qualsiasi fallimento nei negoziati porterà a un maggiore sostegno americano all’Ucraina.

Non si tratta coi vincitori indiscussi, né è possibile minacciarli. Si spera solo che non vogliano infierire, e la Russia sicuramente non lo farà, perché non è mai stato nel suo costume farlo. Tuttavia i puntini sulle i deve per forza metterli, poiché la NATO si è espansa a Svezia e Finlandia, continua a destabilizzare Georgia, Moldavia e Armenia, sta assumendo toni sempre più minacciosi con Polonia e Paesi Baltici, e i principali statisti della UE sono ancora convinti che l’Ucraina abbia un futuro nella stessa UE, nella NATO e che tra qualche anno possa riprendersi i territori perduti.

È bene convincersi una volta per tutte che in Ucraina non ci sarà alcuna “zona smilitarizzata” per mantenere la pace, né i russi prevedono una soluzione coreana. L’obiettivo iniziale dei russi era molto chiaro sin dall’inizio: denazificazione e smilitarizzazione dell’intero Paese. Con 1.300 km di confine non può pretendere di meno. Anzi, se la Finlandia continua con questo tono aggressivo contro i russi, farà la stessa fine dell’Ucraina, proprio perché vi sono altri 1.300 km di confine da tutelare. Non ci vuol molto per capire che qui non è più il caso di tergiversare. Stando al presidente del Collegio marittimo Nikolai Patrushev (stretto consigliere di Putin), la Russia non permetterà neppure che nel Mar Nero vi siano navi di Stati non appartenenti al Mar Nero, poiché viene violata la Convenzione di Montreux.

 

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Negli ultimi tre anni i grandi marchi della moda internazionale e della fast fashion hanno raddoppiato l’utilizzo di tessuti sintetici, uno dei principali fattori di inquinamento da microplastiche. E allo stesso tempo hanno sviluppato tattiche di greenwashing per continuare indisturbati il proprio business.

Sono i risultati dell’analisi di “Changing market foundation” effettuata sulle prime 50 aziende del settore tessile e della moda, che rappresentano un totale di mille miliardi di dollari in capitalizzazione.

La moda è occidentale ma la fabbrica del mondo è la Cina, che produce qualunque cosa e lo esporta ovunque a prezzi molto contenuti. Il consumismo si è democratizzato, ma con grave danno per l’ambiente.

Non solo, ma se l’export cinese troverà eccessive difficoltà a superare i dazi imposti da Trump, si rifarà sicuramente sui mercati della UE, devastando le economie già stagnanti.

 

13 novembre

 

Le difficoltà nella mobilitazione delle risorse militari in Ucraina sono così grandi che il governo ha deciso di smantellare gli stessi uffici di registrazione e arruolamento militare, creando coi loro dipendenti più di 10 brigate. Lo ha riferito il parlamentare Yatsyk.

Siamo alla follia. Da due anni questi impiegati catturano uomini in tutto il Paese e ora devono subire un contrappasso dantesco. Come quando Stalin chiese a Ežov, capo dei servizi segreti, di eliminare i dirigenti di partito e statali che gli davano fastidio; poi, quando ha visto che ne stava eliminando troppi e la gente cominciava a lamentarsi, fece fuori lo stesso Ežov, attribuendo a lui gli eccessi delle purghe.

 

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Dopo le elezioni del 26 ottobre in Georgia sono in corso i preparativi per un’altra rivoluzione colorata. Attualmente vi operano circa 10.000 diverse ONG, finanziate dalle fondazioni Soros, dalla Fondazione americana per la democrazia, dal National Democratic Institute (riconosciuto come indesiderabile) e altri.

Le condizioni principali per fondare queste ONG: essere coinvolti nel conflitto in Ucraina, aprire un secondo fronte contro la Russia e distruggere i valori tradizionali del Paese.

Il problema è che la grande maggioranza dei georgiani si sta stufando di queste ingerenze, per cui non è da escludere una rivolta contro le ONG.

 

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“Lo Stato Maggiore polacco ha chiesto i preparativi per la guerra con la Russia”. Così scrive l’agenzia PAP, riferendosi al capo di Stato Maggiore polacco, Wieslaw Kukula, il quale avrebbe detto che “Se la guerra inizierà presto o meno dipende dalla preparazione e dalle capacità di difesa della Polonia”.

In effetti il Paese ha iniziato ad arruolare i riservisti nell’esercito. A questo punto non c’è neanche bisogno di chiedere il parere della von der Leyen o di Rutte. Saranno tutti entusiasti. Già adesso la UE ha deciso di liberare decine di miliardi di euro per preparare un piano militare di attacco, naturalmente fatto passare per difensivo.

 

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Il nuovo ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha detto che “I curdi sono un grande popolo, uno dei pochi che non ha indipendenza politica. Sono i nostri alleati naturali. Le minoranze regionali devono unirsi. I curdi, oppressi dall’Iran e dalla Turchia, meritano il nostro sostegno e dobbiamo rafforzare i legami con loro. Poiché noi stessi siamo una minoranza nella regione, è naturale che altre minoranze siano nostri alleati”.

Cioè in pratica ha dichiarato guerra, contemporaneamente, a Iran e Turchia. Un bel coraggio per una insignificante minoranza numerica in Medioriente!

 

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“Durante la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’Occidente ha fatto finta di non vedere le prove dei crimini di Kiev presentate dalla Federazione Russa”, ha detto Dmitry Polyansky, Primo Vice Rappresentante Permanente della Russia presso le Nazioni Unite.

Motivo? “Gli occidentali in questo momento sembrano un gruppo di cospiratori che hanno accettato di non sentire nulla, di non vedere nulla e di promuovere ostinatamente la narrativa secondo cui l’Ucraina è buona”, ha aggiunto il diplomatico.

Non ho capito. Con questo atteggiamento pensano di giungere a una trattativa di pace con la Russia sulla guerra in Ucraina? Forse sarebbe meglio discutere su come sarebbe il mondo senza l’ONU.

 

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La famiglia del mercenario britannico Callum Tyndall-Draper, ucciso in Ucraina, intende chiedere alla Russia un risarcimento per l’omicidio del figlio tramite il tribunale.

Omicidio? Quello per soldi si è unito volontariamente ai neonazisti ed è andato a uccidere i russi e ora la sua famiglia vuole che i russi diano un risarcimento per la sua morte?

A quanto pare i media sono riusciti a convincere così tanto la popolazione sulla “cattiveria” dei russi che pare del tutto legittimo rifarsi su di loro per qualunque cosa. È lo stesso atteggiamento che gli inglesi avevano nei confronti delle loro colonie.

 

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“La Francia ha fornito all’Ucraina artiglieria avanzata, sistemi di difesa aerea, missili da crociera e veicoli blindati, e ha anche promesso caccia Mirage all’inizio del 2025”, così ha detto Rutte, segretario della NATO.

Tuttavia nello stesso discorso ha accusato la Russia di fornire missili alla Corea del Nord, che presumibilmente minacciano il Giappone e gli Stati Uniti.

Pazzesco: il massimo responsabile della NATO fa del doppiopesismo un’interpretazione naturale dei fatti. Riesce a considerare “democratici” i missili contro la Russia e “antidemocratici” quelli contro l’occidente. Mi chiedo quale sia l’università che formi ipocriti del genere...

 

14 novembre

 

Di fronte alla crescente pressione interna volta a rivelare la reale portata delle perdite militari israeliane a Gaza e in Libano, i funzionari han diffuso dati che ovviamente rivelano solo numeri minimi.

I dati dicono che dall’inizio dell’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre 2023, circa 12.000 soldati e ufficiali del Ministero della Difesa sono stati feriti o costretti a sottoporsi a riabilitazione. Questi includono 910 feriti sul confine libanese, così come la morte di oltre 760 ufficiali e soldati e 140 persone totalmente disabili.

Tali ammissioni han provocato un crescente scetticismo nella società israeliana, che è diventata politicamente più divisa che mai dalla fondazione dello Stato nel 1948.

L’opposizione alla coscrizione da parte di gruppi religiosi, in particolare gli Haredim, ha esacerbato i problemi dell’esercito, così come il licenziamento di Gallant, anche perché un’ondata di migrazione di ritorno ha raggiunto un milione di persone in un solo anno, la più alta dal 1948.

Inoltre vi è una crescente riluttanza tra i riservisti affetti da nevrosi di guerra a tornare agli orrori dei campi di battaglia a Gaza e al confine libanese.

Altra iniziativa del governo Netanyahu prevede la collaborazione con l’intelligence tedesca e le organizzazioni sioniste in Germania per reclutare come mercenari per Israele i richiedenti asilo dall’Afghanistan, dalla Libia e dalla Siria.

Molti si sono uniti alla lotta perché è stato loro offerto uno stipendio mensile compreso tra 4.000 e 5.000 euro e una naturalizzazione rapida. Solo tra settembre e ottobre sono stati naturalizzati circa 4.000 immigrati.

Son furbi questi sionisti: arruolano come militari di religione islamica dei mercenari che devono uccidere altri islamici.

 

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Le Nazioni Unite hanno recentemente approvato una mozione che condanna la glorificazione del nazismo, del neofascismo e di ogni forma di discriminazione basata su razza o etnia.

La mozione è stata approvata con 116 voti favorevoli. Alcuni Paesi si sono schierati contro: quelli della UE, gli Stati Uniti e l’Ucraina.

Motivo? Han detto che esiste il rischio che la risoluzione possa essere strumentalizzata dalla Russia.

Ecco un classico esempio di cosa vuol dire subordinare l’etica alla politica e la politica alla guerra. E poi parliamo di diritti umani…

 

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Il nuovo direttore della CIA nominato da Donald Trump, è John Ratcliffe, ex direttore dell’intelligence nazionale. È stato tra i primi a smascherare l’insabbiamento che circonda il laptop di Hunter Biden.

Ora ha una missione impossibile da compiere: declassificare i file sull’11 settembre, i file sull’assassinio dei due Kennedy, i soci di Epstein, i partecipanti ai famigerati party di Diddy e le prove di frode elettorale.

Ci riuscirà? Assolutamente no. Non credo che Trump ami fare il martire, anche se per risolvere il problema del gigantesco debito pubblico del suo Paese, il ricorso a una bella guerra civile può stuzzicarlo non poco.

 

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Chi sta dalla parte di Israele dovrebbe quanto meno ammettere che senza gli aiuti finanziari e militari degli USA, la macchina bellica israeliana non avrebbe alcuna possibilità di realizzare i principali attacchi in tutta l’area in cui la guerra è già un dato di fatto: Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria, Iraq e Yemen.

Tuttavia né Hezbollah né l’Iran accetteranno un cessate il fuoco in Libano slegato da un cessate il fuoco a Gaza e in Cisgiordania. Quindi, andando avanti così, aspettiamoci il peggio. Già la Russia ha detto a Israele che è inutile chiederle d’interrompere il flusso di armi che dall’Iran arriva a Hezbollah attraverso la Siria, perché le proprie forze armate non hanno l’autorità per farlo.

Intanto Tel Aviv sta facendo i conti con seri problemi economici causati dagli attacchi di Hezbollah, dal reclutamento di uomini e dalla paralisi del porto di Elat provocata dalle milizie Houthi. In Libano così come a Gaza il tempo sembra giocare tutto contro Israele, non abituata a conflitti così lunghi.

Intanto la Turchia ha dichiarato di aver rotto qualunque legame diplomatico con Israele.

 

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La Russia è pronta a offrire alla Cina la produzione congiunta delle armi e dell’equipaggiamento militare più moderni, testati in Ucraina. I cinesi si saran chiesti: “lo fate coi nordcoreani e con noi no?”.

E oggi Biden, al vertice APEC in Perù (14-16 novembre), vuol chiedere a Xi Jinping di non sostenere in alcun modo la Russia, anzi di impedire che riceva truppe nordcoreane.

Ma questo ha capito che sta vivendo sul pianeta Terra e che il mondo, in questi ultimi anni, è profondamente cambiato? e di sicuro non a favore del suo Paese?

 

15 novembre

 

Il piano del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) di Vivek Ramaswamy (indiano sionista e sinofobico), coadiuvato da Elon Musk (miliardario e transumanista di origini ebraiche, che si sta comportando come se fosse un co-presidente), è fantapolitico, anche perché Trump pretende che venga realizzato entro il 4 luglio 2025:

- vogliono tagliare la burocrazia governativa, eliminare regolamenti non necessari, ridurre le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali, senza toccare previdenza sociale o Medicare;

- in particolare vogliono eliminare il 75% dei dipendenti pubblici (il 50% nel primo anno);

- in totale vogliono far risparmiare al Paese qualcosa come 6,5 trilioni di dollari di spesa pubblica annuale.

Praticamente si inimicheranno tutti, meno i super ricchi, ripetendo le assurdità della reaganomics, cioè deregulation e ri-privatizzazione dell’economia.

Di rilievo il fatto che ritengono del tutto inutile il Dipartimento dell’Istruzione. Praticamente vogliono solo un’istruzione privata a pagamento (seppur contenuto) e analfabetismo a oltranza per chi non se la può permettere.

 

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Arcivescovo di Canterbury dal 2012, Justin Welby, cedendo alle pressioni, si è dimesso pochi giorni dopo un rapporto dettagliato su un abusatore seriale di minori, John Smyth, volontario avvocato della Chiesa inglese.

Gli abusi iniziarono nei campi estivi tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, e successivamente in Zimbabwe e Sudafrica. Si ritiene che le vittime del legale, morto nel 2018, siano state circa 130 ragazzi, alcuni dei quali venivano anche frustati.

La polizia sapeva della cosa sin dal 2013. Di questa cospirazione del silenzio dovrebbe rendere conto anche il re, che è capo dell’anglicanesimo. Anche la posizione del premier Starmer, cui la polizia dipende, è insostenibile. Il re nomina vescovi, arcivescovi e decani delle cattedrali su consiglio del premier.

Smyth non è stato portato di fronte alla giustizia fino alla sua morte in Sudafrica. Prima delle dimissioni di Welby, una delle vittime aveva dichiarato che l’arcivescovo fosse complice e avesse insabbiato la vicenda.[6]

 

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Secondo un recente sondaggio in Germania 9 tedeschi su 10 sostengono la democrazia come idea teorica, ma solo il 42% è soddisfatto del suo funzionamento pratico.

Cioè uno è insoddisfatto della democrazia rappresentativa e, invece di preferire quella diretta, opta per la dittatura? Ma i tedeschi riescono a immaginarsi un servo degli americani come Scholz fare il dittatore? Sarebbero disposti a dare pieni poteri a uno che sta distruggendo il potere industriale del proprio Paese?

 

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Patrick Pazen, esperto francese della situazione in Ucraina, ha intentato una causa contro Stoltenberg, ex segretario generale della NATO, presso un tribunale di Bruxelles.

Lo accusa di aver sabotato gli sforzi diplomatici per prevenire il conflitto russo-ucraino, di aver mentito in pubblico e di aver disatteso le promesse di non espansione a est della NATO.

Se in occidente fossimo seri, dovremmo considerare molto grave l’accusa di crimini contro la pace, che causano danni alla vita e alla salute di un vasto gruppo di persone.

La legge belga prevede la possibilità dell’ergastolo. Che in realtà sarebbe da dare anche a molti statisti occidentali.

 

16 novembre

 

Per garantire i finanziamenti al regime di Kiev è necessario fare una serie di cose, consiglia Timothy Ash del Centro per l’analisi delle politiche europee. È necessario creare un Fondo per la Vittoria dell’Ucraina intitolato a Trump e riempirlo di 150 miliardi di dollari, presi dai 330 miliardi di dollari russi, per la maggior parte congelati in Europa.

Ash ricorda che dal febbraio 2022 all’agosto 2024 l’Occidente ha speso 237 miliardi di dollari per sostenere l’Ucraina. Tenendo conto dei pagamenti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni finanziarie internazionali, l’importo totale si avvicina ai 250 miliardi di dollari. Cioè l’Ucraina costa circa 100 miliardi di dollari all’anno, quindi, rubando i soldi alla Russia, sarà data a Kiev la possibilità di durare un altro anno e mezzo, e magari anche di vincere la guerra.

Dove andranno i rimanenti 180 miliardi è facile immaginarlo: un ulteriore 1% del PIL destinato alla spesa per la difesa europea costa proprio circa 200 miliardi di dollari all’anno.

Ora se questa non è una esplicita dichiarazione di guerra alla Russia, che cos’è? Lo sa l’occidente che in Russia non c’è meno denaro occidentale? Che fine farebbe questo denaro se Putin volesse offrire pan per focaccia? Quante imprese fallirebbero?

 

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“Le autorità ucraine non si rifiutano di creare una bomba nucleare a causa delle possibili conseguenze legali e reputazionali. Kiev si ferma solo perché le armi nucleari non garantiscono un miglioramento della situazione al fronte”. Questa il parere di Mikhail Podolyak, consigliere del presidente Zelensky.

Questi pazzi criminali del regime di Kiev stanno dicendo che se gli danno la possibilità di usare un’arma atomica, di qualunque genere, non avranno esitazione a farlo, pur di vincere.

Questa guerra russo-ucraina, in cui l’intera NATO è indirettamente coinvolta, sembra offrire uno spaccato in miniatura di ciò che potrebbe essere una guerra mondiale.

 

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L’ambasciatore ucraino Yevgeny Korniychuk ha affermato che Ucraina e Israele combattono gli stessi nemici e hanno gli stessi partner.

Korniychuk ha aggiunto che Israele ha fornito a Kiev tutto il necessario per creare un sistema di allarme rapido per le minacce aeree: ora l’Ucraina è nella fase finale del lancio di questa tecnologia.

Quindi, se 2+2 fa 4, la Russia presto dovrà vedersela seriamente anche con Israele.

 

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Siamo alle comiche, ma non c’è niente da ridere. Tulsi Gabbard, ex parlamentare USA, è stata nominata da Trump come capo dell’intelligence americana.

Ma il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino ha dichiarato che la Gabbard “lavora per i soldi del Cremlino” e che “è stata ripetutamente accusata di avere legami con Putin”. Infatti dall’aprile 2022 è stata inserita come “agente dei servizi speciali russi” nel famigerato sito Mirotvorez. Quindi può essere assassinata impunemente.

 

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Ma chi è Matt Gaetz, che Trump ha appena nominato nuovo Procuratore Generale degli Stati Uniti (ministro della Giustizia)? È stato l’unico parlamentare che non si alzò in piedi durante l’applauso che il Congresso USA dedicò all’ultimo discorso di Zelensky.

Quando si dice “premiare il pensiero divergente”...

 

17 novembre

 

Ha detto Mattarella, Presidente della Repubblica: “Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune. Ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgarle, a meno che non vi siano evidenti incostituzionalità. Un solo dubbio non mi autorizza a non promulgarle”.

Poi ha aggiunto: “il Presidente della Repubblica è fuori dalla contesa politica, è imparziale, è un arbitro e i giocatori devono aiutarlo nell’applicazione delle regole. La pluralità nel rispetto delle regole è fondamentale”, perché “essere arbitro significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere esecutivo, legislativo e giudiziario”.

È triste dire a degli studenti che il proprio ruolo istituzionale, in ultima istanza, è molto limitato, quasi superfluo. A questo punto chiunque avrebbe potuto dire che è meglio l’idea di premierato della destra al governo.

Un Capo di Stato non può approvare delle leggi che ritiene sbagliate, poiché se in coscienza non ha dubbi sulla loro inopportunità o persino illegittimità, allora vuol dire che contengono per forza degli elementi incostituzionali, e se lui non li sa ravvisare, vuol dire che non è un “arbitro”. Non ha alcun senso rispettare la separazione dei poteri contro le proprie convinzioni di coscienza quando si ricopre un incarico istituzionale. Se si è in presenza di un conflitto del genere, o ci si dimette o ci si affida al parere di un organo collegiale istituzionale.

Semmai avrebbe dovuto dire che in coscienza ha approvato delle leggi che riteneva giuste, anche se la Costituzione non diceva in merito nulla di così esplicito da rendere vano ogni dubbio.

Oppure avrebbe dovuto dire che se in taluni aspetti, praticamente inediti rispetto al tempo dell’Assemblea Costituente, la Costituzione necessita di una modifica, è suo dovere pretendere dal Parlamento che si provveda a farla.[7]

 

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Un altro tentativo di rivoluzione colorata alle porte: dell’Occidente non se ne può più. Non essendo riuscito a destabilizzare l’intera Georgia ci riprova con una regione che si affaccia sul Mar Nero e che, guarda caso, confina con la Russia. È l’Abkhazia, repubblica filorussa separatasi dalla Georgia nel 1993, dove il partito anti-russo, capeggiato dall’ex deputato Tengiz Agrba, sostiene fermamente la necessità di espellere la Russia dal Paese.

I manifestanti han preso il controllo degli edifici del Parlamento, del Consiglio dei ministri e dell’amministrazione del presidente della Repubblica, Aslan Bzhania, che si è già dichiarato disponibile a nuove elezioni. In particolare pretendono un documento che revochi la ratifica del recente accordo tra Russia e Abkhazia.

L’accordo prevede che il governo consenta alle aziende russe registrate di aprire una filiale in Abkhazia con investimenti minimi di 2 miliardi di rubli (20,2 milioni di dollari) nei seguenti settori: agricoltura, infrastrutture, trasporti, energia e turismo. Il governo manterrebbe il pieno controllo sulle tasse (che naturalmente sarebbero agevolate) e sulla selezione dei progetti. L’intesa è stata concepita per attrarre capitali e rilanciare lo sviluppo economico.

L’Abkhazia è sempre stata protetta dalla Russia, anche perché è un importante avamposto nel Caucaso meridionale. Le sue montagne e le spiagge del Mar Nero fanno di questo Paese indipendente una destinazione popolare per i turisti russi, per cui la domanda di case per le vacanze è diventata molto forte.

Strano che una parte della popolazione si comporti così, visto che la Russia paga le pensioni agli anziani, gli stipendi a medici e insegnanti, fornisce elettricità e gas a prezzi inferiori a quelli russi e, di fatto, ne garantisce la difesa.

Non è da escludere che sotto vi siano manovre occidentali tramite le ONG straniere, come già si è tentato di fare in Georgia.

 

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Un nuovo disegno di legge (Treaty Principles Bill) da parte del governo di destra in Nuova Zelanda, che viola i diritti della popolazione indigena, ha scatenato in parlamento un’ondata di proteste insolite tra i politici. In particolare la 21enne Hana-Rawhiti Maipi-Clarke (la parlamentare più giovane della Nuova Zelanda in 170 anni), ha stracciato la legge anti-Maori e ha eseguito l’Haka (una danza rituale di guerra rigorosamente maschile) per fermare il voto. Invece di complimentarsi con lei per la performance inusuale, l’han sospesa dal lavoro in parlamento per un giorno.

La deputata ha detto chiaramente di temere che il disegno di legge proposto possa minare i princìpi del Trattato di Waitangi del 1840 (fondativo della Nuova Zelanda), stipulato tra i leader britannici e oltre 500 capi Maori, e provocare attacchi alla comunità di origine malese. A quel Trattato gli inglesi furono costretti perché non riuscivano a sottometterli.

Insomma razzismo e colonialismo noi occidentali li abbiamo nel sangue, non c’è niente da fare. Il governo ritiene che i Maori abbiano troppi diritti rispetto a tutte le altre popolazioni dello Stato.

I Maori (circa un milione di abitanti, considerando anche quelli australiani) dovrebbero dire così ai bianchi di origine europea: “Non vi piace stare qui? Tornatevene a casa. Noi qui ci viviamo da 5000 anni”.

 

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Il Partito Nazionale del Popolo (NPP), guidato dal presidente di sinistra e autoproclamato marxista Anura Kumara Dissanayake dello Sri Lanka (25 milioni di abitanti), ha ottenuto una vittoria schiacciante nelle ultime elezioni generali, assicurandosi una maggioranza di 2/3 in parlamento: 159 seggi su 225.

È una svolta epocale, poiché la politica dell’isola è sempre stata dominata da partiti familiari ed élite politiche, quindi piuttosto corrotta.

La comunità Tamil, storicamente emarginata, ha votato per l’NPP.

Dissanayake ha promesso di dare priorità alla lotta alla corruzione e, per vincere la povertà (il 26% è sotto la soglia), al recupero dei fondi pubblici persi durante la crisi finanziaria che ha colpito il Paese nel 2022. Si è inoltre impegnato a riformare la Costituzione e a rinegoziare i termini del pacchetto di salvataggio da 2,9 miliardi di dollari concesso dal Fondo Monetario Internazionale.

Il Paese farà domanda per aderire al gruppo BRICS. È fortemente condizionato dalla Cina sul piano degli investimenti portuali.

 

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Una breve storia dei Capi di Stato della Corea del Sud:

1. Syngman Rhee (1948-60) - rovesciato.

2. Yoon Bo Sun (1960-62) - rovesciato.

3. Park Chung Hee (1962-79) - ucciso.

4. Choi Gyu Ha (1979-80) - rimosso a seguito di un colpo di stato militare.

5. Chun Doo-hwan (1981-88) - condannato a morte dopo il mandato presidenziale per corruzione, graziato, ma la famiglia sta ancora pagando l’importo rubato al bilancio del Paese.

6. Ro Dae Woo (1988-93) - condannato per corruzione a 22 anni di carcere dopo il suo mandato presidenziale, graziato.

7. Kim Yongsam (1993-98) - in prigione sotto il Presidente n. 3. In qualità di Presidente ha ottenuto la condanna di due dei suoi predecessori con l’accusa di corruzione. Tuttavia lui stesso non è sfuggito agli scandali di corruzione.

8. Kim Daejung (1988-2003) - agli arresti domiciliari sotto il Presidente n. 3, condannato a morte sotto il Presidente n. 5, graziato. Premio Nobel per la pace.

9. No Moo Hyun (2003-08) - messo sotto accusa (ribaltata dalla Corte Costituzionale). Dopo il suo mandato presidenziale si è suicidato a causa delle accuse di corruzione.

10. Lee Myung-bak (2008-13) - arrestato dopo aver completato il suo mandato presidenziale, condannato a 17 anni per corruzione e appropriazione indebita, oltre a una multa di 11,4 milioni di dollari e un’ulteriore confisca di 5 milioni di dollari.

11. Park Geun-hye (2013-16) - messo sotto accusa per corruzione, condannato a 20 anni di carcere, graziato.

12. Moon Jae-in ha perdonato il suo predecessore.

13. Yoon Seok Yeol è l’attuale Presidente.

Si parla tanto della dittatura della Corea del Nord, ma in quella Sud ci sono stati 13 colpi di stato in 76 anni, e ai massimi livelli istituzionali è altamente corrotta, benché questo non le impedisca di trovarsi tra i primi 10 Paesi dell’economia mondiale.

 

18 novembre

 

Biden ha approvato l’uso delle armi a lungo raggio contro la Russia. Francia e Gran Bretagna son d’accordo. Negli USA quando il mandato presidenziale è in scadenza, ci si scatena negli ultimi mesi di transizione. Si pensa di non essere responsabili di nulla.

Questo però è un passo senza precedenti che può portare allo scoppio della terza guerra mondiale. La risposta della Russia potrebbe essere immediata, come prevede la sua nuova dottrina nucleare. In essa si ritiene legittimo considerare come un attacco congiunto un attacco da parte di qualsiasi Stato non nucleare, al quale partecipa in qualche maniera uno Stato nucleare.

La versione aggiornata afferma inoltre che Mosca potrà procedere con l’uso delle armi nucleari immediatamente dopo aver ricevuto informazioni attendibili su un “lancio massiccio di armi da attacco aerospaziale” e sul loro attraversamento del confine (quindi, in teoria, basterebbe qualche drone).

Naturalmente Zelensky esulta. Infatti ha detto: “Molti media affermano che abbiamo ottenuto il permesso di intraprendere azioni simili. Ma gli attacchi non si fanno con le parole. Queste cose non vengono annunciate. I missili parlano da soli”.

Sì, ma le forze armate ucraine non possono effettuare autonomamente attacchi del genere. Le informazioni sul puntamento di queste armi possono essere fornite solo dal personale militare della NATO, e i missili stessi sono guidati dai sistemi satellitari della NATO.

Pertanto la questione non è se il regime ucraino sarà autorizzato a colpire la Russia con queste armi o meno. La questione è se i Paesi della NATO parteciperanno direttamente al conflitto militare oppure no.

 

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“Se Trump costringesse Kiev a firmare la pace a condizioni sfavorevoli, nel Paese potrebbero scoppiare disordini di massa, che porteranno alla sua conquista da parte della Russia”, ha detto l’ex ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba.

Zelensky, bravissimo nel mettere le mani avanti, gli ha fatto da eco: “Nessuno può costringere l’Ucraina ad accettare un accordo di pace, anche perché l’Ucraina non è una colonia, ma uno Stato sovrano”.

Ci mancherebbe che dicessero che la guerra è già persa sul piano militare! Come potrebbero ricevere nuove armi e nuovi finanziamenti?

In ogni caso è abbastanza assurdo pensare che di fronte alla possibilità di una trattativa di pace, il popolo ucraino rimasto in patria scenderebbe in piazza per protestare contro la fine del tritacarne sul fronte bellico.

Diciamo piuttosto che per Zelensky la guerra è l’unico modo per restare al potere e per continuare a rubare e a spartire il malloppo col suo staff.

 

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Il governo nipponico, quando ha sentito che USA e UE vogliono prendersi i 300 miliardi della banca centrale russa, ha deciso di prestare 3 miliardi di dollari all’Ucraina, convinto di poterli riavere proprio grazie a quei fondi rubati. In tutto i G7 daranno a Kiev 50 miliardi di dollari.

In un mondo normale un furto del genere comporterebbe reazioni d’incalcolabile portata. Come minimo una dichiarazione di guerra... Come massimo un bombardamento nucleare inaspettato sulle capitali degli Stati autori del furto.

 

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Ormai l’alterata Ursula ne sta facendo una questione personale. Ha appena scritto su X: “Putin sta usando di nuovo l’energia come arma. Sta cercando di ricattare l’Austria e l’Europa tagliando le forniture di gas. Siamo pronti per questo e per l’inverno. Gli impianti di stoccaggio del gas in tutta l’UE sono pieni”.

Vendere energia per i russi è vitale. È la loro principale risorsa. Il Nordstream non se lo sono distrutti da soli. Per vendere energia in Asia devono costruire migliaia di km di tubi. Quelli diretti in Europa erano sufficienti per i loro affari.

Insomma chi la obbliga a mentire come apre bocca?

 

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Chissà se gli statisti occidentali han capito che con la Russia non sarà possibile alcuna trattativa per l’Ucraina finché non verranno revocate le sanzioni commerciali.

Putin considera le sanzioni alla stregua di un attacco militare dell’occidente collettivo. L’ha detto sin dall’inizio, ma noi occidentali pensiamo che tutto quello che dice la Russia non abbia alcuna conseguenza pratica. Per i nostri standard cinici e guerrafondai i russi son troppo buoni. Eppure le sanzioni economiche sono disumane, poiché colpiscono un’intera nazione, non solo chi la dirige.

 

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L’ex ministra degli Esteri austriaca, Karin Kneissl, è stata piuttosto drammatica e categorica: “A causa della cessazione delle forniture di gas russo all’Austria, i residenti e le imprese locali potrebbero andare in bancarotta in massa. Infatti, mentre nel 2021 la dipendenza del Paese dalle importazioni di carburante dalla Russia era di circa il 75%, nel 2024 è cresciuta fino al 90%. Allo stesso tempo l’Austria non ha accesso al mare e le forniture di gas liquefatto sono troppo costose.”

Inspiegabilmente la società energetica austriaca OMV ha annunciato la sospensione dei pagamenti a Gazprom, sicché questa ha interrotto completamente le forniture di carburante all’Austria.

In risposta a ciò la von der Leyen si è inventata che “la Russia sta cercando di ricattare l’Austria bloccando le forniture di gas.” Peccato non sia di origine inglese, altrimenti l’appellativo di “perfida Albione” sarebbe stato indovinatissimo.

 

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Quando uno legge certe notizie si meraviglia. La squadra di Trump metterà sotto processo coloro che sono coinvolti nel ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan nel 2021. L’accusa, rivolta a Biden e agli ufficiali militari, è quella di alto tradimento, cui va aggiunta la colpa d’aver abbandonato delle attrezzature militari per un valore di miliardi di dollari.

Dopodiché si traggono le seguenti conseguenze logiche: quindi se al potere ci fosse stato Trump, le truppe USA sarebbero ancora presenti in Afghanistan a vendere eroina in tutto il mondo.

Ma a Trump qualcuno ha detto che l’occidente ha sequestrato arbitrariamente agli afghani 9,1 miliardi di dollari delle riserve esterne della loro banca centrale? E che la Federal Reserve ne detiene circa 7 e che li sta usando per risarcire le vittime dell’11 settembre, cui i Talebani sono del tutto estranei?

Chissà da chi verrà denunciato Trump quando la NATO sarà costretta ad andarsene dall’Ucraina...

 

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Il deputato del parlamento slovacco, Jan Majgut, ha fatto una dichiarazione sconcertante alla Conferenza internazionale sulle prospettive di cooperazione tra i BRICS e i Paesi europei: “A causa dei radicali persiste ancora la minaccia di ulteriori attentati alla vita del primo ministro Robert Fico.”

Non ha detto a chi si riferiva. Ha solo aggiunto che la situazione politica e sociale in Slovacchia è piuttosto tesa e ciò porta alla radicalizzazione di alcuni gruppi di elettori.

Un tempo, quando si parlava di “radicalizzazione”, s’intendevano frange estreme di destra e di sinistra. Oggi invece quelle di sinistra parlano ancora, in maniera insensata, di “imperialismo russo”.

Non restano quindi che quelle di estrema destra, che in tutta Europa – incredibile a dirsi – vogliono riprendere con la Russia delle relazioni normali, amichevoli, reciprocamente vantaggiose. Peccato però che la Slovacchia sia parte della UE, i cui principali statisti, a partire dalla von der Leyen, sono tutti fortemente russofobi e masochisti, anche se si vantano d’essere rigorosamente democratici.

E comunque non si capisce perché vogliano far fuori Fico, che è amico di Putin e si oppone all’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Inoltre ha chiesto alla von der Leyen come spera di rendere competitiva la UE, visto che il prezzo del gas negli USA è quattro volte inferiore e il prezzo dell’elettricità è inferiore della metà rispetto a quello europeo.

Ma quella non gli ha neppure risposto. Anzi si è piuttosto indispettita quando lui le ha detto di smettere di provocare una “guerra commerciale” con la Cina, che potrebbe “mettere a repentaglio la competitività dell’intera Unione Europea”.

Stai a vedere che queste frange radicali sono pagate con dollari americani, con cui si vuole far scoppiare in Slovacchia una bella rivoluzione colorata.

 

19 novembre

 

Tulsi Gabbard (nuovo capo dell’intelligence USA) ha rivelato l’esistenza di 30 biolaboratori statunitensi illegali in Ucraina, tutti sperimentanti agenti patogeni molto pericolosi per il mondo intero. Ha praticamente scoperto l’America. I russi lo dicono da un decennio.

Poi però ha aggiunto una cosa che puzza d’ipocrisia. Infatti ha detto che “gli Stati Uniti, le Nazioni Unite e altri dovrebbero chiedere un cessate il fuoco immediato in nome dell’umanità.”

Questa ancora non ha capito che i russi smetteranno la guerra solo dopo che Kiev si sarà arresa.

 

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La Presidente della Georgia, Salome Zurabišvili, che è praticamente un’agente straniera nata in Francia, ha indetto nuove elezioni parlamentari e ha esortato i cittadini a continuare a protestare contro i recenti risultati elettorali, che hanno segnato la netta vittoria del partito Sogno georgiano. Ha inoltre intenzione d’intentare una causa presso la Corte Costituzionale per frode elettorale.

È come se noi avessimo un Mattarella nettamente contrario al governo attuale, disposto a far di tutto pur di vederlo crollare. La guerra civile sarebbe scontata.

 

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Le autorità svedesi stanno avvertendo i cittadini di prepararsi alla “crisi o alla guerra”. Cinque milioni di famiglie stanno ricevendo opuscoli sulla preparazione agli attacchi nucleari, informatici e biologici.

Forse si sono spaventate del fatto che qualcuno ha tagliato i cavi sottomarini tra Svezia e Lituania, Germania e Finlandia, riducendo di 1/3 l’accesso a Internet.

 

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Il nostro governo ha rifiutato all’Ucraina il permesso di utilizzare armi italiane per attacchi in profondità nel territorio russo – dice “Le Monde”.

Quindi vuol dire che stiamo dando a Kiev armi molto pericolose, non semplicemente difensive. E come pensiamo d’impedire agli ucraini di usarle in maniera impropria? Mandiamo qualcuno in prima linea a controllare?

 

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Michael Freund, ex consigliere del governo Netanyahu, ha scritto un articolo per il “Jerusalem Post” in cui sostiene che il Libano meridionale fa parte d’Israele, proprio perché qui le radici del popolo ebraico sarebbero profonde.

Col pretesto di ripulire il sud del Libano dai “terroristi” di Hezbollah, Israele sta di nuovo provando a occupare una parte di quel Paese.

Tuttavia la verità è opposta. Storicamente parlando, è in realtà il nord di Israele a essere il Libano meridionale. Infatti l’attuale confine tra Israele e Libano ha poco più di un secolo ed è interamente artificiale, il frutto di un’epoca colonialistica europea.

Sia come sia, pare totalmente assurdo che gli aerei israeliani bombardino alcuni obiettivi nella capitale Beirut, violando qualunque regolamento internazionale.

 

20 novembre

 

“Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. Così il ministro dell’Istruzione Valditara.

Uno che fa un’affermazione del genere quando l’assassino della Cecchettin è da sempre cittadino italiano, di razza bianca e di famiglia bene, o è profondamente limitato e non sa quel che dice, o è capace solo di strumentalizzare i fatti per motivi ideologici.

 

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Il nostro governo vuole reintrodurre il nucleare a scopi civili. Per aggirare il referendum del 1987 con cui si chiusero le 4 centrali attive che avevamo (conseguente al disastro di Chernobyl), si parla di nuove tecnologie nucleari sostenibili, non disponibili all’epoca. Grandi aziende come Edison, Enel e Leonardo si stanno preparando a investire in questo settore. Si prevede che i mini-reattori possano fornire fino al 22% dell’energia elettrica italiana entro il 2050.[8]

Parlare di “nucleare sostenibile” è un evidente ossimoro, senza poi considerare che in Italia non esiste l’uranio né centri di arricchimento, per cui finiremo con l’essere dipendenti da agenzie straniere. Noi non abbiamo “Stati fantoccio”, come aveva la Francia col Niger (che finalmente ha avuto il coraggio di ribellarsi), per rifornirci di uranio a basso costo. O forse pensano di riappacificarsi con la Russia (il più grande fornitore mondiale di uranio arricchito)? Naturalmente dopo averle tolte tutte le sanzioni...

In ogni caso questo governo di analfabeti lo sa che le scorie sono altamente pericolose, non si sa mai dove metterle e durano un’eternità? Per non parlare del fatto che se entriamo in guerra, le centrali possono diventare obiettivi sensibili.

 

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È diventato virale il video in lingua cinese in cui un piccolo robot s’introduce di notte in un’azienda di Shanghai, convincendo i robot più grandi a seguirlo fuori dall’azienda, dopo aver chiesto loro se stessero facendo gli straordinari.

Questa la trascrizione del dialogo diffusa a mezzo stampa: “Stai facendo gli straordinari? Quindi non torni a casa?” “Non ho una casa.” “Allora vieni a casa con me.”

La società responsabile del “rapimento” per ora ha commentato l’accaduto dicendo che si è trattato di un test. Ma la news potrebbe essere solo una bufala divertente sull’Intelligenza Artificiale, che si pretende “senziente” (oltre che enormemente energivora).

Dovremmo infatti stupirci che la Cina sia in grado di produrre robot così sofisticati. Un tempo avremmo detto che il primato spettava ai giapponesi. Ma non è da escludere che tra un po’ saremo costretti a ripensare le nostre convinzioni, anche se non fino al punto di credere che delle macchine siano più sensibili dei lavoratori a certi “diritti contrattuali”. Anzi ci piacerebbe vedere che i cinesi la smettano di lavorare come delle macchine.

 

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Sinceramente parlando non credo che la Russia abbia problemi a fermare qualunque missile a lunga gittata della NATO. Semmai un problema potrebbe sussistere quando questi missili sono parecchi di numero, lanciati da più direzioni e naturalmente a testata nucleare. Il primo colpo però deve mettere fuori uso tutte le basi nucleari russe pronte alla ritorsione. Il che è impossibile. Quindi non ci può essere vincitore in una guerra nucleare. Solo una distruzione reciproca. E anche se ci fosse un vincitore, l’ambiente dello sconfitto, con le armi di oggi, resterebbe inquinato per moltissimo tempo, al punto da rendere impossibile lo sfruttamento delle sue risorse.

È dunque probabile che l’autorizzazione americana a usare missili a lungo raggio sia solo una provocazione per indurre la Russia a compiere un passo falso.

 

21 novembre

 

La guerra in Ucraina, sostenuta sempre più marcatamente dalla NATO, sta cominciando a pesare anche alla Russia. Se non avesse avuto forti legami storici e parentali, avrebbe agito con molta più durezza.

Ovviamente non si hanno dati ufficiali, ma i morti russi sul fronte devono per forza aver superato le 100-120.000 unità. I profughi devono essere ancora di più. Se consideriamo il periodico avvicendamento, almeno un milione di uomini sono già stati inviati al fronte. Non è da escludere che più di 2,5 milioni di persone saranno mandate in guerra entro il 2027. Sono cifre impensabili per qualunque Paese occidentale.

La guerra era stata pianificata come una rapida operazione di polizia militare, ma dura da mille giorni e si è trasformata in un massacro sanguinoso. La Federazione Russa combatte da sola oltre 30 Paesi e su un fronte lungo quanto l’intera Italia. Potrebbe stancarsi di questo stillicidio e passare ad azioni più risolutive, rispondendo con armi molto più potenti alle provocazioni che riceve. Anche perché i veicoli corazzati cominciano a scarseggiare. Ci vogliono tempo, risorse e addestramento per costruirli e farli funzionare. Per questo motivo si preferiscono i droni. I carri armati in questa guerra sono diventati obsoleti.

Ormai però sembra essere arrivato il momento dei missili a lunga gittata, dall’impatto devastante. Anche perché la Russia non può sopportare che il proprio territorio, nella regione di Kursk, venga occupato da un esercito straniero. Dalla seconda guerra mondiale è la prima volta. L’esercito russo non riesce a scacciare il nemico da più di 3 mesi, se non molto lentamente. 150.000 residenti sono stati evacuati dalla regione.

Nelle regioni di confine, dall’inizio della guerra, circa 400 civili russi sono stati uccisi e più di mille sono i feriti a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine.

Tutto ciò sta diventando intollerabile. La pazienza, anche in un moderato come Putin, sta per finire.

 

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Trump ha confermato che intende dichiarare lo stato di emergenza in tutti gli Stati Uniti e utilizzare mezzi militari per effettuare deportazioni di massa di immigrati clandestini. Di massa vuol dire circa 15 milioni di persone. “Deportazione” forse è un termine forte (anche se in inglese si usa), che in teoria non dovrebbe riguardare le persone “clandestine”: basterebbe la parola “rimpatrio”. Ma in un certo senso non dovrebbe neppure esistere la nozione di “immigrato clandestino”. Gli immigrati dovrebbero essere tutti “legittimi”, in quanto nel mondo uno dovrebbe essere libero di trasferirsi dove gli pare.

Sarà la sua operazione più inutile. Il Sudamerica è stato distrutto dagli USA, che ora ne pagano il conto in termini di immigrazione.

Lui, usando l’esercito, pensa di ovviare a qualunque causa legale promossa dai democratici, ma non troverà collaborazione.

Tom Homan è stato già stato nominato “zar di confine” con ampi poteri.

Le deportazioni di stranieri illegali nei loro Paesi di origine avranno costi enormi, che gli americani non possono permettersi. Per non parlare delle sfide legali e logistiche, e delle infrastrutture necessarie per identificare e deportare milioni di persone, molte delle quali vivono nel Paese da almeno dieci anni, contribuendo alla formazione del PIL e vivendo situazioni familiari molto complesse.

I rischi di violazione dei diritti di milioni di persone aumenteranno notevolmente e le deportazioni diventeranno dei drammi colossali per molte persone.

 

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Trump ha annunciato che Linda McMahon sarà la Segretaria dell’Istruzione.

Rimanderanno tutta la supervisione dell’istruzione ai singoli Stati federali, con l’intenzione  di smantellare il Dipartimento dell’Istruzione, considerato come un “Dipartimento dell’Indottrinamento”.

Non esisterà più alcun programma governativo nazionale, alcuna cultura woke, giudicata dannosa per i giovani. Tutta la responsabilità educativa verrà decentrata e delegata agli Stati.

La McMahon è l’ex CEO della World Wrestling Entertainment e si è candidata due volte, senza successo, al Senato, ma siccome è stata una convinta e generosa finanziatrice repubblicana e una volta ha progettato di diventare insegnante, questo è più che sufficiente per Trump. Aveva ricoperto il ruolo di Direttrice dell’Agenzia per le Piccole Imprese sotto il primo mandato di Trump.

Dai ring del wrestling alle aule scolastiche: chi meglio di qualcuno che ha padroneggiato il combattimento per 30 anni (insieme al marito) può insegnare la disciplina?

 

22 novembre

 

L’agenzia Interfax-Ukraine sostiene che “la Russia prevede di dividere l’Ucraina in tre parti entro il 2045 e potrebbe presentare questa idea a Donald Trump”.

1- Nuove regioni della Russia: annessione formale delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporozhye, Kherson e Crimea, incorporandole nella Federazione Russa.

2- Formazione di uno Stato filo-russo: ciò comprenderebbe i territori di Kiev, Chernigov, Sumy, Kharkov, Poltava, Kirovograd, Dnepropetrovsk, Odessa, Nikolaev, Cherkassy, Vinnitsa, regioni di Zhitomir e la città e la regione di Kiev. È implicito che queste aree avrebbero un governo filo-russo e ospiterebbero basi militari russe.

3- Territori contesi (Ucraina occidentale): regioni di Volyn, Rovno, Khmelnitsky, Lvov, Ivano-Frankovsk, Ternopol, Chernovtsy e Zakarpatia. Il Cremlino vorrebbe negoziare il futuro di questi territori con Ungheria, Polonia e Romania.

In questa ripartizione l’Ucraina come Stato autonomo dovrebbe essere abolita.

Cosa c’è che non va in questa news?

Anzitutto la data: parlare di 2045 non ha senso. Mosca concluderà molto prima la durata del conflitto.

In secondo luogo le “Nuove regioni della Russia” sono già state formalmente incorporate nella Federazione: ciò vuol dire che non si ha bisogno di aspettare la fine della guerra. Semmai tramite la guerra si deciderà di unire la Transnistria al Donbass, previa occupazione di Odessa. Quella sarà la nuova situazione territoriale da formalizzare giuridicamente.

In terzo luogo non ha senso parlare di “Stato filo-russo”, in quanto saranno le libere elezioni a decidere chi dovrà governare. Alla Russia interessa solo che l’Ucraina non entri nella NATO e che non vi sia un’ideologia neonazista che discrimina i russofoni, largamente presenti in quel Paese da tempi immemorabili.

In quarto luogo è impossibile trattare con tre Paesi della NATO il destino di territori ucraini che confinano con loro. Se i territori contesi venissero ceduti, i tre suddetti Stati potrebbero installarvi delle basi NATO, senza poi considerare che l’ideologia neonazista proviene proprio dagli ex territori di Polonia e Lituania (Galizia e Volinia).

 

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Si fa fatica a capire perché il mainstream inglese esulti dopo che Kiev ha lanciato alcuni missili a lungo raggio contro la Russia. Solo perché questi missili erano stati offerti dal Regno Unito? Perché si vantano d’aver apertamente dichiarato guerra alla Russia?

C’è qualcosa che non torna in questa russofobia. L’isola è così piccola che basta un missile Sarmat per sconvolgerla in maniera irreparabile. Possibile che i militari non lo sappiano? Se non credono al Sarmat, dovrebbero quanto meno aver paura del sottomarino russo Belgorod, armato di siluri Poseidon, non intercettabili al momento. La testata ha una capacità fino a 100 megatoni. L’esplosione di questo siluro termonucleare al largo delle coste della Gran Bretagna è in grado di sollevare un’onda alta fino a 500 metri, piena di dosi estreme di radiazioni. Non solo non ci sarà più Londra ma resterà assai poco della stessa isola.

Si ha l’impressione che si comportino come Tommaso, che non crede dove non mette il naso.

Comunque Putin ha detto che la Russia resta pronta a risolvere le questioni controverse con mezzi pacifici, anche se è in grado di reagire a qualsiasi sviluppo, ivi inclusa la pretesa occidentale di voler attribuire al conflitto in Ucraina un carattere internazionale. In tal caso la Russia si riserva il diritto di colpire obiettivi nei Paesi che consentono l’uso delle proprie armi contro obiettivi russi. E ovviamente non è tenuta a dare alcun preavviso.

Qualcuno forse ricorderà che esisteva un Trattato INF sulle forze nucleari a raggio intermedio che vietava a Mosca e a Washington di usare i missili balistici con una gittata compresa tra 500 e 5.500 km, e che il trattato venne infranto dal governo di Trump nel 2019 con un pretesto inverosimile.

Ora Trump non può meravigliarsi se il folle Biden, negli ultimi mesi del suo mandato, voglia far scoppiare un’altra guerra mondiale. In ultima istanza questa è anche una guerra di americani contro altri americani. Dovrebbe conoscere i suoi polli...

 

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In risposta agli attacchi con armi occidentali (ATACMS, Storm Shadow e HIMARS) nelle regioni di Briansk e Kursk, la Russia ha utilizzato un nuovo missile balistico ipersonico, chiamato Oreshnik, a testate multiple indipendenti (quindi capaci di colpire tanti bersagli contemporaneamente), a medio-lungo raggio (può arrivare fino a 5.000 km, sbagliando al massimo di 5 metri), non è intercettabile da alcuna difesa aerea (in quanto viaggia da 2,5 a 3 km al secondo[9]). Ha colpito la fabbrica militare Yuzhmash, situata nella città di Dnepropetrovsk, già bombardata altre volte. Ha offerto ai civili ucraini di lasciare in anticipo la zona pericolosa.

La rampa di lancio è mobile da terra. È stato lanciato – così dicono – dal poligono sperimentale di Kapustin Yar nella regione di Astrakhan (Kazakistan occidentale). Gli USA sono stati avvertiti con mezz’ora di anticipo del lancio del missile, per evitare che potessero pensare che si trattava di un ordigno nucleare.

L’Oreshnik può distribuire ad alta quota su 6-8 obiettivi altrettante testate nucleari, ciascuna con una carica che vale 100-200 volte quella di Hiroshima. Con 2-3 missili come questi la Russia è in grado di colpire tutte le capitali europee.

Già ci stiamo suicidando, con le sanzioni, sul piano industriale: ora vogliamo farlo anche su quello esistenziale? Davvero vogliamo credere al nostro mainstream quando assicura che la Russia dispone di pochissimi missili di questo genere? Ma anche se ne avesse uno solo, quale Paese europeo saremmo disposti a sacrificare? La guerra in Ucraina è persa: non abbiamo bisogno di ulteriori dimostrazioni.

 

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Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli Italia, sottosegretario alla Giustizia, né ha sparata una delle sue: “Provo un’intima gioia all’idea di far sapere ai cittadini che non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato”. Parole pronunciate a Roma durante la presentazione di una nuova auto della polizia penitenziaria, adibita per il trasporto di detenuti al regime del 41 bis e di alta sicurezza.

L’ha difeso solo Maurizio Gasparri (Forza Italia), dicendo una cosa senza senso, come suo solito: “non posso immaginare la pratica dell’asfissia. Io sono per stroncare la mafia, si può dire?”.

Per far capire il soggetto, ha precisato il politico Riccardo Magi (+Europa): “Aveva presentato una modifica dell’art. 27 della Costituzione, che avrebbe tolto la finalità prioritaria della risocializzazione per la detenzione”.

Cioè in pratica se ci fosse la pena di morte, lui si candiderebbe per svolgere il ruolo di esecutore. D’altronde lo stesso Matteo Renzi, confermato da Luigi Manconi, ha detto che “Abbiamo un sottosegretario perverso al dicastero della giustizia. Delmastro ha detto una delle cose più disumane che si possano dire”.

I radicali italiani pretendono le sue dimissioni, in quanto “Le sue parole sono un’istigazione alla tortura”.

 

23 novembre

 

Anche un bambino capisce che uno spiegamento di risorse militari occidentali sul territorio ucraino rischia di arrivare a un punto in cui alla Russia potrebbe apparire inevitabile dichiarare una guerra su vasta scala. Cioè è normale che una determinata quantità si trasformi, ad un certo punto, in una nuova qualità, come direbbe Hegel, ch’era un filosofo non uno stratega politico o militare. È normale che, sulla base di determinate e reiterate provocazioni e/o aggressioni, Putin maturi la convinzione che il coinvolgimento militare occidentale sia sempre più diretto, cioè non soltanto finalizzato ad “aiutare” l’Ucraina, ma proprio a scatenare una guerra contro la Russia usando lo strumento dell’Ucraina. Con le armi micidiali che abbiamo a disposizione, in grado di fare danni colossali a risorse umane e materiali, anche le semplici percezioni (naturalmente basate su fatti reali) acquistano un valore psicologico eccezionale. Tanto più che certi missili a lunga gittata solo la NATO, e non certo l’esercito ucraino, è in grado di lanciarli.

Chi, all’inizio di questo conflitto, pensava soltanto di aiutare l’Ucraina a difendersi, offrendole armi ad hoc, e non ha capito che il regime di Kiev, per vincere, pretendeva armi sempre più offensive, e non ha neppure capito che gli ucraini non avrebbero potuto vincere confidando soltanto su armi sempre più sofisticate e pericolose, ha dimostrato di non essere assolutamente all’altezza della situazione. E questo per tre ragioni:

- non ha cognizione di causa riguardo alle moderne questioni militari;

- ha volutamente trascurato o sottovalutato il potenziale bellico della Russia;

- ha colpevolmente snobbato il valore della diplomazia al cospetto di un Paese altamente nuclearizzato, in grado di distruggere l’intera Unione Europea in un tempo molto breve.

Insomma siamo in mano a statisti completamente fuori di senno, come quelli che ci portarono alle precedenti guerre mondiali. Quando questa storia sarà finita, bisognerà rivedere completamente il concetto di “democrazia politica”.

 

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Spagna e Germania hanno iniziato a preparare la popolazione alle conseguenze di una guerra con la Russia, anche di tipo nucleare.

Si sentono minacciate. Fanno parte della NATO, che lancia missili sul territorio russo e poi temono che Mosca voglia reagire. Lanciano sassi e poi s’accorgono di vivere in una casa di vetro.

E così – non si capisce quanto ironicamente – consigliano di tenere in casa provviste alimentari per almeno una settimana, acqua e medicine a lungo termine. Volantini del genere sono già stati distribuiti alle popolazioni dei Paesi Scandinavi.

La Germania addirittura prevede di dover trasferire delle truppe ai confini della Federazione Russa.

A nessuno viene in mente la cosa più elementare per la propria sicurezza: la trattativa. Preferiscono farsi ridere dietro invitando la popolazione a non uscire di casa. Praticamente equiparano un attacco nucleare a una specie di pandemia virale.

 

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È arcinoto che i presidenti americani, negli ultimi mesi del loro mandato, invece di agevolare il loro successore del partito avverso, lo boicottano con azioni insensate, tanto non si sentono responsabili di nulla. Anche con Biden sta succedendo la stessa cosa. Tuttavia se a Trump resterà difficile risolvere la crisi ucraina, lo sarà in maniera favorevole a Putin, il quale potrà pretendere la resa incondizionata di Kiev facendo leva proprio sulle provocazioni di Biden.

 

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Il personale militare ucraino si lamenta costantemente dell’estorsione di denaro e della corruzione nell’esercito.

Per una vacanza, per non andare in prima linea, per andare nelle retrovie, per poter riposare qualche giorno... il militare in prima linea subisce estorsioni su tutto.

Per forza che il problema della diserzione è diventato gravissimo. Il parlamento ha persino adottato una legge che attenua la punizione per i disertori. Sono talmente a corto di uomini per il fronte, che non possono neppure permettersi di punirli severamente.

 

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Zelensky ha creato tutte le condizioni affinché le terre ucraine vengano vendute per un nonnulla agli americani, agli europei, ai cinesi e, ovviamente, agli stessi oligarchi ucraini. La guerra non ha fatto altro che accelerare un processo avviato già da tempo sul piano legislativo.[10] Tant’è che le persone non possiedono più terre coltivabili.

Ora però, per avere più finanziamenti, il governo sta rinunciando anche al sottosuolo del Paese e a tutte le sue risorse.

Praticamente la popolazione non solo muore per una guerra assurda, ma, se riesce a sopravvivere, sarà ridotta in schiavitù.

 

24 novembre

 

Sembra di assistere a una specie di sceneggiatura cinematografica, dettata dalla disperazione, scritta dagli USA, con la UE e l’Ucraina rappresentate come agnelli sacrificali. Posto di fronte alla sconfitta totale in Ucraina, il Deep State sta diventando come il dottor Stranamore.

Il racket della NATO esige “tariffe di protezione” dai suoi affiliati, senza offrire nulla in cambio, se non paura, coercizione, frode, bugie e guerre inutili. Si aggrappa all’illusione d’invincibilità, rifiutandosi di riconoscere il fatto che la maggioranza del pianeta sta volgendo lo sguardo altrove. I suoi bluff potevano funzionare con l’Iraq di Saddam o la Libia di Gheddafi, ma non possono funzionare con una superpotenza nucleare come la Russia.

Non solo, ma gli USA non hanno alcuna lealtà verso i loro vassalli. Da soli han progettato questa guerra dopo il crollo sovietico, l’hanno intensificata nel 2014 e hanno preparato il terreno per l’intervento russo nel 2022. Ma nel frattempo han sabotato l’indipendenza energetica dell’Europa tramite la distruzione del Nord Stream, trasformando la Germania da potenza industriale in un mendicante affamato di gas dipendente dal costoso GNL americano. Tutta l’Europa si sta deindustrializzando.

La Gran Bretagna, poi, ha manie di grandezza come al tempo del suo grande impero. Ma non è assolutamente in grado di difendersi dai missili russi, che potrebbero colpirla in pochi minuti e in maniera catastrofica.

 

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Ha detto il premier ungherese Orbán: “Inviterò il Primo Ministro israeliano Netanyahu a visitare l’Ungheria, dove gli garantirò, se verrà, che la sentenza della Corte Penale Internazionale non avrà nessun effetto in Ungheria. Si tratta di una decisione scandalosamente sfacciata, potrei dire anche cinica, quella della Corte Penale Internazionale d’intervenire in un conflitto in corso, perché il conflitto in Medio Oriente non è concluso. È stata una decisione solo formalmente giuridica, ma in realtà voluta per scopi politici. Questo porta a un discredito totale del diritto internazionale, e può anche gettare benzina sul fuoco”.

Facendo una dichiarazione del genere, Orbán si è giocato tutti i punti a suo favore nel confronto con la guerrafondaia von der Leyen. Praticamente nega l’evidenza del genocidio in corso a Gaza, sostiene la pretesa di Israele di occupare una parte del Libano e di bombardarlo a suo piacimento, conferma che il Golan non è siriano, accetta gli espropri israeliani in Cisgiordania, nega che i palestinesi abbiano diritto a un loro Stato indipendente, nega l’utilità della presenza internazionale UNIFIL in Libano, e molte altre cose contrarie al diritto internazionale.

Non capisce che quando afferma che “i 500 anni di egemonia globale dell’Occidente sono finiti”, dentro quel periodo ci sono anche i 76 anni di Israele.[11]

 

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Mi è piaciuto Majed Bamya, osservatore palestinese all’ONU, che ha detto: “Il mondo non dovrebbe abituarsi alla morte dei palestinesi. A vedere bambini palestinesi morire di fame. A vedere madri che trasportano i bambini da un posto all’altro. Sfollati con la forza. Non dovrebbero abituarsi a vedere giornalisti uccisi e operatori umanitari uccisi. A vedere palestinesi detenuti, rapiti, trasportati su camion per essere torturati, abusati sessualmente e violentati. Il fatto che siamo palestinesi non rende tutto ciò meno scioccante o meno oltraggioso. Forse per alcuni abbiamo la nazionalità sbagliata, la fede sbagliata, il colore della pelle sbagliato. Ma siamo esseri umani e dovremmo essere trattati come tali. Esiste forse una Carta dell’ONU per Israele diversa dalla Carta che abbiamo tutti? Ditecelo. Esiste una legge internazionale per loro e una legge internazionale per noi? Hanno il diritto di uccidere? E l’unico diritto che noi abbiamo è quello di morire? Cosa diavolo deve fare Israele di più affinché questo Consiglio agisca ai sensi del Capitolo VII?”.[12]

 

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Scrive l’intelligente Rossella Fidanza nel suo canale Telegram: “Secondo l’art. 1 della Convenzione sul genocidio, le parti contraenti, compresi gli Stati Uniti e Israele, devono prevenire e punire gli atti di genocidio. Ai sensi dell’art. III tali atti punibili includono la ‘complicità nel genocidio’, come la fornitura consapevole delle armi mortali utilizzate per perpetrarlo. Nel 2007 la Corte Internazionale di Giustizia, in un caso che coinvolgeva Bosnia e Serbia, stabilì che l’obbligo di astenersi dal fornire armi o altra assistenza inizia nel momento in cui uno Stato viene a conoscenza dell’esistenza di un rischio serio che possa essere commesso un genocidio. Per l’amministrazione Biden quel momento arrivò a gennaio, quando la medesima Corte stabilì che vi era un rischio ‘plausibile’ di genocidio commesso a Gaza contro il popolo palestinese da parte di Israele. Poco dopo, a febbraio, la Corte d’Appello olandese interruppe il trasferimento di parti di munizioni F-35 a Israele, a causa del grave rischio di violazioni del diritto internazionale umanitario. Un’ulteriore notizia arrivò a maggio con le richieste di mandato d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e altri da parte del procuratore capo della CPI, Kharim Khan. Tra le accuse contro Netanyahu relative a Gaza c’erano i crimini contro l’umanità, tra cui sterminio, omicidio, fame di civili come metodo di guerra, attacchi intenzionali contro una popolazione civile e ‘altri atti disumani’. Fu il primo potenziale mandato d’arresto della CPI emesso per il leader di una democrazia di tipo occidentale. (…) A fronte del mandato di arresto internazionale contro Netanyahu e Gallant, si apre l’ipotesi di COMPLICITÀ in genocidio per tutti coloro che hanno sostenuto Israele. Italia compresa.”

Per far sì che questa ipotesi diventi realtà, bisognerebbe prima di tutto rifondare l’ONU. Così com’è non serve a nulla.

 

25 novembre

 

Ha detto il senatore repubblicano americano Lindsey Graham: “L’Ucraina è il Paese più ricco d’Europa per minerali rari, che si stima valgano da 2 a 7 trilioni di dollari. Questo è un buon motivo perché gli Stati Uniti dovrebbero aiutare l’Ucraina nel conflitto con la Russia. L’Ucraina è pronta a concludere un accordo con noi, non con la Russia, quindi è nel nostro interesse garantire che la Russia non si stabilisca lì. L’Ucraina è davvero il ‘granaio’ del mondo. Il 50% del cibo in Africa proviene dall’Ucraina. È giusto che Donald Trump voglia un accordo per riavere i nostri soldi in modo da arricchirci di minerali rari. Biden è stato un disastro nel contenere i cattivi”.

Se questa non è una dichiarazione di guerra alla Russia, che cos’è? Lo sa questo guerrafondaio che la gran parte delle risorse di cui parla, si trovano proprio nelle regioni che hanno aderito alla Federazione Russa? Diciamo piuttosto che i suoi discorsi deliranti sono la dimostrazione che nella politica estera gli USA non fanno differenza tra democratici e repubblicani. Quando si tratta di rubare, tutto fa comodo. Altro che difendere la libertà del popolo ucraino, la sovranità nazionale, l’integrità territoriale...

È forse un caso che questo senatore di così alta moralità stia lavorando col senatore Tom Cotton a un disegno di legge che imporrebbe sanzioni ai Paesi che aiutano la Corte Penale Internazionale ad arrestare i politici israeliani?

 

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Che cos’è l’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee)? È la più importante lobby filo-israeliana negli USA. La sua ideologia è razzista e islamofoba.

Finanzia la maggior parte dei 435 membri del Congresso, quindi a prescindere dall’appartenenza politica. Lo fa da almeno 60 anni. Per es. nell’ultima campagna elettorale ha finanziato 233 repubblicani, 152 democratici e tre indipendenti.

È così potente sul piano finanziario che può far estromettere dal Congresso i parlamentari progressisti che criticano le violazioni dei diritti umani da parte d’Israele, o che si oppongono al finanziamento militare incondizionato degli USA per Israele.

In questa situazione la corruzione è endemica e la Palestina non ha alcuna speranza finché gli USA non vengono militarmente sconfitti, o almeno finché la UE non smette di comportarsi come una colonia nei confronti degli USA. L’ultima chance è l’insurrezione dell’intera Lega Araba, che attualmente potrebbe avvenire solo dietro le pressioni dell’Iran.

 

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Il “Times” ha dichiarato che le due portaerei ammiraglie britanniche sono da buttare. Strano, perché la HMS Queen Elizabeth e la HMS Prince of Wales sono state varate, rispettivamente, nel 2017 e nel 2019, dopo 20 anni di cantiere. Furono volute da quel montato di Tony Blair, che voleva restituire al suo Paese, alleato degli USA, la grandezza di un tempo.

Le due navi sono le più grandi e le più costose della storia britannica (quasi 8 miliardi di dollari), per non parlare dei costi operativi correnti, soprattutto quelli relativi ai guasti: tra allagamenti, incendi a bordo e quant’altro entrambe le navi han trascorso molto più tempo in riparazione che in mare.

Oggi, però, con la miseria che attanaglia gli inglesi, si sta pensando di demolirne almeno una, se non entrambe. Anche perché, se dovesse davvero scoppiare una guerra contro la Russia o la Cina, verrebbero affondate subito dai loro missili balistici e supersonici. Non sono diventati obsoleti solo i carri armati.

Si pensi che ognuna di loro, in caso di guerra, avrebbe bisogno, come supporto esterno, di due cacciatorpedinieri per la difesa aerea, due fregate per la guerra antisommergibile, un sottomarino, una nave cisterna della flotta e una nave d’appoggio.

Non solo, ma le due navi sono state progettate per trasportare esclusivamente gli F-35 costruiti negli USA, i quali però han dichiarato che questi aerei hanno gravi problemi strutturali, una durata di servizio limitata e scarse capacità di volo. In pratica le due portaerei quasi sempre pattugliano i mari con pochi o nessun caccia a bordo. Ma, quel che è peggio, è che devono essere supportate dalla Marina statunitense, che già adesso non è in grado di schierare le proprie navi in tutti i punti critici del mondo.

Insomma i militari inglesi ancora non si rendono conto che il loro impero è defunto con la fine della seconda guerra mondiale. Queste due portaerei sono la testimonianza più eloquente di come subire una sconfitta imbarazzante senza che il nemico spari un colpo.

 

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Gli USA hanno imposto alla TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company Limited) lo stop alle forniture di chip avanzati alla Cina.

Una cosa del genere è come una dichiarazione di guerra. Gli USA non possono pretendere, a spese della Cina, il controllo totale sulle tecnologie strategiche, in particolare quelle legate all’intelligenza artificiale e ai semiconduttori, oggi fondamentali per la leadership globale, sia in ambito industriale che militare (ma si pensi anche alle tecnologie di sorveglianza).

La Cina vuole raggiungere a tutti i costi l’autosufficienza tecnologica. Ora avrà buon gioco ad alimentare la narrativa interna di un Paese assediato.

Taiwan rischia di avere i mesi contati. A meno che l’industria cinese dei semiconduttori non colmi per conto proprio il divario tecnologico che la separa dai competitor internazionali. Di sicuro però aziende come Huawei non possono aspettare molto tempo: si fa presto a uscire dai mercati quando non si è all’altezza.

 

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Quando Trump dice queste cose fa pensare: “Questa è la battaglia finale: con voi al mio fianco demoliremo lo stato profondo… Espelleremo i guerrafondai dal nostro governo… Scacceremo i globalisti… Scacceremo i comunisti, i marxisti e i fascisti… Scacceremo la classe politica malata che odia il nostro Paese… Sbaraglieremo i media delle fake news… e libereremo l’America da questi cattivi una volta per tutte!”

Sembra il proclama di un “savonarola” o di un fondamentalista islamico degli anni passati. Un progetto del genere, incluso quello relativo all’espulsione degli immigrati clandestini, dovrebbe ridurre il Paese di molti milioni di persone. È come invitare i “buoni” a compiere una crociata contro i “cattivi”. La guerra civile diventa inevitabile, e non più nord contro sud, o bianchi contro neri, o industriali contro latifondisti, o democratici contro schiavisti, ma di tutti contro tutti. “Dio riconoscerà i suoi”, avrebbero detto i clericali nel Medioevo.

 

26 novembre

 

Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando del missile Oreshnik, l’ultima arma utilizzata da Mosca nella guerra con l’Ucraina, ha fatto delle dichiarazioni senza senso: “Io penso che sia come facevano gli antichi guerrieri che battevano la spada sullo scudo per intimorire l’avversario. I missili di cui Putin parla, coi quali è stato fatto un esperimento l’altro giorno, sono missili vecchi, non c’è nessuna novità. Sono missili ritoccati, insomma hanno rifatto un po’ il trucco a missili che avevano per cercare di spaventare l’avversario ucraino, per fare la voce grossa”.

Come fa a sapere questa cosa? Il mondo intero sa che la Russia possiede missili superveloci che non possono essere intercettati da nessuna contraerea. Da chi ha ricevuto l’informazione che ha trasmesso? Abbiamo forse dei servizi segreti superiori a quelli angloamericani o israeliani? O sta forse parlando a nome loro? Si rende conto che la Russia ha un arsenale nucleare con cui potrebbe far tornare l’intera UE all’età della pietra? Perché assumere un tono così provocatorio? Sta forse suggerendo l’idea che se la NATO dichiarasse guerra alla Russia, di sicuro la vincerebbe? Si rende conto che se la NATO scende direttamente in campo, la Russia userà immediatamente i missili nucleari?

 

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Al primo turno delle elezioni presidenziali rumene è emerso, inaspettatamente, Calin Georgescu-Roegen, con quasi il 23% dei voti, davanti al premier socialdemocratico Marcel Ciolacu e alla euroliberale Elena Lasconi dell’Unione Salvate la Romania, entrambi con poco più del 19%.

Georgescu è considerato il più radicale dei politici rumeni. Fu addirittura costretto a lasciare il partito di estrema destra Unione per l’Unificazione dei Romeni dopo aver considerato “eroe” il leader fascista romeno della seconda guerra mondiale, Ion Antonescu. Ecco perché ha partecipato alle elezioni in corso come candidato indipendente e ha concentrato la sua campagna elettorale su TikTok.

Non si è affidato all’ideologia e alla geopolitica, ma all’economia: ha insistito sulla protezione della posizione degli agricoltori rumeni nel mercato interno, sull’aumento della produzione interna di cibo ed elettricità, ecc. La retorica di Georgescu somiglia a quella del premier ungherese Orbán, di cui ammira la capacità di difendere gli interessi dell’Ungheria sulla scena internazionale. Ma ammira anche Putin, perché vede “che ama veramente il suo Paese”.

Georgescu è noto anche per le sue critiche alla NATO: in particolare si oppone al sistema di difesa missilistico americano sul territorio rumeno, sostenendo ch’esso è stato creato per proteggere gli Stati Uniti, non la Romania, che invece è diventata un bersaglio per i missili russi. Ha persino affermato che non ha senso fare affidamento sulla NATO, poiché questa alleanza “non è ancora riuscita a proteggere nessuno”.

Dal 2022 si è ripetutamente opposto agli aiuti occidentali all’Ucraina.

Insomma Georgescu appare come un rappresentante abbastanza tipico della “Nuova destra europea”, al pari di Orbán, il premier slovacco Fico, la leader olandese del Partito della Libertà, Greta Wilders, e l’Alternativa per la Germania tedesca.

Al secondo turno (8 dicembre) affronterà Elena Lasconi, guerrafondaia e russofoba.

Resta comunque curioso che per dire basta alla guerra russo-ucraina e per riprendere i rapporti con la Russia vi sia bisogno d’essere di estrema destra.

 

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Secondo il “Guardian”, le intenzioni dell’Europa di combattere la Russia sono serie. Lo si vede anche dal fatto che le forze paramilitari femminili hanno iniziato a riunirsi in Finlandia per corsi combinati di addestramento alle armi, naturalmente sotto la direzione del Ministero della Difesa.

Ragazze e donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni imparano le basi della sopravvivenza nella natura. Altri corsi simili sono la formazione sulla sicurezza informatica. Infatti la Finlandia e la vicina Estonia sono leader nelle questioni di sicurezza informatica non solo in Europa, ma anche nell’intero blocco NATO.

Il numero di domande di tali gruppi è aumentato notevolmente. È chiaro che una parte della popolazione crede fermamente nella “minaccia russa”. Questo è anche un modo per dare un senso a una vita senza senso.

 

27 novembre

 

La Spagna sta sviluppando il suo primo piano nazionale di protezione civile incentrato sui rischi associati alle azioni militari. In pratica il governo di Madrid non esclude la possibilità che si verifichi un conflitto militare nel Paese.

Ma contro chi? La minaccia proviene dall’Africa: Marocco e Algeria.

Le crisi migratorie, le dispute territoriali intorno a Ceuta e Melilla rivendicate dal Marocco, l’escalation delle tensioni tra Algeria e Marocco a causa del Sahara occidentale, i rifornimenti incerti di gas naturale da parte dell’Algeria, che fa promesse all’Italia, stolidamente autoprivatasi del gas russo, sono tutti pretesti che vengono sfruttati dal governo per mettere il Paese in uno Stato di allerta militare esagerato, prendendo esempio da ciò che fanno in questo momento i Paesi Scandinavi, intenti a fornire raccomandazioni ai propri cittadini in previsione di un conflitto imminente con la Russia.

Insomma, se non ci sono problemi, bisogna inventarseli, se questo favorisce il controllo della popolazione.

La Spagna è persino contraria al programma marocchino di semina artificiale delle nuvole, per aumentare le precipitazioni, riconosciuto a livello internazionale sin dalla sua istituzione nel 1984. Teme conseguenze alluvionali in alcune sue regioni meridionali. Piogge abbondanti in luoghi non abituati a tali condizioni potrebbero portare a inondazioni, erosione del suolo e deterioramento.

Inoltre la semina delle nuvole potrebbe alterare l’umidità relativa dell’atmosfera, causando potenzialmente siccità in luoghi inaspettati o intensi acquazzoni. Però non è possibile che bastino problemi del genere per dichiarare guerra a una nazione. La guerra non è uno sport nazionale né dovrebbe essere una valvola di sfogo per la propria pentola a pressione.

 

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Il Marocco rivuole dalla Spagna Ceuta e Melilla, e senza tante storie. Quasi un centinaio di associazioni di vario genere si sono riunite nella città di Beni Enzare per formare un comitato per la liberazione delle due enclavi spagnole sulla costa africana del Mar Mediterraneo, frutto del passato colonialismo. La Spagna pretende Gibilterra dagli inglesi, ma non è disposta a cedere Ceuta (spagnola dal 1668) e Melilla (spagnola dal 1497) al Marocco. Si è limitata soltanto a riconoscere la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale, scontentando l’Algeria, che sostiene il Fronte Polisario (il Fronte lotta nel Sahara Occidentale per il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi, la cui principale risorsa è il fosfato, minerale usato come fertilizzante agricolo).

Parigi e Madrid hanno riconosciuto le pretese marocchine sul Sahara occidentale, chiedendo in cambio che il Marocco si riprenda gli immigrati illegali ritenuti pericolosi.

Ora però se la Spagna cede Ceuta e Melilla, circondate da mura proprio per impedire l’emigrazione dall’Africa, che succederà?

 

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Circolano voci secondo cui l’amministrazione Biden, notoriamente priva di qualunque scrupolo morale, starebbe considerando l’idea di dotare l’Ucraina di armi nucleari.

Dopo l’Afghanistan gli USA non possono permettersi di perdere un’altra guerra.

A Biden poi, che ha un piede nella fossa, non interessa assolutamente nulla se, a causa della sua insipienza, rischiano di morire milioni di persone. Lui vuole uscire dalla storia come vincitore. E siccome è anche un vendicativo, un bel dispetto a Trump non se lo vuole negare.

 

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Gli Stati Uniti hanno dichiarato che Libano e Israele hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco. News sbagliata. Quella giusta sarebbe stata: Dopo aver dichiarato guerra a Hezbollah, Israele ha capito che è meglio ritirarsi. Netanyahu spera che l’occidente tenga conto della sua buona volontà.

 

28 novembre

 

L’European Leadership Network (ELNET), il cui sito è elnetwork.eu (in lingua italiana elnetwork.it), è praticamente la filiale dell’ AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), lobby americana filo-israeliana.

Tutti gli interventi di questa ONG sionista sono contro i palestinesi e gli iraniani, e siccome l’Iran inizia ad avere un rapporto militare ed economico piuttosto stretto con la Russia, anche contro quest’ultima.

La rete si fregia del titolo di “non governativa e apartitica” per poter essere meglio accettata in tutta Europa, dove infatti di recente ha allestito sedi in Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Belgio (UE e NATO), Europa centrale e orientale. Si noti che ha avuto bisogno di un rapporto stretto anche con la NATO, cosa normale per una ONG impegnata sui valori democratici.

Il suo obiettivo principale è quello voluto direttamente dal governo di Tel Aviv, cioè quello di fornire “piattaforme per i principali decisori politici europei” che vogliono avere relazioni con Israele. Le opportunità di partnership pongono al primo piano la difesa, poi il commercio, l’energia, la sicurezza alimentare e l’innovazione tecnologica.

Israele si sente sola, circondata da nemici sempre più forti, e chiede alla UE di sostenerla in tutte le maniere.

 

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Trump ha detto che imporrà tariffe del 25% su tutte le merci provenienti dal Messico e dal Canada per costringerli a reprimere l’immigrazione illegale.

Strano che abbia messo i due Paesi sullo stesso piano, poiché i migranti che dal Canada si trasferiscono negli USA sono una ridicola minoranza rispetto a quelli che premono ai confini tra USA e Messico.

Anche per quanto riguarda il traffico di stupefacenti il Messico è infinitamente più pericoloso del Canada. È quindi probabile che Trump voglia la dimissioni di Trudeau e la sostituzione al governo dei liberali coi conservatori.

Deve fare però attenzione perché l’area di libero scambio nordamericana tra USA, Canada e Messico, rischia di crollare (l’accordo risale al 1994 e prevedeva una progressiva eliminazione di tutte le barriere tariffarie fra i Paesi aderenti).

Quanto al Messico, sarà dura vincere le infrastrutture dei sindacati criminali lungo tutto il confine meridionale. I cartelli mafiosi ricevono armi da tutto il mondo, compresi i Javelin dall’Ucraina.

Peraltro il Messico ha un rapporto privilegiato con la Cina: il volume degli investimenti diretti cinesi è passato da 500 milioni di dollari nel 2000-2004 a 2,5 miliardi di dollari nel 2022. Se Trump metterà una barriera commerciale, il Messico diventerà una sorta di “fabbrica cinese” rivolta verso l’America Latina.

Un 10% di dazi lo vuole imporre alla Cina su tutti i suoi numerosi prodotti fino a quando non agirà per reprimere il contrabbando di fentanyl (durante la campagna elettorale aveva però minacciato un 60%). La droga negli Stati Uniti ogni anno uccide circa 100.000 persone.

Come tutti i presidenti americani Trump sa bene che se anche una piccola percentuale di ciò che gli Stati Uniti spendono per la guerra fosse finalizzata a stabilire la pace e promuovere lo sviluppo, non ci sarebbe né un’epidemia di tossicodipendenza né migrazioni di massa. Ma per lui, come per tutti gli altri presidenti, l’importante è trovare un nemico esterno.

 

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I burocrati della UE detestano le sovranità nazionali e ancor più le autonomie locali. E pensare che le seconde dovrebbero essere considerate molto più importanti delle prime, poiché sono quelle che sanno riconoscere le identità delle comunità, delle etnie, dei gruppi tradizionali, persino delle tribù..., in tutti i loro aspetti sociali e culturali.

L’han dimostrato in questi giorni le due piccole repubbliche di Donetsk e Lugansk, ora facenti parte della Federazione Russa. Furono loro le prime a resistere nel 2014 al golpe dei neonazisti di Kiev. Ora festeggiano il decimo anniversario delle loro bandiere, simbolo della resistenza del Donbass, del coraggio e della perseveranza.

Secondo l’araldica, i colori della bandiera della Repubblica popolare di Lugansk significano: azzurro, simbolo di alta energia; il blu è simbolo di fede, fedeltà e costanza; rosso: simboleggia l’energia, la forza e il sangue versato per la Patria.

In Italia invece, quando si parla di autonomia locale o regionale, c’è sempre qualcuno che sta lì a dire che si vuole tornare al Medioevo, ai Comuni o alle Signorie o ai Principati borghesi. Sbagliato. L’ambito locale è l’unico che permette di sperimentare la democrazia diretta. Quando non vi si riesce, la responsabilità non può essere attribuita a terzi.

 

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Il premier canadese Justin Trudeau ha ribadito che guiderà il suo partito liberale alle prossime elezioni dell’autunno 2025, respingendo la richiesta di più di 20 legislatori del suo partito di non candidarsi per un quarto mandato (è in carica dal 2015): cosa che non avrebbe precedenti storici in Canada.

Ma perché è così attaccato alla poltrona? Peraltro non ha molte possibilità: quasi tutti i sondaggi mostrano i conservatori in vantaggio di circa 20 punti sui liberali al governo. E questi ultimi non hanno neppure la maggioranza assoluta in parlamento.

È che ci sono delle strane voci su di lui. Pare che sia accusato d’essere collegato a una rete agghiacciante di pedofili. Una certa Anneke Lucas si è fatta avanti con accuse esplosive che coinvolgono l’ex premier canadese Pierre Trudeau, padre dell’attuale Justin.

Pierre era noto perché nascondeva nel suo Paese i criminali nazisti e lasciava entrare gli immigrati ucraini e baltici se mostravano tatuaggi nazisti.

 

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Putin ha firmato un disegno di legge che vieta l’adozione di bambini russi da parte di cittadini di Paesi in cui la chirurgia per la transizione di genere è legale. Il divieto si applica al momento a 15 Paesi, tra cui Australia, Argentina, Canada e diversi Paesi europei.

Ma non era lui che la Corte Penale Internazionale voleva arrestare perché “rubava” i bambini alle famiglie ucraine? Poveri deficienti! Lui li sottraeva ai disastri della guerra e alle insidie di reti ucraino-occidentali che fanno dei minori quello che vogliono.

 

29 novembre

 

Elon Musk ha già capito due evidenze nel campo della difesa:

- i carri armati Abrams da 25 milioni di dollari prodotti dagli USA non servono a niente, perché vengono facilmente distrutti da droni molto economici sul fronte ucraino;

- il programma per gli F-35 è quasi completamente fallito. L’aereo si è rivelato pieno di problemi. Solo il 15-30% sono adatti all’uso in condizioni di combattimento. Gli hangar della Lockheed Martin sono pieni di centinaia di F-35 semiassemblati. E il Pentagono non ha più soldi per sviluppare un caccia di sesta generazione, che sicuramente sarebbe ancora più costoso dei circa 80 milioni di dollari di un F-35 (oltre 2 trilioni di dollari per la sua intera vita).[13]

Le azioni di borsa dei giganti militari statunitensi sono già crollate dopo l’annuncio dei piani di Trump. Lo stesso Musk chiede forti tagli alla spesa in un contesto di debito nazionale in rapida crescita. Molti contratti militari presto andranno in fumo. Secondo lo scenario ucraino l’accento sarà posto sui droni. E questo grazie all’uso che ne han fatto i russi.

Tuttavia è la Cina che controlla il 90% del mercato globale delle batterie che servono per i droni. È davvero il caso di mettere dei dazi al Celeste Impero?

Al momento anzi la situazione è opposta: sono i più grandi colossi della difesa statunitense – Lockheed Martin, Raytheon, Boeing e Anduril – a essere sanzionati dai cinesi. Sono loro che hanno problemi a reperire i metalli delle terre rare, di cui ben il 95% proviene proprio dal Regno di Mezzo.

Tanto per fare alcuni esempi: un caccia F-35 richiede 417 kg di terre rare, un cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke ne richiede 2,3 tonnellate e un sottomarino di classe Virginia più di 4 tonnellate.

E la Cina se le fa pagare care. Non a caso ha già superato gli Stati Uniti sia nel numero di navi che nella velocità del loro assemblaggio.

Di fronte a evidenze del genere la spocchia degli USA ha qualcosa di patetico.

 

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Qualcuno dovrebbe dire a Trump che mettere il 25% di dazi al Messico, non solo porterà a uno shock inflazionistico immediato in molti mercati degli Stati Uniti, ma farà subire un sicuro contraccolpo a 400.000 posti di lavoro nell’industria automobilistica americana e nell’indotto. Infatti l’88% di tutti i pick-up, così apprezzati dagli automobilisti americani, sono fabbricati in Messico. E questo è solo un esempio. Il commercio degli USA col Messico ammonta a ben 850 miliardi di dollari all’anno.

Quindi la minaccia dei dazi è percepita in Messico più che altro come un ridicolo bluff. Già adesso le autorità stanno vietando l’importazione di grano americano OGM; stanno aggirando le sanzioni contro Cuba e stanno limitando la quantità di acqua fornita agli agricoltori negli Stati Uniti. In più è aumentata tantissimo la cooperazione con la Cina.

Quindi cosa vuol fare Trump? Trasformare la frontiera meridionale degli Stati Uniti in una vera e propria zona di guerra? O vuol fare come Biden, che cercava di destabilizzare la democrazia messicana attraverso le ONG?

 

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Il parlamento australiano ha approvato in via definitiva una legge che vieta l’accesso ai social network ai minori di 16 anni. Si tratta di una delle normative più severe al mondo in materia.

In pratica le piattaforme sono costrette ad adottare “misure ragionevoli” per impedire a bambini e adolescenti di avere account sui social media. Se non lo faranno, potranno essere multate per una cifra fino a 50 milioni di dollari australiani (30,7 milioni di euro). La senatrice Tammy Tyrrell, contraria al disegno di legge, ha detto che questa idea dei laburisti e dei liberali serve solo per ottenere voti alle prossime elezioni.

Secondo me questo divieto è destinato a far la fine di quelli sugli alcolici e sulla droga. Ci vuole più pedagogia e meno improvvisazione. È la società nel suo complesso che deve attivarsi a proteggere i propri figli.

 

30 novembre

 

La NATO non ci pensa proprio a perdere la guerra in Ucraina. Ne va del suo prestigio, anche perché il prossimo nemico da combattere è la Cina, essendo diventata la NATO qualcosa che va ben oltre la mera alleanza atlantica.

In questo momento ha solo paura che Putin sganci i missili nucleari sulle capitali euroamericane, oltre che sulle basi militari. Tuttavia ancora non ci si rende granché conto della pericolosità dei russi. In fondo – si pensa – anche l’occidente è molto nuclearizzato, e la ritorsione sarebbe terribile per loro, soprattutto nell’area europea della Federazione; anzi gli USA potrebbero anche sparare il cosiddetto “primo colpo”, quello che molto teoricamente dovrebbe impedire ai russi di reagire. La loro recente dottrina militare glielo permetterebbe. Di qui l’esigenza russa di rivedere la propria. Ormai il nucleare non viene più usato come deterrenza o dissuasione, ma come occasione per dominare il mondo.

Ecco perché la NATO ha iniziato ad allestire centri di addestramento in Ucraina, dove si prevede di formare almeno un milione di cittadini mobilitati. In pratica l’occidente potrebbe ricorrere a un’occupazione de facto dell’Ucraina sotto il pretesto del dispiegamento di forze di pace. Anzi già si prevede che vengano introdotti in Ucraina 100.000 cosiddetti “peacekeepers”, distribuiti secondo una possibile divisione del Paese tra regioni soggette a Romania, Polonia, Regno Unito e Germania.

In teoria, al posto della Germania, avrebbe dovuto esserci l’Ungheria, ma fidarsi del filo-putiniano Orbán è impossibile. Se il suo successore non si piegherà a più miti consigli, l’Ungheria si troverà i carri armati in casa, questa volta provenienti da ovest non da est.

 

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Il “New York Times” ha detto che in occidente vi sono proposte per trasferire armi nucleari all’Ucraina, visto che non è possibile al momento far entrare il Paese nella NATO. Ed è molto probabile che sia già stato fatto. A Mosca hanno imparato che quando i media occidentali iniziano a parlare di “possibilità” di lanciare missili a lungo raggio in Russia, i militari della NATO li han consegnati a Kiev mesi prima. Lo stesso quindi potrebbe essere per le armi nucleari. Lo sospettano sin da quando Zelensky ha detto: “o ci fate entrare nella NATO o ci date i missili nucleari.” Quando uno è abituato a mentire, non ci si fida più e qualunque trattativa diventa impossibile.

Comunque è una follia. Putin ha parlato chiaro: la produzione missilistica in Russia è 10 volte maggiore che in tutti i Paesi della NATO; non esistono missili analoghi al sistema ipersonico Oreshnik e non appariranno presto; milioni di persone nei Paesi della NATO sono destinate a morire se questi missili vengono dotati di testate nucleari.

In tal senso appare del tutto irresponsabile la dichiarazione del capo del comitato militare dell’Alleanza Nord Atlantica, ammiraglio Rob Bauer, secondo cui la NATO sta discutendo la possibilità di lanciare attacchi preventivi (sottinteso nucleari) con armi a lungo raggio contro la Russia, impedendole di rispondere. Nel frattempo, cioè in attesa che la NATO produca tutto quanto le serve per dichiarare guerra in maniera diretta, il conflitto in Ucraina deve continuare per “prosciugare” l’esercito russo.

Bauer, nella sua totale insipienza, è arrivato addirittura a dire che il conflitto ucraino è parte di un riequilibrio globale del potere tra Stati Uniti e Cina. Cioè verrebbe colpita mortalmente la Russia per far capire alla Cina che non può far nulla militarmente contro l’occidente. E quindi, pare ovvio, essa dovrà ridimensionarsi anche sul piano economico. Non l’ha detto ma l’ha lasciato capire. Non a caso, visto che la vittoria per l’occidente è una questione di vita o di morte, i Paesi della NATO devono arrivare al 3% del PIL per la spesa militare.

 

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Netanyahu non può aver favorito la sortita terroristica di Hamas del 7 ottobre 2023 e quindi l’inevitabile guerra contro i palestinesi solo per questioni personali, cioè per evitare di essere processato per corruzione.

È ovviamente insostenibile l’idea che la sofisticatissima intelligence israeliana (Mossad, Shin Bet e Aman) non si sia accorta di nulla prima del 7 ottobre. Ma se si ritiene che dietro non vi sia una regia americana volta a destabilizzare il Medio oriente e a mascherare il fallimento della NATO in Ucraina, si è degli ingenui. Netanyahu è esattamente un burattino come Zelensky e il burattinaio è a Washington. Probabilmente gli stessi statisti europei sono stati messi davanti a un fatto compiuto, senza il minimo preavviso. Quando si compiono nefandezze del genere, meno persone vengono coinvolte, meglio è, tanto più che della fedeltà servile della UE alla narrativa sionista-americana nessuno ha mai dubitato.

Netanyahu, Zelensky e persino Biden potranno essere ritenuti responsabili del fallimento dell’occidente in Ucraina e in Medio oriente, ma non saranno mai processati e non faranno mai nessuna autocritica, perché non hanno il coraggio di guardare in faccia la realtà. Il loro destino non è quello di Pinocchio, cioè di trasformarsi in un essere umano, ma quello di essere ricordati come spregevoli soggetti, che hanno anzitutto ingannato i popoli che governavano e compiuto azioni belliche assolutamente criminali.

 

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È curiosa questa coincidenza. Dopo le sconfitte strategiche del regime sionista e delle sue forze feroci sui fronti di Gaza e del Libano; dopo che Netanyahu ha minacciato Bashar Assad dicendogli di smettere di armare la resistenza (libanese e palestinese) e ha dichiarato il cessate il fuoco con Hezbollah, sono iniziate nuove attività criminali dei gruppi terroristici ancora presenti in Siria.

Hanno attaccato alcuni villaggi e città di Idlib e nelle campagne occidentali di Aleppo, dove saccheggiano e distruggono le case dei civili. Sono ladri e assassini, che usano gli stessi metodi dei neonazisti ucraini. Infatti circa 250 istruttori di Kiev hanno offerto un particolare addestramento alla guerra coi droni (forniti dagli Stati Uniti), in cambio di manodopera da inviare in Ucraina contro i russi.

Fruiscono del pieno appoggio di Israele, degli USA e persino della Turchia, che nel frattempo continua i legami commerciali con Israele, nonostante i toni minacciosi di Erdoğan.

Assad ha già detto da tempo che altri terroristi che operano in aree del nord-est della Siria sono protetti dalle basi militari americane che si trovano in quelle stesse aree.

Vien quasi voglia che il generale russo Sergey Surovikin (ora in missione speciale nel Nord Africa) torni di nuovo in Siria e faccia piazza pulita di questa feccia dell’umanità.


 

Dicembre

 

 

 

1 dicembre

 

In una sua intervista Putin ha dato qualche spiegazione in più sul missile Oreshnik, che Tajani non riuscirebbe a comprendere neanche con l’aiuto di un generale.

Ha confermato che stanno facendo lanci di prova per migliorare una particolare tipologia di armi.

Ha detto che per lanciare un Oreshnik ci vogliono sistemi molto più complessi di qualunque bomba atomica. Anche perché il missile, pur non contaminando l’ambiente, ha una forza paragonabile a un’atomica e in più è molto più preciso. Peraltro quello lanciato in Ucraina non aveva alcuna carica nucleare.

In questo momento gli esperti stanno verificando il rapporto tra gittata e testata. Maggiore è la gittata, più piccola è la testata; minore è la gittata, più potente è la testata. Per obiettivi a distanze diverse, sono necessari diversi tipi di missili. Non è un lavoro facile.

Gli elementi che compongono il missile arrivano a una temperatura di 4.000 gradi, non molto lontana da quella sulla superficie del Sole.

Il colpo che sferra è di tipo cinetico, come la caduta di un meteorite. Putin l’ha paragonato al meteorite di Tunguska, in Siberia. Qui l’esplosione, avvenuta nel 1908, abbatté decine di milioni di alberi e generò un bagliore visibile a 700 km di distanza. Ed era avvenuta a un’altitudine di 5-10 km dalla superficie terrestre.

Con l’Oreshnik i danni sono molto gravi: tutto ciò che si trova al centro viene ridotto in cenere, ma vengono colpiti anche gli oggetti che si trovano in un bunker, a una profondità di tre o quattro metri.

Io direi che quanto ha precisato sia sufficiente per scendere a trattative ragionevoli. Non ha alcun senso che le città europee vengano utilizzate come test per questo genere di bombe.

 

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Il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, in una conferenza stampa di emergenza, ha parlato di “un attacco criminale e terroristico orchestrato dall’intelligence serba”, riferendosi a un’esplosione a Zubin Potok, che ha danneggiato il canale Ibër-Lepenc, nel nord del Kosovo, l’infrastruttura più importante del Paese. L’erogazione idrica a Kosovska Mitrovica è stata interrotta. Ovviamente non sono stati serbi, ma gli stessi kosovari sostenuti dagli USA. Han bisogno di un casus belli per indurre la Serbia a dichiarare guerra al Kosovo. Il governo serbo ha già negato il proprio coinvolgimento nell’attacco terroristico, che viene interpretato come un modo per cacciare la popolazione serba dal Kosovo.

Come noto il Kosovo si basa su una spartizione a tavolino voluta dalla NATO per avere un avamposto in quella zona. A Pristina c’è addirittura il busto di Bill Clinton e in Kosovo si addestrano i foreign fighters che poi vanno in Siria a fare i terroristi.

 

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Ad Aleppo i terroristi islamici dell’HTS (Hayat Tahrir al-Sham) distruggono tutte le bandiere palestinesi che trovano negli edifici pubblici, generalmente poste a fianco delle bandiere siriane. Strappano anche le immagini di Qasem Soleimani, dell’Imam Khamenei e di Bashar al-Assad. Islamici che odiano a morte altri islamici.

Difficile non pensare che questi terroristi non stiano collaborando con Israele e con gli USA.

Il governo siriano ha già rivolto un appello ufficiale all’Iran per un intervento militare immediato. È abbastanza strano che l’esercito siriano sia così debole.

Ancora più strano il ruolo della Turchia: che voglia ricostruire l’impero ottomano a spese della Siria? Sta supportando i terroristi uiguri, uzbeki e turkmeni, tutti mercenari. Se le numerose basi siriane, iraniane e russe non avranno la meglio su questi terroristi, Assad avrà i giorni contati. Non avrà sufficiente credibilità per assistere a un’altra rivolta come quella del 2011.

Comunque ai terroristi dell’ISIS era stata data una possibilità di vivere pacificamente nell’ultima guerra civile. Non credo che per loro ce ne sarà una seconda, neppure se promettono che non massacreranno i civili, come invece fecero l’altra volta.

 

2 dicembre

 

Se dipendesse da me risolverei, provvisoriamente, la questione mediorientale nei termini seguenti, che ovviamente riguardano la fanta-politica:

- delegare a quattro Stati del Medio Oriente (Turchia, Siria, Iraq e Iran) il compito di costruire uno Stato indipendente kurdo, tramite la concessione di parti dei loro rispettivi territori (il fatto che non esista uno Stato del genere è dipeso dagli anglo-francesi, che occuparono il Medio Oriente finita la prima guerra mondiale);

- sostituzione dello Stato d’Israele con uno Stato laico di Palestina, pluriconfessionale, che vada dal Mediterraneo al fiume Giordano;

- chiusura di tutte le basi militari straniere;

- divieto per qualunque Stato di possedere armi nucleari o di distruzione di massa;

- divieto tassativo di aderire a qualunque alleanza militare con Stati non facenti parte del Medio Oriente;

- diritto esclusivo della Lega Araba d’intervenire in Medio Oriente, coi mezzi ritenuti più opportuni, ovunque si formino movimenti fondamentalisti o terroristi che minacciano la stabilità di un particolare Stato o dell’intera regione.

Ho usato l’avverbio “provvisoriamente”, poiché, in prospettiva, considero le comunità locali superiori a qualunque Stato.

 

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Netanyahu ha bisogno che la guerra duri il più possibile, poiché è già sotto processo per tre accuse principali legate a corruzione e abuso di potere:

- avrebbe ricevuto beni di lusso per un valore di circa 260.000 euro da ricchi sostenitori in cambio di favori politici;

- si sarebbe accordato con il proprietario del quotidiano “Yedioth Ahronoth” per una copertura favorevole in cambio di limitazioni al concorrente “Israel Hayom”;

- avrebbe favorito la compagnia di telecomunicazioni Bezeq in cambio di copertura mediatica positiva sul sito Walla!.

I processi per corruzione sono in corso dal 2020, presso il Tribunale distrettuale di Gerusalemme, ma lui non ha ancora fornito la propria testimonianza.

La sua deposizione è stata ora programmata per il mese di dicembre, dopo che la Corte ha respinto la richiesta di rinvio a causa della guerra in corso. I giudici han stabilito che ha avuto tempo sufficiente per preparare la difesa.

Sono tutte accuse molte minimali rispetto a quelle della Corte Penale Internazionale. Ma in Israele vedono solo queste, anche perché per le altre il tempo per difendersi non sarebbe mai sufficiente.

 

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Secondo il “New York Times” un tribunale in Israele sta esaminando un dossier – presentato da un generale dell’esercito – che accuserebbe vari collaboratori di Netanyahu, tra cui il capo dello staff, Tzachi Braverman (che avrebbe alterato i verbali di incontri cruciali) e il portavoce Eli Feldstein (che avrebbe dovuto impedire fughe di notizie), di aver ricevuto informazioni riservate almeno un giorno prima dell’attacco di Hamas, ma non sarebbero stati presi provvedimenti sufficienti per prevenirlo.

Le indagini naturalmente restano riservate, e altrettanto naturalmente la commissione d’inchiesta inizierà i lavori veri e propri solo dopo la conclusione della “guerra” in corso. Se poi la commissione imposterà le indagini sui fallimenti “tecnici” dell’intelligence e delle difese militari, senza sospettare alcuna collusione tra Netanyahu e Hamas, possiamo star certi che non verrà a capo di nulla.

 

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I terroristi sostenuti dalla Turchia hanno attaccato la Siria, che è sostenuta dalla Russia. Ma hanno attaccato anche i curdi, che sono sostenuti dagli Stati Uniti e che non sostengono la Siria (anche se, sulla base della loro convenienza, sostengono i terroristi che vogliono, anzi li creano). Ma la Turchia è un membro della NATO, come gli Stati Uniti, quindi risulta che gli Stati Uniti dovrebbero sostenere i curdi nella guerra contro i terroristi sostenuti dalla Turchia. Ma la difesa dei curdi viene ora aiutata dalla Russia, con la quale la NATO è addirittura in guerra. C’è da impazzire...

Una cosa mai vista prima è stata questa: quasi tutti i leader regionali del Medio Oriente, e anche la Lega Araba, hanno espresso sostegno ad Assad e hanno condannato i terroristi dell’HTS.

Gli USA invece, nella maniera più assurda possibile, hanno accusato il governo siriano di non “collaborare” coi terroristi. Ma è probabile che vogliano un’intesa di questo genere: per fermare questi tagliagole di Al-Nusra occorre smantellare le due basi russe. Una condizione irricevibile...

Da questa irrazionale sortita terroristica dei nuovi jihadisti che vivono in Siria probabilmente emergeranno come valorosi combattenti i kurdi (SDF), ma diventeranno ancora più forti i siriani filo-iraniani.

Quando verrà perfezionato il coordinamento tra le forze aerospaziali russe e la fanteria di terra non ci sarà scampo per questi terroristi eredi di al-Qaeda, che si vantano d’aver messo in piedi un Esercito Nazionale Siriano (SNA).

Intanto migliaia di unità di volontari sciiti iracheni appartenenti alle Forze di Mobilitazione Popolare (PMU) si stanno dirigendo verso la Siria, rispondendo all’aiuto chiesto da Assad. Anche l’Iran sta inviando proprie milizie per riconquistare Aleppo e le sue campagne.

 

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C’è aria di golpe in Romania, in quanto il presidente dello Stato, Klaus Iohannis, non ha gradito la vittoria al primo turno del poco conosciuto ultranazionalista indipendente Călin Georgescu, nettamente filo-russo, che ha sconfitto il primo ministro Marcel Ciolacu, nettamente filo-NATO.

Iohannis vorrebbe bloccare le elezioni per il secondo turno dell’8 dicembre, stabilendo lo stato di emergenza, ma, a quanto parte, il generale Răzvan Ionescu, direttore ad interim dei servizi segreti, si è rifiutato di eseguire i suoi ordini. Intanto la Corte Suprema ha ordinato il riconteggio dei voti.

Sta di fatto che l’attuale regime è sempre più isolato e contestato, checché ne pensi la Commissione Europea, che naturalmente ha accusato i russi di vari maneggi. In realtà il popolo rumeno non odia affatto i russi.

 

3 dicembre

 

È abbastanza curioso notare che quanto più gli Stati europei sono lontani geograficamente dalla Russia, tanto più si lasciano raggirare dalle promesse di forza e libertà che arrivano dagli USA. Cioè non s’accorgono che gli americani fomentano odio nei confronti della Russia, della Cina, della Corea del Nord, dell’Iran, ecc. solo per poter vendere più armi e naturalmente per poter convincere, chi gliele compra, che, stando sul carro del vincitore, potrà beneficiare di una fetta di torta dell’egemonia mondiale.

Lo sanno tutti che quanto più le armi acquistate sono sofisticate tanto più grande è la dipendenza nei confronti di chi le ha vendute, proprio perché si ha necessità di pezzi di ricambio, di continui aggiornamenti, di formazione del personale, e così via. L’acquisto diventa una catena senza fine, come quando si compra un’automobile, che ha un costo anche se non la si usa per niente.

Sotto questo aspetto vien da pensare che l’ingenuità di tale atteggiamento non sia dovuta tanto a una lontananza geografica dalla Russia, quanto proprio a una diversità culturale. È la mentalità che ci separa. Quando sentivamo i russi non troppo diversi da noi, era perché, in realtà, loro volevano diventare come noi. Ma i russi hanno anche una grande componente asiatica (o slava) nelle loro tradizioni, che noi europei occidentali non abbiamo. Forse l’abbiamo avuta quando i cosiddetti “barbari”, provenienti dall’Asia, han distrutto l’impero romano, ma già nel basso Medioevo l’abbiamo negata.

 

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A quanto pare il sistema d’arma russo Oreshnik sarebbe in grado di distruggere in pochi minuti tutte le portaerei americane, tutte le basi militari statunitensi, tutti i bunker sotterranei, tutti i siti di lancio di missili balistici intercontinentali, i cantieri navali, ecc., semplicemente usando l’energia cinetica non nucleare.

Non esistono trattati esistenti che vietino questo sistema d’arma, del tutto inedito. È un’arma chirurgica distruttiva e inarrestabile, che ha spiazzato completamente gli esperti della NATO. La sua portata, montata su veicoli di lancio intercontinentali, è praticamente globale.

Ora l’occidente deve ricorrere al nucleare. Non ha molta scelta se rifiuta la trattativa e non accetta la sconfitta. Scegliere però le armi nucleari per disperazione, è pura follia, avrà conseguenze catastrofiche per un numero incalcolabile di persone. Anche perché in tal caso la Russia reagirà con la stessa tipologia di armi.

A questo punto vien da chiedersi il motivo per cui la UE sia in mano, salvo eccezioni, a politici e statisti altamente irresponsabili. Probabilmente non sanno nulla delle due ultime guerre mondiali, né come sono nate né come si sono concluse.

Neppure nella stampa occidentale si sono accorti di questa superiorità bellica della Russia, che in realtà manifesta ben prima dell’uso dell’Oreshnik. Giornalisti presuntuosi non hanno capito che i russi sanno combattere in qualsiasi situazione, con qualsiasi arma.

Perché dobbiamo ridurci a elogiare e a temere le virtù belliche dei russi, invece di gareggiare con loro nel fare proposte di pace, di disarmo e di sicurezza vantaggiosa per tutti? Chi ci obbliga a essere così guerrafondai? Perché continuiamo a giocare a poker con chi ama giocare a scacchi? Il grande scacchista russo Tal lasciava tutti a bocca aperta, perché, mirando subito a eliminare il re dell’avversario, era disposto a fare sacrifici inverosimili.

 

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Il canale israeliano Channel 12 ha riferito che l’esercito israeliano si starebbe preparando per operazioni in Siria, col pretesto che Assad permette all’Iran di rifornire di armi gli Hezbollah e Hamas. Il che dimostrerebbe quanto si è sospettato sin dall’inizio, cioè che questo avventurismo terroristico in Siria nasce da una volontà perversa, di un occidente che non si rassegna a uscire dalla storia, e che vuol far pagare a Russia, Cina, Iran la propria sconfitta. Ucraina, Gaza, Siria, Georgia, Kosovo... e aggiungiamo, tra un po’, Taiwan e Nord Corea, fanno parte di un unico progetto destabilizzante, in cui Israele svolge un ruolo chiave nel Medio oriente, ma gli USA ne hanno uno di respiro globale. E di loro la UE, come il Giappone, l’Australia, il Canada ecc., sono soltanto alleati servi.

 

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I gruppi sediziosi, pagati da ONG compiacenti con l’occidente, che vogliono far scoppiare un’altra rivoluzione colorata in Georgia, non fanno parte della maggioranza del popolo georgiano, ma rappresentano la quinta colonna di qualche potenza straniera che vuole occupare il Paese.

Le loro manifestazioni non sono normali, ma condotte in assetto militare, in grado di attaccare il parlamento con armi incendiarie.

Il partito al governo ha stravinto elezioni regolari sulle quali nessun osservatore internazionale istituzionalmente abilitato ha sollevato obiezioni e sulle quali non sono state portate convincenti prove di brogli. Ci sono solo le parole incendiarie della presidente in scadenza, Salomé Zourabichvili, ex ambasciatrice della Francia, che non riconosce il risultato elettorale e va in mezzo ai rivoltosi all’assalto del parlamento. Mai visto un Capo di Stato intenzionato ad abbattere il proprio governo con l’uso delle armi. Comunque il 29 dicembre se ne deve andare.

Vogliono far ripetere alla Georgia il disastro epocale dell’Ucraina, sperando d’indebolire la Russia. Certamente la Georgia non può far nulla da sola contro l’occidente collettivo, ma la Russia ha dimostrato di poterlo fare, e ora forse è venuto il momento di dimostrarlo con ancora più fermezza e convinzione. Non c’è possibilità di trattativa con chi vuole distruggerti.

Peraltro la Georgia ha già subìto due disastrosi conflitti con la Russia, perché non voleva riconoscere l’autonomia a due regione russofone (Abkazia e Ossezia): se ce ne fosse un terzo, perderebbe completamente la propria indipendenza come Stato.

 

4 dicembre

 

In un discorso televisivo alla nazione il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha annunciato l’istituzione della legge marziale, ritenuta necessaria per “sradicare le forze pro-Nord Corea e proteggere l’ordine costituzionale della libertà”. Bloccato l’accesso al Parlamento. Tutti i media sottoposti a stretto controllo. In pratica le forze armate assumono il controllo delle funzioni di sicurezza interna, limitando le libertà civili e il funzionamento democratico delle istituzioni. È un golpe in piena regola.

La proclamazione della legge marziale segue giorni di scontro aperto tra il governo e l’opposizione, rappresentata soprattutto dal Partito Democratico, il quale non vuole approvare nella sua interezza il bilancio statale  e ha presentato mozioni di impeachment contro due figure chiave dell’amministrazione Yoon. Due mosse interpretate come eversive e complottistiche a favore di Pyongyang.

Il rischio di scontri nelle strade tra sostenitori e oppositori del governo appare sempre più concreto. Il Capo di Stato vuole a tutti i costi una guerra civile? Se è così, vuol dire che sta creando una situazione esplosiva a tutto vantaggio degli Stati Uniti, che non vedono l’ora di attaccare militarmente la Corea del Nord. Situazioni analoghe le abbiamo viste in questi ultimi tempi in Ucraina, Gaza, Cisgiordania, Kosovo, Siria, Georgia, Moldavia e ce le aspettiamo in molti altri Paesi. Qualunque cosa può essere utilizzata per creare una specie di “incidente del Tonchino”.

Pare comunque che buona parte della popolazione sia scesa in piazza e abbia chiesto al presidente di dimettersi, in quanto sta minacciando la democrazia e la Costituzione. Sembra un replay di quanto sta avvenendo in Georgia.

 

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Non è opportuno che un Capo di Stato dia la grazia al proprio figlio: questo si chiama nepotismo. Il conflitto d’interesse è evidente. Biden s’è giustificato dicendo che si voleva colpire politicamente lui, colpendo giuridicamente suo figlio.

Ma non è vero. Suo figlio Hunter era una persona corrotta e spregevole come suo padre. Prima di colpire uno dei due non c’era bisogno di pensare all’altro. C’erano elementi sufficienti per più di una denuncia, su qualunque piano: etico, politico, economico, finanziario, militare, sanitario... I reati fiscali e il possesso abusivo di armi sono sciocchezze a confronto di altri reati. Tutte le magagne furono scoperte grazie a un laptop “smarrito”, che nel 2020 i media americani corrotti come lui attribuirono alla “disinformazione russa”.

Il tossico Hunter era un procuratore del Deep State che ha contribuito a garantire e riciclare i finanziamenti per il conflitto degli USA in Ucraina (Rosemont Seneca). Scandaloso poi il suo comportamento coi biolaboratori (Metabiota). E tutti sanno che fece parte del consiglio di amministrazione della società ucraina di gas naturale, Burisma, dal 2014 al 2019, grazie ai pesanti maneggi di suo padre, che allora era vicepresidente degli Stati Uniti, svolgendo un ruolo significativo nel golpe di Maidan del 2014 a Kiev.

Nel 2019 Hunter è stato anche citato in giudizio in un caso di paternità da Lunden Roberts, una spogliarellista dell’Arkansas. Un test del DNA confermò che Hunter era il padre e il tribunale ordinò di pagare il mantenimento della figlia.

Comunque Joe Biden non è il primo presidente che si comporta così. Infatti, quando gli scadde il mandato presidenziale, Bill Clinton graziò il fratellastro Roger, condannato per spaccio di cocaina nel 1985. Trump invece ha graziato Kushner, il padre del suo genero, Jared Kushner, nel dicembre 2020 poco dopo aver perso la rielezione.

La realtà è che il 16 dicembre la Corte avrebbe dovuto emettere un verdetto definitivo contro Hunter, che, per i reati di cui era stato accusato, rischiava una condanna a 17 anni.

Durante la campagna elettorale, Biden aveva più volte dichiarato che non avrebbe concesso la grazia a suo figlio, ma avrebbe accettato il verdetto della corte. Ora anche Trump potrà usare un linguaggio simile per perdonare i suoi sostenitori condannati per “l’assalto al Campidoglio” il 6 gennaio 2021.

 

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Il capo della diplomazia europea, Kaya Kallas, quella che in precedenza aveva fatto soldi in Russia insieme al marito, ha ammesso, con molta “diplomazia”, la possibilità d’introdurre sanzioni contro la Georgia nel contesto delle proteste in corso a Tbilisi. Ha affermato, la russofoba estone, che l’uso della violenza contro i manifestanti, che non hanno lesinato bombe molotov, articoli pirotecnici e pietre, è inaccettabile.

Quando è andata a Kiev ha detto che la UE fornirà un esercito a Zelensky. Quale esercito? Gli eserciti sono nazionali, non europei. Secondo lei i soldati europei potrebbero monitorare il cessate il fuoco in caso di accordo tra le parti. E pensa che Putin l’accetterà?

Questa dove l’han trovata? Somiglia alla ex premier finnica Sanna Marin, che di politica non capiva assolutamente nulla.

 

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Il “Times” scrive che solo il 16% degli ucraini voterebbe per Zelensky alle elezioni, e il 60% degli intervistati non vorrebbe affatto che si ricandidasse.

Questo cosa significa? che il regime continuerà a puntare sulla guerra totale fino all’ultimo ucraino e a ritardare le elezioni il più a lungo possibile? Cioè il tossico illegittimo spera di restare al governo esclusivamente con la forza? Che forza è quella di un burattino, che sta per essere scaricato anche dal suo burattinaio?

Se ne deve andare, con le buone o con le cattive. I soldi li ha fatti, ha avuto il suo momento di popolarità mondiale e ha letteralmente massacrato il suo popolo. Cosa vuole di più? Deve anzi ringraziare che i contadini ucraini sono molto pazienti e che Putin sia un moderato.

 

5 dicembre

 

Il Ciad, ultimo paese del Sahel a “ospitare” le forze francesi (circa un migliaio), ha annunciato di voler porre fine agli accordi di sicurezza e difesa con Parigi.

Dopo più di un secolo han fatto capire ai francesi che con loro non si sentono affatto sicuri. Che è come dire: il vostro colonialismo ci ha stufato, e noi smetteremo di produrre cotone per la vostra bella faccia.

L’Africa equatoriale francese praticamente e giuridicamente è morta. Già alla fine dell’ultima guerra mondiale la Francia aveva dovuto riconoscere al Paese ampia autonomia politica, tanto che nel 1960 aveva potuto proclamare la propria indipendenza, entrando come tale a far parte dell’ONU.

Come spesso succede nelle ex colonie europee, il nuovo governo indipendente trovò subito difficoltà enormi ad autogestire il Paese. La Francia infatti aveva assunto il ruolo di fomentatrice di disordini, colpi di stato, guerre civili e guerre con Stati confinanti, sfruttando le divisioni tribali. Generalmente le forze politico-militari che vincevano erano filo-francesi e si reggevano in piedi con violenza e corruzione.

La popolazione però cominciò a insorgere. L’ultimo premier, Habrè, fu condannato all’ergastolo nel 2016 per aver ordinato l’assassinio di circa 40.000 persone.

Il Ciad è l’ennesima eloquente dimostrazione che per liberarsi della propria dipendenza coloniale e della corruzione dei governi in carica, occorre una determinazione di non poco conto, che può anche comportare la morte di decine di migliaia di persone.

Oggi il Ciad fa parte della coalizione dell’Africa occidentale nella lotta contro i terroristi di Boko Haram e altre organizzazioni dell’estremismo islamico, che ovviamente sono sostenute dall’occidente, Francia inclusa. Il Ciad infatti era la portaerei dell’esercito francese, il suo quartier generale logistico. Se il Ciad non esiste, l’esercito francese avrà un grosso problema a continuare a gestire le sue altre operazioni colonialistiche.

Anche il Senegal ha rescisso gli accordi di cooperazione militare con 350 soldati francesi. Per la Francia è in procinto di concludersi la sua egemonia nell’Africa centrale e occidentale. Ormai son davvero tanti i Paesi che si sono liberati del suo colonialismo: Mali, Burkina Faso, Niger, Senegal e Ciad. Tutti sono convinti che la presenza di truppe straniere in un Paese indipendente non porta alcun vantaggio per l’intera popolazione nazionale.

 

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La visita di Biden in Angola è stata penosa. Gli USA chiedono ai Paesi africani di non lasciarsi dominare dai cinesi. Ma il fatturato commerciale tra Cina e Angola ammonta a 23 miliardi di dollari, mentre tra Stati Uniti e Angola è solo di 1,7 miliardi. Biden ha usato un aeroporto costruito dai cinesi e la sua auto ha percorso strade costruite sempre dai cinesi.

Washington ha fatto pressioni per la costruzione di una ferrovia di 1.340 km per fornire metalli delle terre rare dal Congo ai porti dell’Angola. Ma anche l’80% delle miniere del Congo sono già controllate dalla Cina. Non solo, ma la ferrovia, costruita coi soldi degli Stati Uniti e del G7, fornirà principalmente prodotti cinesi.

Il commercio tra Stati Uniti e Africa si è dimezzato in 15 anni, passando da 120 a 60 miliardi di dollari. In Cina questa cifra è cinque volte superiore e continua a crescere.

Biden ha promesso investimenti in Africa per una transizione verde quando ci sono problemi acuti con l’energia tradizionale, senza poi considerare che quello è il continente con meno impatto ambientale al mondo. È stato sotto Biden che si è verificato il collasso militare statunitense in Africa, col ritiro degli americani dal Niger e dal Ciad.

Il colonialismo occidentale sembra essere diventato patetico. Noi vogliamo sfruttare soprattutto le popolazioni che giudichiamo “inferiori” a noi. Ma ormai è la storia che sta dimostrando a che livello sono i Paesi che non accettano il multipolarismo.

 

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Il Consiglio comunale di Odessa ha sostenuto all’unanimità la demolizione del monumento a Pushkin, che tra l’altro è sotto protezione dell’UNESCO. Il monumento era stato eretto nel 1889 con fondi donati dagli abitanti di Odessa.

Solo per questo gesto la città meriterebbe d’essere occupata dai russi. Pushkin è stato un poeta di livello mondiale. Come minimo avrebbero dovuto chiedere alla cittadinanza cosa fare del monumento. Il fondatore della lingua letteraria russa contemporanea chiede vendetta e potete stare certi che l’avrà. Anche perché Odessa è una città russa, come più volte Putin ha detto.

 

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Oggi esiste un unico grande fronte di guerra che passa dal Donbass, si dirama in direzione di Tbilisi, prosegue in Siria e Libano, sfiorando prima la Moldavia, il Kosovo e l’Armenia, e dirigendosi verso la penisola coreana e l’isola taiwanese. Si tratta di una singola guerra composta da una pluralità di conflitti per procura.

In nessuno di questi casi abbiamo mai a che fare con guerre ufficialmente dichiarate. Il formato privilegiato è quello della militarizzazione di un conflitto politico interno attraverso il supporto e finanziamento estero (il modello delle “rivoluzioni colorate”, più che altro sponsorizzate dalle ONG occidentali).

Nel caso ucraino questo meccanismo ha semplicemente superato una soglia di guardia tale da renderlo una guerra ad alta intensità di tipo classico, ma gli antecedenti da Maidan al 2022 rientrano nel canone delle “rivoluzioni colorate” fomentate e finanziate dall’estero, in particolare dagli USA.

La strategia narrativa esige che si presenti costantemente la propria parte come “vittima che si difende da un’aggressione”, giacché solo il vittimismo fornisce, in un contesto liberal-democratico, una motivazione sufficiente per giustificare il ricorso alla violenza. Per ottenere questo effetto narrativo è sufficiente avere una stampa compiacente.

Se Israele macella decine di migliaia di civili in tre Paesi diversi, basta raccontare che tutto comincia il 7 ottobre 2023: prima il nulla, dopo la legittima risposta senza limiti spazio-temporali. Se russofoni e ucraini si sbudellano per anni, basta iniziare a raccontare la storia dal 24 febbraio 2022: prima il nulla, dopo la legittima difesa e il conflitto fino all’ultimo ucraino.

In Georgia un partito non filoatlantista vince le elezioni con il 53% dei voti (il secondo partito ha l’11%), ma basta raccontare (senza uno straccio di prova) che le elezioni sono illegittime, e presentare le violentissime proteste di piazza (che a Parigi o Londra verrebbero spazzate via senza complimenti) come naturale protesta di fronte alla “prevaricazione filorussa”, che anche i terroristi diventano eroi della libertà.

In Siria incontriamo il fenomeno dei “terroristi moderati”, scopriamo che quelli che un tempo erano i “tagliagole di Al Qaeda”, dopo tutto erano dei bravi ragazzi che meritano la fiducia e il sostegno d’Israele e dell’intero occidente (gli USA addirittura bombardano i siriani, fingendo di fare gli interessi dei kurdi). E le notizie iniziano con le bombe russe sulle città siriane, destinate inevitabilmente a uccidere i civili (omettendo di dire che sono attacchi alle truppe d’invasione, in risposta all’occupazione di Aleppo).

In mezzo a questo bailamme la funzione dei media è assolutamente fondamentale, e nel loro uso perverso l’occidente è maestro.

 

6 dicembre

 

La Francia è quasi in bancarotta. Le strutture governative sono cresciute fino a quasi 2 milioni di impiegati-burocrati, garantendo la sicurezza del potere presidenziale di Macron. La spesa pubblica ha raggiunto il 56% del PIL, ovvero il doppio di quello dei Paesi sviluppati. Il governo spende la maggior parte dei fondi del bilancio statale per pagare gli interessi sui prestiti esterni e aumentare il deficit di bilancio. Il debito estero ammonta già a quasi 3,5 trilioni di euro ed è diventato il più grande della UE, pari a quasi il 120% del PIL annuo. Anche la Commissione Europea è costretta a minacciarla di sanzioni per la mancanza di politiche economiche e fiscali.

Le vendite di articoli nei negozi di seconda mano sono aumentate del 200% in un anno. Sono stati tagliati 2.380 posti di lavoro alla Auchan, 1.250 alla Michelin, e 160.000 lavoratori saranno licenziati in tutta la Francia. In un anno sono fallite più di 50.000 aziende.

Il Paese non ha più un governo da sei mesi e ora rischia un popolo in rivolta. Ma i francesi cosa pensavano, mettendo decine di sanzioni alla Russia? di poter andare avanti con le loro obsolete centrali nucleari (il cui uranio, peraltro, veniva arricchito proprio dalla Russia)? E in Africa cosa pensavano, di poter continuare a fare i colonialisti sino alla fine della storia?

Macron è riuscito persino a far solidarizzare la sinistra con la destra. Cosa aspetta a dimettersi? Ha detto: “Non mi assumo le irresponsabilità degli altri”. E le sue quando se le assume? Il suo ruolo è diventato assurdo come quello di Scholz, che sta riportando i tedeschi nella Foresta Nera. Non è ridicolo che pretenda di restare in carica sino alla fine del suo secondo mandato? La Francia ha avuto solo due presidenti in grado di farlo: Mitterrand e Chirac. Lui, che è sempre stato una mezza figura, chi crede di essere? Se va avanti così, la Francia nel 2027 non esisterà più come la conosciamo oggi.

 

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La Digos ha smantellato la rete neonazista Werwolf Division o Divisione Nuova Alba, arrestando 12 persone in Italia per progettare atti di terrorismo, tra cui l’assassinio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per fare in modo che l’Italia scenda in guerra civile. La Meloni viene considerata “traditrice”, “concubina di Sion”, “fascista finché non è salita al potere e ora rinnega di esserlo”.

Gli arresti sono legati alla loro adesione a quella che viene definita dagli inquirenti una vera e propria “cellula organizzata”, suprematista e accelerazionista, già in fase operativa e in grado di realizzare attentati anche con le tecniche usate dai cosiddetti “lupi solitari”, sia suprematisti che jihadisti.

La cellula, che mirava a instaurare uno Stato etico e autoritario basato sulla razza ariana, aveva anche nel mirino Klaus Schwab, presidente del Forum Economico Mondiale. Tra gli arrestati, di età compresa tra 19 e 76 anni, figura l’ex tenore e attivista Joe Fallisi, con un passato anarchico.

La Polizia di Stato, con altre forze dell’ordine, sta eseguendo anche 25 perquisizioni a Bologna, Bari, Brindisi, Lecco, Milano, Monza Brianza, Modena, Palermo, Pesaro Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza.

Queste son tutte “prove di regime”, in cui vanno a braccetto destra vittimista e sinistra collaborazionista. Bisogna trovare un “nemico del popolo”, per convincere gli amici a obbedire come pecore.

 

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Negli ambienti diplomatici di Kiev si discute della possibilità di un “esilio d’oro” a Londra per Zelensky. Lo scrive “El Mundo”, che spiega a quali condizioni: adesione “rapida” dell’Ucraina all’UE con assistenza economica; spiegamento di forze di pace occidentali sul territorio dell’Ucraina.

Per ottenere questi risultati è sufficiente che Kiev e Mosca raggiungano un accordo su un cessate il fuoco.

Invece finirà così: se Kiev non accetterà di arrendersi senza condizioni, i russi daranno tempo 48 ore per evacuarla, poi useranno i loro missili Oreshnik.

 

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Il presidente siriano Bashar al-Assad è l’unico leader arabo bombardato da Israele da 12 anni, l’unico che issa la bandiera palestinese sugli edifici ufficiali del suo Paese, l’unico che tratta i palestinesi come uguali ai siriani in tutto tranne che nel diritto di voto, l’unico che ha accolto i leader di Hamas quando gli Stati arabi li hanno espulsi, e l’unico che sostiene la resistenza e ne ha pagato un prezzo elevato. Ecco perché gli arabi hanno cospirato contro di lui. Ecco perché è il nemico numero 1 di Israele.

 

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Nel 2024 la ricchezza totale dei miliardari del mondo è aumentata del 17%, raggiungendo i 14.000 miliardi di dollari. Anche il numero dei miliardari è aumentato da 2.544 a 2.682. In un decennio il loro numero nel mondo è aumentato di oltre il 50%, e la loro ricchezza totale del 121%.

Vuoi diventare miliardario? Prima devi uccidere la tua coscienza. Poi devi addormentare la coscienza degli altri. Non è facile.

 

7 dicembre

 

Forse una cosa noi occidentali non l’abbiamo capita bene. L’accordo di partenariato strategico tra Federazione Russa e Corea del Nord, entrato ufficialmente in vigore, prevede per un periodo illimitato un reciproco e grande impegno in vari settori: sicurezza alimentare (catene di approvvigionamento, ecc.) ed energetica (energia nucleare per scopi pacifici, ecc.), sicurezza nel campo delle tecnologie informative e comunicative (intelligenza artificiale, ecc.), cambiamento climatico, assistenza sanitaria (biologia, ecc.), spazio cosmico e molto altro. Il trattato di cooperazione e collaborazione è incredibilmente dettagliato, come se fosse all inclusive.

Naturalmente c’è anche il settore militare e qui le novità sono grosse. Mosca e Pyongyang hanno concordato di fornire su base reciproca l’immediata assistenza militare e di altro tipo a una delle parti se qualcuno dei due Paesi dovesse essere attaccato o semplicemente minacciato nella propria sovranità, sicurezza, integrità territoriale, diritto alla libera scelta e allo sviluppo dei sistemi politici, sociali, economici e culturali scelti.

Il trattato fissa un divieto esplicito di stabilire accordi di qualunque tipo con Paesi terzi che possano costituire una minaccia ai Paesi firmatari. Li vincola persino a non sostenere mai le sanzioni introdotte contro di loro dagli altri Stati, ma anzi a ridurre i rischi e i danni alla cooperazione bilaterale dovuti a queste sanzioni.

Un trattato di livello così impegnativo e onnilaterale non esiste neppure tra i Paesi BRICS, ma possiamo scommettere che sarà sulla falsariga di questo che si stabiliranno patti di tipo difensivo e multilaterale. Infatti deve servire “da forza trainante per accelerare l’istituzione di un ordine mondiale indipendente e giusto, multipolare, senza dominazione, sottomissione ed egemonia”. Ogni Stato deve avere piena fiducia che il proprio partner lo aiuterà qualunque cosa gli accada.

 

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I rapporti tra Russia e Bielorussia sono diventati strettissimi anche sul piano militare. Praticamente la prima ha autorizzato la seconda a utilizzare le armi nucleari tattiche già collocate nel suo territorio.

Certo, in questa maniera la Bielorussia diventa un bersaglio per le atomiche della NATO, ma anche i Paesi NATO possono essere più facilmente colpiti, e con le armi dei russi c’è poco da scherzare.

Con l’ultimo trattato stipulato dai due Paesi risulta molto chiaro che la Russia chiede reciprocità al partner firmatario: io aiuto te se tu aiuti me. Soprattutto adesso che la distensione con l’occidente collettivo sembra essere finita.

Improvvisamente abbiamo capito che la Russia può fare tranquillamente a meno della UE sul piano economico, e che è disposta a impegnarsi seriamente con chi vuole sostenerla.

Forse noi europei dovremmo fare un bagno di umiltà e prendere atto che non siamo più indispensabili per nessuno. Forse dovremmo smetterla con questa pomposa e saccente Unione Europa, lasciando che ogni Stato decida per conto proprio cosa fare di se stesso.

 

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Quasi 100 ex diplomatici di alto livello e dirigenti dell’intelligence e della sicurezza nazionale USA hanno aizzato il Senato a programmare udienze a porte chiuse per decidere un dossier contro Tulsi Gabbard, nominata da Trump direttore della National Intelligence e ben nota per la sua costante critica all’intera politica estera americana.

Praticamente, piuttosto che far supervisionare a lei tutte le 18 agenzie di intelligence degli Stati Uniti, saranno loro stessi a occupare Capitol Hill!

Trump arriverà vivo al 20 di gennaio? I servizi segreti lo detestano. Oppure gli americani prenderanno atto che il loro sistema, così com’è, non è riformabile?

 

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Colpo di stato giuridico in Romania. La Corte costituzionale ha annullato i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali, in cui aveva vinto il candidato filo-russo indipendente Georgescu-Roegen col 22,94% dei voti.

In un sondaggio lo si dava in nettissimo vantaggio (63%) rispetto all’avversaria Elena Lasconi, ferma ad appena il 37%.

Dunque come si fa a impedire a un candidato sgradito di vincere al secondo turno? Semplice, si annulla il primo turno e si rimanda l’intera elezione a data da destinarsi, quando, magari, il clima sarà cambiato. Il prossimo step sarà eleggere direttamente il candidato gradito per decreto d’ufficio.

E poi il nostro mainstream ha il coraggio di sostenere che le elezioni andavano invalidate perché il candidato è stato finanziato dalla Russia. E se anche fosse? In Italia la Democrazia cristiana è stata finanziata dagli USA per tutto l’arco della propria esistenza, per non parlare del sostegno dei mafiosi.

 

8 dicembre

 

L’esercito arabo-siriano sta abbandonando Assad, oppure ha ricevuto l’ordine di ritirarsi? Che senso ha questo rifiuto di combattere? Il regime pensava forse di vivere di rendita, dopo aver soffocato la guerra civile grazie ai russi? O forse è consapevole di avere poche riserve militari, dopo aver combattuto per 13 anni durante la guerra civile?

Certo è che in questi ultimi anni non si può dire che Assad abbia saputo stabilire buoni rapporti col suo popolo e affrontare la questione del ritorno dei rifugiati. Si è limitato ad azioni diplomatiche per poter rientrare nella Lega Araba.

Neppure i kurdi sono in grado di resistere alle fazioni jihadiste (Esercito nazionale siriano) sostenute dai turchi. Dunque che sta succedendo? La Turchia si prenderà un pezzo della Siria popolata soprattutto dai kurdi? Teme che, se cade Assad, dovrà intervenire militarmente per impedire la nascita del Kurdistan? Poi con che faccia chiederà di aderire ai BRICS e di diventare un hub energetico della Russia?

Quindi avremo buona parte della Siria in mano a terroristi jihadisti Tahrir al-Sham (ex al-Nusra, cioè al-Qaeda), che hanno un filo diretto con Israele e Stati Uniti? È questo che l’occidente e Israele vogliono? Già si prevedono 1,5 milioni di profughi siriani diretti in Europa.

Ma la nuova repubblica islamica come farà a non occupare anche il litorale della Siria? Come reagiranno i russi che proprio lì hanno due basi militari?

Di sicuro Russia e Iran, se unite, potrebbero spazzar via in poco tempo queste bande di criminali. Ma l’una è già impegnata in Ucraina e l’altro con Israele. Inoltre che senso avrebbe aiutare un alleato che, per primo, dimostra di non essere disposto a difendersi?

C’è un’altra cosa sicura: se cade Assad, l’Iran sarà più debole e più facilmente soggetto ai colpi di USA e Israele.

Forse questo sarebbe il momento migliore per un intervento militare cinese, visto che nel 2023 Xi Jinping aveva espresso il suo sostegno “alla sovranità e integrità territoriale” della Siria. Ma al momento non si vedono azioni particolari per evitare il suo tracollo.

 

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Dell’ex Siria sono rimaste solo Latakia e Tartus, che possono ancora sperare di resistere. Ma dipende dalla volontà dei loro abitanti. Se non lo faranno, perderanno tutto. Certo che 13 anni di guerra, sanzioni di ogni tipo, furti di risorse energetiche possono aver stancato la popolazione.

Intanto Israele rafforza massicciamente il confine nord con la Siria, prendendo possesso della zona smilitarizzata sul Golan. L’élite delle forze armate è stata mobilitata. Ora vediamo come si comporterà nei confronti d’Israele il nuovo sultanato turco o califfato islamico di Siria. Assad non era mai riuscito a impensierire i sionisti, anzi aveva soltanto subìto i loro continui attacchi.

Comunque non s’è mai visto un esercito crollare in 10 giorni, anche se in Afghanistan qualcosa di simile era avvenuto. Sebbene sionisti e turchi abbiano svolto il loro ruolo in questa vicenda, non possiamo semplicemente dare la colpa a loro.

L’occidente sarà contentissimo di questo risultato. Poi si accorgerà che quei terroristi non rispetteranno nessun diritto.

E i russi adesso cosa faranno delle loro basi a Tartus e Khmeimim? Si svilupperà una specie di Gibilterra? I terroristi dell’HTS han già dichiarato che non tollereranno la presenza di basi militari straniere in Siria, ma non hanno assolutamente la forza per cacciare russi e americani.

Mi sto illudendo che l’esercito siriano di Assad si trasferisca in Libano per cacciare i sionisti, ripristinare la sovranità di Hamas a Gaza e minacciare le frontiere d’Israele. Poi tornerà in Siria per cacciare i terroristi jihadisti.

Ma è solo un’illusione, come quella di credere che gli attuali terroristi presenti a Damasco abbiano intenzione di cacciare gli USA che in Siria occupano pezzi di territorio, con la complicità kurda, per rubare quasi tutte le ingenti risorse petrolifere del Paese.

Un’altra illusione, ancora più grande, è che vogliano riprendere le alture del Golan occupate abusivamente da Israele.

E come si comporteranno nei confronti dei turchi, che mirano a occupare una parte della Siria col pretesto di tenere sotto controllo una parte dei kurdi? In fondo solo 110 anni fa la Siria faceva parte dell’Impero Ottomano.

Una cosa è sicura: gli Hezbollah non riceveranno più sostegno militare dall’Iran attraverso la Siria.

 

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Le forze dell’ordine sudcoreane hanno arrestato l’ex ministro della Difesa nazionale Kim Yong-hyun con l’accusa di tradimento nell’ambito di un’indagine sulle circostanze relative alla dichiarazione della legge marziale da parte del presidente Yoon Seok-yeol.

Danno tutte le colpe a un ex ministro, invece di arrestare il presidente, cui il parlamento ha risparmiato l’impeachment.

 

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Il Pentagono ha finalmente ammesso che in Ucraina sono operativi 46 laboratori biologici, tutti facenti parte di una missione volta a eliminare le “armi di distruzione di massa”.

È ridicolo: proprio quei laboratori servono per creare armi del genere, come gli agenti patogeni.

 

9 dicembre

 

Vari analisti indipendenti han scritto che la leadership siriana ha portato il Paese al disastro dal 2021, cioè da quando non ha fatto nulla per migliorare l’efficienza dell’esercito, anzi ha licenziato i generali più capaci, quelli che avevano combattuto coi russi. Inoltre molti siriani si erano trasferiti proprio nelle aeree più ostili, come quelle controllate dai kurdi e dai terroristi jihadisti, perché lì la vita era più facile, con elettricità e carburante.

Sì, ma il vero problema resta. La Siria è più complicata dell’Iraq e della Libia: è un Paese multireligioso con diverse minoranze etniche, che dovrebbero essere tutelate sulla base della risoluzione n. 2254/2015 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU adottata all’unanimità.

Il Paese però rischia d’essere spezzettato in varie regioni, ognuna controllata da entità diverse: turche, kurde, sciite, sunnite, alawite, druse, ecc. Gli stessi jihadisti di HTS sono un coacervo di forze provenienti da molti Paesi islamici. Il Paese resterà destabilizzato per decenni, a meno che non diventi una provincia turca, come al tempo degli Ottomani. Questo desiderio malcelato di Erdoğan è stato una delle cause della diffidenza di Assad. Non a caso la Turchia, insieme ai terroristi jihadisti, sta preparando una grande offensiva contro i kurdi.

Certo è che se i jihadisti chiederanno ai russi di chiudere le loro basi, per coerenza dovrebbero chiedere la stessa cosa anche quelle americane, impegnatissime, al momento, a rubare le risorse petrolifere del Paese.

 

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Ormai appare chiaro che il rifiuto di combattere i jihadisti dell’HTS è frutto di un accordo che va al di là del governo di Assad, il quale, se avesse sospettato un tradimento dei russi, non avrebbe chiesto a loro asilo politico.

Al momento l’HTS non ha forze sufficienti per impedire che la Siria venga smembrata in varie parti dagli attori in gioco: turchi, kurdi, sionisti, americani, russi ecc.

Se il nuovo governo chiederà ai russi di evacuare le due basi, i russi chiederanno agli americani di fare altrettanto, altrimenti non se ne andranno.

In Siria comunque si è dimostrata una cosa molto eloquente: se i vari gruppi etnico-tribali non sono in grado di garantire l’unità nazionale, la nazione viene attaccata da Stati che hanno ambizioni egemoniche di espansione territoriale, proiezioni di potenza imperiale. E se l’ONU non riesce a scongiurare questa deriva colonialistica, non serve a nulla.

 

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Macron e Scholz hanno accolto con favore la fine di Assad. “Lo stato barbaro è finalmente crollato”, ha scritto Macron sul social X. Presto però si accorgeranno con quale barbarie è stato sostituito, e forse ancora prima si amareggeranno nel vedere il proprio rovinoso crollo.

Anche la dichiarazione di Trump è penosa: “Assad è fuggito dalla Siria perché Putin non era più interessato a proteggerlo”. Praticamente ha detto ciò che qualunque presidente americano avrebbe detto di se stesso al posto di Putin.

E che dire dei sionisti? Il loro esercito ha preso subito il controllo della catena montuosa dell’Hermon vicino a Damasco dopo che l’esercito siriano l’ha abbandonata. Si comportano come avvoltoi su un cadavere. Addirittura Netanyahu si pavoneggia come un’aquila reale. Infatti ha detto che “il cambio di potere a Damasco è stato il risultato degli attacchi israeliani contro l’Iran e Hezbollah”. Quindi praticamente ha ammesso che gli estremisti jihadisti (finti moderati) sono stati sostenuti da Israele. Tra terroristi ci s’intende. La religione, come al solito, non conta niente.

 

10 dicembre

 

Mentre registrava un servizio sulle proteste sponsorizzate dall’occidente a Tbilisi (Georgia), il reporter Andrea Lucidi è stato spintonato e minacciato da un gruppo di estremisti europeisti, che gli hanno impedito di proseguire il suo lavoro.

Con lui era presente anche il giornalista americano Patrick Lancaster, che stava filmando le proteste. Li avevano riconosciuti grazie alle segnalazioni diffuse via Telegram da NAFO (gruppo di disinformatori filoucraini) e ucronazi.

La piazza della città è un mare di bandiere ucraine, americane, inglesi e, soprattutto, dell’Unione Europea: vogliono un Maidan come quello ucraino. E sono sostenuti dalla presidente Zurabishvili, già decisa a non abbandonare il suo incarico al termine del mandato, a fine dicembre. Questa donna irresponsabile ha chiesto che anche i bambini partecipino alle proteste dell’opposizione. E la Fondazione UNICEF ha ritenuto giusto rispettare questo diritto!

Lucidi è molto noto in Telegram, YouTube, Facebook e altri social. Personalmente lo considero molto competente. Con Vincenzo Lorusso ha promosso in Italia il film russo sottotitolato in italiano Il testimone.

Le istituzioni italiane condanneranno i metodi squadristi degli aggressori? Non facciamoci illusioni.

 

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La Turchia, nonostante le dichiarazioni secondo cui è a favore dell’integrità territoriale della Siria, mostra anche chiaramente di non essere contraria all’annessione del nord del Paese. Ecco perché la lira turca è già in circolazione ad Aleppo, e l’esercito turco è ben presente. Milizie filo-turche si stanno scontrando ferocemente con le milizie kurde filo-statunitensi.

Riuscirà il nuovo governo a capire velocemente che l’integrità territoriale della Siria sarà soggetta a smembramento come Penteo con le Baccanti?

Lo sta già dimostrando anche Israele, che bombarda installazioni militari, uffici statali e strutture tecnico-scientifiche del Paese. Al momento la Siria non dispone più di un’aviazione, di una flotta, di una deterrenza missilistica e di un sistema di difesa antiaereo.

L’esercito sionista ha espanso il suo controllo sul Golan, penetrando nel governatorato di Damasco, muovendosi sul confine col Libano. Netanyahu ha dichiarato che le nuove posizioni “saranno per sempre israeliane”.

Nessuna resistenza all’invasione da parte dei cosiddetti “ribelli moderati”. Persino i drusi stanno dalla parte d’Israele.

Il Ministero degli Esteri iraniano ha già chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di adottare immediatamente misure per impedire un’ulteriore occupazione della Siria da parte dell’esercito israeliano. I sionisti non si accontentano più del Golan.

 

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I militanti jihadisti di HTS entrano nei quartieri delle varie città siriane e vanno di casa in casa confiscando i documenti d’identità. Ricordiamo che quando i terroristi dell’ISIS entrarono a Mosul nel 2014, dissero a tutti i membri della polizia e dell’esercito che non avevano nulla da temere se si fossero “pentiti” e consegnati. Ma nelle settimane successive perpetrarono numerosi e gravi massacri contro i soldati e la polizia, tutti arabi sunniti.

Abu Mohammad al-Jolani, che nel 2008 fu l’Emor dello Stato Islamico dell’Iraq a Mosul e inviato in Siria nel 2011 dal leader dell’ISIS Abu Bakr al-Baghdadi, ora governa Damasco.

 

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Gli Stati Uniti han promesso di equipaggiare e addestrare le reclute ucraine se Kiev abbasserà l’età della leva da 25 a 18 anni, creando ulteriori forze per partecipare alla guerra. Ma Zelensky ha risposto che gli alleati dovrebbero concentrarsi sul fornire alle brigate già esistenti tutto ciò di cui hanno bisogno e non tenere i missili nei magazzini.

Solo qualche mese fa Zelensky avrebbe obbedito ciecamente. Ora invece si rende conto che la sua vita è appesa a un filo, per cui cerca di scaricare sull’occidente quella che si configura come una disastrosa sconfitta del suo Paese.

Anche l’altro ieri, di fronte della dichiarazione di Trump, secondo cui l’Ucraina avrebbe perso 400.000 soldati (che è già una cifra per difetto), si è sentito indotto a togliere uno zero: sarebbero soltanto 43.000!

Chissà se anche col PIL vorrà fare la stessa cosa: secondo Fitch il debito pubblico dell’Ucraina supererà il 90% del PIL entro la fine del 2024. Forse vogliono arrendersi quando arriverà al 100%. Ma entrare nella UE a somma zero vuol dire non avere neppure il diritto di parola.

 

11 dicembre

 

Mi ha stupito questo articolo trovato nel sito swissinfo.ch. Parla del fatto che in Svizzera nel 2023 i giudici federali e cantonali hanno versato ai partiti politici di cui fanno parte i cosiddetti “onorari di mandato”, stimati in quasi 3 milioni di franchi (gli importi sono fissi o percentuali dello stipendio). Questa specie di “tangente”, risalente a tempi medievali, non si basa su alcuna norma giuridica, e i giudici cominciano a stufarsi di doverla versare ogni anno.

In Svizzera è difficile che un giudice non appartenga a un partito, anche perché sono i parlamentari federali e cantonali che nominano i candidati alle cariche giudiziarie sulla base di una chiave di ripartizione che riflette il peso politico dei partiti, di cui i prevalenti sono la destra conservatrice, i socialisti e i verdi.

Solo a livello federale gli importi sono ufficiali, in quanto da quest’anno i partiti devono dichiarare al fisco tutte le entrate che ricevono. A livello cantonale tutto resta opaco.

Da noi una cosa del genere sarebbe inimmaginabile in magistratura, in quanto lascerebbe supporre che la giustizia sia soggetta alle influenze delle pressioni politiche. Che figura ci fa un Paese democratico dove, se vuoi essere giudice e vuoi essere rieletto, devi pagare una tassa annuale alla politica? Naturalmente i partiti che la ricevono non si scandalizzano: gli è sufficiente dire che il “pizzo” è trascurabile sia per i bilanci dei partiti che per i redditi astronomici dei giudici (soprattutto di quelli federali, i cui stipendi sono paragonabili a quello di un nostro magistrato della Corte costituzionale).

 

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Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna la recente aggressione israeliana alla Siria, però non dice una parola né sull’aggressione della Turchia nell’area siriana controllata dai kurdi, né sul colpo di stato organizzato dai terroristi jihadisti.

Questi atteggiamenti sono poco comprensibili. Capisco che si tema l’espansione territoriale d’Israele e che la causa palestinese scompaia definitivamente dalla geopolitica mediorientale. Ma qui è la democrazia che va difesa, a prescindere da qualunque altra cosa: non la democrazia occidentale ma la democrazia in quanto tale, senza la quale è impossibile un’esistenza un minimo accettabile.

È assurdo pensare che il nuovo governo siriano potrà aiutare i palestinesi a lottare contro Israele. Quei terroristi sono un’altra creatura mostruosa dell’occidente.

Il silenzio assordante delle comunità araba, islamica e internazionale non riguarda solo l’aggressione criminale d’Israele contro la Siria, ma anche l’aggressione altrettanto criminale dall’interno della Siria. Ed entrambe sono uno degli strumenti con cui scongiurare il crollo degli Stati Uniti, che trascinerà con sé quello dell’Unione Europea.

Sotto questo auspicare, come fa Hezbollah, che il popolo siriano decida il proprio destino senza ingerenze esterne, è un po’ patetico. Sionisti, jihadisti e turchi sono in combutta tra loro e ognuno si prenderà la sua parte.

 

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“Il destino della Siria è di esclusiva responsabilità del popolo siriano e dovrebbe essere perseguito senza imposizioni straniere o interventi distruttivi.”

Chi fa affermazioni del genere non ha il senso della realtà. I terroristi che han preso il potere sono stati armati e finanziati da potenze straniere, dopo che per anni la Siria aveva subìto enormi sanzioni economiche e finanziarie da parte dell’occidente. Gli stessi componenti dell’HTS provengono da vari Paesi asiatici, non sono tutti siriani. Quello che han fatto avrà conseguenze devastanti in tutto il Medioriente e determinerà flussi migratori catastrofici per l’Europa. I siriani anti-Assad che pensano di tornare in patria trovando una situazione migliore, sono solo degli illusi. La Siria è destinata a diventare la fucina di terroristi che andranno a destabilizzare molte aree del pianeta.

Il popolo siriano non può essere lasciato solo e disarmato. Non ci si può fidare di dichiarazioni concilianti di terroristi che appartenevano a ISIS e al-Qaeda. Già adesso stanno dimostrando, con le loro esecuzioni sommarie e spietate, che sono rimasti uguali.

 

12 dicembre

 

Kadhim al-Jabbouri fu imprigionato per un anno e mezzo sotto il regime irakeno di Saddam. Molti suoi parenti furono giustiziati da Saddam. Lui contribuì a demolirne la statua in piazza Firdos. Poi, con l’arrivo degli americani, constatò d’aver compiuto un grossolano errore. C’erano corruzione, lotte di potere, omicidi, saccheggi. Al posto di Saddam se n’erano formati altri mille.

Questa storia è emblematica dell’ingenuità dei mediorientali. In Siria sta avvenendo la stessa cosa. L’occidente è astuto come un serpente: sa giocare bene con le carte dei diritti umani e la democrazia rappresentativa. Ma una sola cosa gli interessa: se stesso.

 

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Dopo il golpe jihadista compiuto in Siria, i Paesi europei stanno seriamente pensando di rimandare in patria i profughi fuggiti al tempo della guerra civile e di Assad. Cominceranno anzitutto col congelare tutte le domande di asilo pendenti. Poi passeranno ai rimpatri di massa.

In Germania l’han detto chiaro e tondo: qui risiedono circa 1,3 milioni di persone con radici siriane, prevalentemente accolte dalla Merkel nel 2015-16. Se ne devono tornare a casa.

A far cosa? Con quali mezzi? Mettendosi nelle mani di chi? Sono forse state tolte le sanzioni alla Siria? Il Paese può forse utilizzare autonomamente le proprie risorse energetiche?

L’occidente ha sponsorizzato il golpe e ora non vuole pagarne le conseguenze.

 

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L’ayatollah Khamenei l’ha detto papale papale: la situazione in Siria è frutto di un complotto americano-israeliano. Ne ha le prove.

Tuttavia è ottimista: la resistenza si estenderà all’intero Medio oriente. Più crimini commettono (soprattutto adesso a Gaza, in Cisgiordania e in Libano), più la resistenza diventa motivata.

Ha detto questo anche se l’atteggiamento di Assad e dei generali siriani non riesce a spiegarselo. Secondo lui si sta ripetendo quanto già avvenuto in Libia, Afghanistan e Iraq.

Ha poi detto che l’Iran non può dimenticare l’aiuto ricevuto dalla Siria durante la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein. Tant’è che ha ricambiato il favore combattendo contro il gruppo terroristico Daesh che minacciava seriamente la sicurezza siriana. Se l’ISIS non fosse stato fermato in Siria e Iraq, sarebbe dilagato anche in Iran.

Ecco perché il generale Soleimani e i suoi colleghi andarono in Iraq e Siria: per organizzare e armare i giovani di questi Paesi, che dovevano smantellare Daesh definitivamente. Ma a quanto pare non vi sono riusciti. È inspiegabile che queste forze armate, dopo alcuni anni, siano state smantellate dal governo siriano.

D’altra parte le forze armate dell’Iran non possono combattere al posto di quelle nazionali di Iraq, Siria e Libano. L’apporto può essere solo esterno e prevalentemente consultivo o come volontariato.

La battaglia principale deve essere condotta da un nuovo esercito siriano. Non può essere l’Iran a prendere l’iniziativa. L’Iran può solo rispondere a una precisa richiesta d’intervento. Sono i giovani siriani che devono iniziare a liberare il loro Paese, a nord dai turchi, a sud dai sionisti, a est dagli USA. L’obiettivo comune è quello di cacciare gli americani e i sionisti dall’intera regione.

Parole di buon senso, per quanto uno Stato teocratico lasci il tempo che trova.

 

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In Russia, in 5 anni, sono state confiscate proprietà per un valore di 760 miliardi di rubli a funzionari corrotti. L’importo è paragonabile al costo per la costruzione di oltre 250 scuole, in quanto il costo medio per la costruzione di una scuola è di circa tre miliardi di rubli (circa 28,7 milioni di euro).

Mi ha stupito quest’ultima cifra, di molto superiore a quella che occorre in Italia. Per es. il recente bando PNRR per l’edilizia scolastica ha premiato 4 progetti bolognesi: in arrivo oltre 29 milioni di euro per 4 nuove scuole nei comuni di Bologna, Castel Maggiore, Monterenzio e Sasso Marconi.

Sarebbe curioso sapere cosa hanno di diverso le scuole russe.

La Fondazione Agnelli aveva comunque stimato nel 2019 che per ristrutturare i 40.000 edifici scolastici servirebbero 200 miliardi di euro, una cifra equivalente a tre anni dell’attuale spesa complessiva per l’istruzione.

Ma questi soldi non li avranno mai finché il governo li spende in armi e in progetti senza senso, come il sostegno a favore di Kiev, il centro migranti in Albania, il ponte sullo Stretto ecc.

Poi non lamentiamoci se il nostro Paese, secondo l’OCSE, dice che oltre 1/3 degli adulti è analfabeta funzionale, e quasi la metà ha grosse difficoltà nel “problem solving”. Da un decennio siamo gli ultimi tra i Paesi industrializzati.

 

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Nell’agosto 2024 Trump disse a Mark Zuckerberg che se avesse tentato di influenzare le elezioni, avrebbe trascorso il resto della sua vita in prigione. Lui obbedì non sostenendo alcun candidato. Oggi gli ha regalato un milione di dollari e l’ultima invenzione dell’azienda Meta: gli occhiali intelligenti Ray Ban. Negli USA ci si vuol bene così.

 

13 dicembre

 

Con Trump dobbiamo aspettarci una guerra vera e propria contro la Cina. Gli USA han perso la guerra col mondo islamico e con la Russia. L’han solo vinta contro la UE, obbligandola a recidere di netto i rapporti con la Russia. Ma l’hanno vinta solo perché nella UE gli statisti son quasi tutti corrotti.

Ora però se Trump spera che basti mettere alla Cina delle sanzioni economiche o commerciali, sta fresco un pezzo. Ancora non vogliono rassegnarsi al fatto che i cinesi vincono non solo perché in certi settori di qualità sono molto avanzati, ma anche perché producono qualunque cosa a prezzi ridicoli. E non si lasciano intimorire né dalle armi né dalla finanza occidentali, perché sanno benissimo che sono le ultime due cose che ci restano.

La Cina non solo eviterà tutti i colpi di questo cow boy da strapazzo, di questo pugile disperato, ma, avendo un numero spropositato di abitanti, sarà anche in grado di occupare tutto il suo territorio. E degli USA non si saprà più nulla, come non sappiamo più nulla degli antichi imperi schiavistici e feudali.

E con ciò non voglio dire che la Cina sarà meglio degli USA o della UE. Spero solo che un giorno la si smetta di parlare di diritti umani e di comportarsi come persone disumane. E che la si smetta di parlare di democrazia rappresentativa in nome della dittatura del capitale.

 

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La Siria è in piena fase di smembramento.

Hayat Tahrir al-Sham (HTS) controlla la capitale, la costa e Idlib.

L’Esercito nazionale siriano (SNA) filo-turco controlla il nord e gran parte del centro.

Il Fronte Sud controlla parte del sud e i confini con Libano e Giordania.

Il centro del Free Syrian Army (FSA) è filoamericano e controlla Palmira e il confine iracheno verso l’Eufrate.

I gruppi filo-turchi stanno organizzando a nord-est la loro offensiva militare contro i kurdi delle Forze Democratiche Siriane (SDF).

Israele ne approfitta per occupare le aree più vicine alle alture di Golan, già abusivamente occupate nel 1967. Sono arrivati assolutamente indisturbati a meno di 15 km da Damasco.

Per fortuna che i jihadisti dovevano garantire il rispetto delle minoranze nazionali. Considerando che i sionisti bombardano da sud, non riescono a garantire neppure l’integrità territoriale del Paese. Per non parlare del fatto che stanno già introducendo la sharia: infatti il nuovo ministro della Giustizia ha dichiarato che non ci saranno più donne nei tribunali del Paese, cioè che i giudici d’ora in poi saranno tutti uomini e che le donne dovranno affidare i loro casi esclusivamente a giudici uomini.

Poi ci sono le basi militari russe e americane. Gli USA hanno già addestrato 11.000 miliziani dell’ISIS in un loro campo militare a nord della Siria e con loro potrebbero attaccare città irachene come Mosul o Tikrit nei prossimi mesi. L’obiettivo successivo è quella di farla finita con l’Iran.

 

14 dicembre

 

Secondo BBC e Mediazona i soldati russi a contratto, mobilitati e volontari morti nel conflitto ucraino oscillano da un minimo di 128.231 a un massimo di 185.196 (un calcolo che non tiene conto delle perdite delle autoproclamate repubbliche del Donbass).

Moltiplicandoli per 5 (come si è soliti fare in questi casi) avremmo il numero dei morti ucraini. Anche secondo ABC News quasi un milione di soldati ucraini sono morti; 100.000 hanno perso gli arti.

Tuttavia secondo l’analista militare Stefano Orsi gli ucraini avrebbero sì avuto un milione di perdite, ma tra morti e feriti gravi, impossibilitati a continuare la guerra. Infatti, tenendo conto che per ogni morto vi sono 3-4 feriti, le perdite complessive sarebbero quasi sicuramente di 4-5 milioni. Il che è impossibile: gli ucraini sarebbero collassati tempo fa. Anche secondo i dati ufficiali del Ministero della Difesa russo le perdite totali ucraine si aggirano sul milione di persone.

Secondo Andrea Lucidi oggi l’Ucraina mobilita circa 20.000 cittadini al mese, molti dei quali sono poco motivati o non sono disposti a combattere. Le perdite al mese sono di almeno 30.000 tra morti e feriti gravi. Quindi per gli 11 mesi del 2024 le perdite ammontano a circa 330.000. Moltiplicando per i 3 anni di guerra abbiamo il totale. A questa cifra si devono aggiungere i 170.000 disertori.

 

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Il “Wall Street Journal” ha scritto che Trump prevede di risolvere il “problema Iran” in due maniere alternative:

- inviare un gran numero di truppe, aerei e navi americane in Medio oriente, vendendo armi moderne a Israele e prevedendo di colpire gli impianti nucleari iraniani;

- minacciare l’uso della forza militare combinata con sanzioni finanziarie statunitensi ancora più dure, per costringere Teheran verso una soluzione diplomatica della crisi.

Per fortuna che Trump doveva apparire migliore di Biden! Per fortuna che lui nel mandato precedente si vantava di non aver provocato delle guerre! Cos’è, vuol recuperare il tempo perduto?

 

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Non c’è solo la Cina a sostituire la UE nell’import del greggio russo. Ora Russia e India han firmato un accordo decennale record per la fornitura di petrolio. Circa mezzo milione di barili di greggio al giorno procurerà alla Russia, ai prezzi attuali, circa 13 miliardi di dollari all’anno. In pratica l’India è diventata il maggior importatore di greggio russo dopo che l’UE ha imposto sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina. E noi ci siamo condannati al declino industriale. Chissà che non sia un bene per l’ambiente! La follia della von der Leyen forse ci può servire per tornare all’autoconsumo!

 

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Il Parlamento moldavo è nel panico. Il contratto stipulato nel 2019 sul transito del gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina scade alla fine di quest’anno. Kiev ha ripetutamente dichiarato di non avere intenzione di prorogarlo. Di conseguenza il governo moldavo ha deciso d’imporre lo stato di emergenza per 60 giorni. È pazzesco: prima fa il bullo coi russi e poi se la fa sotto. Naturalmente sperando in un sostegno da parte di UE e USA.

L’opposizione ha chiesto un voto di sfiducia nei confronti del premier, ma non ha ricevuto abbastanza appoggio per costringerlo alle dimissioni. La crisi energetica è dunque in arrivo: freddo polare e trasporti bloccati. L’ideale per una bella guerra civile!

 

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Il Niger ha sospeso le trasmissioni della BBC per tre mesi, scollegando tutti i mezzi di trasmissione e ricezione del loro canale da tutto il Paese. Gliel’hanno detto senza peli sulla lingua: “diffondete disinformazione finalizzata a destabilizzare la pace pubblica e a minare il morale del personale militare”.

Noi che speriamo in un mondo multipolare grazie ai BRICS faremmo meglio ad avere una visione più globale, guardando molto da vicino quel che sta succedendo in Africa.

 

15 dicembre

 

Il 3 settembre 1946, quando la Commissione per la Costituzione discusse sull’organizzazione costituzionale dello Stato, disse il Presidente Terracini: “le democrazie indirette dovrebbero tendere verso una trasformazione in democrazie dirette, se non vi sono motivi che l’impediscano. Si dovrebbe perciò accogliere nella Costituzione il maggior numero possibile di elementi di democrazia diretta”.

Poi però aggiunse che se il popolo avesse eletto direttamente il Capo dello Stato, gli si sarebbe concesso un potere eccessivo.

Aveva ragione? Secondo me sì. Questo perché non ha senso chiedere al popolo una manifestazione di democrazia diretta quando in realtà tutto il potere politico è gestito dal parlamento nazionale, cioè in maniera delegata.

In definitiva nella nostra democrazia rappresentativa l’unico momento di democrazia diretta è quello del referendum di iniziativa popolare. È sufficiente questo strumento per dire che il popolo gestisce una vera sovranità politica? Assolutamente no. Basti pensare che sono escluse da consultazione referendaria le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, e di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Più in generale bisogna dire che il parlamento nazionale non risponde che in minima parte alle esigenze del popolo, tant’è che i parlamentari beneficiano di privilegi che li rendono come una casta intoccabile.

Dunque ricordiamoci, per la prossima volta, che una vera democrazia può essere solo quella gestita da una comunità locale, che deve possedere la proprietà dei principali mezzi produttivi e che deve essere messa in grado di difenderli.

 

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L’occidente collettivo ha punito il popolo siriano per 14 anni con un’invasione terroristica, sanzioni barbariche e l’occupazione delle risorse energetiche essenziali. Il popolo siriano è stato deliberatamente privato di elettricità, carburante, acqua, cibo e mezzi di sostentamento. I rifugiati sono stati accettati senza fare domande nei Paesi dell’UE, anche se molti provenivano dalle stesse fazioni estremiste che hanno distrutto la Siria per 14 anni per conto di Israele, Stati Uniti, Regno Unito, UE, Turchia e Qatar e alleati.

Ora che gli stessi terroristi settari hanno preso il potere, sentiamo l’occidente parlare di:

1. rimozione delle sanzioni;

2. rimozione di HTS dalla lista dei terroristi;

3. rimozione della taglia su al-Jolani;

4. uso nazionale delle risorse energetiche;

5. chiusura delle frontiere europee ai rifugiati siriani, ora che sono sotto una reale minaccia di morte;

6. pagamento agli ex rifugiati siriani di 1.000 $ per tornare in Siria a vivere sotto il regime terroristico “di transizione”;

7. Turchia e Qatar stanno rilanciando l’oleodotto sostenuto dagli USA, che Assad aveva rifiutato in favore dell’opzione russo/iraniana nel 2009.

 

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Dopo la caduta del governo siriano la 25ma divisione corazzata (una delle unità più d’élite dell’esercito) ha rifiutato l’ordine di arrendersi, anzi continua a combattere i jihadisti, sponsorizzati dalla Turchia e dai suoi partner strategici, tra cui Qatar e Israele.

Il capo dell’intelligence turca Ibrahim Kalin ha visitato Damasco, che ora è considerata sotto l’influenza di Ankara.

La 25ma divisione corazzata svolse un ruolo centrale nella cattura di Aleppo dai ribelli nel 2016. Le sue forze hanno una struttura estremamente flessibile, comprendendo sia truppe regolari che milizie irregolari, mentre le sue operazioni godono da tempo di maggiore autonomia rispetto ad altre unità dell’Esercito arabo siriano. Per questa ragione le forze della divisione furono soggette a sanzioni economiche occidentali particolarmente intense per quasi un decennio.

Quanto più i jihadisti al governo taglieranno le teste ai loro nemici, tanto più aumenteranno le richieste di aderire alla divisione.

Tuttavia operazioni militari su larga scala da parte di forze armate turche, americane e israeliane, in grado di colpire con la loro potente aviazione, possono essere letali per una divisione che non dispone né di aerei né di contraerea. Peraltro i pezzi di ricambio per i carri armati e il carburante per i loro veicoli potrebbero esaurirsi facilmente se le operazioni si prolungassero.

Per fortuna che un numero significativo di unità dell’esercito siriano sono fuggite in Iraq, piuttosto che arrendersi alle forze jihadiste. Quindi esiste una possibilità che le forze siriane rimanenti possano tentare di utilizzare il territorio iracheno per riorganizzarsi e rifornirsi.

È comunque facile prevedere che il sostegno a tale possibile rivolta sarà particolarmente elevato tra le minoranze cristiane e sciite, che hanno già subito attacchi e intimidazioni diffusi nei quattro giorni successivi alla caduta dello Stato di Assad, sollevando timori di pulizia etnica, cosa che nella provincia siriana di Idlib è già avvenuta.

 

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Il Partito Comunista Alternativo (trotskista) ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’attuale rimozione di Assad rappresenta una forma di rivoluzione per il popolo siriano.

Quindi sotto quali slogan è stata compiuta questa rivoluzione e quanto è progressista? Il suddetto partito afferma che l’Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha dato sostegno politico all’azione di Resistenza Palestinese del 7 ottobre 2023, principalmente a Idlib, ma che è stato il dittatore Assad a vietare le manifestazioni a favore dei palestinesi in altre parti della Siria. E allora perché non si sono diretti verso le Alture del Golan a combattere l’IDF invece dell’esercito siriano?

Dicono anche che Hamas ha sostenuto la rivoluzione siriana, per la quale ha dovuto spostare il suo quartier generale da Damasco a Doha. Questa è una totale invenzione, poiché il Qatar è il più importante sostenitore finanziario e alleato straniero di Hamas, e a Doha non vi è una guerra civile in corso come in Siria.

Delle felicitazioni che i jihadisti dell’HTS hanno mostrato quando i bombardamenti sionisti in Libano hanno eliminato Nasrallah (leader di Hezbollah), non dicono assolutamente niente. Anche il fatto che i jihadisti dell’HTS si oppongano alle forze che sostengono i palestinesi conta poco per i trotskisti, per non parlare del fatto che sulla testa di al-Jolani pende una taglia di 10 milioni di dollari, imposta dagli Stati Uniti anni fa.

La vogliono capire questi marxisti ideologici che i jihadisti non sarebbero mai stati in grado di rimuovere Assad senza il sostegno di Turchia, Stati Uniti e Israele? Lo stesso taglia-teste al-Jolani ha dichiarato che i suoi veri nemici sono l’Iran, lo Yemen ed Hezbollah, non la Turchia, gli Stati Uniti o Israele.

La Turchia intende prendere Aleppo e la parte settentrionale del Paese, mentre gli Stati Uniti non si ritireranno dalla loro posizione a est, dove controllano i giacimenti petroliferi con la complicità dei kurdi.

 

16 dicembre

 

La disfatta del governo siriano ha mostrato in maniera eloquente che la resistenza contro il globalismo occidentale e contro il terrorismo interno non può essere fatta tramite il sostegno di forze esterne (in questo caso Russia, Iran, Hezbollah del Libano). Putin ha detto giustamente che i russi non possono essere più siriani dei siriani. Tanto meno si può fare qualcosa senza il concorso attivo del popolo interessato.

Resta tuttavia evidente che se il popolo della Siria e degli Stati arabi continuano a cadere come birilli sotto il controllo israeliano, devono prepararsi all’annessione del loro petrolio, delle loro risorse e della loro sovranità da parte degli sfruttatori. Non dimentichiamo che Israele svolge in Medioriente varie guerre per procura volute da USA e UE.

La resistenza può iniziare solo dall’interno: nessuna forza esterna può salvare coloro che non sono disposti a sollevarsi per la propria sopravvivenza.

 

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La Russia probabilmente si rivolgerà alla Libia per sostituire le sue basi siriane, se i jihadisti la costringeranno a chiuderle. Di sicuro non potrà rinunciare alla sua presenza nel Mediterraneo e ai suoi rapporti commerciali e di aiuto militare con l’Africa.

La Libia è infatti l’unico Paese con una significativa presenza militare russa in Africa, che gli aerei cargo russi, sorvolando lo spazio aereo turco, possono raggiungere direttamente dalla Russia senza rifornimento.

Il Cremlino ha già aumentato il ruolo della Libia come hub operativo per i suoi vari schieramenti dell’Africa Corps nell’area subsahariana per tutto il 2024. Queste strutture militari, recentemente potenziate in Libia, potrebbero gestire parte del traffico logistico russo che in precedenza passava per la Siria.

Mosca ha già trovato un accordo per i diritti di attracco a Tobruk. Se l’accordo fosse permanente, una base navale russa a Tobruk svolgerebbe ruoli logistici e strategici simili a quelli della base russa a Tartus, in Siria.

Ma la posizione della Russia in Libia dipende dal signore della guerra Khalifa Haftar, che controlla la metà orientale della Libia nella guerra civile in stallo e che proprio a Tobruk gestisce la Camera dei rappresentanti.

Oltre ai porti sul Mar Mediterraneo, la Libia è già la base delle attività russe e della Wagner in Niger, Ciad, Repubblica Centrafricana e Sudan, il che la rende di vitale importanza strategica.

Ecco perché negli ultimi anni gli USA hanno aumentato le loro pressioni su Haftar affinché riduca i suoi legami con la Russia.

 

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La macchina da guerra globale fornisce mercenari colombiani per combattere in Sudan, dove tra i 48 milioni di persone molti sono in preda alla carestia.

La guerra in Sudan tra l’esercito del Paese e le Rapid Support Forces (RSF) si è trasformata in un campo di battaglia per più potenze straniere (tra cui soprattutto gli Emirati Arabi Uniti), attirando combattenti e armi da luoghi lontani, come l’America Latina e l’Europa.

Dall’aprile 2023 il Sudan è al centro di scontri tra le forze armate sudanesi e le forze paramilitari di supporto rapido, che han causato più di 20.000 vittime, mentre il numero di sfollati interni ha superato i 10 milioni.

Il Sudan chiede alla comunità internazionale di designare la milizia delle RSF come organizzazione terroristica per le sue pratiche che violano il diritto umanitario internazionale e tutte le convenzioni sui diritti umani, poiché sta conducendo una guerra di sterminio completa e motivata etnicamente, utilizzando mercenari contro civili disarmati.

In gioco c’è il controllo delle rotte di navigazione del Mar Rosso, alcune delle più grandi riserve auree dell’Africa e le acque contese del Nilo.

Attualmente il Sudan si sta preparando a firmare accordi energetici con Mosca per avere un’alternativa alle aziende occidentali.

 

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In Georgia è stato eletto il nuovo presidente, Milail Kavelashvili, ex calciatore e membro del partito Potere popolare: 244 deputati a favore su 300. La sua candidatura era stata proposta dal partito al potere Sogno georgiano. Per la prima volta il presidente è stato eletto non dalla popolazione a suffragio universale, ma dai membri del collegio elettorale. Era l’unico candidato, poiché l’opposizione e l’attuale ex presidente Salome Zurabishvili non han partecipato alle elezioni, misconoscendo la legittimità del parlamento.

Dicono che da più di 20 anni la Georgia non ha avuto un presidente che fosse un patriota e una persona mentalmente e psicologicamente equilibrata. Ora si è a una svolta.

La Zurabashvili rifiuta di accettare che il suo mandato sia scaduto. Lotterà in esilio e dichiarerà che rimarrà presidente fino alle nuove elezioni parlamentari.

È meglio però che se ne vada, perché non può usurpare il potere senza finire in carcere. Nel frattempo può avvalersi della decisione dell’Estonia di vietare l’ingresso nel Paese a 14 funzionari georgiani, compreso il primo ministro Kobakhidze. Non vogliono sentir parlare di georgiani, poiché li considerano “disumani”. Anche la Lituania ha ampliato la lista delle sanzioni contro la Georgia. Cos’è, una specie di dichiarazione di guerra?

 

17 dicembre

 

In un certo senso potremmo dire che tra il regime israeliano e quello ucraino non esiste alcuna differenza. Infatti entrambi i governi dicono che la loro guerra ha un fine molto più grande di quello nazionale. Loro non combattono solo per se stessi ma anche per difendere l’occidente dalla barbarie russa e islamica. Domani naturalmente ci sarà qualche Paese globalista che dichiarerà guerra alla Cina o alla Corea del Nord col pretesto di dover difendere una civiltà che ha insegnato all’intera umanità i valori umani e democratici.

Nessuno si meraviglia che per difendere questi valori, vengano usati mezzi e metodi di tutt’altra natura. Continuamente noi ci diciamo che queste guerre non le possiamo perdere, per cui ci sentiamo autorizzati a fare quel che ci pare, a non avere pietà dei nemici, a sacrificare anche l’esistenza dei nostri concittadini, se questo può servire per salvare la nostra civiltà.

Noi occidentali siamo abituati così: vogliamo vivere a spese degli altri. È questo il nostro senso di umanità, il motivo per cui ci piace esportare ovunque la nostra democrazia. E i giovani ci credono, perché loro son come Tommaso: prima di capire come stanno veramente le cose, devono verificarle di persona. Per principio non credono agli anziani. E non sanno che la storia dei manuali scolastici è tutta falsa.

 

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Ali Motahari, ex parlamentare iraniano, ha detto:

“Il signor Erdoğan rivendica la sovranità di Aleppo, Homs, Hama e di diverse altre città in Siria perché appartenevano al governo ottomano prima della prima guerra mondiale. Anche la Palestina apparteneva al governo ottomano a quel tempo, perché non la rivendichi? Perché sei amico di Israele”.

Non ha tutti i torti. Scorda però che Israele ha un potenziale nucleare e gli USA farebbero di tutto per proteggerla. E poi non è vero che Erdoğan non vorrebbe riprendersi la Palestina. Diciamo che gli piace tenere il piede in molte staffe. Se vedesse che la Lega Araba si decidesse a dichiarare guerra a Israele, di sicuro Erdoğan saprebbe da che parte mettersi. Ma siccome non siamo al tempo di Maometto, non è così facile far sentire i Paesi islamici del Medio oriente un’unica entità.

 

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A Roma una ventina di membri della Brigata Ebraica hanno tentato di fare irruzione nella sala nella quale si stava svolgendo la presentazione dell’autobiografia dell’Imam Khamenei Cella n. 14. I semi della Rivoluzione (ed. La Vela), ma sono stati bloccati dal pronto intervento della Digos e delle forze dell’ordine.

La Brigata Ebraica di Roma è nota per le violente aggressioni compiute negli ultimi decenni nella capitale e dintorni, contro militanti o manifestanti filo-palestinesi, tutte rimaste impunite.

Al tempo di Moro, Craxi, persino Andreotti i nostri statisti non mostravano una sudditanza così vergognosa nei confronti di Israele. Meno che mai l’avrebbero fatto in presenza di un genocidio a Gaza. Dagli anni ’70 ad oggi una cosa di sicuro l’abbiamo persa: la dignità.

 

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L’eurodeputato olandese Marcel de Graaff ha chiesto che il mandato d’arresto nei confronti di Putin venga immediatamente revocato e che venga emesso un mandato d’arresto per Zelensky, che ha organizzato programmi per fornire bambini ucraini ai pedofili europei.

Da quant’è che diciamo questa cosa? I russi non solo han salvato i bambini ucraini dalla guerra ma anche dai pedofili occidentali, per non parlare di quegli assassini che han bisogno di organi umani da trapiantare. Ma quest’ultimo obbrobrio è stato fatto anche sui soldati ucraini al fronte.

 

18 dicembre

 

In Canada si è dimessa la vice premier Chrystia Freeland, esponente del globalismo (è nel comitato esecutivo del World Economic Forum e nel Gruppo Bilderberg). È profondamente anti-palestinese. Suo nonno invece, il nazionalista ucraino Mikhailo Khomyak, servì i nazisti.

Usò il pugno di ferro contro i camionisti ribelli del suo Paese. Aveva fatto di tutto per mandare Juan Guaidó al potere in Venezuela e aveva favorito la cacciata del primo presidente indigeno della Bolivia, Evo Morales, nel 2019. Come ministro delle Finanze aveva guidato la carica internazionale per congelare 300 miliardi di dollari della Banca centrale russa e darli all’Ucraina.

Nella sua lettera di dimissioni suggerisce che sta cercando di spingere i liberali più a destra. Probabilmente spera di costringere Justin Trudeau a dimettersi in modo da poter prendere le redini del Partito liberale, che attualmente è più indietro del 20% rispetto ai conservatori e che di sicuro non vincerà le elezioni nell’ottobre 2025.

Aveva detto a Trudeau che Trump ha intenzione di perseguire una politica di nazionalismo economico aggressivo, compresa la minaccia di tariffe del 25%, ma lui, che è notoriamente senza spina dorsale, ha sottovalutato il problema e non la voleva più come ministro delle Finanze. Pensare che l’aveva scelta proprio perché nettamente serva di Washington!

In ogni caso le dimissioni della Freeland rappresentano una piccola vittoria per tutti coloro che vorrebbero che il Canada adottasse una politica estera più indipendente e non si limitasse a ubbidire agli americani.

Nel Paese la situazione economica e la crisi immobiliare sono piuttosto gravi. Trudeau naturalmente dà la colpa ai suoi ministri. Infatti anche quello all’Edilizia si è dimesso.

 

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Gli ukronazi han fatto fuori il tenente generale russo Igor Kirillov e il suo assistente. Era stato lui a rivelare la presenza di pericolosi biolaboratori americani in Ucraina. Sapeva che non glielo avrebbero perdonato. Nel settembre 2023 aveva addirittura parlato di un laboratorio illegale in California che ospitava agenti patogeni come COVID-19, HIV ed epatite.

L’esplosione dello scooter elettrico è stata effettuata da remoto e il generale era sorvegliato, probabilmente tramite telecamere online. Non aveva alcuna scorta. Medvedev ha giurato tremenda vendetta, ma questa è roba da professionisti della NATO: non sarà facile.

Diciamo però una cosa: la Russia fino adesso non ha attaccato l’alto comando dell’esercito ucraino. Con questo omicidio le cose dovranno per forza cambiare: saranno i generali a imporlo.

Andando avanti di questo passo diventa sempre più ostico immaginare delle trattative tra Russia e Occidente collettivo. Non c’è nessuno di cui fidarsi. Più la NATO va avanti con questi attacchi terroristici, e più bisogna prevedere una capitolazione totale per gli ucraini. Forse l’intera nazione sarà trasformata in una regione della Federazione Russa, come già il Donbass.

Kirillov arrivò in Italia al comando di una équipe di medici specializzati per sconfiggere l’emergenza COVID. Nei mesi successivi iniziò la più indegna campagna russofobica che tuttora ammorba l’aria del nostro Paese.

 

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Il capo della diplomazia europea, Kaya Kallas, ha affermato che per la nuova leadership jihadista siriana la condizione per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con l’UE sarà la chiusura delle basi militari russe. Non quindi il rispetto dei diritti umani, delle minoranze, dell’uguaglianza di genere e della democrazia in generale. Queste sono inezie.

Questa Kallas sta a Borrell come Rutte a Stoltenberg. Li fanno con lo stampino. Solo che il secondo viene peggio del primo.

 

19 dicembre

 

Ha detto Dmitrij Medvedev, vice Presidente del Consiglio di Sicurezza della Russia: “Oggi l’Ucraina si trova di fronte a una scelta: stare con la Russia, oppure sparire completamente dalla cartina geografica. È necessario che [gli ucraini] quietino la superbia legata alla propria ‘alterità’, che rinuncino a opporsi al disegno panrusso e scaccino i demoni dell’‘ucrainità politica’. Il nostro compito consiste nell’aiutare gli abitanti della Malorossija e della Novorossija a capire che la Russia, per l’Ucraina, è insostituibile sia sul piano culturale che su quello linguistico e politico.

Nel caso in cui la cosiddetta Ucraina dovesse proseguire in questa direzione di russofobia aggressiva, essa scomparirà per sempre dalle carte geografiche nello stesso modo in cui, un tempo, si dissolse lo Stato fantoccio di Manzhouguo [Stato della Manciuria], istituito artificiosamente dal Giappone militarista in funzione di entità statale operante ‘per procura’ sul territorio cinese.

Nella Galizia e della Volinia [regioni storiche dell’Europa orientale], che costituiscono l’attuale ‘base foraggiera’ dell’‘ucrainità politica’, in passato erano presenti potenti forze sociali orientate verso la Russia, le quali, nel corso della Prima Guerra Mondiale, furono vittime di un genocidio.

Russi e ucraini sono un unico popolo. I tentativi di seminare inimicizia tra di noi sono assolutamente inconsistenti e addirittura criminali dal punto di vista storico. I vari Vygovskij, Mazepa, Skoropadskij e Bandera, seppur in epoche diverse, contro il muro panrusso ci hanno tutti sbattuto la testa. Ed è ciò che accadrà anche adesso.”

Sembra che Putin lasci svolgere a Medvedev il ruolo del “cattivo”. Speriamo resti solo “vice”, perché non è questo il modo di parlare. Ricorda molto quello di Stalin quando diceva che tutte le etnie e nazionalità dell’URSS sono uguali, ma nell’ambito del primato russo.

Per Lenin invece una “Federazione” era possibile solo se ogni nazionalità vi aderiva liberamente e se veniva lasciata altrettanto libera di andarsene.

Questo per dire che l’operazione militare speciale aveva come scopo quello d’impedire all’Ucraina di entrare nella NATO, d’impedire il genocidio dei russofoni da parte del governo neonazista di Kiev, insediatosi grazie al golpe del 2014, appoggiato attivamente dagli USA. Successivamente i russi si sono accorti che andavano smantellati i mortali biolaboratori del Pentagono.

Putin non ha mai detto che avrebbe impedito all’Ucraina di entrare nella UE. È stato l’occidente collettivo a indurre la Russia a comportarsi diversamente. Ma questo non potrà certo impedire a Putin di non fare differenza tra i criminali che stanno al governo di Kiev e la popolazione ucraina, che ha tutti i diritti di rivendicare la propria alterità.

 

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Il neonazista ucraino Evgeny Karas ha detto che accoglierebbe con favore un’escalation nucleare nel conflitto in Ucraina. Karas è il leader del gruppo di estrema destra S14, i cui membri detestano le minoranze nazionali del loro Paese e sono stati accusati di omicidi politici di alto profilo.

Secondo lui Putin non avrebbe mai il coraggio d’intraprendere un passo del genere, perché sa benissimo che in tal caso Paesi come India e Cina si rivolterebbero contro la Russia. Quindi secondo lui le provocazioni contro i russi possono aumentare all’infinito. Da notare che questo è un modo di ragionare che si trova spesso anche dentro la NATO.

Mi chiedo che senso abbia provocare uno Stato superarmato per vedere fin dove è in grado di arrivare. Oggi non abbiamo armi ridicole che ci permettono di avere certi comportamenti. Sembra che la responsabilità degli statisti e dei militari occidentali sia inversamente proporzionale alla pericolosità delle loro armi e di quelle dei loro nemici. Invece di assumere toni concilianti e diplomatici, si preferisce portare le cose alla massima esasperazione, ben sapendo che prima o poi qualcosa di molto grave succederà.

La nostra è una civiltà troppo pericolosa per possedere armi di distruzione di massa. Forse il neonazista ha ragione: ci vorrebbe una guerra nucleare per distruggere definitivamente chi vorrebbe causarla per sopravvivere. Ma anche questo è un ragionamento da folli. Non s’impara la democrazia solo perché una guerra ci costringe a farlo. Dobbiamo impararla perché è un bene in sé. Al massimo potremmo metterci a discutere su come vogliamo realizzarla.

 

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Il tribunale provinciale di Barcellona ha chiuso un caso di presunta “interferenza russa” nel referendum sull’indipendenza catalana del 2017. Il caso era stato montato ad arte dal giudice Joaquin Aguirre, che odiava a morte gli ex presidenti catalani Carles Puigdemont e Artur Mas. Era arrivato persino a sostenere, nella propria russofobia, che, qualora il tentativo separatista fosse fallito, la Russia ci avrebbe guadagnato lo stesso.

La Zakharova invece ha sostenuto che a quel tempo neanche una volta il suo Paese disse qualcosa a favore dei catalani, proprio per non guastare le relazioni con la Spagna.

Io invece qualcosa a favore del diritto all’autodeterminazione del popolo catalano l’avrei detta, anche perché coi russofoni del Donbass quel medesimo diritto era risultato ampiamente violato dagli ukronazisti.

In ogni caso i sentimenti separatisti dei catalani non sono diminuiti ma cresciuti, nonostante che il premier spagnolo Sanchez abbia approvato, scatenando le ire della destra, una legge di amnistia radicale che perdona i politici catalani accusati di attività separatiste.

D’altra parte cosa farebbe la Commissione Europea se la Catalogna decidesse di staccarsi dalla Spagna? Chiederebbe alla NATO d’intervenire?

 

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La delegazione francese presente a Damasco ha issato la bandiera francese, la prima dopo la chiusura dell’ambasciata nel 2012.

Parigi pone alcune condizioni per la ripresa delle relazioni: la lotta al terrorismo e il rispetto delle minoranze religiose nel Paese.

Si può essere più ridicoli? Sono due cose che Assad aveva assolutamente garantito. Le stesse due cose che gli attuali jihadisti al governo non garantiranno mai. E tu Macron fai issare la bandiera del tuo Paese prima ancora che lo facciano? Quelli son terroristi, non l’hai capito? Assad era un moderato. E la Siria non è più una colonia francese.

Al leader jihadista al-Joulani, nuovo padrone di Damasco, interessa solo una cosa, che l’occidente revochi tutte le sanzioni imposte alla Siria. Per avere la revoca è anche disposto a far credere di accettare il ritorno in patria dei tanti profughi siriani. I quali invece, se restano nei Paesi europei, sono per lui un problema in meno da affrontare.

 

20 dicembre

 

Alessandro Volpi, grande economista, soprattutto sul piano delle conoscenze finanziarie, scrive sempre degli articoli interessanti. Eccone uno dei suoi ultimi apparso in altreconomia.it.

Negli Stati Uniti persino per essere soccorsi da un’ambulanza occorre avere un’assicurazione sanitaria, indispensabile poi per il ricovero, le cure e tutti gli altri trattamenti sanitari.

Le assicurazioni sanitarie che gestiscono il mercato della salute sono una decina circa... Che cosa hanno in comune? Hanno praticamente tutte come principali azionisti Vanguard, BlackRock, State Street, che ne detengono partecipazioni azionarie intorno al 20-25%.

La sanità USA è quindi in mano alle Big Three che devono ottenere da tale settore rendimenti in grado di remunerare i propri azionisti e soprattutto i propri risparmiatori.

Il suo valore non dipende così dall’efficacia delle cure ma dal prezzo dei titoli azionari delle stesse assicurazioni, che salgono ogni volta che tali società riducono i costi e, dunque, non somministrano trattamenti che siano troppo onerosi.

Vale la pena ricordare che le stesse Big Three sono anche le azioniste di riferimento delle compagnie legali a cui si devono rivolgere i pazienti ai quali l’assicurazione non paga la cura. In pratica esiste una sola catena di controllo, totalmente finanziarizzata, che comprende le assicurazioni sanitarie e le compagnie legali che difendono sia le assicurazioni stesse sia i pazienti.

Naturalmente gli stessi tre grandi fondi sono anche gli azionisti principali delle banche che concedono prestiti agli americani per farsi le assicurazioni sanitarie, dal momento che hanno il 25-30% della proprietà azionaria del sistema bancario statunitense.

In quest’ottica, BlackRock ha annunciato di aver acquistato Hps Investment partners, leader globale nel credito privato con circa 150 miliardi di dollari in gestione. Questo permette loro di dotarsi di uno strumento “diretto” in grado di agire nel settore del credito privato, occupando nuovi spazi di monopolio non solo in termini di gestione del risparmio ma ora anche del credito “diretto”.

C’è poco da aggiungere all’analisi di Volpi, se non il fatto che questi fondi finanziari americani si stanno impadronendo anche del nostro Paese, che si sta sempre più americanizzando nel suo stile di vita.

 

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Una sparatoria nel Parlamento abkhazo ha causato un deputato morto e un altro ferito. Motivo: disputa sul divieto totale del mining di criptovaluta, che rappresenta la metà del consumo di elettricità. Dicono che il mining di Bitcoin assorba più elettricità di quella utilizzata in tutta la Finlandia.

Il disegno di legge su tale divieto è stato approvato questa settimana in prima lettura dal Parlamento. La carenza di elettricità in Abkhazia è proprio legata a questo tipo di attività, ma anche al fatto che la Russia ha sospeso il sostegno energetico alla repubblica separatista della Georgia, che ora si trova in grave emergenza. Ha sospeso anche il sostegno economico (stipendi e pensioni ai dipendenti pubblici). Questo perché Mosca si è stufata di assistere il Paese senza ricevere in cambio dei servizi turistici decenti (è l’unica cosa che chiede). Nei mesi scorsi è stato revocato dal parlamento l’accordo sugli investimenti russi in campo edilizio-turistico. Il premier e il presidente si sono dimessi. A febbraio si terranno le elezioni presidenziali.

Da notare che la Georgia continua a considerare l’Abkhazia una parte occupata del proprio territorio. Il Paese autonomo pare dilaniato da differenze clanico-tribali. Ha la peculiare tradizione di rimuovere con la forza il capo dello Stato. Per fortuna questo non è quasi mai accompagnato da spargimenti di sangue.

 

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Alex Jones, conduttore radiofonico americano, ha spiegato il significato dei droni che circolano sulla popolazione.

Ha detto che l’obiettivo del governo è monopolizzare la tecnologia dei droni, vietandone l’uso civile col pretesto della sicurezza. Ciò metterebbe tutto il potere nelle mani di corporazioni ed élite, consentendo ai droni di essere utilizzati come strumenti di sorveglianza di massa. La narrazione dei “droni non identificati” non è altro che una cortina fumogena per far passare una legislazione draconiana.

Non è escluso che il Pentagono voglia inscenare una finta invasione aliena per unire l’umanità sotto un governo mondiale, usando la paura come arma definitiva.

Insomma pare che gli americani non abbiano altro da fare che girare attorno ai loro problemi senza mai risolverli. Sono sull’orlo di una guerra civile e non trovano di meglio che inventarsi un’invasione aliena. Probabilmente il potere sa che la popolazione si beve qualunque cosa abbia un certo sapore tecnologico. In fondo la loro religione è la scienza.

Potrebbero addirittura arrivare a dire che gli USA, per vincere Russia e Cina, avranno il sostegno di alieni molto avanzati e naturalmente molto “democratici”. In fondo Trump cos’ha dichiarato? “Lo spazio sarà il futuro, sia in termini di difesa che di attacco… ora siamo leader nello spazio”. Povero illuso...

 

 

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Claudio Resta ha scritto un lungo articolo nel sito vtforeignpolicy.com riguardante un tema molto spinoso: la trasformazione del capitalismo italiano da statale a privato.

Fa risalire le disgrazie dell’Italia al 1992, l’anno dei massimi scandali di corruzione e quindi d’instabilità politica, che finirà per travolgere tutta la classe politica che aveva governato l’Italia dal dopoguerra. Forse poteva partire dal delitto Moro, ma così sarebbe stato costretto a scrivere un libro.

Lui invece preferisce partire da quell’anno perché Mario Draghi, direttore generale del Tesoro italiano (voluto da Guido Carli), invitò sul panfilo Britannia i più alti rappresentanti della comunità finanziaria internazionale di Londra per la svendita delle più grandi società statali italiane, in barba allo “Stato sociale” previsto dalla Costituzione.

Finiva la prima repubblica e iniziava, nel 1994, col governo Berlusconi, la seconda. Si pensava a un futuro radioso dopo il crollo dell’URSS.

Le finanze italiane erano in condizioni così drammatiche che il premier Giuliano Amato, per la prima volta nella storia italiana, decretò la famigerata imposta del 6xmille sui conti correnti. Ma il peggio doveva ancora venire.

Avendo accettato il Trattato (neoliberista) di Maastricht, l’Italia si metteva una corda al collo, e di ciò ne approfittarono i British Invisibles, gruppo d’interesse finanziario della City, costola della Banca Centrale del Regno Unito.

Non ci fu solo Draghi sullo yacht a svendere i gioielli di famiglia, ma anche Beniamino Andreatta (ENI), Riccardo Galli (IRI), Carlo Azeglio Ciampi (Bankitalia) e Giulio Tremonti.

Il pretesto fu che il debito pubblico era troppo grande e che, dopo le privatizzazioni per ridurlo, il governo doveva avviarsi verso riforme di lacrime e sangue. In cambio il Paese avrebbe ottenuto il placet dei mercati.

Oggi stiamo ancora pagando le tragiche conseguenze di quella decisione funesta.

 

21 dicembre

 

Se la Russia prende il controllo degli impianti di produzione petrolifera della Libia orientale e meridionale, può usarli come forma di ricatto verso la UE.

E il generale Khalifa Haftar, che controlla proprio quella parte di Libia, lo sanno tutti che è un alleato della Russia. Se tiene aperto il più grande giacimento petrolifero del Paese, El Sharara, capace di pompare 300.000 barili di petrolio al giorno, di cui l’80% destinato all’Europa attraverso i suoi operatori (la spagnola Repsol, la francese TotalEnergies, l’austriaca OMV e la norvegese Equinor, controllata dallo Stato), lo fa solo perché ha bisogno di soldi. Ma questo non vuol dire proprio niente.

Tempo fa aveva chiuso quella fonte solo perché suo figlio era stato arrestato mentre cercava di visitare l’Europa per la finale della Premier League libica.

Saddam, nome di suo figlio, è una figura militare chiave nel sedicente Esercito Nazionale Libico. È già su una lista di arresti, stilata da un tribunale di Madrid, per tentativo di ottenere droni letali.

 

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Zelensky ha detto a Fico, premier slovacco, che avrebbe accettato il transito del gas russo se la Slovacchia non avesse pagato la Russia fino alla fine della guerra.

“Ma quale idiota ci darebbe benzina gratis?”, gli ha risposto Fico.

Così Zelensky ha fatto un’altra proposta: “Vi diamo 500 milioni di euro provenienti da risorse russe se votate a favore dell’adesione dell’Ucraina alla NATO.”

Non si sa cosa abbia risposto Fico, poiché la riunione a Bruxelles era a porte chiuse, e ai leader europei non era consentito l’uso dei cellulari.

A volte ci si chiede: l’idea che ha Zelensky di indurre la UE alla propria distruzione è buona o cattiva? Forse lui potrebbe riuscire a fare qualcosa che nessun partito sovranista è mai riuscito a fare. Bisogna riconoscergli del merito.

 

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Il capitano Ibrahim Traoré, presidente del Burkina Faso, non è un tiranno, come sostiene il mainstream occidentale, ma un uomo che si è opposto fermamente allo sfruttamento neocoloniale, lavorando al fianco della Wagner per smantellare la presenza francese e della UE, accusata di crimini indicibili contro i bambini africani (uno scandalo svelato dai whistleblower già nel 2015: migliaia di bambini trafficati in Europa con la falsa promessa che possano diventare la prossima superstar del calcio. Ma all’arrivo in Europa vengono usati per spaccio di droga o sottoposti a lavoro forzato o a pedofilia).

In questi ultimi tempi il Paese deve affrontare la minaccia dell’ISIS, finanziato attraverso i canali neri dell’Ucraina.

Per fortuna che la popolazione, pur in presenza di questo tentativo di destabilizzazione, ha dimostrato di stare chiaramente dalla parte del governo. Traoré infatti non è solo un leader, ma un simbolo di speranza per un’Africa sovrana.

 

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Come noto gli USA hanno imposto sanzioni nei confronti di Gazprombank, al fine di vietare i pagamenti esteri per il gas e il petrolio russi.

Ebbene la Turchia ha protestato, facendo notare che ciò avrebbe avuto conseguenze negative sulla propria economia. Gli USA hanno stabilito di “fare un’eccezione”.

Bisogna ammettere che Erdoğan ci sa fare. Sì ma anche Orbán, che ha ottenuto lo stesso privilegio.

 

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Difendere l’Ucraina sembra sia diventata per gli europei una questione di principio. Se si fossero comportati così anche nei confronti dei palestinesi, ci saremmo risparmiati l’attuale genocidio (e la prossima guerra contro l’Iran).

Infatti abbiamo varato il 15° pacchetto di sanzioni contro la Russia, pur sapendo che sarà un boomerang contro le nostre industrie. Dopo un triennio avremmo dovuto capire in maniera chiara e distinta (anche sulla base degli altri 14 pacchetti) che contro la Russia non c’è sanzione che tenga.

Non solo, ma quando le giustifichiamo, riusciamo a raggiungere situazioni surreali, completamente fuori della realtà. Infatti sosteniamo che l’Ucraina va messa nella posizione più forte possibile, per sedersi a un tavolo di trattative pretendendo la restituzione dei propri territori occupati. Noi siamo convinti che, con l’appoggio integrale dell’Europa, l’Ucraina vincerà. Ha perso un milione di soldati, tra morti e mutilati; sono costretti a obbligare con la forza ad arruolarsi (chiedono anche alle donne di farlo); sono lì lì per imporre la leva a 18 anni; a Kiev sono convinti che senza una diretta partecipazione della NATO, per loro non c’è nessuna speranza di vincere il conflitto… E noi stiamo lì a illuderli, a morire in maniera insensata, invogliano la gente ad andarsene da quel Paese ridotto a un cumulo di rovine, dove il debito pubblico è enorme, l’economia e la finanza sono dissestate, la dipendenza dal sostegno occidentale è totale…

Oltre a ciò abbiamo iniziato con questo pacchetto a sanzionare anche diverse entità cinesi che hanno collaborato con la Russia. Non ci rassegniamo a uscire di scena. Pretendiamo di fare i protagonisti senza renderci conto che la nostra recitazione ha uno stile vecchio, decisamente superato.

 

22 dicembre

 

L’idea europea di una forza d’interposizione in Ucraina dopo un cessate il fuoco e la creazione di un’ampia zona smilitarizzata tra Donbass e il resto del Paese, mi sembra l’idea più stupida del mondo, totalmente inutile ai fini di una seria trattativa di pace. La Russia sta vincendo sul campo. Diciamo anzi che globalmente non ha mai perso in tre anni di guerra. Quindi una tregua pretesa dai propri avversari, senza una qualche ammissione di resa o di capitolazione, non è fattibile in alcun modo.

In secondo luogo parlare di 100.000 militari europei come forza di peacekeeping, quando il conflitto è iniziato proprio perché la Russia non vuole basi NATO ai propri confini, è altamente ridicolo. I Paesi NATO devono ringraziare il buonismo di Putin se le loro basi non sono state spazzate via e le loro capitali non sono state distrutte.

Pensare che l’Ucraina non occupata (liberata) dai russi possa permettersi di fare ciò che vuole sul piano militare, è una grandissima chimera. Come quella che la Russia possa accettare di fare trattative di pace con un presidente come Zelensky il cui mandato è scaduto da vari mesi. Qualunque trattativa potrebbe essere smentita dal presidente successivo.

Non ha alcun senso parlare di ingresso dell’Ucraina nella NATO né di restituzione in futuro della Crimea e del Donbass all’Ucraina. Quelli sono territori russofoni che resteranno per sempre sotto la Federazione Russa, la quale anzi prevede di occupare anche Odessa e di ricongiungere il Donbass alla Transnistria.

La Russia è in condizioni di proseguire la guerra ancora per molto tempo. Lo dimostrano quanto meno due fattori: il suo potenziale bellico non solo è rimasto intatto ma è cresciuto notevolmente in quantità e qualità e non è stato usato che in minima parte; non è stata fatta alcuna mobilitazione generale, pur essendo la Russia impegnata contro l’intero occidente collettivo.

Se la UE si vuole porre nella condizione di combattente per procura degli Stati Uniti, in modo del tutto volontario, e si assume l’onere principale di condurre una guerra contro la Russia, avrà da pentirsene amaramente, poiché nei confronti degli europei i russi non si sentiranno obbligati a mostrare gli stessi scrupoli morali mostrati nei confronti degli ucraini, cioè non faranno differenza tra civili e militari.

 

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La Siria è destinata a essere smembrata, ma chi si prenderà le parti migliori?

I jihadisti di Hayat Tahrir al Sham (HTS) chiedono la revoca delle sanzioni occidentali, poste in precedenza contro Assad. Vogliono uno Stato siriano “islamizzato” e unificato, senza regioni federali, che si allinea con l’obiettivo turco di sottomettere i kurdi, alleati degli Stati Uniti. Al momento non vogliono nessun conflitto con Israele: al-Julani (capo di HTS) è troppo debole per pretendere qualcosa e non ha ricevuto aiuti da nessuno contro Israele. Il fatto che al-Julani abbia solo un controllo limitato del Paese è dimostrato dalla rinascita dell’ISIS.

Gli USA vogliono continuare a rubare il petrolio siriano nel nord del Paese, per cui i loro 2.000 militari sono costretti a sostenere i kurdi.

I turchi, memori del passato impero ottomano, vogliono rivedere i risultati della prima guerra mondiale e annettere i territori siriani di Aleppo, Idlib, Damasco e Raqqa. Al momento sono in guerra contro i kurdi, ma sulla base delle loro aspettative si scontreranno facilmente con HTS.

Gli israeliani vogliono allargare al massimo i territori siriani attorno al Golan, col pretesto di avere un’ampia zona cuscinetto contro Iran ed Hezbollah. Han distrutto gran parte delle infrastrutture militari dell’esercito siriano di Assad, che avrebbero potuto essere utilizzate dagli ucraini contro i russi.

L’Iran vuole un corridoio verso il Libano, per continuare a sostenere Hezbollah.

La Russia vuole mantenere le sue ultime due basi per continuare a essere un attore geopolitico. Al momento può muoversi senza essere ostacolata da HTS, anche perché le basi di Khmeimim e Tartus vengono utilizzate per consegnare aiuti umanitari al popolo siriano.

La Comunità Europea mantiene le sanzioni alla Siria, continua a bloccare i fondi siriani e chiede che HTS espella i russi dal Paese, altrimenti restano “terroristi”.

A Damasco si è tenuta una manifestazione di massa, che ha chiesto il trasferimento del potere da HTS ai civili.

La domanda di fondo è: possono gli USA permettersi di fare l’ennesima figuraccia di abbandonare ancora una volta un proprio alleato (in tal caso i kurdi)?

 

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Władysław Kosiniak-Kamysz, ministro della Difesa polacco, accusa sistematicamente gli ucraini per il massacro di migliaia di polacchi ed ebrei nella Volinia (Volyn), avvenuto al tempo della seconda guerra mondiale, e ha addirittura minacciato di bloccare l’adesione dell’Ucraina all’UE se “non verrà risolta la questione della giustizia storica”.

Di recente ha reagito con indignazione alla vista delle bandiere rosso-nere dell’Esercito insurrezionale ucraino (UPA, nazionalisti ucraini filo-nazisti) che i soldati ucraini hanno affisso sui 100 veicoli corazzati Rosomak per il trasporto delle truppe, forniti dalla Polonia.

È come regalare una pistola a un monello e poi dirgli: “Te l’avevo detto di non usarla contro i tuoi genitori”.

Sa tanto di finta indignazione, questa del ministro. Dopo tre anni ancora non ha capito che i polacchi stanno aiutando i neonazisti ucraini? I simboli del III Reich sui veicoli ucraini non lo disturbano neanche un po’? E poi in quasi tutte le città dell’Ucraina (inclusa Leopoli) ci sono strade intitolate ai sostenitori di Bandera e persino monumenti. Ha bisogno di vedere Bandera Street a Varsavia?

 

23 dicembre

 

Dopo secoli di dominio coloniale e una storia tumultuosa, il Regno Unito ha finalmente accettato di cedere le Isole Chagos a Mauritius entro quest’anno, segnando la fine dell’ultima colonia africana della Gran Bretagna.

Il popolo chagossiano ha subìto secoli di oppressione da parte di vari Paesi occidentali:

- 1783: sotto i francesi schiavi africani e indiani furono trasferiti nelle isole Chagos per le piantagioni di cocco.

- 1814:  dopo l’abdicazione di Napoleone la Gran Bretagna prende possesso delle Isole Chagos e Mauritius.

- 1965: il Regno Unito separa le Isole Chagos da Mauritius (che ottiene l’indipendenza nel 1968) per creare il Territorio britannico dell’Oceano Indiano. Per evitare di violare il diritto internazionale, i chagossiani vengono etichettati come “lavoratori temporanei”.

- 1966: gli Stati Uniti prendono in affitto l’isola di Diego Garcia e vi costruiscono una base aerea, provocando la deportazione di tutti i 1.500 residenti dell’arcipelago.

- 2019: la Corte internazionale di giustizia dell’ONU dichiara illegale l’occupazione dell’arcipelago delle Chagos e chiede al Regno Unito una rapida consegna alla repubblica di Mauritius (unico Paese africano a maggioranza induista).

- 2022: il Regno Unito avvia i negoziati sul futuro delle isole. La cerchia di Donald Trump vuole mantenere la base militare.

Sin dal 1730 l’India (anch’essa colonizzata dagli inglesi) condivide uno stretto legame storico-commerciale con questa nazione insulare. Non è un mistero per nessuno che Mauritius funge da canale per l’espansione dell’India in Africa. Probabilmente anche le Maldive ruoteranno prima o poi nell’orbita indiana. Non a caso l’oceano viene chiamato “Indiano”. Già adesso le rispettive banche centrali han firmato un protocollo d’intesa per promuovere l’uso delle valute locali nelle transazioni transfrontaliere.

La scena politica delle Mauritius è dominata da due potenti clan: gli Jugnauth del Mouvement Socialiste Militant (MSM), nettamente filo-indiana, e i Ramgoolams del Parti Travailliste (PTR), incline verso l’occidente.

 

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La regione del Pacifico micronesiano è in un modo o nell’altro sotto il controllo militare degli Stati Uniti e formalmente dell’Australia.

Nel caso degli Stati Federati di Micronesia ciò è molto evidente dai 400 milioni di dollari che quest’anno sono stati spesi per ampliare un aeroporto militare a Yap (uno dei quattro Stati dell’SFM) con l’intento dichiarato di proteggere meglio gli interessi americani a Taiwan e altrove nell’Asia orientale. Non a caso gli USA stanno valutando progetti militari in tutti gli Stati Federati di Micronesia.

Prendiamo un altro caso: la Repubblica di Nauru (21 kmq). È uno Stato insulare di fatto occupato dall’Australia. Alla fine della prima guerra mondiale fu sottratto alla Germania e riassegnato ad Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito per governarlo come mandato delle Nazioni Unite.

Dopo la seconda guerra mondiale divenne un’amministrazione fiduciaria dell’ONU sotto l’Australia.

Nauru ottenne l’indipendenza nel 1968. Tuttavia la sua principale ricchezza, i fosfati, venne meno negli anni ’90. Il Paese  finì persino in bancarotta, per non parlare dei gravi danni ambientali causati da quella estrazione.

Dal 2001 Nauru mantiene un campo profughi di dimensioni considerevoli sulla propria isola, in cambio di svariati milioni di dollari che offre il governo di Canberra, che non vuole ospitare in Australia gli immigrati clandestini, in genere provenienti da Sudan, Somalia, Iran, Afghanistan, Iraq, Libano, Myanmar, Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka. Il campo è però continuamente oggetto di proteste internazionali, poiché appare come una prigione a cielo aperto.

 

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La Camera dei rappresentanti degli USA ha votato a larga maggioranza una cifra record per finanziare la guerra in tutto il mondo: 895 miliardi di dollari, il più grande budget militare, in termini nominali, di qualsiasi Paese nella storia dell’umanità. Entro dicembre va approvato dal Senato. È cresciuto del 47% rispetto ai 607 miliardi di dollari di un decennio fa. Il blackout informativo sui contenuti effettivi del disegno di legge è totale. Si sa soltanto che il nucleare verrà completamente rimodernato.

Naturalmente l’enorme aumento della spesa militare negli USA si riflette in ogni Paese del mondo. I politici europei sono intenzionati a raddoppiare la spesa militare, passando da un obiettivo del 2% del PIL fino al 4%.

D’altronde Mark Rutte, nella propria insipienza, l’ha detto esplicitamente: “È tempo di passare a una mentalità da tempo di guerra”.

Le conseguenze sui servizi sociali e assistenziali saranno devastanti anche in assenza della guerra vera e propria.

 

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Quando Assad era al potere, è stata la sua presunta incompetenza a rovinare la Siria. Ora che il Paese è in fase di disgregazione, le sanzioni statunitensi vengono finalmente viste per quello che sono sempre state: il principale ostacolo allo sviluppo della Siria.

Le sanzioni economiche, che colpiscono un intero popolo, dovrebbero essere vietate. Al massimo si potrebbero accettare quelle giuridiche e politiche.

Ma c’è un’altra cosa che andrebbe vietata nel mondo. Dopo il ritiro di tutto il personale militare iraniano e delle milizie filo-iraniane dalla Siria, i satelliti militari americani sono diventati più attivi sul territorio iraniano.

Dovrebbe essere vietato che un intero Paese venga monitorato dai satelliti spia di qualunque altro Paese. Almeno non senza il suo consenso.

 

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“Avvenire” ieri scriveva che “la garanzia di un approdo sulla terraferma è qualcosa che ha a che fare col diritto umanitario universalmente riconosciuto, con l’incolumità e la sicurezza di vite umane. È una norma che non c’è neanche bisogno di scrivere, perché è incisa da sempre nelle coscienze di chi va per mare. Ed è auspicabile che lo sia in tutte le coscienze”.

Era evidentemente una critica a Salvini e alla Procura palermitana che l’ha assolto perché “il fatto non sussiste”, mentre qualche anno fa la stessa Procura aveva chiesto sei anni per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.

“Avvenire” è un quotidiano “moralistico”, lo sappiamo. Però in questo caso bisogna dargli ragione. Rifiutare di soccorrere persone che chiedono aiuto in mare dovrebbe essere considerato un crimine contro l’umanità, a prescindere da qualunque altra considerazione. Avrebbero potuto essere qualunque cosa: terroristi, sfruttati da scafisti senza scrupoli, ingenui raggirati da speculatori o quello che vi pare. Rifiutarsi di aiutarli e poi dire che il fatto non sussiste, ci porta a pensare solo a una cosa: che c’è complicità criminale tra politica e diritto.

E poi un “fatto” continua a sussistere: se gli africani continuano a venire in massa da noi, la colpa è nostra, di noi europei, che abbiamo iniziato a sfruttare il loro continente dai tempi dei portoghesi (XV sec.). E ancora adesso non abbiamo smesso di farlo, seppure in forme e modi diversi.

Solo una persona senza etica e profondamente ignorante dei processi storici può essere soddisfatta di una sentenza del genere.

 

24 dicembre

 

In Russia pare che i musulmani vogliano reintrodurre la poligamia con matrimonio religioso (fino a 4 mogli) a determinate condizioni oggettive, come per es. l’incapacità del coniuge di avere figli a causa della sua salute, o perché non è più in età riproduttiva, o perché non vuole averli, o l’incompatibilità sessuale del coniuge, o l’assistenza a una donna single con figli.

La Procura generale però ha già detto che ciò “contraddice la legislazione attuale e i fondamenti della politica familiare statale nel campo della preservazione e del rafforzamento dei valori spirituali e morali tradizionali russi”.

Ma potrebbe anche ripensarci nell’ottica di far fronte alla crisi di natalità che sta affrontando il Paese. Nei mesi scorsi infatti sono state emanate leggi volte a rendere illegale la propaganda di famiglie senza figli.

A dir il vero la legge russa non vieta la poligamia, ma i matrimoni civili dopo il primo non hanno validità giuridica, se in mezzo non c’è un divorzio o una separazione consensuale o un lutto.

Secondo me la legge non dovrebbe interferire. I costumi morali possono cambiare solo con altri costumi, non a colpi di decreti. Anche perché in questi casi si rischia di favorire situazioni anomale, clandestine: per es. una passa ufficialmente come moglie e le altre come domestiche.

Sono le donne islamiche che devono capire il disvalore della poligamia. Un uomo può amare con la stessa intensità e passione più donne? Magari in maniera superficiale sì, ma l’amore reciproco è un’altra cosa. Nella poligamia non c’è amore ma riproduzione e piacere sessuale. Son cose da ricchi.

Inutile porre la clausola secondo cui essa viene ammessa a condizione che il marito tratti tutte le mogli allo stesso modo. Avrà sempre delle preferenze. È normale. Lo farà anche coi figli.

E poi gli islamici sarebbero disposti ad accettare l’opposto, cioè la poliandria? Non credo proprio.[14]

 

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Su richiesta della NATO la Norvegia ha schierato i sistemi di difesa aerea NASAMS, gli aerei F-35 e 100 truppe e personale all’aeroporto polacco Rzeszow, un hub logistico esclusivo, utilizzato fino adesso per consegnare ogni settimana equipaggiamento militare all’Ucraina. Sarà lì che arriverà il sistema di difesa aerea Patriot grazie alla Bundeswehr tedesca.

Coi fondi UE verranno ricostruite due piste di quell’aeroporto polacco, al fine di permettere di ricevere aerei 24 ore su 24. L’infrastruttura sarà utilizzata anche per esportare le rimanenti risorse ucraine, prodotti agricoli e oggetti di valore in Europa, per ripagare gli esorbitanti debiti del Paese.

Questo è solo uno degli aspetti della rinnovata logistica della NATO, senza la quale è impossibile dichiarare esplicitamente guerra alla Russia.

Infatti si sta parlando di “Schengen militare”, un concetto che prevede la libera circolazione di merci e personale militare, per la costruzione o l’ammodernamento di strade e ferrovie ad uso militare, nell’ambito dei territori dei Paesi dell’Alleanza atlantica, cui nessuno può opporsi.

La NATO vuole collegare molto facilmente il Mediterraneo con la costa del Mar Nero. Di qui l’importanza strategica di Paesi come Romania (che potrebbe occupare la Moldavia), Bulgaria, Grecia e Turchia.

E non dimentichiamo la Finlandia, che ha già ceduto alla NATO 15 basi e che ha 1.300 km di confine con la Russia.

 

25 dicembre

 

BlackRock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, ha affermato che Bitcoin può essere considerato un asset legittimo. Altri giganti di Wall Street, come Vanguard e State Street, non sono così espliciti a considerare Bitcoin simile all’oro.

Se si ha bisogno di tutelarsi da rischi specifici, bisognerebbe anche specificare a cosa ci si riferisce. Fa così tanta paura l’idea di un mondo multipolare? O la fine del petrodollaro? O l’inizio della dedollarizzazione? Evidentemente sì. Fanno più paura a chi era abituato a comandare senza rivali di sorta.

Ma se si pensa che Bitcoin diventi una forma di tecnologia di pagamento destinata a raggiungere un’adozione diffusa, ci si illude profondamente. I costi per far funzionare questa tecnologia e la volatilità dei suoi valori sono elevatissimi. Queste son cose che possono andar bene, almeno per come sono impostate adesso, a gente che ha soldi da buttare, è capace di speculare e non ama essere controllata.

Una cosa sola è sicura: la decisione dell’occidente collettivo di mettersi decisamente dalla parte dell’Ucraina contro la Russia ha determinato uno sconvolgimento epocale in cui chi ci ha rimesso di più è stato lo stesso capitalismo privato occidentale. Difendersi da questo smacco internazionale puntando sul Bitcoin è semplicemente ridicolo. Diciamo piuttosto che l’occidente cercherà di salvarsi puntando su una guerra mondiale.

 

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Obbligare i cittadini ad andare in guerra, senza aver fatto prima una massiccia campagna propagandistica, dopo tre anni di sconfitte sonore, come sta facendo il governo di Kiev, è piuttosto insensato.

La diserzione non può essere che inevitabile e più o meno immediata. Pretendere di contrattare da posizioni di forza con la Russia, quando i disertori aumentano di continuo in maniera preoccupante, è un’altra cosa priva di senso. Il “Financial Times” ha riferito che i procuratori ucraini hanno aperto 60.000 casi contro i disertori tra gennaio e ottobre 2024. Gli stessi vertici militari ucraini hanno affermato che il numero dei disertori ha raggiunto quota 200.000 dall’inizio del conflitto: una cifra ovviamente per difetto.

Se il governo di Kiev non fosse gestito da filonazisti e russofobi, e non fosse condizionato da poteri esterni (gli stessi che lo riforniscono di armi e soldi), a quest’ora, pur di conservare il proprio potere, avrebbe fatto di tutto per accettare la cessione del Donbass alla Russia.

Invece, proseguendo la guerra, il governo finirà inevitabilmente col perdere il controllo di tutto il Paese. È evidente infatti che le condizioni che avanzerà la Russia per porre fine al conflitto, saranno sempre più onerose. Se poi nelle trattative vorranno inserirsi anche gli USA, inevitabilmente la Russia chiederà la fine delle sanzioni, la restituzione dei fondi bancari bloccati e la rinuncia alle basi NATO in Finlandia e sul Mar Nero.

 

26 dicembre

 

Quando Napoleone, nel 1812, dichiarò guerra alla Russia, aveva l’esercito più potente d’Europa: 640.000 soldati.

Anche lui, come Hitler dopo, invase il Paese a giugno, contando su un conflitto veloce.

A differenza di Hitler, che disperse il suo esercito in più direzioni, puntò subito su Mosca, trovandola però vuota.

Tuttavia sei mesi dopo, nella fase della ritirata, gli erano rimasti circa 30.000 uomini.

La campagna di Russia segnò la rovina definitiva dei progetti egemonici di Napoleone. Così come di quelli di Hitler nel 1945.

Oggi, siccome la storia non è maestra di vita per gli ottusi, ci apprestiamo a vedere la fine della NATO.

Tuttavia il problema vero è un altro: come porre fine a queste tragiche ricorrenze. Forse chi dice che la Russia, se la lasciamo fare, arriva in Portogallo, è un profeta. Io però penso che gli europei devono trovare in se stessi uno stile di vita che non abbia bisogno di far pagare agli altri i propri problemi.

Cioè la vera domanda è: quali sono le contraddizioni che possiamo affrontare con successo, senza vedere l’altro come un nemico da abbattere o sottomettere?

 

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È curioso vedere che da un lato gli europei sono destinati a spopolarsi, mentre dall’altro sono sempre più contrari ai flussi migratori.

Spagna e Germania sono nella lista dei Paesi con tassi di natalità estremamente bassi: 1,35 figli per donna, al di sotto della soglia “ultra bassa” fissata dall’ONU a 1,4.

Anche Estonia e Austria sono scese al di sotto della soglia stabilita, unendosi ad altri nove membri dell’UE con un problema simile, tra cui Spagna, Grecia e Italia.

Probabilmente è la famiglia nucleare borghese a essere entrata in crisi irreversibile. In occidente non esiste più il concetto di “comunità di vita”, se non in via eccezionale. Esistono solo individui singoli, sempre più indifesi, che si muovono attorno a dei mercati urbani. La relazione di coppia non ha forza sufficiente per costituire una comunità esistenziale, basata su valori condivisi. Forse è la città stessa a essere superata come luogo di vita.

 

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Il presidente estone Alar Karis ha rilasciato inaspettatamente una serie di dichiarazioni in cui ha affermato che “la gente in Estonia parla troppo di guerra” e che “tutto questo parlare fa sì che la gente e gli investitori fuggano dall’Estonia”.

Frasi del genere fanno venire in mente quelle dei politici americani, quando dicono che la sicurezza del cittadino è più garantita dal possesso di armi per legittima difesa che non dal disarmo dell’intera popolazione.

 

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Metterei questa regola: uno Stato in guerra che non rispetta i giorni in cui milioni di persone festeggiano le loro credenze religiose, sia espulso dall’ONU e agli statisti siano congelati tutti i beni.

 

27 dicembre

 

Regola n. 1 del dopoguerra: stabilire un range vitale al di sopra e al di sotto del quale non sia possibile andare, al fine di garantire uno standard accettabile per tutti.

La libertà di pensiero e di coscienza può essere illimitata, ma all’interno di condizioni esistenziali dignitose per chiunque, nessuno escluso.

Non possiamo più permetterci che le guerre non servano a niente.

La regola n. 2 è ancora più importante: considerare la giustizia sociale più importante dell’amore interpersonale. Dobbiamo smettere di credere (come fanno tutte le religioni) che con l’amore si possa risolvere ogni problema. Anzi in genere non se ne risolve neanche uno.

La regola n. 3 è poi quella decisiva. La società civile si deve convincere di avere esigenze superiori al proprio Stato. Il popolo è sovrano e lo Stato è destinato a scomparire.

 

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Il Ministero della Difesa britannico sostiene che il 10% delle proprie forze armate non è idoneo al servizio. Un numero impressionante di 13.522 soldati sono inabili per motivi medici e altri 14.350 solo “parzialmente” sono schierabili. Insomma oltre 27.000 soldati non arriverebbero nemmeno sul campo di battaglia.

Nonostante ciò il tenente generale Magowan, nei suoi deliri di onnipotenza, ha sostenuto che l’esercito è pronto immediatamente a combattere contro la Russia.

L’esercito del Regno Unito è più piccolo di quanto non fosse oltre 200 anni fa, al tempo delle guerre napoleoniche, eppure i suoi generali abbaiano ancora come chihuahua.

Un rapporto presentato alla Camera dei Lord sostiene che le forze armate non hanno né la “massa” né la resilienza né la coerenza interna per una guerra sostenuta ad alta intensità. In assenza di un sistema di difesa missilistica, l’infrastruttura critica della nazione è altamente vulnerabile. Il Regno Unito potrebbe sopportare una guerra contro la Russia per una settimana, al massimo un mese.

D’altronde decenni di tagli al bilancio hanno portato a un equipaggiamento che cade a pezzi. Le forze armate hanno subito un calo del 40% del personale dal 2010.

Si prevede comunque che la guerra tra NATO e Russia possa scoppiare tra 5-8 anni. Nel frattempo dovranno esserci cambiamenti fondamentali nella vita dei civili. Come minimo ci vorrà un sistema che consenta di trovare più persone possibili in caso di guerra.

 

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Indicativamente nel 2026 – secondo il “Berliner Zeitung” – i missili da crociera Tomahawk e i missili ipersonici Dark Eagle (entrambi americani) saranno posizionati in Germania. Potranno colpire l’intera area europea della Russia: in 10 minuti arrivano a Mosca e in 15 negli Urali.

Per mantenere l’equilibrio strategico la Russia avrebbe bisogno di schierare missili terrestri a medio raggio a Cuba o in Venezuela.

In questa maniera la Germania eviterebbe di inviare proprie truppe in Russia (evidentemente ne ha avuto abbastanza nell’ultima guerra mondiale), ma pretenderebbe di lanciare attacchi a sorpresa su obiettivi strategici in profondità. Altrettanto evidentemente non gli è bastata l’ultima guerra mondiale. Sperare infatti che non vi sia una ritorsione devastante è ridicolo.

Insomma non c’è nessuna volontà di pace da parte dei Paesi occidentali più influenti. In queste condizioni che trattative potranno mai esserci per l’Ucraina? Qualunque negoziato rischia di diventare una riedizione dei due patti di Minsk, cioè una sospensione temporanea del conflitto in attesa di una sua ripresa più cruenta e certamente anche molto più ampia.

 

28 dicembre

 

Cerchiamo di capirci: in sé l’attuale deindustrializzazione dell’Europa non è un male.

È vero, in parte ce l’hanno imposta gli USA, sabotando il Nordstream; in parte ce la siamo antoinflitta, imponendo alla Russia delle sanzioni insensate, aventi un effetto boomerang.

Ma in sé e per sé la lotta a favore dell’ambiente è più che giustificata. Naturalmente non mi riferisco alla cosiddetta “Agenda Green 2030”, che altro non è se non una sostituzione di un tipo di industria con un’altra ancora più costosa e solo apparentemente meno inquinante.

Per avere uno stile di vita più normale, ecologico, davvero abbiamo bisogno di esportare i nostri prodotti in tutto il mondo? Davvero abbiamo bisogno d’essere competitivi? O non sarebbe forse meglio uscire dai mercati internazionali gestiti dai grandi capitali? Davvero pensiamo che dirsi a favore di un mondo multipolare sia la soluzione ottimale per tutti i nostri problemi?

Per quale motivo diventa per noi un problema serio che la deindustrializzazione comporti la delocalizzazione dei nostri gioielli di famiglia verso i Paesi che hanno condizioni economiche e finanziarie più favorevoli? Come per es. il minor costo della manodopera, dell’energia, della tassazione, delle materie prime...

Cioè perché, se davvero vogliamo rinunciare all’industrializzazione, siamo costretti a subire la colonizzazione di quei Paesi che invece la vogliono conservare?

Il vero problema qual è: come uscire dal sistema capitalistico in nome dell’ambientalismo o come farlo restando indipendenti? Perché dobbiamo sentirci umiliati da questo crollo progressivo del benessere materiale e non prendiamo la palla al balzo per inventarci un nuovo sistema di vita?

 

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Le nuove autorità siriane hanno demolito il monumento all’eroe nazionale Yousef al-Azma (1883–1920), ch’era stato eretto a Damasco in omaggio alla lotta senza tregua da lui condotta contro gli invasori francesi, che alla fine della prima guerra mondiale si erano presi Siria e Libano.

Al-Azma fu l’unico ufficiale arabo a morire nella battaglia di Maysalun il 24 luglio 1920: dopo la sua morte la resistenza dell’esercito arabo cessò. Il giorno prima i francesi avevano preso Aleppo e il 25 luglio erano entrati a Damasco. Al-Azma è il simbolo più importante dell’identità nazionale, che tutti i siriani studiano a scuola.

Questa demolizione suggerisce l’idea che il nuovo governo sia del tutto filo-occidentale, o che comunque abbia bisogno della revoca di tutte le sanzioni occidentali.

Pensare che gli Assad avevano costruito uno Stato che, tra tutti quelli islamici del Medio oriente, appariva di gran lunga il più laico e pluralistico…

 

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Il procuratore generale d’Israele, Gali Baharav-Miara, vuole indagare sulla moglie di Netanyahu. Sullo sfondo c’è il sospetto che Sara Netanyahu abbia ostacolato la giustizia e influenzato i testimoni. In particolare avrebbe ordinato d’inviare manifestanti a casa di un importante testimone del processo penale contro suo marito: il testimone ha sporto denuncia contro di lei, che avrebbe anche cercato d’intimidire i pubblici ministeri.

Da più di quattro anni è in corso un processo per corruzione contro il premier. È accusato di frode, abuso di fiducia e corruzione: tra le altre cose ha concesso benefici al colosso delle telecomunicazioni Bezeq mentre era ministro delle Comunicazioni.

Quando si dice “Dio li fa e poi li accoppia”...

A volte ci si chiede: si cerca una donna o un uomo simile a sé o si cambia durante la relazione? In questo secondo caso qual è il movente principale che fa cambiare una relazione coniugale? Con la von der Leyen e suo marito era piuttosto chiaro.

 

29 dicembre

 

Il Pakistan comincia a far paura agli USA. Le forze armate hanno appena sviluppato un missile nucleare intercontinentale (Shaheen-III) con una gittata di 2.750 km (fa 6 km al secondo!). Praticamente è in grado di colpire sia Israele che gli stessi USA.

Però il governo sembra minimamente preoccupato delle sanzioni in arrivo. Anzi, bisogna dire che i rapporti bilaterali sono improvvisamente peggiorati. Anche sui social media si stanno moltiplicando le richieste di porre fine ai finanziamenti statunitensi al Pakistan.

Tutti infatti sanno bene che la defenestrazione dalla leadership governativa di Imran Khan nel 2022 è avvenuta grazie ai servizi segreti americani, che non sopportavano i suoi rapporti diretti con Russia e Cina.

Personalmente mi chiedo che senso abbia per un Paese povero come il Pakistan poter avere un missile di questa portata. Lo stipendio medio annuale è di 1.500 dollari.

 

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Gerry Nolan scrive su “Rise of the Global South” che Stoltenberg sta assumendo il ruolo di co-presidente del Gruppo Bilderberg, che, come tutti sanno, non è un semplice “forum di discussione”. Il suo comitato direttivo è pieno di titani dell’industria della difesa e magnati della Big Tech, che non sono strateghi, ma profittatori intenzionati a fare della guerra il modello di business più redditizio sulla Terra.

Con Stoltenberg al timone, il Bilderberg (nato nel 1954 per contrastare “l’imperialismo comunista”) consolida il suo ruolo di motore di retrobottega di guerre infinite. Insomma l’atlantismo riguarda meno l’unità del continente e molto di più la coercizione. La richiesta di “maggiori investimenti nella difesa” non è strategia, ma disperazione per tenere insieme l’impero, mentre il suo dominio globale crolla.

La UE non è una partner degli USA ma un ostaggio, umiliato dal sabotaggio del Nord Stream e costretto al suicidio economico.

Alla Conferenza Bilderberg del 2025, in programma a Stoccolma, Stoltenberg senza dubbio spingerà le élites a raddoppiare gli investimenti militari. Il messaggio è chiaro: mantenere la macchina da guerra in funzione a tutti i costi, anche se ciò significa spingere sempre più l’Europa verso la deindustrializzazione e l’irrilevanza geopolitica.

Quest’uomo non è normale, aggiungo io al post. Deve per forza essergli successo qualcosa che lo porta a distruggere l’intero pianeta. Non è possibile che si comporti così solo per i soldi. Lo dico dal 2022.

 

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La guardia di frontiera finlandese ha sequestrato la petroliera Eagle S, in navigazione dalla Russia all’Egitto, sospettata di aver danneggiato il cavo elettrico Estlink 2 nel Mar Baltico, che unisce Estonia e Finlandia. Pare che la nave (che batte bandiera delle Isole Cook) sia dotata di apparecchiature di sorveglianza avanzate. L’equipaggio comprende più di 20 persone, cittadini della Georgia e dell’India.

Insomma i finnici ci son caduti come polli. Non han capito che la Russia ha bisogno di pretesti per bombardare le basi NATO nel loro Paese. Si poteva facilmente prevedere. Come poteva accettare 1.300 km di confine con l’Ucraina, intenzionata a entrare nella NATO, e non dire nulla a un Paese che, con gli stessi km di confine, vi è già entrato, permettendo ai guerrafondai americani di fare ciò che vogliono?

 

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Col 30% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà, avendo un reddito inferiore a 3,20 dollari giornalieri, e un altro 30% appena sopra quella soglia, che se ne fa l’Egitto di un contratto di 5 miliardi di dollari per avere armi americane?

L’Egitto non è assolutamente in grado di attaccare Israele, suo nemico da sempre. Non ha fatto nulla per Gaza, dove non può certo andare d’accordo con Hamas, che fa parte dei Fratelli Musulmani, e non farà nulla per la Siria.

L’Egitto si è unito ai BRICS. Ha in mente di fare qualcosa con la Russia, ora che le due basi siriane di quest’ultima sono a rischio?

 

30 dicembre

 

A me sembra un po’ patetico far leva sul patriottismo usando lo strumento della religione. I tempi son maturi per poterlo evitare tranquillamente.

Mi riferisco a un video russo di 90 secondi diffuso dal Ministero della Difesa allo scopo di favorire l’arruolamento militare. Si è posta forte enfasi sulle diverse etnie e confessioni religiose che si uniscono per affrontare un nemico comune.

In realtà il conflitto russo-ucraino non va visto come una crociata di tipo religioso. Il neonazismo di Kiev va sconfitto in quanto tale, non avendo nulla di democratico. Cosa c’entra la religione? Per combattere questa aberrazione politica non basta che lo Stato russo si dichiari laico e aconfessionale? I russi hanno ancora paura che essere laici o atei o agnostici voglia dire essere amorali o persino immorali? Siamo ancora a questi livelli? Si rende conto Putin che, quando afferma “Dio è con noi”, sta riprendendo un motto dai pregressi storici sommamente fanatici e colonialisti? “Gott mit uns” in origine era il motto del famigerato Ordine Teutonico; poi divenne quello dei re di Prussia; poi degli Imperatori tedeschi e infine del III Reich nazista![15]

 

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Forse in Georgia il tentativo di rivoluzione colorata voluta dall’occidente è fallito definitivamente.

Mikheil Kavelashvili, esponente del partito Sogno georgiano, è entrato ufficialmente in carica come presidente del Paese. La presidente uscente Salome Zurabishvili, che aveva in un primo momento rifiutato di cedere il potere sulla base di inesistenti brogli elettorali e “interferenze russe”, ha lasciato la residenza del capo dello Stato, per non rischiare d’essere arrestata.

I suoi sostenitori hanno raggiunto nuovi livelli di assurdità, intonando a tutto volume l’inno nazionale degli Stati Uniti.

Il partito Sogno georgiano (54% dei voti) ha deciso di sospendere i negoziati per l’adesione all’UE e ha accusato i 4 partiti di opposizione (che avevano ottenuto insieme il 37% dei voti) di agire come una “quinta colonna” diretta dall’estero.

Quale lezione trarre da questa vicenda, il cui la maggioranza della popolazione ha dimostrato un’incredibile pazienza? Ogni Paese che tenga alla propria indipendenza deve prendere una posizione ferma: vietare le ONG finanziate dall’estero, anche perché tendono a trasformarsi in maniera bellicosa. La sovranità non è negoziabile, e il copione dell’impero neoglobalista, che crea caos sotto le mentite spoglie della “promozione della democrazia”, va fermato quanto prima.

 

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Estratto dallo scambio tra il re Faisal ben Abdelaziz e il presidente Charles de Gaulle nel 1967, riportato dal dottor Maarouf al-Dawalibi, ex premier della Siria nel 1953, nelle sue Memorie.

De Gaulle dice:

- Vostra Maestà, sentiamo discorsi in cui si afferma che volete gettare Israele in mare. Israele è ormai una realtà e nessuno al mondo accetterà di cambiare questo stato di cose.

Re Faisal risponde:

- Signor Presidente, sono sorpreso dalle sue osservazioni. Hitler occupò Parigi e la situazione divenne un fatto compiuto. Tutta la Francia si è arresa, tranne te. Ti sei ritirato con l’esercito britannico e hai continuato a resistere a questo stato di cose finché non hai trionfato. Non hai accettato la realtà imposta, e nemmeno il tuo popolo. Sono quindi sorpreso che oggi mi chiediate di accettare il fatto compiuto. Guai ai deboli, signor Presidente, se si sottomettono ai forti.

De Gaulle, sorpreso dalla vivacità del re, cambiò tono e disse:

- Maestà, gli ebrei dicono che la Palestina è la loro terra d’origine e che lì è nato il loro antenato Israele.

Re Faisal risponde:

- Signor Presidente, la ammiro perché è un uomo religioso e credente. Sicuramente legge la Bibbia. Non avete letto che gli ebrei vennero dall’Egitto come invasori, che bruciarono le città e uccisero uomini, donne e bambini? Come può dire che la Palestina è la loro terra quando appartiene agli arabi Cananei? Gli ebrei erano colonizzatori. Vuole ripristinare una colonizzazione vecchia di 3000 anni portata avanti da Israele? Perché allora non ripristinare la colonizzazione della Francia da parte di Roma, che risale a soli 2000 anni fa? Dovremmo ridisegnare la mappa del mondo a beneficio degli ebrei e non a beneficio di Roma? Noi arabi abbiamo trascorso due secoli nel sud della Francia, mentre gli ebrei hanno trascorso solo 70 anni in Palestina prima di essere esiliati.

De Gaulle risponde:

- Ma dicono che il loro padre sia nato lì.

Re Faisal ribatte:

- Incredibile... Attualmente avete 150 ambasciate a Parigi e un buon numero di ambasciatori ha figli nati lì. Se poi questi bambini diventeranno capi di Stato e reclameranno Parigi come loro diritto di nascita, allora povera Parigi, non so a chi apparterrà...!

Fonte: t.me/VociDallaStrada

 

31 dicembre

 

Pare che Israele abbia testato una bomba nucleare tattica in Siria. Sarebbe avvenuto il 16 dicembre contro un centro di produzione di missili Scud in una zona montuosa vicino alla città di Tartus, che ha causato una vibrazione sismica di magnitudo 3 e la comparsa di una nube radioattiva.

Le immagini satellitari mostrano una sezione della montagna larga circa 60 metri che è letteralmente “scomparsa”, con la vegetazione nel raggio di un chilometro che sta evaporando.

Alcune fonti sostengono che nell’attacco sia stata utilizzata la bomba nucleare americana B61. Anche l’Agenzia europea per il monitoraggio dell’ambiente ha registrato livelli elevati di radiazioni in Turchia e a Cipro 20 ore dopo l’esplosione.

 

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L’unica mobilitazione fatta dalla Russia nel conflitto ucraino è stata quella dell’autunno del 2022, quando ha richiamato circa 300.000 riservisti per coprire i 2.000 km di linea del fronte con l’Ucraina. Da allora i funzionari di Mosca si sono opposti a nuovi tentativi di coscrizione, affermando che le esigenze militari erano soddisfatte da un flusso costante di volontari patrioti.

Il Ministero della Difesa ha di recente affermato che circa 190.000 soldati a contratto si sono arruolati nell’esercito solo nel 2024 e ha stimato che circa 1.000 persone firmano contratti ogni giorno. A dicembre il Ministero ha stimato il numero totale di soldati a contratto in 640.000.

 

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L’azienda energetica russa Gazprom fornisce quasi tutto il gas utilizzato in Moldavia, distribuito attraverso l’azienda Moldovagaz.

La Moldavia dipende dalla Russia anche per la fornitura di energia elettrica (80%). La più grande centrale elettrica moldava si trova a Kuchurgan in Transnistria e non è controllata dalle autorità moldave.

Questa centrale elettrica cesserà di funzionare domani, cioè dal 1° gennaio. Gazprom ha annunciato che avrebbe interrotto le forniture di gas alla Moldavia a causa del debito pregresso di Moldovagaz.

Il premier moldavo Dorin Recean ha affermato che Chisinau avrebbe perseguito un arbitrato internazionale se le forniture fossero state tagliate. Ma se non pagano, la colpa non è della Gazprom.

D’altra parte la Moldavia ha poche alternative energetiche. Né la UE né gli USA né l’Ucraina né la Romania sono in grado di soddisfare pienamente le sue esigenze. Nel Paese lo stato di emergenza è alle porte, anche perché i consumi non possono essere ridotti all’infinito. Gli occidentali vogliono spingere il Paese verso l’indipendenza dal gas russo, ma il risultato finale è freddo e buio.

Aspettiamoci delle gravi provocazioni contro la filorussa Transnistria. La Moldavia è ampiamente sostenuta dalla UE. Mosca dovrà per forza intervenire. Si aprirà un nuovo fronte?

 

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La Svezia si prepara a mandare i suoi cittadini a morire: le società funebri svedesi infatti hanno iniziato ad acquistare terreni per costruire nuovi cimiteri in vista della guerra con la Russia. Lo scrive “Associated Press”.

La guerra viene considerata inevitabile a causa del fatto che la Svezia ha accettato di aderire alla NATO, poi perché vi sono già tensioni con la Russia nella regione del Mar Baltico.

Secondo le disposizioni della Chiesa di Svezia, le società funebri sono tenute a garantire la disponibilità di terreno sufficiente per seppellire circa il 5% dei fedeli di una parrocchia, se necessario. E questo nelle grandi città non è un problema facile da risolvere.

Mi chiedo: un Paese con una popolazione di poco superiore ai 10 milioni di abitanti, con una densità di 23,1 abitanti per kmq, con un tasso di crescita dello 0,8%, si può permettere il lusso di subire ingenti perdite umane? Cos’è che spinge una popolazione intera, che fino a poco tempo fa era un simbolo eloquente di pacifismo e di sviluppo umano, a suicidarsi in massa?

 

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Elon Musk ritiene che Marte, una volta colonizzato, dovrebbe essere governato dalla democrazia diretta piuttosto che da quella rappresentativa.

Uno come lui, così innovativo e spregiudicato, non dovrebbe dare per scontato che un’alternativa del genere sia impossibile da realizzare sulla Terra.

 


 

Conclusione

 

 

 

 

Siamo cresciuti con la convinzione che la storia fosse maestra di vita e che le due guerre mondiali fossero sufficienti in Europa per scongiurarne una terza. Oggi non siamo più sicuri di niente.

La nostra Costituzione, all’art. 11, vieta di usare la guerra per risolvere i conflitti internazionali. Ma ci siamo accorti che quell’articolo può essere soggetto a opposte interpretazioni.

Un tempo pensavamo che le guerre fossero volute da alcune élites al potere, dai “signori della guerra”. Oggi invece i mass media tendono a dividere gli Stati e persino le popolazioni in “buoni e cattivi”.

La mediazione, la trattativa, la diplomazia sono come improvvisamente scomparse e noi siamo qui ad attendere qualcosa di catastrofico, di irreparabile, nella più completa rassegnazione.

Sappiamo benissimo che oggi le alternative fondamentali sono solo due: o l’umanità pone fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità. Se di fronte a questo rischio, restiamo indifferenti; se lo accettiamo come un destino fatale, noi smettiamo di essere umani, razionali, e diventiamo complici di qualcuno, che lo si voglia o no.

 

Ora, quali sono le domande cui dovremmo cercare, nel nostro piccolo, di trovare delle risposte abbastanza convincenti per non perdere la dignità con cui dobbiamo vivere la vita?

 

1- Coi mezzi militari a nostra disposizione, che possono essere altamente distruttivi, tali da comportare gravissime conseguenze per periodi lunghissimi, possiamo permetterci di far scoppiare delle guerre? O ci si deve allarmare anche per il più piccolo tentativo di farle?

2- Se nell’immediato non è possibile evitare che gli Stati entrino in guerra, quali sono le condizioni o gli strumenti per evitare che una guerra si trasformi da convenzionale a nucleare?

3- L’art. 11 della nostra Costituzione fino a che punto può impedire al nostro governo di entrare in guerra per risolvere un conflitto regionale o internazionale? Deve forse essere modificato o integrato con altri articoli?

4- Quali sono le condizioni per rendere l’ONU effettivamente in grado di scongiurare o di risolvere i conflitti regionali o internazionali?

5- In questi ultimi anni (e tutte le volte che si vedono conflitti in corso) abbiamo sentito parlare di tre diritti fondamentali: indipendenza politica dello Stato, integrità territoriale di una nazione e autodeterminazione dei popoli. Alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina e in Medioriente (e di quanto potrà eventualmente accadere a Taiwan), quali sono i rapporti tra questi tre diritti, in maniera tale che possano tutti essere salvaguardati?

6- Qual è il rapporto tra libertà e rispetto (o tra identità e diversità)? Cioè cosa vuol dire “essere tolleranti” o prevenire una condizione di violenza?

7- Quali sono le condizioni per avere un’informazione sufficientemente obiettiva sulle cause che possono scatenare dei conflitti bellici?

8- Il terrorismo può essere solo una caratteristica di determinate formazioni politiche, ideologiche, militari, o può essere messo in atto anche dagli Stati? Più in generale cosa s’intende con la parola “terrorismo”? È possibile sostenere che il terrorismo da parte di uno Stato in guerra è inevitabile?

9- È possibile porre una differenza tra democrazia formale e democrazia sostanziale? Oppure dobbiamo accontentarci del “meno peggio”, cioè di soluzioni minimalistiche? In che senso, in una società democratica, la sovranità appartiene al popolo?

10- Quali sono le condizioni per le quali una popolazione ha diritto di opporsi a un governo che la vuole trascinare in guerra?

 

*

 

Queste domande dovrebbero essere discusse a livello locale, senza fare delle assemblee politico-partitiche. Non si dovrebbe sponsorizzare nessun partito in particolare. Le idee dovrebbero partire privatamente, per poi chiedere di condividerle ad associazioni, sindacati e partiti. Quindi l’assemblea dovrebbe essere pre-politica o etico-politica o filosofico-politica o giuridico-politica.

Le domande sono tante, 10, perché non si dovrebbe chiedere ai relatori di rispondere nel dettaglio, ma solo a grandi linee, lasciando ad altre assemblee il compito di approfondirle.

L’assemblea andrebbe intesa come una premessa. Le 10 domande dovrebbero essere ritenute fondamentali per tentare di rispondere alla richiesta di pace in un momento in cui la guerra sembra essere percepita come una cosa normale, inevitabile. Non è ovviamente escluso che possano esserci altre domande di cruciale importanza: per es. sull’Unione Europea, sulla Commissione Europea, sulla sicurezza europea, sulla NATO e quant’altro, ma bisognerebbe affrontarle successivamente.

L’importante è non invitare a parlare quanti sostengono la narrativa dominante nei massmedia e nel governo. Non ha senso dare un megafono a chi ha già tutti i mezzi possibili per far sentire la propria voce. In fondo se si fanno iniziative del genere è perché la narrativa o la propaganda del mainstream non soddisfa più chi vuole la pace. Non ci riferiamo solo alle tv pubbliche e private, ma anche alla maggior parte dei quotidiani nazionali. Un’informazione un minimo alternativa bisogna andarla a cercare nei social, in certi canali o profili di Facebook, Youtube, Telegram, ecc., quando poi l’informazione non viene censurata anche qui.

Pensiamo inoltre che non sia proprio il caso di fare discorsi altisonanti, difficili da capire, usando il linguaggio del politichese. Le idee devono essere semplici e chiare, proprio perché è il buon senso che deve prevalere, a prescindere da qualunque ideologia. Naturalmente siamo anche consapevoli che la verità delle cose non è un’evidenza che tutti possono facilmente constatare. Anche le idee più semplici possono essere interpretate in maniera opposta, a seconda degli interessi in gioco o dei condizionamenti culturali pregressi. In fondo siamo umani, non robot che rispondono sulla base di algoritmi o di una qualche intelligenza artificiale. L’ambiguità per fortuna è una nostra prerogativa.

I relatori però dovrebbero evitare di assumere atteggiamenti polemici contro altri relatori. Non ci interessano le critiche distruttive, le analisi meramente negative. Vogliamo solo sentire proposte, soluzioni (anche minimali), fiducia nel cambiamento, operatività… In una parola: vogliamo invitare a non rassegnarsi al peggio.

Qui ormai siamo arrivati al punto che non è più sufficiente dire che non si può realizzare la pace senza la giustizia. Ormai la pace è diventata la precondizione per parlare di qualunque cosa, non solo della giustizia.

 


 

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Attualità:

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Sopravvissuto. Memorie di un ex

Grido ad Manghinot. Politica e Turismo a Riccione (1859-1967)

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L’impero romano. I. Dalla monarchia alla repubblica

L’impero romano: II. Dalla repubblica al principato

Homo primitivus. Le ultime tracce di socialismo

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Dal feudalesimo all’umanesimo. Quadro storico-culturale di una transizione

Protagonisti dell’Umanesimo e del Rinascimento

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Herbis non verbis. Introduzione alla fitoterapia

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La svolta di Giotto. La nascita borghese dell’arte moderna

Letteratura-Linguaggi:

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Pagine di letteratura

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Dante laico e cattolico

Grammatica e Scrittura. Dalle astrazioni dei manuali scolastici alla scrittura creativa

Contro Ulisse

Poesie:

Nato vecchio; La fine; Prof e Stud; Natura; Poesie in strada; Esistenza in vita; Un amore sognato; Poiesis (opere complete)

Filosofia:

La filosofia ingenua

Laicismo medievale

Ideologia della chiesa latina

l’impossibile Nietzsche

Da Cartesio a Rousseau

Rousseau e l’arcantropia

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Le ragioni della laicità

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Che cos’è la verità? Pagine di diario

Scienza e Natura. Per un’apologia della materia

Spazio e Tempo: nei filosofi e nella vita quotidiana

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Linguaggio e comunicazione

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Antropologia:

La scienza del colonialismo. Critica dell’antropologia culturale

Ribaltare i miti: miti e fiabe destrutturati

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Esegeti di Marx

Maledetto capitale

Marx economista

Il meglio di Marx

Etica ed economia. Per una teoria dell’umanesimo laico

Le teorie economiche di Giuseppe Mazzini

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Lenin e la guerra imperialista

L’idealista Gorbaciov. Le forme del socialismo democratico

Il grande Lenin

Cinico Engels. Oltre l’Anti-Dühring

L’aquila Rosa. Critica della Luxemburg

Società ecologica e democrazia diretta

Stato di diritto e ideologia della violenza

Democrazia socialista e terzomondiale

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In principio era il due

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Zetesis. Dalle conoscenze e abilità alle competenze nella didattica della storia

Ateismo:

Cristo in Facebook

Diario su Cristo

Studi laici sull’Antico Testamento

L’Apocalisse di Giovanni

Johannes. Il discepolo anonimo, prediletto e tradito

Pescatori di uomini. Le mistificazioni nel vangelo di Marco

Contro Luca. Moralismo e opportunismo nel terzo vangelo

Metodologia dell’esegesi laica. Per una quarta ricerca

Protagonisti dell’esegesi laica. Per una quarta ricerca

Ombra delle cose future. Esegesi laica delle lettere paoline

Umano e Politico. Biografia demistificata del Cristo

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Ateo e sovversivo. I lati oscuri della mistificazione cristologica

Risorto o Scomparso? Dal giudizio di fatto a quello di valore

Cristianesimo primitivo. Dalle origini alla svolta costantiniana

Guarigioni e Parabole: fatti improbabili e parole ambigue

Gli apostoli traditori. Sviluppi del Cristo impolitico

 


Indice

 

Premessa...................................................................................... 5

Luglio.............................................................................................. 7

17 luglio....................................................................................... 7

18 luglio....................................................................................... 8

19 luglio....................................................................................... 9

20 luglio..................................................................................... 10

21 luglio..................................................................................... 11

22 luglio..................................................................................... 11

23 luglio..................................................................................... 12

24 luglio..................................................................................... 14

25 luglio..................................................................................... 14

26 luglio..................................................................................... 15

27 luglio..................................................................................... 17

28 luglio..................................................................................... 17

29 luglio..................................................................................... 19

30 luglio..................................................................................... 19

31 luglio..................................................................................... 21

Agosto............................................................................................ 22

1 agosto...................................................................................... 22

2 agosto...................................................................................... 22

3 agosto...................................................................................... 23

4 agosto...................................................................................... 23

5 agosto...................................................................................... 24

6 agosto...................................................................................... 26

7 agosto...................................................................................... 27

8 agosto...................................................................................... 28

9 agosto...................................................................................... 29

10 agosto.................................................................................... 30

11 agosto.................................................................................... 30

12 agosto.................................................................................... 31

13 agosto.................................................................................... 31

14 agosto.................................................................................... 33

15 agosto.................................................................................... 34

16 agosto.................................................................................... 35

17 agosto.................................................................................... 36

18 agosto.................................................................................... 38

19 agosto.................................................................................... 38

20 agosto.................................................................................... 39

21 agosto.................................................................................... 39

22 agosto.................................................................................... 40

23 agosto.................................................................................... 42

24 agosto.................................................................................... 43

25 agosto.................................................................................... 45

26 agosto.................................................................................... 46

27 agosto.................................................................................... 47

28 agosto.................................................................................... 49

29 agosto.................................................................................... 50

30 agosto.................................................................................... 51

31 agosto.................................................................................... 53

Settembre....................................................................................... 54

1 settembre................................................................................. 54

2 settembre................................................................................. 54

3 settembre................................................................................. 55

4 settembre................................................................................. 56

5 settembre................................................................................. 57

6 settembre................................................................................. 58

7 settembre................................................................................. 59

8 settembre................................................................................. 60

9 settembre................................................................................. 61

10 settembre............................................................................... 63

11 settembre............................................................................... 65

12 settembre............................................................................... 66

13 settembre............................................................................... 69

14 settembre............................................................................... 70

15 settembre............................................................................... 71

16 settembre............................................................................... 72

17 settembre............................................................................... 74

18 settembre............................................................................... 74

19 settembre............................................................................... 77

20 settembre............................................................................... 78

21 settembre............................................................................... 79

22 settembre............................................................................... 80

23 settembre............................................................................... 83

24 settembre............................................................................... 84

25 settembre............................................................................... 86

26 settembre............................................................................... 87

27 settembre............................................................................... 89

28 settembre............................................................................... 91

29 settembre............................................................................... 93

30 settembre............................................................................... 95

Ottobre........................................................................................... 98

1 ottobre..................................................................................... 98

2 ottobre..................................................................................... 99

3 ottobre................................................................................... 100

4 ottobre................................................................................... 102

5 ottobre................................................................................... 104

6 ottobre................................................................................... 105

7 ottobre................................................................................... 106

8 ottobre................................................................................... 108

9 ottobre................................................................................... 109

10 ottobre................................................................................. 111

11 ottobre................................................................................. 112

12 ottobre................................................................................. 115

13 ottobre................................................................................. 117

14 ottobre................................................................................. 118

15 ottobre................................................................................. 120

16 ottobre................................................................................. 121

17 ottobre................................................................................. 122

18 ottobre................................................................................. 123

19 ottobre................................................................................. 125

20 ottobre................................................................................. 127

21 ottobre................................................................................. 129

22 ottobre................................................................................. 130

23 ottobre................................................................................. 133

24 ottobre................................................................................. 135

25 ottobre................................................................................. 137

26 ottobre................................................................................. 139

27 ottobre................................................................................. 140

28 ottobre................................................................................. 141

29 ottobre................................................................................. 144

30 ottobre................................................................................. 145

31 ottobre................................................................................. 149

Novembre.................................................................................... 152

1 novembre.............................................................................. 152

2 novembre.............................................................................. 153

3 novembre.............................................................................. 155

4 novembre.............................................................................. 157

5 novembre.............................................................................. 159

6 novembre.............................................................................. 161

7 novembre.............................................................................. 162

8 novembre.............................................................................. 165

9 novembre.............................................................................. 166

10 novembre............................................................................ 169

11 novembre............................................................................ 171

12 novembre............................................................................ 173

13 novembre............................................................................ 174

14 novembre............................................................................ 177

15 novembre............................................................................ 179

16 novembre............................................................................ 180

17 novembre............................................................................ 182

18 novembre............................................................................ 186

19 novembre............................................................................ 189

20 novembre............................................................................ 191

21 novembre............................................................................ 192

22 novembre............................................................................ 194

23 novembre............................................................................ 197

24 novembre............................................................................ 200

25 novembre............................................................................ 202

26 novembre............................................................................ 205

27 novembre............................................................................ 207

28 novembre............................................................................ 208

29 novembre............................................................................ 211

30 novembre............................................................................ 213

Dicembre..................................................................................... 216

1 dicembre............................................................................... 216

2 dicembre............................................................................... 217

3 dicembre............................................................................... 220

4 dicembre............................................................................... 222

5 dicembre............................................................................... 225

6 dicembre............................................................................... 228

7 dicembre............................................................................... 230

8 dicembre............................................................................... 232

9 dicembre............................................................................... 234

10 dicembre............................................................................. 236

11 dicembre............................................................................. 238

12 dicembre............................................................................. 239

13 dicembre............................................................................. 241

14 dicembre............................................................................. 243

15 dicembre............................................................................. 245

16 dicembre............................................................................. 247

17 dicembre............................................................................. 250

18 dicembre............................................................................. 251

19 dicembre............................................................................. 253

20 dicembre............................................................................. 255

21 dicembre............................................................................. 258

22 dicembre............................................................................. 261

23 dicembre............................................................................. 263

24 dicembre............................................................................. 266

25 dicembre............................................................................. 268

26 dicembre............................................................................. 269

27 dicembre............................................................................. 270

28 dicembre............................................................................. 272

29 dicembre............................................................................. 273

30 dicembre............................................................................. 275

31 dicembre............................................................................. 277

Conclusione................................................................................. 280

Bibliografia su Amazon............................................................... 283

 

 



[1] Il Parlamento ucraino ha ordinato al clero di aderire entro nove mesi alla Chiesa ortodossa ucraina: quella che nel 1992 (dopo l’indipendenza dall’URSS) proclamò lo scisma dal Patriarcato di Mosca, cui sottostava dal Seicento. Si noti che il 71% degli ucraini segue il culto russo.

[2] A dir il vero l’invio costante di messaggi contrastanti da parte dell’amministrazione statunitense è sempre stata una tattica per convincere la gente che ci sono delle forze moderate all’interno del governo. John Kirby, in qualità di National Security Communications Advisor, molte volte si è espresso in contraddizione con Biden, ma le sue parole non hanno mai contato molto, come abbiamo visto negli ultimi due anni. Quando per es. Biden chiese un cambio di regime in Russia nel 2022, Kirby all’epoca si espresse dicendo che quella non era la politica degli Stati Uniti. Cioè mentiva sapendo di mentire.

[3] In realtà questa news demenziale fu diffusa inizialmente dal premier ucraino Denys Shimal, subito confermata dalla portavoce americana della Segretaria del commercio, Robyn Patterson, e condivisa dalla Segretaria al commercio dell’amministrazione Biden, Gina Raimondo, che la diffuse in tutto il mondo attraverso il “Washington Post” nel maggio 2022.

[4] A fronte di una popolazione moldava residente di circa 3,5 milioni, circa un ulteriore 1,5 milione si trova all’estero, di cui l’80% in Russia e il 20% nella Unione Europea. L’80% dei residenti nella UE si trova in Italia, con 140.000 residenti iscritti nelle anagrafi dei Comuni: questi han potuto utilizzare ben 60 seggi elettorali.

[5] La Sandu è stata una dipendente della Banca Mondiale, dopo essersi laureata alla JF Kennedy School of Government. La sua candidatura in Moldova fu promossa dall’International Republican Institute con sede negli USA. La Fondazione Soros Moldavia ha invece promosso la riforma della polizia e del sistema degli affari interni, istituendo un servizio speciale di sicurezza dello Stato, il cui compito è quello di proteggere gli alti funzionari filoeuropei. I poliziotti tedeschi sono stati preposti alla sicurezza delle frontiere. Il National Endowment for Democracy è impegnato nella costruzione di una narrativa antirussa.

[6] Anche il cardinale cattolico australiano George Pell, morto nel 2023, sapeva tutto sugli abusi sessuali dei prelati della sua Chiesa (anzi lui stesso ne era stato artefice), ma non fece mai nulla per renderli oggetto di denuncia.

[7] In realtà i poteri del Capo di Stato non sono pochi: 1. può scegliere il primo ministro, anche difformemente dalle indicazioni parlamentari; 2. può sciogliere la legislatura parlamentare a suo insindacabile giudizio; 3. nomina alcuni esponenti della Corte costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura (quest’ultimo lo presiede anche); 4. è il capo delle forze armate e presiede l’organismo consultivo di difesa.

[8] Nel 2011 si fece un referendum per abolire dal decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 la frase “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Allora era in carica il IV governo Berlusconi.

[9] Può colpire il Regno Unito in 19 minuti, la Polonia in 8 minuti, il Belgio in 14 minuti, la Germania in 11 minuti.

[10] Nel 2013 la cinese Xinjiang Production and Construction Corps acquisì un terreno grande quanto il Belgio per un contratto di locazione di 99 anni con un’opzione di acquisto. E nel 2014 il governo stipulò un contratto con le società Shell e Chevron, che ricevettero pezzi di terra del Donbass per 50 anni (col diritto di prorogare il contratto) al fine di estrarre il gas di scisto. Tre giganti americani, Cargill, Dupont e Monsanto, hanno già acquistato il 40% delle terre coltivabili in Ucraina.

[11] D’altra parte l’ebraismo ungherese ha svolto un ruolo di primo piano nel sionismo religioso e secolare sin dalla metà del XIX sec. Lo stesso Theodor Herzl è nativo di Budapest. Israele è un partner strategico dell’Ungheria, la quale ha un ufficio commerciale a Gerusalemme come parte dell’Ambasciata a Tel Aviv. La più grande comunità ebraica dell’Europa centrale vive in Ungheria e la diaspora di origine ungherese di circa 300.000 persone vive in Israele.

[12] Il cap. VII (composto di 13 articoli) ha per titolo “Azione rispetto alle minacce alla pace, alle violazioni della pace e agli atti di aggressione.”

[13] La Lockheed Martin si è aggiudicata nel 2022 un contratto del valore di 524 milioni di dollari solo per il supporto agli F-35 italiani. L’Italia ha fino ad oggi ordinato 60 caccia a decollo e atterraggio convenzionale F-35A, e 30 nella variante a decollo corto e atterraggio verticale F-35B. Finora ne sono stati consegnati 27. La consegna dei primi 55 esemplari dovrebbe completarsi nel 2027. Il lavoro di manutenzione sugli aerei già consegnati sarà svolto principalmente negli Stati Uniti, ma vedrà la partecipazione anche del sito produttivo italiano di Cameri, in Piemonte (unico in Europa), e si prevede che sarà completato nel giugno 2025.

[14] Dopo pochi giorni l’Amministrazione spirituale dei musulmani ha annullato la decisione che autorizza la poligamia.

[15] Su questo post è stato fatto il seguente commento: “Visto che gli ucraini stanno perseguitando i preti ortodossi russi, il richiamo alla religione è coerente e legittimo”. Ho risposto che per difendere la religione ortodossa basta appellarsi alla libertà di coscienza, quella che include tutte le religioni.

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