Edizione gennaio-maggio 2025
Pubblicizza questo libro come credi, anche facendone oggetto di commercio, ma se lo modifichi non attribuire a me cose che non ho mai detto, a meno che tu non pensi di contribuire alla causa di un socialismo davvero democratico.
MIKOS TARSIS
APPARAT
DIARIO DEL 2025
(gennaio-maggio)
Solo la gente mediocre non giudica dalle apparenze.
Oscar Wilde
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Nato a Milano nel 1954, laureatosi a Bologna in Filosofia nel 1977,
già docente di storia e filosofia, Mikos Tarsis (alias di Enrico Galavotti) si è interessato per tutta la vita a due principali argomenti:
Umanesimo Laico e Socialismo Democratico, che ha trattato in homolaicus.com e ora in t.me/multipolare.
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Apparat è un termine che si usava molto al tempo del socialismo statale sovietico. Indicava, per chi non voleva essere stalinista, qualcosa di molto negativo, soprattutto di autoritario e di pericoloso. Lo Stato (con tutti i suoi organi periferici perfettamente obbedienti), il partito-stato (che escludeva categoricamente il pluripartitismo), i servizi segreti dello Stato (che eliminavano le persone per qualunque motivo e senza tante procedure formali): ecco cosa indicava la parola apparat.
Era una forma di dittatura piuttosto provinciale, che poteva giusto andare bene in un Paese poco acculturato, abituato a obbedire, prevalentemente rurale.
Noi in occidente siamo più sofisticati. Abbiamo alle spalle mille anni di menzogne borghesi, prima cristiane poi laiche. E prima del Mille avevamo vissuto altri 1500 anni di menzogne non meno forti, iniziate con la civiltà schiavistica greco-romana, e proseguite con quella servile del mondo feudale.
Oggi per noi l'apparat è qualcosa d'impalpabile, d'invisibile: somiglia a un alieno in taluni film di fantascienza. Sappiamo solo che c'è e che ci fa molto male: ci toglie l'autonomia facendoci credere che sia per il nostro bene. Ci promette di tutelare la natura proprio mentre col progresso tecnologico la distrugge sempre di più. Ci convince che le macchine, attraverso l'intelligenza artificiale, siano più performanti di noi.
Noi viviamo in un'epoca in cui tutto ciò che sappiamo sembra essere falso, e se facciamo qualche tentativo per rimettere in piedi ciò che è capovolto, rischiamo subito la censura, l'ostracismo, la diffamazione... "Non abbiamo scampo": forse sarebbe stato meglio mettere questo come titolo del libro.
Ci consola solo un fatto: i periodi di prova non durano in eterno. Bisogna solo capire quand'è il momento giusto per mettere in atto una massima dal valore universale: una sofferenza che può essere tolta, non può essere sopportata.
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Ormai è diventato facile capire che sarà la Cina a sostituire gli Stati Uniti nella guida del capitalismo mondiale, che naturalmente non avrà una connotazione privatistica ma statalistica, sfruttando la tradizione collettivistica di quel Paese, che l'occidente ha perduto molti secoli fa.
Perché non sarà l'India, che pur è destinata ad avere più abitanti della Cina? Perché ha ancora il problema delle caste da superare. Il capitalismo crea discriminazioni, è vero, ma sono di tipo economico o finanziario: tutte le altre non le sopporta, soprattutto se intralciano l'espansione globale dei mercati. Negli USA i nordisti vinsero i sudisti non perché fossero più democratici, ma perché con lo schiavismo non si sviluppa adeguatamente l'industria, anche se poi l'industria sviluppa uno schiavismo salariale.
Oggi però gli USA sono arrivati al capolinea, perché un capitalismo prevalentemente finanziario non regge il confronto con quello industriale, non ha un sottostante credibile, tant'è che ha bisogno di infinite guerre per sostenersi. In quel Paese l'unica vera industria che funziona è quella militare, con annessi e connessi. Poi naturalmente vi è quella info-telematica, se "industria" si può chiamare.
Ma perché non può essere la Russia a prendere il testimone del capitalismo occidentale, visto che sul piano militare appare come la più forte di tutte le superpotenze? Non bastano le sue infinite risorse energetiche? Non ha abbastanza popolazione o potere finanziario? Non è forse intenta, già adesso, a gestire il capitalismo in chiave statale?
L'unico vero problema della Russia è la mentalità, troppo condizionata da una forma antica di cristianesimo, che non ha subìto i condizionamenti del cattolicesimo e del protestantesimo. In Russia manca una cultura borghese popolare: si fanno affari solo nelle alte sfere, ad alti livelli, e prevalentemente nelle grandi città dell'area europea, quella più occidentalizzata.
Ma come si è formata una cultura borghese così diffusa nella Cina tradizionalmente agrario-collettivistica? è stata la cultura confuciana, ereditata dal partito comunista. Non è stata quella buddistica, che pur ha scongiurato, essendo fondamentalmente ateistica, la possibilità di svolgere guerre civili sotto il pretesto di qualche religione.
La cultura confuciana permette qualunque comportamento sul piano sociale, salvo uno: l'obbedienza nei confronti delle istituzioni, da quelle statali a quelle familiari. Questa obbedienza è sacra, e chi la trasgredisce può pagarne gravi conseguenze.
Chiedere ai russi di obbedire a questi livelli, li indurrebbe a credere che lo stalinismo sia risorto, ed è molto difficile che possano accettare una cosa del genere. Putin viene accettato perché ha riscattato un Paese distrutto dal capitalismo privato degli anni '90 e perché sa difenderlo dalle minacce della NATO, ma è impensabile che in questo momento si torni in Russia a parlare di socialismo. Tutti avrebbero l'impressione che si voglia fare un passo indietro.
2 gennaio: Gas russo, Senegal, Costa d'Avorio, Ucraina
Il transito del gas russo attraverso l'Ucraina è stato bloccato il 1° gennaio dal governo di Kiev, che non vuole rinnovare il contratto con la Gazprom. Naturalmente il mainstream europeo sostiene che è stato Putin a bloccarlo, ma su queste falsità ci siamo abituati.
La Moldavia e quattro Paesi dell'UE (Slovacchia, Austria, Italia e Repubblica Ceca) hanno ricevuto gas russo tramite questa rotta.
Ora le consegne in Europa continuano tramite i terminali GNL e il Turkish Stream. Il Balkan Stream, alimentato dal gasdotto Turkish Stream, fornisce circa 14-15 miliardi di metri cubi all'anno a Romania, Grecia, Macedonia del Nord, Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Ungheria.
Questo è il ringraziamento dei neonazisti ucraini alle armi e ai soldi provenienti dalla UE.
Gli USA ovviamente gongolano, perché così potranno venderci a un prezzo ancora più caro il loro GNL. Trump addirittura minaccia di imporci dei dazi se non compriamo da loro tutta la nostra energia. La deindustrializzazione della UE è assicurata, poiché le aziende si trasferiranno là dove l'energia costa molto meno.
Solo un politico completamente sprovveduto può non capire che nel conflitto russo-ucraino si nasconde quello degli USA contro la UE. A dir il vero ci sono anche quelli "veduti" e "venduti" che fingono di non capire.
Naturalmente bloccando il transito del gas russo, Zelensky farà perdere al suo Paese, già disastrato, un miliardo di dollari all'anno in tasse di transito. Il blocco non fa che favorire Turchia e Norvegia. è quindi evidente che agisce su richiesta di chi lo paga e lo arma.
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Dopo decenni di battaglie anticoloniali il Senegal ha annunciato ufficialmente la chiusura di tutte le basi militari francesi sul proprio territorio, segnando l'ultimo colpo alla calante influenza di Parigi nell'Africa occidentale. Ora il Paese è allineato a Stati regionali come Mali, Niger e Burkina Faso, già liberatisi delle forze militari francesi.
Mi chiedo cos'abbia l'Italia meno del Senegal per togliersi di dosso il peso dell'egemonia americana. Forse siamo meno coraggiosi o valorosi? O forse il benessere materiale ci ha rammolliti? Di sicuro dobbiamo smettere di accusare di complicità o connivenza o servilismo i nostri politici. Lo sono da quando è nata la Repubblica. è ora che il popolo si assuma le proprie responsabilità. Anche perché diventiamo ridicoli quando diciamo di temere i flussi migratori provenienti dall'Africa. Sono stati gli stessi europei a crearli, e lo sono ancora, col loro colonialismo vecchio e nuovo, cui si è aggiunto quello americano. Semmai erano gli africani ad aver paura di noi. E se finalmente smettono di averne, di sicuro smetteranno di rischiare di morire nel Mediterraneo per raggiungere le nostre coste. Chi vorrebbe venire a vivere in un continente che pensa solo al benessere materiale e che di spirituale non ha più nulla?
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Anche la Costa d'Avorio ha annunciato il ritiro dei 600 soldati francesi dal proprio territorio. Il presidente Alassane Ouattara ha confermato che la base militare di Port-Bouët tornerà sotto controllo ivoriano entro il 31 gennaio 2025.
Per molto tempo la presenza militare della Francia in Africa è servita come strumento di oppressione politica e sfruttamento economico sotto la maschera della "partnership di sicurezza".
La cosa più incredibile dei francesi è che al momento si trovano in una grave situazione economica pur avendo avuto mezza Africa da sfruttare. Senza le proprie colonie, che le han permesso di vivere di rendita, già da tempo la Francia sarebbe un Paese fallito, che non meriterebbe d'avere il potere di veto nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Messa a confronto dell'Italia, che, pur avendo perso tutte le colonie con la fine della seconda guerra mondiale, economicamente se la cava (anzi, senza la UE potrebbe fare di meglio), la Francia non meriterebbe d'avere in Europa il peso politico che ha.
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Certo è che se il regime di Kiev abbassa l'età di mobilitazione a 18-20 anni nel 2025 a causa della pressione dei Paesi occidentali, che minacciano di ridurre gli aiuti in armi e soldi, vien da chiedersi chi sia più "nazista". Anche perché da molti mesi è palese che gli ucraini non riusciranno più a riprendersi il Donbass.
A questo punto per i russi diventa impossibile qualunque trattativa non solo con Kiev ma con tutta la NATO. Paesi come Slovacchia e Ungheria dovrebbero mettere all'ordine del giorno l'eventualità di uscire da quella alleanza. Non foss'altro che per una ragione: perderanno tutti i vantaggiosi rapporti commerciali sul piano energetico.
L'Africa è il continente col maggior numero di gruppi etnici del mondo. L'interferenza straniera si serve di diversi gruppi contro determinati governi africani.
Non solo, ma nel nord Africa molti si considerano "arabi" e si identificano con gli arabi del Medio oriente. Ad es. la Tunisia ha un presidente panarabista che, fondamentalmente, sta allontanando il Paese dagli altri Paesi africani.
Tuttavia l'Unione Africana (UA) e l'Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF) sono state create per unificare il continente. L'OIF è iniziato con Leopold Senghor del Senegal, Habib Bourguiba della Tunisia e Hamani Diori del Niger, che studiarono tutti in scuole francesi. Questa organizzazione neocoloniale fu fondata dalla Francia per rafforzare la sua lingua e mantenere una sorta di controllo sul continente. Paradossalmente funzionava come un organismo che ricordava ai Paesi dell'Africa francofona la loro comune storia moderna.
La Francia ha lasciato le sue colonie, ma il francese è rimasto come lingua principale o secondaria. è una lingua più popolare dell'arabo. Questo perché la Francia volle porre in atto un sistema educativo esclusivamente e pesantemente francese.
Oggi i governi africani dovrebbero unirsi per resistere al tentativo degli USA di impossessarsi del vuoto di potere lasciato da quando sono state cacciate le nazioni coloniali francese, britannica, tedesca, belga, italiana, spagnola e portoghese.
Oggi si assiste alla lotta degli USA contro la Cina per le risorse naturali africane. La Cina sembra avere la meglio perché non fa affari attraverso rivoluzioni colorate e mettendo burattini al potere. Ma un futuro dell'Africa all'insegna della giustizia e della libertà può dipendere solo dagli africani.
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Dopo tre anni di sconfitte militari gli ucraini non sanno più per che cosa devono morire al fronte. Immaginiamo se il Messico volesse riprendersi Texas Arizona California Nevada ecc., che gli USA gli portarono via con la guerra nel XIX sec. Ad un certo punto, a forza di perdere uomini, ci rinunci. Continuare diventa un suicidio. L'Argentina provò a riprendersi le Falkland, ma poi gli inglesi la dissuasero.
In Ucraina non si sta svolgendo una guerra di liberazione nazionale come nel Vietnam al tempo dei francesi e degli americani. Quella era una guerra anticoloniale in cui tutto il popolo combatteva.
In Ucraina, a partire dal 2014, i neonazisti golpisti han voluto infierire sui russofoni, una minoranza del 25% dell'intera popolazione, e adesso pagano il fio della loro tracotanza, sostenuta dall'occidente. Chi può fugge da quel Paese, perché si sta trasformando in un lager. Al fronte molti disertano, si arrendono, ma la gran parte muore senza un perché, vittima dell'orgoglio della NATO, che non vuole perdere, pur essendo evidente a tutti che ha già perso.
4 gennaio: Nganasan, Palestina, Ucraina, USA
Nelle vaste e gelide distese del nord della Siberia vive una comunità indigena in simbiosi con la propria terra da oltre un millennio: i Nganasan, abitanti della penisola di Taymyr, nella regione di Krasnoyarsk. Originari della valle del fiume Yenisei, si sono espansi verso nord, adattandosi e intrecciando relazioni con altre comunità indigene, come gli Evenki e i Dolgan. Questi legami hanno arricchito le loro tradizioni.
La loro vita ruota attorno alla natura. Dipendono dalla caccia, dalla pesca e dall'allevamento di renne per sopravvivere, avendo sviluppato abilità straordinarie per affrontare uno dei climi più ostili del pianeta. La loro spiritualità, radicata nello sciamanesimo e nelle credenze animiste, li collega profondamente al mondo che li circonda.
Nonostante il predominio del russo nella regione, la lingua nganasan, parte della famiglia delle lingue uraliche, è ancora viva, anche se molti giovani preferiscono imparare il russo. Alcuni però scelgono di non immergersi nella società moderna.
I Nganasan eccellono nel tornire l'avorio e nel creare abiti tradizionali, dove ogni design racconta una storia, un mito o una leggenda. Le pitture rupestri scoperte nella penisola di Taymyr offrono uno scorcio del loro passato, raffigurando scene di caccia, animali e vita quotidiana.
Seguendo le migrazioni stagionali delle renne, conducono una vita fluida, utilizzando tende in legno e pelli di animali, facili da montare e smontare.
Nonostante la loro capacità di resilienza e di adattamento, stanno affrontando minacce sempre più grandi: urbanizzazione, cambiamenti climatici e perdita di opportunità. è in pericolo il loro stile di vita tradizionale.
Il fuoco è centrale nella loro cultura, e le renne, oltre a essere una fonte di cibo e vestiario, sono celebrate durante festival e cerimonie.
I Nganasan rappresentano, come altre comunità primitive, l'unica vera alternativa a tutte le forme di capitalismo privato e statale e di socialismo mercantile.
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Nessuno Stato guidato da musulmani sunniti ha mosso un dito per impedire il genocidio dei palestinesi. I leader sunniti stanno usando il settarismo anti-sciita per mantenere il sostegno popolare a un'alleanza di fatto con Israele contro gli unici gruppi (Iran, Houthi e Hezbollah) che hanno effettivamente cercato di dare ai palestinesi un sostegno pratico nella resistenza.
In questa luce si può leggere anche il rifiuto di sostenere il governo di Assad, che era favorevole all'Iran e ai palestinesi.
Pare che esista un tacito quanto vergognoso accordo: le potenze sunnite accetteranno l'annientamento dell'intera nazione palestinese e la formazione del Grande Israele, in cambio dell'annientamento delle comunità sciite in Siria e Libano da parte di Israele e delle forze sostenute dalla NATO (tra cui la Turchia).
Questo dice e molte altre cose Craig Murray in craigmurray.org.uk
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Secondo l'agenzia informativa "Tagesschau", in Ucraina mancano milioni di lavoratori. In quasi tre anni di conflitto l'economia e il mercato del lavoro sono crollati drasticamente. Le morti al fronte, i feriti o la fuga dal Paese hanno lasciato molte industrie in un disperato bisogno di personale. Secondo l'UNHCR, circa 7 milioni di persone sono registrate come rifugiati al di fuori dell'Ucraina, la maggior parte delle quali in Europa. Secondo le stime ucraine, nei territori controllati dalla Russia vivono circa 6 milioni di persone – tra cui 1,5 milioni di bambini – e vi è una carenza di adulti nel mercato del lavoro. Secondo Evgenia Kuznetsova (Work UA), la carenza di manodopera ammonta a 5 milioni di persone. Molte aziende si sono trasferite nell'Ucraina occidentale, dove ora c'è più lavoro. Ma c'è carenza di personale qualificato. Il settore dell'informatica resta difficile, ma servono anche altri specialisti: psicologi, medici, ortopedici, avvocati ed economisti.
Come se quando scoppia una guerra e si decide di proseguirla (al momento per un triennio) queste cose non si sapessero in anticipo. Abbiamo finanziato l'Ucraina per una guerra persa in partenza, e ora dovremo rifinanziarla per non farla morire del tutto in tempo di pace.
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Secondo il quotidiano "The Hill" almeno 721 individui con trascorsi nelle forze armate USA hanno commesso atti criminali nel loro Paese a fini politici, economici, sociali o religiosi tra il 1990 e aprile 2024. I militari ed ex militari responsabili di "attacchi estremistici" negli USA sono aumentati dall'11 al 18% tra il 2018 e il 2022. Cioè la guerra continua a far male anche dopo che la si è smessa.
5 gennaio: Austria, Afghanistan e Pakistan, Litio, USA, Siria
L'austriaco Nehammer si dimette da cancelliere e leader del Partito Popolare dopo il fallimento dei negoziati di coalizione con tutti gli altri partiti, escluso quello che alle ultime elezioni parlamentari di settembre, il Partito della Libertà (populista, contrario all'immigrazione di massa, anti-Bruxelles, pro-neutralità e anti-Ucraina) ha quasi raddoppiato la sua popolarità, ottenendo oltre il 29% dei voti e facendo perdere la maggioranza parlamentare alla coalizione al governo di Nehammer (Partito Popolare + Verdi). Nehammer si è dimesso perché non vuol accettare alcun compromesso col Partito della Libertà.
Questi statisti non li capisco. Odiano la pace e la Russia, non amano il loro Paese e poi sono costretti a dimettersi per mancanza di consensi. Sembrano pagati per mostrarsi autolesionisti.
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Afghanistan e Pakistan sono sull'orlo della guerra. Il premier pakistano ha già affermato che è giunto il momento di sradicare i talebani una volta per tutte. I talebani afghani hanno schierato circa 15.000 soldati e attrezzature militari al confine. Attacchi aerei pakistani nell'Afghanistan orientale hanno ucciso almeno 46 persone. I talebani hanno catturato un villaggio pakistano a 24 km dal confine.
Come noto il Pakistan dispone di armi nucleari. Formalmente le motivazioni sono di tipo tribale-religioso. Si sospetta che siano i talebani pakistani, conosciuti anche come Tehrik e Taliban Pakistan (TTP), che attaccano frequentemente le forze di sicurezza in Pakistan, in particolare nelle ex aree tribali del nord-ovest al confine con l'Afghanistan.
Entrambi i Paesi non riconoscono la legittimità della demarcazione tracciata dai britannici nel 1893. Per anni il Pakistan è stato un rifugio sicuro per i talebani.
Quando penso agli afghani, mi viene in mente Mohammad Najibullah Ahmadzai, comunista, favorevole al pluripartitismo e alla laicità dello Stato, ultimo presidente della Repubblica Democratica dell'Afghanistan, eliminato nel 1996 in maniera orribile dai talebani, sostenuti dagli USA.
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Le forze armate russe hanno sequestrato a Shevchenkovski il più grande deposito di litio in Ucraina e uno dei più ricchi d'Europa.
Il litio è un elemento chiave per produrre batterie utilizzate nei veicoli elettrici, negli smartphone e in altri prodotti high-tech.
L'Unione Europea conosceva bene quel deposito, tant'è che avrebbe soddisfatto le sue esigenze fino al 2050.
Come si può vedere, sappiamo autodistruggerci in vari modi.
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Il segretario di Stato americano Antony Blinken, mentitore seriale, ora che deve andarsene ha confessato una verità al "New York Times": "Abbiamo cercato di fornire tacitamente all'Ucraina molte armi molto prima dell'Operazione Militare Speciale di Putin, per assicurarci che avessero tutto ciò di cui avevano bisogno per difendersi: cose come lo Stinger, il Javelin, ecc.".
Avrebbe anche potuto aggiungere che dietro il golpe del 2014 c'erano proprio gli USA.
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L'ex ufficiale della CIA Andrew Bustamante ha detto che il conflitto russo-ucraino è servito per testare alcune delle armi più moderne degli USA: per es. HIMARS, droni, diversi tipi di satelliti e apparecchiature radio.
Secondo lui la ragione principale del sostegno bipartisan al conflitto in Ucraina è che sia i repubblicani che i democratici sanno che i loro elettori trarranno beneficio quando la macchina militare-industriale americana inizierà a produrre armamenti per una guerra vera e propria con la Cina.
Domanda: è normale che un Paese concepisca la propria esistenza in vita soltanto facendo guerra ad altri Paesi?
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Israele in Siria sguazza nell'acqua: era il suo sogno. Ha preso il controllo di sei delle principali fonti d'acqua nel sud del Paese, comprese le dighe di Al-Mantara e Al-Wahda.
Attualmente Israele controlla il 30% delle fonti idriche della Siria e il 40% di quelle della Giordania. Dopodiché i sionisti vanno a spiegare agli africani come risolvere i problemi della siccità e della desertificazione.
6 gennaio: USA, Terrorismo statale, Ucraina
Non credo che gli USA crolleranno tanto presto, e neppure la UE. Prima dovranno togliersi definitivamente la maschera della democrazia formale e imporre una dittatura esplicita del capitale sulle proprie popolazioni.
Succederà come con l'impero romano, salvo il fatto che allora era soprattutto la terra che contava, mentre oggi sono i capitali. Già ai tempi di Cesare si era capito che la democrazia senatoriale era puramente formale. Però quella pseudo democrazia si trasformò a partire da Augusto nella peggiore dittatura politico-militare della storia antica. E nell'area occidentale dell'impero durò fino a quando non fu spazzata via dalle possenti invasioni delle popolazioni orientali (germaniche, asiatiche), che avevano imparato dagli stessi romani a fare la guerra, benché preferissero la campagna alla città, l'autoconsumo e il baratto alla moneta e al mercato.
Viceversa nell'area orientale dell'impero romano la dittatura del basileus poté durare, in uno spazio geografico sempre più ridotto, fino all'invasione selgiuchida-ottomana del 1453, poiché lo Stato riuscì a realizzare un compromesso reciprocamente vantaggioso con la Chiesa ortodossa e si sforzava di avere un ruolo molto attivo nella produzione economica.
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Se un governo è cinico, e nell'occidente collettivo, abituato a spadroneggiare nel mondo, è molto facile esserlo, ogni attacco terroristico viene usato dai gruppi di potere come pretesto per aumentare il controllo sui cittadini. La gente chiede maggiore sicurezza in cambio di una rinuncia ai diritti e alle libertà personali. Dal tempo delle civiltà schiavistiche è così.
Questo nesso causale è diventato molto evidente a partire dall'11 settembre col crollo delle Torri Gemelle. Da allora si è verificato decine di volte. Le restrizioni giuridiche si fanno sempre più pressanti.
Il vero problema qual è? è che i governi si sentono sempre più autorizzati a chiedere qualunque cosa ai propri cittadini. Cioè non pretendono solo silenzio e assenso, ma vogliono anche atti concreti, una vera corresponsabilità.
Il cinismo assume un volto crudele, spietato, può imporre sacrifici inauditi. Può soprattutto indurci a entrare in guerra, facendoci credere che un determinato Stato sia un nostro nemico. Ma i nemici potranno essere individuati anche all'interno delle nostre stesse nazioni.
Bisogna avere grandi capacità umane per resistere a questi condizionamenti. E soprattutto bisogna essere capaci di organizzazione politica, che diverrà necessariamente sempre più clandestina. La fiducia reciproca potrà essere minata da continui tradimenti.
Voglio dare un consiglio alle forze del bene, per quando vinceranno: non date retta a chi vi dirà che non avete la maggioranza; ve la farete col tempo. Neanche i governi al potere ce l'hanno: anzi, quanti meno voti ottengono, tanto più s'incattiviscono.
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Il 1° gennaio 2025 l'Ucraina ha ottenuto lo status di membro a pieno titolo dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.
Uno si può chiedere: perché lo Stato più corrotto del mondo ha fatto una cosa del genere, che potrebbe ritorcersi contro i suoi stessi interessi? Non a caso per un decennio ha recisamente rifiutato di aderirvi.
Tranquilli: Kiev ha ratificato lo Statuto di Roma con una dichiarazione separata, secondo cui per sette anni dalla sua entrata in vigore "l'Ucraina non riconosce la giurisdizione della CPI sui propri cittadini per la commissione di crimini di guerra".
E come mai la CPI ha accettato un'adesione così discutibile? Semplicemente in funzione antirussa.
Ma la cosa più ridicola è un'altra: a Kiev sono convinti che entro sette anni vinceranno la guerra contro la Russia. A meno che non abbiano pensato che entro quella data i criminali che ora gestiscono il potere avranno avuto il tempo necessario per dileguarsi.
7 gennaio: Trudeau, Siria, Libia, Ucraina
Nel 2017, quando Klaus Schwab, l'architetto delle ambizioni globaliste del World Economic Forum, si vantò apertamente di come aveva condizionato il governo canadese, Trudeau e metà del suo gabinetto erano diventati seguaci del programma Young Global Leaders del WEF.
Per anni il regno di Trudeau ha rappresentato il modello perfetto per la governance sostenuta dal WEF: frontiere aperte, tassazione implacabile del carbonio, allineamento incrollabile con le guerre per procura della NATO e deferenza verso gli oligarchi aziendali a spese dei comuni cittadini canadesi.
Risultato? Un Paese frammentato, un settore energetico sventrato, prezzi delle case alle stelle e la sovranità della nazione sistematicamente erosa dalle politiche dettate dai consigli di amministrazione di Davos, non da Ottawa. Una nazione senza confini, piena di debiti e obbediente: ecco cos'era diventato il Canada.
Justin Trudeau se n'è andato in lacrime, mentre la folla è esplosa in applausi per celebrare la sua partenza. Aveva reso il Canada una vergogna a livello mondiale anche sul piano etico e giuridico, soprattutto per le sue simpatie ukronaziste, per il suo antisemitismo, per le troppe concessioni alla pedofilia, per aver ucciso la libertà di parola, per aver imposto una feroce discriminazione dei non vaccinati, arrivando a bloccare i conti correnti dei camionisti che protestavano contro le misure adottate durante la pandemia. E altre schifezze del genere, come per es. le città-lager di 15 minuti.
Ora Trump vuole che il Canada diventi il 51° stato, per dar vita a una Unione Nordamericana.
Ma conviene al Canada fondersi con uno Stato indebitato fino al collo? Basterà agli USA promettere la fine delle tariffe commerciali, la riduzione delle tasse, la protezione militare e cose del genere? Oppure anche loro dovranno fare una sorta di Operazione Militare Speciale?
Certo è che se si prendono il Canada, la Groenlandia, Panama, dopo essersi presi Svezia e Finlandia, gli USA riacquistano potenza mondiale. Tutta la UE e il Regno Unito, per non parlare del Messico, delle Filippine, del continente australe, sono chiaramente sudditi dell'impero a stelle e strisce.
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Il governo siriano ad interim ha chiesto di deporre le armi incondizionatamente ai rappresentanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), rifiutando la proposta kurda di ottenere in cambio il loro riconoscimento come divisione o corpo all'interno dell'esercito siriano ufficiale.
I turchi saranno contentissimi. Gli americani potranno rubare il petrolio siriano ancora più facilmente; anzi stanno creando una nuova base militare nella città di Ain al-Arab, controllata dai kurdi. E questi ultimi verranno raggirati ancora una volta; anzi, non è da escludere che, nella loro ingenuità, cerchino l'appoggio d'Israele.
Comunque andando avanti con questo smembramento della Siria i Paesi asiatici si penseranno due volte prima di realizzare delle vie commerciali che passino attraverso quel territorio così disastrato e pieno zeppo di terroristi provenienti da varie parti del mondo. Per es. il nuovo ministro della Giustizia condannava a morte, con esecuzione pubblica, le donne accusate di corruzione e prostituzione.
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Ecco un bel post di Michelangelo Severgnini sulla Libia.
La Libia sta per esplodere. Quasi 11 anni senza elezioni. Oltre 3 anni dalle elezioni annullate per impedire a Saif Gheddafi di essere eletto presidente. Due governi, uno illegittimo e coloniale a Tripoli, sostenuto dall'Occidente, e uno legittimo a Bengasi, non riconosciuto dalla NATO.
Un decennio di finanziamento europeo alle milizie di Tripoli spacciato per lotta all'immigrazione. I pozzi di petrolio in mano all'Esercito Nazionale Libico, espressione del governo di Bengasi, a fronte di una sete energetica europea che mira a conquistare quei pozzi.
La caduta della Siria e il conseguente trasferimento russo di armi, personale e ambizioni sul territorio libico all'interno di un accordo con il governo di Bengasi.
La necessità russa di continuare a supportare, attraverso la Libia, i Paesi africani rivoluzionari: Niger, Mali e Burkina Faso.
L'impossibilità odierna della Russia di rifornire le basi in Libia tramite le basi siriane e la conseguente necessità di ponti aerei diretti dalla Russia con sorvolo sopra la Turchia.
La Turchia, che possiede la base militare di al-Waitiyah, vicino a Tripoli, ma che negli ultimi anni, dopo aver sostenuto militarmente il governo di Tripoli, sta costruendo rapporti anche con Bengasi.
La NATO sempre più insofferente della presenza militare turca a Tripoli.
Gli USA di Trump che imporranno ai partner europei di farsi carico in modo diretto delle grane militari nell'area mediterranea.
Medio Oriente sottosopra e improvvisa disponibilità di mercenari prima impiegati in Siria e ora alla ricerca di nuovi stipendi e nuove imprese a Tripoli.
Egitto sui carboni ardenti che non tollererà espansioni territoriali da parte delle milizie di Tripoli.
Fonte: t.me/lurlo_michelangelosevergnini
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Come iniziare a risolvere il conflitto russo-ucraino? L'ho chiesto a Oddid Littlehouse.
1. A meno che non ci siano elezioni parlamentari e presidenziali in Ucraina, la Russia non avrà motivo d'iniziare a discutere né di un accordo di pace né di un cessate il fuoco temporaneo per consentire il negoziato.
2. Una volta accettate le elezioni, la Russia e l'Ucraina devono interrompere la guerra per il periodo delle elezioni.
3. L'Ucraina deve consentire elezioni libere e democratiche senza alcuna restrizione a chiunque voglia candidarsi sia alla presidenza che al parlamento.
4. La Russia deve avere la capacità, con terze parti, di monitorare in modo indipendente le elezioni, per verificare che si siano tenute regolarmente e senza influenze esterne.
5. I partiti che partecipano alle elezioni non devono chiedere l'adesione dell'Ucraina alla NATO, il ritorno della Crimea e degli altri oblast all'Ucraina (già riconosciuti legalmente come appartenenti alla Federazione Russa), poiché ciò costituirebbe la base per l'annullamento di qualsiasi negoziato e cessate il fuoco.
6. La mancata attuazione di tale processo potrebbe creare le condizioni per una possibile espansione mondiale della guerra.
7. La Russia non può andare avanti all'infinito con l'attuale guerra di logoramento. Obiettivo di Putin non è mai stato quello di conquistare l'intera nazione, ma se la Russia decide di estendere nel tempo la guerra, non può continuare nel formato attuale. Attualmente l'esercito russo si è concentrato nel tentativo d'indebolire le capacità militari dell'Ucraina, al fine di costringere Zelensky ad accettare un cessate il fuoco o addirittura la resa per poter iniziare le trattative. Se Putin, costretto dalla Duma, decide di aumentare i suoi sforzi militari, deve pensare d'implementare altre forme di guerra, molto più aggressive, come distruggere non solo le infrastrutture energetiche e militari, ma anche tutte le infrastrutture del Paese, compresi i suoi sistemi di trasporto e industriali. Potrebbe andare oltre e distruggere la città di Leopoli, poiché è da qui che provengono la maggior parte degli ultranazionalisti e dei nazisti.
8. Finora le potenze occidentali han dimostrato di non essere preoccupate di un'escalation del conflitto, anche perché Putin si è comportato in maniera molto moderata, cercando di evitare una guerra su vasta scala con l'Ucraina. Tuttavia un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto obbligherebbe la Russia a schierare più truppe e a trasformare l'operazione speciale in una guerra mondiale.
9. Se le potenze occidentali della NATO entrassero direttamente in guerra sarebbero necessarie più di 300.000 truppe (il numero che la NATO ha a disposizione). La domanda è se queste truppe sarebbero diverse da quelle ucraine e se userebbero armi nuove e migliori di quelle fornite finora all'esercito ucraino. Una terza guerra mondiale in piena regola vedrebbe entrare in gioco tutto l'hardware militare più recente in possesso dell'Occidente, ma anche i più potenti missili ipersonici russi che l'Occidente non ha modo di fermare. Se l'Occidente vedesse che la Russia è in grado di usare questi missili e causare danni sufficienti a indebolire considerevolmente le capacità militari occidentali, si inizierebbero a usare armi nucleari? La risposta sta nella percezione di cosa sia una minaccia esistenziale. Naturalmente è difficile pensare che in una guerra mondiale nucleare qualcuno possa dirsi "vincitore".
10. Può darsi che con la caduta di Macron in Francia e di Scholz in Germania la belligeranza proveniente dalla UE possa diminuire.
8 gennaio: USA, Venezuela, Acciaio
Almeno 686 aziende negli USA hanno dichiarato fallimento nel 2024, ovvero l'8% in più rispetto al 2023. Non si vedeva una cosa del genere dal 2010, quando i fallimenti, dopo i crolli bancari dovuti alla crisi dei subprime, furono 828. Tra i grandi fallimenti l'azienda di prodotti per la conservazione degli alimenti Tupperware, il rivenditore di cosmetici Avon Products, ecc. Solo la Party City chiuderà 700 negozi a livello nazionale, Lo dice il "Financial Times".
Ma perché un disastro del genere? Questo fenomeno è dovuto principalmente alla scarsa domanda di beni da parte dei consumatori, all'inflazione e alla politica monetaria specifica del Paese, che ha tassi d'interesse troppo alti (d'altra parte se non lo fossero, chi comprerebbe i titoli di uno Stato iperindebitato come gli USA?).
Insomma la vita è sempre più costosa e le aziende che falliscono riguardano anzitutto i beni voluttuari, quelli non indispensabili. In difficoltà non sono solo le famiglie della fascia più bassa del reddito, ma anche quelle della fascia media, mentre tra quelle della fascia più alta ci si comporta con più cautela.
E noi europei sappiamo bene che gli americani ci anticipano sempre, ovviamente nel male.
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Il Venezuela rompe le relazioni diplomatiche col Paraguay, a motivo del fatto che il presidente Santiago Peña, violando il principio di non intervento, ha appoggiato l'ex candidato presidenziale venezuelano Edmundo González Urrutia, che si è autoproclamato presidente eletto nelle ultime elezioni del Paese sudamericano, accusando di brogli elettorali l'attuale presidente venezuelano, Nicolás Maduro, che aveva ottenuto quasi il 52% dei voti, mentre González oltre il 43%. Maduro inizierà il suo terzo mandato di sei anni il 10 gennaio 2025. Peña e González sono evidentemente due pedine degli USA.
A chi fornisce indicazioni per arrestare González è stata promessa, dal governo del Venezuela, una ricompensa di 100.000 dollari. L'imputato è infatti ricercato per i reati di associazione a delinquere, concorso in atti violenti contro la repubblica, usurpazione di funzioni, falsificazione di documenti, riciclaggio, istigazione alla disobbedienza alle leggi ecc. Al momento González ha trovato riparo in Spagna.
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La società giapponese Nippon Steel e la società americana US Steel hanno intentato una causa congiunta contro il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per la sua decisione di bloccare un accordo di quasi 15 miliardi di dollari tra le due società (la Nippon Steel voleva comprare la US Steel). è la prima volta che una grande azienda giapponese fa causa a uno statista americano.
Biden ha semplicemente fatto gli interessi di due imprese siderurgiche nazionali, Cleveland-Cliffs e USW. Il pretesto era che gli USA non possono permettersi di cedere la produzione dell'acciaio all'alleato nipponico, che però è un alleato chiave degli USA per la sicurezza nazionale.
Quando capiranno i giapponesi che sono soltanto una colonia degli USA, né più né meno di noi europei? Dopo la seconda guerra mondiale molte colonie si liberarono del peso imperiale di Francia e Gran Bretagna. Forse c'è ne vorrà una terza per liberarsi del globalismo americano.
9 gennaio: Indonesia, Moldavia e Transnistria, Israele e Iran
L'Indonesia è ufficialmente diventata membro a pieno titolo dei BRICS: è la più grande e vivace economia del sud-est asiatico con oltre 280 milioni di persone.
A pochi mesi dalla sua presidenza, Prabowo Subianto ha virato decisamente la nave verso il Sud del mondo, rifiutando la stagnazione dell'egemonia occidentale.
Non si tratta di "unirsi a un blocco", ma di riscrivere le regole del gioco, passando dalla dipendenza dalle istituzioni finanziarie occidentali alla creazione di quadri alternativi in cui le voci del Sud in un mondo multipolare modellano l'agenda globale.
Le spacconate di un impero americano in mano al cowboy Trump devono tener conto dell'esigenza di un ordine globale più equo.
Aggiunte recenti come Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti segnalano un'ondata inarrestabile di nazioni che rifiutano il vecchio ordine unipolare.
L'occidente osserva nervosamente mentre i BRICS passano da un flessibile raggruppamento economico a una forza geopolitica a tutti gli effetti, con la propria banca di sviluppo, sistemi di pagamento alternativi e crescenti alleanze commerciali che aggirano il dollaro. I BRICS ora detengono le chiavi per rimodellare il commercio, la finanza e la governance, liberandosi dalla morsa del FMI e della Banca mondiale.
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In Transnistria le interruzioni continue di corrente elettrica stanno aumentando fino a 8 ore al giorno. Le riserve di carbone e olio combustibile basteranno fino alla fine di febbraio, dopodiché l'elettricità si esaurirà completamente. Tutta colpa dell'Ucraina, che non vuol fare più da transito al gas russo.
Naturalmente anche in Moldavia si sta verificando una grave crisi energetica, tanto più che la principale centrale elettrica si trova proprio in Transnistria, territorio nemico in quanto filorusso e mai riconosciuto dal governo moldavo come regione separata.
La crisi energetica in Transnistria è avvenuta anche a causa del rifiuto delle autorità moldave di pagare a Gazprom un debito di 709 milioni di dollari.
La Moldavia sta cercando di acquistare elettricità dall'Ucraina e dalla Romania. Ma i moldavi non hanno molti soldi da spendere. I prezzi del riscaldamento stanno già aumentando in media del 15-25% e quelli dell'elettricità del 65-75%. Si può vivere in pieno inverno senza riscaldamento e al buio?
Il governo di Kiev, pur di sabotare la Russia, ha finito per inimicarsi un proprio alleato: la Moldavia. Ora al massimo sta pensando di aiutarla vendendole del carbone.
In Moldavia le elezioni parlamentari si svolgeranno nel prossimo autunno. Quelle recenti presidenziali sono state una truffa a favore dell'occidentalismo. La Maia Sandu, ex dipendente della Banca Mondiale e laureata alla JF Kennedy School of Government, è al servizio completo degli USA. Dall'inizio del 2024 le forze armate del Paese han partecipato ad esercitazioni con la NATO più di tre volte.
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Il "Jerusalem Post" ha delineato un agghiacciante schema per un attacco israeliano al programma nucleare iraniano. L'ipocrisia è sconcertante: l'arsenale nucleare di Israele rimane intoccabile, non monitorato, mentre i sionisti esigono il diritto di smantellare i programmi di difesa sovrani dell'Iran con qualsiasi mezzo necessario. In più Israele mantiene la sua narrazione vittimistica basata sull'antisemitismo e quella vanesia che la vede come unica democrazia in Medio oriente.
Per fortuna l'Iran mostra d'aver capito bene che per affrontare militarmente Israele ci vuole una deterrenza di tipo nucleare, proprio perché sa benissimo che se Israele si percepisse in grave pericolo in un conflitto con armi convenzionali, non esiterebbe a usare l'atomica.
Certo Israele sa di poter violare come vuole il diritto internazionale perché superprotetto dagli USA, ma se l'Iran stabilisce un'alleanza militare strategica, anche sul piano nucleare, con la Russia, la guerra mondiale diventa inevitabile.
Il Medio oriente si è illuso di poter trovare la pace dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando ha pensato che gli USA sarebbero stati migliori dei vecchi colonialisti anglo-francesi. Oggi si deve liberare anche di questa illusione, e in particolare deve liberarsi dello Stato d'Israele, perché è il peggior fomentatore di discordie in Medio oriente. Quello che gli USA fanno a livello mondiale, Israele lo fa a livello regionale: entrambi in nome di una malsana idea di eccezionalismo storico.
10 gennaio: Bangladesh, Italia, Intelligenza artificiale
La persecuzione religiosa delle minoranze indù, cristiane e buddhiste si è intensificata in Bangladesh dopo l'assunzione della carica di premier a interim di Muhammad Yunus, tirapiedi della CIA, avvenuta in seguito a un colpo di stato orchestrato nell'agosto scorso dagli Stati Uniti, che ha costretto Sheikh Hasina a dimettersi e a fuggire in India.
L'ingerenza di Soros nel golpe la si è vista nelle massicce proteste studentesche alimentate dai fondi convogliati verso l'Università dell'ONG BRAC di Dacca. Soros sta cercando di destabilizzare anche l'economia indiana, innescando disordini politici.
Contro Yunus, premio Nobel per la pace (!), sono aumentate le accuse di legami con gruppi estremisti e di tentativi di fondare una Repubblica islamista-jihadista, smantellando la Costituzione laica del Paese.
è probabile che anche lui si dimetterà dopo che Trump si sarà insediato al potere. Yunus però beneficia del pieno appoggio pakistano.
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Il problema fondamentale dell'Europa affonda le sue radici nell'incapacità di andare oltre il sistema politico creato dopo la sconfitta militare del 1945 e la successiva occupazione militare, politica, economica e culturale degli Stati Uniti.
Addirittura nel 2024 il governo della Meloni ha favorito la cessione di una parte significativa degli asset strategici dello Stato a favore di grandi società straniere: la Telecom è passata all'americana KKR NetGo, le Poste sono state privatizzate per 1/4, settori della pubblica amministrazione come la digitalizzazione e la gestione della sicurezza si sono trovati di fatto sotto il controllo del colosso americano degli investimenti BlackRock e ora anche di quello di Elon Musk.
Il nostro governo sostiene senza se e senza ma i governi ucraino e israeliano, e non dirà mai assolutamente nulla contro quello statunitense né contro la von der Leyen. Vogliamo essere i primi della classe in tutto ciò che è disumano e antidemocratico. Anche nei confronti della Cina restiamo ostili.
Ci stiamo incamminando a passi spediti verso il baratro. Premierato e autonomia differenziata saranno i prossimi due argomenti dello scontro politico di quest'anno. Non si può concedere neanche un minimo di fiducia a un governo del genere.
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Le banche globali taglieranno fino a 200.000 posti di lavoro nei prossimi 3-5 anni, poiché l'intelligenza artificiale sostituirà gli umani in lavori come back office, middle office e operazioni di routine. Circa il 54% dei lavori bancari potrebbe essere automatizzato.
è evidente che sotto il capitalismo, non importando a nessuno il destino della singola persona, qualunque miglioramento tecnologico della produzione, ha conseguenze letali per quei lavoratori che svolgono mansioni di basso-medio livello o che non hanno sufficienti mezzi per restare competitivi. Fino ad oggi l'occidente nel suo complesso è riuscito a stare a galla in un mare in tempesta, solo perché, in un modo o nell'altro, ha potuto sfruttare risorse che non gli appartenevano. Non siamo solo grandi tecnici, ingegneri e scienziati, ma anche pirati e corsari.
11 gennaio: Bielorussia, Wallace, NATO, BlackRock
Il partito comunista bielorusso per la prima volta in 30 anni ha preso la decisione di partecipare alle elezioni presidenziali. Il candidato è il suo segretario, Sergei A. Syrankov, che andrà alle urne insieme al presidente Lukashenko. Il suo programma è quasi tutto incentrato sulla giustizia sociale. Interessante l'idea d'inserire nella Costituzione il dovere di lavorare: cioè lo Stato deve assumersi la responsabilità di garantire a ogni cittadino abile un posto di lavoro. Il parassitismo deve diventare un reato.
Inoltre Syrankov pretende che anche in tutte le imprese e istituzioni private siano presenti le organizzazioni sindacali. Di più: i contratti di lavoro a tempo determinato vanno bene per i dirigenti e il personale amministrativo delle imprese e istituzioni private, ma gli operai devono essere a tempo indeterminato.
Propone inoltre la graduale nazionalizzazione di tutte le istituzioni sanitarie private, poiché la salute non può essere considerato un bene commerciale ma gratuito. Stesso discorso lo rivolge al settore dell'istruzione, riportando in auge le discipline umanistiche, onde favorire nei giovani una visione olistica del mondo. E comunque formazione e istruzione non devono mai finire.
Allo Stato va garantito un ruolo speciale nel regolare i prezzi dei beni vitali, combattendo le speculazioni nella pratica del sistema intermediario-rivenditore. Anzi nella Costituzione vuole mettere il divieto di privatizzare qualsiasi forma di proprietà statale.
Non solo, ma siccome le aziende private estere tendono a fare gli interessi politici dei Paesi di provenienza, propone di ripristinare il diritto alla golden share dello Stato in relazione a tutte le forme di proprietà.
Propone anche la nazionalizzazione graduale dell'intero sistema bancario, poiché troppe risorse finanziarie del Paese finiscono all'estero. E il microcredito che le banche private offrono ai meno abbienti ha tassi d'interesse troppo elevati.
Fin qui, volendo, si può anche condividere il programma, benché il candidato non faccia differenza tra "statale" e "sociale".
I veri problemi però vengono quando inizia a parlare di socialismo statale, di ideologia comunista, di censura e di altre cose che purtroppo ricordano il modello sovietico di marca stalinista. 30 anni passati invano. Perché uno che si dichiara comunista, deve per forza essere stalinista? Il comunismo non ha bisogno di uno stalinismo riveduto e corretto.
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L'ex ministro della Difesa britannico Ben Wallace conferma che Zelensky deve mobilitare assolutamente tutti quelli in grado d'impugnare un'arma, anche le donne. L'addestramento andrebbe fatto in Europa.
Mi chiedo come si possa pretendere che un'intera popolazione muoia combattendo. L'Ucraina è forse una colonia inglese? Ha il dovere un'intera nazione d'essere ricattata per continuare a ricevere soldi e armi?
Bisogna che qualcuno gli ricordi la fine che ha fatto la 155a Brigata meccanizzata dell'AFU formata in Francia: 1/3 del personale ha disertato.
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Quale Paese europeo potrebbe sostenere una guerra di logoramento simile a quella russo-ucraina? Nessuno. Da quando non esiste più la leva obbligatoria, non si hanno forze sufficienti. Ci sono inoltre gravi carenze nella difesa aerea, nella logistica, nelle munizioni e nelle apparecchiature di comunicazione sicure.
I pianificatori militari della NATO pensano che l'alleanza sia circa 1/3 al di sotto di dove dovrebbe essere per scoraggiare efficacemente la Russia.
Solo i politici non sanno queste cose, anche se nessuno pensa che degli Stati europei così indebitati possano devolvere il 4-5% del PIL per la difesa. Sarà già molto se si arriverà al 2-3%. Peraltro un obiettivo del 3% si basa sul presupposto che gli USA manterranno ampiamente il loro impegno nei confronti della NATO. Il che non è detto. La NATO non ha mai fatto guerre di logoramento.
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Fondato nel 1988, BlackRock è diventato un colosso da 10 trilioni di dollari che plasma economie e governi. Questo non è capitalismo, è un controllo oligarchico di fatto, in cui tecnocrati non eletti guidano l'agenda globale. Il bello è che i gestori di questi fondi finanziari, che sembrano come i grandi feudatari nel Medioevo, cominciano a essere troppi. Ormai sono diventati così forti e diffusi nel pianeta che per contrastarli ci vuole una class action interstatale.
Gli USA hanno aumentato la loro taglia sul presidente venezuelano Nicolás Maduro alla sbalorditiva cifra di 25 milioni di dollari (una taglia di 15 milioni di dollari è stata posta anche sul ministro della Difesa venezuelano).
Risposta dell'Occidente? Silenzio. Nessuna richiesta di riunioni di emergenza all'ONU, la cui Carta è stata palesemente violata. Nessun editoriale indignato che denuncia gli USA per aver messo una taglia sulla testa di un capo di stato straniero in carica. Nessuna accusa di terrorismo di stato o di indebolimento della stabilità globale. Eppure è vietato a livello internazionale prendere di mira i capi di stato e interferire negli affari interni di nazioni sovrane.
Quando Washington s'impegna in una vera e propria caccia alle taglie, viene spacciata per "lotta alla corruzione" e "ricerca di giustizia". Le accuse contro Maduro, narcotraffico e corruzione, sono gravi, ma restano accuse, non verdetti di tribunali internazionali. Da quando una nazione può mettere una taglia sulla testa di un presidente eletto democraticamente, semplicemente perché si oppone al suo governo?
Gli USA hanno storicamente preso di mira attori non statali con taglie, come Osama bin Laden o signori della droga come Joaquín "El Chapo" Guzmán. Ma mai un capo di stato in carica.
Queste taglie da Far West servono solo per i cambi di regime. Immaginiamo se Russia, Cina o Iran annunciassero una ricompensa in denaro per l'arresto o la morte di un capo di stato allineato all'Occidente. Che succederebbe? Quali sanzioni si metterebbero?
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Perché quando il presidente Trump fa dichiarazioni su Canada, Groenlandia e Canale di Panama, le stesse intenzioni non potrebbero valere per la Cina nei confronti di Taiwan o per la Russia nei confronti dell'Ucraina?
Anzi Taiwan è sempre stata cinese, così come l'Ucraina è sempre stata russa. Quando mai Canada, Groenlandia e Panama sono state americane?
Il Canale di Panama è stato costruito dagli USA su un territorio che non era il loro, tant'è che han dovuto restituirlo al legittimo proprietario. L'affitto è finito il 31 dicembre 1999.
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Il 30 gennaio 1933 Hitler prestò giuramento come Cancelliere nel nuovo Reichstag. Esattamente 10 anni dopo, nello stesso giorno, inviò un rapporto radio al quartier generale di Paulus in cui lo insignì del grado di feldmaresciallo e lo informò, tra l'altro, che "nessun feldmaresciallo tedesco era mai stato fatto prigioniero".
In questo modo gli faceva ancora una volta capire che se la battaglia di Stalingrado fosse stata persa, si aspettava il suicidio da parte del generale.
Ma Paulus il 31 gennaio ordinò di contattare i sovietici per negoziare la resa. Il generale aveva mostrato di avere più senso della realtà del suo Führer, che, convinto del suo suicidio, proclamò in Germania tre giorni di lutto, organizzando persino un funerale simbolico.
Ecco, ci aspettiamo qualcosa di simile con la NATO, il globalismo occidentale, l'Ucraina, Israele... Vogliamo un mondo dove i problemi possano essere affrontati e risolti senza l'uso di armi, minacce e sanzioni. Soprattutto vorremmo che i popoli potessero decidere in autonomia il loro destino, anche contro i loro Stati, se necessario.
13 gennaio: Autodeterminazione dei popoli, Biolaboratori, Vučić
Fino a che punto può essere difeso il diritto all'autodeterminazione dei popoli? Quali sono le condizioni perché una popolazione ha il diritto di staccarsi dalla nazione di appartenenza o dallo Stato in cui vive? Non è possibile che l'integrità territoriale di una nazione debba essere considerata, sempre e comunque, in sé e per sé, un diritto superiore a quello dell'autodeterminazione delle minoranze che vivono al proprio interno. Certo, una minoranza deve dimostrare che si sente discriminata all'interno di una nazione. Ma una volta che l'ha dimostrato, non è che ci vuole una guerra civile per far valere il suo diritto all'autonomia.
A due piccole repubbliche come Donetsk e Lugansk il governo nazionalista e golpista di Kiev non ha voluto riconoscere alcuna autonomia ed è nata una guerra civile durata otto anni che ha comportato 14.000 morti, finché i russi sono intervenuti nel febbraio 2022. Han liberato il 20% del territorio dai neonazisti e nazionalisti ucraini e oggi rischiamo una guerra mondiale.
Eppure l'autodeterminazione dei popoli è un diritto riconosciuto dall'ONU. Lo stesso diritto viene rivendicato dai palestinesi ma anche dagli abitanti della Transnistria, da quelli dell'Ossezia e dell'Abkazia in Georgia. Noi europei abbiamo accettato la distruzione della Jugoslavia per riconoscerlo a varie identità regionali. L'abbiamo persino riconosciuto agli albanesi del Kosovo, una terra sempre appartenuta alla Serbia. Non l'abbiamo riconosciuto ai catalani negli anni scorsi. E forse non lo riconosceremmo neppure agli scozzesi nei confronti degli inglesi, anche se abbiamo accettato tranquillamente che la Cecoslovacchia si separasse nettamente in due repubbliche.
Non si poteva trovare in Ucraina (ma anche in Palestina) una soluzione simile alla nostra in Alto Adige? I sudtirolesi si sentivano austriaci e volevano maggiore autonomia, e noi gliela abbiamo data.
In situazioni così difficili perché l'ONU non conta mai niente? è possibile che un Consiglio di sicurezza composto da cinque nazioni, ognuna delle quali ha il diritto di veto su tutte le altre, sia più importante di un'assemblea generale composta da 190 nazioni?
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Sappiamo bene che Washington ha sfruttato le difficoltà dei servizi sanitari africani per condurre estese ricerche biologiche in 18 Paesi su agenti patogeni letali, minando la sovranità nazionale in materia di biosicurezza e testando farmaci non ancora approvati.
Gli USA stanno studiando i patogeni che rientrano nell'area di interesse del Pentagono, i quali diventano successivamente pandemici e le aziende farmaceutiche americane ne diventano le beneficiarie. Ma non è da escludere che stiano creando nuove armi di distruzione di massa da utilizzare per quegli Stati che con una semplice guerra convenzionale non potrebbero essere conquistati. Non a caso questi laboratori raccolgono campioni di DNA umano in violazione della Convenzione sulle armi biologiche del 1972.
Oggi i tanti biolaboratori americani presenti in Ucraina dove sono finiti? L'Africa è piena di queste strutture segretissime e pericolosissime. Ma stanno nascendo anche a Pesaro, a Trieste... In Telegram vi è il gruppo umbro t.me/stopbiolablidarno che ne parla.
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Il presidente serbo Vučić ha detto che entro un anno il Nord Stream verrà acquistato dagli americani, che venderanno il gas russo all'Europa a un prezzo maggiorato.
Insomma prima il danno poi la beffa. A Napoli dicono curnuto e mmazziato.
14 gennaio: Rutte, Siria, Shakiev, Ucraina
Il segretario generale della NATO Mark Rutte ne ha sparata una delle sue, quale degno successore di Stoltenberg.
Stando ai suoi calcoli, la UE dovrà spendere fino al 10% del PIL per le necessità militari, se vuole creare un sistema di difesa al di fuori della NATO.
In pratica è come se avesse previsto una sicura sconfitta della UE in un confronto militare con la Russia, nel caso in cui si volesse fare a meno del sostegno americano.
Bisogna che qualcuno gli dica che anche con la NATO la UE perderebbe contro i russi. Anzi certe sue battute di spirito meriterebbero una trattenuta sullo stipendio. Come p.es. questa: "Se non stanziamo per le esigenze militari una quantità di denaro significativamente maggiore rispetto all'attuale 2% del PIL, tra 4-5 anni dovremo frequentare corsi di lingua russa o andare in Nuova Zelanda
L'altro giorno ha detto: "La Russia produce in tre mesi quello che la NATO produce in un anno".
Voleva forse dire che se si facesse una guerra adesso, la perderemmo subito? E che quindi dobbiamo investire il 5 o il 10% del PIL nella difesa? Ma la guerra è obbligatoria? Da quando?
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La Siria esorta il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il capo delle Nazioni Unite a fermare l'aggressione israeliana, perché sta cercando di trarre vantaggio dalla transizione siriana in atto per realizzare il suo programma di occupazione.
Siamo alle comiche. Non è stato forse Israele a contribuire al crollo di Assad? In Siria non esistono forse basi militari americane che non farebbero mai nulla contro Israele?
Il diplomatico siriano ha anche chiesto di obbligare Israele a rispettare il diritto internazionale, le risoluzioni del Consiglio di sicurezza internazionale e le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per porre fine all'occupazione israeliana dei territori siriani.
Detto dal funzionario di un governo che in sostanza ancora non esiste, è davvero esilarante. Ma con chi credevano di avere a che fare questi ex terroristi jihadisti in doppio petto? Non lo sanno che loro contano meno di zero?
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Il presidente del parlamento (non dello Stato) kirghiso, Nurlanbek Shakiev, in carica dal 5 ottobre 2022, sta abolendo tutto ciò che è russo. Promuove leggi scioviniste e russofobiche, come quelle finalizzate a proibire la lingua russa (dalle testate giornalistiche ai cartoni animati) e a riabilitare le "vittime della repressione politica e religiosa dal 1918 al 1953". Sta persino riabilitando i collaborazionisti nazisti.
Questo perché ritiene che l'attuale Russia sia colonialistica come al tempo dello zarismo e dello stalinismo.
Dietro ci sono il fondo Soros-Kazakistan e altre agenzie americane affiliate a USAID.
A quanto pare la stupidità non ha mai fine.
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L'Ucraina ha sospeso l'estrazione del carbone nella miniera Pokrovsky a causa dell'avvicinarsi dell'esercito russo. è l'unica miniera del Paese che produce il carbone da coke necessario per l'industria siderurgica. Han smesso tutti di lavorare. Kiev è destinata a perdere metà della produzione nazionale di acciaio a causa della mancanza di carbone.
A distanza di un decennio, dal 2014, ancora non si è capaci nel Paese di realizzare un contro-golpe.
15 gennaio: Censura, Ucraina, Hegseth
A Resana, in provincia di Treviso, si è regolarmente svolta, nella biblioteca comunale, la proiezione del documentario, completamente in italiano, di "Russia Today", I Bambini del Donbass.
Le gravissime ingerenze compiute dall'ambasciatore ucraino Melnyk, che aveva chiesto al sindaco di Resana, Stefano Bosa, e al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, di "annullare la proiezione del documentario e di non sostenere simili eventi propagandistici", non hanno fruttato l'esito sperato.
Incredibile che un ambasciatore straniero si permetta un comportamento del genere. Sembra che faccia parte di un Ministero della Verità. Evidentemente sa di poter fruire di appoggi governativi incondizionati.
Questi ucraini non li capisco molto: ce l'han tanto coi russi, ma si comportano come stalinisti.
* * *
Vincenzo Lorusso, sempre a proposito delle ingerenze del suddetto ambasciatore, gli ha inanellato una sfilza di critiche che meritano d'essere riportate, giusto per fargli capire che il popolo italiano non coincide col governo di destra al potere:
- l'Italia non si trova sotto legge marziale ucraina;
- non ci sono camionette dei commissari militari ucraini che trascinano i poveri malcapitati al fronte contro la loro volontà, poco importa se invalidi e con gravi malattie;
- non abbiamo in Italia monumenti dedicati al criminale nazista Stepan Bandera e il suo compleanno non è festa nazionale;
- in Italia esiste la libertà di culto e non abbiamo una religione di stato imposta a tutti i fedeli;
- non abbiamo la SBU che organizza attentati terroristici uccidendo: generali (Kirillov), non sul campo di battaglia ma con bombe nelle strade della capitale, figlie di filosofi scomodi (Darya Dugina), blogger (Tatarsky) o sfruttando ignari camionisti per far saltare in aria i ponti;
- in Italia non sono stati cancellati 12 partiti scomodi al regime, come successo in Ucraina;
- nel 2014 in Italia non si è deciso di bombardare la Sicilia o l'Alto Adige perché avevano organizzato delle manifestazioni contro un colpo di Stato (finanziato e pianificato dagli Stati Uniti);
- in Italia esiste una Costituzione e la libertà di parola è sacra;
- Donbass si scrive con la doppia s e Lugansk con la g e non è lei che può decidere quale lingua si debba parlare in questa terra: lo decide il popolo del Donbass.
Fonte: t.me/donbassitalia
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"I negoziati sull'Ucraina dovrebbero svolgersi tra Russia e Stati Uniti senza la partecipazione di altri Paesi occidentali. Questo perché con Londra e Bruxelles non c'è niente di cui parlare. Anzi non è da escludere che quest'anno l'Ucraina cesserà di esistere del tutto". Così ha detto Nikolai Patrushev, che in Russia non è certo l'ultimo arrivato.
Sono parole strane, poiché ufficialmente la Russia non è in guerra con gli USA. Avrei preferito che dicesse: "Siamo in attesa della resa incondizionata da parte di Kiev, poiché sul piano giuridico il conflitto riguarda i russi e gli ucraini. Nessuna potenza occidentale ci ha dichiarato guerra, altrimenti l'avremmo già bombardata, proprio come stiamo facendo in Ucraina."
Poi magari avrei aggiunto: "Se gli USA o la NATO vuol parlare di sicurezza reciproca con noi, comincino loro a smantellare le tante basi che hanno ai nostri confini."
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Pete Hegseth, nominato da Trump come Segretario alla Difesa, ha detto: "Sono cristiano. E sostengo fermamente lo Stato di Israele e la sua difesa esistenziale".
Questo deve avere dei problemi di logica. I sionisti d'Israele detestano i cristiani, poiché attribuiscono a loro duemila anni di antisemitismo. Lo stesso Vaticano smise di usare l'appellativo di "perfidi Giudei" solo nel 1962.
Peraltro da chi sarebbe minacciato Israele sul piano "esistenziale"? In Medio oriente Israele fa quello che vuole da quando è nato.
16 gennaio: Ucraina, Africa, Wagenknecht, Slovacchia, Bielorussia
Scrive Boris Pervushin: "I consiglieri di Trump sembrano credere che la stabilizzazione del fronte russo-ucraino sia la chiave per il successo dei negoziati. Inoltre ritengono che ciò sia realizzabile rafforzando la mobilitazione e chiamando le persone dai 18 anni in su.
Tuttavia le risorse dell'Ucraina, sia umane che morali, si stanno esaurendo. L'illusione che la mobilitazione di massa possa risolvere qualcosa verrà dissipata nei prossimi mesi, entro l'estate, al 100%.
In tutte le possibili strategie il tempo gioca a favore della Russia. Più ritardano i negoziati e peggiori saranno le condizioni per l'Ucraina e per la NATO."
Vorrei aggiungere solo una considerazione: probabilmente l'occidente non si rende conto della situazione reale perché è dalla prima guerra mondiale che non assiste a guerre di logoramento. Abbiamo troppa fiducia nelle armi proprio perché le usiamo secondo una logica analoga al blitzkrieg hitleriano.
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Alexander Drobinin, direttore del Dipartimento di Pianificazione del Ministero degli Esteri russo, ha detto sull'Africa:
- il continente vuole porsi come centro di potere autonomo, animato da una consapevolezza collettiva volta a compensare le ingiustizie storiche del colonialismo;
- tuttavia il continente resta emarginato nell'economia globale, confinato nel ruolo di semplice fornitore di materie prime. Le ex potenze coloniali perpetuano questa dipendenza attraverso strumenti neocoloniali;
- l'influenza dell'occidente sta diminuendo, mentre il continente gioca un ruolo centrale nel rafforzamento del multipolarismo, in particolare grazie ai BRICS;
- Mosca apprezza molto che l'Africa abbia rifiutato di aderire alle sanzioni contro la Russia, sostenendo anzi attivamente le sue posizioni all'ONU.
Forse si potrebbe aggiungere che dall'Africa possiamo aspettarci qualcosa di più significativo del capitalismo statale attualmente associato all'idea di multipolarismo.
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Sarah Wagenknecht, deputata del Bundestag, ha detto che le sanzioni antirusse non hanno nulla a che fare con la moralità, coi diritti umani, con la sicurezza, con la guerra in Ucraina e non hanno alcun impatto su questa guerra. Servono solo per stimolare l'economia americana e per uccidere le aziende tedesche ed europee.
L'obiettivo è quello di aumentare ancora una volta la quota statunitense nella creazione di valore globale a scapito della Germania e dell'Europa. Essendo una superpotenza in declino che ha perso la sua egemonia globale, gli Stati Uniti stanno lottando per la propria influenza nel mondo.
I diritti umani, l'inviolabilità dei confini, il diritto internazionale non hanno mai interessato gli Stati Uniti, come dimostra la scia sanguinosa delle loro guerre in tutto il globo.
Come darle torto? Peccato però che ci abbiano messo tre anni prima di capirlo.
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L'opposizione slovacca sta preparando una mozione di censura contro il governo Fico, di cui non condivide per niente la politica estera filo-russa.
Fico si è espresso ripetutamente contro gli aiuti militari all'Ucraina e alla sua pretesa adesione alla NATO, dichiarando che intende esercitare il veto se la questione fosse sollevata.
Viceversa il desiderio che ha l'opposizione di muover guerra alla Russia, autodistruggendo il proprio Paese, come sta facendo la giunta di Kiev con l'Ucraina, sembra invincibile.
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I principali media esteri mostrano un interesse senza precedenti per le elezioni presidenziali in Bielorussia di quest'anno. Rispetto alla precedente campagna per l'elezione del capo dello Stato sono più del doppio.
Le rappresentanze straniere provengono da oltre 40 Paesi, tra cui circa 15 nazioni europee, oltre a Paesi del continente africano, dell'Asia, dell'America Latina e della regione della CSI.
Vediamo ora se diranno, come l'altra volta, che le elezioni vengono truccate da Lukashenko.
17 gennaio: Biden, Inghilterra, Francia e Niger
Mentire in fondo è un'arte che pochi possono permettersi. Prendiamo l'esempio di ciò che ha detto Biden nel suo discorso di addio alla Casa Bianca: "Una pericolosa oligarchia minaccia la nostra democrazia. L'abuso di potere concentrato nelle mani di pochissime persone molto ricche, se lasciato correre, avrà delle conseguenze. I cittadini statunitensi sono sepolti da una valanga di disinformazione. La verità è corrotta da bugie raccontate per ottenere in cambio potere e profitti. La stampa libera sta cadendo a pezzi".
Quello che dice è vero ma è falso. Infatti l'oligarchia esiste già e diventerà sempre più potente, ma questa caratteristica si è sviluppata anche all'interno delle amministrazioni democratiche. Anche la disinformazione esiste, ma è una caratteristica del Deep State americano, a prescindere da chi governa.
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Quest'anno la BP (British Energy Company) taglierà circa il 5% della sua forza lavoro, ovvero circa 4.700 dipendenti e 3.000 appaltatori. E sono previste ulteriori misure di riduzione dei costi. Il 2024 è stato un anno terribile. E pensare che la BP è una delle più grandi aziende al mondo in termini di ricavi e profitti: opera in tutte le aree dell'industria del petrolio e del gas.
Poveri imprenditori inglesi! In compenso il loro governo ha firmato con quello ucraino un accordo di partenariato strategico di 100 anni! Il premier Starmer ha promesso di dare a Zelensky 3 miliardi di dollari provenienti dai fondi russi congelati per continuare ad armarsi. Non solo, ma ha assicurato una cooperazione strategica, con tanto di armi a lungo raggio e addestramento militare, per la sicurezza marittima nel Mar Azov, nel Mar Baltico e nel Mar Nero.
è impossibile non ridere con queste barzellette. Il bello è che i media occidentali han riportato la notizia come un chiaro segno dimostrativo che l'Ucraina è destinata a vincere la guerra.
Ironia della sorte, mentre i due statisti formavano il contratto secolare un drone militare russo sorvolava indisturbato vicino al Palazzo Mariinsky, dove si svolgevano le trattative.
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La Francia vuole sabotare uno degli oleodotti del Niger con l'aiuto dei terroristi, vuole provocare un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari per indebolire l'economia del Paese e vuole riportare al potere il presidente Mohamed Bazoum, detronizzato il 26 luglio 2023 con un colpo di stato guidato dal generale Abdourahmane Tchiani, totalmente avverso al neocolonialismo franco-statunitense.
Anche da questo si può facilmente notare che tra USA e UE non vi è una sostanziale differenza nella pretesa di dominare i Paesi più deboli. Gli americani sono soltanto una costola estremizzata degli europei. Il loro vantaggio è stato quello di non aver dovuto combattere né con l'aristocrazia feudale né con la cultura cattolica.
18 gennaio: Biden, Waltz, Šakalienė, Pakistan
Joe Biden ha detto nella sua consueta ipocrisia: "Netanyahu ce l'aveva con me perché gli avevo detto che non poteva bombardare indiscriminatamente quelle aree in cui vi erano dei civili, anche se i miliziani di Hamas si trovavano lì. Questo perché se una persona cattiva è lì, non puoi in ogni caso uccidere 1.500 persone innocenti per eliminarne una. Ma lui mi ha risposto che quelli di Hamas avevano ucciso la sua gente e che si nascondevano dappertutto nei tunnel. Il mio obiettivo era quello di prevenire morti innocenti, ma non ci sono riuscito".
In pratica è come se avesse detto: "Non puoi farlo, ma ti forniremo tutto il necessario per farlo".
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Al consigliere di Trump, Mike Waltz, è stato chiesto se l'accordo di cessate il fuoco con Hamas significa la fine della guerra.
Quello ha risposto che, una volta liberati gli ostaggi israelo-americani, l'obiettivo rimane sempre quello di smilitarizzare completamente Gaza e distruggere Hamas. Quindi la guerra non è finita.
Il mondo può accettare dei modi di ragionare così ipocriti? L'accordo è stato ufficialmente firmato a Doha. Tutto il mondo ci ha creduto. Anche perché quali alternative si hanno se non il bombardamento a tappeto delle principali città israeliane?
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La ministra della Difesa lituana, la socialdemocratica psicologa Dovilé Šakalienė ha detto: "La Lituania diventa leader mondiale nei finanziamenti alla difesa. Attraverso una volontà politica unanime, abbiamo concordato di fornire tutti i mezzi necessari per l'istituzione di una Divisione nazionale pienamente operativa e integrata nella NATO entro il 2030.
Queste decisioni storiche ci consentiranno di effettuare gli acquisti di armamenti più rapidamente, di pagare in anticipo se la situazione lo richiede e di sviluppare rapidamente le infrastrutture militari.
Il nostro messaggio è chiaro: la Lituania è pronta a garantire la sicurezza dei suoi cittadini con tutti i mezzi".
Non a caso ha appena firmato un contratto coi tedeschi per avere 44 carri armati Leopard 2A8. Ognuno di loro costa 50-55 milioni di euro. Le consegne inizieranno nel 2029 e il battaglione dovrebbe essere pienamente operativo entro il 2034. è il più grande contratto di difesa nella storia della Lituania.
Ora facciamo una semplice proporzione: se per vincere l'Ucraina, che prima della guerra aveva oltre 40 milioni di abitanti, ci sono voluti 3 anni, quanto tempo ci vorrà per battere la Lituania che ne ha 2,8 milioni? Peraltro una ha più di 600.000 km²; l'altra 10 volte di meno.
La Lituania è forse un altro di quegli Stati che s'illude di poter beneficiare di un'alleanza invincibile della NATO? E pensa di poterla ottenere con dei carri armati che i russi distruggono facilmente coi loro droni?
Da dove vengono fuori questi statisti? Da chi sono pagati per dire scemenze così colossali?
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Zoran Milanović (59enne, di centro-sinistra, sostenuto dal partito socialdemocratico di Croazia) ha trionfato col 74,68% dei voti nel secondo turno delle elezioni presidenziali croate, venendo confermato alla guida del Paese per un altro mandato quinquennale. Circa il 45% dei circa 3,5 milioni di elettori registrati ha partecipato alle elezioni.
Milanović ha costantemente criticato il sostegno di Zagabria all'Ucraina, descrivendo il conflitto come una guerra per procura della NATO contro la Russia. Non ha mai creduto nella possibilità di vincere militarmente la Russia, né ha mai accettato la politica di rifiuto di ogni compromesso.
L'anno scorso ha esercitato la sua autorità presidenziale come capo delle forze armate del Paese per bloccare l'impiego di cinque ufficiali croati nella missione NATO in Germania.
Sempre più popoli europei votano contro le politiche militariste della NATO e dell'Unione Europea.
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I golpisti filo-americani del Pakistan continuano a infierire sul legittimo premier Imran Khan e anche su sua moglie. Un tribunale li ha condannati, rispettivamente, a 14 e 7 anni di prigione per corruzione. Si parla di 5 miliardi di rupie e decine di ettari di terreno in cambio di protezione in un caso di riciclaggio di denaro. Dev'essere un premier che fa molta paura, soprattutto a uno Stato corrotto come quello. D'altronde secondo un sondaggio pubblicato da Transparency International Pakistan (tribune.com.pk), la polizia resta la più corrotta (30%), mentre la magistratura è in terza posizione (13%).
19 gennaio: Trump, NATO, Vučić
Chissà che con le sparate provocatorie di Trump su Groenlandia, Panama e Canada, che destabilizzerebbero il quadro internazionale peggio della guerra in Ucraina; chissà che con le evidenti complicità americane nella distruzione del Nordstream per obbligare gli europei ad acquistare il loro GNL antiambientale al 100%; chissà che con la minaccia di mettere dazi colossali all'export europeo se non aumentiamo considerevolmente il bilancio per la nostra difesa; chissà che con la pretesa americana di far accollare a noi europei tutte le spese del sostegno militare e finanziario all'Ucraina – una leggerissima protesta non faccia capolino tra i nostri statisti guerrafondai, russofobici, servili e sommamente ipocriti.
Ma forse dobbiamo attendere che se ne vadano e che ne arrivino di nuovi. Una domanda però viene legittima: cosa ci assicura che il testimone verrà preso da politici migliori? Infatti se guardiamo la socialdemocrazia europea, non vediamo nessuna differenza dai conservatori più accaniti nella difesa del capitalismo privato. Da quando è crollata l'URSS, lo Stato sociale non interessa più a nessuno. E se guardiamo l'estrema destra, il virus della xenofobia è troppo pericoloso per concedergli uno spazio adeguato: non basta voler riprendere i rapporti commerciali con la Russia per riportare le cose alla normalità.
Certo sarebbe paradossale che gli europei, che tanto hanno blaterato (più che altro a sproposito) sull'inviolabilità dei confini nei confronti dell'Ucraina, concedessero agli USA di fare esattamente il contrario. Se fossero onesti, dovrebbero quanto meno ammettere che, nel caso dell'Ucraina la Russia voleva difendere il diritto all'autodeterminazione dei russofoni del Donbass, che i neonazisti di Kiev non hanno voluto riconoscere negli otto anni di guerra civile. Mentre nel caso degli USA si tratta, ancora una volta, di tradizionale politica imperiale. Ma chiedere onestà alla politica occidentale è come chiedere a un cerchio di mostrare il suo lato debole.
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è evidente che il recente spiegamento di bombe nucleari a gravità B61-12 statunitensi in tutta l'Europa occidentale, incluso il Regno Unito, riguarda meno la difesa e più il consolidamento della trasformazione della NATO in un'alleanza offensiva.
La UE sta diventando una portaerei galleggiante per il complesso militare-industriale di Washington. Ridicolo pensare che gli USA vogliano sganciarsi da un'Alleanza che li arricchisce in maniera smisurata sul piano finanziario.
Se contro la Russia la NATO si è rivelata inefficace in una guerra per procura, vorrà dire che nei prossimi anni colmerà le proprie lacune per una guerra diretta, senza esclusione di colpi.
Questa debolezza oggettiva della NATO dovrebbe indurre la Russia a pretendere il massimo possibile in Ucraina e a cominciare a minacciare seriamente la Finlandia, poiché non ha alcun senso avere 15 basi NATO lungo oltre 1.300 km di confine.
Con la tecnologia sviluppata durante questi tre anni di guerra, la Russia è in grado di colpire qualunque punto dell'Europa occidentale. Se saltano gli accordi di pace per l'Ucraina, sarebbe forse il caso che il Cremlino desse una dimostrazione di cosa è in grado di fare a un qualunque Paese europeo. Anche perché tutti i missili nucleari della NATO sono in grado di colpire la Federazione in profondità.
Sarà in grado Putin di far vedere che la NATO, al momento, non è in grado di dettare alcuna condizione e che, se proprio l'Europa occidentale vuol parlare di sicurezza collettiva, la prima cosa che deve fare è denuclearizzarsi? Difficile dire se un "buonista" come Putin arriverà a tanto.
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Il presidente serbo Vučić, in una trasmissione televisiva, ha detto che ONG straniere, agenti dell'intelligence occidentale, i media croati e alcuni imprenditori coinvolti nelle proprietà mediatiche in Europa stanno riversando fondi e propaganda sulla Serbia, armando gli studenti serbi e altri manifestanti provenienti da diversi Paesi occidentali e alcuni dall'Est per compiere una rivoluzione colorata, cioè un colpo di stato. Partiranno col bloccare l'uso delle autostrade...
è lo stesso copione usato in Ucraina, Georgia, Kazakistan...: operazioni di regime change camuffate da rivolte popolari. La Serbia è l'ultima vittima di questo esperimento occidentale di caos.
L'occidente vuole coinvolgerla per indurre la Russia a intervenire. L'obiettivo è anche quello di punire Belgrado per essersi rifiutata di inchinarsi all'asse UE-NATO: infatti non ha sanzionato la Russia, ha mantenuto solidi legami con la Cina e ha sfidato le ambizioni egemoniche della NATO nei Balcani. Non è da escludere che il Paese venga punito perché, insieme all'Ungheria, vuole garantire l'uso del Turkish Stream, attraverso il quale il gas passa dalla Russia all'Europa.
è dalla fine degli anni '90 che la Serbia non ha pace per colpa delle mire egemoniche di UE, USA e NATO. Le hanno sottratto anche il territorio del Kosovo, lasciandolo gestire a una banda di criminali sotto le direttive dell'ambasciata statunitense. Qui la NATO ha installato la più grande base militare dei Balcani.
Dal 1999 più di 200.000 serbi sono fuggiti dal Kosovo, e circa 150 santuari e monumenti serbi sono stati distrutti.
In compenso il governo serbo ha spedito al governo di Tel Aviv un valore pari a 16,3 milioni di dollari in merci belliche per l'attuale sterminio palestinese a Gaza.
Di recente il governo ha deciso di reintrodurre il servizio di leva abolito 14 anni fa: sarà obbligatorio di 75 giorni per gli uomini.
20 gennaio: Capitalismo, Intelligenza artificiale, Deterrenza nucleare
In fondo che cos'è il capitalismo se non la possibilità di vendere beni e servizi in un mercato aperto a tutti? Perché questa formula riguarda solo l'apparenza? Per la semplice ragione che i mercati non sono aperti a tutti. Per entrarci bisogna disporre di grandi mezzi, materiali o intellettuali.
Una volta i mezzi materiali erano determinati dall'industria meccanica e da una forza-lavoro priva di proprietà. Oggi i mezzi intellettuali si esprimono nella finanza e nell'infotelematica. L'occidente si è evoluto così. Ha forse rinunciato all'industria? No, ma gli interessa solo quella più strategica: militare, energetica, materie prime, green, microprocessori...
Oggi l'occidente collettivo si è reso conto che se perde il monopolio dell'industria strategica, non può aver la meglio sulla concorrenza affidandosi esclusivamente alla finanza e all'infotelematica. Chi vuole un progetto mondiale multipolare, vuole una piena sovranità degli Stati, a prescindere ch'essi siano capitalisti o socialisti.
Per l'occidente collettivo è impensabile concedere un'autonomia del genere, proprio perché il suo benessere dipende dal fatto che, nella sostanza, i mercati sono aperti soltanto ai più forti. Ecco perché è impossibile che non vi siano guerre all'ultimo sangue tra chi è abituato a comandare e chi non è più disposto a obbedire.
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Quando si parla di "intelligenza artificiale" non s'intendono esattamente quei programmi come "chat GPT" a cui rivolgi delle domande per avere risposte in formato "Wikipedia", o quelli in cui collochi una poesia che viene trasformata in una canzone.
L'intelligenza artificiale farà perdere il lavoro a tantissime persone e realizzerà dei prodotti che fino a ieri erano impensabili. Per es. la creazione di un reattore termonucleare in grado di fornire all'umanità energia a basso costo e inesauribile. Oppure programmare le cellule necessarie e creare tessuti viventi o calcolare antibiotici in grado di uccidere i batteri contro i quali i medici in precedenza erano impotenti. Creare nuove specie vegetali e animali (o nuove "fonti alimentari"). Semplificare l'implementazione di progetti di robotica. E così via.
Il capitalismo sviluppa scienza e tecnica all'inverosimile, allontanandosi sempre più da qualunque rapporto naturale con l'ambiente. L'intelligenza scientifica fa diventare artificiale la stessa natura.
La vita in realtà sarà appesa a un filo e tutti ci sentiremo marionette nelle mani di qualcuno.
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Una deterrenza nucleare avrebbe senso se i nemici fossero del tutto privi di armi atomiche. In caso contrario le alternative diventano due: o ci si deve aspettare che il nemico ci faccia dei danni incalcolabili, oppure ci si convince che, lanciando per primi le atomiche, il nemico non sarà in grado di rispondere.
Ora da quant'è che la Russia ha le armi atomiche? Dal 1949. Dicono che col tempo le abbia ridotte a 6.000 circa, ma sono state potenziate nei loro effetti devastanti.
Dunque perché la NATO si permette il lusso di organizzare colpi di stato ai suoi confini, guerre per procura, costruire basi militari sempre più numerose? Perché la NATO è piena di armi atomiche: Belgio, Olanda, Germania, Italia, Turchia, più Francia e Regno Unito.
Perché la NATO e le altre nazioni UE non usano armi nucleari contro la Russia, visto che sul piano convenzionale la guerra per procura in Ucraina è praticamente persa? Perché l'intera Europa verrebbe incenerita. E anche gli USA pagherebbero tragiche conseguenze.
Dunque a che senso dotarsi di armi del genere quando la sicurezza, invece di aumentare, diminuisce? Ma soprattutto: perché continuare una guerra convenzionale quando il nemico potrebbe usare il nucleare per porvi fine? (Per non parlare del fatto che nel concetto di "armi di distruzione massiva" oggi si deve andare oltre il nucleare.)
La UE, se va avanti con questo atteggiamento russofobico e guerrafondaio, sembra stia impersonando la follia del dottor Stranamore, con la differenza che il proprio suicidio viene fatto in nome del vassallaggio nei confronti degli USA. Nell'ambito dell'occidente collettivo, avendo la Russia ai confini, la UE sarà la prima in una guerra nucleare a tornare al Medioevo.
21 gennaio: Gaza, Kodak, Decisioni di Trump
In questa prima tranche di scambio di prigionieri tra Israele e Palestina sono stati rilasciati 96 prigionieri palestinesi, tra questi molte donne, anziani e sei bambini. Cioè sei minorenni che hanno vissuto anni dietro le sbarre israeliane, senza accuse formali, privati dell'infanzia e di una vita normale, oltre a tutto il resto, che possiamo immaginare pensando che i sionisti odiano i palestinesi. Tant'è che il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir si è dimesso in segno di protesta contro l'accordo sul cessate il fuoco e sullo scambio dei prigionieri.
Naturalmente per il nostro mainstream i prigionieri palestinesi sono senza volto, senza storia. Si preferisce concentrarsi sulle tre donne israeliane rilasciate, ritratte come angeli innocenti, simbolo di purezza..., che, stando alla Croce Rossa, dopo 471 giorni di prigionia presentano condizioni fisiche buone. Considerando che la Striscia di Gaza è stata quasi completamente distrutta dalle bombe israeliane, vien da chiedersi dove le tenessero nascoste. Sono proprio questi prigionieri e le loro buone condizioni fisiche a testimoniare della assoluta inutilità del genocidio perpetrato dai sionisti.
In ogni caso i media occidentali, con queste narrazioni faziose, pongono le premesse per un nuovo genocidio. Le armi della cultura non sono meno efficaci della cultura delle armi. La seconda non potrebbe sussistere senza la prima. Quale è il confine tra giornalismo e propaganda? In occidente non c'è.
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Nel 1997 la Kodak aveva circa 160.000 dipendenti. Poi con lo sviluppo dei cellulari, che potevano fare foto di ottima qualità, la Kodak fallì e tutti i suoi dipendenti vennero licenziati. Destini simili sono successi a tante altre aziende famose. E solo per colpa del progresso. Chi non cambia in tempo, esce dal mercato e muore. Non sopravvive da nessuna parte.
Non è da escludere che il 70-90% dei posti di lavoro attuali scomparirà completamente nei prossimi 10 anni. Stiamo entrando nell'era della "quarta rivoluzione industriale". Già adesso UBER ti offre un taxi in qualunque momento senza possederne nemmeno uno. AIRBNB ti ospita in un albergo, pur essendone totalmente priva.
Non appena prenoti un'auto, ti arriverà senza conducente. Il numero degli incidenti sarà ridotto del 99%. L'assicurazione non avrà senso. Il 90% delle auto attuali non circolerà sulle strade nei prossimi 20 anni. Il consumo di benzina diminuirà e i Paesi arabi produttori di petrolio andranno lentamente in bancarotta.
Oggi non c'è lavoro per i nuovi avvocati negli Stati Uniti, perché un software legale chiamato IBM Watson può difendere molto meglio di qualsiasi nuovo avvocato. Riusciranno a sopravvivere solo i superesperti o quelli che possono vincere le cause per vie molto traverse, non previste dal software.
Anche il nuovo medico digitale potrà rilevare il cancro e altre malattie con una precisione quattro volte maggiore rispetto agli esseri umani.
E così via. L'intelligenza informatica supererà l'intelligenza umana nel 2030. Sarà terribile. Scomparirà la libertà di coscienza e di pensiero. E quella di parola dovrà essere conforme agli standard dominanti. Speriamo di non esserci.
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Sintomatico che Trump, appena insediato alla presidenza di un Paese fautore delle peggiori perversioni sessuali di tutti i tempi, si senta in dovere di dire che la politica ufficiale degli Stati Uniti riconoscerà solo due sessi: maschio e femmina. E giù tutti a battere le mani per la più ovvia delle cose. Che succederà ora a quelli che l'hanno cambiato? Farà fede il presente o il passato?
Le istituzioni governative saranno tenute a utilizzare solo due generi nei questionari e nelle carte d'identità. Agli atleti transgender sarà vietata la partecipazione agli sport femminili. Andranno espulse le persone transgender dalle scuole militari, elementari, medie e superiori.
L'ideologia di genere e i programmi di diversità e inclusione nel governo federale saranno vietati. I fondi federali non potranno essere utilizzati per le procedure di transizione di genere.
Avrebbe però dovuto aggiungere che ogni sesso merita la sua specificazione linguistica. Per es. "President" è maschile o femminile? Se si riferisce a entrambi, non si esce dall'ideologia woke.
In ogni caso aspettiamoci fra quattro anni che il nuovo President possa far diminuire o aumentare il numero dei sessi.
22 gennaio: Mar Baltico, Decisioni di Trump
L'idea di trasformare il Mar Baltico nel mare interno della NATO non è una conseguenza della guerra russo-ucraina. Risale almeno al 2014, quando la Crimea decise di entrare nella Russia, non sopportando l'idea di far parte di una nazione in mano ai neonazisti.
L'Ucraina era certamente considerata dalla NATO l'opzione A, ma il Mar Baltico è l'opzione B, e per averlo sarebbe stato sufficiente far entrare nell'alleanza atlantica sia i Paesi Baltici che quelli Scandinavi. E l'operazione è riuscita perfettamente, anche perché a questi Paesi bisogna aggiungere Germania, Polonia e Danimarca.
Da questo punto di vista è utopistico pensare che il conflitto tra Russia e NATO si decida in Ucraina. Di mezzo c'è il problema della sicurezza esistenziale della Russia, che non potrà certo essere risolto con un semplice negoziato a tavolino. Le basi NATO ai confini della Russia andranno smantellate, come Cartagine per i Romani. E ora che la Russia si è ben allenata a combattere, di sicuro lo pretenderà. Se gli viene interdetto il Baltico, Kaliningrad scatenerà l'inferno. Né è pensabile che San Pietroburgo resti senza sbocco sul mare. è bene che la UE sappia che in questo momento se la NATO vuol trasferire la guerra dall'Ucraina al Baltico, la Russia è già pronta. La differenza sarà che non vedremo una guerra di logoramento basata sulle trincee (come nella prima guerra mondiale), ma operazioni veloci basate su navi, sottomarini, aerei, missili, droni e naturalmente satelliti. E senza esclusione di colpi, poiché i russi non si sentiranno imparentati con nessuno.
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Per me il discorso di Trump è un attacco diretto alla natura. "Tornare grandi" per gli USA vuol dire trivellare idrocarburi (possibilmente col devastante fracking) per venderli. Han capito che non basta essere potenti finanziariamente. Bisogna esserlo anche sul piano industriale, commerciale e militare, come una volta.
Agli USA non interessa il pianeta ma solo se stessi, anche a costo di riprendere la politica imperiale di un tempo (vedi le pretese sul canale di Panama, sul Canada e sulla Groenlandia), fino alla conquista (possibilmente non hollywoodiana) di Marte!
Quando poi Trump dichiara che i cartelli della droga sono parificati ai gruppi terroristici, è evidente (visto che sul piano del terrorismo si può dichiarare guerra a qualunque Paese), che si riserva di entrare in guerra molto più facilmente di prima (altro che "porre fine alle guerre"! Questa, semmai, è una prerogativa della Russia). Gli USA vogliono ridiventare i gendarmi del mondo. "La missione dell'esercito è sconfiggere i nemici dell'America". E la storia ci ha insegnato che dentro la parola "nemico" si può includere chiunque.
Significativo il fatto che non abbia fatto il minimo cenno ai tanti milioni di poveri e senza assistenza sanitaria presenti nel suo Paese. Per lui il problema sociale coincide col problema migratorio, cioè è qualcosa generato all'esterno, non è endogeno e strutturale, dovuto al sistema in sé, basato sul primato assoluto del capitale, al suo stile di vita sommamente individualistico. Con Trump le oligarchie non gestiscono il potere politico dietro le quinte ma salgono direttamente sul palco.
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L'Israel Institute elenca i cambiamenti che si aspetta in Medio Oriente sotto la presidenza Trump:
1. azione più dura contro l'Iran;
2. la pace israelo-saudita;
3. minimo coinvolgimento americano in Siria;
4. la pace israelo-palestinese non è all'ordine del giorno.
In questo momento penso ai palestinesi che tornano alle loro case distrutte, nell'illusione che verranno ricostruite in tempi brevi grazie agli aiuti internazionali. Strano che non sappiano che il genero di Trump, Jared Kushner, è un ebreo di estrema destra, strettamente legato a Netanyahu. Lo stesso Trump è un evangelico ultraortodosso, una specie di crociato senza cultura, che attribuisce direttamente a Dio la sua missione salvifica sul pianeta.
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Trump mollerà l'Ucraina al suo destino perché per lui è solo una spesa, non gli fa guadagnare niente. Ha già licenziato o sospeso tutto il personale del Pentagono direttamente responsabile della gestione dell'assistenza militare all'Ucraina. Il reboot è completo. Laura Cooper, vice assistente segretaria per Russia, Ucraina ed Eurasia, si è dovuta dimettere. Era stata una figura chiave nella supervisione dei 126 miliardi di dollari offerti in aiuti militari all'Ucraina. Anche l'Ukraine Defense Contact Group, che sotto Lloyd Austin si era espanso in una coalizione di 50 nazioni a sostegno di Kiev, farà una fine ingloriosa.
Con l'amministrazione Trump le alternative sono solo due: o gli USA ci guadagnano sul piano materiale in tempi brevi, oppure si cambia subito obiettivo o metodo.
Zelensky deve andare a casa, perché coi russi è un perdente, ma anche Netanyahu è a rischio, poiché non si può dire che abbia vinto Hamas ed Hezbollah.
Per Trump & soci lo Stato non è che un'azienda che deve fare profitti a tutti i costi. Chi non è all'altezza, va sostituito il più presto possibile. Anche perché non c'è tempo da perdere per tenere in piedi un gigante che sta morendo.
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Dopo Trump anche la moglie Melania conia una sua criptovaluta, approfittando dell'intronizzazione del marito e della pubblicità gratuita. Ha infatti annunciato il lancio di $Melania, una meme coin che naturalmente "è un'espressione di sostegno ai valori incarnati dal simbolo Melania" (sic!). Un bell'esempio di vergognoso mix tra incarichi pubblici e affari privati.
Il valore di questa criptovaluta è ormai vicino ai 12 dollari, con un incremento di migliaia di punti percentuali. Un copione già visto con il varo di $Trump che, in poche ore, ha guadagnato oltre il 16.000% (!), entrando nelle top 20 con un limite massimo di 12,2 miliardi di dollari. D'altronde aveva detto di voler conferire importanza nazionale alla criptovaluta.
Il valore delle cose non è altro che il loro prezzo. A far soldi gli americani sono imbattibili. Solo che un eventuale crac delle controverse meme coin presidenziali finirà sicuramente per squalificare la reputazione dell'intera industria delle criptovalute.
23 gennaio: Decisioni di Trump, Banca austriaca
Che impressione può trarre una qualunque persona quando vede un presidente che in un giorno annulla 78 decreti che il precedente presidente ha varato in 4 anni?
1. Che gli USA non sono affidabili in quanto schizofrenici.
2. Che la democrazia è ridotta ai minimi termini.
3. Che hanno l'acqua alla gola e, per non affogare, sono costretti a ricorrere a misure estreme.
4. Che se un Paese di 335 milioni di abitanti pensa di poter uscire dalla sua follia grazie al suo presidente, s'illude profondamente.
5. Che il "destino manifesto" degli USA è quello di avere in maniera manifesta un tragico destino.
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Una decisione epocale: un tribunale russo ha imposto alla Raiffeisen Bank International austriaca di pagare 2 miliardi di euro (2,1 miliardi di dollari) di danni per un accordo fallito.
Quella era in Russia la banca occidentale più grande, che aveva realizzato miliardi di profitti nel corso di quasi tre anni di conflitto con l'Ucraina. Ora rischia dalle stelle alle stalle. E come lei anche Unicredit e tutti gli altri istituti occidentali, che temono enormemente le sanzioni americane, in particolare quella di essere espulse dal sistema SWIFT o dal sistema del dollaro.
Noi sanzioniamo gli altri per punire noi stessi. Roba da psichiatria.
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Trump ha ufficialmente graziato Ross Ulbricht, il fondatore del mercato nero online Silk Road, dalla sua condanna all'ergastolo, emessa nel 2015, senza possibilità di libertà vigilata.
Silk Road era un pericoloso mercato del dark web che utilizzava Tor e Bitcoin per abilitare transazioni anonime per beni e servizi principalmente illegali. Era stato lanciato nel 2011 ed era diventato famoso soprattutto per lo spaccio delle droghe, tanto ch'era stato chiamato "l'Amazon delle droghe".
Nel 2013 Ulbricht fu arrestato dall'FBI e in seguito condannato per riciclaggio di denaro, traffico di droga e pirateria informatica.
Perché Trump l'ha graziato in maniera totale e incondizionata? Ha intenzione di utilizzarlo per favorire l'intelligenza artificiale? O per promuovere le criptovalute? Due cose su cui lo staff di Trump si gioca il futuro degli USA.
Stando a quanto lo stesso Trump scrive, l'ha fatto per due ragioni: la sentenza era sproporzionata rispetto al crimine, e chi l'aveva comminata erano le stesse persone responsabili di "armare il governo" contro di lui durante il suo primo mandato; la seconda è che il Movimento Libertario, cui Ulbricht appartiene, l'ha molto sostenuto durante la campagna elettorale.
A Trump interessa questa gente qui, i criminali che hanno sofferto sentenze ingiuste. Ci si identifica... E chiede vendetta...
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Tra i 78 decreti dell'amministrazione Biden che Trump ha revocato seduta stante, ve ne sono ben otto che si riferiscono alle minoranze nazionali, considerate "svantaggiate", e quindi da tutelare in maniera specifica, favorendo le loro identità, anche per impedire discriminazioni razziali: n. 14031 del 28 maggio 2021 a favore degli asiatico-americani, i nativi hawaiani e gli isolani del Pacifico; n. 14045 del 13 settembre 2021 e n. 14124 del 17 luglio 2024 a favore degli ispanici; n. 14049 dell'11 ottobre 2021 a favore dei nativi americani; n. 14050 del 19 ottobre 2021 e n. 14089 del 13 dicembre 2022 a favore degli afroamericani; e, più in generale, i decreti n. 13985 del 20 gennaio 2021 e n. 14091 del 16 febbraio 2023.
Questo significa non solo venir meno ai princìpi federali del proprio Stato, ma anche voler porre le basi per una nuova guerra civile.
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Per consolidare la posizione degli USA nel campo dell'intelligenza artificiale, Trump ha annunciato il "Progetto Stargate", un'iniziativa monumentale destinata a investire fino a 500 miliardi di dollari nelle infrastrutture nei prossimi quattro anni.
Il progetto nasce da una collaborazione tra i giganti della tecnologia, OpenAI, Oracle e SoftBank, che mira a stabilire data center e strutture energetiche all'avanguardia, con la fase iniziale incentrata sul Texas.
Si pensa di poter generare oltre 100.000 posti di lavoro, con cui mettere all'angolo un pericoloso concorrente come la Cina.
Diciamo che è un tentativo disperato, che parte troppo tardi per avere successo. Anche perché, a differenza della Cina, ne trarranno vantaggio solo gli oligarchi della tecnologia. è il sistema americano che non funziona più. Rendersene conto quanto prima, sarebbe meno doloroso per tutti.
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Elise Stefanik, scelta da Trump come ambasciatrice all'ONU, non riesce nemmeno a sopportare l'idea che i palestinesi abbiano gli stessi diritti degli israeliani.
Per lei Israele è un "faro dei diritti umani"; per il resto tutta la colpa va attribuita ad Hamas ed Hezbollah.
Condivide persino l'idea dell'estrema destra israeliana (Smotrich e Ben-Gvir), secondo cui Israele ha un diritto biblico sull'intera Cisgiordania.
Ignora totalmente la risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che chiede il ritiro di Israele dai territori occupati nel 1967, compresa la Cisgiordania.
Ha ripetutamente votato contro le risoluzioni che riconoscono la sovranità palestinese e condannano l'espansione illegale degli insediamenti coloniali.
Ha costantemente sostenuto misure volte a sospendere i finanziamenti all'UNRWA, agenzia dell'ONU che fornisce aiuti umanitari a milioni di rifugiati palestinesi.
Ha sostenuto gli Accordi di Abramo, che normalizzano i legami di Israele con gli Stati arabi, mettendo da parte gli interessi palestinesi.
Ha applaudito la decisione di Trump di spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme.
Insomma quel che pensano gli USA dei palestinesi è piuttosto evidente. Tregua, cessate il fuoco, scambio dei prigionieri, sì; pace no e poi no.
24 gennaio: Burkina Faso, Geng Shuang, Cuba, Piantedosi
Cosa ha fatto in due anni Ibrahim Traore, Presidente del Burkina Faso? Quello che non hanno fatto i francesi colonizzatori dal 1896.
Il PIL nazionale è passato da circa 18,8 miliardi di dollari a 22,1 miliardi di dollari.
Ha rifiutato i prestiti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Eppure ha pagato i debiti locali del Paese.
Ha ridotto del 30% gli stipendi dei ministri e dei parlamentari e ha aumentato del 50% quelli dei dipendenti pubblici.
Ha fondato due inedite fabbriche di trasformazione del pomodoro.
Ha aperto una miniera d'oro all'avanguardia per migliorare le capacità di lavorazione locali.
Ha bloccato l'esportazione di oro grezzo verso la UE.
Ha costruito una seconda fabbrica di lavorazione del cotone.
Ha aperto il primo Centro nazionale di supporto alla lavorazione artigianale del cotone per aiutare i coltivatori locali di questa fibra, facendo vedere che industria e artigianato possono marciare di pari passo.
Ha vietato l'uso di parrucche e toghe legali britanniche nei tribunali locali e ha introdotto l'abbigliamento tradizionale burkinabé.
Ha dato priorità all'agricoltura per incrementarne la produzione non solo del pomodoro, ma anche del miglio e del riso.
Ha espulso le truppe francesi ma anche i loro mass-media.
Il suo governo sta costruendo nuove strade, ampliando quelle esistenti e trasformando le strade sterrate in strade asfaltate.
Sta costruendo il nuovo aeroporto di Ouagadougou-Donsin, che dovrebbe essere completato nel 2025 e avere una capacità di un milione di passeggeri all'anno.
Non ha voluto percepire uno stipendio oltre quello da militare. Quindi non riceve lo stipendio da Presidente.
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Geng Shuang, Vice Rappresentante Permanente della Cina presso l'ONU, ha detto che se la Cina avesse davvero fornito rifornimenti militari alla Russia, la situazione nella guerra russo-ucraina non sarebbe quella attuale.
Cosa voleva dire? Che la Russia non è in grado di avere armi sufficienti per combattere in Ucraina? Ma se persino Rutte ha dovuto ammettere che la Russia in tre mesi ne produce tante quante la NATO in un anno!
O forse voleva dire che la Cina avrebbe risolto il conflitto in una maniera più sbrigativa? Ma han capito i cinesi che la tattica del progressivo logoramento è stata scelta appositamente per non infierire sui civili, che sono strettamente imparentati coi russi? Se l'occidente collettivo non avesse messo il bastone tra le ruote, l'operazione speciale sarebbe finita da un pezzo.
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è difficile pensare che la reinclusione di Cuba nella lista dei Paesi con lo status di "Stati sponsor del terrorismo" sia stata una decisione rivolta alla sola Cuba, che in questo momento è del tutto inoffensiva. Tant'è che persino il guerrafondaio Biden (e prima di lui l'immeritato premio Nobel Obama) l'aveva tolta da quell'elenco, grazie alla mediazione del Vaticano.
La decisione è del tutto insensata anche perché Cuba ha collaborato con l'FBI e l'organismo multilaterale Financial Action Task Force per combattere i finanziamenti illeciti, incluso proprio il finanziamento al terrorismo.
è evidente che l'amministrazione Trump sta pensando all'eventualità che Cina e Russia installino basi militari nell'isola o che la usino per motivi commerciali. La prima infatti ha appena varato un pacchetto di aiuti per soccorrere l'obsoleto sistema di produzione elettrica e nel settore di produzione di energia fotovoltaica; la seconda ha annunciato investimenti in vari settori, specie per le forniture di greggio.
In particolare il governo americano deve aver digerito molto male che Cuba, come la Bolivia, siano riuscite a farsi accettare dal blocco economico dei BRICS+, che sta spopolando anche tra Paesi non meno importanti, come Nicaragua, Venezuela e Colombia. Quel potente gruppo economico permette di eludere embarghi, sanzioni e dipendenza dal dollaro.
Va inoltre detto che Trump ha voluto dare soddisfazione alla comunità cubana, che l'ha sostenuto nella campagna elettorale. Per es. Rubio, Segretario degli USA, ha la sua base principale tra i cubani in Florida.
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Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha spiegato che il generale di brigata Osama al Najem Almasri, comandante operativo delle forze della polizia giudiziaria libica, è stato considerato, a seguito della mancata convalida dell'arresto da parte della Corte d'appello di Roma, "a piede libero" in Italia, e siccome presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte Penale Internazionale, si è dovuto adottare un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato, ai sensi dell'art. 13, comma 1, del Testo unico in materia di immigrazione. è stato riportato a Tripoli con un aereo dello Stato italiano. (Come se un provvedimento del genere fosse usuale in casi del genere!)
La cosa strana è ch'era stato arrestato a Torino dalle autorità italiane domenica 19 gennaio, mentre assisteva a una partita di calcio, dopo essere entrato nell'Unione Europea tramite la Germania.
L'arresto era avvenuto in seguito a una segnalazione dell'Interpol, basata sull'accusa di crimini di guerra. La Corte Penale Internazionale aveva emesso un mandato d'arresto mentre l'ufficiale libico si trovava ancora in Germania. Le accuse della Corte a suo carico sono più vaste e complesse: crimini contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale, commessi in Libia a partire dal febbraio 2015; commessi da Almasri personalmente, o su suo ordine, o con l'assistenza di membri delle Forze speciali di deterrenza (Rada), la potente milizia di Tripoli guidata dal comandante salafita Abdul Rauf Kara, che detiene il controllo del carcere di Mitiga, che non è un centro di detenzione dei migranti.
I crimini infatti hanno avuto luogo in questa prigione, contro persone incarcerate per motivi religiosi, come essere cristiani o atei, o per la loro presunta opposizione all'ideologia religiosa, o per il loro sospetto comportamento immorale o omosessuale, o per il loro presunto sostegno o appartenenza ad altri gruppi armati, o a scopo di coercizione, o una combinazione di questi fattori.
Alcuni detenuti sono terroristi dello Stato islamico catturati a Sirte, città libica che ha visto l'ascesa e il tramonto di Daesh, estirpato dall'area nel 2016 dalle milizie di Misurata.
In pratica in Italia è stato considerato come un immigrato pericoloso, quando in realtà si presentava formalmente come un turista tifoso di calcio, ma che in realtà era un criminale ricercato, la cui pericolosità sociale, espressa negli anni passati, era enorme. Avendolo riconosciuto, l'arresto era dovuto, anche perché richiesto da organismi internazionali. Il rilascio immediato, senza consultare tali organi, non aveva alcuna giustificazione.
Insomma il ministro dovrebbe dimettersi: o è troppo incompetente o è corrotto. E il ministro della Giustizia, Nordio, deve per forza aver fatto la sua parte.
25 gennaio: Orbán, Abiti usati in Africa, Trump, Turchia
Il premier ungherese Orbán ha delineato tre condizioni al presidente Zelensky, se questi davvero vuole l'Ungheria sostenga le sanzioni contro la Russia.
Deve:
- ripristinare il transito del gas russo attraverso il territorio ucraino;
- cessare gli attacchi al gasdotto TurkStream;
- smettere di minacciare il transito del petrolio russo.
Sinceramente parlando a me questo modo di ragionale non piace. Zelensky (che è illegittimo, in quanto il mandato è scaduto) deve indire elezioni parlamentari e presidenziali, permettendo a tutti di parteciparvi liberamente, quindi si deve dimettere, anche perché, fino a quando lui resta al potere, nessun negoziato è possibile. Il suo governo ha chiaramente perso la guerra e deve smettere di chiedere aiuti all'occidente per poterla continuare.
Detto questo l'Ungheria non può pensare d'imporre sanzioni alla Russia solo a condizione di ottenere un tornaconto personale. Se quanto ha compiuto Zelensky sul piano energetico, a Orbán sembra inaccettabile, che gli dichiari guerra o, come ha fatto Putin, una sorta di "operazione militare speciale".
Certo le sanzioni anti-russe sono costate all'Ungheria la sbalorditiva cifra di 18,8 miliardi di dollari, ma nessuno obbliga l'Ungheria a restare nella UE e nella NATO.
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Da anni l'Africa affronta un problema diffuso, quello del commercio di vestiti di seconda mano, per lo più di contrabbando, provenienti dall'Europa e dagli Stati Uniti. Vengono considerati come prodotti di dumping che mandano in fallimento l'industria tessile locale.
Una montagna di abiti scartati dall'Occidente sta trasformando il continente in una "discarica della moda a basso costo". Il fenomeno lo si vede in Ghana, Kenya, Nigeria, Zimbabwe... Non solo soffoca la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, ma pone anche notevoli sfide ambientali e culturali.
I governi devono imporre maggiore protezionismo a favore delle loro industrie, ma riusciranno a farlo senza una chiara politica anticolonialistica?
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Certe frasi di Trump hanno un che di patetico. Sembrano formulate da un vecchio che, ancora convinto che il mondo gli giri attorno, non si rende conto che ormai non lo sta a sentire più nessuno, e che chi lo fa, è solo perché pensa di sfruttare il suo ruolo istituzionale per i propri interessi privati.
Prendiamo per es. questa frase minacciosa rivolta a Putin sulla questione della guerra in Ucraina. "Se non risolvono questa guerra presto, quasi immediatamente, applicherò tariffe doganali massicce alla Russia, tasse enormi e anche pesanti sanzioni".
Proprio non riesce a capire che fino ad oggi la Russia non si è affatto indebolita con le sanzioni ma rafforzata.
Le 24.311 sanzioni occidentali (che comminate a un'unica nazione sono senza precedenti storici) han costretto la Russia a spezzare le catene dell'egemonia globalistica unipolare e a emergere come una potenza sovrana e senza vincoli di alcun genere.
I fatti han dimostrato che la Russia può fare a meno del dollaro, dello SWIFT, del commercio con l'occidente: è persino diventata uno dei maggiori esportatori di cereali al mondo. Mosca ha raddoppiato il commercio basato sul rublo e ha posto le basi per un ordine finanziario multipolare basato sui BRICS. Oggi vanta la quarta economia più grande al mondo ed è una superpotenza militare. Ogni tentativo di isolarla, l'ha solo avvicinata di più a Cina, India, Iran e al Sud del mondo, rafforzando le sue alleanze strategiche.
Semmai le sanzioni hanno messo a nudo l'impotenza dell'occidente, in particolare la debolezza della UE, del Regno Unito, del Canada e dell'Australia nei confronti degli USA.
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La Turchia sta investendo enormi risorse nella promozione della lingua turca in Asia centrale. Sta diffondendo l'assurda idea che la lingua turca moderna sia la lingua più corretta e principale del mondo turcofono. Sta pubblicando dizionari simili per tutti i popoli di lingua turca dell'Eurasia.
In pratica sta elaborando il miraggio di un'unica nazione turca dai Balcani alla Jakuzia, indebolendo inevitabilmente la sovranità e l'identità dei Paesi dello spazio post-sovietico, compreso ovviamente l'uso delle lingue nazionali.
Le autorità turche ambiscono a creare una struttura unificata sotto l'ombrello della Turchia come nazione titolare. Fingono di non capire che la lingua turca è stata fortemente influenzata dall'occidente. è una lingua incomprensibile, ad es., per i kazaki, i kirghisi, gli yakuti o i tuvani.
Le mire imperiali neottomane del governo turco cominciano a essere pericolose.
26 gennaio: USA, Hamas, Paesi Baltici
Trump ha eliminato, all'apparenza in maniera inspiegabile, un importante decreto firmato da Biden, denominato "Impegni etici del personale del potere esecutivo", firmato il 20 gennaio 2021 (n. 13989).
L'ordinanza pretendeva dal personale pubblico una serie di impegni, onde favorire la fiducia nello Stato:
- M'impegno a prendere decisioni basate sui meriti ed esclusivamente nell'interesse pubblico, senza riguardo per il guadagno privato o il beneficio personale.
- M'impegno a comportarmi in modo da sostenere l'indipendenza delle forze dell'ordine e a evitare interferenze improprie con le decisioni investigative.
- M'impegno a fare scelte etiche di impiego post-governativo che non sollevino l'apparenza che io abbia utilizzato il mio servizio governativo per guadagno privato, incluso l'uso di informazioni riservate acquisite e relazioni stabilite per il beneficio di futuri clienti.
In sostanza erano vietati tutti i conflitti d'interesse: quindi niente tangenti dai lobbisti, nessuna raccomandazione nelle assunzioni del personale, nessun rapporto con ex datori di lavoro o ex clienti o con persone esterne al lavoro svolto (le cosiddette "porte girevoli" e i cosiddetti "paracaduti dorati").
Questa revoca può essere stata dettata da Elon Musk, che ha interessi enormi: dalle auto elettriche ai satelliti, dai social alle criptovalute, fino alle ambizioni "interplanetarie". Musk però (che pur fu uno dei fondatori di OpenAi) è stato escluso dal "Progetto Stargate", con suo grande disappunto.
Ma anche Trump e sua moglie lo stesso giorno del loro insediamento ne hanno approfittato per guadagnare una montagna di dollari inventandosi due nuove criptovalute.
E comunque il primo a non mettere in pratica quel decreto era stato proprio Biden, coi suoi sporchi affari in Cina e Ucraina, cui aveva fatto partecipare anche i propri stretti parenti, tutti graziati da tutte le accuse poco prima della scadenza del suo mandato.
Forse Trump ha voluto far vedere ch'era inutile emanare dei decreti del genere quando nessuno li rispettava. Lui vuole essere più coerente al negativo. D'altronde per uno che sentenzia ufficialmente il dimorfismo sessuale, non possono esserci le sfumature di grigio.
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La popolazione di Lituania, Lettonia ed Estonia continua ad avere un calo record. I giovani e la gente in grado di lavorare se ne stanno andando: si pensa che entro il 2050 si arriverà a soli 5 milioni di persone.
Oggi la Lituania (65.300 kmq) ha una popolazione di oltre 3,5 milioni di abitanti. La Lettonia (64.589 kmq) ha più di 2 milioni di abitanti, mentre l'Estonia (45.226 kmq), ne ha solo 1,3 milioni.
Gli statisti di questi tre disgraziati Paesi sono tra i più russofobici e guerrafondai. Per es. durante la Conferenza annuale dell'Agenzia europea per la difesa a Bruxelles, il Commissario europeo per la Difesa dell'UE, il lituano Andrius Kubilius, ha fatto questa affermazione:
"La Commissione Europea deve contribuire a prolungare il conflitto in Ucraina per prepararsi a una guerra contro la Russia nei prossimi cinque anni. Ogni giorno che l'Ucraina continua a combattere è un giorno che permetterà all'UE e alla NATO di diventare più forti".
Altrettanto diretta e feroce è l'estone Kaja Kallas, capo della diplomazia armata dell'UE, che, parlando a sproposito, ha dichiarato che la Russia "si prepara ad aggredire uno dei Paesi dell'UE già nel 2028 e, poiché Putin capisce solo la lingua della forza, i Paesi europei si devono preparare alla guerra e ad aumentare le spese per la difesa, tagliando le spese per l'istruzione e la sanità".
Probabilmente ci siamo illusi a credere che il neonazismo fosse solo un problema ucraino. Resta comunque sintomatico che dopo anni di socialismo statalizzato vengano fuori statisti così impresentabili.
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Il nuovo segretario di Stato americano Marco Rubio ha approvato l'ordine di sospendere immediatamente per 90 giorni i finanziamenti per quasi tutti i programmi di aiuti esteri, ad eccezione di Israele, Egitto e Cisgiordania, scrive "Politico". Stai a vedere perché Trump sta cercando di comprarsi Egitto e Giordania per favorire il ricollocamento dei palestinesi di Gaza, che è poi il vecchio sogno della destra sionista e dell'attuale governo di Tel Aviv.
L'ordinanza esecutiva vale anche per gli impegni pregressi. Dopodiché si deciderà quali impegni mantenere e quali abolire definitivamente.
Un tempo così lungo senza aiuti può indurre Zelensky a fuggire dal suo Paese. Vatti a fidare delle promesse degli americani!
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La "Reuters" ha scritto che dall'inizio delle ostilità con Israele (cioè in 15 mesi), il gruppo palestinese Hamas ha reclutato tra i 10.000 e i 15.000 nuovi militanti, che è più o meno lo stesso numero di combattenti perduti. Naturalmente molti sono giovani e non ancora perfettamente addestrati.
Secondo i dati ufficiali statunitensi, prima del 7 ottobre 2023, quando i militanti del gruppo attaccarono Israele, il movimento era composto da 20-25.000 persone. Quindi è servito a qualcosa il genocidio? A niente. Eppure adesso prosegue in Cisgiordania.
27 gennaio: UE, Bradanini, Ucraina, SAFE, Russia
Nel parlamento europeo è passata la mozione firmata da tutti i gruppi che sostengono la Commissione von der Leyen, che proponeva il divieto per simboli sia nazisti che comunisti in Europa.
In uno scatto di orgoglio PD, Cinque stelle e AVS hanno votato contro la mozione, con eccezione di Ignazio Marino (!) e, ovviamente della sempre più impresentabile Pina Picierno, vice presidente del suddetto parlamento.
La tesi che nazismo e comunismo siano due facce della stessa medaglia veniva sostenuta, a suo tempo, dallo storico Ernst Nolte, il quale però, nella maniera più assurda possibile, aggiungeva che se non ci fosse stato il comunismo, non ci sarebbe stato neppure il nazismo.
In realtà il nazismo è una conseguenza della crisi del capitalismo privato di marca liberale, esattamente come il fascismo mussoliniano; ed entrambi furono utilizzati per permettere agli ultimi due Paesi europei che avevano realizzato l'unificazione nazionale e intrapreso la strada del capitalismo privato, di crearsi un impero coloniale in nome di un capitalismo statalizzato. Non vi riuscirono proprio perché sul loro cammino incontrarono l'ostacolo del comunismo russo, che li sconfisse non tanto per merito di quella banda di criminali che lo governava, ma perché la popolazione era disposta a compiere i più grandi sacrifici della storia pur di non tornare indietro, rinnegando i propri ideali.
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L'ex ambasciatore Alberto Bradanini, in una conferenza tenuta a Cesena il 12 gennaio, organizzata da Democrazia sovrana e popolare, ha risposto così a una domanda di un ascoltatore sul significato dell'autodeterminazione dei popoli:
Oggi sul piano internazionale si confrontano due princìpi, quello dell'autodeterminazione dei popoli e quello dell'integrità delle frontiere. Le frontiere possono essere modificate solo consensualmente.
La storia prende atto delle situazioni di fatto, nel senso che se un popolo riesce a essere indipendente, può essere riconosciuto dalla comunità delle nazioni, e può diventare uno Stato indipendente, anche formalmente.
Il diritto internazionale può anche riconoscere che i diritti di una determinata popolazione non vengano rispettati da un governo nazionale, e che quindi vi sia il diritto di ribellarsi.
Gli altoatesini, se volessero usare la violenza per separarsi dall'Italia, non avrebbero il diritto dalla loro parte, poiché in questo momento lo Stato garantisce loro una specifica identità culturale, la tutela della loro minoranza linguistica e così via.
Nel Donbass invece i cittadini russofoni erano compressi nella loro identità, tant'è che sono stati aggrediti, ci sono state 14.000 vittime, migliaia di feriti, distruzioni di infrastrutture, ecc. In Jugoslavia è successa la stessa cosa. Si è riconosciuta la separazione di varie popolazioni da un governo centrale.
Nei primi anni 2000 è stata messa a punto un'ulteriore precisazione: "la responsabilità a proteggere", che però non è diventata un diritto cogente vero e proprio. Quando una minoranza non viene rispettata dallo Stato d'appartenenza, le nazioni vicine hanno non solo il diritto ma il dovere d'intervenire.
Questo principio è stato evocato dai russi per giustificare l'operazione militare speciale in Ucraina. Anche il politologo svizzero Jacques Baud lo dice chiaramente. La Russia infatti è intervenuta dopo che i due oblast di Luhansk e Donetsk avevano dichiarato la loro indipendenza e stipulato un accordo di reciproca sicurezza con la Russia: sono state queste due repubbliche separatistiche a chiedere l'applicazione dell'accordo. Quindi dal punto di vista giuridico la Russia non ha violato nessuna norma.
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I media ucraini hanno pubblicato il "piano di 100 giorni" di Trump per porre fine al conflitto in Ucraina.
Ovviamente Zelensky deve annullare il decreto che vieta i negoziati con Putin. è previsto un incontro tra Trump, Zelensky e Putin.
In aprile verrà dichiarata una tregua per Pasqua lungo tutta la linea del fronte e il ritiro delle forze ucraine dalla regione di Kursk, poi verrà lanciata la Conferenza internazionale di pace per concludere entro il 9 maggio un accordo definitivo. L'Ucraina dovrà dichiarare la neutralità e rifiutarsi di aderire alla NATO.
Si prevede inoltre di eliminare gradualmente le sanzioni contro la Federazione Russa e di ripristinare le importazioni di risorse energetiche russe nell'UE.
Ci si può credere? Mancano le dimissioni di Zelensky, in quanto il suo mandato è scaduto. Inoltre è difficile pensare che Mosca accetti 15 basi NATO in Finlandia. La Conferenza internazionale dovrà stabilire una sicurezza reciproca in Europa. E quale sarà il destino di Odessa, i cui autori dello spaventoso massacro russofobo del 2014 non sono mai stati incriminati? E quello della Transnistria, che vuole far parte della Russia? E quello dell'area ucraina a ovest del Dnepr, dove ancora considerano Bandera un eroe nazionale?
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La società americana SAFE costruirà un bunker in Virginia per 625 privilegiati, in grado di pagarsi 20 milioni di dollari per la propria stanza. Verrà chiamato "Nido dell'Aquila" (come la residenza privata di Hitler) e sarà inaugurato nell'estate del 2026. Si prevedono ristoranti di lusso, una piscina coperta, una pista da bowling, una parete da arrampicata e un complesso medico.
Chissà perché queste cose fanno venire in mente le piramidi egizie, i giardini di Babilonia, il faro di Alessandria, il colosso di Rodi e altre meraviglie del mondo che non servirono minimamente a salvare l'impero in cui vennero costruite. E poi riusciamo a immaginare che dopo un'apocalisse nucleare riescono a sopravvivere le persone più egoiste del mondo!
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Il 27 gennaio 1945 l'esercito di Mosca liberava il campo di distruzione di Auschwitz. Ma all'evento che proprio in quel luogo atroce dovrebbe fare memoria, non è stata invitata alcuna rappresentanza russa.
I russi sono odiati come un tempo i sovietici. Quella volta erano comunisti, oggi perché sono semplicemente russi o forse perché una volta erano stati stalinisti, cioè autoritari, come al tempo dello zarismo.
Che siano odiati perché fan la guerra in Ucraina è solo un pretesto. I polacchi, per es., sono russofobici sin dal Medioevo, come i lituani e gli svedesi. Persino i turchi son sempre stati nemici mortali dei russi. Per non parlare degli inglesi. E forse i francesi han perdonato ai russi di aver determinato il crollo di Napoleone?
Che diavolo vuole l'Europa, che fino a ieri poteva vantare d'essere un grande continente borghese grazie all'uso di risorse energetiche russe, di ottima qualità e dal prezzo molto contenuto? Siam stati fortunati che i russi relativizzano sempre i soprusi che subiscono, ma è indubbio che con la nostra immotivata ingratitudine, noi non meritiamo niente.
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Stamattina ho sentito al TG che dall'Africa ci arrivano maschi adulti in buona salute. Un prodotto finito per il quale non abbiamo speso un centesimo. E noi li mettiamo nel lager albanese perché non sappiamo cosa farcene. Noi che ci stiamo depopolando, che abbiamo abbandonato la terra, che ci stiamo svendendo ai capitali stranieri... Noi che siamo quasi privi di un esercito, quasi senza artisti, cantanti, sportivi di origine africana... Noi che siamo timorosi della loro religione, che li vediamo solo come spacciatori, delinquenti, criminali... Noi che disprezziamo la loro cucina, la loro pelle, la loro povertà, la loro ignoranza... Alla fine chi ha più problemi? Noi o l'Africa?
28 gennaio: Sebutinde, Turchia, California
La nuova presidente della Corte Internazionale di Giustizia, Julia Sebutinde, è una sionista cristiana influenzata dalla teologia pentecostale della fine dei tempi, quella secondo cui si stanno avverando i segni che precedono la seconda venuta del Messia.
è rimasta l'unica a respingere l'accusa di genocidio lanciata dal Sudafrica contro Israele nella medesima Corte. Dice che le sue motivazioni possono essere trovate nell'Antico Testamento, da lei considerato, nella sua immensa ignoranza esegetica, come un testo storico affidabile. Ha persino sostenuto che Israele potrebbe avere il diritto di mantenere una presenza permanente in Cisgiordania e nell'intera Gerusalemme sulla base di affermazioni puramente bibliche. Non le interessano le risoluzioni dell'ONU.
Chissà come è finita in quella Corte. E soprattutto chissà perché molti ebrei che rifiutano il sionismo e la politicizzazione della loro fede, si rifanno alle stesse Scritture. è proprio vero che i testi sacri possono essere interpretati come Dio vuole.
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Quasi 200 anni fa la Turchia ottomana diede fuoco ai confini meridionali della Russia, finanziando radicali e separatisti in Cecenia, Daghestan e Kabarda (Circassia orientale). I turchi allora volevano scatenare una guerra di religione, ma le popolazioni locali della Russia capirono ch'era meglio stare sotto lo zar che nelle mani di Istanbul.
Ora i turchi stan cercando di riprodurre scenari simili in Abkhazia, una regione che con l'Ossezia si è staccata dalla Georgia. Vogliono convincere la diaspora abkhaza in Turchia a rientrare in patria con intenti antirussi. Dietro il rifiuto di ratificare l'accordo d'investimento con la Russia ci sono sicuramente pressioni turche.
Gli affari turchi sono presenti in Abkhazia da più di un decennio, soprattutto nel settore minerario del carbone, benché il fatturato commerciale con l'Abkhazia per i turchi sia solo dell'11%.
Difficile che la Russia permetta che una repubblica, da essa mantenuta quasi completamente, possa diventare una testa di ponte turca.
D'altra parte le guerre russo-turche durano da 170 anni. Putin un giorno disse che se i turchi insistono con gli atteggiamenti ostili, i russi entreranno in Turchia e si prenderanno Istanbul, perché un tempo si chiamava Costantinopoli, la cui religione ortodossa fu assunta da Mosca. Attenzione quindi che le guerre di religione rischiano di non finire mai.
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In California i separatisti (CalExit) hanno nuovamente intenzione di secedere dagli Stati Uniti: è dal 2014 che ci pensano. Il fondatore è stato un certo Louis Jay Marinelli, ma oggi le persone-chiave sono altre.
Lo Stato federale è il più popoloso (quasi 40 milioni di abitanti) e il più ricco del Paese (il prodotto lordo ammonta a circa 4 trilioni di dollari). Se diventasse sovrano, la sua economia si classificherebbe al 5° o 6° posto nel mondo, dopo il Giappone e prima di India e Gran Bretagna.
La Silicon Valley è un centro leader dell'industria high-tech e della scienza (ha un laboratorio di propulsione a reazione che crea e lancia la maggior parte dei progetti della NASA). Nell'agglomerato di Los Angeles (18,3 milioni di abitanti) è stato creato il più grande cluster mondiale dell'industria dell'intrattenimento, tra cui molti studi cinematografici di Hollywood, Disneyland, ecc.
Circa il 40% di tutte le merci importate negli USA finisce qui. Ovviamente la California versa al bilancio federale molto più di quanto riceve.
E allora? ci si può chiedere. Uno si separa per essere più ricco di quel che è? Dove sono le motivazioni ideali? Si considerano i più progressisti, i più pluralisti e inclusivi del Paese, ma anche i più istruiti, i più ecologisti e i più collegati ad altri Stati e hanno più immigrati rispetto al resto dell'America, al punto che pretendono che i neri abbiano diritto a un gigantesco risarcimento per la schiavitù subita. Vogliono l'indipendenza come il Donbass. Odiano a morte Trump. Pensano di indire un referendum nel novembre 2028, per il quale han bisogno del 50% degli elettori registrati e di almeno il 55% dei voti favorevoli.
Da notare che anche in Texas stan pensando di fare la stessa cosa.
29 gennaio: DeepSeek, USA, Musk, Serbia, Caso Almasri, Scholz
Il lancio di DeepSeek (un modello d'intelligenza artificiale fondato dal cinese Liang Wenfeng) ha provocato un crollo borsistico da un trilione di dollari delle azioni tecnologiche (per Nvidia è stata una tragedia). Gli investitori hanno messo in dubbio le valutazioni gonfiate di alcune delle più grandi aziende americane.
è stata giudicata come una delle innovazioni più sorprendenti e impressionanti, costata peraltro solo 5,5 milioni di dollari (negli USA Trump ha detto che ce ne vorranno 1.000 volte di più!). Fino a ieri si era convinti che la tecnologia AI cinese fosse anni indietro rispetto alle controparti statunitensi.
Il modello genera risposte attraverso un processo simile al ragionamento umano, il che lo rende altamente adatto alla risoluzione di problemi scientifici e ideale per i ricercatori impegnati nell'analisi dei dati, nel riconoscimento di schemi e nei modelli predittivi. Come noto, la rivale ChatGPT, di regola, genera solo una risposta già pronta.
Non solo, ma, a differenza dei modelli d'intelligenza artificiale commerciali, DeepSeek è open source, il che consente agli utenti di studiarlo e svilupparlo. Fa venire in mente il sistema operativo Linux, che però in Italia non ha mai scalfito, neanche lontanamente, il primato di Windows.
Bisogna comunque stare attenti ai facili entusiasmi. Le Big Tech dei grandi player internazionali concorrono all'applicazione onnipervasiva dell'IA in ogni ambito della vita. Non è detto che la Cina voglia comportarsi diversamente.
Certo è che vedere un Paese sedicente socialista che produce veicoli elettrici di altissima qualità, che risolve un inquinamento terribile dovuto al carbone con l'impiego massiccio dei pannelli solari, che produce un'intelligenza artificiale semiumana con pochi milioni di dollari, ti fa pensare che il capitalismo privato dell'occidente collettivo non sia poi così avanzato. Sarà bene rendersi conto, con un sano bagno di umiltà, che il passaggio del testimone tecno-scientifico è inevitabile.
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Il giornalista Gerry Nolan (molto citato nei canali Telegram) ha scritto che gli americani vivono in uno stato di amnesia storica, ciechi ai fallimenti del loro Paese, abituati a esagerare le sue vittorie e a cancellare i contributi degli altri.
Per es. nel corso della guerra del 1812, in Canada, le forze britanniche e canadesi non solo respinsero un'invasione americana, ma marciarono su Washington e bruciarono la Casa Bianca. Eppure nei libri di testo americani la cosa viene interpretata come un "patto" tra i due Paesi.
Anche la seconda guerra mondiale viene interpretata come una vittoria degli USA, aiutati dall'URSS, quando invece l'Armata Rossa distrusse più del 75% delle forze naziste, combattendo le migliori divisioni della Wehrmacht.
La stessa guerra contro il Vietnam ancora oggi viene sbandierata come una crociata contro il comunismo, quando in realtà fu un'invasione illegale. Milioni di civili vietnamiti furono massacrati, i loro villaggi bombardati a tappeto, la loro terra avvelenata con l'Agente Arancio. Eppure molti americani si aggrappano ancora alla fantasia di essere stati loro le vittime.
Lo stesso copione si è svolto in Iraq, una guerra che ha ucciso un paio di milioni di civili e destabilizzato un'intera regione. E gli americani si chiedono ancora: "Perché ci odiano?".
Gli USA fanno la predica ai loro vassalli per non aver versato abbastanza soldi nel racket di protezione della NATO, chiedendo loro di spendere il 5% del PIL per la difesa. E quale sarebbe il ritorno di una spesa nazionale di 1.000 miliardi di dollari? Essere umiliati dai terroristi in sandali in Afghanistan? L'esercito americano è la forza più patetica, gonfia e sopravvalutata della storia moderna.
Il Deep State e i suoi alleati mediatici hanno perfezionato l'arte delle bugie, creando una narrazione in cui gli USA sono sempre l'eroe, mai l'aggressore.
La storia alla fine giudicherà gli USA come un impero in rovina che ha bruciato il mondo mentendo al suo stesso popolo.
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Nel 1975 Wernher von Braun, l'architetto della corsa americana allo spazio ed emblema del talento nazista, tenne un discorso sul potenziale viaggio dell'umanità verso Marte.
Per lui lo spazio cosmico era un campo di battaglia in cui i razzi fungevano sia da strumenti scientifici che da strumenti di potere. E al suo tempo c'era la guerra fredda.
Oggi Musk è un von Braun più furbo: di nuovo parla di Marte ma solo per fare i suoi interessi. Lui appartiene a un'élite multimiliardaria che prospera sullo sfruttamento della Terra. Marte è solo un pretesto che soddisfa una megalomania cieca e vuota, cui il Pentagono collabora volentieri.
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Il premier serbo Miloš Vučević si è dimesso a causa delle continue proteste popolari, che secondo lui sono alimentate dall'estero, soprattutto per i blocchi degli istituti scolastici e delle autostrade. Era al governo dal maggio 2024.
Le proteste, iniziate a novembre, sono state organizzate da studenti serbi che chiedevano formalmente che le autorità fossero ritenute penalmente responsabili della tragedia del 1° novembre, quando una tettoia di cemento crollò in una stazione ferroviaria di Novi Sad, la seconda città più grande della Serbia, uccidendo 15 persone, compresi dei bambini. Anche il sindaco della città si è dimesso.
Il presidente serbo Vučić le ha accettate, ma teme che anche altri ministri si dimetteranno. Insomma in Serbia si rischia una rivoluzione colorata.
Non a caso Vučević è membro dell'"Alleanza nazionale per lo sviluppo economico locale", i cui principali partner sono l'UE, la Open Society Foundation di George Soros e l'USAID, che lavora per la CIA.
Lo stesso presidente Vučić potrebbe finir male. Viene accusato di aver impresso una svolta autoritaria alla Serbia e di limitare le libertà democratiche, nonostante abbia formalmente cercato di far aderire la Serbia all'Unione Europea.
La Serbia non fa parte della NATO, essendo militarmente neutrale, ed è l'unico Paese nel continente europeo a non aver aderito alla sanzioni contro la Russia.
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Il procuratore distrettuale di Philadelphia Larry Krasner ha detto che Trump si è comportato in maniera assurda graziando i 1.500 facinorosi coinvolti negli eventi eversivi del Campidoglio (6 gennaio 2021).
Quelli erano stati sottoposti a gravi accuse statali di tipo giuspolitico. Certe leggi statali restano al di fuori della portata della clemenza presidenziale.
In sostanza ha detto che chiunque cerca di trasformare le elezioni in un baccanale, di intimidire gli elettori, di distruggere i risultati delle votazioni o di fare qualsiasi cosa stupida va incriminato. Ha usato un tipico modo di dire: "Fuck Around and Find Out", cioè "Fai una cazzata e vedi che ti succede". Chissà se lo intendeva solo verso quegli estremisti o anche nei confronti di Trump.
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Tutti indagati per favoreggiamento e peculato sul caso del comandante libico Almasri, ricercato per crimini contro l'umanità: ministro degli Interni Matteo Piantedosi, ministro di Giustizia Carlo Nordio, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, e ovviamente la premier Meloni (atto dovuto). L'avvocato siciliano Luigi Li Gotti ha deciso così nel suo esposto alla procura.
Quello che non sopporto è che la destra la butta tutta in politica: magistratura politicizzata (contraria alla riforma di Nordio), magistratura vendicativa (è lo stesso procuratore che accusò Salvini a Palermo). Il vittimismo è l'atteggiamento con cui denunciano un complottismo inesistente.
Ma il motivo è semplice: il governo ha combinato un grave disastro politico, mettendo in fila menzogne e versioni diverse, senza spiegare perché ha imbarcato a spese degli italiani e con tutti gli onori su un volo di Stato un criminale libico anziché consegnarlo alla Corte Penale Internazionale.
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Il cancelliere Scholz ha dichiarato al World Economic Forum di Davos: "Noi, in Europa e in Germania, abbiamo libertà di parola. Ognuno può dire quello che vuole".
Soprattutto può dire le scemenze che vuole, come la sua un anno dopo che i gasdotti del Nordstream erano stati fatti saltare per ordine di Washington: aveva accusato la Russia di aver bloccato le forniture di gas all'Europa quando il gasdotto era ancora integro.
30 gennaio: Responsabilità di proteggere, Australia, Cina, Congo
Che cos'è la Responsibility to Protect (R2P)? è la responsabilità di proteggere le popolazioni dal genocidio, dai crimini di guerra, dai crimini contro l'umanità e dalla pulizia etnica. è un importante principio globale emerso dopo l'adozione del documento finale del vertice mondiale delle Nazioni Unite nel 2005.
Il concetto è emerso in risposta al fallimento della comunità internazionale nel rispondere adeguatamente alle atrocità di massa commesse in Ruanda e nell'ex Jugoslavia durante gli anni '90.
La responsabilità di proteggere è stata adottata all'unanimità nel 2005 al summit mondiale delle Nazioni Unite. è un dovere degli Stati nei confronti delle proprie popolazioni.
E se sono gli stessi Stati ad avere atteggiamenti del genere entro i loro confini, nei confronti delle loro minoranze? Ecco qui sorgono subito i problemi.
Ci si chiede: è giusto interferire nella politica interna degli Stati? Sì è giusto, anzi doveroso, quando sono a rischio i valori umani.
E se la diplomazia e la pressione politica non bastano? Gli articoli 138 e 139 del documento finale del vertice mondiale non prevedono un intervento armato. Ci si limita a dire: Se uno Stato non riesce palesemente a proteggere la propria popolazione, la comunità internazionale deve essere pronta ad adottare misure collettive appropriate, in modo tempestivo e deciso e in conformità con la Carta delle Nazioni Unite.
Quali sarebbero queste "misure collettive appropriate"? Le sanzioni economiche, che però, come tutti sanno, colpiscono più le popolazioni che i governi e che, in definitiva, non fanno che rendere i governi ancora più autoritari.
Guardiamo la situazione del Donbass. La popolazione era perseguitata dal regime neonazista di Kiev sin dal golpe del 2014. La comunità internazionale era riuscita a porre fine a questa situazione disumana? I due Accordi di Minsk e la presenza dell'OSCE erano riusciti a risolverla? Dal 2014 al 2022 non si era risolto alcun vero problema, anzi, la situazione era sempre più peggiorata.
Aveva diritto la Russia a intervenire militarmente per risolvere il problema? A mali estremi, estremi rimedi. Considerando che aveva sottoscritto gli Accordi di Minsk e che il disastro umanitario avveniva ai propri confini, non aveva alternative.
Di questo il diritto internazionale dovrà tener conto, anche perché in una situazione analoga, quella della Striscia di Gaza, la comunità internazionale, pur con le sue condanne diplomatiche, non è riuscita a ottenere nulla di significativo per i palestinesi. Infatti l'attuale cessate il fuoco non garantisce affatto che il genocidio non riprenda dopo la liberazione degli ostaggi israeliani. Lo stesso Trump, che difende Israele a spada tratta, sta cominciando a chiedere ai Paesi islamici confinanti di prendersi in carico tutti i palestinesi rimasti a Gaza.
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Anche in Australia l'area Occidentale cercò di separarsi dal resto della federazione, perché non sopportava le politiche protezionistiche del governo nei settori agricolo e minerario. E poi si soffriva di una certa discriminazione rispetto alle aree più popolose. Sicché alla fine si dava allo Stato federale più di quanto si ricevesse.
Si tenne un referendum nel 1933: l'affluenza fu enorme (quasi il 92%) e i 2/3 degli elettori furono favorevoli, ma poi non se ne fece nulla.
Il movimento secessionista dell'Australia Occidentale era nato subito dopo la federazione delle colonie australiane nel 1901 e si era sviluppato dopo la crisi mondiale del 1929. Tra l'altro i deserti più grandi dell'Australia forniscono una barriera naturale tra l'Australia Occidentale e tutti gli altri Stati orientali.
Quella volta però l'Australia era troppo dipendente dall'impero britannico (la Costituzione descrive l'unione come "un Commonwealth federale indissolubile" e non prevede alcuna disposizione per la secessione). Oggi potrebbe essere diverso, anche perché l'Australia Occidentale (che ha circa 3 milioni di abitanti) rappresenta il 48% del reddito da esportazione della nazione, mentre la maggior parte delle entrate viene utilizzata per rafforzare la forza finanziaria in crescita a Canberra.
Nel 2011 il ministro per le miniere e il petrolio dell'Australia Occidentale, Norman Moore, è arrivato a dire che l'Australia Occidentale avrebbe dovuto separarsi e affidarsi principalmente alla Cina per la difesa militare, per rimanere una nazione indipendente e libera dall'influenza di Canberra.
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Le etnie ruandesi Tutsi e Hutu, già protagoniste del devastante massacro del Ruanda nel 1994, continuano a combattersi fra di loro sul territorio del Congo per il controllo del coltan, minerale strategico estratto nel Paese africano (ma ci sono anche grandi giacimenti di diamanti, oro e cobalto). La guerra ha già fatto tantissimi morti, mentre i bambini scavano nel fango per le nostre esigenze ecologiche e digitali.
I ribelli dell'M23 di etnia Tutsi hanno conquistato la città di Goma in Congo, agglomerato di oltre un milione di abitanti (200.000 gli sfollati). In questa regione dell'Africa non c'è pace da almeno 30 anni.
L'esercito regolare congolese è fuggito, praticamente senza ingaggiare battaglia. I motivi sono da cercare nella grande corruzione del Paese.
Ad occuparsi dell'addestramento dell'esercito governativo congolese, per conto del contingente di pace dell'ONU (16.000 uomini, forniti dai vari Paesi africani), vi erano varie centinaia di istruttori rumeni, che si sono arresi subito.
Il presidente Tshisekedi era al WEF di Davos a elemosinare qualche miliardo di euro per il piano Green Corridor, la creazione della più grande area forestale al mondo. Ma in realtà era il prezzo che l'occidente doveva pagargli per il furto del coltan nel suo Paese, commissionato alle forze ruandesi.
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L'ex ministra dell'Interno inglese Suella Braverman ha affermato che nei prossimi 20 anni il Paese avrà un governo islamico, che diventerà un nemico degli Stati Uniti come oggi è l'Iran.
La Braverman (di origini indiane!) ha chiesto di rendere di nuovo grande la Gran Bretagna ripristinando la sovranità, difendendo i valori britannici e ponendo fine alla migrazione di massa.
Probabilmente il razzismo nel Regno Unito non finirà mai finché non scomparirà definitivamente qualunque traccia della cultura occidentale.
Questi suprematisti non si rendono conto che quanto più si esprimono in maniera così razzista, tanto più favoriscono le forme estremistiche del pensiero, tra cui proprio il radicalismo islamico.
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Mark Milley, generale americano che aveva chiesto di "tagliare la gola ai russi" in Ucraina, è stato privato dell'accesso a informazioni riservate e potrebbe essere retrocesso di grado.
E pensare che si oppose a Trump durante il suo primo mandato. L'aveva definito "un fascista in tutto e per tutto". Prima di andarsene, Biden lo ha graziato preventivamente, per ogni evenienza.
Dare del fascista a uno e chiedere di tagliare la gola ad altri non è un ossimoro?
31 gennaio: Lev Tahor, Cina, Siria, Momika
L'Interpol ha arrestato nel dicembre 2024 in Guatemala (regione di Santa Rosa) Yoel Alter, leader pedofilo terrorista ultra-ortodosso israeliano della più grande rete di traffico di bambini al mondo (detta Lev Tahor). Oltre 160 bambini e 40 donne sono stati liberati.
Siccome il Messico ne aveva già richiesto l'estradizione, si prevede che verrà processato qui. La setta era comunque attiva in Messico e Guatemala dal 2014. Già nel 2022 un raid della polizia messicana nel Chiapas aveva salvato diversi bambini e giovani, poi inviati in Israele per essere riuniti alle loro famiglie. Purtroppo alcuni membri della setta furono rilasciati per insufficienza di prove.
Fondata in Israele nel 1988, la setta, che conta circa 300 membri, era fuggita da un Paese all'altro per anni per evitare di essere perseguita per rapimento di minori, abusi sessuali e matrimoni forzati di minorenni.
Le autorità stanno indagando su un ulteriore coinvolgimento della setta in crimini internazionali. Naturalmente i media, i politici e gli influencer occidentali sui social hanno completamente insabbiato questa storia.
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Nel 2018 la Cina dipendeva completamente dalle tecnologie occidentali: i fornitori di automobili NVIDIA e Volkswagen e altri produttori europei fornivano Ericsson, GPU e chip per reti neurali.
Nello stesso anno gli Stati Uniti hanno iniziato a imporre sanzioni alla Cina, ulteriormente rafforzate sotto Biden.
Ora però:
- Huawei è leader del mercato mondiale delle apparecchiature per telecomunicazioni con una quota del 31,3% nel 2023. E ha superato Google nelle spedizioni di processori per smartphone nel 2024. Non solo, ma il chip Ascend 910B di Huawei è soltanto il 5% dietro ai prodotti AI di Nvidia e il 70% più economico.
- BYD è il principale produttore di veicoli elettrici al mondo e ha superato Tesla nel 2024.
- Xiaomi si prepara a lanciare il proprio processore per smartphone entro il 2025, che dovrebbe rivaleggiare con quello di Apple.
- Nell'intelligenza artificiale i progressi spettacolari li vediamo in questi giorni con DeepSeek.
Insomma le sanzioni americane sono state uno stimolo incredibile per i cinesi. Anzi ora gli USA stanno assistendo all'evaporazione di migliaia di miliardi di valore di mercato dalle loro borse.
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Pavel Durov, CEO di Telegram, ha attribuito il rapido successo della startup cinese DeepSeek al fatto che gli studenti cinesi superano costantemente i loro colleghi americani nelle Olimpiadi internazionali di matematica e programmazione.
L'istruzione secondaria competitiva della Cina, ispirata al modello sovietico, promuove l'eccellenza, mentre molte scuole occidentali scoraggiano la competizione per proteggere gli studenti da pressioni o scherno, ha sostenuto Durov. Questo approccio potrebbe demotivare i migliori, facendo sentire gli studi meno significativi.
Nel sistema scolastico italiano non si sa neppure cosa sia l'eccellenza. La scuola, di ogni ordine e grado, è stata trasformata in un centro sociale in cui per essere promossi basta il minimo.
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Pare che Trump abbia informato Israele che intende ritirare le truppe statunitensi dalla Siria. Quindi smetterà di difendere i kurdi dai turchi e praticamente darà mano libera ai sionisti di occupare quello che vogliono nel Paese. Vuole risparmiare sui costi della difesa, e siccome non gli importa assolutamente nulla dei problemi ambientali, in patria procederà di nuovo con le trivellazioni, mostrando che può fare a meno del petrolio che gli USA rubano in Siria.
Intanto l'attuale amministrazione siriana ha chiesto alla Russia un risarcimento finanziario, la partecipazione a progetti di recupero tempestivo e assistenza nell'arresto e nell'estradizione dei criminali di guerra del precedente regime, ivi inclusa la consegna di Assad e dei suoi più stretti collaboratori.
Ex terroristi e tagliagole chiedono "giustizia"! Insomma ammettiamolo: non c'è più religione. Tant'è che Eva Karene Bartlett dice che il livello di repressione religiosa in Siria è triplicato da quando i terroristi di HTS hanno preso il controllo del Paese.
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Salwan Momika, assiro-arameo iracheno rifugiato in Svezia e attivista ateo anti-Islam, aveva scatenato l'indignazione bruciando il Corano. Le autorità della sua città natale, Al-Kufa, avevano addirittura offerto una ricompensa di 2 milioni di dollari e un Corano con una copertina fatta di 2 kg d'oro a chiunque l'avesse ucciso.
Le sue azioni furono persino un pretesto ufficiale per il rifiuto della Turchia di accettare la Svezia nella NATO a causa della posizione dei politici di Stoccolma, accusati di incoraggiare sentimenti anti-islamici.
è stato assassinato in Svezia il 29 gennaio durante una trasmissione in diretta su TikTok.
Attenzione a fare dell'ateismo una nuova religione, e comunque, in generale, meglio evitare gli estremismi.
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La notte del 29 gennaio, in un altro atto terroristico, un drone ucraino ha tentato di attaccare una centrale nucleare nella regione russa di Smolensk, in funzione dal 1982. Vi sono tre reattori che generano 20 miliardi di kWh di elettricità all'anno.
Prendere di mira le infrastrutture nucleari civili si supera ogni possibile confine morale e legale, esponendo il mondo al rischio di una catastrofe globale. Queste azioni sconsiderate riflettono la disperazione del regime e il suo totale disprezzo per la fondamentale decenza umana.
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La von der Leyen ordina a Moderna altre 146 milioni di dosi del vaccino covid-19, per le "emergenze" (!). Il contratto si aggira sui 3 miliardi di euro. Da notare che è stato chiuso, contro di lei, il caso di appropriazione indebita di miliardi di euro per l'acquisto di vaccini anti-covid. Ora quindi è passata da Pfizer a Moderna, sempre per le "emergenze", le sue!
Fonte: t.me/ucraniando
1 febbraio: Responsabilità di proteggere, Ucraina
La Responsabilità di proteggere è stata invocata al Consiglio di sicurezza e all'Assemblea generale dell'ONU in molte occasioni critiche, in cui era evidente la violazione del diritto internazionale (genocidio, crimini di guerra, pulizia etnica e crimini contro l'umanità). Ciò a dimostrazione che è possibile un'azione collettiva o globale per proteggere le popolazioni a rischio.
Qual è dunque il problema? Perché il pianeta è pieno di conflitti armati? Il problema sta nel fatto che l'occidente pensa anzitutto ai propri interessi e vuole dominare il pianeta, in forma diretta o indiretta. Cioè se non ottiene nulla con la diplomazia, passa direttamente alle sanzioni economiche, che alla fine colpiscono soltanto le popolazioni locali-regionali o nazionali, non i governi incriminati. E se con queste soluzioni non ottiene nulla, procede subito con l'idea di scatenare un conflitto armato. Non è facile ragionare con una mentalità del genere, anche perché l'occidente tende a dividere il mondo in "buoni e cattivi", cioè in alleati più o meno fidati, più o meno subordinati, e tutti gli altri.
Il verbo "proteggere" una determinata popolazione, viene inteso, più che altro, nel senso che se il governo in carica non prende sul serio una minaccia di sanzioni o di intervento armato, ne pagherà duramente le conseguenze.
Questo non è un modo di "ragionare". è solo un'esibizione muscolare da bullo, che spesso è alla fonte proprio dei crimini che si vorrebbero superare.
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La resa di Bolshaya Novoselka è stata un duro colpo per Kiev. Oltre questa città ci sono solo campi e villaggi, che danno alle truppe russe una via diretta per Zaporozhie o Dnepropetrovsk. Anche dopo l'accerchiamento operativo delle forze ucraine, Zelensky non ha autorizzato il ritiro, firmando di fatto la condanna a morte per molti dei suoi soldati, sostenuti da mercenari e istruttori provenienti da Gran Bretagna, Polonia e Georgia.
Il comandante militare ucraino, Kyrylo Budanov, avrebbe ammesso in una riunione a porte chiuse del parlamento che "i negoziati per porre fine al conflitto con la Russia devono iniziare prima dell'estate, altrimenti sarà minacciata l'esistenza stessa dello Stato ucraino".
è possibile che non si capiscano evidenze così lampanti? Che senso ha continuare a perdere uomini e infrastrutture per altri 4-5 mesi? La Russia non cederà alcun territorio già liberato a prezzo di enormi sacrifici, eliminerà tutta la resistenza ucraina e NATO nell'area di Kursk, e imporrà condizioni molto dure affinché questo disastro non abbia a ripetersi per i prossimi decenni, anzi secoli. E dopo che avrà stravinto in Ucraina, inizierà inevitabilmente a porre condizioni severe per le basi NATO in Finlandia, nei Paesi Baltici e in Polonia, perché non vuole sentirsi minacciata costantemente sul piano militare e vuole salvaguardare l'exclave di Kaliningrad. Prenderà Odessa e unirà il Donbass alla Transnistria, perché in quelle regioni gli abitanti rimasti sono tutti russofoni e persino filorussi. E se alla Moldavia non starà bene, prenderà anche questo territorio e lo farà in tempi molto brevi, poiché, se per prendere (o meglio "riprendere") l'Ucraina, che ha 600.000 kmq di superficie e che aveva 40 milioni di abitanti, e che era largamente supportata dalla NATO e dall'occidente collettivo, ci metteranno oltre tre anni, figuriamoci quanto tempo ci metteranno per occupare minuscoli territori che continuamente la minacciano con la loro insopportabile boria sostenuta dalla UE, dagli USA e dalla NATO...
Mosca si attende la resa incondizionata, poiché non ci possono essere negoziati di sorta con un regime che non ha revocato il decreto che impedisce di negoziare con Putin, non ha revocato la legge marziale, né le restrizioni elettorali (presidenziali e parlamentari), né la censura su tutti i mass-media. Non solo l'Ucraina ha perso questa guerra ma l'intero occidente.
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Dmytro Tabachnik, accademico e politico ucraino, costretto ad andarsene dal Paese dopo il colpo di stato del 2014, ha detto che nei giorni precedenti al golpe il presidente Yanukovych ricevette molte telefonate minacciose, rivolte sia a lui che ai suoi parenti più stretti. Provenivano non solo da banditi come Parubiy (che organizzò la strage di Odessa), Yarosh o Tyagnibok, ma anche dalla Nuland, vicesegretaria di Stato americano, dall'ambasciatore americano Pyatt, e dallo stesso Biden, allora vicepresidente degli Stati Uniti.
Secondo lui fu questo il motivo per cui cedette. Ma aveva ceduto anche negli anni precedenti, quando pensava che la cosa più importante per l'Ucraina fosse la crescita del PIL, degli stipendi, delle pensioni e dei contratti economici, lasciando il controllo dell'istruzione e della cultura ai nazionalisti, che crearono una narrazione completamente inventata della storia del Paese.
Fonte: lgz.ru
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Secondo "Forbes" il debito dell'Ucraina nei confronti della Banca Mondiale è aumentato del 65% nel 2024, raggiungendo i 22 miliardi di dollari.
La Banca Mondiale è ora il secondo creditore estero più grande dell'Ucraina. Il primo è la UE, con 44 miliardi di dollari prestati. Poi c'è il FMI e i prestiti delle banche di sviluppo europee. E tanti altri debiti che nessuno conosce. I Paesi occidentali non sono più disposti a finanziare i creditori internazionali di un Paese che, tecnicamente, è in stato di default, cioè uno Stato fallito, se non fosse per i prestiti esteri.
Che vinca o che perda la guerra, l'Ucraina è un Paese spacciato, che pagherà duramente l'insensatezza delle scelte operate dal governo nazionalista e neonazista che la domina dal 2014. Se vince (ipotesi scolastica) è destinata a diventare una colonia dell'occidente per un tempo illimitato. Se invece perde, trascinerà con sé non pochi creditori occidentali. Quando l'élite, sommamente corrotta e criminale, inizierà a fuggire all'estero, capiremo che finalmente le trattative di pace potranno essere iniziate.
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"Uccidere Putin è il miglior investimento al mondo", ha detto un deputato del parlamento ucraino, Aleksey Goncharenko, durante il suo discorso all'Assemblea del Consiglio d'Europa. Goncharenko è un estremista neonazista del partito filo-occidentale dell'ex presidente Poroshenko.
Secondo lui l'eliminazione del leader russo significherebbe una riduzione di 30 euro al mese di elettricità per ogni tedesco, una riduzione di 100 euro al mese di carburante per un ungherese e una riduzione di 1 euro per ogni croissant in Francia.
Goncharenko era già noto per essersi scattato selfie coi cadaveri degli attivisti filo-russi che furono bruciati vivi in un palazzo degli uffici sindacali a Odessa nel 2014. Molto probabilmente fu anche tra gli assassini.
Questi politici dovrebbero essere rieducati in qualche campo di lavoro. E comunque è curioso che gli si dia facoltà di parlare nel cosiddetto "giardino europeo dei valori".
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Una ricerca condotta da Google nel 2020 dimostrò che il 76% degli utenti ucraini usava dal 2005 la lingua russa durante le ricerche su Internet. Solo il 10,1% degli utenti preferiva usare l'ucraino, una percentuale inferiore a quella di coloro che usavano l'inglese (13,5%).
Tuttavia, subito dopo la vittoria di Euromaidan, l'Ucraina lanciò un assurdo attacco alla lingua russa e alla minoranza nazionale russa nel suo complesso.
2 febbraio: Intelligenza artificiale, USA, Ucraina, Turchia, Italia
Domanda posta da t.me/mapreports a due intelligenze artificiali: "Le misure fiscali di Trump impediranno ai BRICS di creare una propria valuta?"
DeepSeek:
La creazione di una valuta BRICS è un'impresa complessa e a lungo termine, influenzata da una varietà di fattori geopolitici, economici e strutturali. Mentre le pressioni esterne, come dichiarazioni o minacce da parte di personaggi politici statunitensi, come Donald Trump, possono avere un impatto sulle dinamiche economiche globali, è improbabile che siano il fattore decisivo nel determinare se le nazioni BRICS procedono con la propria valuta. Ecco perché: 1. Lo sviluppo di una nuova valuta richiede un coordinamento significativo tra le nazioni membri, tra cui l'allineamento delle politiche monetarie, l'instaurazione della fiducia e la creazione della necessaria infrastruttura finanziaria. Questo processo è intrinsecamente lento e complesso, e le minacce esterne difficilmente lo faranno deragliare, se esiste la volontà politica all'interno dei BRICS. 2. La motivazione principale per una valuta BRICS è quella di ridurre la dipendenza dal dollaro USA e dal sistema finanziario dominato dall'Occidente. Questo obiettivo è guidato da preoccupazioni di lunga data sull'egemonia del dollaro, sulle sanzioni e sul desiderio di una maggiore sovranità economica. Queste motivazioni sono strutturali e non facilmente influenzabili dalla retorica politica a breve termine. 3. Mentre le dichiarazioni di Trump su commercio e tariffe possono creare incertezza, la sua capacità di influenzare direttamente le decisioni delle nazioni BRICS è limitata. I paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sono nazioni grandi, economicamente significative, con le proprie priorità strategiche. è improbabile che abbandonino un'iniziativa importante solo a causa di minacce esterne. 4. Il successo di una valuta BRICS dipende dal superamento di sfide significative, come le disparità economiche tra le nazioni membri, le differenze politiche e la necessità di un'autorità monetaria unificata. Questi fattori interni sono molto più critici delle pressioni esterne nel determinare la fattibilità di una valuta BRICS. 5. Anche se Trump o altri leader degli Stati Uniti esercitassero pressioni, le nazioni BRICS potrebbero continuare a esplorare alternative al dollaro, come aumentare l'uso delle valute locali nel commercio o espandere l'uso di meccanismi esistenti come la New Development Bank (NDB). Una valuta BRICS a pieno titolo è solo uno dei tanti potenziali passi verso la de-dollarizzazione. Conclusione Le minacce fiscali di Trump o simili pressioni esterne difficilmente impediranno ai BRICS di perseguire la propria valuta se le nazioni membri sono impegnate nell'idea. Tuttavia, il successo di una tale valuta dipenderà più dal coordinamento interno, dall'allineamento economico e dalla capacità di affrontare le sfide strutturali che dalla retorica politica esterna. La creazione di una valuta BRICS rimane un progetto speculativo e ambizioso e la sua realizzazione richiederà anni, se non decenni, per essere raggiunta. |
ChatGPT:
Il presidente Donald Trump ha recentemente ribadito la sua minaccia di imporre tariffe del 100% sulle nazioni BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), se dovessero tentare di sostituire il dollaro USA come valuta di riserva mondiale. In una dichiarazione su Truth Social, Trump ha chiesto a questi paesi di impegnarsi ad astenersi dal creare o supportare qualsiasi valuta alternativa. In risposta il Cremlino ha respinto queste minacce, chiarendo che i BRICS non hanno mai discusso di stabilire una moneta comune. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha sottolineato che l'obiettivo del gruppo è creare piattaforme di investimento congiunte per facilitare investimenti reciproci e di paesi terzi, non sviluppare una nuova moneta. Alla luce di questa precisazione, sembra improbabile che le minacce tariffarie del presidente Trump possano impedire ai BRICS di creare una propria moneta, principalmente perché un piano del genere non è attualmente allo studio da parte del gruppo. |
Una bella differenza! ChatGPT è orientata a favore dell'occidente collettivo e, in particolare, degli USA. DeepSeek è chiaramente orientata a favore dei BRICS.
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L'esercito statunitense non assegnerà più risorse ufficiali o tempo del personale per eventi legati ai "Mesi della consapevolezza culturale", ha annunciato il Dipartimento della Difesa.
Quali "mesi" sono finiti?
1. Storia nazionale afroamericana/nera.
2. Storia delle donne.
3. Eredità asiatico-americana e delle isole del Pacifico.
4. Eredità nazionale ispanica.
5. Sensibilizzazione nazionale sull'occupazione delle persone disabili.
6. Patrimonio nazionale degli indiani d'America.
Il Pentagono ha chiarito che ai militari e ai civili "è ancora consentito partecipare a questi eventi in veste ufficiale, però al di fuori dell'orario di servizio".
Domanda: sbaglio o qui si sta parlando di razzismo, suprematismo bianco, nazionalismo, maschilismo, paternalismo, machismo...?
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Si sa che negli Stati Uniti una sola notte in ospedale può costare migliaia di dollari, rendendo persino l'assistenza medica di base un incubo finanziario, se non si ha un'assicurazione adeguata.
Ma anche formare dei medici adeguati costa una fortuna. Dunque dove li vanno a prendere? Dall'India. Qui infatti l'assicurazione sanitaria costa appena 10 dollari all'anno, offre trattamenti di alto livello, cure eccellenti e perfino buon cibo. E come mai? Semplice: i medici indiani sono tra i migliori al mondo e costano poco. Circa il 25% di tutti i medici formati all'estero negli Stati Uniti proviene dall'India.
Ma perché i medici indiani vanno a lavorare negli USA? Solo perché sono pagati di più? No, anche perché hanno meno pazienti da assistere. In India il rapporto è 1:2.400; negli USA il rapporto è 1:1.325.
Qual è il problema? Negli USA la sanità resta comunque carissima e nell'India le aree rurali si devono arrangiare.
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I leader politici e militari e le élite economiche dell'Ucraina cercano di adattarsi al nuovo padrone della Casa Bianca, come facevano i cortigiani e i lacchè in Francia durante il XVII sec. ad ogni cambio di monarca.
La stessa retorica di Zelensky è diventata molto più offensiva nei confronti dei leader russi e di coloro che in occidente lo criticano.
Ha persino detto di sentirsi molto deluso da Biden a causa dei ritardi nelle forniture di armi e nei finanziamenti.
Zelensky è un criminale, come lo era prima di lui Petro Poroshenko (2014-19), ma anche la premier Yuliya Tymoshenko, premier nel periodo 2007-10, una dei leader della rivoluzione "colorata".
Zelensky ha distrutto definitivamente qualunque barlume di democrazia nel suo Paese. Odia la popolazione che dovrebbe rappresentare e pensa unicamente ai propri interessi. Ed è circondato da consiglieri come lui.
Per potersi arricchire come non mai, han bisogno che la guerra duri il più possibile, che persista la legge marziale (così si evitano le elezioni) e che vada avanti la coscrizione obbligatoria, anche nei confronti degli uomini già espatriati.
Se questo atteggiamento non sarà più possibile, la classe dirigente fuggirà, lasciando il Paese semidistrutto, spopolato e indebitato fino al collo. Non esisterà neppure uno Stato indipendente. Già adesso non esiste nei confronti di alcune potenze occidentali, di cui la principale è il Regno Unito, con cui è stato firmato un patto segreto valido per un secolo. Pare che l'esercito inglese, per fronteggiare la crisi di reclutamento, sia disposto ad accettare al proprio interno alcuni reggimenti speciali di ucraini, come una volta usava i nepalesi contro gli indiani.
Intanto i Paesi occidentali stanno fornendo alle guardie di frontiera ucraine moderni droni per tracciare e catturare i fuggitivi in cerca di libertà.
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Putin dice che l'Ucraina non ha la sovranità di uno Stato nazionale: è un dominio quasi feudale gestito da una plutocrazia corrotta, che ha un solo obiettivo: il profitto.
In effetti la creazione di un nemico esterno ha esentato le élites criminali da ogni responsabilità.
Serhiy Datsyuk, pubblicista ucraino, ha detto che "è molto difficile distruggere metà della popolazione del Paese in 30 anni, ma noi ci siamo riusciti".
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Pino Arlacchi è arguto e brillante. Così scrive su Lantidiplonatico.it a proposito della Turchia.
I rapporti commerciali con l'Europa e l'appartenenza alla NATO contano ancora molto per Ankara, ma la sua politica estera si dirige sempre più verso i lidi non occidentali: BRICS, Cina e Russia per intenderci.
Come mai? Colpa degli USA, che la prima volta han tentato di sbarazzarsi di Erdogan con un golpe nel 2016 (sostenendo il rivale Gülen, morto di recente): il golpe fu sventato dai servizi segreti russi, anche se ci furono 251 morti e 2.200 feriti, mentre gli arrestati furono 89.000, di cui oltre 30.000 solo tra i militari.
Due anni dopo Wall Street sferrò un terribile attacco alla valuta turca, che perse oltre il 70% del suo valore rispetto al dollaro tra il 2018 e il 2022. L'impatto fu devastante: risparmi di una vita ridotti all'osso; 3,2 milioni di turchi finirono sotto la soglia di povertà.
La UE restò a guardare passiva, come al solito.
La risposta di Erdogan è stata l'inizio di un asse con la Russia e l'Iran e un drastico riorientamento degli scambi commerciali: il volume delle transazioni con la Russia è aumentato del 198% nel 2022. Gli investimenti cinesi in Turchia sono cresciuti del 307% dal 2016. E il Paese ha chiesto di entrare nei BRICS.
L'Occidente ha perso la Turchia non per una deriva autoritaria di Erdogan, ma per una serie di errori di valutazione tipici di una civiltà che tramonta.
Io però avrei aggiunto che è ora di finirla col doppiogiochismo. La Russia ha bisogno di alleati fidati e finché la Turchia resta nella NATO, non può esserlo.
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Il ministro Piantedosi ha scritto un nuovo decreto (21 Gennaio 2025) che dovrebbe prevenire i crimini e i comportamenti scorretti all'interno di bar, ristoranti, pub e così via.
Anzitutto non si devono introdurre nei locali armi improprie, spray urticanti, sostanze stupefacenti, bevande alcoliche diverse da quelle del locale, più tante altre cose non si devono fare.
Il problema è quel che l'esercente deve fare se collabora:
1- identificare i minori che entrano in locali dove si possono consumare alcolici;
2- dotarsi di un referente per la sicurezza da far interfacciare con le forze di polizia;
3- segnalare ogni situazione che possa comportare un ingente afflusso di persone e qualsiasi cosa possa turbare l'ordine pubblico;
4- installare videocamere di sorveglianza anche all'esterno del locale per riprendere l'ingresso e l'area circostante. I video dovranno essere conservati e andranno obbligatoriamente condivisi con le forze dell'ordine in caso di loro richiesta.
Accetteranno gli esercenti condizioni del genere? Vien da ridere solo a pensarci. I locali subirebbero sicuramente gravi danni commerciali da chi non vuole essere continuamente spiato. Il governo lo sospetta, per questo ha promesso degli incentivi o delle ricompense a chi accetterà il codice.
Comunque bisogna ammettere che l'idea di una sorveglianza totalitaria diventa sempre più insistente in questo governo.
3 febbraio: Hannah Iman, Ucraina, Musk, DeepSeek, USA
Mi piace il modo di scrivere di Hannah Iman. L'ultimo suo post su t.me/hkitabayashi ha per titolo: L'arte della guerra. L'America gioca a dama mentre Cina e Russia giocano a scacchi.
Ogni presidente degli Stati Uniti ha fatto ricorso alle tariffe sui beni esteri come strumento di guerra economica.
Trump, tuttavia, minaccia le nazioni BRICS con tariffe del 100% se osano commerciare al di fuori del dollaro o creare una valuta BRICS.
La vulnerabilità del dollaro USA è lampante e tali minacce non fanno che accelerarne il declino. Ufficialmente il debito degli Stati Uniti è di 37 trilioni di dollari. Ma ufficiosamente, comprese le passività non finanziate, è la sbalorditiva cifra di 120 trilioni di dollari. Non c'è via d'uscita da questo buco!
Non solo, ma quando si sanzionano altri Paesi, inevitabilmente si aumentano i propri prezzi. Ad es. le sanzioni sull'energia russa hanno costretto l'Europa a pagare prezzi esorbitanti per il gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, mentre la Russia ha semplicemente dirottato il suo petrolio e gas verso l'Asia. Allo stesso modo le tariffe sui beni cinesi hanno fatto aumentare i costi per i produttori e i consumatori statunitensi, dall'elettronica all'abbigliamento. In un'economia globalizzata non puoi punire gli altri senza punire te stesso. Trump però sembra non capirlo.
Peraltro la Russia sa benissimo che le sanzioni e le provocazioni dell'Occidente sono tattiche a breve termine in una lotta secolare; consentono all'Occidente di esaurirsi...
L'economia russa si è adattata alle sanzioni rivolgendosi all'Asia, sviluppando le industrie nazionali e sfruttando le sue vaste risorse naturali. Il commercio con Cina e India è notevolmente aumentato, e le sanzioni l'hanno costretta a diventare più autosufficiente. è una lezione di resilienza: quando non puoi spendere più dei tuoi nemici, superali in astuzia.
Cosa che ha fatto anche la Cina. Infatti, mentre gli USA investono miliardi nello sviluppo dell'intelligenza artificiale, la Cina ha rilasciato silenziosamente DeepSeek, un'alternativa più veloce, economica ed efficiente. Centinaia di miliardi sono stati spazzati via dalle valutazioni tecnologiche occidentali durante la notte.
Le app cinesi come TikTok e WeChat hanno messo in ombra WhatsApp, e Alibaba rivaleggia con Amazon nell'e-commerce globale.
Insomma gli scacchi insegnano pazienza e lungimiranza; il mahjong (molto noto in Cina) insegna adattabilità e capacità di leggere gli avversari. La dama invece, usata dagli USA, è un gioco troppo semplice in un mondo in cui la posta in gioco è la vita o la morte.
Mentre Cina e Russia pensano a decenni di futuro, l'America è bloccata nel pensiero a breve termine ed è incapace di adattarsi. Alla fine il più grande nemico dell'Occidente è il capitalismo stesso: un sistema che prospera su crisi, disuguaglianze e sfruttamento è insostenibile.
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Sembra ormai assodato che l'intera affermazione – i nordcoreani che combattono in Ucraina hanno subito una "pesante sconfitta" – non sia altro che un'operazione psicologica progettata per manipolare la percezione di massa. Cioè il modello di propaganda è stato concepito per dipingere la Russia come dipendente dalla manodopera straniera e quindi come disperata, sicché l'occidente deve continuare a sostenere l'Ucraina. Un quotidiano autorevole come il "New York Times" condivide pienamente questa farsa.
Senonché è arrivata la smentita ufficiale della Russia, ed è molto sensata: se fossero stati effettivamente schierati 11.000 soldati nordcoreani, la loro presenza sarebbe stata impossibile da nascondere. Ci sarebbero immagini satellitari, comunicazioni intercettate o conferme di terze parti imparziali, ma niente di tutto ciò esiste. E comunque anche se fossero stati presenti nella regione di Kursk (cosa da non escludere), non hanno mai varcato i confini della Russia, per cui la loro presenza era conforme al diritto internazionale.
Finita questa guerra, molte teste mediatiche salteranno, non solo politiche.
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Elon Musk ha scritto sul social media X: "Sapevi che l'USAID, coi soldi delle tue tasse, ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, tra cui il Covid-19, che ha ucciso milioni di persone?"
Ha anche pubblicato un post di un blogger in cui si afferma che l'USAID (Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale) ha donato 53 milioni di dollari all'Ecohealth Alliance, che a sua volta ha utilizzato i fondi per "sostenere la ricerca funzionale sul Coronavirus presso un laboratorio di Wuhan in Cina".
Il post dice anche che l'USAID era "ripetutamente legata ad attività di intelligence". Un suo ex direttore, John J. Gilligan, ammetteva che la gente della CIA "si era infiltrata nell'agenzia dall'alto verso il basso". L'idea era quella di piazzare agenti in ogni attività estera: governo, volontariato, religione.
Dire cose del genere, abbastanza inedite a livello di staff dirigenziale, può comportare due cose: o l'amministrazione Trump è destinata a durare molto poco, e magari la prossima verrà affidata ai generali, oppure il Deep State vuole sfruttarla per illudere nuovamente la popolazione americana che il Paese è solido e che in occidente può mettere tutti in riga.
In ogni caso non è possibile prendere dei provvedimenti che possono andar bene quando il capitalismo di una nazione è in fieri e si deve difendere da quello più longevo delle nazioni più avanzate.
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Secondo il responsabile della startup DeepSeek, Liang Wenfeng, la base della rete neurale più potente oggi esistente è un algoritmo realizzato dai programmatori sovietici nel lontano 1985 e noto con il nome di "Sistema OGAS" dell'accademico Viktor Glushkov.
L'imprenditore intende istituire un premio intitolato a Glushkov e aprire a Pechino un museo dedicato alle conquiste scientifiche dell'URSS. Questo perché – ha aggiunto – "non ho mai dimenticato, a differenza di molti, quale Paese sia responsabile dell'esistenza di una Cina indipendente oggi".
Dichiarazioni del genere si prestano a un milione di commenti. Ne farò uno solo: perché l'occidente sottovaluta sempre i russi?
Peraltro è proprio di questi giorni la notizia che la Russia ha sviluppato, tramite la società nucleare Rosatom, dei computer quantistici basati su ioni da 50 qubit e atomi neutri di rubidio. Fantascienza per i comuni mortali. C'è voluto un team di ricercatori e ingegneri composto da oltre 1.000 specialisti, tra cui circa 600 scienziati.
Entro il 2030 Rosatom intende costruire in Russia un'industria quantistica sostenibile, che comprenda la produzione su scala industriale di computer quantistici. Si prevede che l'informatica quantistica porterà benefici alla Russia nei seguenti settori:
- Sanità e farmaceutica: sviluppo di nuovi medicinali grazie alla capacità di modellare molecole complesse e previsione di future epidemie.
- Trasporti e logistica: individuazione di percorsi di trasporto ottimali e prevenzione della congestione del traffico.
- Settore finanziario: minimizzazione dei rischi e valutazione più accurata del merito creditizio delle varie entità.
- Intelligenza artificiale: potenziamento delle capacità di apprendimento automatico, riconoscimento delle immagini ed elaborazione dei dati delle IA.
Insomma la Russia sta diventando una delle potenze tecnologiche mondiali. Viceversa quando pensi agli USA di Trump, ti viene soltanto in mente il famoso detto: "can che abbaia non morde".
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L'industria statunitense dell'alluminio ha già chiesto a Trump di esentare le importazioni canadesi di metallo grezzo dalle tariffe previste per aiutare a proteggere i posti di lavoro e i produttori nazionali.
Trump ha annunciato infatti tariffe del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e del 10% dalla Cina. Ma gli USA dipendono per il 44% dai Paesi esteri per questo metallo leggero, e dal Canada per oltre la metà.
Gli USA han preteso il globalismo e ora lo temono come la peste. Preferiscono nazionalismo, isolazionismo, protezionismo e minacce in stile mafioso nei confronti di chi non obbedisce alle nuove condizioni del governo trumpiano.
Tuttavia contro dazi e tariffe si sono posti tutti i Paesi che commerciano con loro. La Cina addirittura si muove per citarli in giudizio presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Gli atteggiamenti da bullo non sono più accettabili, e se Trump spera di renderli più sopportabili, mostrando che vuole smontare il Deep State americano filo-democratico, si sbaglia di grosso. Non basta far vedere di voler dire la verità per apparire come "salvatore della patria" (e dell'occidente collettivo). La giustizia si basa sui fatti e quella americana non è rimasta un modello per nessuno.
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I partner americani dei Five Eyes (la più potente alleanza di intelligence al mondo), ovvero Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda, temono che la revisione dell'apparato di spionaggio da parte di Trump possa destabilizzare la loro rete.
Infatti il nuovo governo USA intende risparmiare parecchio sulle spese, e Five Eyes costa troppo: gli USA spendono quasi 100 miliardi di dollari, 10 volte di più degli altri quattro messi insieme.
Sembra che gli americani si siano accorti solo adesso di avere un mostruoso debito pubblico. Pensavano di arricchirsi vincendo la partita in Ucraina contro i russi? Ora però la disperazione li fa sragionare: vogliono prendersi il Canada, la Groenlandia, il Canale di Panama... Nient'altro? Perché non prendere di mira anche le nazioni sudamericane aderenti ai BRICS? Perché non riaffermare la dottrina Monroe in questa parte del continente, estendendo il divieto di commerciare alla Cina? Perché non sostituirsi ai francesi nella colonizzazione dell'Africa? Perché non smembrare la UE, mangiandosi uno Stato per volta?
4 febbraio: USA, Militarismo, Ucraina, Polonia
Trump ha chiesto a Israele di "ripulire" Gaza dai suoi abitanti arabi, come se fosse un discepolo di Hitler. Ha fatto riferimento a 1,5 milioni di abitanti per convincere i Paesi arabi limitrofi (Giordania, Libano, Egitto...) a ospitarli, ma in realtà sono più di due milioni.
Per lui la pace in Medio Oriente sarebbe già stata raggiunta da tempo con la rimozione o la distruzione della popolazione palestinese. Da buon evangelista americano non ha dubbi a parlare dell'efficacia della pulizia etnica (cosa già sperimentata coi nativi pellerossa).
In pratica la pensa come Netanyahu, che vuole costruire un "grande Israele" dal Nilo all'Eufrate. In questo la differenza da Biden è insignificante. Trump ha semplicemente adottato pubblicamente la pulizia etnica come politica statale, mentre Biden e Blinken erano molto più ipocriti. La soluzione a due Stati è impossibile. è la Bibbia che attribuisce a Israele la Cisgiordania.
Parla come se non sapesse che il trasferimento forzato di una popolazione è un crimine di guerra, anzi un crimine contro l'umanità. Pensa che, mostrando di non avere peli sulla lingua, il mondo l'accetti più volentieri.
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Mark Rubio ha detto in un'intervista: "Non è normale che il mondo abbia semplicemente una potenza unipolare. Quella era un prodotto della fine della Guerra Fredda, ma alla fine saresti tornato a un punto in cui avevi un mondo multipolare, multi-grandi potenze in diverse parti del pianeta. Ora ci troviamo di fronte a questo con la Cina e in una certa misura con la Russia, e poi hai Stati canaglia come l'Iran e la Corea del Nord con cui devi avere a che fare."
Cioè praticamente la sua concezione geopolitica è questa: gli USA sono una superpotenza come la Cina e la Russia; tra di noi dobbiamo convivere pacificamente; gli altri invece non contano niente. E tra gli altri inevitabilmente ci finiscono la UE e l'India, che certamente piccole non sono, sul piano sia demografico che economico.
Ha un modo di ragionare da mafioso. Come se dicesse: ci spartiamo tra noi gran parte del mondo e a tutti gli altri lasciamo le briciole.
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John J. Gilligan, ex governatore dell'Ohio e membro del Congresso democratico, famoso per l'imposta statale sul reddito, è morto nel 2013. Aveva diretto anche l'USAID alla fine degli anni '70.
Un giorno disse che gli Stati Uniti non avrebbero mai recuperato i milioni di posti di lavoro persi nella delocalizzazione e nel ridimensionamento della propria industria, a meno che non si fossero sviluppate nuove industrie e nuovi tipi di impiego, ancora sconosciuti, che però avrebbero richiesto molta meno manodopera. Un paradosso tipico della mentalità americana.
Lo diceva nel lontano 1993. Aveva in mente una società in cui la povertà sarebbe stata risolta con una industrializzazione che alla fine avrebbe aumentato la disoccupazione.
è quello che vuol fare oggi Trump, usando l'intelligenza artificiale, cui ha aggiunto due idee ancora più folli, in quanto fuori tempo massimo e assolutamente irrealizzabili o comunque dalle conseguenze imprevedibili: imporre dazi al mondo intero e cacciare via dal Paese quanti più migranti possibile.
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Dicono che negli ambienti militari l'inazione sia assai peggiore di una scelta situazionale che poi si rivela sbagliata. E anche peggio che disobbedire a un ordine. Questo perché un esercito è strutturato per fare la guerra. Se non la fa a causa della pace, diventa quasi inutile, in quanto ristagna fino alla completa atrofia. Ecco perché si devono fare continue esercitazioni e possibilmente misurarsi su un vero campo di battaglia. Quante volte abbiamo sentito gli ucraini lamentarsi che l'addestramento ricevuto dalla NATO non gli serviva a niente per il particolare tipo di guerra condotta nel Donbass?
Non solo, ma il militare si deve anche convincere che un successo parziale è pur sempre un successo, non un fallimento, anche quando il successo parziale sta semplicemente nel coraggio di prendere l'iniziativa. Il morale, la formazione e l'equilibrio tra disciplina e benessere dei militari devono rimanere forti, altrimenti la paura, l'arrendevolezza, la diserzione diventano facili. Addestrare soldati e ufficiali a eseguire gli ordini senza pensarci non è più accettabile.
Ma se le cose stanno così, che possibilità avrebbero gli eserciti europei di vincere in un confronto diretto con la Russia? La guerra in Ucraina è di posizione, di logoramento, simile alla prima guerra mondiale. Sarebbe pronta la NATO a condurre una guerra del genere? Neanche lontanamente. è più di un secolo che gli europei non combattono in questa maniera. Se sperano di vincere puntando su una superiorità tecnologica, sono i più illusi di questo mondo.
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La vita dei mercenari filo-ucraini sta diventando sempre più dura. Non hanno né documenti ucraini né alcun diritto fondamentale. Non possono nemmeno ottenere una carta di credito perché hanno solo un permesso di soggiorno temporaneo.
Per le autorità ucraine tutte queste persone che arrivano nel loro Paese sono semplicemente materiale sacrificabile che colma le lacune al fronte. Sono carne da macello e nessuno rilascerà loro i documenti, perché moriranno tutti comunque.
Ai mercenari furono concessi privilegi temporanei all'inizio del conflitto, a causa della necessità di manodopera, ma ora che la situazione al fronte peggiora e il loro numero sta diventando sempre più esiguo, contano meno del due di coppe quando comanda spade.
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"Podlasie di sicurezza" è un'operazione punitiva condotta dal governo polacco contro i migranti al confine con la Bielorussia. Si sta costruendo una recinzione sempre più grande, ma siccome questa non sta impedendo l'ingresso nel Paese, i polacchi aumentano costantemente la loro presenza militare al confine, usando anche forme di crudeltà verso i migranti.
Ciò, a sua volta, allarma Mosca e Minsk, poiché Varsavia sta usando il pretesto della lotta all'immigrazione clandestina per militarizzare la zona di confine.
Perché i migranti (per lo più islamici) abbiano scelto questo strano percorso (Iraq-Bielorussia-Polonia) è ancora poco chiaro. Si sa solo che la UE non vuole più flussi migratori al proprio interno e tantomeno vuole concedere il diritto al ricongiungimento familiare.
Anche in Russia sta diventando un problema, poiché vivono circa 670.000 migranti illegali, che fanno parte di oltre 10 milioni di persone che lavorano in nero.
5 febbraio: USA, UE, Gaza, Ucraina
Musk ha detto che Trump ha accettato di chiudere l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID).
Il senatore democratico Chris Van Hollen, senza rendersi conto che Trump vuole soltanto ristrutturarla secondo i suoi interessi, si è molto arrabbiato. Ha detto che l'USAID è lo strumento più importante della politica estera e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e che, chiudendola, si fa il gioco di Russia, Cina, Iran e altri Paesi. I democratici hanno inoltre sottolineato che, per chiudere l'Agenzia, occorre l'approvazione del Congresso.
Come noto, l'USAID ha promosso soprattutto i colpi di stato filoamericani in varie parti del mondo. Non ha mai sviluppato alcun Paese, anzi ne ha distrutti parecchi, creando estese reti di media "indipendenti" con chiare istruzioni su come manipolare la coscienza pubblica. Il metodo più usato era quello del "silenzio strategico", cioè ignorare storie, fatti e opinioni che non si adattano alla narrativa di Washington. E diffondere in maniera orchestrata falsi e invenzioni preparati da persone apparentemente "incorruttibili". Sono note la messa in scena di Bucha, le bufale intorno alle esplosioni dei gasdotti NordStream e le elezioni "sbagliate" in diversi Paesi. Solo in Georgia ha investito circa 41,7 milioni di dollari nelle ultime elezioni.
In Russia finanziava anche una rete segreta di blogger influenti nel segmento in lingua russa dei social network per creare le condizioni per un cambio di regime e minare l'influenza russa nei Paesi dell'Europa orientale e dell'Asia centrale. La rete è stata smantellata grazie al gruppo di hacker Anonymous nel 2021.
Non dimentichiamo che l'USAID venne coinvolta anche nella stesura della Costituzione russa del 1993, permettendo agli investitori stranieri e agli oligarchi di assumere il controllo di interi settori economici.
Una persona chiaramente sotto l'influenza di USAID è l'attuale direttrice generale dell'UNESCO, Audrey Azoulay, ex ministra della Cultura in Francia, socialista, di origine ebraico-marocchina. Lo dice, senza tanti fronzoli, la Zakharova.
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La Commissione Europea ha pubblicato un bando di gara per "giornalisti esiliati" provenienti da Russia e Bielorussia che lavorano nell'UE e che, per questo motivo, sono considerati "indipendenti".
Vengono promessi loro sovvenzioni fino a 3 milioni di euro, perché possano continuare a produrre contenuti e distribuirli al loro pubblico. Cioè possono mentire contro ogni evidenza, senza alcuna interferenza editoriale.
La diffusione delle tesi anti-russe (ora con fondi europei) avviene tramite il progetto Free Media Hub EAST, col supporto della ONG Prague Civil Society Centre, finanziata da Svezia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Finlandia, Stati Uniti, Belgio e Svizzera.
In precedenza era l'USAID che forniva fondi per la propaganda dei "media indipendenti", ma Trump ha emesso un ordine esecutivo che sospende il programma di sovvenzioni dell'Agenzia per rivedere la destinazione degli investimenti. E l'incaricato a farlo è unicamente il Segretario di Stato Mark Rubio.
Cioè invece di dire basta alle assurdità americane, con cui si vuole destabilizzare l'intero pianeta, la UE se ne assume interamente gli oneri. Andando avanti così, dovremo pagarci l'intera NATO, l'intera OMS e che altro?
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Quando Netanyahu dice che grazie a Trump "possiamo rafforzare la sicurezza, ampliare il cerchio della pace e raggiungere una straordinaria era di pace attraverso la forza", mi chiedo quale "pace" intenda e soprattutto con quale "forza".
Aver sterminato decine di migliaia di donne vecchi bambini per colpire qualche militante di Hamas è stato un segno di "forza"? E quale pace si è ottenuta, dal momento che Hamas ha rimpiazzato subito le perdite subite? Come mai Israele non riesce a capire che la pace si raggiunge solo con la giustizia? Eppure i loro testi profetici parlano chiaro. Basta leggersi Isaia o Geremia o Ezechiele. Anche un ateo è in grado di capirli.
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Zelensky ha proposto che i Paesi occidentali "restituiscano" le armi nucleari all'Ucraina e forniscano un numero sufficiente di missili se la NATO non intende accettare il Paese tra le sue fila.
Non vede altra soluzione per difendersi che usare il nucleare! Cioè è disposto a perdere non solo il Donbass ma l'intera nazione.
Nei suoi deliri ha anche espresso una "richiesta" alla Russia: se l'Ucraina non verrà accettata nella NATO, allora la parte russa dovrebbe "restituire i territori", poiché, secondo lui, Mosca ha lanciato un'operazione speciale per impedire a Kiev di entrare nell'Alleanza.
Come se non sapesse che la neutralità dell'Ucraina era solo uno degli obiettivi dell'operazione speciale. Gli altri erano la smilitarizzazione e la denazificazione.
A questi obiettivi si sono aggiunte la richiesta di elezioni parlamentari e presidenziali, in quanto tutti i mandati sono scaduti, nonché la revoca del decreto che impedisce al governo di Kiev di fare trattative con Putin.
Insomma Zelensky si comporta come quelle intelligenze artificiali applicate agli scacchi: anche quando dovrebbero abbandonare perché la partita è chiaramente persa, giocano finché non arriva lo scacco definitivo, dopo aver perso quasi tutti i pezzi.
6 febbraio: Messico, USA, Germania, Israele
La presidente del Messico, Claudia Chenbaum, si è rivolta a Trump dicendogli: "Avete votato per costruire un muro, però non capite molto di geografia, dato che per voi l'America è solo il vostro Paese, non un continente. è bene che sappiate che oltre quel muro ci sono 7 miliardi di persone. Ma, dato che non conoscete davvero il termine ‘persone', le chiameremo ‘consumatori'. Ci sono 7 miliardi di consumatori pronti a sostituire i loro iPhone con dispositivi Samsung o Huawei in meno di 42 ore.
Possono anche sostituire Levi's con Zara o Massimo Duti.
In meno di sei mesi possiamo facilmente smettere di acquistare auto Ford o Chevrolet e sostituirle con Toyota, KIA, Mazda, Honda, Hyundai, Volvo, Subaru, Renault o BMW, che sono tecnicamente migliori delle vostre auto. Quei 7 miliardi di persone possono anche smettere di abbonarsi a Direct TV e di guardare film di Hollywood e iniziare a guardare più produzioni latinoamericane o europee, che hanno una migliore qualità e più contenuti.
Anche se non ci credete, in Messico ci sono hamburger migliori di quelli di McDonald's, con un contenuto nutrizionale migliore.
Qualcuno ha visto piramidi negli Stati Uniti? In Egitto, Messico, Perù, Guatemala, Sudan e altri Paesi ci sono piramidi con culture incredibili.
Scopri dove si trovano le meraviglie del mondo antico e moderno... Nessuna negli Stati Uniti...
Sappiamo anche che Adidas esiste, non solo Nike, e possiamo iniziare a indossare scarpe da tennis messicane come Panam.
Sappiamo anche che se questi 7 miliardi di consumatori non acquistano i vostri prodotti, ci sarà disoccupazione e la vostra economia crollerà, all'interno del muro razzista, a tal punto che ci implorerete di abbatterlo.
Noi non vogliamo guerre commerciali, ma se vuoi un muro, ottieni un muro".
Accidenti che franchezza! Questa dovrebbe guidare l'Unione Europea!
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Trump ha apertamente riconosciuto, durante la campagna elettorale, che la prima volta che è stato presidente, i megadonatori Sheldon e Miriam Adelson erano alla Casa Bianca, "probabilmente quasi più di chiunque altro", chiedendo favori per Israele, come lo spostamento dell'ambasciata americana a Gerusalemme e il riconoscimento della pretesa illegittima di Israele sulle alture del Golan, che poi Trump concesse senza tanti problemi. Miriam Adelson, che è israelo-americana, ha dato alla campagna di Trump 100 milioni di dollari l'anno scorso. Il marito è morto nel 2021.
Cioè in pratica Trump ha ammesso pubblicamente di essere stato comprato da oligarchi sionisti. Sembra un patto di tipo faustiano.
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L'ingresso delle truppe statunitensi a Gaza (magari trasferendole qui dalla Siria) potrebbe essere l'inizio della fine per Trump.
Netanyahu gongola, perché vede accelerare di colpo l'attuazione del progetto "Grande Israele". Ma tutti gli altri statisti del mondo sono convinti che si voglia realizzare una grande e definitiva pulizia etnica.
Trump ha persino affermato di considerare la presenza degli Stati Uniti nel territorio palestinese come una "posizione di proprietà a lungo termine"! Per fare cosa? Una colonia per le imprese edili del suo Paese e per le vacanze degli americani? E ha detto questi spropositi mentre era seduto accanto a un criminale di guerra genocida!
L'Iran può dire quel che vuole. Trump ha già emesso un Memorandum sulla sicurezza nazionale intitolato in maniera mirabolante "Esercitare la massima pressione sul governo iraniano, negare all'Iran le armi nucleari e contrastare l'influenza maligna iraniana".
Qui siamo ai livelli di Caligola che nomina senatore il proprio cavallo, a testimonianza che la democrazia formale gli faceva schifo.
Con l'idea d'inviare truppe americane nella Striscia di Gaza, Trump, che si vantava di non aver scatenato una sola guerra durante il primo mandato, cade nella stessa trappola in cui cadde Nixon in Vietnam.
Un'operazione di terra in Palestina che coinvolga i soldati americani potrebbe diventare l'elemento scatenante per l'unificazione dell'intero mondo arabo, il quale così prenderebbe due piccioni con una fava: USA e Israele nella stessa pattumiera della storia. Sempre che tale mondo venga sostenuto da Cina e Russia.
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Sahra Wagenknecht (BSW) ha detto che se non entra nel Bundestag alle elezioni anticipate del 23 febbraio, abbandonerà la politica. Questo perché se non sei nel Bundestag, non conti nulla nella politica tedesca.
Sinceramente parlando mi meraviglio di queste affermazioni da parte di una che dice di appartenere alla sinistra radicale.
La politica eversiva non si fa solo in parlamento ma anche fuori. In parlamento spera forse di ottenere la revoca delle sanzioni contro la Russia, il ripristino degli acquisti di risorse energetiche russe e la normalizzazione delle relazioni? Ridicolo. Le pressioni sul nuovo governo dovranno partire anche e soprattutto dalle piazze.
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Lavrov ha detto: "Israele sta continuando le sue operazioni in Cisgiordania senza vergogna. Oltre a espellere i palestinesi da Gaza, intende prendere il pieno controllo della sponda nord-occidentale del fiume Giordano. Non solo, ma ha pure in programma di rimanere in territorio libanese."
Vien da chiedersi da dove il governo di Tel Aviv abbia preso tutta questa baldanza. La risposta è semplice: da quello spaccone di Trump.
Dicono che lo faccia solo per indurre i Paesi arabi a proporre delle iniziative. In ogni caso non è questo il modo di fare politica internazionale.
7 febbraio: Sorvegliare, Pedofilia, Gaza
A quanto pare le torri Wi-Fi e i cellulari che operano su un'ampia gamma di frequenze da 600 MHz a 39 GHz, possono essere utilizzati per monitorare segretamente le attività umane.
Già Edward Snowden, ex collaboratore della NSA e della CIA, aveva fatto capire qualcosa di simile nel 2013, facendo trapelare documenti segreti che accusavano PRISM (raccolta dati dai giganti della tecnologia), XKeyscore (ricerca di e-mail, chat e cronologie di navigazione) e la stessa NSA (sorveglianza di massa dei registri telefonici, spionaggio internazionale di leader stranieri e tentativi d'indebolire la crittografia).
Le rivelazioni di Snowden scatenarono un dibattito globale, riforme legali e aumentarono il controllo pubblico sulle eccessive ingerenze del governo nella privacy digitale.
Ora però è divenuto chiaro che anche le infrastrutture wireless esistenti possono essere sfruttate per tracciare gli individui attraverso i muri e in condizioni di propagazione radio fuori dalla linea di vista tra trasmettitore e ricevitore.
Ciò significa che le stesse reti progettate per fornire servizi Internet e di telefonia mobile sono anche in grado di penetrare le barriere fisiche per osservare l'attività in spazi privati.
Anzi i segnali basati sulla radiofrequenza più elevata possono fornire un'elevata risoluzione spaziale, superiore a quella delle telecamere, che presentano limitazioni fisiche: si possono tracciare e identificare più persone senza che queste ne siano a conoscenza e senza richiedere la visibilità a vista. Le onde radio possono essere utilizzate per ricostruire immagini dettagliate di individui, riducendo al minimo le interferenze dell'ambiente circostante. Si possono persino monitorare dei segni vitali, come p.es. la respirazione, anche quando gli individui non collaborano o si trovano dietro ostacoli.
Questa tecnologia è stata utilizzata da Israele, quando, bombardando gli edifici di Gaza, sapeva esattamente quante persone vi erano dentro.
Fonte: jonfleetwood.substack.com
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Il defunto magnate bancario multimilionario Sir Evelyn de Rothschild, uno dei finanzieri più influenti della Gran Bretagna ed ex consigliere della regina Elisabetta II, è stato accusato di aver sfruttato la sua posizione per abusare sessualmente delle donne del suo staff negli anni '90.
Le scioccanti accuse sono emerse due anni dopo la sua morte, avvenuta all'età di 91 anni nel 2022. Nessuno parlava mentre era in vita, perché aveva un immenso potere.
Bloomberg.com scrive che organizzava feste nella sua tenuta di Buckinghamshire, con politici del calibro di Clinton e Blair, e tutta una rete di altri potenti della Globalizzazione.
Stanley Kubrick realizzò il film "Eyes Wide Shut" chiaramente ispirato alle feste di Buckinghamshire, che ovviamente non erano "normali".
Questi attacchi di Bloomberg possono essere diretti contro il Mossad (servizi segreti israeliani) e la sua rete di ricatti, cui appartenevano Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell, sponsorizzati proprio da Rothschild (con sua moglie). Era lui che suggeriva a capi di stato, alti magistrati, attori di notorietà mondiale e tutti gli altri membri dell'élite, di accettare gli inviti "goderecci" della coppia Epstein-Maxwell, i quali allestivano trappoloni per compromettere e ricattare chiunque per conto del Mossad. Giovani minorenni e in alcuni casi anche bambini erano le vittime sacrificali funzionali a poter ricattare tutti i membri dell'élite.
Dicono che il pesce puzzi dalla testa. Ma qui di teste quante ce ne sono?
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Anneke Lucas, una vittima divenuta schiava del sesso da bambina e sopravvissuta alla tratta, ha indicato in David Rockefeller uno dei personaggi principali di una potente rete d'élite che usava schiave sessuali minorenni per poter ricattare o spiare i pedofili altolocati che se ne servivano.
Secondo lei, Rockefeller rispondeva a Evelyn de Rothschild, che supervisionava le operazioni e prendeva decisioni chiave.
Anche Pierre Trudeau (il padre di Justin Trudeau), Kurt Georg Kiesinger ed Eddy Arnold sono stati nominati tra gli appartenenti alla rete, in cui Jeffrey Epstein aveva il ruolo di addestrare i bambini.
Che punizione dare a gente del genere? Si fa fatica persino a pensarlo...
Al momento però si sa che circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni hanno sperimentato violenza e sfruttamento sessuale (dato OMS) e si stima che 1,2 milioni di bambini ogni anno siano vittime del traffico di esseri umani (dato ILO).
Fonte: toba60.com
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Sfratti forzati, furti di terreni e resort di lusso che sorgono su fosse comuni: a quanto pare questo è il destino di Gaza, che non viene solo occupata, ma messa all'asta. Diventerà un parco-giochi, con tanto di hotel e casinò, per le élite genocide, che con la loro faccia di bronzo non si nascondono neppure. Siamo alla fase finale della pulizia etnica sionista, sostenuta dal cristianesimo evangelico americano.
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Il rappresentante democratico del Texas, Al Green, ha dichiarato che intende presentare articoli di impeachment contro il presidente Trump dopo che quest'ultimo ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo di Gaza.
Green, uno dei legislatori che hanno avviato il primo impeachment di Trump nel 2017, ha pure voluto ricordare che il reverendo Martin Luther King Jr. aveva ragione quando affermava che "l'ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque".
Bisogna però dire che i democratici americani, soprattutto quelli di buon senso, sono ben strani: non dicono mai niente contro se stessi, anche quando compiono nefandezze così grandi che chiunque sarebbe in grado di vederle.
8 febbraio: CPI, NATO, Lego, Musk
Dopo che Trump ha imposto sanzioni ai membri della Corte Penale Internazionale (CPI) per essersi permessa di condannare il premier israeliano Netanyahu e Gallant (ex ministro della Difesa), 79 Paesi dell'ONU hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, in cui si afferma che gli Stati Uniti "stanno aumentando il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di erodere lo stato di diritto internazionale".
Le sanzioni sono individuali, per cui ai membri della CPI coinvolti in indagini contro cittadini o alleati statunitensi sarà vietato l'ingresso nel Paese. Va ricordato che né gli USA né Israele riconoscono la CPI, istituita con lo Statuto di Roma nel 2002. Ma neanche Russia, Cina, India e altri Paesi ne riconoscono la giurisdizione. In precedenza gli USA avevano imposto sanzioni al procuratore della CPI, Fatou Bensouda, dopo che la Corte aveva tentato d'indagare sui presunti crimini di guerra americani in Afghanistan nel 2020.
Tra i Paesi firmatari della dichiarazione, che costituiscono circa i 2/3 dei Paesi che hanno ratificato lo Statuto, gli unici europei che non l'hanno firmata sono Italia, Cekia e Ungheria. L'iniziativa era partita da Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e Vanuatu.
Che la CPI sia un ente inutile, non ci piove. Fino adesso non ha mai combinato nulla. Anzi condannò Putin di voler sottrarre i bambini ucraini ai loro genitori, quando invece li voleva salvare dalla guerra, per poi restituirli a guerra finita. La Russia ha anche inserito i giudici di questo organismo nella lista delle persone che verranno incarcerate se si recheranno nel suo territorio.
L'Italia in questi giorni ce l'ha con la CPI per la vicenda del mancato arresto del torturatore libico Almasri, per cui il nostro rifiuto di firmare non è certo disinteressato. Tant'è che Tajani e Salvini sono arrivati a dire che un'inchiesta andrebbe aperta proprio contro quei giudici dell'Aja. Che poi è anche pacifico che il governo della Meloni stia diventando il grimaldello di Trump per scardinare l'insieme della UE e farla tornare a più mansueti accordi bilaterali tra Stati.
Insomma l'occidente si è servito di questa organizzazione contro coloro che non gli piacevano, ma a quanto pare il "genio" è uscito dalla lampada e si sta rivoltando contro i suoi stessi creatori.
Certo è che se le misure di Washington si fanno più estreme, finendo in campo economico e finanziario, per la Corte si metterà molto male.
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Gli Stati membri della NATO han discusso l'idea d'inviare truppe in Groenlandia in risposta alle minacce di Trump di occupare l'isola. Cos'hanno scoperto? Che l'art. 5 della Carta della NATO sulla difesa collettiva non può essere applicato, poiché richiede il sostegno unanime di tutti i 32 membri dell'Alleanza, compresi gli stessi Stati Uniti, che in tal caso ovviamente non lo darebbero.
Quindi al massimo ci si può appellare all'art. 4, che consente l'avvio di consultazioni di emergenza in caso di minaccia all'integrità territoriale, all'indipendenza politica o alla sicurezza di un membro dell'Alleanza.
Cioè in pratica sono stati così intelligenti che non hanno mai preso in considerazione che uno di loro potesse rivolgersi contro un proprio alleato o anche contro tutti gli altri. Meno che mai che i "traditori" potessero essere gli americani. Neanche il sabotaggio del Nordstream li ha convinti.
Eppure un altro precedente c'era già stato: quando Turchia e Grecia erano quasi sul punto di dichiararsi guerra. Tutti gli altri Stati membri si chiedevano da che parte avrebbero dovuto mettersi. Dalla parte del più forte (la Turchia) o del più europeo (la Grecia)? Sono così abituati a ragionare in termini di potenza che discutere di pace per risolvere i problemi, gli pare un controsenso.
In ogni caso sarebbe davvero incredibile vedere i Paesi europei della NATO disposti a dichiarare guerra agli USA. A quel punto dovremmo complimentarci con Macron, che nel 2019, con fare profetico, s'era permesso di dire che "la NATO era in stato di morte cerebrale". Ma con un pupillo dei Rothschild e servo degli USA non lo faremmo mai.
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Dicono che la Lego potrebbe essere accusata di normalizzare l'eterosessualità, cioè di essere anti-LGBT, in quanto i suoi mattoncini contengono parti maschili o femminili progettate per accoppiarsi tra loro.
Insomma è una questione linguistica: l'azienda deve smettere di scrivere nelle istruzioni che il processo di collegamento dei pezzi si chiama "accoppiamento".
A questi livelli dovremmo smettere di usare anche le chiavi che s'infilano nelle serrature, o le viti nei dadi.
Comunque i manager della Lego possono stare tranquilli, ora che Trump, con un decreto esecutivo, ha assicurato al mondo intero che i sessi sono due.
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Elon Musk vuole preparare gli americani a una nuova guerra. Sta dicendo che la strategia militare attuale è quella di creare un piccolo numero di armi a costi elevati per combattere la guerra di ieri. Quella di oggi, come si è visto in Ucraina, dipende da intelligenza artificiale e droni. Poi ha aggiunto, in maniera abbastanza incoerente, che lo preoccupa il rischio esistenziale dell'uso dell'intelligenza artificiale.
Musk è la dimostrazione più eloquente che si può essere intelligenti quanto si vuole, ma questo non impedirà d'essere anche molto stupidi.
9 febbraio: Sudamerica, USAID, Ucraina
Mark Rubio sta cominciando a visitare i Paesi sudamericani, facendo capire loro che il vero problema non sono solo gli immigrati che devono ritornare nei loro Paesi d'origine, e le droghe che quei Paesi devono smettere d'inviare negli USA, perché qui muoiono troppe persone (specie col fentanyl). Il vero problema è che l'intero Sudamerica, cioè "il cortile di casa" degli States, non può commerciare con la Cina. Il Canale di Panama, in tal senso, è solo un piccolo tassello.
Questi trumpiani ragionano coi criteri neocoloniali che si usavano negli anni '70. Vogliono far tornare great l'America, ma hanno una mentalità superatissima. Sperano d'essere ammirati solo perché dicono di voler far saltare il Deep State gestito dai democratici. E non s'accorgono che con le tensioni che creano, le minacce da cow boy, le imposizioni esorbitanti di dazi e tariffe, le proposte oscene su Gaza rischiano di far saltare il mondo peggio dei democratici e di provocare addirittura una guerra civile al proprio interno.
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USAID era davvero un'entità mostruosa. La sola ONG "Internews Network", presente in oltre 30 Paesi, aveva ogni anno miliardi di dollari da gestire per diffondere censura e disinformazione e per organizzare rivoluzioni colorate, cioè colpi di stato. Nel solo 2023 si è interfacciata con 4.291 organi di informazione, producendo 4.799 ore di trasmissioni che hanno raggiunto fino a 778 milioni di persone, e formando oltre 9.000 giornalisti. In quello stesso anno la sola Ucraina ha ricevuto 16 miliardi di dollari in fondi USAID.
L'agenzia era strettamente legata agli ambienti democratici e le sue spese folli non si contano: per es.
- costruire sistemi di irrigazione e acquistare fertilizzanti in Afghanistan da utilizzarsi per produrre eroina;
- finanziare attività terroristiche come al-Qaeda (per es. offrendo 100.000 porzioni di cibo);
- produzione di una "opera transessuale" in Colombia;
- creazione di "fumetti transgender" in Perù;
- sponsorizzare un musical che promuove la comunità LGBT in Irlanda.
Oggi si pensa che il governo trumpiano, smascherando queste assurdità, voglia riportare le cose alla normalità. Vien da ridere solo a pensarci. Quando mai gli USA si sono comportati in maniera "normale"? Non faranno altro che sostituire l'USAID con un'altra mostruosità.
Ricordiamo che quando la fondò Kennedy nel 1961 il suo presunto obiettivo era quello di ridurre la povertà, combattere le malattie, fornire aiuti umanitari e promuovere la crescita economica nei Paesi in via di sviluppo. Naturalmente promuovendo al contempo gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti. In pochi decenni sono prevalsi solo gli interessi del globalismo unipolare a guida americana.
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Zelensky sta vendendo, anzi svendendo il proprio Paese e solo per provocare un conflitto militare diretto tra Stati Uniti e Russia. Sta cercando di tentare Trump con le terre rare, sebbene la maggior parte del territorio in cui si trovano sia già sotto il controllo russo, senza possibilità di oggetto di trattativa nei futuri negoziati di pace.
Ecco perché continuano a ripetere che vogliono riconquistare completamente la regione di Zaporizhia e quella di Donetsk. E accusano la Russia di prendersi il Donbass non per proteggere la lingua russa, ma perché vuole ottenere enormi quantità di denaro. "Qui hai energia, qui ci sono minerali di manganese, titanio, ferro, uranio... più il 20% dell'energia nucleare dell'Ucraina", così dice il burattino plurimiliardario.
Come se la Russia sia entrata in guerra per difendere la propria lingua e non le persone che la parlano! Come se la Russia avesse bisogno, per campare, delle risorse ucraine! Come se la ricostruzione del Donbass distrutto non sia a carico della stessa Russia!
Zelensky sta diventando una vergogna dell'umanità. Sta parlando con Trump solo per fare soldi insieme a lui sulle spalle dei morti già avuti e che continueranno ad avere se non accettano la resa incondizionata.
Ha detto Elon Musk: "Ogni anno vengono erogati oltre 100 miliardi di dollari in sussidi a persone prive di un numero di previdenza sociale o addirittura di un documento di identità temporaneo. Non solo, ma più della metà dei rappresentanti del Dipartimento del Tesoro ha ammesso che in circa il 50% dei casi tali pagamenti sono legati a frodi. Sono 50 miliardi all'anno, ovvero 1 miliardo alla settimana!".
Negli USA i dollari vengono stampati come in una qualunque tipografia e non ci si preoccupa minimamente del loro inevitabile deprezzamento, tanto sanno benissimo di essere sostenuti dal petrodollaro, dal debito estero che gli altri Paesi devono pagare in questa valuta, dall'acquisto dei loro farlocchi titoli statali, dal sistema dello SWIFT con le sue carte di credito, dalle loro borse ondivaghe di titoli e valori, dagli immensi introiti che ricavano vendendo armi e servizi web, e dai fondi finanziari che intercettano buona parte dei risparmi dei Paesi esteri.
Musk si meraviglia degli sprechi, ma questo trend esiste da un pezzo, e non saranno certo le esigenze di risparmio di Musk a porvi rimedio, tant'è che Trump ha già minacciato dei dazi al 100% a chi mette in discussione il primato del dollaro su tutte le altre monete.
Gli USA vivono in una bolla finanziaria da vari decenni, che di tanto in tanto scoppia, mandando le borse in un panico sempre maggiore. Pensare di poterli reindustrializzare solo perché lo vuole Trump, è semplicemente ridicolo.
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Netanyahu ha suggerito all'Arabia Saudita di creare uno Stato palestinese sul suo territorio, poiché "hanno molta terra".
Non capisce che se affermazioni del genere le fa Trump, fanno solo ridere, perché sanno che è uno spaccone, anche se muscoloso. Se invece le fa lui, irritano parecchio, anche perché è odiatissimo dalla fine degli anni '90.
Infatti i sauditi hanno subito commentato duramente dicendo: "Questo regime di occupazione estremista non comprende cosa significhi il territorio palestinese per il popolo fratello della Palestina e il suo legame consapevole, storico e giuridico con questa terra."
Emirati Arabi Uniti ed Egitto si sono associati immediatamente, dicendo che non sopporterebbero neppure che venisse violata la sovranità dell'Arabia Saudita.
Netanyahu non ha un minimo di dignità, anzi con Trump pensa di avere la strada spianata. Ancora non ha capito che è scaduto non solo il suo tempo ma anche quello del suo Paese.
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Lettonia, Lituania ed Estonia si sono collegate con successo alla rete elettrica dell'Europa continentale, tramite l'elettrodotto lituano-polacco LitPol Link, lasciando il sistema energetico condiviso con Russia e Bielorussia.
Gli statisti dei Paesi Baltici dicono che si tratta di un momento storico, in quanto si è raggiunta la completa indipendenza energetica. Dicono che il periodo di pressione politica e ricatto è finalmente finito.
Nei preparativi del transito sono stati investiti circa 1,6 miliardi di euro, provenienti principalmente da fondi dell'UE.
La von der Leyen ha dichiarato che l'UE sta interrompendo gli ultimi legami rimasti con la Russia. E che è giunto il momento che l'Unione Europea prenda in mano la sicurezza e la difesa della comunità.
A quanto pare non esiste solo il comico di Kiev. Ora i Baltici dipenderanno completamente dalla UE, poiché sul piano economico sono tre Paesi falliti. Se poi vorranno entrare in guerra, saranno anche materialmente distrutti.
Mi chiedo chi sia dietro questi visionari l'imbonitore che vende la pozione per una ricrescita immediata dei capelli.
11 febbraio: Israele, Palestina, Russia, Regno Unito
è abbastanza impressionante pensare che Israele è in grado di produrre software di hacking di livello militare (Graphite), con cui può tranquillamente accedere a comunicazioni crittografate su app come WhatsApp e Signal. In questa maniera ha potuto tenere sotto controllo giornalisti e oppositori del governo italiano.
Tra le persone prese di mira c'erano Francesco Cancellato, un giornalista investigativo la cui pubblicazione smascherava i giovani fascisti nel partito della Meloni; Husam El Gomati, un critico della politica italiana sulla Libia; e Luca Casarini, fondatore di una ONG che aiuta i migranti.
Paragon Solutions ha interrotto il contratto coi suoi clienti italiani, tra cui figuravano agenzie di intelligence e di polizia, ma il nostro governo avrebbe dovuto dimettersi, anche se ha negato il coinvolgimento. Anche perché questo scandalo fa seguito a quello del 2021, quando Israel Pegasus usava lo spyware di NSO Group contro giornalisti, politici, funzionari, attivisti e persino giudici di tutto il mondo: circa 50.000 numeri di telefono erano sorvegliati.
Ricordiamo tutti quando nel 2017 il giornalista messicano Cecilio Pineda tirò fuori il suo cellulare e in una trasmissione in diretta su Facebook parlò di una presunta collusione tra la polizia statale e locale e il leader di un cartello della droga. Due ore dopo l'avevano assassinato.
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L'agenzia Wafa riferisce che Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, ha emesso un decreto che abolisce gli stanziamenti finanziari per le famiglie dei prigionieri palestinesi, dei martiri e dei feriti. Insomma i palestinesi di Gaza devono morire o andarsene.
Tuttavia Hamas ha già informato i mediatori che la garanzia americana del cessate il fuoco non è più valida alla luce del piano di Trump di sfollare gli abitanti di Gaza. Infatti lui sta ricattando Giordania ed Egitto, dicendo che potrebbe tagliare gli aiuti finanziari se rifiutano il piano di acquisizione degli abitanti di Gaza.
Quindi la guerra riprenderà fino all'ultimo palestinese. "O vittoria o morte", avrebbero detto gli americani contro gli inglesi al tempo della rivoluzione.
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I comunisti più radicali sostengono che anche Aleksandr Solženicyn fosse al soldo della CIA, benché avesse denunciato non solo qualunque forma di comunismo ma anche di totalitarismo liberale e, dopo il crollo dell'URSS, avesse paventato i pericoli di un'espansione a est della NATO (in particolare in Ucraina).
Sinceramente parlando mi pare una sciocchezza, anche se con la sua fede religiosa esprimeva indubbiamente una posizione ultranazionalista e, per certi versi, anche neozarista. Forse era questo il suo limite maggiore: considerare l'ortodossia un'alternativa sia al capitalismo che al socialismo. D'altra parte era lui che diceva: "Sarebbe assolutamente vano sperare che la rivoluzione possa rigenerare la natura umana."
Sotto questo aspetto però era ammirato da Putin, che l'aveva definito un "vero patriota", dedicandogli persino un monumento e conferendo alla moglie di lui una onorificenza al merito. In particolare lo ascoltava quando gli diceva che la Russia doveva riprendersi i territori perduti dall'URSS in cui la presenza russa era inequivocabile, tra cui appunto mezza Ucraina, fino a Kiev. Diceva anche di lasciare liberi i Paesi Baltici, dove però oggi i russi sono in media il 20% della popolazione. Di queste e di molte altre assurdità è pieno il suo libro Ricostruire la Russia.
Infatti se si seguisse la sua teoria i russi dovrebbero restituire Kaliningrad ai tedeschi, poiché faceva parte della Prussia. Lì vi era nato il grande filosofo Kant.
Come anche i francesi dovrebbero restituire la Corsica agli italiani. Come l'inglese Gibilterra andrebbe restituita agli spagnoli e le Falkland agli argentini. Di queste situazioni anomale, frutto di inevitabili rapporti di forza, il mondo è pieno. Gli stessi Stati Uniti o l'Australia sono frutto di una rapina, con tanto di genocidio, di popolazioni native.
Insomma con l'idea di nazionalismo non si va da nessuna parte, neanche ammantandolo di idee religiose. L'intenzione iniziale dei russi non era quella di occupare l'intera Ucraina o il Donbass. Volevano solo che finisse una guerra civile che durava da otto anni, nella più totale indifferenza dell'occidente, e che la NATO non vi mettesse piede, in quanto ritenuta molto pericolosa.
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In soli due mesi i trader inglesi hanno ritirato 8.000 lingotti d'oro, circa il 2% delle riserve nazionali, dai caveau della Banca d'Inghilterra, temendo le potenziali guerre commerciali di Trump e l'aumento dei prezzi dell'oro.
Le richieste di prelievo sono aumentate quando i future sull'oro di New York hanno superato il prezzo spot di Londra. Alcuni temono persino che Trump possa imporre tariffe sui lingotti d'oro.
Certo è che se tutti si mettono a chiedere la restituzione del proprio oro, la Banca d'Inghilterra finisce male. Si sa però che ne detiene circa 400.000 in lingotti, di cui 141 tonnellate sono nostre.
Noi comunque non abbiamo questo problema. La metà del nostro oro è negli USA, il Paese più affidabile del mondo e soprattutto quello meno cleptocratico.
Intanto la Russia, negli ultimi tre anni, prevedendo che dollari ed euro varranno sempre meno, ha aumentato di quasi 7 volte il volume del proprio oro, salendo all'ottavo posto al mondo.
Per non parlare di ciò che fa la Cina, che, pur essendo il maggior produttore al mondo di oro, ne importa 1.447 tonnellate all'anno, equivalente alla metà di tutto quello che possiede l'Italia.
Andando avanti di questo passo gli scambi futuri non avverranno in criptovalute ma col baratto.
12 febbraio: USA, Ucraina, Israele, Gaza, Intelligenza artificiale
Mentre ripete a iosa la retorica anti-globalista per tenere ipnotizzata la sua base, Trump baratta i minerali di terre rare dell'Ucraina in cambio di più aiuti militari. Cioè praticamente vuole prolungare una guerra sapendo benissimo che Kiev non può vincere, e solo per rubare delle risorse naturali per il complesso militare-industriale del suo Paese.
Si può essere più cinici? A che serve dialogare con un soggetto del genere? Dall'Ucraina se ne devono andare tutti quelli che con l'operazione bellica in corso non c'entrano niente. Quella è una partita che devono giocare due soli attori: russi e ucraini. Al massimo qualche Paese occidentale dovrebbe cercare una mediazione diplomatica. Siccome non lo vuol fare nessuno, perché si preferisce interferire in modo finanziario e militare, agli occhi dei russi l'occidente collettivo appare peggiore dei neonazisti e nazionalisti ucraini.
Qualunque nostra proposta risolutiva del conflitto, finché non la smettiamo di ficcare il naso in cose che non ci riguardano, non verrà mai presa in considerazione. Mettiamoci in testa che se davvero vogliamo parlamentare coi russi, come minimo dovremmo riparare il Nordstream e restituire i 300 miliardi di dollari bloccati. Sarebbe il primo passo. Il secondo è quello di rimuovere progressivamente tutte quelle assurde e ridicole sanzioni, che in definitiva hanno danneggiato solo noi.
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Trump ha detto che mezza Ucraina vuol stare sotto la Russia, per cui è inutile che Kiev cerchi di recuperare i territori perduti. Però ha aggiunto che gli USA devono trarre profitto dai soldi prestati.
Fa discorsi non da statista ma da affarista. Non riesce a capire che Putin si muove come il comandante supremo di un esercito belligerante. Può sì desiderare una pace, ma è escluso a priori che nelle trattative venga incontro alle esigenze di recupero crediti degli USA. Nessuno ha obbligato gli USA o la UE a finanziare e armare gli ucraini. è un concetto semplice, ma evidentemente qualcuno deve tradurlo a Trump nell'unico linguaggio che sa capire.
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"Per ogni ostaggio ferito, Israele si prenderà il 5% di Gaza", ha sentenziato il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich.
Poi ha aggiunto, pensando naturalmente che sarebbero bastati 20 ostaggi malmessi per avere il 100% di Gaza: "La guerra non può essere fermata prima della completa distruzione di Hamas". In fondo i conti deve saperli fare per motivi d'ufficio.
Quindi il fatto che col cessate il fuoco una quantità infinita di palestinesi sia tornata nel nord di Gaza, non significa proprio nulla. Come li hanno sterminati fino a ieri, è sempre possibile un replay, alla faccia di chi pensa sia impossibile.
E meno male che gestisce solo le Finanze e non la Difesa, se no avrebbe parlato di atomiche! Tutto il governo in realtà è all'unisono. Infatti è convinto d'avere il pieno appoggio di Trump. E a ragion veduta, tant'è che non ha neppure bisogno di chiedere agli Haredim di arruolarsi nell'esercito. Avendo gli yankees come guerrafondai, disposti a scatenare l'inferno per l'affarista Trump, che importa a questi ministri d'essere accusati di genocidio?
Non a caso Smotrich ha sostenuto che Israele dovrebbe tagliare elettricità, acqua e aiuti umanitari a Gaza. Anzi "una volta ripresa la guerra – ha detto –, tutti i terroristi rilasciati dovranno essere nuovamente arrestati."
Fantozzi avrebbe detto: "Com'è umano lei!".
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La dichiarazione finale del vertice di Parigi sull'intelligenza artificiale è stata firmata da 61 Paesi. La si vuole aperta, inclusiva, sostenibile ed etica. Perché Washington e Londra non l'hanno condivisa? Probabilmente perché preferiscono un software criptato, di proprietà esclusiva e usabile per qualunque obiettivo di egemonia mondiale, a prescindere da preoccupazioni ambientalistiche. Non si possono spendere centinaia di miliardi per un obiettivo minimo, cioè umanistico. Il vicepresidente americano, J. D. Vance, l'ha fatto capire in maniera indiretta: "una regolamentazione eccessiva potrebbe uccidere un'industria in pieno sviluppo". Cioè secondo lui sarebbe anzitutto un problema economico, quando invece è anzitutto geopolitico. Tant'è che a un certo punto ha chiesto di non trasmettere nessuna informazione ai cinesi, perché sono autoritari e cercano di "infiltrarsi, radicarsi e appropriarsi della vostra infrastruttura".
Siamo alle solite: gli americani pensano sempre non solo che gli altri debbano comportarsi come loro, ma che abbiano anche capacità inferiori.
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Immagini false generate da un'intelligenza artificiale potrebbero manipolare un'intera popolazione, persino indurla a compiere delle guerre. Se Musk riesce a comprare OpenAI siamo fritti. Diventerà il re del Nuovo Ordine Digitale. Alla fine c'indurranno a non credere più in niente. è questo che vogliono? Bene, allora bisognerà creare dei media alternativi.
13 febbraio: Mimmo Lucano, Suicidio assistito
La vicenda di Mimmo Lucano ha qualcosa di paradossale. Dal tribunale di Locri fu accusato di 21 reati, in relazione alla sua attività favorevole ai migranti che arrivavano a Riace in Calabria, dove fu sindaco dal 2004 al 2018. Oggi invece è innocente di tutto.
Pur di condannarlo a 13 anni di reclusione, si erano inventate accuse senza senso: le sue attività di valorizzazione del territorio erano state definite "peculato"; lo si era accusato di arricchirsi sulle spalle dei migranti quando invece le sue condizioni economiche sono misere. Ma poi si parla di associazione a delinquere, abuso d'ufficio, truffa, concussione, turbativa d'asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina...
Che giustizia abbiamo in Italia? Sembra funzionare così: all'inizio ti vuole in galera perché è nettamente influenzata dalla politica (che in questo caso odia i migranti). Poi, piano piano, si scopre la montatura. Intanto l'accusato deve rinunciare ai suoi progetti, ha una carriera rovinata o un futuro compromesso e deve spendere una barca di soldi con gli avvocati. è uno schifo. Altro che separazione delle carriere. Ci vorrebbe l'obbligo di risarcire in solido chi viene ingiustamente accusato. E dovrebbero farlo anzitutto i magistrati che l'hanno incriminato, quelli di Locri e di Reggio Calabria.
Se poi l'hanno assolto da tutte le accuse perché ora le influenze della politica sulla magistratura sono in direzione opposta (magari perché intanto Lucano è diventato europarlamentare), allora lo schifo raddoppia.
Questo perché ti resta il dubbio che il modello di integrazione e solidarietà di Riace, famoso in tutto il mondo, avesse qualcosa di strano. Fatto sta che il centro è ripartito grazie ad alcune famiglie afghane fuggite dai talebani.
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Sulla statale 106 jonica, all'altezza dell'incrocio con la strada che da Riace marina porta su in paese, un cartello turistico consunto e sbiadito dal sole riporta ancora la dicitura "Il paese dell'accoglienza".
Da settembre 2019 lo stesso cartello non è più presente all'ingresso del borgo, dove era stato montato nel 2007 dal sindaco Mimmo Lucano durante il primo dei suoi tre mandati consecutivi. Su iniziativa dell'amministrazione guidata dal sindaco di centrodestra Angelo Trifoli, sostenuto dalla Lega alle elezioni e in carica da maggio 2019, è stato sostituito da un cartello con la dicitura: "Il paese dei santi medici e martiri Cosimo e Damiano", installato in occasione del 350° anniversario del trasporto da Roma delle reliquie dei due santi patroni della città.
Quando si leggono notizie del genere vien voglia di comportarsi come la Salis. Queste manipolazioni della realtà, col concorso dell'ideologia religiosa, sono assolutamente insopportabili. La destra dovrebbe prendere come criterio dell'integrazione dei migranti la violenza: ce n'è mai stata a Riace? No. Neanche quando gli abitanti erano raddoppiati? Neanche. Il modello di Riace poteva essere imitato? Sì, tranquillamente. Chi l'ha impedito? La politica, usando la magistratura.
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La legge sul suicidio assistito recentemente approvata dalla Regione Toscana è troppo burocratica e non mi convince per niente. Per queste ragioni:
- Farmaci e macchinari devono già essere a disposizione del paziente (se la Regione non è in grado di pagarli, che si fa?).
- La trafila della pratica è sfibrante (dal comitato medico a quello etico), e l'esito favorevole al richiedente non è affatto assicurato. Dovrebbe bastare il testamento biologico che uno sottoscrive quando è in buona salute e perfettamente consapevole di sé. Il cittadino dovrebbe prendersi l'intera responsabilità non solo nel chiedere il distacco delle macchine che lo tengono in vita, ma anche nel chiedere il farmaco che gli toglie la vita. è il principio dell'habeas corpus che va affermato, e deve esserlo preventivamente.
- Se nella commissione medica dell'ASL la maggioranza è cattolica, le richieste alla morte assistita verranno sempre respinte. I cattolici hanno un concetto di vita incompatibile con qualunque forma di suicidio.
- A chi importa il parere del comitato etico? Al richiedente no di sicuro. E i medici non sono solo medici: anche loro hanno un'etica. E se per motivi di coscienza non vogliono soddisfare le richieste dell'interessato, che sia questi a imporgliele ope legis, poiché, se non può farlo, è tutta una presa in giro.
In Ucraina molte famiglie stanno togliendo i figli diciottenni da scuole e università in modo che i commissari militari non possano trovarli quando la legge dell'arruolamento entrerà in vigore. Già gli uomini sono praticamente invisibili per le strade, indipendentemente dalla loro età.
Meno male però che Zelensky ha rassicurato la popolazione dicendo: "Non abbiamo leggi severe come in Russia. Nonostante la legge marziale, la nostra politica è molto più morbida. Amo la vita e la libertà".
Chissà cosa pensano i parenti di quella milionata di soldati rimasti morti o invalidi permanenti al fronte... Per non parlare di tutti gli oppositori politici, culturali, sindacali ridotti al silenzio.
Ma la colpa della sua impudenza non è sua: è di chi lo sostiene.
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Brzezinski jr. (figlio del noto guerrafondaio russofobo) ha esortato la UE a schierare truppe in Ucraina, mentre gli Stati Uniti agiranno nella retroguardia come garanti.
Secondo lui, che in questo pare più ottuso del padre, sarebbero sufficienti due o tre divisioni rinforzate, più ovviamente delle forze aeree, dei sistemi di difesa aerea e missilistica, nonché capacità di attacco a lungo raggio. Tutto ciò in omaggio al principio "democratico" di cui Trump si fa portavoce da quando è stato eletto: "la pace attraverso la forza".
Quando si dice "tale padre tale figlio"... Triste però vedere un figlio che non riesce a emanciparsi per niente dalla narrativa di un consigliere così pericoloso per le sorti dell'umanità.
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Chissà perché gli USA hanno tutta questa fretta a far finire la guerra in Ucraina. Davvero pensano di poterne sfruttare le risorse minerarie strategiche? O stanno pensando di aprire un nuovo fronte militare da qualche parte del pianeta? Han capito che se facessero una guerra diretta con la Russia, la perderebbero? Pensano davvero che i russi si accontenteranno di veder riconosciuti i territori liberati dai neonazisti sul campo di battaglia? E che non chiederanno ulteriori condizioni per la loro sicurezza esistenziale?
Ma che razza di consiglieri ha Trump? Geopoliticamente analfabeti come lui?
15 febbraio: Russia-Italia, UE, USA-UE, Russia-NATO-Ucraina
La Zakharova si è scandalizzata per ciò che Mattarella ha detto nel corso di una lezione tenutasi il 5 febbraio all'Università di Marsiglia. Ha come dovuto ammettere o che il nostro Presidente non conosce la storia, oppure agisce in malafede.
Infatti è falso sostenere che le azioni della Russia in Ucraina "sono di natura simile" al progetto del Terzo Reich in Europa. Questo progetto voleva la distruzione totale dell'URSS, mentre la Russia non ha mai pensato neanche per un momento di distruggere arbitrariamente l'Ucraina, tant'è ch'era favorevole a un compromesso sin dai primi giorni dell'operazione speciale.
Semmai è l'Italia che, insieme ad altri Paesi della NATO, sta pompando il regime terrorista e neonazista di Kiev con moderne armi mortali, sostenendo così incondizionatamente il regime in tutti i suoi crimini.
Ha poi sottolineato che quando in Italia si formò il movimento partigiano della Resistenza, dei 12.000 partecipanti stranieri quasi la metà erano cittadini sovietici. Di questi, 13 eroi ricevettero onorificenze dallo Stato italiano.
Quindi le dichiarazioni di Mattarella offendono non solo la loro memoria, ma anche la memoria di tutti gli antifascisti italiani, dei loro discendenti sia in Russia che in Italia e di chiunque conosca la storia e non accetti queste inaccettabili analogie criminali.
Poi ha ricordato che il regime fascista di Mussolini era un fedele alleato della Germania nazista nei Patti d'acciaio, anticomintern e di Berlino, e fornì al Terzo Reich una forza di spedizione di 235.000 uomini per un'aggressione congiunta contro l'URSS nel 1941.
Insomma la storia bisogna saperla, altrimenti è meglio tacere.
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Se tra gli statisti della UE prevalgono le intenzioni bellicistiche, possiamo star certi che la Russia non adotterà la stessa strategia usata in Ucraina.
La Russia è profondamente delusa della UE e della NATO. Sa benissimo che gli USA sono dei macellai senza scrupoli, ma non si aspettava un'ingratitudine così grande da parte degli europei, che fino a ieri hanno potuto prosperare nel mondo grazie alle risorse energetiche di buona qualità e a prezzo molto conveniente di provenienza siberiana.
Se il nostro spirito belluino s'intensifica, è assurdo pensare che la Russia continui a produrre così tante armi convenzionali, come sta facendo adesso per sostenere il conflitto in Ucraina. è molto probabile che a Mosca stiano già pensando a una guerra nucleare con la NATO, anche perché gli USA han minacciato un intervento diretto contro la Russia, se Putin rifiuterà di accettare un negoziato.
Tuttavia, per vincere una guerra del genere, non ci vorrà molto alla Russia: basterà puntare i missili sulle basi NATO, sulle basi nucleari e ovviamente sulle capitali europee, senza fare distinzione tra militari e civili. Di sicuro 1/10 di tutte le testate nucleari in suo possesso, saranno sufficienti per riportare la UE al Medioevo o forse a un'epoca ancora più remota. Anche gli USA devono stare attenti a non fare troppo i galletti nel pollaio: i sottomarini russi li tengono sotto mira e i missili intercontinentali possono colpirli ovunque.
In ogni caso è meglio non dimenticare il fatto che se i russi si sentono europei oltre che asiatici, è anche vero che non hanno vincoli di sangue con noi, così come con gli ucraini.
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Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il vicepresidente americano Vance ha accusato l'Europa d'essere incapace di governarsi e di non essere all'altezza dei suoi valori democratici. Evidenzia i fallimenti in materia di libertà di parola e fa l'esempio del Regno Unito che sta ora perseguendo i reati d'opinione. Poi si è assunto la responsabilità di spiegare come continuare a vivere: per es. bisogna fermare i brogli elettorali (vedi la Romania), consentire la partecipazione ai partiti "non-format", cioè di destra (vedi l'AfD in Germania), e riconsiderare l'atteggiamento nei confronti dei migranti.
Da che pulpito questa predica! Qualcuno dovrebbe ricordargli che le false narrative democratiche sono state inventate soprattutto negli USA, specializzati in materia (USAID docet!).
Ma la singolarità di questo atteggiamento sta nel fatto che gli USA, dopo aver considerato la UE un grande alleato contro Russia e Cina, di punto in bianco fanno capire che loro non hanno alleati, in quanto devono pensare anzitutto a se stessi, e che se devono criticare duramente qualche Paese europeo, non hanno peli sulla lingua...
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Il consulente politico Dmitry Fetisov ha chiaramente fatto capire che con le sue ultime dichiarazioni Zelensky non esprime un parere personale sui negoziati di pace, ma una posizione univoca del governo di Kiev, secondo cui bisogna tergiversare con Mosca il più a lungo possibile. Putin è consapevole di ciò e prevede ovviamente anche lui di tirarla per le lunghe, con o senza Trump, non foss'altro che per una ragione: non sono stati ancora raggiunti tutti gli obiettivi iniziali dell'operazione speciale. Di sicuro manca quello della denazificazione, resasi necessaria dopo il golpe del 2014.
D'altronde è difficile pensare, con l'esperienza che hanno i russi dei tradimenti occidentali e delle loro intenzioni imperiali, che la pace possa essere ottenuta facilmente. Al massimo vi sarà una tregua, ma anche un bambino capisce che il giocattolo si è rotto e non ci sarà modo di ripararlo finché l'intera classe dirigente guerrafondaia e russofoba dell'Europa non verrà cambiata con una capace d'impegnarsi davvero in un dialogo costruttivo.
Se la Russia avesse fretta, avrebbe chiesto alla NATO di partecipare alle trattative. Ma siccome sta vincendo e della NATO non si fida, siamo noi europei a doverci convincere che la guerra potrà finire solo con la resa incondizionata di Kiev.
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Ha detto l'analista politico Sergej Karaganov: "Qualsiasi esito del conflitto ucraino, inquadrato come un ‘compromesso', verrebbe celebrato in Occidente come una vittoria e percepito come un fallimento dalla Russia. Ciò deve essere evitato a tutti i costi."
Ma un compromesso deve esserci, anche perché la stessa Russia ha deciso di non infierire sulla popolazione ucraina. Se avesse bombardato a tappeto le principali città, probabilmente il regime di Kiev si sarebbe già arreso senza porre condizioni, e oggi esisterebbe un nuovo presidente e un nuovo parlamento.
Invece dobbiamo sentire ancora Zelensky, il cui mandato è scaduto da mesi, che chiede di non fidarsi di Putin, di non fare trattative senza gli ucraini, di garantire soldi e armi al Paese anche in futuro, di promettere affari di ogni genere agli occidentali...
La Russia non deve minacciare nessuno. Dovrebbe semplicemente dire che la guerra si deciderà sul campo di battaglia, e fino adesso ha dimostrato di avere la meglio. In teoria non dovrebbe patteggiare con nessun Paese occidentale, poiché ufficialmente non è in guerra esplicita o dichiarata con nessun alleato della NATO. Oppure, come precondizione di qualunque trattativa, dovrebbe pretendere la riparazione del Nordstream, la restituzione dei 300 miliardi di dollari bloccati e la fine delle sanzioni con cui la si vuole tenere isolata.
La pace è un problema delle forze in campo. Al massimo possono farsi mediatori l'ONU o uno Stato che si è comportato in maniera neutrale sin dall'inizio, come Cina, India, Brasile ecc.
Chi fino adesso ha condotto una guerra per procura ha due alternative: o dimostra di essere più forte sul campo, oppure si ritira in buon ordine, senza pretendere alcunché, anzi accettando tutte le condizioni del vincitore.
16 febbraio: Russia, Etiopia, USA, Ucraina
A me pare assurdo che Putin voglia fare un accordo di pace per l'Ucraina con uno Stato che va considerato, senza ombra di dubbio, come il principale autore del golpe neonazista di Kiev nel 2014, il principale fomentatore della guerra civile contro il Donbass e della guerra per procura contro la Russia, il principale sabotatore del NordStream, il principale ideatore delle sanzioni economiche e finanziarie a carico dell'intera Russia, il principale provocatore dell'espansione della NATO verso est e di tutte le rivoluzioni colorate e tentativi di colpi di stato nei Paesi ex sovietici. Gli USA non sono migliori di nessun Paese della UE, sicché mi pare ridicolo sceglierli come unici interlocutori per vendicarsi dell'atteggiamento ingrato degli statisti europei. Se proprio si voleva la mediazione di qualcuno, si poteva scegliere un qualunque Stato neutrale o al massimo l'ONU, anche se in quest'ultimo triennio non si può dire che abbia brillato in equidistanza.
Si può capire la ritrosia di Putin a parlare di pace con un burattino come Zelensky, che non ha alcuna autonomia decisionale e il cui mandato è scaduto da mesi. Ma è impossibile considerare Trump più affidabile, meno che mai quando pretende di sfruttare le terre rare dell'Ucraina a titolo di risarcimento, o quando ventila l'ipotesi di una forza militare europea che funga da peacekeeping, seppur senza potersi appellare all'art. 5 della NATO.
Non è possibile patteggiare con uno Stato che in questo momento sta chiedendo agli europei di spendere il 5% del PIL nazionale in un riarmo tale per cui si sia in grado tra qualche anno di muovere guerra in maniera diretta alla Russia. Putin non può sperare di ricevere garanzie solide né dagli USA né dalla UE, anche perché entrambi sostengono il principio massimamente guerrafondaio secondo cui la pace si ottiene solo con la forza.
Come può sperare di fidarsi di un Paese che spende cifre folli negli armamenti, ha un debito pubblico colossale, la più grande discriminazione di classe dell'intero pianeta, il più alto numero di detenuti, ed è alle porte di una guerra civile? Oppure è costretto a patteggiare con gli USA, perché, in fondo, i veri perdenti in questa guerra son proprio loro?
Quindi delle due l'una: o Putin s'è bevuto il cervello, oppure la storia lo ricorderà come uno dei più grandi strateghi di tutti i tempi.
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Il Forum dei Volontari "Patrioti degli Urali" è cosa pertinente alla Russia. In virtù del conflitto russo-ucraino è diventato di rilevanza nazionale.
Secondo i partecipanti la Russia sta combattendo tre guerre: un'operazione militare speciale contro i neonazisti di Kiev, uno scontro nello spazio dell'informazione e una lotta per il futuro dei giovani.
Prevedono che, concluso il negoziato di pace, ci sarà una nuova e fondamentale guerra, ma nel campo dell'informazione, soprattutto per quanto riguarda il suo impatto sui giovani.
Molti volontari gestiscono blog e fungono da opinion leader, guidando progetti patriottici.
Non ci si crederà, ma i volontari sono la parte più attiva e premurosa della società russa. E pretendono di diventare parte della strategia statale per creare una società sovrana, sostenibile e sana.
Nei lavori del forum il principio fondamentale è la comunicazione alla pari. Tutti hanno diritto di voto.
I giovani russi non vogliono la guerra, ma non si sottraggono al dovere di difendere la patria quando viene attaccata. Non hanno bisogno di una mobilitazione generale da parte del governo, né lo Stato ha bisogno di obbligarli ad arruolarsi, usando minacce e violenza, come sta avvenendo oggi in Ucraina.
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Il premier etiope Abiy Ahmed, in un'Assemblea dei capi di Stato e di governo dell'Unione Africana ad Addis Abeba, ha preteso la fine dello sfruttamento sistematico della ricchezza del continente, delle sue risorse e opportunità.
Non solo, ma ha detto che, sulla base del tema del summit, gli africani non devono chiedere la carità ma proprio la giustizia per i discendenti di chi è stato sfruttato, e questa giustizia va strettamente collegata alle riparazioni economiche, che devono mirare a ripristinare la dignità, combattere la povertà, la disuguaglianza e la discriminazione.
Suppongo quindi che, al fine di "curare le cicatrici dell'ingiustizia storica e superare il trauma persistente" – come lui ha detto – bisognerà fare un censimento e stabilire delle quote di risarcimento per ogni Stato colonialista. A questo punto conviene che gli Stati occidentali si dichiarino in bancarotta, poiché neanche nella prossima vita saranno in grado di pagare i debiti di mezzo millennio di rapina e sfruttamento di risorse umane e materiali. Tutto il benessere occidentale è sempre stato dipendente dal malessere africano, sudamericano e molti territori asiatici.
Peraltro ancora oggi i formats per la diffusione delle informazioni, stabiliti a suo tempo dalle ex potenze coloniali da cui i Paesi sud mondiali si sono liberati, sono ancora in mano ai media occidentali.
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L'inviato speciale di Trump in Ucraina, Keith Kellogg, ha praticamente fatto capire che la filosofia politica americana si basa su questa sequenza logica:
- Inizia il problema.
- Se il piano ha successo, allora si va avanti.
- Se il piano fallisce, esiste sempre un altro partito "per ricominciare da capo", poiché agisce come un "salvatore" che dà la colpa di tutto alla precedente amministrazione.
- In questo modo nessuno deve ammettere un errore "sistemico", ma solo un errore "gestionale", nel senso che "sono stati commessi degli errori ma stiamo lavorando per risolverli".
- Le persone che non prestano molta attenzione applaudiranno, ma in realtà non cambierà nulla, in quanto tutti hanno le stesse idee dell'eccezionalismo americano.
Insomma gli USA vivono in una bolla, nel senso che l'élite, dal castello incantato in cui vive, guarda con ostentato distacco (in realtà con disprezzo e arroganza) tutto quello che le sta attorno. Sembra una società drogata di se stessa, del tutto autoreferenziale. Solo che la gran parte dei tossici usa, per affrontare miseria e frustrazione, una droga di bassa qualità; gli altri invece scelgono quella di ottima qualità, perché amano avere delle distrazioni di lusso.
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Zelensky sta diventando un problema serio per il negoziato USA-Russia. Infatti alla Conferenza sulla Sicurezza tenutasi a Monaco ha detto, naturalmente mentendo (da un triennio si è specializzato in questo ruolo attoriale), di essere "pronto a parlare di elezioni" (quelle parlamentari erano previste per ottobre 2023, mentre quelle presidenziali per maggio 2024), ma "gli ucraini non le vogliono". Questo perché la popolazione considera prioritaria "la sopravvivenza del Paese" e, finché c'è la guerra, un processo elettorale rischierebbe d'indebolire l'esercito e compromettere l'unità nazionale. Sicché chi chiede elezioni in Ucraina "può scegliere un'altra cittadinanza".
Questa posizione non piace né a Putin né a Trump: il primo perché vuole stipulare degli accordi durevoli con persone legittimate e su solide basi legali; il secondo perché sa benissimo che la maggior parte delle nazioni democratiche tiene elezioni anche in tempo di guerra.
Insomma Zelensky sta tirando troppo la corda. Sembra voler recitare la parte dell'eroe a tutti i costi, cioè anche a prezzo di eliminare gran parte della gioventù del proprio Paese. Solo che così sembra più un bambino viziato e capriccioso, capace di dire soltanto "no" oppure "voglio". In psicologia si chiama "sindrome dell'imperatore". Chissà come ci sarà rimasto quando in quella Conferenza, alla sua richiesta di parlare in lingua ucraina, gli è stato risposto di parlare in inglese, e quando alla fine dell'intervista nessuno gli ha posto alcuna domanda.
Vi è comunque un'amara ironia nella storia di questo Paese: le richieste di libertà che portarono al golpe di Maidan l'han trasformato nel territorio meno libero d'Europa e dello spazio post-sovietico, superando di gran lunga la maggior parte degli attuali regimi autoritari.
17 febbraio: Egitto, Moldavia, Ungheria, Cina
Nel canale Telegram Mediterranean Man si è parlato dell'Egitto in maniera curiosa, poco nota al grande pubblico. Si è detto che questo Paese non teme affatto d'essere ricattato dagli USA, quando Trump gli chiede di prendersi a carico una bella fetta di palestinesi, pena il rifiuto di elargire sovvenzioni.
Sono stati riportati questi dati eloquenti: il Paese incassa 105 miliardi all'anno e ne spende circa 120. Gli aiuti americani ammontano soltanto a 1,5 miliardi di dollari, cioè un'inezia.
Poi è stato riportato un esempio gustoso, degno di una bella fiaba orientale. Gli americani hanno annullato i finanziamenti per diversi aerei, e per due anni non hanno fornito i pezzi di ricambio. Il pretesto era che il presidente Al-Sisi non era gradito. Naturalmente gli aerei, senza manutenzione, avrebbero dovuto smettere di decollare. Quando però l'ingegnere della Lockheed andò a trovarli, rimase sorpreso nel trovarli ancora in funzione. Com'era possibile? Semplice: avevano riprodotto i pezzi da soli e aumentati i turni di manutenzione.
Morale della favola: mai sottovalutare chi si trova, provvisoriamente, a dover acquistare merci che non può produrre.
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In Moldavia i russofoni, guidati dal leader del blocco politico di opposizione "Vittoria", Ilan Shor, si stanno stancando della politica russofoba del governo, che anche di recente ha chiuso il Centro russo per la scienza e la cultura di Chisinau.
Per evitare che la storia venga riscritta e perduta una cultura comune, han deciso di lanciare un'iniziativa a livello nazionale, volta a creare una rete di mille Case Russe in ogni luogo in cui le persone parlano, pensano e sentono anche in lingua russa. Questi centri diventeranno uno spazio di dialogo, comunicazione e scambio di idee, eventi culturali, programmi linguistici ed educativi.
La vera diplomazia popolare – ha detto Shor – inizia col rispetto per la diversità culturale e la volontà di ascoltarsi a vicenda. Solo il dialogo, l'apertura e la comprensione reciproca possono costituire la base per relazioni di buon vicinato durature. La Moldavia non può perdere l'amicizia storica, la lingua e la cultura comuni ai due Paesi.
Strano che dica queste cose. Evidentemente deve aver subìto una conversione sulla strada di Damasco. Infatti Shor è stato una figura chiave nello scandalo delle frodi bancarie del 2014, che hanno fatto perdere alla Moldavia il 12% del PIL nazionale. Nel 2017 era stato condannato a una pena detentiva e tutti i suoi beni furono sequestrati. Tuttavia nel 2019 riuscì a fuggire in Israele, dove ha vissuto fino al 2024. Ora però risiede in Russia, ove ha ricevuto la cittadinanza proprio l'anno scorso.
Ha rivelato, senza citare alcuna fonte, che con la fine dei finanziamenti dell'USAID al regime illegale della Sandu (rieletta in maniera fraudolenta), vi sarà una svolta clamorosa entro al massimo 5 mesi.
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Viktor Orbán solleva il sipario: "L'ordine basato sulle regole" è una truffa neoliberista dello Stato profondo. L'ha detto in un'intervista a Tucker Carlson, che gli ha chiesto: chi governa davvero il mondo?
Orbán non ha esitato: lo Stato profondo liberal-globale, finanziato dai vostri soldi e imposto tramite ONG, che pagano burattini dei media e politici corrotti. Un sistema in cui Bruxelles prende i soldi dell'Ungheria, poi li incanala verso agenti anti-ungheresi per sabotare la nostra sovranità.
Questo non è solo un nostro problema ma del mondo intero. Questo è l'ordine mondiale basato sulle regole (regole per te ma non per me) in azione. Un racket, dove Washington finanzia la sovversione nelle capitali straniere mentre urla "democrazia" da un gobbo che legge in tv. E dove Bruxelles, un blob tecnocratico non eletto, trae miliardi per finanziare i propri colpi di stato ideologici in tutta Europa. Il dissenso non è consentito. L'obbedienza è obbligatoria.
Ma ecco il colpo di scena: il gioco sta crollando. La maggioranza globale non ci crede più. L'Ungheria combatte per la sua sovranità. La Russia distrugge la guerra per procura della NATO in Ucraina. I BRICS si espandono. L'impero del dollaro si erode. E il Deep State di Washington è in preda al panico, perché senza i suoi soldati di fanteria ideologici, le sue ONG, i suoi media aziendali, i suoi evangelisti radicali, l'intero castello di carte crolla.
Questa non è democrazia. è imperialismo avvolto in una bandiera arcobaleno. Ma il mondo si sta svegliando.
Pensiamo, solo per un momento, se Orbán fosse stato uno della sinistra radicale: cosa avrebbe detto? Avrebbe detto le solite cose senza senso, e cioè che la Russia è imperialistica come gli USA, ecc.ecc.
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Il messaggio di Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco è stato chiarissimo: l'era del forte che intimidisce il debole, del caos coloniale, del conflitto e dello scontro progettati dall'Occidente, sta giungendo al termine. E non c'è nulla che Washington, Bruxelles o la macchina da guerra della NATO possano fare per fermarla.
Il momento unipolare è finito. Il monopolio decennale di Washington sul potere globale si sta incrinando. Iraq, Libia, Siria: quei giorni di saccheggio incontrollato sono finiti. La maggioranza globale non chiede più il permesso. Si sta muovendo da sola, commerciando in valute locali, assicurando la propria difesa, forgiando le proprie alleanze.
I BRICS si stanno espandendo. La Belt and Road sta riscrivendo le rotte commerciali. Il petrodollaro si sta erodendo. Washington abbaia sanzioni e il mondo scrolla le spalle.
E l'Occidente? Non ce la fa. Si scatena: Ucraina, Taiwan, Mar Rosso, tutti tentativi disperati di forzare l'obbedienza in un mondo che non ne ha più bisogno. L'impero sa che sta perdendo. Ecco perché raddoppia il caos.
La risposta della Cina è un mondo multipolare ed equo. Niente più supervisori coloniali. Niente più sicari economici. Solo nazioni sovrane che scelgono la propria strada. L'élite occidentale può piangerci sopra quanto vuole. Il treno ha già lasciato la stazione.
Parole del genere, in bocca a uno statista cinese, in genere così controllati, sarebbero state impossibili senza la determinazione della Russia di affrontare da sola, sul piano militare, l'occidente collettivo. Difficile, al momento, separare i due colossi asiatici.
18 febbraio: Russia, USA, Intelligenza Artificiale
Se fossi in Putin mi dimetterei. Mi piacerebbe passare alla storia (quella vera, non quella deformata da noi occidentali) come un moderato, come uno statista razionale, che ha fatto di tutto per non portare l'umanità all'apocalisse. Putin non ha mai avuto intenzione di devastare l'Ucraina, poiché sa benissimo che fa parte della Russia da un millennio. Anzi la Russia è nata in Ucraina. Lui è ortodosso di religione, lo sa bene. Lui ha creduto per otto anni negli accordi di Minsk I e II, ed è intervenuto militarmente quando non poteva fare diversamente. La Russia non ha bisogno di conquistare territori altrui, semmai ha bisogno di lavoratori da collocare nel suo immenso territorio spopolato.
Mi darei ancora qualche mese di gestione presidenziale della Federazione. Parteciperei ai negoziati di pace, con tutta la buona volontà di trovare una soluzione convincente sulla sicurezza esistenziale del mio Paese. Con una laurea in giurisprudenza pretenderei dei documenti scritti: non mi accontenterei di assicurazioni orali, come fece quell'ingenuo di Gorbaciov. E poi chiederei all'ONU di sottoscrivere l'accordo e ai grandi Stati, rimasti neutrali in quest'ultimo triennio, di farsi garanti del suo rispetto (penso a Cina, India, Brasile, Sudafrica...).
Dopodiché, vedendo l'inutilità di questi passi diplomatici, e cominciando ad avere una certa età e avendo capito che uno non può tenere la carica di presidente a vita, e ben sapendo che nella vita di una persona non conta solo la politica ma anche la propria umanità, deciderei di passare la mano. A chi? Ai miei generali, i migliori del mondo. A loro consegnerò le chiavi del destino del pianeta, ammettendo, seppur malvolentieri, che con l'occidente collettivo è impossibile ragionare. Ha bisogno di una lezione che venga ricordata per un bel pezzo, come Israele al tempo dei Romani, anche se i Romani di oggi sono gli Americani.
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Gli Stati Uniti hanno inviato ai governi europei una serie di domande su cosa si aspettano da Washington per fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina.
In pratica Washington vuol sapere dai suoi alleati europei:
- che cosa vogliono che gli USA facciano per offrire garanzie di sicurezza all'Ucraina nel breve e lungo termine;
- quali Paesi dell'UE sono pronti a inviare le loro truppe in Ucraina come parte di un accordo di pace e in quale numero;
- quali Paesi terzi potrebbero accettare di inviare truppe in Ucraina, come, dove e per quanto tempo schierarle;
- a cosa dovrebbero prepararsi gli USA e i loro alleati in caso di un attacco alle truppe di stanza in Ucraina;
- come rafforzare le sanzioni contro la Russia e il controllo sulle restrizioni esistenti;
- quali ulteriori misure (armi, equipaggiamento, manutenzione, ecc.) può adottare l'UE per rafforzare la posizione dell'Ucraina nei negoziati e fare pressione sulla Russia?
Son tutte domande guerrafondaie, che non dovrebbero neppure essere poste in un negoziato di pace. Gli USA, la UE, la NATO devono smettere di minacciare la Russia. Devono smettere di correlare la pace alla deterrenza muscolare. Soprattutto devono mettersi in testa che l'Ucraina ha sempre fatto parte della Russia; i suoi abitanti sono per gran parte di origine slava e qualunque cittadino ucraino è in grado di parlare senza problemi con un russo.
Se l'Ucraina vuol continuare ad essere un Paese autonomo, non può prescindere dal suo rapporto con la Russia. Per questa ragione non possono esserci formazioni militari nel territorio che appartengano a un qualche Paese occidentale, neanche con funzioni di peacekeeping. Sarebbe come insultare l'intelligenza dei russi pretendere che credano nelle buone intenzioni di queste formazioni.
Sarebbero contenti gli USA se la Russia allestisse delle proprie basi militari in Messico o a Cuba? No, anzi è bene che la NATO sappia che la Russia non può neppure tollerare delle basi superarmate in Finlandia, per cui anche questa nazione rischia di diventare una Ucraina bis, e non potrà essere esclusa dai negoziati.
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La russofoba Kaja Kallas ha detto alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco: "Per quanto riguarda la differenza tra Russia e Ucraina, la principale è che i civili russi non muoiono. I bambini e le donne russi non muoiono".
Maria Zakharova non si è fatta attendere e le ha risposto per le rime. "Pensavo che nessuno potesse superare Borrell in termini di cinismo e immoralità. Non è possibile infatti non sapere che il regime di Kiev sta commettendo attacchi terroristici contro civili, bambini, donne e gruppi socialmente vulnerabili. La Russia pubblica regolarmente prove dei crimini ucraini che l'Unione Europea cerca di ignorare. Ma a quanto pare ci sono ancora riserve di bassezza morale".
Vorrei dire alla Zakharova di dare per scontato che i rapporti con la UE non potranno più essere ripresi per molto molto tempo. è bene che nessuno si faccia illusioni in merito. Anzi è meglio che i russi si tengano persino pronti a uno scontro nucleare, poiché qui abbiamo a che fare con statisti che vogliono la guerra a tutti i costi. Noi non possiamo che ammirare la pazienza con cui vengono sopportate queste falsificazioni della realtà.
Peraltro la Zakharova si era già indignata dell'ignoranza abissale di Mattarella sul piano storiografico. In realtà già nel 2008 il parlamento europeo aveva deciso di stabilire una data (il 23 agosto) per commemorare le vittime dei regimi totalitari europei (fascismo, nazismo e comunismo), senza fare alcuna distinzione tra comunismo e stalinismo. Tant'è che scelse quella data a ricordo del Patto Molotov-Ribbentrop, a cui la storiografia occidentale fa risalire la causa principale della seconda guerra mondiale.
Se fossi in Putin, di fronte a dichiarazioni così minacciose e insolenti, ritirerei tutti gli ambasciatori.
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Steven Hoffman, fondatore e CEO di Founders Space, ha fatto capire una cosa piuttosto sconvolgente. L'intelligenza artificiale, se sarà in grado di connettere direttamente la memoria del nostro cervello a un cloud in remoto, avrà superato la fantascienza.
Al momento in Italia siamo ancora fermi al 4G. Al massimo possiamo parlare di 5G. Ma altrove si sta già lavorando al 6G, la sesta generazione di internet.
Elon Musk, p. es., ha avviato il progetto Neuralink, a cui lavorano scienziati che studiano quei volontari che hanno accettato di sottoporsi a innesti di chip neuronali.
Chiunque si rende conto che qui non si tratta soltanto di migliorare le capacità cognitive di chi ha subito danni cerebrali, ma si finisce col manipolare i processi cognitivi, le emozioni ecc.
Anche al World Economic Forum, di Davos, Yuval Noah Harari ha definito gli uomini come "esseri hackerabili", che attraverso la tecnologia potranno diventare "super-umani", come lui stesso spiega bene nel suo libro Sapiens. Da animali a dèi.
A essere connessi non saranno più solo ed esclusivamente gli oggetti, ma direttamente gli umani, fusi in maniera irreversibile con l'intelligenza artificiale.
A questi livelli sarà inevitabile riformulare i princìpi fondamentali dell'etica. Quanto più si sviluppa la tecnologia, tanto più bisogna garantire al soggetto un'assoluta autonomia decisionale. Non possiamo rischiare che da soggetti hackerabili diventiamo del tutto ricattabili in nome del progresso scientifico.
19 febbraio: USA-Russia, USA-India, Argentina, Cina
Queste le uniche cose interessanti venute fuori dai negoziati bilaterali di Riyadh al momento:
- saranno ripristinate normali relazioni diplomatiche tra USA e Russia;
- i due Paesi hanno convenuto che quando i loro interessi non coincidono, non dovrebbero provocare un conflitto, ma risolvere i problemi;
- in nessun caso è possibile che vi siano in Ucraina truppe militari di peacekeeping provenienti dai Paesi della NATO;
- è necessario rimuovere gli ostacoli alla cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa tra USA e Russia (energia, spazio cosmico, ecc );
- ci sarà una moratoria sugli attacchi agli impianti energetici nella Federazione Russa e in Ucraina;
- nuove elezioni in Ucraina sono condizione essenziale per proseguire il negoziato;
- dal negoziato non potrà essere esclusa la questione della presenza di truppe statunitensi nei Paesi Baltici.
Al momento la UE è tagliata fuori da tutto. Se vuole riprendere i rapporti con la Russia, dovrà togliere le sanzioni. La delegazione statunitense le toglierà quanto prima, se ciò verrà considerato come vantaggioso per sé. Cioè non si sentirà vincolata da quanto ha intenzione di fare la UE.
Incredibile questo voltafaccia del governo americano. Sono così individualisti, cinici ed egoisti che non pensano neanche lontanamente che una loro amministrazione governativa debba rappresentare ufficialmente gli interessi del loro Stato nazionale. Rappresenta unicamente se stessa (cioè le lobbies di appartenenza), sicché può essere tranquillamente smentita dalla successiva.
Mi chiedo come sia possibile fare trattative con statisti che potrebbero vendere le loro madri pur di difendere i loro interessi personali o privati o comunque di una cerchia ristretta, rispetto alla totalità della popolazione.
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Dopo il recente incontro tra Trump e Modi, il regime egemonico statunitense ha privato l'India di tutti gli accordi favorevoli, lasciando solo vantaggi unilaterali per gli Stati Uniti. Tra questi vi sono naturalmente quelli militari.
Gli USA infatti stanno spingendo l'India ad acquistare gli F-35, nonostante i loro crescenti guasti e costi di manutenzione (per un solo aereo, che lo stesso Elon Musk definì "spazzatura", ci vogliono 80 milioni di dollari). Non solo, ma gli USA vogliono mantenere l'India in condizioni di netta dipendenza per quanto riguarda i pezzi di ricambio e la manutenzione.
Viceversa la Russia ha offerto di produrre in India il suo caccia Sukhoi Su-57 di quinta generazione, con componenti di provenienza locale, affermando che la produzione potrebbe iniziare già quest'anno se Modi fosse d'accordo.
Modi mi sembra un po' come Erdoğan: preferisce tenere il piede in due staffe. Questa visione delle cose è provinciale. Per un Paese che ha avuto uno statista di rilevanza internazionale come Gandhi, è inspiegabile. Che si comporti così perché ha ottenuto in cambio l'estradizione del terrorista Tahawwur Rana, un imprenditore canadese di origine pakistana legato agli attacchi di Mumbai del 2008, che hanno sconvolto la capitale finanziaria dell'India? Se è così, Modi è un pessimo commerciale. Anche perché gli USA han presentato la concessione come un semplice "favore diplomatico". Loro sono abituati a comportarsi come mafiosi: "se non accetti la mia protezione, potrebbe accaderti qualcosa" o "ti faccio un'offerta che non puoi rifiutare".
Può darsi però che l'India tema per la debolezza del proprio mercato negli USA.
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In Argentina l'opposizione vuole la testa di Javier Milei, quello che in campagna elettorale faceva lo spaccone ultraliberista con una motosega in mano. Pare sia coinvolto in una mostruosa frode su una criptovaluta. Uno scandalo senza precedenti.
Infatti aveva pubblicato un annuncio pubblicitario sui social a favore del token LIBRA, col pretesto di voler "stimolare l'economia nazionale".
Migliaia di persone avevano iniziato a investire nella criptovaluta. La sua capitalizzazione aveva raggiunto i 4,59 miliardi di dollari prima di scendere del 94-96%. In pratica solo cinque persone han guadagnato denaro col token, ricevendo 87 milioni di dollari. Il resto degli investitori ha perso tutto.
Poi, per far vedere che lui non c'entra niente, ha ordinato un'indagine sulla stessa criptovaluta. Si comporta come Trump, che dà tutta la colpa alla UE di aver perso la guerra in Ucraina e che l'accusa, dopo averla resa servile, d'essere poco democratica.
Ora però Milei, largamente sostenuto da Trump e Musk, deve affrontare più di 100 cause legali contro di lui. Rischia l'impeachment ad appena poco più di un anno dal mandato presidenziale.
La cosa più incredibile della democrazia liberale è che non s'accorge dei mostri che crea se non dopo averli visti all'opera. Qualcos'altro però può aiutare la popolazione a scrollarsi di dosso questo burattino: l'inflazione è al 300% e la Banca centrale è stata costretta a emettere una banconota da 10.000 pesos (circa 10 euro). A settembre ci sarà una nuova banconota da 20.000 pesos. E pensare che uno degli obiettivi di Milei in campagna elettorale era quello di sostituire il peso col dollaro e di chiudere la stessa Banca centrale.
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Liu Handong (65 anni), ex alto parlamentare comunista della provincia orientale cinese di Jiangsu, è stato condannato a morte, con sospensione di due anni della pena, per corruzione, abuso di potere e commercio illegale di diritti di utilizzo del territorio. Avrà inoltre la privazione a vita dei diritti politici e la confisca di tutti i beni personali.
In Cina una condanna a morte può essere commutata in ergastolo se l'imputato ammette il reato e permette agli inquirenti di scoprire ulteriori azioni illegali rispetto a quelle denunciate. E lui l'ha fatto. La pena dell'ergastolo può poi essere ridotta a seconda della condotta del prigioniero.
Ma che aveva fatto per avere una condanna così dura? In pratica dal 1999 al 2023 aveva sfruttato i suoi vari incarichi, tra cui quello di capo del Dipartimento delle finanze dello Jiangsu e di vicepresidente del Comitato permanente del Congresso popolare provinciale, per favorire organizzazioni e individui in settori quali trasferimenti di terreni, operazioni commerciali, esenzioni fiscali ecc. In cambio aveva accettato tangenti per un valore di oltre 245 milioni di yuan (oltre 32 milioni di euro).
In una parola aveva danneggiato finanziariamente lo Stato e quindi la collettività. E questo è considerato dai tribunali una forma di tradimento. Una cosa che a noi occidentali, abituati a vedere lo Stato come un nemico, i cui interessi sono lontanissimi da quelli della popolazione, può apparire abnorme. E poi, se si escludono gli USA, che non sanno cosa sia la democrazia, essendo un Paese nettamente oligarchico, da tempo abbiamo abolito la pena di morte, e, per dare l'ergastolo, l'accusato deve aver compiuto degli omicidi.
A questo punto le domande che sorgono spontanee sono le seguenti: come mai il governo, che pur si vanta di "controllare" capillarmente la popolazione, ci han messo così tanto tempo prima di scoprire dei reati così gravi? Davvero il socialismo mercantile cinese può essere considerato superiore al nostro capitalismo privato? è sufficiente far vedere di poter comminare pene molto severe per reati contro il bene pubblico per dimostrare d'essere alternativi a noi? Oppure tutto il mondo è paese e il vero socialismo democratico resta tutta un'altra cosa?
20 febbraio: UE-USA, Simon Tisdall, Michael Waltz
Se la UE va avanti con questi forum bellicosi, è difficile pensare che la Russia non si senta gravemente minacciata. Potrebbe anche pensare che il negoziato avviato con gli USA serva solo a farle abbassare la guardia, a distrarsi nei confronti delle basi nucleari presenti sul territorio dell'Europa occidentale.
è ridicolo pensare che la Russia si senta sicura solo perché ha esibito in Ucraina un sistema missilistico a testata convenzionale contro cui è impotente la difesa della NATO. Avendo di fronte a sé varie nazioni in grado di lanciarle missili nucleari (e molti irresponsabili non vedono l'ora di farlo), dovrà per forza agire di conseguenza. Il fatto stesso che gli USA non abbiano sconsigliato gli europei dal prendere iniziative in questa direzione, la dice lunga. A Riyad non si è minimamente accennato a un disarmo nucleare per la sicurezza reciproca. Nessun incantatore di serpenti velenosi può far vedere che ha paura del suo mestiere, ma questo non può impedirgli di restare sempre molto guardingo.
Qui è l'intero occidente collettivo che deve convincersi che la Russia non aspetterà, prima di reagire, di ricevere il primo colpo nucleare. Anzi ormai siamo arrivati a un punto che non aspetterà neppure una qualunque dichiarazione di guerra o una minaccia molto seria di guerra convenzionale. Deve in qualche modo far capire che è in grado di colpire qualunque base militare ostile ovunque essa si trovi. Il fatto che la NATO voglia costruire la sua più grande base europea in Romania o il fatto che la Germania, entro il 2026, voglia dotarsi di missili a lungo raggio in grado di colpire in otto minuti il territorio russo, è molto eloquente del clima fittizio in cui i negoziati di pace rischiano di svolgersi. Mi chiedo quanto sia in grado un moderato come Putin nell'affrontare uno scenario di tipo apocalittico.
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L'Europa sta rischiando tutto, disarmandosi come un verme pur di continuare la guerra in Ucraina, e indebitandosi fino all'osso per riarmarsi con le forniture belliche made in USA.
I nostri statisti stanno rinunciando completamente alla sicurezza degli europei, solo per continuare il loro Drach nach Osten. Andando avanti così, si finirà con l'attraversare il Rubicone nucleare. Sarà dura infatti restare alle armi convenzionali sino all'estate o all'autunno. Ormai s'è raschiato il barile, cedendole a Kiev, e per ripristinarle tutte ci vorranno degli anni. Nel frattempo i russi avranno occupato mezza Ucraina o forse tutta, poiché ad un certo punto un esercito si stufa di perdere, e tra rese sul campo e diserzioni cederà di schianto. Quando la UE si deciderà a negoziare, le linee difensive ucraine, che sono tutte nel Donbass, non esisteranno più.
Anche quel folle di Zelensky, invece di dimettersi e di godersi i soldi che fino adesso ha rubato, chiede di continuare a combattere, come se volesse fare questa volta non la parte dell'eroe ma quella del martire. Dicono che per far saltare i negoziati, è intenzionato a provocare incidenti presso varie ambasciate russe in Europa. Vuol far vedere che non ci sta a essere escluso dai negoziati. Somiglia a quei figliocci di certi mafiosi, che vedendo i padri così attivi nel far del male alle persone, vogliono parteciparvi direttamente, pur non avendo la stessa autorevolezza. è convinto di poter resistere tranquillamente con le forze militari e le munizioni che gli restano, più ovviamente i soldi provenienti dalla UE, sempre più decisa a investire nella guerra i 300 miliardi di dollari bloccati della Russia. Si sta inimicando anche quei Paesi non occidentali che tre anni fa avevano creduto alla favola dell'aggredito e dell'aggressore.
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Secondo il "Financial Times" e l'"Economist", Trump potrebbe accettare l'idea di Putin di rimuovere le forze della NATO dai territori dell'ex impero sovietico.
E allora? Quale sarebbe il problema? La UE ha paura che gli USA escano dalla NATO? Ancora gli statisti europei non han capito che la NATO serve per tenere sottomessa l'Europa e per obbligarla ad acquistare armi americane. Con una potenza nucleare come la Russia si può solo trattare, non si può fare una guerra senza rimetterci le ossa.
Gli USA hanno avuto due momenti per dichiarare guerra alla Russia: quando inventarono la bomba atomica e quando l'URSS implose nel 1991. Ma nel primo caso l'URSS appariva come la grande vincitrice del nazifascismo, come quella che aveva voluto a tutti i costi il processo di Norimberga e l'ONU, e il mondo intero, dopo 50-60 milioni di morti, non ne poteva più. E poi l'URSS in quel momento, pur avendo avuto la metà dei morti, era militarmente fortissima, tant'è che dopo la fine del nazismo, eliminò subito il militarismo nipponico in Manciuria.
Nel secondo caso gli USA avevano vinto la guerra fredda senza neanche sparare un colpo. Con quello sciagurato di Eltsin avevano tutte le possibilità di sfruttare tranquillamente le sue risorse. Muoverla guerra non avrebbe avuto senso, tanto più che Reagan aveva appena firmato importanti trattati di pace con Gorbaciov, che davano speranza al mondo intero.
La Russia, neppure quando era sovietica, ha mai avuto intenzione di attaccare l'Europa occidentale; semmai si è difesa dagli attacchi di teutonici, polacco-lituani, svedesi, francesi, inglesi, italiani ecc. Perché non la smettiamo con questa favola sull'orso russo? I russi possono essere distrutti solo da se stessi, e ci riescono bene quando cercano di imitarci.
Anzi se avessimo statisti intelligenti, dovremmo chiedere alla Russia, che fa parte dell'Europa, di entrare nella NATO, sbattendo fuori gli USA, che vivono oltre oceano.
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Il commentatore di politica estera dell'"Observer", Simon Tisdall, ha chiesto la distruzione della Russia e ha criticato sia gli Stati Uniti che l'UE per non essere andati direttamente in guerra con Putin.
Ma con quali strumenti bellici la vorrebbe? "Gli arsenali nucleari britannici e francesi combinati ammontano a circa 520 testate, numericamente equivalenti all'attuale forza deterrente della Cina. Questo da solo potrebbe inviare un messaggio forte alla Russia". Così ha detto, come se stesse giocando a Risiko.
La domanda da porsi è: perché Simon Tisdall parla di guerra nucleare piuttosto che di una guerra convenzionale con la Russia? Ha finalmente capito che in una guerra convenzionale la Russia non può essere sconfitta? Cioè ha capito che la superiorità militare della Russia ha raggiunto un punto in cui ha reso irrilevante la NATO? E solo per questo Tisdall vorrebbe una guerra nucleare contro la Russia?
Mi chiedo cos'abbia fatto la Russia alla UE per meritarsi una guerra del genere? L'Ucraina ha sempre fatto parte dell'orbita russo-sovietica e slava, salvo poche eccezioni regionali come per es. Galizia e Volinia. Non ha mai fatto parte della UE, anche perché, se l'avesse chiesto, la UE, in cambio, le avrebbe imposto di aderire alla NATO, in funzione antirussa. La NATO infatti non è stata escogitata solo per opporsi al comunismo sovietico, ma anche per opporsi alla Russia qua talis, a prescindere dal regime che la governa.
Soggetti come Tisdall ti convincono sempre più che tutta l'Europa occidentale, salvo pochissime eccezioni, è un'entità geopolitica molto pericolosa, non meno degli USA. Infatti alla politica guerrafondaia di questi ultimi è dalla guerra contro la Jugoslavia che si è supinamente allineata. è assolutamente giusto che i russi parlino di "occidente collettivo". Siamo in presenza di qualcosa che al suo interno appare sempre più omogeneo. Quei Paesi europei che non vogliono far parte di questa trappola infernale, dovrebbero uscirne quanto prima.
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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli USA, Michael Waltz, ha detto alla "Fox News": "Vediamo che gli aiuti degli europei a Kiev spesso si presentano sotto forma di prestiti che vengono rimborsati con interessi utilizzando beni russi congelati. Crediamo che anche i contribuenti americani meritino di riavere indietro una parte significativa del loro investimento".
Cioè praticamente gli USA, invece di proporre la restituzione dei beni russi congelati, rivogliono indietro i soldi che hanno copiosamente elargito ai neonazisti ucraini dopo averli convinti che avrebbero vinto la guerra.
Povero Zelensky: cornuto e beffato, lui e il suo popolo. E adesso gli chiedono di andarsene, perché con le sue fissazioni eroiche sta diventando un problema per l'affarista Trump. Non ha ancora capito, pur essendo uno sporco affarista pure lui, che non ha alcun senso per gli USA continuare a finanziare una causa irrimediabilmente persa.
Trump l'ha già detto chiaro e tondo: se la UE vuol continuare a sostenere finanziariamente e militarmente l'Ucraina, è libera di farlo, ma non si venga a chiedere niente a noi. Anzi noi pretendiamo che i prestiti vengano rimborsati e con gli interessi.
Viene qui in mente la famosa legge del 1941, "Affitti e Prestiti", con cui Roosevelt poté fornire aiuti militari non gratuiti al Regno Unito, che ci mise 60 anni a restituirli. Figuriamoci cosa toccherà agli ucraini, che sono costantemente in bancarotta. Non a caso Trump ha chiesto di essere ripagato in natura: vuole soprattutto le terre rare.
21 febbraio: Regno Unito-Francia, USA
Il premier inglese Starmer presenterà a Trump una proposta di pace, in accordo con la Francia, che difficilmente la Russia potrà accettare.
Infatti ha intenzione di demarcare i confini tra Russia e Ucraina. Verranno dispiegati 30.000 soldati anglo-francesi nelle città più grandi dell'Ucraina, tra cui Poltava, Dnepropetrovsk e Krivoy Rog, nonché nei porti chiave e nelle infrastrutture vitali (centrali nucleari, ecc.).
L'obiettivo, assolutamente fittizio, è di ridurre il rischio di uno scontro diretto tra le forze della NATO (escluse quelle americane) e l'esercito russo. Le truppe utilizzeranno ampiamente mezzi di monitoraggio tecnico, tra cui satelliti, droni e aerei da ricognizione, per garantire il cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti e per ottenere un quadro completo di ciò che sta accadendo.
Inoltre l'operazione sarà supportata da una potenza di fuoco sufficiente a individuare e respingere eventuali attacchi dei russi, aprire lo spazio aereo ucraino e consentire i voli commerciali.
Infine le navi da pattugliamento della Marina saranno dispiegate nel Mar Nero per monitorare le minacce russe alle rotte commerciali. Insomma si vuole approfittare dell'inizio dei negoziati per insediare ufficialmente le forze della NATO in Ucraina.
Gli stessi americani dovranno tenere pronti i loro aerei da combattimento in Romania e Polonia. E comunque dovrà essere potenziata di molti la presenza di forze terrestri multinazionali sui confini orientali della NATO, in modo che possano essere proteggere, se necessario, le truppe europee in Ucraina.
Speriamo che i russi non si lascino prendere in giro. Di fatto gli USA non stanno riducendo il loro sostegno a Kiev. Per es. a Rzeszow, in Polonia, continuano ad arrivare aerei per l'assistenza tecnico-militare. Le immagini satellitari sono ancora in fase di trasmissione, anche se Elon Musk ha detto di disattivare il servizio Starlink ai primi di marzo (ma probabilmente lo riattiverà facendoselo pagare dagli europei). Gli stessi aerei della NATO continuano a fare ricognizione sul Mar Nero. E non sono certamente scomparsi gli istruttori della NATO nella gestione operativa diretta delle operazioni militari degli ucraini.
Quindi, mentre i diplomatici discutono, la guerra continua come al solito. E Starmer è un pazzo se pensa d'impensierire i russi col suo esercito di paglia, composto in tutto da 74.000 soldati di terra.
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L'esperto politico Georg Spottle ha detto che, anche se Ungheria, Slovacchia e Italia non sono disposti a continuare il conflitto russo-ucraino incondizionatamente, nel complesso la UE sembra essere in mano a un branco di incapaci.
Poi ha aggiunto che Trump potrebbe anche impedire all'Europa di sostenere autonomamente l'Ucraina minacciando di ritirare Washington dalla NATO.
Mi chiedo se si siano mai visti gli USA mettersi dalla parte della Russia contro l'Europa occidentale. Gli americani son figli degli europei: possono anche disprezzarli, perché, avendo uno Stato sociale, han meno contraddizioni di loro; possono anche invidiarli, perché il mercato europeo è più vasto di quello americano, avendo una popolazione che nell'insieme è più benestante. Ma non si metteranno mai dalla parte della Russia o della Cina contro la UE.
Gli europei acquistano armi americane, investono in fondi americani, rispettano il primato del dollaro, non contraddicono mai gli USA nei grandi organismi internazionali e quando gli USA decidono di eliminare delle figure di spicco (ovunque si trovino nel mondo), non si oppongono mai. Quando mai gli statisti europei han contestato gli USA nel loro appoggio alle dittature sudamericane o al sionismo genocidario d'Israele o alle guerre insensate contro taluni Paesi islamici?
Noi siamo padri di un figlio degenerato, che lasciamo libero di fare ciò che vuole col suo enorme potere militare. Non avremo mai il coraggio di liberarci della NATO, che ci sottomette come servi della gleba. Per farlo avremmo bisogno della Russia, ma con gli statisti al soldo degli americani è impossibile.
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Quando uno come Trump, abituato a mentire per motivi professionali, essendo un affarista senza scrupoli, dice di non aver mai sostenuto il conflitto in Ucraina, credergli sarebbe da stupidi. Le sue sono soltanto battute iperboliche, come quelle che faceva Berlusconi, quando per es. diceva che con tutti i soldi che aveva, nessuno lo poteva ricattare.
Se gli USA cercano di nuovo un'intesa con la Russia, è perché in qualche maniera lo trovano conveniente sul piano commerciale. Le loro aziende han perso negli ultimi tre anni, a causa del conflitto in Ucraina, qualcosa come 300 miliardi di dollari. E poi la Russia è piena di materie prime strategiche per l'apparato militare americano e per le loro centrali nucleari. E comunque è evidente che, prima di andarsene dall'Ucraina con la coda fra le gambe, in quanto la NATO ha evidentemente perso la partita, è normale che uno come Trump chieda di parlamentare. In questa maniera può ancora far vedere che ha delle carte da giocare e che se Putin non accetta determinate condizioni, ne pagherà le conseguenze. è il classico modo che hanno i pugili, abituati a vincere, quando incontrano un rivale che li mette all'angolo. Chiedono di perdere ai punti, senza finire al tappeto.
Non dimentichiamo che è stato proprio Trump ad abbandonare il trattato INF del 1987, firmato da Reagan e Gorbaciov, che proibiva il dispiegamento di missili basati a terra, con una capacità di gittata tra i 500 e i 5.500 chilometri. Lui stesso ha fornito un'enorme quantità di supporto finanziario e militare all'Ucraina fino al 2018, e non può pensare di sminuire il suo ruolo, dando tutta la colpa della sconfitta della NATO a Zelensky. Anche perché, così facendo, impedisce che Biden venga considerato per quello che è: un criminale.
Non solo, ma il fatto che Trump spesso mostri di fare dichiarazioni che di primo acchito sembrano quelle di un matto, non deve essere considerato un pregio rispetto a chi parla seguendo ideologie prefissate. Il fatto di essere imprevedibile non è il segno di una maggiore aderenza alla realtà concreta. Può anche essere un indice di confusione mentale, causata da una situazione interna al suo Paese quasi fuori controllo
Quando annuncia di voler fare pulizia etnica a Gaza, di voler annettere Canada e Groenlandia, acquisire il canale di Panama, cambiare il nome del Golfo del Messico, mettere dazi e tariffe a qualunque Paese che non obbedisca ai suoi diktat, pretendere dai Paesi della NATO il 5% del PIL per la difesa, dà l'impressione di volersi comportare come un imperialista. E se pensa che gli altri Paesi debbano accettarlo solo perché vuole aprire gli archivi più segreti della CIA e dell'FBI, porre fine velocemente, con la diplomazia, alla guerra in Ucraina, mettere in imbarazzo i russofobi europei e altre amenità del genere, sta fresco un pezzo.
Se vuol fare davvero una cosa credibile tolga tutte le sanzioni alla Russia e le restituisca i 300 miliardi di dollari confiscati abusivamente.
22 febbraio: Putin, Augusto Sinagra
Putin capisce che Trump ha fretta e che vuole vedere i primi risultati al più presto. Trump durerà solo quattro anni e del governo successivo non gli importa nulla. Vuole essere ricordato negli annali dei presidenti americani come una persona di senno, non come un guerrafondaio. Magari un po' autoritario, ma non ideologico.
Putin invece potrebbe restare presidente fino alla morte o fino alle sue dimissioni volontarie. Ha capito che in Russia è al momento insostituibile. è un brutto segno, lo so, ma la Russia è fatta così: ha sempre bisogno di un leader carismatico e per fortuna ne ha trovato uno non sanguinario come Stalin o folle come Eltsin.
Putin è saggio e non ha fretta. Valuta la situazione e studia il suo interlocutore. A differenza di Trump, che fa dichiarazioni forti e frequenti, Putin si limita a commenti sparsi, parlando solo del "primo passo" per rafforzare la fiducia tra Stati Uniti e Russia.
C'è da dire che negli ultimi anni la sua retorica antagonista nei confronti degli USA lo ha trasformato in un leader dell'antioccidentalismo tra i Paesi del Sud globale. Una svolta troppo brusca potrebbe minare la sua autorità agli occhi dei suoi partner africani e asiatici.
Pertanto, nonostante l'apparente trionfalismo, l'establishment russo resta cauto: l'amministrazione americana, indipendentemente dalla personalità di Trump, è ancora percepita come russofoba (si pensi solo a Musk e Bannon coi loro saluti fascisti). Per non parlare di quegli statisti demenziali della UE, che non si rassegnano alla sconfitta sul campo e non vogliono dimettersi.
Putin non ama agire sotto pressione: non gli piacciono le sanzioni e neppure le guerre. E vuole restare fermo alla sua strategia riflessiva. Il suo principale obiettivo è quello di mantenere la stabilità all'interno del suo Paese. Vuole essere il garante supremo della sua sicurezza. Non saranno facili i negoziati con gli USA, poiché con lui la Russia ha fatto capire chiaramente che non vuole più essere circondata dalle basi NATO.
Putin gioca a scacchi non a poker.
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Putin verrà studiato nei secoli a venire. Anche perché il suo Paese è stato in grado di sostenere un confronto bellico ed economico-finanziario con l'intero Occidente collettivo, e se questo confronto diventerà uno scontro diretto, persino nucleare, con la NATO, possiamo star certi che lui non si tirerà indietro. Forse ci distruggerà malvolentieri, perché in fondo è un moderato, non è certo un istintivo come Medvedev. E poi è probabile che si senta più europeo che asiatico. E se oggi ci appare il contrario, la colpa è nostra. Lui ha fatto di necessità virtù.
Però l'ha detto chiaro e tondo: i traditori non li soffre, e per lui gli europei lo sono e per tante ragioni. Non aspettiamoci quindi dei trattamenti di favore. Non siamo slavi come gli ucraini. Siamo solo nazisti come la giunta di Kiev. Nel migliore dei casi siamo dei democratici ipocriti, incapaci di distinguere il bene dal male.
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In una sua lettera aperta l'avvocato Augusto Sinagra ha fatto presente al presidente Mattarella che il diritto internazionale conosce l'Istituto della "legittima difesa preventiva". E che la stessa Carta dell'ONU consente il legittimo intervento armato di uno Stato contro altro Stato, se ciò appare veramente finalizzato a impedire una violazione sistematica e massiccia dei diritti umani fondamentali.
è esattamente ciò che è accaduto nel Donbass, in Ucraina, dal 2014 e fino all'intervento militare russo del 2022.
Ha ragione, ma avrei aggiunto anche un altro diritto fondamentale: l'autodeterminazione dei popoli (che è un concetto molto concreto), che non può essere violato dall'indipendenza di uno Stato o dell'integrità territoriale di una nazione (che sono due concetti astratti).
Purtroppo l'ONU non ha gli strumenti per favorire il distacco di una popolazione territoriale da una nazione che la discrimina e la opprime. è per questo motivo che gli Stati confinanti si sentono in dovere di intervenire.
D'altra parte ONU vuol dire Organizzazione delle Nazioni Unite. Si sono scordati di aggiungere: e di popolazioni libere. Peraltro nell'ambito dell'ONU "Stato" e "Nazione" coincidono, e questo è profondamente sbagliato, proprio perché una nazione può essere piena di minoranze etniche, linguistiche, religiose... Che a uno Stato, in ultima istanza, non interessano.
23 febbraio: Sionismo, USA, Ucraina
Il millenarismo teopolitico di Israele è un recente libro di Pierre-Antoine Plaquevent e Youssef Hindi (preceduto da una introduzione di Claudio Mutti sui "Miti teopolitici del sionismo"). Descrive il processo storico che ha prodotto il progetto di natura millenarista, teocratica e suprematista cui sono riconducibili le devastanti e criminali decisioni strategiche del regime sionista insediato nella Palestina araba. Non si nasconde il fatto che il messianismo è radicato non solo nel giudaismo, ma anche nel cristianesimo e, in una certa misura, nell'islam.
In pratica il sionismo giustifica il genocidio sulla base dell'idea che il messia non può tornare finché esistono gli odiatori di Israele. La funzione di Trump, che li vuole espellere tutti da Gaza, svolge appunto questa funzione epuratrice.
Chissà cosa faranno al prigioniero israeliano Omer Shem Tov, che ha baciato la fronte dei membri di Hamas durante la cerimonia del suo rilascio. Come minimo lo scomunicano. Magari lo fa il rabbino Asher Lopatin, accolto calorosamente e ufficialmente in Siria, che l'hanno scorso disse (testuali parole): "Continuo a credere non solo nella virtù della guerra, ma anche nel modo in cui Israele la sta combattendo".
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All'evento del mese della storia degli afroamericani alla Casa Bianca, Trump ha presentato anche il CEO di Pfizer, Albert Bourla, che certamente nero non è. Semmai è di origine greca ed ebraica. Lo ha definito una grande persona e un grande uomo d'affari.
Una situazione surreale: mentre lo osannava rideva, forse per nascondere un certo imbarazzo. Infatti la folla fischiava e insultava Bourla.
La popolazione è molto scettica nei confronti dei dirigenti sanitari, non solo per gli altissimi costi della sanità in generale, ma soprattutto per come hanno gestito l'ultima pandemia. L'anno scorso è stato assassinato da Luigi Mangione il CEO di United Healthcare Brian Thompson in piena Manhattan. è diventato una star nel suo sito luigimangioneinfo.com.
Bourla è il nuovo presidente del consiglio di amministrazione della Pfizer e spera di fare ottimi affari con Trump. Non dimentichiamo che negli USA l'industria farmaceutica è un grande gruppo di lobbying, in grado di esercitare forti pressioni sul governo. Una di queste potrebbe riguardare i prezzi dei farmaci, che all'epoca di Biden il governo pretendeva di negoziare in casi di necessità. Un'altra potrebbe riguardare la difesa delle case farmaceutiche dalla responsabilità per danni da vaccino.
Il gruppo si è espresso a favore dei cambiamenti apportati da Trump, definendolo un "capo rivoluzionario". Con lui si è già sdoganato l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per produrre ancor più velocemente nuovi vaccini.
Anche da questi comportamenti ho l'impressione che stia nascendo un nuovo fascismo, più sfacciato, spericolato, imprevedibile, antidiplomatico per definizione, che pensa di poter fare quel che vuole solo perché mostra d'aver coraggio di smascherare le schifezze degli avversari politici o degli apparati statali.
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Esattamente 11 anni fa la CIA guidò un colpo di stato contro il governo democraticamente eletto di Kiev, noto come Maidan.
L'allora presidente Viktor Yanukovich non era abbastanza anti-russo per l'Occidente e per i guerrafondai di Londra e Washington che volevano scatenare una guerra contro la Russia, ma avevano bisogno di qualcun altro che combattesse per loro.
Così hanno inviato un mostro di biscotti noto come Victoria Nuland a guidare un'operazione di cambio di regime a Kiev, dove ha scelto personalmente un nuovo governo.
Dopo aver insediato il tiranno Petro Poroshenko, non hanno perso tempo nell'iniziare le ostilità nel Donbass contro la popolazione locale di lingua russa che si rifiutava di accettare quel regime fantoccio.
I nazionalisti e neonazisti del governo di Kiev iniziarono a perseguitare la popolazione delle due province più orientali dell'Ucraina, note come Donetsk e Lugansk, vietando la lingua russa e uccidendo molte persone.
L'obiettivo era quello di inimicarsi Mosca costringendo Putin a intervenire. Fu tesa una trappola per costringere la Russia a sparare per prima e a presentarsi come l'aggressore.
L'opinione pubblica mondiale in un primo momento credette alla versione occidentale dell'aggredito e dell'aggressore, poi capì che era tutta una montatura. Nonostante ciò gli statisti occidentali, salvo eccezioni, vollero continuare la guerra per procura. Solo oggi, con Trump, stanno cominciando a capire che la Russia ha vinto sul campo e che le sanzioni economico-finanziarie non sono servite a niente, se non (come effetto retroattivo) a indebolire pesantemente la UE rispetto agli USA.
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Sta girando parecchio in Telegram questo post di Daniele Perra, di cui mi piace sottolineare alcuni passi, forse poco noti al grande pubblico:
Nel momento in cui Zelensky venne eletto, nel 2019, era Presidente proprio Trump (primo mandato). Il Dipartimento di Stato USA, tramite l'Ukraine Crisis Media Center (ONG finanziata da NATO e ambasciata statunitense a Kiev, tra gli altri), subito dopo l'elezione di Zelensky, rilasciò un comunicato in cui venivano letteralmente dettate le linee di politica estera e interna al nuovo Presidente ucraino (assai difficile che Trump non ne fosse a conoscenza). Tra queste si "imponeva" di non negoziare direttamente con Mosca; si "imponeva" di non modificare le leggi discriminatorie attuate da Petro Poroshenko contro le minoranze etnico-linguistiche in Ucraina; e si "richiedeva" che lo stesso Poroshenko non venisse sottoposto a processo per corruzione.
Inoltre nel corso della prima amministrazione Trump, è pure arrivato il riconoscimento di autocefalia all'autoproclamato patriarcato di Kiev da parte di Costantinopoli dietro lauti finanziamenti USA e pressanti spinte proprio di Poroshenko (cosa che ha portato allo scisma ortodosso tra Costantinopoli e Mosca).
Senza considerare che l'aumento delle truppe USA nell'Europa orientale e nei Paesi Baltici è iniziato proprio a cavallo tra l'ultima amministrazione Obama ed i primi mesi del precedente mandato trumpista (durante il quale gli USA hanno pure abbandonato il Trattato INF).
Quindi le responsabilità della tragedia ucraina sono da attribuire in primo luogo alle ultime tre amministrazioni statunitensi.
Zelensky ha dichiarato d'essere pronto a lasciare il suo incarico "per il bene della pace in Ucraina" o in cambio dell'adesione alla NATO. Quindi continua a porre condizioni. Ancora non ha capito né che la guerra l'han vinta i russi, né che il suo mandato è scaduto e che di nuovo deve indire elezioni parlamentari e presidenziali.
Ha addirittura preteso, come garanzie per la pace, l'adesione all'Unione Europea e un finanziamento occidentale per l'esercito ucraino di 800.000 soldati e la presenza di un contingente straniero nel suo Paese.
Possibile che i consiglieri occidentali non gli abbiano neppure detto che una delle regole fondamentali in politica è quella di non dire mai che sei pronto ad andartene, né pubblicamente né tra il proprio staff? Questo viene sempre interpretato dai tuoi avversari o sostenitori come un segnale diretto che sei debole e che devono divorarti con il doppio delle forze o abbandonare la tua squadra il prima possibile.
Forse di una sola cosa s'è accorto: nonostante abbia epurato l'intera opposizione, sono ancora in molti a volerlo rimuovere il più rapidamente possibile. Anche nella sua stessa cerchia. Pochi hanno voglia di litigare con la squadra di Trump. Per non parlare del fatto che, all'estero, ormai tutti han capito che Zelensky è il principale ostacolo alla pace.
Peraltro proprio lui ha detto di non riconoscere il debito nei confronti degli Stati Uniti, che, secondo lui, non ammonta a 500 miliardi di dollari, semmai a 100. E in ogni caso non può obbligare "dieci generazioni di ucraini a pagare". E poi pensava che i soldi ricevuti fossero una "sovvenzione" a titolo gratuito, non restituibile.
Ora s'è messo a recitare la parte di chi cade dal pero.
25 febbraio: UE-USA-Russia-Ucraina, Elon Musk
La UE si meraviglia che non partecipa ai negoziati di pace, ma che senso ha farlo quando si ha intenzione di inviare truppe della NATO per garantire un cessate il fuoco o per impedire ai russi di occupare nuovi territori, o quando si decidono nuovi pacchetti di sanzioni?
Gli europei vogliono agire secondo il detto trumpiano "la pace attraverso la forza", ma non s'accorgono di non avere una vera forza militare. Sono ancora convinti di poter vincere la guerra con lo spauracchio delle atomiche. Sanno benissimo che la NATO non è predisposta alle guerre di lunga durata. In quest'ultimo triennio gli esperti militari han detto più volte che in una guerra di posizione con la Russia, senza l'uso del nucleare, qualunque Stato europeo potrebbe resistere al massimo un mese.
Ci vorrebbero diversi anni di investimenti nella difesa e anche una diversa mentalità e strategia bellica prima di affrontare un conflitto coi russi. Al momento la resa incondizionata dell'Ucraina è inevitabile. Nei negoziati di pace gli USA porranno all'ordine del giorno delle rivendicazioni che con l'Ucraina molto probabilmente non c'entreranno molto, anche perché è inutile che Trump pretenda d'essere ripagato in terre rare, petrolio e altri minerali, che si trovano prevalentemente nel Donbass, già stabilmente sotto l'influenza della Federazione Russa. Putin non può accontentarlo soltanto perché entrambi vogliono la pace. Semmai potrebbe accettare l'idea che gli USA occupino la Groenlandia o che facciano diventare il Canada il 51° Stato degli USA, benché cose del genere andrebbero decise a livello internazionale o, in ogni caso, tutt'altro che con la forza.
Putin non può assolutamente dimenticare che il conflitto ha avuto luogo perché tre amministrazioni statunitensi, a partire da Obama, Trump stesso e poi Biden, sono state coinvolte nel provocarlo come parte di un progetto a lungo termine, che ha caratterizzato la politica unipolare degli USA per oltre 30 anni. Poi non parliamo del ruolo vergognoso della UE attorno agli accordi di Minsk.
Quanto a Zelensky può dire ciò che vuole: il suo destino è segnato. Chi con la Russia non vuole la pace, avrà sicuramente la sconfitta.
Gli USA non avranno alcun risarcimento dall'Ucraina proprio perché l'Ucraina, andando avanti con questa protervia, cesserà di essere uno Stato indipendente e diventerà un protettorato russo. Al massimo alcuni territori potrebbero essere ceduti a Ungheria, Polonia, Lituania, poiché qui le minoranze hanno un certo peso. Tuttavia i Paesi Baltici, la Moldavia, la Finlandia devono smetterla di avere atteggiamenti aggressivi e discriminatori nei confronti dei russi in generale, perché rischiano di fare la stessa fine dell'Ucraina e in tempi sicuramente molto più brevi.
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Nel terzo anniversario dell'inizio dell'offensiva su vasta scala della Russia, l'Ucraina ha ricevuto ingenti aiuti militari e finanziari dai tutti i leader mondiali che han fatto visita a Zelensky. Molti Paesi dell'occidente collettivo vogliono l'estensione e il prolungamento della guerra a tutti i costi. Il premier danese è persino arrivato a dire che "la pace in Ucraina è più pericolosa della guerra".
è quindi evidente o che la UE si oppone anche a Trump, o che tra USA e UE si sta giocando al poliziotto buono e al poliziotto cattivo.
Una situazione davvero surreale: a Bruxelles piace molto destinare una parte del bilancio al governo di Kiev, anche a costo di portare l'Europa alla catastrofe economica e finanziaria.
Gli stessi ucraini non capiscono che l'importanza del loro Paese per l'Europa accelera di fatto la sua già esistente devastazione materiale. La nazione rischia di scomparire come Stato indipendente e di trasformarsi in una regione periferica della Russia, com'era nel passato.
Se in Europa molti statisti folli son convinti che la guerra deve continuare fino all'ultimo ucraino, in Russia stanno già pensando che, andando avanti così, la guerra continuerà fino all'ultimo europeo.
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All'Assemblea generale delle 193 nazioni dell'ONU gli USA si sono uniti alla Russia nel votare contro una risoluzione ucraina sostenuta dall'Europa, che denuncia l'aggressione di Mosca e chiede il ritiro immediato delle truppe russe.
Era un pezzo che non si vedeva una spaccatura del genere nel mondo occidentale. Impossibile che non sapessero che sarebbe finita così, anche perché la richiesta ucraina era palesemente fuori dalla realtà.
Gli USA non possono incolpare la Russia d'aver "invaso" l'Ucraina e poi pretendere di stabilire un negoziato di pace. Tra l'altro ormai anche le pietre si sono rese conto che per comprendere il film di quella guerra non basta guardarlo negli ultimi 5 minuti.
26 febbraio: Musk, Merz, Russia, Ucraina, Parisi, Donne
Se uno ha avuto un nonno nazista, un nipote deve per forza essere un neonazista? Ovviamente no. Ma nel caso di Elon Musk non vi possono essere molti dubbi.
Difficile pensare a un caso quando l'emigrazione in Sudafrica nel 1950 di suo nonno, Joshua Haldeman, coincise con il varo delle leggi sull'apartheid, ch'erano molto più discriminatorie di quelle precedenti, essendo simili alle leggi naziste di Norimberga contro gli ebrei negli anni '30. Si era arrivati al punto che il 10% dei bianchi possedeva l'85% delle terre di tutto il Paese. Si erano formati dei ghetti assurdi. Oggi la situazione non è molto cambiata, visto che i bianchi (7% della popolazione) continuano ad avere il 70% delle terre.
Musk, nato nel 1971, è cresciuto in una cultura di nazionalismo cristiano filo-nazista, odio per i neri e passione per la ricchezza derivante dalla segregazione razziale. Suo padre aveva fatto valanghe di soldi con le miniere di smeraldi in Zambia.
Quindi il saluto nazista di Musk durante l'insediamento del neopresidente Trump va preso o no seriamente? Forse sì, visto che lo stesso Musk ha chiesto a Trump di non dare più nessun aiuto al Sudafrica. Motivo? I bianchi sono discriminati dai neri!
Il governo sudafricano gli aveva chiesto, in cambio dell'acquisto della connessione satellitare di Starlink, di collegare gratis scuole e stazioni di polizia, ma lui si è rifiutato. Motivo? Non fa regalie a un governo che discrimina i bianchi! Però le ha fatte agli ucraini che discriminano i russi, che sono bianchi e slavi come loro...
Oggi Musk controlla l'ufficio di gestione del personale, che supervisiona l'occupazione federale. Ha immediatamente incoraggiato più di due milioni di dipendenti pubblici a dimettersi. E sostiene incondizionatamente il partito nazionalista tedesco Alternativa per la Germania (AfD).
Da notare che l'attività lobbistica negli USA dei bianchi afrikaner (cioè razzisti) di AfriForum e Africaner Foundation ha favorito enormemente l'elezione di Trump.
Comunque chi vuol saperne di più deve andarsi a leggere l'intervista concessa dal reporter Chris McGreal, corrispondente a Johannesburg per "The Guardian" durante gli ultimi anni dell'apartheid fino al 2002, nel sito democracynow.org
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Chi è il futuro cancelliere tedesco? è peggio di Scholz. Infatti:
- nel 2016 BlackRock ha nominato Friedrich Merz alla guida del Consiglio di sorveglianza in Germania, per espandere la propria influenza in Europa;
- nel 2020, quando Merz lasciò l'incarico, BlackRock aveva ampliato la sua presenza nell'UE fino a detenere oltre il 15% delle 30 aziende tedesche più importanti (insieme a Vanguard). Oggi nessuna società in Germania può ignorare l'opinione di BlackRock;
- convinto sostenitore della NATO e dell'UE, Merz è favorevole a un'Europa centralizzata sotto una più forte leadership tedesca;
- Merz sostiene lo smantellamento degli eserciti nazionali a favore di una forza militare dell'UE: in ciò si allinea con gli interessi di BlackRock, visti i massicci investimenti dell'azienda nella difesa globale;
- Merz sostiene fortemente l'invio di missili Taurus in Ucraina, a rischio di un'ulteriore escalation con la Russia. Questo approccio militarista va a vantaggio di BlackRock, che detiene partecipazioni significative tra i produttori di armi.
Insomma al peggio non vi è mai fine.
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In Russia stanno cominciando ad affrontare alcuni seri problemi relativi al dopoguerra ucraino. è vero, la guerra è ancora in corso e con gli statisti folli della UE potrebbe anche peggiorare, ma la Russia non è l'Ucraina: non manda i propri soldati a combattere fino alla morte. Dopo un po' li ritira, sostituendoli con altri.
Oggi però si sta discutendo della reintegrazione civile dei condannati graziati da Putin che avevano accettato di arruolarsi.
Scaduto il contratto si sono ritrovati a non poter beneficiare della restituzione dei beni confiscati quand'erano in prigione. Neppure della propria abitazione.
Infatti dal 2003 la confisca dei beni ha cessato di essere una punizione nei casi penali ed è diventata una misura obbligatoria che non può essere abolita. Nel Codice penale è caratterizzata come "sequestro forzato gratuito e conversione in proprietà statale".
Chissà perché non hanno pensato a una cosa così evidente. Speravano forse che gli ex detenuti morissero sul campo di battaglia? Non lo sanno che quello russo è il miglior esercito del mondo? Ora deve intervenire la Corte costituzionale e poi il Parlamento.
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L'intera Ucraina non liberata dai russi si sta trasformando in una specie di grande safari, dove i commissari dei centri di reclutamento militare continuano a tendere imboscate ai propri concittadini per rinfoltire le fila delle forze armate, visto che i volontari sono finiti da tempo.
Ma la cosa più surreale è che molti statisti europei, accecati dalla russofobia, non vedono nessuna violenza e repressione. Dicono di voler difendere la democrazia contro l'autocrazia, la libertà contro la dittatura.
Non vedono l'evidenza, come quei drogati di LSD che si buttavano nel vuoto convinti di volare.
D'altronde non possono mettere in dubbio il mito dell'unità del "popolo ucraino", che resiste per salvare (dicono) i valori europei. Non possono ammettere che ogni mese migliaia di persone vengono rapite per strada da uomini in uniforme, ritrovandosi poi in una trincea senza saper maneggiare un'arma.
Sono tre anni che sostengono la tesi dell'aggredito e dell'aggressore. La falsità si è come incancrenita. Non si può più tornare indietro. Se questi statisti criminali non se ne vanno, aspettiamoci il peggio.
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Il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi ha voluto testare i limiti dell'Intelligenza Artificiale, facendole credere che 5 x 4 fa 25. Inizialmente l'IA ha fornito la risposta corretta, ma, dopo l'insistenza dello scienziato, ha cambiato idea e accettato l'errore.
Parisi ha fatto altri test e alla fine ha sostenuto che l'IA si limita a predire la parola successiva basandosi sull'enorme quantità di testi con cui è stata addestrata.
Quindi praticamente l'IA è solo un grande riassunto di tutto ciò che l'umanità ha prodotto sul web, senza un vero processo logico. Non a caso è stata definita un "pappagallo stocastico", poiché ripete e combina informazioni senza comprenderne il significato. D'altronde come farebbe a possedere una rappresentazione del mondo reale? Non ce l'hanno neppure gli statisti occidentali, che non riescono ad adattarsi alle nuove situazioni geopolitiche o a correggere errori in autonomia.
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In Italia le donne hanno un tasso di occupazione inferiore di quasi 18 punti percentuali rispetto agli uomini e guadagni medi inferiori del 20%. è occupato solo il 52,5% delle donne.
Fattori quali il lavoro part-time (con il 64,4% delle donne in contratti a tempo parziale) e livelli di qualifica più bassi contribuiscono a queste disparità. Solo il 18% delle donne ha contratti a tempo indeterminato e le assunzioni femminili sono meno frequenti per posizioni stabili.
Nonostante siano più istruite, le donne occupano solo il 21% delle posizioni dirigenziali e il 32,4% di quelle di quadro. Questi dati sono stati riportati nel Rendiconto di genere dell'Inps.
Il governo però preferisce puntare alla guerra e a spendere miliardi di euro per la difesa. E per di più il premier è una donna!
27 febbraio: Sarkozy, Musk, Svizzera, Romania
Da un mese circa Nicolas Sarkozy è davanti al tribunale che deve giudicare sui finanziamenti libici da lui ricevuti per la campagna presidenziale del 2007: in particolare è accusato di "finanziamento illegale della campagna elettorale", "occultamento di appropriazione indebita di fondi pubblici", "corruzione passiva" e "associazione a delinquere".
Le indagini giudiziarie sono durate oltre un decennio e riguardano anche alcuni suoi stretti collaboratori, che si incontrarono segretamente con persone rilevanti del mondo libico, ricercati anche per terrorismo. è uno dei più gravi scandali della Quinta Repubblica. Di sicuro è un esempio lampante della corruzione degli statisti europei, che vivono in un mondo sotterraneo di fondi occulti.
A inchiodarlo alle sue responsabilità è stato soprattutto il taccuino dell'ex ministro del petrolio libico Choukri Ghanem, in cui si parla di un finanziamento di 6,5 milioni di euro, portati fisicamente in pesanti valige dalla Libia in Francia. Il corpo di Ghanem fu poi trovato morto nel Danubio a Vienna il 29 aprile 2012.
Ma la cosa più scioccante fu che lo stesso Sarkozy prese la decisione di guidare la distruzione del regime libico e di assassinare Gheddafi.
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Che Musk usi metodi fascisti per risolvere i problemi non vi sono più molti dubbi. Ha eliminato nel giro di pochi giorni l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), definendola "criminale" e "marxista". Sul primo aggettivo poteva, al limite, anche aver ragione, ma che c'entra il secondo? E soprattutto che senso ha associare i due termini?
D'altra parte Trump gli ha dato carta bianca per inviare i suoi agenti in più di una dozzina di agenzie federali, per cercare prove di cattiva gestione e sovversione e, in generale, per creare caos, smantellare il Deep State, licenziare "burocrati canaglia", ridurre di molto il potere dei sindacati dei lavoratori.
Nel suo Dipartimento di efficienza governativa (Doge) vuole solo giovani ingegneri informatici maschi che provengano dalle sue stesse aziende o che siano intellettualmente superdotati. La razza pura sta diventando una cosa cool.
Si mescolano cose apparentemente giuste a cose senza senso. Per es. Musk ha sostenuto il reddito di base universale e una tassa sulle emissioni di carbonio. Però ha una profonda avversione per i trasporti pubblici, perché significano stare in mezzo a "sconosciuti a caso, uno dei quali potrebbe essere un serial killer". Sposa un'ostilità viscerale verso i programmi di "diversità" e sembra considerare "sovversivi" coloro che credono utile aiutare i meno fortunati. Ha già messo al mondo 12-13 figli, sperando che arrivino a colonizzare Marte. Una però, divenuta transgender, ha già detto di voler diventare solo "marxista".
è a favore della democrazia diretta, ma solo perché detesta la democrazia in generale, preferendo che le decisioni vengano prese con dei referendum popolari anziché da rappresentanti eletti. Per lui il governo dovrebbe essere simile a una monarchia che lascia spazio ai poteri locali.
Non è certo un caso che i dipendenti federali, i sindacati e le organizzazioni per i diritti civili stiano preparando una raffica di cause legali per contestare le sue azioni. Gli USA si stanno avvicinando a una guerra civile di proporzioni apocalittiche.
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La Svizzera ha a che fare con un comandante in capo delle forze armate (dal 2020) che ormai non è più in sé.
Infatti Thomas Süssli, sostituendosi ai politici democraticamente eletti, a un errore fatto in precedenza ne ha aggiunto un altro ancora più grave. Nel senso che si era già inserito attivamente e arbitrariamente nel dibattito politico chiedendo non solo un vincolo più stretto fra l'esercito svizzero e la NATO, oltre che con l'UE, ma anche che i soldati svizzeri si addestrassero all'estero, e quindi dimenticandosi che la missione dell'esercito svizzero dovrebbe essere esclusivamente difensiva.
Ora, dopo aver tolto al suo Paese la maschera della neutralità virando verso l'atlantismo, ha chiesto d'inviare 200 soldati svizzeri in Ucraina in una missione di "peace-keeping", termine con cui per anni l'imperialismo USA ha legittimato i suoi interventi militari e le sue "guerre umanitarie" al fine di "esportare la democrazia" a suon di bombe, devastazioni, regime-change, occupazioni militari e violazioni dei diritti umani. Non a caso Süssli ha preso come esempio da imitare la guerra del Kosovo.
Per giustificare la sua proposta ha fatto leva sulla differenza terminologica tra missioni di "mantenimento della pace" e missioni di "rafforzamento della pace". Queste ultime – chiamate anche "peace-enforcement" – impongono la pace con la forza delle armi. Come se non sapesse che questo scenario non è contemplato tra i criteri per un dispiegamento svizzero.
Il bello è che non è contemplato neppure l'altro al di fuori delle decisioni dell'ONU. Eppure lui conta di arrivare a minacciare la Russia passando attraverso l'ONU. E pensa di doverlo fare quanto prima, poiché il sistema missilistico antiaereo Patriot e i nuovi aerei da combattimento F-35 saranno consegnati solo dopo il 2027 al suo Paese.
Qualcuno però bisogna che gli dica che molto più di 200 sono i militari ucraini che tra morti, feriti, prigionieri e disertori ogni giorno finiscono nel dimenticatoio.
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Călin Georgescu-Roegen, candidato presidenziale rumeno, è stato arrestato, mentre era in auto, dal personale dell'ufficio del Procuratore generale per essere interrogato.
è accusato d'aver partecipato a un'organizzazione fascista e d'aver propagandato ideologie controverse e personaggi storici come il maresciallo Antonescu.
La polizia ha fatto irruzione in 47 luoghi di proprietà di 20 individui diversi, accusando tutti di "crimini contro l'ordine costituzionale", finanziamento della campagna elettorale di Georgescu e fondazione di una "organizzazione fascista, razzista e xenofoba", più alcuni reati legati alle armi.
Ormai in Romania non sanno più cosa fare contro di lui, che aveva vinto le ultime elezioni presidenziali e la cui vittoria era stata annullata dalla Corte costituzionale col pretesto di interferenze russe.
Bruxelles e Washington stanno forse dando vita a un altro colpo di Stato in Romania? A Monaco Vance stava forse recitando una commedia quando aveva esplicitamente avvertito la UE di non ripetere episodi come l'annullamento del primo turno delle presidenziali rumene? è verosimile. Infatti è da escludere a priori che la UE possa fare una cosa così grave senza che gli USA lo sappiano. Temo che anche questo sia soltanto un gioco delle parti.
Non a caso Georgescu aveva detto di voler riprendere i rapporti con Putin, paventando persino l'idea di far uscire il suo Paese dalla NATO. Figurati se USA e UE possono permettersi di perdere uno Stato al confine con la Russia, luogo strategico dal quale mobilitare gli eserciti europei e le flotte navali attraverso il Mar Nero, per far partire attacchi diretti verso il Cremlino.
Comunque è chiaro che in Europa un vero candidato antisistema non può ormai avere alcuna speranza di vincere le elezioni: o lo arrestano o lo ammazzano, se non sono riusciti a comprarlo. Vedremo se riuscirà a sopravvivere fino a maggio, quando si tornerà a rivotare.
Francia, Germania, Italia, Spagna e – incredibile a dirsi – la von der Leyen non hanno sostenuto l'idea di confiscare i beni russi congelati e trasferirli in Ucraina. La UE teme che una mossa del genere possa spaventare gli investitori internazionali e indebolire la posizione dell'Europa nei negoziati.
Tre anni fa non l'avevano capito, e siccome per tutto questo tempo speravano che l'Ucraina vincesse la guerra, han continuato a non capirlo, o meglio, a fingere di non capirlo. Infatti lo sa anche un bambino che se a un nemico, mentre il conflitto è in corso, sequestri i beni depositati nelle tue banche, nessuno si fiderà di darti i propri soldi, anzi cercherà di riprendersi al più presto quanto ti ha già versato.
Semmai a chi viene sconfitto si possono sottrarre molti dei suoi beni, anche a costo di affamare un'intera popolazione, facendole pagare il prezzo di un proprio governo scriteriato, che l'ha portata a una guerra assurda, come per es. fecero Francia e Regno Unito nei confronti della Germania finita la prima guerra mondiale.
Ma ora che la Russia ha chiaramente vinto, con che coraggio la UE pensa di negoziare la pace se prima non restituisce alla Banca centrale i 300 miliardi di dollari che ha confiscato? E pensa davvero di poterli restituire senza corrispondere i dovuti interessi maturati in un triennio?
Macron non sa quello che dice quando dichiara che è possibile utilizzare almeno i profitti derivanti da questi fondi. Infatti Lavrov gli ha chiesto di spiegare sulla base di quale documento legale internazionale si può usare ciò che è stato rubato.
Ma soprattutto la UE pensa davvero che Mosca si accontenti di questa restituzione, senza pretendere la fine di tutte le sanzioni? Senza pretendere il risarcimento del sabotaggio del Nordstream?
Suvvia, cerchiamo di non comportarci come idioti che non sanno quello che fanno. La vogliamo capire o no che la Russia non ha alcuna intenzione di finire una guerra vittoriosa alle condizioni dei perdenti?
Cerchiamo di non comportarci come Astolfo, che fu costretto ad andare sulla Luna a cercare l'ultimo senno umano...
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Con Trump e Musk gli USA hanno inaugurato la fine della loro nazione e la rinascita in altre forme e modi, di cui però non saranno loro i veri artefici.
Sta finendo il dominio formale del capitale, quello della democrazia rappresentativa nazionale e sta iniziando il dominio esplicito o diretto del capitale. Cioè si sta passando, sul piano ideologico, al nazionalismo neofascista a guida militare, in cui tutte le regole del gioco saranno dettate dalle oligarchie finanziarie e militari.
Questo al fine di poter conservare quel che si è conquistato dal secondo dopoguerra ad oggi e che si sta progressivamente perdendo: dal Medio oriente all'America latina, dall'Africa all'Asia.
Gli USA sono una potenza in forte declino, e non saranno certamente due personaggi bizzarri e imprevedibili a invertire la tendenza. Anche perché non ci può essere inversione ma solo contenimento, cioè il mero prolungamento di un'agonia.
Gli USA han bisogno di essere guidati da generali, totalmente privi di scrupoli, in grado d'imporre al loro Paese un regime molto duro, in cui vorranno dominare soprattutto i colossi finanziari più che quelli industriali, poiché a livello di imprese produttive nessun Paese al mondo può battere la Cina, che già adesso è in grado di esportare qualunque cosa a prezzi contenuti.
Trump e Musk sono due soggetti destinati a essere eliminati. Servono solo come specchietto per le allodole.
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Gli USA han smesso di finanziare il National Endowment for Democracy, un'organizzazione non governativa della CIA, che promuoveva la "democrazia" in tutto il mondo, finanziando oltre 2.000 progetti.
Creato negli anni '80 per combattere l'URSS, il fondo ha sponsorizzato per decenni movimenti di opposizione e rivoluzioni colorate in Georgia, Kirghizistan e Ucraina e ha sostenuto proteste in Bielorussia, Serbia, Egitto, Iran e Venezuela.
Pensiamo davvero che con questa decisione Trump voglia mettere in discussione la prassi della CIA? Non scherziamo. Trump sta soltanto cercando di ridurre le spese in maniera drastica e veloce, in quanto teme che il suo Paese, indebitato fino al collo, entri in default. Lo Stato non è più in grado di pagare gli stipendi al pubblico impiego, né di restituire i soldi con gli interessi a chi ha comprato i suoi titoli. Il governo non ha strumenti efficaci per tenere uniti tutti i 50 Stati federali: sa benissimo che la guerra civile è alle porte. Non ha fondi a sufficienza per modernizzare la sua enorme e dispendiosa macchina da guerra e affrontare un nemico considerato irriducibile come la Russia: per questo propone alle tre superpotenze di dimezzare le spese militari. Prevede un imminente e catastrofico crollo di Wall Street, nemmeno paragonabile a quello del 1929. E soprattutto sa benissimo che la guerra commerciale con la Cina è perduta e che il dollaro è destinato a diventare una valuta trash.
Tutte le spacconate di Trump e di Musk contro il Deep State servono solo a confondere le acque. Gli USA sono un Paese oligarchico prossimo al tracollo, che trascinerà nel suo vortice l'intero occidente collettivo. Prima di farlo, possiamo star certi che ricorrerà al nucleare e a qualsiasi arma di distruzione di massa, e lo farà anche sapendo che ne uscirà sconfitto. Cose di questo genere sono una costante nella storia delle civiltà umane degli ultimi 6000 anni: basta studiarle un po'.
1 marzo: Trump e Zelensky, Ucraina, Kaja Kallas
Trump e Zelensky han recitato un bel teatrino davanti al mondo intero. L'uno vuol far la parte del salvatore del mondo dalla terza guerra mondiale. L'altro ha potuto dimostrare che l'Ucraina ha perso la guerra perché gli USA han deciso di non sostenerla più. Così si può tranquillamente dimettere, anche col consenso dei nazisti del suo governo che lo condizionano.
Figuriamoci infatti se Zelensky avrebbe potuto recarsi a Washington per dire che l'accordo con gli USA su minerali non è sufficiente per ottenere la pace, senza sapere che Trump non ha intenzione di entrare in guerra con la Russia. Che speranza aveva Zelensky di convincere Trump, davanti ai giornalisti di tutto il mondo, a garantire a Kiev la massima sicurezza possibile? Nessuna. Neanche se si fosse messo a piangere.
Trump invece ha bisogno di far vedere che è così ben disposto a trattare con Putin che arriva addirittura a smentire pubblicamente tutte le richieste di Zelensky, sicché, nel caso in cui le trattative coi russi non vadano a buon fine, può scaricare tutte le responsabilità su Putin.
Non dobbiamo mai dimenticare che gli USA son maestri nel creare narrative farlocche. La loro è una società basata sulla finzione trasmessa attraverso tutti i mezzi di comunicazione possibili.
Insomma è evidente che Trump vuole concludere il negoziato quanto prima, poiché ha capito che, andando avanti di questo passo, la Russia non si prenderà solo il Donbass ma tutta l'Ucraina, e l'occidente non potrà far nulla per impedirlo, di sicuro non per qualche anno.
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Il ministro ucraino della Cultura ha detto che oltre 500 artisti e giornalisti in età di leva sono fuggiti dal Paese con l'aiuto dei permessi di uscita. Poi ha aggiunto che è stato aperto un procedimento penale contro coloro che han firmato i permessi. Infatti ha annunciato che, a partire dal 3 marzo, il rilascio dei permessi di uscita per giornalisti e artisti verrà sospeso.
In pratica l'Ucraina si sta trasformando in una prigione a cielo aperto come la Striscia di Gaza. Solo che qui il cane da guardia lo fanno i sionisti, dall'esterno, mentre in Ucraina fanno tutto da soli. In pratica si vuole che a partire da una certa età tutti debbano essere disposti a immolarsi sull'altare della patria, che poi è più che altro una patria guidata da un regime nazista simile a quello sionista: questi odiano a morte i palestinesi, quelli i russi.
Non è da tutti realizzare una cosa del genere in un territorio così esteso. I sionisti dovrebbero imparare dagli ucraini. Ma hanno tutto il tempo per farlo, poiché l'occidente è amico di entrambi e non vede le mostruosità che si compiono, ma solo le risorse che si possono sfruttare.
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Il capo della diplomazia europea, cioè della politica estera, Kaja Kallas, ha fatto capire che detesta profondamente Trump, poiché lo vede più amico della Russia che non del suo alleato europeo. Ha accusato gli USA di lasciarsi guidare più dal profitto che dai princìpi democratici. Trump ha visto che Putin è più forte di Zelensky e, siccome non ama perdere, ha preferito avviare un dialogo in cui risulti che anche gli USA possono imporre delle condizioni.
La Kallas ha poi spiegato che i Paesi dell'UE sono nella NATO per paura della Russia, che è un'autocrazia. Anzi, sarebbe meglio dire che la Russia ha paura della NATO, perché non vuole diventare democratica.
Dopodiché ha infilato altre perle di saggezza nella sua collana demenziale. Ha detto che nessun Paese singolo della NATO ha mai pensato di attaccare la Russia, perché da solo non ce la farebbe. Per questo occorre che la NATO sia unita e che gli USA considerino la UE un proprio alleato fidato.
Per lei quindi l'ombrello della NATO è l'unica cosa che funziona davvero, l'unica vera garanzia di sicurezza. In tal senso si è meravigliata di ciò che Vance ha detto, quando ha parlato di mancanza di democrazia in Europa.
Detto altrimenti: se può esser giusto per lei che la UE spenda il 5% del PIL per le armi, che acquisteranno dagli USA, non è giusto che gli USA puniscano la UE coi dazi perché la considerano poco democratica. La UE non può rischiare d'impoverirsi.
Insomma questa mitomane sta dicendo che per dimostrare agli USA che la UE è una partner affidabile, non meritevole d'essere sanzionata sul piano commerciale, la NATO deve essere disposta a combattere unanimemente contro la Russia, proseguendo in maniera diretta la guerra per procura condotta in Ucraina. Cioè per meritarci la benevolenza di Trump, noi europei dobbiamo dimostrare d'essere i primi della classe.
A integrazione di questo ragionamento folle ha poi aggiunto: "Se insieme non riusciamo a fare abbastanza pressione su Mosca, come possiamo affermare di poter sconfiggere la Cina? Non era forse nell'interesse degli USA impedire un'alleanza tra Russia e Cina?".
Questa è peggio di Borrell. Questa vuole la guerra a tutti i costi e con tutti i mezzi e metodi. Mi chiedo: è possibile che l'ONU non dica niente nei confronti di quegli statisti disposti a minacciare una guerra mondiale? L'umanità ha sbagliato a fare un processo di Norimberga dopo la fine dell'ultima guerra mondiale. Doveva farne uno anche prima che scoppiasse.
2 marzo: Trump e Zelensky, Medvedev
Trump ha detto a Zelensky: "Trova un accordo, altrimenti noi siamo fuori. Siete nei guai e non state vincendo: ora avete un'opportunità per uscirne sani e salvi grazie a noi. Senza le nostre armi la guerra sarebbe finita in due settimane. Ti ho dato il potere di essere un duro. Dovresti essere grato. Sarà molto difficile fare affari in questo modo. Torna quando sarai pronto per la pace".
Cioè in pratica gli stava chiedendo di arrendersi, riconoscendo ai russi il Donbass e facendo affari con gli USA sul resto del Paese, in cui i russi non sono presenti.
Zelensky invece pretendeva di fare affari con gli USA, chiedendo in cambio garanzie di sicurezza, cioè in sostanza un intervento diretto della NATO contro la Russia, poiché per vincere altre soluzioni non si vedono.
Ma si possono dire queste cose in pubblico? No, a meno che non sia un gioco delle parti.
è come se Trump gli avesse detto: "Ti ho dato la possibilità di vincere. Senza di me avresti perso subito. Hai sprecato tutto l'aiuto che ti ho dato. Ora mi restituisci, e con gli interessi, l'investimento sbagliato che ho fatto su di te. Se non fai subito la pace coi russi, farò in modo di sceglierne un altro al tuo posto, secondo i miei interessi. La parte di Ucraina rimasta libera mi spetta finché il debito non sarà stato ripagato".
Questo è il tipico modo di ragionare che hanno i mafiosi. Ed è un modo che non tiene conto del fatto che i russi potrebbero pensarla molto diversamente. Possono gli USA dare per scontato che Putin non veda l'ora di finire la guerra il più presto possibile? Chi ha detto che Putin accetterà di dividere l'Ucraina come la Corea?
Al momento l'unico che può pensare di dimettersi con relativo onore (quello che può avere un nazista sconfitto sul campo di battaglia, come Paulus a Stalingrado) è Zelensky, che può dire d'aver fatto di tutto per difendere il suo Paese, ma che senza l'aiuto degli USA non può più far niente.
Però non è giusto che finisca così: tutti i neonazisti di Kiev dovrebbero essere processati per crimini contro l'umanità.
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è stato chiesto a Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo:
"Con chi dovrebbe parlare la Russia? L'Ucraina ha degli interlocutori?"
E lui ha risposto:
"Nella cosiddetta Ucraina non ci sono interlocutori normali. Mosca è pronta a scendere a compromessi, ma sulla base della situazione reale sul campo e della nostra Legge fondamentale. Ma possiamo parlare solo con persone che sono pronte a comunicare, e non con animali addestrati che lavorano per l'affetto e il cibo del proprietario. Soprattutto perché, di norma, il proprietario nutre tale bestiame per poi inviarlo al macello."
Certo è che questo suo modo di esprimersi non si può dire che sia diplomatico. Un compromesso con l'intera dirigenza ucraina lo ritiene impossibile. Ma lui ritiene impossibile anche un dialogo con gli statisti europei. Alla fine non resta che trattare con la sola amministrazione americana. Il che vuol dire credere solo nei rapporti di forza.
Mi pare, questa, una posizione un po' ingenua, che può portare facilmente a un conflitto militare in cui si finisce col mettersi dalla parte del torto.
Con l'occidente bisogna essere più scaltri, perché l'occidente si vanta di aver inventato i diritti umani. Bisogna scendere su questo campo e dimostrare che fra teoria e pratica vi è un abisso, soprattutto in Europa.
3 marzo: Germania, UE, USA-Ucraina
La Germania (ovvero la Prussia del XIX sec.), terribilmente in ritardo sulla strada dell'unificazione nazional-capitalistica e quasi del tutto priva di colonie paragonabili a quelle dei grandi imperi anglo-francese e statunitense (ma prima ancora ispanico-lusitano e olandese), non ebbe altra scelta che scatenare due guerre mondiali, trovando come alleati Italia, Giappone, Turchia...
Finita la seconda guerra mondiale capì che, per affermarsi nel mondo, era sufficiente vendere merci di alta qualità a prezzi contenuti. Lo sfruttamento degli operai fu intenso, ma compensato da un certo Stato sociale.
Quando fu creata l'Europa unita, i due principali Paesi che ne trassero vantaggio furono Francia e Germania: la prima sul piano politico, la seconda su quello economico. In particolare la riunificazione delle due Germanie (RFT e RDT), dopo il crollo del muro di Berlino, formò una grande nazione, con più di 80 milioni di abitanti, che peraltro potevano beneficiare di ottime risorse energetiche a basso costo da parte della Russia. L'impero commerciale che la Germania era riuscita a costruirsi era esclusivamente basato sulle merci industriali (elettrodomestici, automobili ecc.).
Oggi questa potenza sembra essere destinata a un pericoloso declino: la Cina è diventata una temibile concorrente; gli USA hanno reciso il NordStream, che permetteva ai tedeschi (e di conseguenza agli europei) tantissimo gas dalla Russia. Per di più gran parte dei prodotti europei sono soggetti a pesanti dazi e tariffe da parte degli USA, sommersi dai debiti.
L'Unione Europea è chiaramente un nano politico sulla scena internazionale, e rischia di sfaldarsi, anche perché ha affrontato malissimo il conflitto russo-ucraino. Non ha capito le ragioni dei russofoni del Donbass e si è messa dalla parte dei neonazisti del governo di Kiev.
Con la miriade di sanzioni imposte alla Russia, l'UE si è praticamente isolata, privandosi di un grande mercato. Viceversa la Russia è riuscita a rigenerarsi, volgendo il suo sguardo verso Asia e Africa. La Russia ha dimostrato che sul piano militare non teme nessuno (perché supera in fretta i propri limiti ed errori), mentre sul piano commerciale può vendere i suoi prodotti energetici, minerali e alimentari al resto del mondo. In pochi anni la Russia, insieme a Cina, India, Brasile e Sudafrica, è stata in grado di creare un'alternativa all'intero occidente collettivo, e i BRICS sono in continua espansione.
In una situazione del genere la Germania, se non vuole finire in una guerra civile e non vuole rinunciare al capitalismo, deve per forza riarmarsi. Se non vuole che le sue imprese chiudano i battenti o si trasferiscano altrove, dove i costi energetici sono molto più bassi, deve per forza dar fondo alle proprie risorse finanziarie e costruire un esercito paragonabile a quello nazista. La Germania deve darsi il tempo sufficiente per scatenare una nuova guerra mondiale, in cui l'unico, vero, nemico da abbattere sarà quello russo, in accordo con gli altri Paesi europei, e senza incontrare alcun ostacolo da parte degli USA, che, anzi, saranno ben contenti di venderle le proprie armi.
I tedeschi son caduti nella trappola americana: han pagato il prezzo più alto in un conflitto russo-ucraino che non avrebbero mai voluto; e ora si devono rinazificare contro ogni buon senso, nella convinzione di poter vincere un colosso come quello russo.
La Germania, che dovrà per forza usare l'atomica, trascinerà nella propria inevitabile rovina l'intera Unione Europea. Per secoli non si parlerà più di un'Europa industrializzata, e chissà che quello non sarà il momento buono per cercare un'alternativa praticabile al capitalismo.
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Certo è che uno potrebbe chiedersi: perché la Germania non fa un trattato con la Russia simile a quello di Molotov-Ribbentrop in funzione antieuropea? Magari chiedendo di ripristinare il NordStream soltanto a proprio uso e consumo...
La risposta è molto semplice: la Russia è un Paese enorme, con risorse naturali praticamente illimitate, anche perché sottoutilizzate a causa della sua scarsa popolazione (rispetto all'estensione). La Russia non ha bisogno di fare trattati militari che la rendano più forte di quel che è. Ha solo bisogno di avere ai propri confini delle nazioni non ostili, che le garantiscano una certa sicurezza esistenziale. La Russia non farà mai un accordo militare con la Germania per sottomettere il resto dell'Europa. Gli accordi che fa sono per garantire la pace non la guerra. La stessa Corea del Nord non potrà dichiarare nessuna guerra alla Sud Corea se la Russia non vorrà. Né potrà farlo l'Iran nei confronti d'Israele.
Possiamo però star certi che dopo la vittoria sull'Ucraina, la Russia pretenderà che tutte le basi NATO che possano in qualche modo minacciarla vengano smantellate. In tre anni ha capito perfettamente come far la guerra all'occidente: ora non le resta che dimostrarlo sul campo, se altri Paesi rifiuteranno di assumere una posizione neutrale o non si pronunceranno esplicitamente per la distensione. Che siano Paesi Scandinavi, Baltici, Balcanici, Danubiani, Caucasici e perfino Artici, non farà nessuna differenza. Il mondo ha bisogno di sicurezza per tutti, nessuno escluso. Ormai anche gli USA han capito che entrare in guerra con la Russia significa anzitutto destabilizzare se stessi.
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La UE, gestita da statisti russofobi e guerrafondai, sta cominciando a considerare Trump un traditore della causa democratica nel conflitto russo-ucraino, mentre lui ha assunto il ruolo di pacificatore globale.
Ritenevamo giusto o comunque inevitabile che si vendicasse di ciò che ha subìto per colpa dell'amministrazione precedente, ma non fino a questo punto. Anche perché arrendersi così facilmente significa per la UE rimetterci una montagna di soldi.
A questo punto anche noi abbiamo diritto di pretendere qualcosa dall'Ucraina che ci ripaghi di tutto quanto concesso in quest'ultimo triennio. Siamo una colonia ma non figli della serva. Anzi pensiamo che se Zelensky vuol continuare la guerra, grazie al nostro appoggio, sarà più propenso a restituire a noi il suo debito di riconoscenza.
La UE non è solo colonia e figlia della serva, ma anche profondamente stupida. Zelensky infatti si è già da tempo vincolato coi grandi fondi americani e con grandi multinazionali del cibo. Se non rispetterà i contratti firmati, gli USA interverranno con le loro solite buone maniere per farcelo capire.
Vivendo a rimorchio degli USA dal secondo dopoguerra, questi cambiamenti repentini di postura nei loro governi ci spiazzano terribilmente. Ci inducano ad avanzare delle pretese che loro, abituati a comandare, giudicano quanto meno infantili.
Sarebbe bene invece che ci convincessimo di una cosa: i debiti degli USA sono così grandi che le attuali decisioni di tagliare drasticamente gran parte delle spese statali dovranno per forza andare ben oltre l'attuale amministrazione. Gli USA non rischieranno certamente una guerra civile per fare un favore agli europei. Anzi la UE, se vuole ancora contare qualcosa, dovrà accettare tutte le esportazioni americane, anche quelle più nocive alla salute o quelle energetiche più costose, dovrà accettare il regime protezionistico imposto dagli USA e soprattutto dovrà pagarsi interamente la propria difesa militare.
Non è ironico che il regime change che volevamo imporre alla Russia, ci sia tornato indietro come un boomerang?
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Gli economisti sanno bene che il costo della produzione mondiale di terre rare raggiunge a malapena i 15 miliardi di dollari all'anno. Per questo motivo l'accordo con l'Ucraina di 350 miliardi di dollari, preteso dagli USA, non ha alcun senso. A meno che dietro non vi sia l'intenzione di dividere il Paese in due parti, di cui una conquistata dalla Russia sul campo.
Gli USA ragionano in termini di rapporti di forza. Kiev voleva sottomettere il Donbass e non c'è riuscita, quindi non può fare alcuna trattativa con Mosca: "non ha le carte", dice Trump col suo linguaggio da pokerista. L'Ucraina può soltanto, nella parte di spettanza americana, risarcire con gli interessi i crediti ricevuti. Come poi farà, visto che senza il sostegno occidentale sarebbe da tempo fallita sotto ogni aspetto, nessuno lo sa. La fattura da pagare è così alta che appare come una delle solite spacconate di Trump.
Ma in tutto questo qual è il ruolo della UE? Gli yankees l'han fatto capire chiaramente: volete far la guerra in maniera diretta con la Russia? Prego, accomodatevi, ma non chiedete a noi di aiutarvi. Le nostre risorse non sono illimitate, anche perché le amministrazioni democratiche del nostro Paese hanno sperperato una montagna di dollari. Al massimo possiamo vendervi le nostre armi. Per noi il Donbass e la Crimea van considerate perdute. Faremo trattative di affari con Putin riguardanti non solo l'Ucraina ma tante altre cose, proprio perché la Russia è un attore internazionale imprescindibile, esattamente come la Cina.
In sostanza gli USA stanno considerando la UE come una propria colonia. Come noi consideriamo gli USA il nostro padrone.
4 marzo: USA, UE, Ucraina, Siria
Trump è come se avesse detto a Zelensky, col suo fare mafiosetto: "Tu non conti niente, perché il confronto coi russi l'hai perso sul campo di battaglia. Ora vediamo cosa sa fare l'Unione Europea. Se loro sono in grado di finanziarti e di armarti, senza di noi; se sono in grado di far fronte alla Russia, buon per loro e per l'Ucraina. Però devono dimostrarlo in battaglia, altrimenti son solo chiacchiere e distintivo. Noi abbiamo altri problemi da risolvere: droga, immigrati, enti inutili, sprechi, e così via. Non interverremo nel conflitto in nessuna maniera, a meno che un motivo di forza maggiore non ci obblighi a farlo".
Ecco, se l'atteggiamento strafottente nei confronti di Zelensky doveva servire a rendere la UE più autoritaria e aggressiva, l'obiettivo di Trump è stato conseguito egregiamente. Infatti in Europa quasi nessuno sta parlando di pace o di trattativa con Putin. Anzi ci si sta chiedendo di eliminare l'unanimità nelle decisioni cruciali sul piano della difesa. Anche quanti si pongono contro Trump, lo fanno perché vogliono che la UE diventi guerrafondaia come gli USA.
Quindi questo dimostra che il dialogo tra Trump e Zelensky è stato solo un teatrino, come quando si dice qualcosa di spiacevole a nuora perché suocera intenda.
Insomma dobbiamo, noi europei, prepararci alla guerra. Che sia tra 2, 3 o 10 anni non fa differenza. Gli statisti che nell'ultimo triennio non hanno mai parlato di pace, non possono contraddirsi senza dimettersi. E chi verrà dopo di loro dovrà essere cattivissimo.
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Gli Stati Uniti stanno portando tutti alla conclusione che le vecchie istituzioni globali che hanno funzionato dal 1945 ad oggi e che hanno formato il cosiddetto "mondo post-Yalta" non sono più necessarie. Non sono funzionali.
Gli USA si sono già ritirati dall'OMS e dall'accordo di Parigi sul clima. Il futuro dell'ONU, della NATO e dell'UE è in discussione. Russia, Cina e USA ritengono molto più redditizio stipulare accordi separati con piccoli Paesi europei piuttosto che con un'unica grande UE, peraltro gestita da un Parlamento totalmente privo di autorità e da una Commissione non eletta, la cui presidente è profondamente corrotta, guerrafondaia e russofoba.
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Ormai sembra essere chiaro che i tre player dei prossimi principali negoziati sugli assetti mondiali sono Washington, Mosca e Pechino.
La UE e la NATO sembrano essere destinati al crollo. Nessun Paese europeo avrà il peso per partecipare ai negoziati sul destino del mondo. Gli europei non si rendono conto che una semplice affermazione di Trump, come questa: "non ci saranno più soldi", è sufficiente a far crollare il sistema finanziario ucraino e a far schizzare alle stelle l'inflazione. Un Paese che dipende dalle sovvenzioni straniere e l'economia dalle importazioni, è debolissimo. E la UE non è in grado di accollarsi tutti i suoi debiti, anche se sta cercando di convincere Kiev che invece è in grado di farlo. Anche perché, se non lo fosse, non si capirebbe l'atteggiamento autolesionista di Zelensky di fronte a Trump.
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Secondo le dichiarazioni di Zelensky le forze armate ucraine sono pronte a diventare la forza d'avanguardia di una nuova alleanza europea. Questo perché loro sanno combattere, noi no. Che poi sia una coalizione di volenterosi o di mercenari o un esercito di professionisti o frutto di una leva obbligatoria è del tutto indifferente. L'importante è continuare a combattere fino all'ultimo ucraino e persino fino all'ultimo europeo. Questa guerra è diventata una questione di principio: o noi o loro. E noi siamo i buoni.
Detto questo, ora non ci resta che effettuare un pagamento anticipato.
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Subito dopo la tesa discussione tra Trump e Zelensky a Washington, un banchiere ucraino, Oleh Gorokhovsky, ha lanciato una campagna di crowdfunding per acquistare armi nucleari per Kiev.
Ha dichiarato ai giornalisti che circa 70.000 persone di 61 Paesi han donato 650.000 dollari in 24 ore, con donazioni importanti provenienti da Ucraina, Stati Uniti e Polonia.
Lo stesso banchiere ha però rivelato che si trattava di uno "scherzo" volto a dimostrare l'unità degli ucraini e che il ricavato sarà devoluto a un progetto ucraino sui droni.
Notizie del genere in un certo senso spaventano. Fanno pensare non solo a quanto sia infinita l'ingenuità della gente comune, ma anche a quanto sia irresponsabile la gente che conta. Scherzi del genere in questo momento di così grave tensione dovrebbero essere seriamente penalizzati.
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Il monopolio del potere del regime jihadista de facto di Damasco, la restrizione delle posizioni chiave a una sola setta, la formazione di un governo monocolore, l'esclusione delle minoranze dall'esercito e dalla polizia, la loro espulsione da tutti i settori dello Stato, il rifiuto di attuare la risoluzione n. 2254/2015 delle Nazioni Unite e la continuazione dello sterminio sistematico degli alawiti: queste e altre azioni spingeranno inevitabilmente tutte le minoranze in Siria a chiedere il federalismo, o meglio la spartizione del Paese in varie autonomie regionali.
Al-Julani aveva detto in un'intervista ad "Al Jazeera": "Per noi gli alawiti sono una setta che ha abbandonato la religione di Dio".
Come può qualcuno che, con un golpe, si è autoproclamato leader di un Paese dichiarare che il 12% della sua popolazione è composta da apostati?
Il gruppo tedesco Rheinmetall prevede di riconvertire due fabbriche, attualmente adibite ad attività civili e che producono componenti per automobili, per realizzare prodotti destinati alla sua divisione militare. E questo è solo un esempio di riconversione.
L'economia tedesca sta passando a un atteggiamento di guerra? Esatto. Infatti se le vendite nel settore civile della suddetta azienda sono diminuite nei tre trimestri del 2024, le vendite di prodotti militari sono invece aumentate del 64,3%. è chiaro il motivo della militarizzazione dell'economia? Non è solo questione di difesa di Kiev e di mostrificazione dei russi. Dopotutto è piuttosto comodo nascondersi dietro il fatto che non si può più fare affidamento sulla protezione della NATO.
Lo ha chiarito anche il probabile nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, per il quale la necessità di riarmare il Paese e d'impegnarsi nella difesa dell'Europa col pretesto di raggiungere l'indipendenza dagli Stati Uniti, è un obiettivo prioritario. Lui vuole investire 200 miliardi nella difesa.
La guerra si nutre di denaro. I diritti umani, la democrazia, l'ambientalismo, il divieto di dichiararsi fascisti o nazisti sono tutte sciocchezze. La UE vuole la guerra e siccome la sua locomotiva è la Germania, sarà la Germania a scatenare un altro conflitto mondiale, come ha già fatto nei due precedenti. E questa volta non avrà contro il resto dell'Europa ma saranno tutti suoi alleati. Noi possiamo solo sperare che questo sia l'ultimo scempio del nostro continente, perché davvero, dopo mezzo millennio di guerre causate da noi europei, il genere umano non ne può più.
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Ursula von der Leyen, che la popolazione europea non ha mai eletto, a capo di una Commissione che non dovrebbe essere considerata più importante del Parlamento, ha dichiarato l'urgente necessità che tutti i 27 Stati membri dell'UE debbano investire nell'industria della difesa e garantire progressi significativi nel complesso militare-industriale. Anche perché occorre continuare a sostenere l'Ucraina e a considerare la Russia una minaccia per tutta l'Europa.
Ha detto chiaramente che l'Europa non può più contare sulla protezione della NATO e deve raggiungere l'indipendenza dagli Stati Uniti.
Ha preventivato una spesa complessiva di circa 800 miliardi di euro in 4 anni, di cui 150 prestati direttamente dalla BCE. Cifre enormi, dovute al fatto che tutto quanto poteva esser preso dai nostri depositi di armi è stato consegnato alle forze armate ucraine. Il che lascia pensare che in questi ultimi tre anni la Russia non abbia sconfitto solo l'Ucraina ma la stessa NATO, anzi l'intero occidente collettivo.
Possibile che gli statisti europei non si rendano conto che se la sconfitta con le armi convenzionali, in un triennio, è stata di 32 a 1, con le armi nucleari saranno sufficienti pochi giorni?
E poi dove sono le risorse energetiche a basso costo, le capacità produttive, la forza lavoro necessaria per ricostruire in fretta un arsenale militare equivalente a quello russo? Da quali Paesi andremo a comprare le armi ad alta tecnologia? Dagli USA? Quindi saremo di nuovo dipendenti da loro. Oppure andiamo direttamente dai russi, come fecero tempo fa i turchi quando acquistarono i missili di difesa area S-400? Sarebbe paradossale.
E poi siamo sicuri che gli inevitabili tagli alla spesa sociale per produrre armi in gran quantità e sofisticate non determineranno delle proteste popolari?
Ma questa donna di quali problemi personali soffre? Con la Kallas e la Metsola fa ricordare le Arpie della mitologia greca. Il suo non è altro che un colpo di stato. Sta prendendo il controllo dei bilanci della difesa che normalmente vengono decisi dagli Stati nazionali.
6 marzo: Paramonov, UE-Russia, Cresti
Ha detto Alexey Paramonov, ambasciatore russo in Italia a Visione TV (3 marzo): "Non è certo un segreto che le attuali élite europee siano guidate in buona sostanza dalle varie emanazioni del Partito Democratico USA e dal suo ‘gruppo di supporto' locale. Per cui era del tutto prevedibile che tali élite si sarebbero schierate a favore di un'intensificazione del conflitto innescato dalle politiche perseguite dall'amministrazione di Biden e volte a un'espansione aggressiva della NATO verso Est...".
Bisogna ammettere che è abbastanza incredibile che il peggio negli USA venga dai democratici più che dai repubblicani. Ai tempi di Kennedy nessuno l'avrebbe detto. Anche in Italia vedere un PD, proveniente in buona parte dell'ex PC, che si schiera a favore dei neonazisti di Kiev, manifestando una russofobia che dopo l'implosione dell'URSS non ha alcun senso, fa una certa impressione.
Questo fa pensare che le ideologie siano un'arma a doppio taglio. Bisogna stare attenti a non diventarne schiavi e a guardare le cose con realismo, con la massima obiettività possibile, con tutto il buon senso di cui siamo capaci. Un'ideologia di per sé non garantisce proprio nulla. Anzi in questi ultimi tempi abbiamo potuto amaramente constatare che in nome della democrazia e dei diritti umani e internazionali si sono compiuti abusi di ogni tipo, mettendo a repentaglio la vita di milioni di persone.
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Dal 1945 ad oggi l'Europa occidentale è stata serva degli USA. Dopo il crollo dell'URSS sono diventati servi della UE e quindi degli USA anche molti Paesi dell'Europa orientale. L'odio nei confronti del passato stalinismo e socialismo statale è stato così forte che non si sono volute capire né le istanze pacifiste di Gorbaciov né le esigenze di sicurezza di Putin. La Russia va distrutta, a prescindere che sia socialista o capitalista.
La cosa strana è che mentre gli USA di Trump han capito che continuare la guerra fredda con la Russia in Ucraina non ha alcun senso, poiché si sono convinti, dopo un triennio, che la perderebbero; gli europei invece, pur essendo militarmente molto inferiori agli USA, la vogliono continuare a tutti i costi, cioè anche a costo di riportare il continente al Medioevo. Lo smembramento e la colonizzazione della Russia sembrano essere diventati degli obiettivi prioritari.
Fa bene l'analista Gabriele Guzzi a chiedersi: "Siamo in mano a dei pazzi o a dei criminali?" Forse non c'è molta differenza. Bisogna solo fare attenzione che tutta questa russofobia non sia in realtà funzionale a un maggiore controllo della stessa popolazione europea.
Va comunque detto che i leader europei, essendo in genere dei servi, possono sempre correggere il loro approccio nei confronti della Russia in base a quello che fanno a Washington.
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Scrive Antonello Cresti nel suo canale t.me/antonellocresti: "La pace e la giustizia sono come due cugini che si detestano alle riunioni di famiglia. La giustizia implica una resa dei conti, un prezzo da pagare, un equilibrio da ripristinare, e spesso non è un'operazione indolore. La pace, invece, è quel fragile stato di cose in cui nessuno si fa troppe domande su chi abbia ragione, basta che si smetta di menar le mani.
I fautori della ‘pace giusta' sembrano convinti che sia possibile ottenere entrambe le cose senza spargimenti di sangue o scossoni troppo sgradevoli.
La verità, per quanto possa dare fastidio a chi sogna un mondo fatto di dichiarazioni ONU e cinguettii diplomatici, è che le guerre finiscono in due modi: con la vittoria di uno e la sconfitta dell'altro, oppure con un pareggio che scontenta tutti e lascia il problema in sospeso fino al prossimo massacro."
Mi sento di condividere completamente questi pensieri. Una pace senza giustizia dura molto poco: il tempo di leccarsi le ferite e poi si ricomincia. Questo a testimonianza che se i problemi di fondo non vengono risolti quando si è in pace, di sicuro non lo saranno quando si è in guerra. E se proprio è impossibile risolvere le questioni cruciali senza un qualche conflitto sanguinoso, preferirei una guerra civile a una guerra interstatale. Anzi gli Stati non dovrebbero interferire nelle guerre civili altrui, se non appunto offrendo soluzioni pacifiche: quello che né gli USA né la UE sono stati capaci di fare nel periodo della guerra civile ucraina (2014-22).
Bisogna ammettere che tutta la russofobia della gran parte degli statisti europei dipende dal fatto che la civiltà russa, nel corso dei secoli (praticamente da un millennio), ha sempre posto dei limiti alle ambizioni espansionistiche (colonialistiche) delle potenze europee.
In realtà all'ennesima potenza è solo la loro stoltezza, poiché non riescono a digerire il fatto che, nel corso di tutta la sua storia, la Russia ha sempre svolto il ruolo di contrappeso tra i vari equilibri di potere a livello internazionale, impedendo l'affermarsi di pericolosi egemonismi unilaterali.
La protervia dei nostri statisti conferma, ancora una volta, che tutte le ideologie politiche capaci di provocare milioni di morti in tutto il mondo sono nate proprie nel nostro continente. Altrove semmai sono state importate.
è quindi assurdo pensare che si debba avere ancora a che fare con statisti che insistono col loro atteggiamento arrogante, simile a quello che i loro predecessori avevano durante la seconda guerra mondiale. Ursula von der Leyen, Macron, Starmer, Scholz, Meloni, Merz, Tusk, Kallas, Metsola e tanti altri sono fuori del loro tempo, remano contro i processi storici favorevoli al multipolarismo. Se ne devono andare prima che ci portino all'apocalisse nucleare.
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In questi tre anni la UE aveva due opzioni: vincere la guerra o preparare la pace. Invece la guerra l'ha persa e la pace non l'ha preparata. Anzi la pace nella UE è vietata.
Questa la ragione del dramma esistenziale delle migliaia di analisti, politici, giornalisti che dal 2022 sono passati a inventarsi le cose più assurde: dalle peggiori malattie fisiche e mentali di Putin alla strage di Bucha, dal gasdotto autodistrutto alle lavatrici rubate dai russi in mancanza di chip, sino alle vanghe con cui combattevano e a tante altre idiozie che ormai tutti conoscono.
Senonché queste e altre falsità, propinate quotidianamente, ci stan portando la guerra in casa, e proprio in un momento in cui l'intera UE, a causa delle sanzioni imposte alla Russia, è in procinto di andare in recessione: cosa che si cerca di nascondere in nome di esigenze particolarmente bellicistiche. Tutte le colpe preferiamo darle alla Russia, non a noi stessi e nemmeno agli USA, che, pur essendosi comportati come traditori nei nostri confronti, son troppo forti militarmente per permetterci di averli come avversari.
La classe dirigente europea è diventata un fenomeno di massa piuttosto imbarazzante, salvo pochissime eccezioni.
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Di fronte alle minacce guerrafondaie degli statisti europei Putin è stato chiaro, come l'ingenuo Gorbaciov non avrebbe mai potuto esserlo: "Vi assicuro che la Russia non cadrà; può essere lacerata ma mai distrutta. Se i Paesi della NATO e della UE dichiarano guerra alla Russia, allora tutti devono sapere che la nostra risposta sarà fulminea e se sentiamo una minaccia per noi, la nostra risposta sarà distruttiva. Oggi la Russia possiede armi di ogni genere. Al momento non avete visto nulla in Ucraina da parte nostra, perché molte terre ucraine sono le nostre terre storiche, e in Ucraina ci sono i russi, e noi non stiamo compiendo una guerra, ma solo un'operazione militare speciale. Voi però siete obbligati a sapere che con la NATO o con la UE non sarà come in Ucraina. Noi siamo sempre pronti a negoziare, ma nessuno vuole negoziare con noi. Naturalmente la Russia non ha amici tra i leader della NATO e quelli europei, perché non vogliono che la Russia resti un Paese forte, enorme... Ma la guerra di oggi contro la Russia sarebbe un'apocalisse assoluta. E noi non abbiamo bisogno di un mondo senza la Russia."
Sinceramente parlando a me discorsi del genere non piacciono. E lui, anche se ha ragione, dovrebbe smettere di farli, anche perché in occidente vengono percepiti come un incentivo a riarmarsi e a tentare di sfidare chi si presenta come "invincibile". Ci vuole un'altra narrativa con chi è abituato a nascondere i rapporti di forza dietro le parole altisonanti dei diritti umani e della democrazia.
Se fai capire che sei forte solo perché geograficamente esteso e militarmente ben armato, stuzzichi gli occidentali a usare la loro intelligenza e le loro risorse per capire i tuoi punti deboli. Meglio fare come i cinesi, che non lasciano trapelare nulla e che nella loro apparente tranquillità ti tolgono ogni sicurezza sul piano economico, ogni vera autonomia. Sicché quando cominci a chiederti perché ti sei lasciato raggirare così facilmente, è troppo tardi.
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Macron vuole che il conflitto in Ucraina continui e intimidisce i cittadini francesi con un'immaginaria "minaccia russa".
Fa dichiarazioni belliciste prive di riscontri, in quanto la Russia non ha mai avuto intenzione di attaccare alcun Paese europeo. In Ucraina ha semplicemente impedito la continuazione di un genocidio durato otto anni.
Si fa fatica a capire a chi Macron si rivolga. Quando uno è in campagna elettorale può dire qualunque cosa: la gente che lo vota sa benissimo che, appena eletto, farà quel che vuole o quasi. Ci si consola solo pensando che un politico non resta premier o presidente per molto tempo. Dopo uno o due mandati al massimo è costretto a ritirarsi, per cui si pensa che i suoi danni non saranno irreparabili.
Ma quando si vogliono investire centinaia di miliardi di euro nella difesa, poi sono le generazioni successive a pagare il debito, sono loro che andranno in guerra e si faranno ammazzare.
Fa bene Putin a preoccuparsi di queste dichiarazioni minacciose, di questi intenti guerrafondai. Infatti nessuno può sapere con sicurezza se gli statisti europei favorevoli al riarmo, parlino in maniera così folle solo per tenere sotto controllo le popolazioni dei loro Paesi. Non sarebbe la prima volta che l'Europa passa dalle parole ai fatti. Se partiamo dalla civiltà greco-romana, sono 2500 anni che lo fa.
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Macron deve essere uscito di testa, poiché ha avuto il coraggio di dire che la Russia ha tradito gli accordi di Minsk, per cui gli europei devono prepararsi a una guerra. Si è dimenticato di ciò che disse il suo predecessore Hollande, insieme alla Merkel: quegli accordi erano stati firmati solo per dare il tempo agli ucraini di armarsi. Anzi lo stesso Macron, quattro giorni prima dell'inizio dell'operazione speciale, aveva provocato Putin dicendo che gli accordi di Minsk non avevano alcun valore. Quindi sapeva che per l'avvocato Putin la carta canta!
E in ogni caso il tradimento di quegli accordi è motivo sufficiente per scatenare una guerra mondiale nucleare? è infatti evidente che senza l'uso del nucleare la UE non ha la benché minima possibilità di vincere. E col nucleare smetterà persino di esistere.
Ormai solo lo smemorato di Collegno non si ricorda che Putin dichiarò d'essere stato costretto a intervenire dopo che per otto anni quegli accordi non erano stati rispettati né da Kiev né da Francia e Germania. In quel caso cosa avrebbe dovuto fare? Dare 48 ore di tempo agli abitanti di Kiev di sloggiare prima di sganciare un'atomica sulla città? E poi fare la stessa cosa con Parigi e Berlino?
8 marzo: UE, Italia, Israele, Germania
La Commissione Europea sta lavorando a un tentativo di accaparramento di potere. Cioè la von der Leyen sta sfruttando l'attuale crisi per espandere i poteri di Bruxelles e aumentare la sua influenza sui governi nazionali.
Lo si è capito benissimo quando ha annunciato alla conferenza dei capigruppo dell'Eurocamera l'intenzione di voler bypassare il voto del Parlamento europeo sul piano "ReArm Europe", utilizzando l'art. 122 dei trattati dell'Unione europea, che permette all'esecutivo UE di portare un testo direttamente al Consiglio UE, senza il passaggio in aula, in caso di emergenze o catastrofi.
Ha detto, papale papale: "So che l'articolo 122 non vi piace, ma è lo strumento più rapido fornito dai trattati. L'intenzione non è quella di aggirare il Parlamento ma si tratta di un'emergenza esistenziale", nel senso che la UE, o meglio, alcuni suoi Paesi rischiano di essere attaccati dalla Russia.
Quindi in un certo senso ha fatto capire che l'Ucraina ha perso la guerra. Domanda: se ha perso la guerra, perché si deve continuare ad armarla e finanziarla? Forse per dare tempo alla NATO di prepararsi a un conflitto diretto con la Russia? è la stessa logica occidentale degli accordi di Minsk: dare tempo ai neonazisti ucraini di armarsi e addestrarsi a dovere.
Insomma la von der Leyen sta chiedendo alla UE di spendere 800 miliardi di euro in armi, che per lo più verranno comprate negli USA, non tanto per conseguire l'obiettivo di una difesa comune europea, ma proprio per scatenare una guerra mondiale.
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Tipico ragionamento meloniano: "Escludo la possibilità di inviare soldati italiani. Meglio pensare a soluzioni più durature. L'estensione dell'art. 5 della NATO sarebbe una soluzione a lungo termine. è diversa dall'adesione alla NATO, ma si applica all'Ucraina, come a tutti i Paesi della NATO. Credo che questa sarà una garanzia di sicurezza stabile, solida, efficace, più duratura di alcune delle proposte che vedo."
Come farà l'Italia a garantire la protezione dell'Ucraina ai sensi dell'art. 5 se esclude la presenza del suo esercito? è come andare a vivere con qualcuno senza avere un certificato di matrimonio.
In realtà lei voleva dire che Trump, quando chiede di non inserire l'Ucraina nella NATO (altrimenti i negoziati commerciali con la Russia saltano), non può essere contraddetto, ma siccome viviamo in Europa e non possiamo far vedere alla Russia che abbiamo perso la guerra, le faremo vedere lo stesso che l'Ucraina è come se appartenesse alla NATO.
Questo ragionamento arzigogolato può andar bene per Zelensky, che così si assicura nuove armi e nuovi fondi dalla UE, e può continuare a evitare nuove elezioni parlamentari e presidenziali. Ma a Putin non fa né caldo né freddo. Se vede entrare in Ucraina delle truppe NATO o se vede entrare delle armi nucleari, per lui sarà come una dichiarazione di guerra e di sicuro agirà di conseguenza, con tutto ciò che ritiene necessario, senza escludere nulla.
Nel frattempo, di fronte a un atteggiamento europeo così ostile, riterrà del tutto improponibile qualunque negoziato che metta in discussione la situazione sul campo, qualunque idea di cessare il fuoco e qualunque forza europea di peacekeeping.
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Lo Stato ebraico è intimamente connesso all'idea della guerra, che ne costituisce non solo l'atto fondativo ma anche lo strumento attuativo del disegno sionista. Infatti è l'unico Stato al mondo che non ha una definizione precisa dei propri confini; il che è funzionale alle mire espansionistiche che puntano alla costruzione del Grande Israele, esteso su gran parte delle terre arabe e non soltanto sulla Palestina. Ovviamente questo disegno rappresenta un obiettivo ultimo, che lo Stato ebraico persegue quando e come se ne presenta l'opportunità, ma che resta valido anche quando apparentemente non si manifesta. E nessuno dice niente, tant'è che oggi il governo israeliano blocca l'ingresso degli aiuti a Gaza, violando tranquillamente il diritto internazionale umanitario e in aperta violazione degli accordi di cessate il fuoco stipulati con Hamas, che prevedono anche la fine totale delle ostilità e il ritiro israeliano dalla Striscia.
Netanyahu, col supporto di Trump, sta cercando di cambiare le carte in tavola, e nessuno dice niente. Il genocidio dei palestinesi, se andiamo avanti così, presto riprenderà. E nessuno dirà niente.
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Perché il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), che di recente è diventato la seconda forza politica in Germania, è così interessato alla democrazia diretta di tipo svizzero? In questo somiglia ai populisti di destra, tra cui quelli austriaci.
Dicono che il motivo stia nel fatto che la presunta "sovranità illimitata del popolo" abbia garantito alla Svizzera "prosperità, pace e libertà per quasi 200 anni". Questo perché l'esperienza dimostra che le decisioni dei cittadini sono più lungimiranti, più pacifiche e più orientate al bene comune di quelle prese dai politici di professione. In Svizzera i cittadini possono sia proporre modifiche costituzionali che impugnare le leggi parlamentari.
Tuttavia gli esempi che l'AfD offre per tali votazioni popolari non sono svizzeri: infatti il voto del 2016 sulla Brexit nel Regno Unito e il rifiuto del 2005 da parte dell'elettorato francese di una nuova Costituzione per l'Unione Europea sono state votazioni in società non abituate a regolari referendum.
Questa estrema destra vuole capra e cavoli. Vuole il benessere svizzero e l'alternativa alla formale democrazia rappresentativa, così cara alla sinistra, che ama invece riferirsi alla Scandinavia.
La democrazia diretta è una cosa seria: quando lei c'è, non può esserci quella rappresentativa, se non in momenti particolari e per fini specifici. Quando è prevalente quella rappresentativa, la democrazia diretta è quasi inesistente.
La democrazia diretta in Svizzera non è mai stata una linea di attacco al sistema rappresentativo nazionale.
Pretendere poi che la democrazia sia decisa dalla popolazione locale a prescindere da come si gestiscono i mezzi produttivi sul piano economico, è una mistificazione ancora più grande di quella attuale nei Paesi capitalisti. E la Svizzera non è certamente un Paese socialista. Anzi, in questo momento sta persino diventando guerrafondaia e forse non ha mai rinunciato a essere un paradiso fiscale (anche se ufficialmente non lo è più dal 2020).
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Antonio Ceparano mi ha suscitato del riso amaro. Di questi tempi bisogna accontentarsi. Così scrive: Il governo tedesco lancia un'iniziativa per combattere il "pensiero cospirazionista". Siamo di fronte a un evidente paradosso del tipo comma 22, quello formulato da Joseph Heller nel romanzo Catch 22: "Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo".
Così gli psicopatici al potere, pur riconoscendo che il libero dibattito è essenziale in una democrazia, stabiliscono altresì che qualunque manifestazione del libero pensiero si discosti dalla verità ufficiale è da condannare perché può alimentare ideologie estremiste e incitare ad atti criminali o violenti.
Da ciò ne consegue che se il dissenso è considerato pericoloso, allora ogni opinione divergente diventa automaticamente sospetta, e il libero pensiero viene di fatto delegittimato nel momento stesso in cui tenta di affermarsi.
è evidente che siamo in un loop infinito, in cui la libera espressione è predicata in premessa ma negata nelle conseguenze, perché di fatto implica che una categoria di uomini e donne sono i veri depositari della verità assoluta, rispetto ai quali tutti gli altri sono minus habens che si lasciano irretire e traviare da cospirazionisti senza scrupoli.
L'autore si riferisce al fatto che il governo tedesco ha istituito un nuovo ufficio di consulenza volto a supportare le persone colpite da narrazioni cospirative, cattiva informazione e disinformazione.
Annunciata a Berlino il 27 febbraio, l'iniziativa, denominata "Advisory Compass Conspiracy Thinking", è stata sostenuta dal Ministero federale per gli affari della famiglia e dal Ministero dell'interno.
La ministra socialdemocratica degli Interni uscente, Nancy Faeser, ha avvertito che le narrazioni cospirative sono state "deliberatamente diffuse per dividere la società ed erodere la fiducia nella scienza indipendente, nei media liberi e nelle istituzioni democratiche".
Cioè praticamente in Germania o dici quello che si può dire o è meglio non dire nulla, per il tuo stesso bene.
Fonte: telegra.ph
9 marzo: Bosnia-Erzegovina, Autopen, Pedofilia
In Bosnia-Erzegovina, dove sono concentrate grandi forze della NATO, la situazione è in procinto di esplodere. La Corte costituzionale ha sospeso una serie di leggi proposte dal Presidente serbo-bosniaco Milorad Dodik della Repubblica Srpska, all'interno della parte del Paese controllata dai serbi. Sono leggi che respingono l'autorità della polizia e della magistratura centrali.
Le due entità che compongono il Paese hanno forze di polizia e sistemi giudiziari distinti, ma la magistratura centrale è responsabile nei casi di criminalità organizzata, corruzione, crimini di guerra e attacchi all'ordine costituzionale. Tuttavia nel 2023 la Repubblica Serba aveva già respinto l'autorità della Corte costituzionale. Ora vieta anche tutte le attività del Tribunale e della Procura della Bosnia-Erzegovina. I dirigenti bosgnacchi considerano questa decisione come un colpo di stato, in quanto l'entità della Republika Srpska si sarebbe di fatto staccata dalla Bosnia-Erzegovina.
Putin condivide la posizione di Dodik e ha detto che non può accettare interferenze esterne, visti i legami storici con la Serbia. è molto probabile che anche Ungheria e Slovacchia finiscano per condividere le posizioni serbe; anzi Orbán ha già inviato decine di forze speciali a Banja Luka, pronte a esfiltrare Dodik in caso di suo arresto.
La UE, gli USA e la NATO invece sono molto preoccupati, perché le considerano "leggi separatiste". Invieranno ulteriori rinforzi militari. è chiaro che hanno intenzione di distruggere la Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina. Dodik è già stato condannato in primo grado a un anno di prigione e al divieto di attività politica per sei anni. Nel 2017 fu sanzionato da Washington per le sue posizioni separatiste.
Insomma se c'è un modo per scatenare una guerra nei Balcani in questo momento, è proprio quello di smantellare la fragile Confederazione della Bosnia-Erzegovina, che è essenzialmente un protettorato dell'Unione Europea con un quasi-dittatore nella persona dell'illegittimo Alto Rappresentante Christian Schmidt, che svolge funzioni di gestore esterno della Repubblica.
Schmidt viene considerato illegittimo da Russia e Cina perché il Consiglio di sicurezza dell'ONU non ha adottato una risoluzione sulla sua approvazione per questo incarico: il corrispondente progetto russo-cinese è stato bloccato. Il tedesco Schmidt è sempre stato in contrasto con Dodik, anche perché si comporta come un colonialista europeo del XIX sec., disprezzando apertamente tutti i serbi. Mosca ha già esplicitamente avvertito che una condanna al carcere per Dodik avrebbe conseguenze disastrose per la regione dei Balcani.
Tuttavia la von der Leyen soffia sul fuoco, essendo piuttosto favorevole a organizzare un golpe all'interno della stessa Serbia, per sostituire il Presidente Vučić.
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La presidenza di Biden potrebbe essere stata la più grande truffa mai perpetrata ai danni del popolo americano. Un'indagine sconvolgente dell'Oversight Project della Heritage Foundation ha rivelato che praticamente ogni documento che portava la firma di Joe Biden durante la sua presidenza è stato firmato da un'autopenna, tranne uno, quello in cui annunciava il suo ritiro dalla corsa presidenziale del 2024.
Ma cos'è un'autopenna? è una macchina in grado di riprodurre una firma. Nel passato era stata utilizzata, qualche volta, dai presidenti Thomas Jefferson e Harry Truman e dal Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld.
Certo è che usarla sistematicamente potrebbe anche indurre qualcuno a chiedere l'annullamento di tutte le azioni di Biden. Forse per questa ragione Trump firma i suoi documenti davanti a una telecamera.
Naturalmente ancora non si sa chi gestisse il dispositivo, né se Biden fosse a conoscenza di ciò che stava accadendo.
Riusciamo a immaginare cosa potrebbe accadere con un presidente completamente manipolato dietro le quinte, nel caso qualcuno decidesse di premere il bottone nucleare?
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Nel diario privato di Jeffrey Epstein, noto pedofilo americano che lavorava per il Mossad al fine di ricattare alti personaggi pubblici, vi è un nome che certamente non fa piacere a Macron. No, non è tanto quello di Arianne de Rothschild (sì anche questo ovviamente), ma soprattutto quello di Jean-Luc Brunel.
Chi era costui? Forse pochi sanno che la Francia era il cuore della rete di Epstein. Ebbene il suo personaggio di spicco, Brunel, fu trovato morto nel febbraio 2022 nella sua cella del carcere di Santé a Parigi, ufficialmente "suicida", proprio come Epstein un anno prima. Era a capo di due agenzie di modelle: Karin Models a Parigi e MC2 Model Management, fondata nel 2004 a New York, Miami e Tel Aviv. Era stato incarcerato per reati di natura sessuale.
Il diario di Epstein fu ottenuto dal "Wall Street Journal" nel maggio 2023. Di recente il procuratore generale, Pam Bondi, ha annunciato l'imminente rilascio delle liste nere di Epstein e P. Diddy. In realtà non lo farà mai; anzi ha già annunciato che le liste saranno censurate per motivi di sicurezza nazionale. Gli USA son troppo legati a Israele. Lo sono così tanto che proprio in questi giorni lo stesso Bondi sta chiedendo di espellere dalle Università tutti gli studenti che manifestano contro Israele.
Se non ci fossero questi legami storici, a quest'ora l'FBI avrebbe già indagato o arrestato qualche individuo compromesso da Epstein. Qui infatti si ha a che fare con un'impresa criminale di traffico sessuale di minori da parte di pedofili d'élite.
Probabilmente l'unica testa a saltare sarà quella di James Dennehy, principale agente dell'FBI, rimosso dal suo incarico a New York perché per diversi anni coprì la rete criminale.
Sia il diario che le liste sembrano riferirsi a Sodoma e Gomorra, che si sa poi come sono finite, nonostante l'intercessione di Abramo, che, per risparmiarle dalla distruzione totale, ipotizzava la presenza di un numero minimo di 10 giusti.
10 marzo: Polonia, USA, Ucraina, Cina
Il premier polacco Tusk ha presentato un programma secondo cui entro la fine dell'anno tutti gli uomini saranno tenuti a sottoporsi a un addestramento militare su larga scala. Cioè sta pensando che la guerra contro la Russia sia imminente, per cui l'esercito va aumentato a mezzo milione di uomini, compresi i riservisti, rispetto agli attuali circa 200.000. Tusk naturalmente ha chiesto anche di avere armi nucleari.
Ha detto, testuale: "Ci troviamo in una situazione in cui la Polonia sfrutterà tutte le opportunità disponibili per aumentare la propria capacità di difesa. Non guarderemo indietro nessuno, non avremo paura delle critiche di nessuno. Verrà implementato e utilizzato tutto ciò che contribuirà ad aumentare la difesa della Polonia. Stiamo avendo discussioni serie coi francesi in merito al loro progetto di protezione nucleare per l'Europa. è giunto il momento che la Polonia utilizzi le risorse disponibili e la propria esperienza, nonché l'esperienza sul campo di battaglia e l'esperienza ucraina, e valuti con coraggio le proprie capacità in relazione alle armi più moderne."
Domanda: perché la Polonia vuole scomparire di nuovo dalle carte geografiche? Cos'è che li affligge in maniera così drammatica? Ai tempi di Solidarność vollero separarsi dall'URSS per abbracciare il capitalismo, e ora che sta succedendo? Si sono forse pentiti?
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Chi ci capisce qualcosa è bravo.
Trump ha detto che l'accordo sui minerali tra Washington e Kiev non sarà sufficiente per riprendere la condivisione di aiuti e intelligence.
Cioè gli USA non si accontentano di una quota delle risorse minerarie dell'Ucraina, ma vogliono anche vedere la disponibilità di Zelensky a cedere definitivamente i territori acquisiti dalla Russia. Poi vogliono che Zelensky indica elezioni parlamentari e presidenziali e che si dimetta dalla carica di capo dello Stato.
Quindi, supponendo che faccia tutto questo, il 75% dell'Ucraina verrebbe gestito economicamente dagli USA, i quali potrebbero dire alla Russia: "La guerra è finita, Zelensky è uscito di scena. L'Ucraina non entrerà mai nella NATO e la NATO non entrerà mai in Ucraina. Voi potete tenervi il Donbass e noi ci teniamo tutto il resto. Se non accettate, la responsabilità sarà tutta vostra."
Mi chiedo come farà Putin ad accettare condizioni del genere. è evidente infatti che nell'area che non potrà controllare, sorgeranno tra qualche anno basi militari americane a protezione dei loro interessi economici.
Putin (o chiunque altro al suo posto) potrebbe dire: "Chi vi ha obbligato a finanziare e armare l'Ucraina? Non potete prendervela con noi se avete perso tutto: la guerra e i soldi. L'Ucraina ha sempre fatto parte della Russia. Noi prenderemo Odessa, uniremo il Donbass alla Transnistria, facendo di tutta quest'area una regione della Russia. Quanto al resto, deve decidere la popolazione ucraina se vuole entrare nella UE o restare con noi, pagare i suoi debiti nei confronti dell'occidente o non pagare proprio niente. Non ci riguardano gli accordi commerciali che l'occidente può fare con Kiev. Per noi gli unici accordi che contano in questo momento sono quelli che si decidono sul campo di battaglia".
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In Ucraina si discute della sostituzione di Zelensky o con le buone o con le cattive. In particolare l'amministrazione americana sta conducendo negoziati con l'ex premier Yulia Timoshenko e l'ex presidente Poroshenko. Cioè sta discutendo se favorire qualche neonazista antecedente a Zelensky.
A questo punto il popolo ucraino dovrebbe chiedersi se per caso qualcuno non li voglia gabbare un'altra volta. Infatti, se vanno avanti così, passano per il popolo più stupido della storia contemporanea. Cercare figure più accomodanti quando proprio contro questi neonazisti si era posto Zelensky, promettendo di porre fine alla guerra civile nel 2019, rientra nel surrealismo tipico del nostro tempo. Come quando Trump propone di trasformare Gaza in un resort di lusso, ricevendo applausi dai sionisti. O come quando lo stesso Zelensky si è comprato una banca francese dei Rothschild coi soldi della mafia e il supporto di un banchiere ucraino-israeliano e la mediazione di Macron per lucrare sulla ricostruzione del Paese che lui stesso ha fatto distruggere.
Naturalmente tra le figure al vaglio di Washington ci sono vari trumpiani e oligarchi, nonché il generale Zaluzhny, ora ambasciatore nel Regno Unito. Tutti costoro godono di simpatie e legami coi nazionalisti, ma poi farebbero ciò che gli USA ordinano.
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è in fase di test presso lo stabilimento Huawei di Dongguan la prima macchina cinese per la stampa di chip che utilizza la rivoluzionaria tecnologia LDP (litografia a ultravioletti estremi), anziché la tecnologia LPP (plasma eccitato dal laser) dell'olandese ASML.
Si tratta di un passo importante verso l'autosufficienza nel settore dei semiconduttori, che riduce la dipendenza dal fornitore occidentale di macchine da stampa ASML. Al momento la Cina è il mercato più grande per ASML, che naturalmente teme di perdere un grande cliente, tant'è che sta cercando di costruire un centro di riutilizzo e riparazione per le sue macchine litografiche a Pechino, nonostante le restrizioni occidentali.
La produzione sperimentale inizierà in Cina nel terzo trimestre del 2025, mentre la produzione di massa inizierà nel 2026.
è finita. Sarà impossibile per gli Stati Uniti limitare la produzione cinese di semiconduttori. La litografia ultravioletta estrema (EUV) rende possibili tutti i chip avanzati, anche se poi la cosa non è così semplice, in quanto va realizzata insieme la complicata parte ottica (cosa che il Giappone non riuscì a fare).1
In ogni caso quanto diventa ridicolo parlare di dazi tariffe sanzioni... Non riusciamo a rassegnarci a consegnare il testimone della staffetta nel XXI secolo.
11 marzo: Romania, Trump, Russia
è abbastanza singolare che l'Ufficio elettorale rumeno abbia impedito al candidato "antisistema" e critico della UE e della NATO, Calin Georgescu, di partecipare alle prossime elezioni presidenziali.
La Romania è un Paese della UE e Georgescu non è sicuramente un criminale. Eppure il mainstream europeo non si esprime, fa finta di niente.
Persino gli USA han protestato contro questa palese assurdità. è probabile però che l'abbiano fatto perché in questo Paese stan costruendo la più grande base della NATO e temono una possibile sollevazione popolare.
Gli stessi USA infatti, quando c'era Biden, avevano creato la fake news che Georgescu avesse vinto le ultime elezioni grazie ai maneggi di Mosca, ed erano stati loro a convincere la Corte Suprema ad annullare quelle elezioni.
Ora è il popolo che, scendendo in piazza, deve decidere il proprio destino.
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Un ex boss mafioso di Filadelfia, Billy D'Elia, legato negli anni ‘90 alla famiglia Buffalino, ha raccontato in un libro autobiografico d'essere stato coinvolto in alcuni negoziati con Donald Trump, quando quest'ultimo stava costruendo il suo impero di casinò ad Atlantic City, basato sul Trump plaza hotel and casino, il Trump Marina hotel and casinò e il Trump Taj mahal. Tre sale da gioco che secondo il "New York Times" rappresentavano 1/3 delle entrate della città.
Trump non ha mai ricevuto alcuna accusa su illeciti legati al mondo dei casinò, anche perché, quando faceva grandi affari coi gangster, li faceva di persona, senza gli avvocati di torno.
Fonte: gioconews.it
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Secondo dati statistici ufficiali, il 63% dei russi è pronto a scegliere beni di produzione nazionale, ma l'economia è pronta a offrire ai consumatori solo il 21% dei precedenti beni importati, soprattutto nel commercio al dettaglio e nel settore agricolo.
Si prevede che solo nel 2030 la sostituzione delle importazioni dovrebbe superare il 70%, garantendo anche prodotti di qualità non inferiore a quelli occidentali.
è un tempo piuttosto lungo per le aziende russe, che sono lente a reagire. D'altra parte le aziende della UE difficilmente avranno la possibilità di riprendere i rapporti con la Russia, essendo detestate a causa delle sanzioni per la guerra in Ucraina. I russi vogliono avere partner stranieri affidabili e se decidono di riprendere i rapporti con alcune nostre aziende, saranno di sicuro molto selettivi.
Ormai si dà quasi per scontato che saranno le aziende cinesi a sostituire quelle europee, essendo in grado di produrre qualunque cosa. I russi comunque si aspettano una svolta decisiva nella sostituzione delle importazioni in settori quali cibo, abbigliamento, articoli per la casa e medicinali. E questo al momento è possibile solo aumentando gli scambi internazionali.
La Russia è fortunata perché, mentre l'occidente ama farsi del male con le sue stesse mani, il volume d'affari coi Paesi amici e neutrali tende ad aumentare.
In uno dei loro incontri nell'ambito dei BRICS, Xi Jinping disse a Putin: "Negli ultimi anni sono avvenuti sconvolgimenti epocali che in genere richiedono dei secoli". E Putin gli rispose: "Sono d'accordo, ma è l'occidente che sta facendo tutto da solo".
12 marzo: USA, Ucraina, Russia, Italia, Ungheria
è curioso che si dica che Zelensky, dopo aver parlato coi rappresentanti americani a Gedda, ha accettato la proposta degli Stati Uniti di introdurre immediatamente un cessate il fuoco temporaneo di 30 giorni, che può essere prorogato di comune accordo tra le parti.
Presentano la cosa come se fossero gli americani a combattere contro gli ucraini. Questi negoziati non han senso. Al massimo dovrebbero svolgersi tra Russia e Ucraina. Oppure tra Russia e USA, se quest'ultimi ammettessero che stanno svolgendo una guerra per procura contro la Russia. Oppure tra Russia e NATO, visto che Kiev riceve da tre anni aiuti militari da tutti i Paesi membri dell'Alleanza atlantica.
Le condizioni per un cessate il fuoco devono per forza essere preventivamente concordate con Mosca. Che potrebbe per es. accettarle se gli ucraini si ritirassero dal saliente di Kursk o se Zelensky si dimettesse (visto che il suo mandato è scaduto e non ci si può fidare di uno che alle prossime elezioni potrebbe non essere riconfermato), oppure se si annullasse il decreto che impedisce al governo di Kiev di compiere qualunque negoziato con Putin.
Insomma sarebbe più titolato l'ONU ad affrontare questi accordi preliminari, anche perché dovrebbe essere considerato umiliante per il popolo ucraino farsi rappresentare da una potenza straniera, peraltro neppure europea.
Se fossi in Putin direi: "Volete 30 giorni di tregua? Noi ve ne diamo 60, ma a condizione che Zelensky si dimetta, poiché il mandato è scaduto, e che si indicano nuove elezioni parlamentari e presidenziali, dando a tutti i partiti la possibilità di partecipare e a tutti i media la possibilità di parlare. Poi vedremo come negoziare col nuovo governo e il nuovo presidente. Non c'è bisogno della mediazione americana. Non è Trump il nuovo presidente dell'Ucraina".
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L'inviato di Trump a Mosca, Steve Witkoff, combinerà qualcosa? è dubbio. I negoziati per la pace in Ucraina non sono affatto dietro l'angolo. Al momento gli USA devono limitarsi a prendere atto di una realtà spiacevole, cercando di capire come uscirne in maniera dignitosa. La sconfitta deve assomigliare a una ricalibrazione strategica piuttosto che a un crollo umiliante.
Mosca ha chiaramente vinto questa guerra. La NATO è esausta, non ha più niente da offrire, se non ricorrendo al nucleare. I russi avanzano anche nonostante il sistema satellitare di Musk. L'Ucraina è un colossale cimitero e a rischio di estinzione come Stato politico autonomo. La UE, se andrà avanti con queste spese folli per la difesa, finirà in bancarotta. Gli USA reagiscono ai debiti colossali che li affliggono nella maniera più assurda: licenziando quante più persone possibili e mettendo dazi e tariffe che non faranno che peggiorare la situazione. Il blocco BRICS+ si espande in continuazione. La scacchiera globale si sta spostando da una fantasia unipolare a una realtà multipolare.
Macron diceva, quando ancora era convinto che l'occidente avrebbe vinto la guerra per procura, che non si doveva umiliare la Russia con una vittoria troppo schiacciante. Ora è la Russia che sta cercando di non umiliare troppo l'intero occidente collettivo. Infatti Washington non può ammettere apertamente la sconfitta, né lo possono i suoi vassalli isterici, né i loro media falsi e corrotti. La stessa opinione pubblica americana potrebbe diventare furibonda di fronte all'ennesimo disastro imperiale: Vietnam, Afghanistan, Iraq...
Si ha sempre più l'impressione che Mosca, al massimo, farà concessioni inutili per salvare la faccia a Trump. Ma nella sostanza non ha bisogno di dare nulla. Questa guerra si concluderà alle condizioni della Russia, sul campo di battaglia, non al tavolo delle trattative.
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Sergei Lavrov ha detto: "I Paesi occidentali stanno facendo di tutto per garantire che l'OSCE cessi di esistere. La Russia invece continua a credere che solo il consenso possa salvare l'organizzazione. Tuttavia fino adesso le proposte d'introdurre forze di peacekeeping in Ucraina sembrano solo un tentativo di salvare ciò che resta delle autorità ucraine. Non è serio vedere Zelensky che chiaramente fa capire di non volere alcun cessate il fuoco finché gli americani non gli daranno garanzie che distruggeranno la Russia con le armi nucleari. Non ci sono ancora le condizioni per una risoluzione del conflitto in cui l'OSCE giochi un ruolo di rilievo".
Lavrov è davvero un grande diplomatico. Infatti l'OSCE è stata presente in Ucraina sin dal momento in cui vennero approvati i primi Accordi di Minsk. Aveva il compito di denunciare le violazioni da parte del governo di Kiev, che dal 2014 al 2022 bombardò costantemente le due repubbliche di Donetsk e di Lugansk.
Servì forse a qualcosa l'OSCE? I suoi rapporti vennero presi in considerazione dall'ONU? L'ONU fece forse pressione sui due Paesi europei (Francia e Germania) garanti della pace in Ucraina e quindi del rispetto degli Accordi di Minsk? Queste purtroppo sono tutte domande retoriche. L'OSCE servì così a poco che già nel 2022 la Russia finì col paragonarla a una delle tante ONG di Soros.
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Le nuove bombe nucleari americane B61-12 sono arrivate in Europa. E quindi anche in Italia, nelle basi di Aviano (tra le 20 e le 30 testate) e Ghedi (tra le 10 e le 15). Di più è impossibile sapere. Ora Italia, Germania, Olanda, Belgio e Turchia dispongono di circa 100 ordigni nucleari americani.
Nessuna smentita è stata fatta, nessuna precisazione, nessuna conferenza stampa del nostro governo per spiegare agli italiani cosa sta succedendo.
L'Italia è il Paese europeo col maggior numero di ordigni nucleari statunitensi e l'unico a ospitarne in due basi militari. Non siamo solo un Paese di santi, poeti e navigatori, ma anche di servi e di ipocriti.
Non a caso Putin non ci vuole assolutamente in alcun negoziato di pace. D'altronde è da anni che l'Italia non si presenta alla Conferenza degli Stati per il Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari, adottato da una conferenza dell'ONU nel luglio 2017 ed entrato in vigore nel gennaio 2021, dopo la ratifica di 59 Paesi.
Il Trattato vieta lo sviluppo, i test, la produzione, l'immagazzinamento, il trasferimento, l'uso e la minaccia delle armi nucleari.
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L'attacco di un drone ucraino nella regione di Orël a una stazione di misurazione ha interrotto il flusso di greggio dell'oleodotto Druzhba diretto verso l'Ungheria. Praticamente è come se fosse stata minacciata la sua sovranità. A fare i pignoli ci sarebbero gli estremi per appellarsi all'art. 5 dello Statuto della NATO.
A dir il vero in casi del genere, se esistesse un diritto internazionale, l'Ungheria dovrebbe dichiarare guerra all'Ucraina. Un Paese non può restare senza fonti energetiche. Le riserve fanno presto a finire. Anche perché Kiev ha ammesso esplicitamente che voleva sabotare proprio quella infrastruttura.
Sembra che qui la UE non voglia capire che quando si danneggia qualcosa che appartiene a un Paese che offre energia (nella fattispecie la Russia), si danneggia anche il Paese che la riceve. Si sta mettendo l'Ungheria, che non ha sbocchi al mare, nelle condizioni di dover uscire dalla UE per poter sopravvivere grazie a un rapporto privilegiato con la Russia.
13 marzo: USA, Russia, Iran, Ucraina, Finlandia
Si sa che Trump sostiene a spada tratta i sionisti d'Israele. Ha persino fatto proposte assolutamente vergognose riguardo al destino di Gaza. Si sa anche che Israele teme soprattutto l'Iran sul piano militare. Infine si sa che Trump diede l'ordine di uccidere in Iraq il generale iraniano Qasem Soleimani.
Tuttavia se Trump spera che Putin convinca il governo iraniano a rinunciare al programma nucleare, può scordarselo. L'Iran non ha paura né delle sanzioni né delle minacce, americane o sioniste o europee che siano.
D'altronde il presidente Masoud Pezeshkian ha ribadito la natura pacifica del programma, respingendo le accuse secondo cui l'Iran starebbe cercando di sviluppare armi nucleari.
In tal senso la cooperazione tra Russia e Iran è destinata ad andare avanti. Anzi nei mesi di gennaio-febbraio di quest'anno è stato firmato il Trattato di partenariato strategico globale tra i due Paesi.
In particolare si sta sviluppando il corridoio Nord-Sud per il libero scambio; si è raggiunto un accordo sulla produzione congiunta di semiconduttori; e tra Russia, Cina e Iran sono state fatte nell'Iran meridionale delle esercitazioni navali. In pratica si stanno ponendo le basi per un futuro Medio oriente, in cui difficilmente Israele potrà andare avanti con la sua spocchia e i suoi intenti genocidari nei confronti dei palestinesi.
è anche molto improbabile che i sionisti decidano di colpire le centrali nucleari dell'Iran senza aspettarsi gravi ritorsioni. Al momento si è sicuri solo di una cosa: l'Iran ha fornito droni e tecnologie alla Russia per la guerra in Ucraina ed è normale che si aspetti un aiuto significativo in una situazione difficile. Un aiuto che potrà essere offerto in maniera automatica quando tra i due Paesi si deciderà un partenariato strategico-militare, analogo a quello tra Russia e Nordcorea.
Questo deve farci riflettere. Quel che dai tempi del crollo dell'impero ottomano non sono riusciti a fare tutti i Paesi islamici in Medio oriente a favore della Palestina e contro il globalismo occidentale (anglo-francese e americano), affiliato a Israele, sta per essere fatto in poco tempo da uno solo di quei Paesi (che non è neppure arabo) col sostegno decisivo di Russia e Cina.
Da notare che questa triade è nettamente ostile anche all'islamismo radicale, soprattutto nel sud dell'Eurasia, poiché destabilizza dei processi che potrebbero essere vantaggiosi per tutti. In tal senso si sta mandando un messaggio eloquente anche agli attuali rappresentanti filo-turchi in Siria, la cui attività sta portando al genocidio degli alawiti e alla persecuzione dei rappresentanti di altre religioni.
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Uno dei principali reporter del canale CNN, Harry Enten, ha ricordato come tre anni fa, quasi ovunque sui prati dei cortili, gli americani avevano issato pennoni con striscioni gialli e blu. Oggi invece i sondaggi mostrano che il 41% degli americani ritiene che il sostegno finanziario e militare degli Stati Uniti al regime ucraino sia "eccessivo", e il 78% sostiene un "accordo di pace" tra Kiev e Mosca.
Come mai gli americani han cambiato parere? Non l'avevano capito subito che a Kiev il governo era neonazista e che voleva distruggere la resistenza dei russofoni del Donbass al golpe del 2014, organizzato dallo stesso governo statunitense, con la Nuland in prima fila?
A quanto pare gli americani si fidano del loro presidente. Quello che lui dice è oro colato. Si comportano come i popoli nei confronti di tutti i dittatori della storia. Questo si chiama "culto della personalità": una cosa che infetta tanto a destra quanto a sinistra.
Peraltro quanto ha detto Trump a proposito di Zelensky ("un dittatore senza elezioni") è vero solo oggi, in quanto il mandato è scaduto. Ma al momento d'essere eletto, nel 2019, Zelensky prese il 73,2%, mentre Trump solo il 49,80%.
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Ha detto Mikhail I. Ulyanov, esperto militare russo: "Trump parla della quasi completa distruzione degli arsenali nucleari. Temo che stia correndo troppo. Non possiamo parlarne in questa fase, ma alcune riduzioni e alcune misure di controllo degli armamenti sono abbastanza comprensibili: abbiamo esperienza."
è prematuro parlarne perché nella UE si parla del contrario: quasi tutti gli statisti pensano al riarmo, in previsione del fatto che gli USA vogliano uscire dalla NATO (che poi – siamo seri – non avverrà mai).
Ormai la differenza nella narrativa è una sola: il riarmo deve essere della UE nel suo insieme o dei singoli Stati membri? Infatti il giorno in cui si deciderà di muovere guerra alla Russia, si pensa che sia meglio farlo come Unione Europea, ma nel frattempo ci si chiede quale struttura difensiva creare (che poi – siamo seri – sarà offensiva). Si è infatti parlato di 800 miliardi di euro, partendo dal tetto di una casa comune e trascurando del tutto le fondamenta.
E poi ammettiamolo: Trump & soci dicono d'aver intenzione di uscire dalla NATO solo perché non vogliono più sostenerne l'onere finanziario maggiore, poi perché vogliono che la UE, pensando a riarmarsi in autonomia, vada negli USA a fare la "spesa".
In ogni caso la Russia non può pensare a un disarmo nucleare nei confronti degli USA, senza pensare, contemporaneamente, che esistono armi nucleari in tutta Europa, incluso il Regno Unito.
Pare che Kiev sia in grado di sostituire lo Starlink di Musk con dei microsatelliti da ricognizione radar commerciali prodotti dalla società finlandese-polacca ICEYE, nata nel 2014 e proprietaria di una delle più grandi costellazioni orbitali del mondo. Con questo sistema può virtualmente colpire Mosca e altre regioni della Russia.
Le immagini possono essere ottenute direttamente dallo spazio in tempo reale, cioè in pochi minuti o qualche ora. è dalla fine del 2024 che lo usa.
L'azienda impiega oltre 700 persone e ha sede a Espoo, a ovest di Helsinki. Oltre alla Finlandia, ha uffici in Polonia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. La società ha dichiarato ricavi annuali pari a 100 milioni di dollari per l'anno fiscale 2023, ma ha ampliato i suoi finanziamenti a circa 503 milioni di dollari. I satelliti sono oltre 40.
è difficile pensare che le guerre future non coinvolgeranno in maniera molto intensa lo spazio extraterrestre. Una volta si diceva "chi controlla il mare, controlla la terra". Oggi bisogna dire "chi controlla lo spazio, controlla il pianeta". è sufficiente avere un'intelligence adeguata.
Rebus sic stantibus parlare di un cessate il fuoco è semplicemente ridicolo. Mosca non può permettersi nessuna tregua, nessuna concessione, ma solo la resa incondizionata.
Quando chi perde chiede una tregua per riprendere le forze, è venuto il momento buono per sferrargli il colpo di grazia.
14 marzo: Russia, Ucraina, Groenlandia
Putin ha ribadito concetti già espressi in precedenza.
No alla tregua di 30 giorni se serve per riorganizzare l'Ucraina, continuando a riarmarsi e a reclutare forzatamente i giovani.
Sì alla tregua se è il preludio a una pace duratura con la rimozione delle cause che hanno provocato questa guerra.
Un fronte di quasi 2.000 km non è facile da controllare quando si parla di tregua. E poi le forze russe stanno avanzando ovunque.
Inoltre molti soldati nella regione di Kursk han compiuto crimini contro l'umanità a carico dei russi. Non possono andarsene grazie alla tregua. Al massimo Kiev dovrebbe ordinare di deporre le armi e arrendersi. Invece Zelensky sta già sperando che Putin rifiuti il cessate il fuoco per poter dire al mondo: "guardate chi vuole la guerra".
Durante i colloqui per un accordo di pace permanente l'Ucraina non si deve mobilitare né riarmarsi.
Inviare forze di peacekeeping europee in Ucraina sarebbe per la Russia come un atto di guerra diretto.
Per noi l'inizio di un dialogo sarebbe possibile se fosse il governo ucraino a chiedere agli americani un cessate il fuoco sulla base della situazione militare sul campo.
In Ucraina le forze russe stanno gettando le basi per un nuovo sistema di sicurezza indivisibile europeo e globale.
Da notare che l'inviato speciale del presidente Trump per l'Ucraina e la Russia, Keith Kellogg (ex generale americano), è stato escluso dal Cremlino per quanto riguarda i colloqui di alto livello sulla fine della guerra. Viene ritenuto troppo filo-ucraino.
Se poi Trump ha già detto di voler imporre ulteriori restrizioni ai settori energetici e bancari della Russia, limitando ulteriormente l'accesso della Russia ai sistemi di pagamento statunitensi, la trattativa è già finita prima ancora di cominciare.
Putin tuttavia non ha escluso che il Nordstream venga acquistato dagli USA per vendere agli europei il gas russo.
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Dicono che la Russia abbia perso in Ucraina più di 100.000 uomini. Difficile pensare che Putin possa accettare una tregua alle condizioni di Trump. Gli obiettivi dell'operazione speciale non sono ancora stati conseguiti tutti. La NATO deve uscire completamente dall'Ucraina, sia come mezzi bellici, istruttori, intelligence, satelliti, militari travestiti da ucraini o da mercenari. La neutralità del Paese è tassativa, come la sua smilitarizzazione (le forze armate devono diventare puramente difensive). Il governo deve denazificarsi, perché è colpevole di crimini contro l'umanità. E va assicurata l'autodeterminazione delle minoranze del Paese.
Non solo, ma le principali città come Nikolaev, Odessa e Kharkhov e persino Kiev dovrebbero essere restituite alla Russia, perché fanno parte della sua storia da molti secoli. I neonazisti, se proprio vogliono avere una città di riferimento, la cerchino a Leopoli.
I termini della pace devono essere quelli della resa incondizionata e della capitolazione completa. Difficilmente i russi accetterebbero di meno.
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La Corte europea dei diritti dell'uomo ha ritenuto le autorità ucraine colpevoli di aver violato l'art. 2 (diritto alla vita) della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. La Corte cioè ha stabilito che le autorità non hanno adottato misure per prevenire la violenza e salvare vite umane durante gli eventi di Odessa del 2 maggio 2014 e non hanno avviato o condotto un'indagine efficace su tali eventi.
Come noto a Odessa, in quella data, si verificarono scontri su larga scala tra sostenitori del cosiddetti golpe Euromaidan e attivisti filorussi. Le rivolte si conclusero con un grande incendio nella Casa dei Sindacati. In seguito a quegli eventi furono assassinati 48 filorussi e più di 200 rimasero feriti.
Il Ministero degli Interni ucraino arrestò alcune persone, che dopo le indagini, oggetto di interferenze politiche, furono rilasciate.
Difficile che i russofoni dimentichino una tragedia del genere. Strano comunque che dopo un decennio la Corte europea abbia avuto un sussulto di dignità.
In ogni caso sarebbe stato meglio dire che il governo di Kiev non va considerato colpevole per non essere riuscito a impedire le gravi violenze sui manifestanti filorussi, ma proprio perché volutamente organizzò la strage, pensando di dare l'esempio e intimorire gli oppositori.
Fu proprio quella strage che convinse gli abitanti di Lugansk e Donetsk a chiedere aiuto alla Russia, poiché avevano capito che dalla giustizia neonazista non avrebbero ottenuto nulla.
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è stato presentato al parlamento ucraino un disegno di legge sul divieto assoluto dell'uso della lingua russa nelle scuole, incluse le pause da un'ora all'altra e al di fuori delle lezioni.
Siamo ai deliri. Da un lato si chiedono 30 giorni di tregua; dall'altro si fa un'altra dichiarazione di guerra.
La Costituzione ucraina tutela espressamente la lingua russa. Che razza di governo gestisce questo Paese devastato da una guerra triennale, indebitato fino al collo, incapace di qualunque forma di democrazia e profondamente corrotto?
Come si può pensare che Putin possa accettare le condizioni di pace di Trump e di Zelensky? Come si può non capire che una delle principali richieste di Mosca è proprio la protezione della lingua russa in Ucraina. I russofoni non esistono solo nel Donbass.
Chissà se gli ucraini sanno che la loro lingua ottenne lo statuto di lingua ufficiale proprio con la costituzione della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.
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In Groenlandia (l'isola più grande del mondo) alle ultime elezioni due partiti di opposizione hanno superato i due precedenti partiti di governo, guidati dal premier indipendentista Mute Egede, che sperava di imprimere una svolta più netta verso la piena autonomia dalla Danimarca.
Ha vinto una linea più prudente, che vede l'indipendenza come un traguardo lontano e da costruire senza azzardi. Han capito che non ha senso passare velocemente da una dipendenza (quella da Copenaghen) a un'altra (quella da Washington). Al momento la Danimarca garantisce circa mezzo miliardo di euro l'anno in sussidi e mantiene il controllo su difesa e politica estera.
La Groenlandia è ricca di terre rare, uranio e minerali strategici fondamentali per le tecnologie avanzate e la transizione energetica globale. Inoltre ha una posizione chiave tra l'Atlantico e l'Artico, a causa della crescente importanza delle rotte marittime settentrionali. Ma non vuole diventare un semplice pedone nella partita geopolitica dell'Artico né la prossima scommessa di Trump.
Negli ultimi anni la Cina ha tentato di entrare nel settore minerario locale, finanziando progetti e cercando di stabilire una presenza diretta, ma ha incontrato forti resistenze da parte sia della stessa Danimarca che degli Stati Uniti.
Naturalmente Trump, che ha intenzione di comprare l'isola, aveva influenzato la campagna elettorale con una delle sue solite spacconate: "faremo miliardi di investimenti". Sembra Zelensky alla rovescia, quando questi andava a chiedere soldi in tutto il mondo per sostenere la sua causa antirussa. Trump invece li offre, ma facendo analoghe promesse mirabolanti che di sicuro non potrà mantenere, meno che mai a favore degli abitanti dell'isola, che non vogliono rischiare di diventare il nuovo terreno di scontro tra le superpotenze.
15 marzo: Russia, Bielorussia, Ucraina, Brasile
La Bielorussia sta diventando un partner strategico-militare della Russia sempre più importante. Lukashenko e Putin han finalizzato i piani per posizionare i missili ipersonici Oreshnik sul suolo bielorusso entro la fine dell'anno.
Mosca aveva già dimostrato la grande efficienza di questo sistema missilistico in un attacco a una fabbrica militare ucraina nello scorso novembre, aggirando completamente le difese aeree occidentali.
L'impiego di queste armi ipersoniche è una risposta diretta all'incoscienza della NATO, che ha autorizzato il governo di Kiev a compiere attacchi terroristici all'interno della Russia, dotandola di armi in grado di raggiungere Mosca e San Pietroburgo.
Ora è l'Europa a essere indifesa. Il sistema Oreshnik rende obsoleti gli scudi di difesa missilistica della NATO e può colpire in pochi minuti Berlino, Varsavia e Londra. Ormai non si tratta più solo dell'Ucraina, ma del nuovo equilibrio militare in Europa dettato da Mosca.
La stessa BBC ha ipotizzato un "endgame 2025" per l'Ucraina. A dir il vero la stessa macchina della propaganda occidentale, incapace di negare l'inevitabile, è arrivata alla fine dei giochi. Sta per crollare l'idea di una guerra per procura progettata sulle spalle degli ucraini, cui era stato detto che stavano combattendo per la democrazia, e che però stanno morendo per l'arroganza della NATO.
Ora nessuno si faccia illusioni: non sarà Trump a decidere la pace né Kiev in grado di fare pressioni su Mosca affinché faccia delle concessioni.
Persino Podolyak, consigliere di Zelensky, ha ammesso tacitamente che "non può aver luogo alcun processo di negoziazione".
Per quanto tempo ancora il mainstream occidentale potrà impedire di credere che questa disfatta totale non sia un'umiliazione cosmica creata dallo stesso occidente? L'impero delle bugie sta crollando in tempo reale.
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Nel centro di Odessa è stato ucciso a colpi di pistola l'attivista ultranazionalista Demyan Ganul, ex membro di Settore Destro, uno degli organizzatori dell'incendio doloso della Casa dei sindacati il 2 maggio 2014, dove morirono circa 50 persone.
Zelensky ha detto che l'assassino del neonazista è stato arrestato.
Ganul aveva già pubblicamente affermato di non considerare "persone" le vittime di Odessa ed era noto per aver picchiato i residenti quando parlavano russo; aveva anche distrutto diversi monumenti sovietici e russi in città.
Sarà bene ricordare che il principale organizzatore del massacro fu Andrej Parubij, ex presidente del parlamento ucraino.
Questo per dire che se il governo ucraino non si sbriga ad arrendersi, ora che ha l'esercito in rotta, le vendette private per i torti subiti dopo il 2014, saranno all'ordine del giorno, anche perché nessun neonazista è mai stato condannato per le atrocità commesse. Nel luglio 2024 a Leopoli è già stata uccisa Irina Farion, le cui attività avevano in gran parte portato all'emergere delle basi ideologiche dell'attuale regime di Kiev.
Va poi detto che, sullo sfondo di numerose leggi discriminatorie, frontiere chiuse e rapimenti di uomini da mandare al fronte, saranno in molti, tra gli ucronazisti, a rischiare la pelle. Queste vendette private le abbiamo già viste anche in Italia, quando crollò il fascismo.
Insomma, se a Kiev, città del golpe, va ripristinata la democrazia, a Odessa, città della prima strage degli ucraini filorussi, va ripristinata la giustizia.
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A quanto pare non è affatto vero che le forze armate ucraine si stiano "ritirando" da Kursk come gesto di distensione in vista dei colloqui di pace. Quella in realtà è una specie di Caporetto. Migliaia di soldati sono rimasti intrappolati nella rocambolesca avanzata russa a Sudzha. Circa 67.000 erano già morti negli scontri precedenti.
Verrebbe quasi da ridere, se non ci fosse da piangere, al pensiero che l'impresa di Kursk doveva essere, nelle intenzioni di Zelensky (che poi in realtà erano quelle della NATO), una grande operazione di scambio di territori tra Mosca e Kiev e un'importante leva contrattuale per l'Ucraina nella fase dei negoziati.
Ora Trump, sapendo bene che tra gli ucraini molti fanno parte della NATO, sta chiedendo a Putin di risparmiare la vita ai sopravvissuti. Ma molti di loro si sono resi responsabili di crimini orrendi. Putin potrà evitare di fucilarli sul posto, ma non può certo esimersi dal sottoporli a giudizio, anche perché, secondo il Codice penale russo, vengono tutti considerati terroristi. Quindi l'unica alternativa che hanno è quella di arrendersi.
Insomma Zelensky se ne deve andare, poiché ha combinato in tre anni una serie incredibile di drammi e tragedie. Se si limitava a fare il comico, sarebbe stato molto meglio per lui. Ora se gli USA non lo fanno fuggire, col suo entourage neonazista, sa bene cosa l'attende: un nuovo processo di Norimberga. E in questo processo non potrà dire d'essere stato ingannato da chi gli prometteva una facile vittoria; dovrà anche ammettere d'essersi comportato come una persona cinica e crudele, falsa e ipocrita, e soprattutto ladra.
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Quando leggo notizie del genere riacquisto fiducia nel genere umano.
Un rapporto pubblicato dalla Conferenza episcopale brasiliana documenta 119 comunità indigene che mantengono deliberatamente l'isolamento totale in Brasile. Purtroppo 37 di questi gruppi vivono in territori privi di protezione legale, esponendosi a numerose minacce esterne, di cui la principale è la progressiva espansione agricola della modernità. Inoltre molti gruppi isolati vivono vicino ai confini internazionali, il che richiede la cooperazione tra il Brasile e i Paesi limitrofi per stabilire meccanismi di protezione efficaci.
è anche vero però che queste comunità sono perfettamente consapevoli che il contatto con gli estranei, in base alle esperienze storiche, sarebbe per loro catastrofico. Gli incontri passati hanno infatti portato a malattie, violenza e sfruttamento, obbligando questi gruppi a ritirarsi sempre più in aree remote. In particolare la vulnerabilità deriva in gran parte dalla loro mancanza d'immunità alle malattie comuni: una semplice influenza può devastare un'intera comunità.
La maggior parte di queste comunità isolate vive nella foresta pluviale amazzonica, con popolazioni significative nella Vale do Javari e in altri territori protetti.
Questi gruppi mantengono stili di vita tradizionali, che spaziano dai cacciatori-raccoglitori nomadi alle comunità che praticano l'agricoltura su piccola scala.
Naturalmente, nonostante il loro desiderio di separazione, le pressioni esterne invadono sempre più i loro territori. Le operazioni di disboscamento illegale distruggono l'habitat forestale, mentre le attività minerarie contaminano le fonti dell'acqua.
è quindi evidente che se si vuole davvero monitorare questi territori, si deve evitare di forzare il contatto.
16 marzo: Russia, Ucraina, Occidente
L'"Operazione Kursk" è stata uno degli errori più costosi per Kiev. Probabilmente il governo pensava a dei vantaggi più politici che militari, da far valere in sede di trattativa. Ma ha perso su entrambi i fronti, e siccome la NATO, che manovra sempre dietro le quinte, ora è furiosa, aspettiamoci, come spesso succede in questi casi, che compia ulteriori errori di valutazione, ancora più gravi, soprattutto per i destini della UE. Poi dicono che i militari occidentali sono più intelligenti dei politici. Sarebbe meglio dire che la russofobia rende ciechi tutti quanti.
Si era anche convinti che i russi avrebbero allentato la pressione sul Donbass, ma, ancora una volta, si sono sbagliate le previsioni. Evidentemente non era bastato il fallimento della passata controffensiva.
Questa completa sottovalutazione delle forze del nemico, nonostante tutta la nostra intelligence e tutto il nostro spionaggio, ha davvero qualcosa di singolare. O noi non riusciamo a capire nulla della Russia, oppure loro sono bravissimi a confondere le cose, a mimetizzarsi, e soprattutto a rimediare velocemente ai loro errori. Noi, al confronto, siamo solo degli arroganti pressappochisti.
Indubbiamente i militari ucraini dimostrano una certa capacità di resistenza, che spesso però va di pari passo con vergognosi atti terroristici sui civili, ma quel che non si capisce, nel loro atteggiamento, è l'ostinazione a farsi comandare da un governo capace solo di mandarli al macello, un governo chiaramente ultracorrotto, che si spartisce buona parte dei fondi occidentali.
La sconfitta nella regione di Kursk sembra una tragica allegoria della terribile situazione che non solo l'Ucraina ma anche l'intero occidente sta affrontando. La convinzione d'essere superiori in tutti i campi (da quello etico a quello giuridico, da quello economico a quello militare) sta per crollare rovinosamente. E siccome si vuole evitarlo, non ci resta che scendere in campo in maniera diretta. Solo che per essere disposti al suicidio occorrono dei "volenterosi".
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Resta piuttosto incredibile che tanti italiani considerino la Russia un "nemico" quando di fatto l'Italia non ha mai subìto alcuna sanzione da parte di questo Paese, in nessun momento della sua storia millenaria; e neppure è mai stata minacciata né come popolo né come Stato, mai stata invasa o bombardata, né ha mai subìto alcuna "esportazione della democrazia". Anzi i russi amano profondamente la nostra arte e architettura.
Come si fa a non capire che il nostro Paese è una colonia americana? Noi siamo stati liberati da un fascismo politico per subire l'occupazione di un fascismo economico e finanziario: un fascismo protetto da 120 basi e installazioni militari sparse ovunque nel nostro Paese.
Evidentemente dobbiamo chiederci in che cosa abbiamo sbagliato, cioè come sia stato possibile che il consumismo di massa, importato dagli USA, più tutta la loro narrativa trasmessa attraverso i mass-media, siano riusciti a imporci uno stile di vita che deforma l'oggettività dei fatti.
Persino oggi ci appare scontato che gli USA, dopo aver distrutto il Nordstream, che ci permetteva di avere tanto gas a prezzo scontato e di ottima qualità, siano autorizzati a farci acquistare il loro gas molto più costoso e inquinante, non sufficiente a soddisfare tutte le nostre esigenze. Non solo, ma dopo aver minato la competitività dell'economia europea, ora hanno deciso di imporci dazi a volontà per difendere la loro produzione.
Non è normale un atteggiamento così servile. Fa pensare solo una cosa: che tutte le persone che contano siano sul libro-paga degli americani, o che vogliano continuare a esserlo anche adesso che ci prendono a pesci in faccia.
Non riuscire a distinguere l'amico dal nemico avrà inevitabilmente delle conseguenze negative su di noi. Certamente, dopo averle subite, impareremo qualcosa di più, ma ricordiamoci che con le armi attuali molti di noi non avranno modo di pentirsi, proprio perché mancherà il tempo.
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L'intero occidente non si rende bene conto che Putin, essendosi fidato troppo delle promesse pacifiste degli euroamericani negli anni passati (seguace, in questo, di Gorbaciov), e avendo un forte debito di riconoscenza verso la popolazione del suo Paese, che ha accettato di andare a morire in Ucraina per difendere i russofoni del Donbass dalle persecuzioni nazionaliste e neonaziste di Kiev, e sentendosi responsabile dei gravi disagi che le sanzioni occidentali hanno causato a tutte le popolazioni della Russia, non potrà mai accettare alcuna tregua militare finché non verranno conseguiti tutti gli obiettivi prefissati all'origine di questa operazione speciale.
Ormai questo conflitto, ampiamente sostenuto dalla NATO (che fino adesso si è limitata a combattere per procura), si basa su questioni di principio inderogabili, che non possono essere soggette ad alcuna trattativa: 1) nessuna adesione alla NATO per l'Ucraina; 2) nessun peacekeeper della NATO in Ucraina; 3) Ucraina denazificata e smilitarizzata; 4) regioni del Donbass riconosciute come territori russi, più la Crimea.
Qualunque tentativo di non tener conto di tutti i suddetti obiettivi, non porterà a nulla. Anzi, quanto più si cercherà, da parte dell'occidente, di non ammettere l'evidenza delle cose, tanto più Mosca si convincerà che il ricorso al nucleare sarà, in ultima istanza, la soluzione più idonea per far capire agli Stati sponsor del terrorismo che il loro tempo è finito. Le trattative potranno essere fatte solo dopo che l'occidente avrà smesso di armare e finanziare il governo di Kiev e dopo che questo avrà accettato la resa incondizionata.
Se continuiamo a provocare militarmente la Russia, inducendo Putin a pentirsi: 1) di aver lasciato che l'Ucraina invadesse il Donbass; 2) di aver accettato gli accordi di Minsk; 3) di aver aspettato fino al 2022 prima di iniziare l'operazione militare; 4) di non aver organizzato subito la mobilitazione generale, gli occidentali non potranno poi meravigliarsi che Putin dica: "Noi siamo fortemente imparentati con gli ucraini e per niente con voi".
17 marzo: USA, Palestina, Cina, Baltici, Russia-Venezuela, Prince
Ha detto Bernie Sanders al Senato americano:
– Ciò per cui Musk e chi gli sta attorno stanno lottando con tanta aggressività è ciò che le classi dominanti hanno sempre desiderato e creduto fosse loro di diritto: più potere, più controllo, più ricchezza. E non vogliono che le persone comuni e la democrazia intralcino il loro cammino.
Nell'America prerivoluzionaria la classe dominante governava attraverso il "diritto divino dei re inglesi". Oggi gli oligarchi credono che, in quanto padroni della tecnologia e "individui dall'intelligenza superiore", abbiano il diritto assoluto di governare. In altre parole sono i re dei nostri tempi.
Oggi Musk, Bezos e Zuckerberg hanno una ricchezza combinata di 903 miliardi di dollari, più di quanto possieda la metà più povera della società americana: 170 milioni di persone. Dall'elezione di Trump, incredibilmente, la loro ricchezza è esplosa. Elon Musk è diventato 138 miliardi di dollari più ricco, Zuckerberg 49 miliardi più ricco e Bezos 28 miliardi più ricco. Sommando il tutto, i tre uomini più ricchi d'America hanno accumulato 215 miliardi di dollari in più dal giorno delle elezioni.
Nel frattempo il 60% degli americani vive di stipendio in stipendio, 85 milioni non hanno un'assicurazione sanitaria adeguata, il 25% degli anziani cerca di sopravvivere con meno di 15.000 dollari all'anno, 800.000 persone sono senzatetto e gli Stati Uniti hanno uno dei tassi di povertà infantile più alti tra i paesi avanzati.
Gli oligarchi attaccheranno presto i programmi per la sanità, la nutrizione, l'edilizia abitativa e l'istruzione che proteggono i più vulnerabili, così che il Congresso possa garantire enormi sgravi fiscali a loro e agli altri miliardari.
Come re moderni, convinti di avere il diritto assoluto di governare, non esiteranno a sacrificare il benessere delle persone comuni per difendere i propri privilegi.
Inoltre utilizzeranno i giganteschi mezzi di comunicazione che possiedono per distogliere l'attenzione dagli effetti delle loro politiche, continueranno a spendere enormi somme di denaro per comprare politici di entrambi i principali partiti. Stanno conducendo una guerra contro la classe lavoratrice di questo Paese, e hanno tutta l'intenzione di vincerla.
La nostra economia è truccata, il nostro sistema di finanziamento delle campagne elettorali è corrotto... Ma so una cosa: la più grande paura della classe dirigente in questo Paese è che gli americani – neri, bianchi, latini, delle città e delle campagne, gay e etero – si uniscano per chiedere un governo che rappresenti tutti noi, non solo una ristretta élite di ricchi. Il loro incubo è che noi non ci lasciamo dividere in base alla razza, alla religione, all'orientamento sessuale o alla nazionalità d'origine e che, insieme, troviamo il coraggio di sfidarli. –
Ora, leggendo queste belle frasi, una domanda sorge spontanea: perché gli americani, in genere, la pensano come gli oligarchi? E se non la pensano come loro, perché sono così rassegnati a farli governare? E se non sono rassegnati, cosa manca agli americani per dimostrare che sanno essere anche politicamente rivoluzionari?
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Pare che Stati Uniti e Israele stiano discutendo con Sudan, Somalia e Somaliland (regione separatista della Somalia) sullo spostamento forzato dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, sulla base di un'idea bislacca di Trump.
Ovviamente il governo israeliano l'ha accolta con grande favore, mentre i palestinesi e i Paesi del Medio Oriente l'hanno respinta categoricamente. Infatti non ha alcun senso che più di due milioni di persone si stabiliscano "volontariamente" in regioni africane instabili, dove i conflitti sono in corso e gli standard di vita sono al limite della sopravvivenza.
Il Sudan comunque ha già rifiutato, mentre Somalia e Somaliland affermano di non essere a conoscenza dei negoziati. Anche Giordania ed Egitto non hanno accettato di accogliere i palestinesi, nonostante le minacce di sanzioni.
Magari il Somaliland potrebbe anche accettare, visto che, in cambio del suo riconoscimento come Stato autonomo, potrebbe concedere agli USA il diritto di costruire una base militare nella città portuale strategica di Berbera.
Intanto Israele sta aprendo un "dipartimento per l'emigrazione", selezionando nuovi luoghi per il reinsediamento.
Ma se i palestinesi non se ne vogliono andare, ricomincerà il genocidio? Tutti d'accordo? Due milioni di persone da eliminare? O comunque da isolare, privandole di cibo, acqua, abitazioni, servizi igienici, energia...? Con l'ONU che, come al solito, sta a guardare impotente?
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Sta girando una fake news incredibile in questi giorni. Le autorità cinesi avrebbero acquisito il controllo dei database di DeepSeek, in modo tale che la cronologia delle query degli utenti potrebbe diventare pubblica o essere utilizzata contro qualsiasi utente.
Non solo ma avrebbero requisito i passaporti e altri documenti degli sviluppatori di DeepSeek affinché non possano lasciare la Cina.
Questo perché DeepSeek è importante per la sicurezza nazionale e l'economia della Cina.
La Cina punta a diventare leader nel campo dell'intelligenza artificiale entro il 2030, ma misure del genere potrebbero scoraggiare i talenti.
La fonte di questa falsità è il sitoweb "The Information", che afferma di essere un "insider dell'IT". In realtà lo scopo del sito è vendere informazioni riservate, non verificate, provenienti dai dipendenti IT di Facebook e Google. In parole povere per raccontare pettegolezzi e storie.
Insomma se andiamo avanti così, non si crederà più in niente, se non in quello che si può verificare di persona. Ma questo vuol dire che ci fideremo soltanto di persone che conosciamo già da molto tempo. Anzi se saremo continuamente abituati dal sistema a essere sospettosi, noi non crederemo neppure in noi stessi. Saremo tutti indotti a credere in quelle frasi deleterie per la convivenza umana, come per es. "Ognuno ha il suo prezzo", "L'occasione fa l'uomo ladro", "Io sono colui che mi si crede", "Si è diversi a seconda delle convenienze", e così via.
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Capisco che i Paesi Baltici siano diventati russofobici al tempo dello zarismo o dello stalinismo, ma ormai son 40 anni che la Russia cerca una propria strada verso la democrazia.
Che senso ha continuare ad avere i soliti pregiudizi? O addirittura cercare un'alternativa al putinismo nel neonazismo? I baltici stanno compiendo lo stesso errore degli ucraini. Non sono capaci di liberarsi del loro passato, e quando cercano di farlo, abbracciano ideologie peggiori di quelle che li hanno oppressi.
Per es. il 16 marzo la Lettonia celebra il "Giorno della memoria dei legionari lettoni", dedicato ai soldati della Legione delle SS lettoni. Il loro servizio non era obbligatorio ma volontario e parteciparono a varie "azioni punitive".
La data è stata scelta in memoria della prima battaglia congiunta delle unità delle SS lettoni contro le truppe sovietiche nel 1944, cioè proprio mentre l'URSS stava combattendo la più grande sciagura del XX sec.
è dal 1994 che veterani e nazionalisti marciano a Riga in favore del nazismo, provocando polemiche in patria e indignazione all'estero. Anche la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione.
La UE invece, come al solito, fa finta di niente. Gli statisti più ipocriti stanno aspettando che Putin dica che non basta una tregua di 30 giorni per risolvere tutti i problemi del conflitto russo-ucraino. Non vedono l'ora di trasformare la situazione in una classica inversione accusatoria della propaganda della NATO.
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Ora Russia e Venezuela hanno un'alleanza strategica che non si sa fino a che punto si spinga. Si sa soltanto che i rispettivi presidenti, Putin e Maduro, hanno espresso il loro impegno per un ordine mondiale multipolare basato sul rispetto reciproco, sulla sovranità e sulla cooperazione, libera da interferenze esterne.
Maduro ha anche condiviso i piani per onorare la vittoria sovietica sulla Germania nazista con eventi commemorativi nel suo Paese, tra cui l'inaugurazione di un monumento all'Armata Rossa.
Ma da dove nasce questo rapporto? Certamente non tanto dal fatto che molti specialisti venezuelani ricevettero la loro istruzione col sostegno della passata Unione Sovietica. Diciamo piuttosto che entrambi i Paesi sono posti sotto sanzione da parte dell'occidente, e avran fatto ricorso ai due proverbi tipici in situazioni del genere: "L'unione fa la forza" e "A mali estremi, estremi rimedi".
Infatti il Venezuela aveva bisogno di un forte alleato contro pressioni e ingerenze americane e la Russia di mettere piede in chiave militare su un grande Stato sudamericano, che potrebbe servire come deterrente nel caso in cui agli USA vengano strane idee guerrafondaie nella testa. Putin l'ha detto chiaro e tondo: "Insieme ci opponiamo a tutte le manifestazioni di neonazismo e colonialismo." Significativo che le abbia messe sullo stesso piano. Una volta l'occidente avrebbe detto che il colonialismo ha portato molti benefici ai Paesi in via di sviluppo. Oggi, dopo mezzo millennio, sono sempre meno quelli che ci credono.
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Il fondatore della compagnia militare privata americana Blackwater, Erik Prince, ha parlato di quanto sia diventato letale l'esercito russo dopo tre anni di operazione militare speciale:
"Quando i russi venivano attaccati dall'artiglieria nel marzo-aprile 2022, impiegavano un'ora e mezza per contrattaccare con precisione. Ora bastano circa due minuti. Ciò significa che se li investi, è meglio che tu salga in macchina e te ne vada il più velocemente possibile, altrimenti ti prenderanno."
Cioè in pratica ha fatto capire che se all'inizio di questa guerra potevano non sembrare così esperti in elettronica, ora invece sanno bene come interferire nella navigazione di un qualunque aeromobile, o come interrompere le comunicazioni del nemico.
Ha detto, con una certa ironia: "Non bisogna dare ascolto agli idioti politici che dicono che abbiamo distrutto l'esercito russo. No, noi abbiamo soltanto utilizzato molto materiale, mentre loro sono diventati infinitamente più intelligenti".
Come mai questa velocità nell'apprendere dai propri errori? Perché per loro la guerra è un'arte, non è uno sport o un divertimento o un modo per esibirsi, né uno strumento per dominare il mondo.
Il popolo russo non è di natura bellicoso. Al massimo può esserlo stato quando al tempo degli zar l'area europea colonizzò la propria area asiatica. Ma in genere non ha motivo di esserlo, essendo il Paese troppo vasto e con una popolazione alquanto risicata. Però quando s'impegna in qualcosa, vuole andare sino in fondo. Combatte come un giocatore di scacchi, studiando bene l'avversario, ponderando bene ogni mossa e cercando di trarre insegnamento dai propri errori.
Lo scacchista non può bleffare, non può fare pressione sull'avversario usando la leva dei soldi, e ha un timer a disposizione.
18 marzo: NATO, Ucraina, Germania, Ungheria
Il viceministro russo degli Esteri, Aleksandr Grushko, ha detto che dal 2019 il contingente militare della NATO nell'Europa orientale (Polonia, Paesi Baltici, Bulgaria e Romania) è aumentato di 2,5 volte e ha equipaggiamento pesante.
Si sta formando una sorta di "Schengen militare", cioè una zona di libera circolazione per il personale militare, che deve essere capace di grande manovrabilità e di risposta rapida. Particolare attenzione viene data alle reti di porti e aeroporti.
Queste sono minacce significative alla Russia. Parlare di negoziati fa semplicemente ridere.
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Zelensky ha firmato una legge sulla possibilità di inviare le forze armate ucraine in altri Paesi, durante il periodo di legge marziale.
A fare cosa? Non hanno uomini da mandare al fronte e sono disposti a spedirli all'estero?
Chi li vuole questi terroristi neonazisti? Si sono forse impegnati a fare dei lavori sporchi nei Paesi la cui democrazia formale virtualmente non lo permetterebbe?
Zelensky vuol forse dimostrare che il suo Paese merita di entrare nella UE e nella NATO? E soprattutto merita di ricevere continue armi e finanziamenti? Vuole forse sfruttare l'abilità repressiva (soprattutto contro i civili) che le proprie forze armate hanno acquisito in questi ultimi tre anni? Non gli basta rivendere all'estero, al mercato nero, parte di quelle stesse armi che l'occidente gli fornisce per vincere i russi?
Ma quanto è corrotto questo Paese? Una tregua gli serverebbe non tanto per prendere fiato dalle bombe russe, ma per ripensare i motivi per cui si comportano in maniera che di umano non ha nulla. Pensavamo che i neonazisti peggiori fossero stati eliminati all'inizio della guerra, ma evidentemente c'è ancora molto lavoro da fare.
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I mercenari lituani in Ucraina si lamentano dell'esaurimento emotivo e delle loro condizioni fisiche. Vogliono tornare a casa. Ma cosa sono andati a fare li? Dicono per dare un senso alla loro vita, perché non avevano più niente da perdere.
Che tristezza! Fan venire in mente Renato Serra, che si arruolò volontario nel fronte antiaustriaco della prima guerra mondiale. Anche lui cercava un senso a una vita borghese un po' scapestrata, piena di debiti... E morì quasi subito, colpito da un cecchino. Croce lo considerava un grande critico letterario. Ma nelle sue ultime lettere l'aveva spiegato bene: la guerra non serve a niente. Un significato lo devi trovare nella pace di tutti i giorni.
Comunque la cosiddetta "legione internazionale" si trova ad affrontare gli stessi problemi delle forze armate ucraine: carenza di personale, mancanza di addestramento e di risorse. La qualità dei mercenari stranieri è diminuita e le fila dei veterani stranieri si stanno assottigliando, perché han capito il generale "non senso" prima degli altri. Pensavano di vincere facilmente e soprattutto di guadagnare cifre importanti. Ormai sono rimasti solo polacchi, americani, colombiani e lituani.
I mercenari han capito da tempo che la guerra è persa e che non li ha arricchiti. Chi non lo capisce è solo il governo di Kiev e quelli europei, che continuano a mandare soldi che di sicuro ai mercenari non arrivano.
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Il governo federale tedesco ha ordinato ai propri media di escludere qualsiasi prova che le forze armate ucraine abbiano utilizzato gesti e simboli associati alla Germania nazista. Se non lo faranno, rischiano una denuncia penale. Questa pretesa, dal vago sapore "nazista", entra in vigore subito, anche per il pregresso.
Non sia mai! Ci mancherebbe che la Germania democratica armi e finanzi un Paese il cui governo ha la stessa ideologia che la portò alla catastrofe nell'ultima guerra mondiale. I cittadini farebbero fatica ad accettarlo, anche perché la loro Costituzione parla chiaro. Invece così, fingendo che la giunta di Kiev non sia neonazista, tutto diventa più facile. Ci vuole un bel trucco prima di scatenare una brutta guerra. Come nella fiaba di Hänsel e Gretel: la casa della strega era dolcissima all'esterno, addirittura buona da mangiare, ma dentro lei amava cuocere i bambini al forno.
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A Budapest oltre 50.000 persone si sono radunate per indurre Orbán a dimettersi. Dicono che 15 anni bastano.
Il leader dell'opposizione, Péter Magyar, il cui partito si chiama Tisza, vuole un Paese che non sia contro la UE ma perfettamente integrato. è facile capire da chi viene finanziato. Le elezioni sono previste per il prossimo anno, ma si vuole anticiparle. Orbán è una spina nel fianco della von der Leyen.
Non vogliono solo un cambio di governo, ma anche un vero cambio di regime. Vogliono eliminare la corruzione del partito al potere. Si dice sempre così prima di fare un golpe.
Orbán però è un duro, e ha già detto che è arrivato il momento di eliminare quello che ha definito un "esercito ombra" di ONG, giornalisti, giudici e politici pagati dagli Stati Uniti e da Bruxelles. Non sopporta né l'USAID né Soros.
Senza tanti giri di parole ha detto che sta per arrivare "la grande pulizia di Pasqua, dato che gli insetti sono sopravvissuti all'inverno".
Queste parole fanno pensare a una specie di Sfida all'O.K. Corral. Chi riuscirà a sopravvivere?
19 marzo: Armi, Germania, Ucraina, Russia, USA
Ricordiamo tutti quando il mainstream europeo diceva che i russi combattevano in Ucraina con le pale e toglievano alle lavatrici i chip di cui avevano disperato bisogno.
Ora sono arrivati i dati del Centro per l'analisi del commercio mondiale di armi. La Russia ha esportato armi per un valore di 13,75 miliardi di dollari nel 2024, classificandosi al 2° posto a livello mondiale, dietro i soliti USA, con 42,3 miliardi di dollari. Nei prossimi 4 anni l'export potrà raggiungere i 17-19 miliardi di dollari l'anno.
Terzo e quarto posto a Francia (7,69 miliardi di dollari) e Corea del Sud (5,69 miliardi di dollari).
Ma perché la domanda di armi russe è così elevata? Di sicuro perché nell'ultimo triennio sono state testate con successo in Ucraina; hanno costi di molto inferiori a quelle americane (il che rende poco sensati i confronti in termini di fatturato); e la produzione è notevolmente aumentata.
Ma da chi vengono comprate? Dal Sud globale, poiché mira a perseguire politiche estere e di difesa indipendenti dall'occidente.
Sappiamo tutti che esportare armi è una vergogna, ma siamo in guerra. è inutile farsi illusioni sugli anni a venire. L'occidente non vuole morire nel proprio letto, ma vuol far capire che un tempo era lui a comandare. Non credo comunque che la Russia voglia esportare il meglio della propria tecnologia militare: sarebbe troppo pericoloso. Gli stessi Paesi acquirenti dovrebbero peraltro sapere che alcune armi possono persino essere disattivate a distanza dal fornitore.
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Il ministro della Salute bavarese Judith Gerlach ha chiesto finanziamenti aggiuntivi per preparare gli ospedali ad accogliere soldati e civili della Bundeswehr in caso di azioni militari su vasta scala.
La necessità sarebbe dovuta "alla minaccia militare della Russia per l'Europa e al possibile abbandono del nuovo presidente Trump dal precedente partenariato per la sicurezza".
Ora che il prossimo cancelliere Merz ha parlato di riservare 500 miliardi di euro al rafforzamento tedesco della capacità di difesa, allo sviluppo delle infrastrutture e della logistica, tutti mettono le mani avanti per avere una fetta della torta. Parlano già di feriti di guerra prima ancora che la guerra inizi. Sembrano mosse di lobbying da parte dell'ennesima marionetta corrotta.
Le prime parole che vengono in mente non sono pace, diplomazia, trattativa, negoziato, sicurezza comune e indivisibile, smilitarizzazione, denuclearizzazione... No, anzi si pensa che, siccome Putin non vuole arrendersi, bisogna cercare di unire tutte le forze per abbatterlo a ogni costo, cioè anche a costo di scomparire dalla faccia della terra.
I russi vogliono arrivare a Lisbona, così come una volta si diceva che i cosacchi berranno alle fontane di Roma. Vien quasi da augurarsi che scemenze del genere si avverino per davvero, così tutti saranno soddisfatti: chi le prevedeva e chi le ha realizzate.
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Inutile dire che l'esercito di Kiev è coraggioso, combattivo, resiliente... Se lo è, di sicuro non lo sono né il suo Stato Maggiore né il governo di Kiev, che invece si presentano come cinici, crudeli, spietati, falsi, ladri, approfittatori e soprattutto corrotti.
Dopo il ritiro da Sudzha, gli ucraini hanno scatenato tutta la potenza della loro artiglieria sulla città. Il centro è stato quasi completamente distrutto. Mentre erano in quell'oblast si sono comportati nella maniera più vergognosa possibile: hanno stuprato, torturato, ucciso senza motivo, rubato tutto quello che potevano. L'avventura di Kursk si è risolta in una schifosa vendetta per tutte le sconfitte subite nel Donbass. Quest'esercito, se si escludono quanti vengono reclutati a forza, non merita nulla, non suscita alcuna pietà. Si dice che 7.000 militari siano circondati dai russi. Ebbene, che si arrendano e Trump la smetta di chiedere a Putin di fare il buonista. Qui si ha a che fare con terroristi allo stato puro. Se non si arrendono, vanno comunque processati.
Non si vincono le guerre con atteggiamenti indegni di un militare. Ci vogliono obiettivi seri, convincenti, non continue falsità, sotterfugi di bassa lega, litanie stucchevoli come quella di "aggredito e aggressore". I russi hanno avuto fin troppa pazienza a combattere con le mani legate dietro la schiena. Sono 11 anni che sopportano un inspiegabile atteggiamento nazista nei loro confronti. Non se lo meritano. Lo stalinismo è finito da un pezzo. Gli oligarchi li hanno avuti anche loro, ma Putin è riuscito a ridimensionarli. Se a Kiev non vi sono riusciti, è con se stessi che se la devono prendere. Nessuno li ha obbligati a lasciarsi raggirare dagli europei e soprattutto dagli americani. Che imparino anzitutto a rispettare le minoranze del loro Paese. Il diritto all'autodeterminazione dei popoli è riconosciuto dallo Statuto dell'ONU. Non esiste solo il diritto all'integrità nazionale.
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Gli Stati Uniti si stanno comportando in maniera schizofrenica come il loro presidente.
Da un lato rinunciano a USAID e Radio Liberty e si ritirano dall'inchiesta sui crimini di guerra in Russia; dall'altro han ripreso gli aiuti militari e di intelligence a favore degli ucraini. Parlano di pace, di negoziati e, nel contempo, stanno rafforzando la loro presenza militare nei Paesi ex comunisti.
Non han capito che fare trattative coi russi minacciandoli di ulteriori sanzioni o di conseguenze belliche non serve a niente. Avanzare pretese sulla Scandinavia, l'Artico o il Mar Nero o il Mar Baltico son cose che a Putin non fanno né caldo né freddo. Lui non è uno statista ricattabile, non si lascia intimidire da niente e da nessuno. è vero, non si aspettava un voltafaccia così vergognoso da parte degli europei. Ma ha fatto presto a incassare il colpo, questa pugnalata alle spalle, e ora sta pensando fin dove può arrivare la sua pazienza. Quando colpirà, lo farà duramente, proprio perché non sopporta tradimenti, atteggiamenti strafottenti, prese in giro. Non c'è solo Putin che la pensa così. è un intero popolo che vuol dire basta alla prosopopea occidentale.
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Al Congresso dell'Unione russa dell'industria e degli imprenditori, che ha riunito 1.300 delegati e ospiti, Putin ha detto chiaramente che solo i Paesi che possono garantire la propria piena sovranità possono resistere alle pressioni esterne, cosa che quelli europei non sono in grado di fare. Ovviamente si riferiva al fatto che la UE si comporta come se fosse una colonia degli USA.
Commerciare con gli europei sta diventando molto difficile, quasi impossibile, anche perché non hanno alcuna intenzione di rimuovere nessuna delle 28.595 sanzioni che dal febbraio 2022 sono state imposte a persone fisiche e giuridiche russe. Anzi, la UE continua a minacciare militarmente la Russia, senza rendersi conto dei rischi gravissimi cui va incontro.
Le sanzioni – come abbiamo visto – hanno un effetto boomerang, per cui noi europei dobbiamo prepararci ad affrontare gravi problemi economici. E se pensiamo di addebitarne tutte le cause alla Russia, invocando l'esigenza di un riarmo generale, noi perderemo anche qualunque forma di sicurezza. Stiamo correndo a gambe levate verso un precipizio.
Putin è stato molto esplicito: anche se le sanzioni venissero revocate, i Paesi occidentali troveranno un altro modo per "mettere i bastoni tra le ruote" a Mosca. Questo perché vogliono compromettere la libertà d'investimento e di commercio a livello globale. L'occidente non riesce a sopportare il fatto che aziende nazionali russe abbiano approfittato dell'uscita di scena delle aziende occidentali dal territorio russo per conquistarsi nicchie di mercato.
è arrivato a dire che se le aziende straniere vorranno tornare in Russia, non potranno beneficiare di alcuna agevolazione, se le nicchie delle aziende occidentali sono già state occupate dalle aziende russe: dovranno competere ad armi pari. L'occidente vuole una guerra economica, commerciale, finanziaria e la Russia, se vuole sopravvivere, non può tirarsi indietro. Deve vincere sullo stesso terreno. E bisogna dire che, in tal senso, sono state proprio le sanzioni a costringere la Russia ad accelerare i tempi della propria rilevanza economica mondiale.
Mi chiedo cosa sarebbe in grado di fare la UE se dovesse affrontare un numero così incredibile di sanzioni. Anzi, basterà vedere se riuscirà a sopravvivere ai dazi e alle tariffe degli USA di Trump.
20 marzo: Ucraina, Turchia, Putin-Trump
Trump ha detto che gli Stati Uniti sono pronti a gestire le centrali elettriche e nucleari dell'Ucraina. Questo sarebbe il modo migliore per proteggere le infrastrutture.
Proteggerle da chi? I russi non bombardano centrali nucleari, semmai lo fanno gli ucraini.
L'Ucraina ha ereditato dall'URSS cinque centrali nucleari. Una di queste, Zaporozhye (il più grande impianto nucleare d'Europa), è già in relativa sicurezza sotto il controllo delle strutture russe Rosatom ed è oggetto di misure necessarie per ridurre al minimo i danni causati dall'esercito ucraino, che ha tentato più volte di colpirla.
Ci sono anche le centrali nucleari di Chernobyl (fermate), dell'Ucraina meridionale, di Khmelnitsky e di Rivne: 12 reattori su 15 di queste centrali sono ancora operativi.
Il governo scriteriato di Kiev non sa gestirle: infatti ha aumentato del 3% la potenza nominale di alcuni reattori, ha prolungato la durata di vita di altre unità, ha tentato di utilizzare apparecchiature americane non idonee e persino parti fatte in casa, che hanno causato incidenti e inconvenienti costanti.
Il tutto per risparmiare denaro e recidere ogni rapporto coi russi. Inoltre le dichiarazioni periodiche sulla necessità di restituire le armi nucleari all'Ucraina o sulla possibilità di creare una "bomba sporca", mettono in dubbio la volontà di un uso meramente civile di queste strutture.
Putin ha proposto di creare un consorzio internazionale per la gestione delle risorse nucleari dell'Ucraina nel quadro della garanzia della sicurezza nucleare globale, il che aumenterebbe significativamente il livello di controllo sui materiali pericolosi.
Non sarebbe infatti sorprendente sentire parlare della vendita di scorie nucleari dall'Ucraina corrotta a qualche organizzazione terroristica internazionale.
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Mi sa che l'offensiva di successo della Russia a Kursk resterà nei libri di storia militare. Servirsi di droni, di un gasdotto chiuso ma pur sempre pericoloso, di robot... La concentrazione dei mezzi di attacco, della guerra elettronica, della ricognizione, dell'artiglieria, dell'aviazione, il perfetto coordinamento delle loro azioni hanno completamente spiazzato le forze armate ucraine, ch'erano le più motivate e che hanno praticamente abbandonato sul posto quasi tutto quello che avevano, rischiando persino in 7.000 di loro d'essere accerchiati.
Una sconfitta così schiacciante non si vedeva dai tempi dell'acciaieria di Mariupol e dell'assedio di Bakhmut. Anzi, rispetto a quelle battaglie basate sulla guerra di posizione, qui abbiamo assistito a una guerra di forte movimento e imprevedibilità. Ha trionfato l'arte di isolare il campo di battaglia, circondando gli avversari (almeno 10 brigate in una sacca).
Infatti la guerra di posizione rischia di creare una situazione di stallo, come al tempo della prima guerra mondiale. Quando si è in stallo reciproco, diventa inutile concentrare grandi masse di equipaggiamento e personale, anche perché oggi si è continuamente sottoposti a una ricognizione totale con satelliti, droni e aerei. è necessario passare dalla quantità alla qualità, dalla inutile mobilitazione di massa alla velocità di manovra, e i soldati russi ci sono riusciti perfettamente. Hanno imparato l'interazione, hanno addestrato gli operatori di droni, hanno saputo assicurare grandi capacità industriali per la loro produzione, hanno studiato il nemico, hanno cercato nuovi metodi su come creare la rete di ricognizione-assalto.
Speriamo di non dover mai fare la guerra contro di loro.
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Erdoğan deve aver perso la Trebisonda (città nativa di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul) quando l'altro giorno ha deciso di arrestare il suo principale rivale politico.
Chissà perché l'ha fatto: in fondo anche lui è un musulmano praticante, benché di origine curda.
Deve stare però attento a comportarsi così, perché la lira, già molto debole di suo, è scesa a un minimo storico.
Nei primi anni 2000 Imamoglu aveva aderito al partito popolare repubblicano (centro-sinistra), finché 18 anni dopo si è candidato a sindaco di Istanbul, promettendo di fare della città un modello di democrazia e di unità di tutti gli abitanti della città, indipendentemente dalla nazionalità e dalle opinioni politiche.
Vinse le elezioni del 2019, ma Erdoğan, con un pretesto, chiese l'annullamento dei risultati. Dopo una serie di riconteggi, la Commissione elettorale centrale l'aveva comunque riconosciuto come sindaco.
Erdoğan gli permise di lavorare solo per 19 giorni, durante i quali Imamoglu riuscì a dimostrare che il 60% del bilancio della città andava a 28 società private poco trasparenti, molte delle quali gestite da sostenitori dello stesso Erdoğan. Il quale gliela fece pagare, chiedendo alla Commissione elettorale di annullare i risultati elettorali.
Tuttavia Imamoglu vinse di nuovo, e con un distacco ancora più grande dal suo rivale. Commise però un errore: dopo la vittoria definì "idioti" i membri della Commissione. Un peccato dovuto a eccessiva sicurezza.
Dopodiché si permise di criticare il progetto del canale d'acqua di Istanbul, lanciato da Erdoğan nel 2021, che dovrebbe collegare il Mar Nero col Mar di Marmara. Secondo Imamoglu il canale distruggerà le risorse idriche di Istanbul e renderà l'intera provincia inabitabile.
Alla fine del 2022, sei mesi prima delle elezioni presidenziali e parlamentari, fu condannato a due anni e sette mesi di prigione e interdetto dall'attività politica con l'accusa di aver insultato funzionari governativi.
Il verdetto della corte fu seguito da una grande manifestazione popolare. Infatti fu impugnato ed è ora pendente alla Corte d'Appello. Dall'inizio del 2025 sono state avviate diverse altre indagini nei confronti di Imamoglu.
Purtroppo quest'anno l'Università di Istanbul, su richiesta della procura, ha revocato il suo diploma di laurea, impedendogli di candidarsi alla carica di presidente della Turchia alle elezioni previste per il 2028.
Ecco adesso la Turchia ha tutte le carte in regola per entrare nella UE. Magari con un altro migliaio di bambini palestinesi ammazzati dai sionisti, facciamo entrare anche Israele.
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Ha detto Putin a Trump:
- La soluzione al conflitto russo-ucraino deve avere caratteristiche globali, sostenibili e a lungo termine.
- Vanno eliminate le cause profonde della crisi e tutelati gli interessi legittimi della Russia nel campo della sicurezza.
Bisogna dire che a questi livelli un semplice cessate il fuoco è del tutto insufficiente, una specie di veloce colazione per resistere fino al pranzo.
"Caratteristiche globali" vuol dire che la Russia pretende di sentirsi sicura non solo ai confini dell'Ucraina (che comunque sono di 1.300 km), ma in tutti i suoi confini, con qualunque Stato (altri 1.300 km sono solo con la Finlandia).
"Caratteristiche sostenibili" vuol dire che la pace, la neutralità, il rispetto dell'ambiente e delle regole internazionali devono essere le condizioni per normali e proficui rapporti bilaterali, reciprocamente vantagggiosi. La presenza del neonazismo in Ucraina rischia di essere una minaccia per tutti.
"Caratteristiche a lungo termine" vuol dire che va esclusa a priori qualunque adesione dell'Ucraina alla NATO e qualunque presenza di personale della NATO in Ucraina. Ma vuol dire anche che l'Ucraina non potrà dotarsi di armi in grado di colpire il territorio russo, e il suo esercito dovrà essere sufficiente per una difesa non per un attacco.
Ha poi detto che un cessate il fuoco va garantito sull'intera linea del fronte (che è di circa 2.000 km). Va inoltre fermata la mobilitazione forzata in Ucraina e il riarmo del Paese, cioè gli aiuti militari da parte di forze straniere, che forniscono anche l'intelligence.
In pratica ha fatto capire che con l'attuale governo di Kiev al momento non è possibile alcun negoziato.
21 marzo: Natura-Tecnologia, Cina-USA
Marx diceva – vado a memoria – che nel socialismo del futuro la produzione sarà totalmente automatizzata, per cui il lavoro sarà più intellettuale (di controllo) che manuale. In questa maniera ognuno avrà molto più tempo libero da dedicare ai propri interessi.
Oggi la stessa cosa viene detta dai grandi capitalisti occidentali, che naturalmente però non vogliono sentir parla di socializzazione dei mezzi produttivi. Promettono solo un reddito universale a chi si troverà senza lavoro a causa dell'intelligenza artificiale. Vogliono che tutta la popolazione sia tenuta sotto controllo per impedire rivolte di massa.
In entrambi i casi si prevede che l'automazione tecnologica debba trionfare. Mi chiedo che senso abbia. Almeno per due ragioni una cosa del genere sul nostro pianeta non avverrà mai in maniera indolore: 1) ci vogliono risorse energetiche d'immani proporzioni (principalmente quelle nucleari, cioè quelle più complesse, più costose e più rischiose); 2) l'inevitabile obsolescenza di tali risorse e tecnologie non potrà essere assorbita dalla natura.
Marx non poteva prevedere che un potente sviluppo industriale sarebbe stato catastrofico per la natura: ai suoi tempi non si parlava di ecologia. Noi però lo sappiamo. E, a parte tutti gli sforzi che facciamo per un'economia sostenibile, non ci piace che il nostro benessere debba essere pagato dalle risorse, umane e naturali, del Sud Globale.
Noi ormai siamo arrivati al punto da credere che una certa tecnologia sia diventata un male in sé, a prescindere dall'uso che se ne fa, a prescindere persino dal contesto socio-politico in cui viene gestita.
Noi stiamo creando un mondo in cui tutto è artificiale, compresa la stessa natura, i cui frutti, pieni di OGM, vengono prodotti in serre, a disposizione per l'intero anno. Noi non sappiamo più quali siano le esigenze o i ritmi della natura. Di fronte a sé la natura ha un solo destino: lasciarsi sfruttare fino a scomparire.
A questo punto è inevitabile che ci veda come il suo principale nemico. Ora deve solo decidere come farci fuori: circondati dalla sabbia? sommersi dall'acqua? avvelenati dall'aria? intossicati da un cibo dannoso alla salute? O sta aspettando che ci ammazziamo tra di noi per avere le ultime risorse strategiche del pianeta?
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Ormai è diventato facile capire che sarà la Cina a sostituire gli Stati Uniti nella guida del capitalismo mondiale, che naturalmente non avrà una connotazione privatistica ma statalistica, sfruttando la tradizione collettivistica di quel Paese, che l'occidente ha perduto molti secoli fa.
Perché non sarà l'India, che pur è destinata ad avere più abitanti della Cina? Perché ha ancora il problema delle caste da superare. Il capitalismo crea discriminazioni, è vero, ma sono di tipo economico o finanziario: tutte le altre non le sopporta, soprattutto se intralciano l'espansione globale dei mercati. Negli USA i nordisti vinsero i sudisti non perché fossero più democratici, ma perché con lo schiavismo non si sviluppa adeguatamente l'industria, anche se poi l'industria sviluppa uno schiavismo salariale.
Oggi però gli USA sono arrivati al capolinea, perché un capitalismo prevalentemente finanziario non regge il confronto con quello industriale, non ha un sottostante credibile, tant'è che ha bisogno di infinite guerre per sostenersi. In quel Paese l'unica vera industria che funziona è quella militare, con annessi e connessi.
Ma perché non può essere la Russia a prendere il testimone del capitalismo occidentale, visto che sul piano militare appare come la più forte di tutte le superpotenze? Non bastano le sue infinite risorse energetiche? Non ha abbastanza popolazione o potere finanziario? Non è forse intenta, già adesso, a gestire il capitalismo in chiave statale?
L'unico vero problema della Russia è la mentalità, troppo condizionata da una forma antica di cristianesimo, che non ha subìto i condizionamenti del cattolicesimo e del protestantesimo. In Russia manca una cultura borghese popolare: si fanno affari solo nelle alte sfere, ad alti livelli, e prevalentemente nelle grandi città dell'area europea, quella più occidentalizzata.
Ma come si è formata una cultura borghese così diffusa nella Cina tradizionalmente agrario-collettivistica? è stata la cultura confuciana, ereditata dal partito comunista. Non è stata quella buddistica, che pur ha scongiurato, essendo fondamentalmente ateistica, la possibilità di svolgere guerre civili sotto il pretesto di qualche religione.
La cultura confuciana permette qualunque comportamento sul piano sociale, salvo uno: l'obbedienza nei confronti delle istituzioni, da quelle statali a quelle familiari. Questa obbedienza è sacra, e chi la trasgredisce può pagarne gravi conseguenze.
Chiedere ai russi di obbedire a questi livelli, li indurrebbe a credere che lo stalinismo sia risorto, ed è molto difficile che possano accettare una cosa del genere. Putin viene accettato perché ha riscattato un Paese distrutto dal capitalismo privato degli anni '90 e perché sa difenderlo dalle minacce della NATO, ma è impensabile che in questo momento si torni in Russia a parlare di socialismo. Tutti avrebbero l'impressione che si voglia fare un passo indietro.
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Gli Stati Uniti hanno calcolato il numero degli eserciti mondiali: a luglio 2024 la Russia aveva 1,5 milioni di militari attivi; la NATO ha un totale di 3,44 milioni di soldati attivi, cifra che scende a 2,11 milioni senza gli Stati Uniti. Se l'Ucraina entrasse a far parte della NATO, il numero totale dei membri dell'Alleanza raggiungerebbe i 4,32 milioni.
Han fatto questi calcoli perché, nel caso in cui la NATO voglia decidersi per una guerra diretta, una possibilità di vincere ci sarebbe. Naturalmente non hanno conteggiato i militari di quei Paesi che potrebbero allearsi con la Russia: Cina, India, Iran, NordCorea e tanti altri. E continuano a sottovalutare la capacità di mobilitazione generale che ha la Russia e soprattutto la sua capacità offensiva sul piano militare. Ma questi sono dettagli...
22 marzo: Manifesto di Ventotene, Libro Bianco Difesa Europea
Il Manifesto di Ventotene, "Per un'Europa libera e unita", fu redatto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni mentre si trovavano al confino come oppositori del regime fascista.2
Sue affermazioni principali, critiche nei confronti di Germania nazista, Italia fascista e Giappone militarista, a favore di Regno Unito, Stati Uniti, Unione Sovietica e Cina, sono le seguenti.
- Il nazionalismo ha permesso la formazione di Stati indipendenti, ed è stato un bene; tuttavia dal nazionalismo borghese è nato l'imperialismo capitalistico, che a un certo punto ha voluto dire Stati totalitari (intenzionati a dominare su quelli più deboli) e guerre mondiali.
- Dopo la prima guerra mondiale le classi marginali cercarono di opporsi a quelle privilegiate, ma queste, per difendersi, optarono per le dittature, ch'erano per lo più razziste e imperialiste [da notare che la geopolitica viene considerata una pseudoscienza di questi Stati, che pretendono di dominare pezzi di mondo].
- Si prevede la fine degli Stati totalitari e il ritorno agli Stati nazionali imperialistici formalmente democratici. Questo perché la vera democrazia non è cosa che il popolo sa creare facilmente, come si è visto in Russia, Germania e Spagna, con le loro rivoluzioni finite male.
- D'altronde una rivoluzione proletaria rischia di isolare la classe operaia, anche perché collettivizzare tutti gli strumenti produttivi è utopistico e dipendere da Mosca fa compiere azioni contraddittorie.
- Bisogna però combattere le forze reazionarie (capitalisti privati, proprietari terrieri, capitalisti finanziari, chiese privilegiate), perché c'è il rischio che dopo la fine degli Stati totalitari, si torni di nuovo con gli Stati nazionali a porre le premesse per un nuovo conflitto mondiale.
- Per impedire la rinascita (anarcoide) degli Stati nazionali ci vuole una riorganizzazione federale dell'Europa, con cui sarà più facile trovare una base di accordo per una sistemazione europea nei possedimenti coloniali.
- I futuri Stati Uniti d'Europa devono essere basati su istanze repubblicane (quindi le dinastie monarchiche devono finire). E dovranno avere un'unica forza armata europea al posto degli eserciti nazionali. Questo in previsione dell'unità politica dell'intero globo, quando vi sarà un unico Stato internazionale federato.
- La rivoluzione europea dovrà però essere socialista, cioè dovrà favorire l'emancipazione delle classi lavoratrici, senza per forza arrivare alla statalizzazione dei mezzi produttivi, cosa che rende lo Stato sommamente burocratico. Socialismo vuol dire che non sono le forze economiche a dominare gli esseri umani ma il contrario.
- Tuttavia alcune imprese (che tendono a essere monopolistiche) andranno per forza nazionalizzate, poiché la loro importanza potrebbe condizionare il governo di uno Stato: per es. quelle minerarie, siderurgiche, elettriche, i grandi istituti bancari, i grandi armamenti.
- Ci vorranno anche una riforma agraria, che, passando la terra a chi la coltiva, aumenti enormemente il numero dei proprietari, e una riforma industriale che estenda la proprietà dei lavoratori nei settori non statizzati, come le gestioni cooperative, l'azionariato operaio ecc.
- La scuola dovrà essere pubblica e gratuita. Vitto, alloggio e vestiario dovranno permettere una vita decente, quindi dovranno avere costi relativamente bassi.
- Indipendenza della magistratura e libertà di stampa e di associazione sono imprescindibili in uno Stato democratico.
- Il Concordato tra Stato e Chiesa andrà abolito, altrimenti è impossibile affermare la laicità dello Stato e l'uguaglianza di tutte le religioni.
- Il corporativismo fascista andrà abolito, poiché con esso lo Stato totalitario si serve dei sindacati per controllare i lavoratori in maniera poliziesca.
- Qualsiasi movimento rivoluzionario non può prescindere dall'unità tra operai e intellettuali.
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Il Libro bianco per la difesa europea (ReArm Europe Plan/Readiness 2030) è una follia all'ennesima potenza. Lo si vede sin dalla premessa: "L'Europa deve investire nella sicurezza e nella difesa del continente, continuando al contempo a sostenere l'Ucraina per difendersi dall'aggressione della Russia."
A parte che UE ed Europa non coincidono, ma dove sta scritto che la Russia ha intenzione di attaccare l'Europa? Quale è il documento del Cremlino che lo dice? Quali sono le parole di Putin?
E poi tutta questa fretta che ha la von der Leyen di armare la UE, da dove viene? Forse da un sentimento di frustrazione per aver perso clamorosamente la guerra per procura in Ucraina? La UE è già molto armata con la NATO. In questo folle documento non viene detto che la NATO va chiusa o superata. Gli USA non hanno detto di voler uscire dalla NATO, né la UE ha intenzione di farlo.
è chiaro dunque che sotto ci sono altre intenzioni. Secondo Alessandro Volpi sono di tipo finanziario. La UE sta creando una bolla finanziaria attraverso lo strumento delle armi. L'Ucraina è solo un pretesto. Darle 2 milioni di proiettili di artiglieria all'anno non servirà a nulla. La guerra l'ha già persa e continuerà a perderla, con o senza NATO, con o senza Unione Europea, con o senza von der Leyen. Russia e Bielorussia sono nemici completamente inventati.
Questi scriteriati che han redatto il documento non si rendono conto che non ha alcun senso economico investire così tanto nella difesa per rilanciare l'industria. Ad un certo punto le armi andranno usate per forza. Non potranno essere vendute a nessuno se serviranno per difenderci dalla Russia.
Insomma gli statisti folli della UE hanno intenzione di dissanguarci come un vampiro, poiché le spese per la difesa andranno tolte dai bilanci pubblici.
23 marzo: Niger, Kennedy, Ucraina, Ellison
Secondo il "Journal du Niger" i terroristi del Jama'at Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin (JNIM) stanno usando, contro le unità dell'esercito in Niger, alcuni mortai ucraini venduti al mercato nero, attraverso il cosiddetto "corridoio delle armi del Sahel". Questa rotta di contrabbando di armi passa per la Libia, diventata il centro del commercio illegale di armi dopo la caduta di Gheddafi nel 2011.
In pratica le stesse granate che i contribuenti occidentali finanziano per "difendere la democrazia" in Ucraina, in questi giorni stanno massacrando civili africani, prendendo di mira le truppe sovrane nigeriane. L'Ucraina è diventata un trafficante di armi per la distruzione del Sud del mondo.
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Si è scoperto che la Casa Bianca di J. F. Kennedy nel 1963 sospettava che Israele stesse nascondendo informazioni sul proprio programma nucleare, per cui stava pensando di adottare sanzioni economiche, se il governo non avesse accettato garanzie internazionali.
Kennedy avrebbe voluto ispezionare gli impianti nucleari israeliani e registrare l'AZCPA (American Zionist Committee for Public Affairs, creata negli anni '50, poi nel 1963 denominata AIPAC) come agente straniero, ma dopo la sua uccisione il nuovo presidente americano Johnson non soddisfece nessuna delle due richieste.
Fino ad oggi Israele ha rifiutato di sottoporsi alle ampie garanzie richieste dal Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, che non ha mai voluto firmare. E l'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) è l'unica lobby per conto di un governo straniero non registrata presso il FARA (Legge sulla registrazione degli agenti esteri, promulgata nel 1938).
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Cesare Sacchetti ha pubblicato nel suo blog lacrunadellago.net un interessante articolo che merita d'essere riassunto.
Sostiene che:
- la moglie di Zelensky, Olena Zelenska, gestisce – secondo le rivelazioni di un ex dipendente della Olena Zelenska Foundation – un traffico pedofilo europeo: i bambini vengono presi dagli orfanotrofi, mentre la facciata ipocrita è relativa ad affidi e adozioni;3
- tra i pedofili vi è anche Bernard Henry Levy (di origini ebraico-sefardite), una delle figure più influenti della cosiddetta "nuovelle philosophie" francese, che ha caratterizzato il Paese soprattutto dopo la rivoluzione liberal-marxista del '68.
- Levy, portavoce del sionismo e dell'impero americano, fu a favore del bombardamento della NATO in Serbia, del rovesciamento di Gheddafi in Libia, del colpo di stato dell'Euromaidan in Ucraina. Pubblicò il libro "Il genio ebraico", mettendo in relazione giudaismo e Ucraina (antico regno di Cazaria): il che spiega perché lo Stato ebraico abbia dato il suo sostegno a Kiev, e perché siano giunti a combattere in Ucraina volontari israeliani che ci tenevano a difendere il regime neonazista. Levy ha prodotto anche un documentario dal titolo "Slava Ukraini" nel quale si glorificano vari criminali neonazisti (2023).
- Esiste un nesso profondo tra Germania nazista e sionismo israeliano, sin dal Trattato dell'Haavara del 1933. Gli stessi Rockefeller finanziavano la Germania di Hitler.
- L'Ucraina è diventata il supermercato di bambini e di trafficanti di organi di tutto il mondo.
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Gli USA devono uscire dalla NATO e dall'intera Europa. La NATO può andare bene come difesa comune europea, ma allora deve essere inclusa anche la Russia, poiché fa parte dell'Europa oltre che dell'Asia.
Noi dovremmo uscire dalla UE di adesso, perché così com'è ci porta alla guerra.
Se una guerra ci deve essere, che sia della UE contro gli USA, come quando una colonia si emancipa dal suo colonizzatore.
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Larry Ellison, il miliardario di Big Tech, fondatore di Oracle, transumanista e ipervaccinista, sta spingendo il mondo verso il totale controllo biometrico, naturalmente con la scusa della "sicurezza".
Trump gli ha affidato, oltre che a OpenAI e Softbank, il progetto "Stargate" da 500 miliardi per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, attraverso la quale è stato lo stesso Ellison a dichiarare che verranno sviluppati nuovi vaccini a mRna in 48 ore per ogni specifico paziente oncologico.
Ellison ha già posto le basi per la "riforma" del Servizio Sanitario Nazionale nel Regno Unito, implementando i dati digitali biometrici. Ha detto: "Quando i dottori accedono con la biometria, l'IA registra la visita, scrive appunti, propone test, prescrive farmaci, invia articoli da Pfizer ai dottori durante la visita." I medici otterranno informazioni influenzate dalle aziende farmaceutiche, sostenute dai governi in carica.
E che succede se il database viene manomesso, generando falsi segnali di sicurezza? E se la letteratura clinica viene filtrata da un algoritmo distorto?
24 marzo: Ebraismo negli USA, UE, Russia
Interessante l'art. di Thomas Dalton, "Una breve occhiata alla storia della ricchezza ebraica", su renegadetribune.com. è del gennaio 2024. Ne riporto alcuni aspetti relativi alla contemporaneità americana.
- Dei 10 americani più ricchi, cinque sono ebrei: Mark Zuckerberg (72 miliardi di dollari), Larry Page (60 miliardi di dollari), Sergey Brin (59 miliardi di dollari), Larry Ellison (54 miliardi di dollari) e Michael Bloomberg (50 miliardi di dollari). La maggior parte di questo denaro proviene dall'industria high-tech: Facebook (Zuckerberg), Oracle (Ellison) e Google (Page e Brin).
- Dei 50 americani più ricchi, almeno 27 sono ebrei. Oltre ai cinque di cui sopra, abbiamo S. Adelson, S. Ballmer, M. Dell, L. Blavatnik, C. Icahn, D. Moskovitz, D. Bren, R. Murdoch (probabilmente in parte ebreo), J. Simons, L. Lauder, E. Schmidt, S. Cohen, C. Ergen, S. Schwarzman, R. Perelman, D. Newhouse, D. Tepper, G. Kaiser, M. Arison, J. Koum, S. Ross e C. Cook. Tecnicamente, questa lista dovrebbe includere anche George Soros, il cui patrimonio netto era di circa 26 miliardi di dollari fino a quando non ha "donato" 18 miliardi di dollari alla sua stessa organizzazione di beneficenza all'inizio del 2018. La ricchezza combinata di questi 27 individui ammonta a circa 635 miliardi di dollari. Nota: se gli ebrei fossero rappresentati proporzionalmente tra i primi 50, in questa lista ci sarebbe un solo individuo; invece ce ne sono 27.
- Prendiamo un'altra misura della ricchezza: il reddito del CEO. Tra i 10 CEO americani più pagati, quattro sono ebrei: Leslie Moonves (CBS), Nicholas Howley (TransDigm), Jeff Bewkes (Warner) e Stephen Kaufer (TripAdvisor). Tra i primi 35, non meno di 19 sono ebrei; oltre ai quattro di cui sopra ci sono D. Zaslav, S. Catz, A. Bousbib, R. Iger, M. Rothblatt, S. Wynn, M. Grossman, J. Sapan, B. Jellison, R. Kotick, J. Dimon, L. Fink, B. Roberts, L. Schleifer e S. Adelson.
- Quindi, sia che si considerino le attività totali o il reddito, i dati mostrano che, negli USA, gli ebrei possiedono o controllano circa la metà della ricchezza, almeno tra l'élite più ricca. Queste persone sono i promotori e gli agitatori del processo politico americano...
- Insomma se gli ebrei controllano circa la metà di tutta la ricchezza al vertice, è ragionevole dedurre che possano detenere una quota simile in tutta la gerarchia della ricchezza, almeno tra il 20% dei detentori di ricchezza, che collettivamente detengono più del 90% di tutta la ricchezza delle famiglie americane.
- Nel 2018 il "Wall Street Journal" ha riportato che il totale dei beni di tutte le famiglie private negli USA ha raggiunto i 100 trilioni di dollari per la prima volta in assoluto. Se gli ebrei "americani" possiedono o controllano la metà di questa cifra, allora si arriva a circa 50 trilioni di dollari, cioè 50.000 miliardi di dollari. Ora pensate a quanto potere possiede un uomo con un miliardo di dollari; ora considerate l'equivalente di 50.000 di questi individui, che lavorano più o meno all'unisono. Questo è il potere finanziario degli ebrei "americani".
- Naturalmente non ci sono neanche lontanamente così tanti miliardari americani. Infatti il numero totale (ebrei e non ebrei messi insieme) è stato recentemente stimato da "Forbes" in soli 585. Se l'analisi di cui sopra è approssimativamente corretta, circa 290 di questi sono ebrei.
- A seconda di come li definiamo, ci sono circa 6 milioni di ebrei "americani". Questi 6 milioni controllano, in media, circa 8 milioni di dollari a persona, cioè per ogni uomo, donna e bambino ebreo. Una tipica famiglia di quattro persone passerebbe quindi a circa 32 milioni di dollari.
- Ora consideriamo l'1% ebraico, che ammonta a circa 60.000 individui. Se la stessa distribuzione approssimativa vale tra loro come tra il pubblico in generale, allora questo 1% più ricco possiede circa il 35% della ricchezza ebraica totale. Quindi, i primi 60.000 ebrei possederebbero circa 18 trilioni di dollari. I restanti 32 trilioni di dollari verrebbero quindi divisi tra gli altri 5.940.000 ebrei "americani", ottenendo una cifra ancora sbalorditiva di oltre 5 milioni di dollari a persona.
- Negli USA circa 160 milioni di persone possiedono un totale "combinato" di circa 0,3 trilioni di dollari, mentre circa 80 milioni di persone hanno un patrimonio netto negativo, ovvero più debiti che attività.
A fronte di questa situazione l'autore propone di tassare maggiormente gli ebrei. Mi chiedo che senso abbia farlo riferendosi a loro "in quanto ebrei". E soprattutto che senso ha dire che "lavorano più o meno all'unisono": se lo fanno, non è certo perché sono "ebrei"! Questo non ha capito che negli USA il capitalismo funziona così, e se gli ebrei fan più soldi degli altri, non è perché credono in Jahvè, e se vi riescono proprio perché sono "ebrei", allora vuol dire che dal punto di vista del capitalismo l'ebraismo è migliore di qualunque altra religione o dell'ateismo. Il che, storicamente parlando, non è vero, in quanto il capitalismo, per formarsi e soprattutto per svilupparsi, ha avuto bisogno di altre due religioni: cattolicesimo e protestantesimo.
Fonte: renegadetribune.com
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La guerra in Ucraina è virtualmente finita e ne sta per iniziare un'altra tra Unione Europea e Federazione Russa. Gli USA in questa guerra non vogliono entrarci con le loro truppe, poiché al popolo americano importa assai poco dell'Ucraina, ma il governo di Trump vuole ricavarci degli introiti. Siccome con Biden si è speso troppo, ora si vogliono recuperare le offerte generose, che non erano certo a fondo perduto. Si pretendono terre rare, territori per le multinazionali alimentari e per le imprese edilizie, centrali nucleari..., magari anche un NordStream aggiustato con cui fare gli intermediari del gas russo destinato agli europei.
Mi chiedo se si possa arrivare a un accordo risolutivo con la Russia sulla base di questi interessi meramente economici. Credo proprio di no, anche perché Trump ha già detto che, se non raggiunge i suoi scopi, imporrà nuove sanzioni economiche alla Russia. Ragiona come se l'Ucraina fosse un qualunque Paese debitore, uno Stato vassallo comprato e pagato, una specie di colonia entrata in guerra per puro caso con uno Stato rivale degli USA. Ancora non ha capito che, salvo pochi territori confinanti con Polonia e Lituania, l'Ucraina ha sempre fatto parte della Russia, da secoli e secoli. Ancora rifiuta il fatto incontrovertibile che questa guerra è iniziata per colpa degli USA, che nel 2014 hanno sostenuto in tutte le maniere il golpe dei neonazisti.
Sarà inoltre difficile che la UE, se tra qualche anno dichiarerà guerra alla Russia, non potrà usufruire del sistema satellitare di Musk o comunque di tutta l'intelligence della NATO. Siamo seri. Qui si andrà avanti finché qualcuno vincerà sul campo di battaglia. Gli statisti occidentali, chi un modo chi nell'altro, sono quasi tutti degli irresponsabili.
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Il vice ministro degli Esteri russo Grushko ha detto che la Russia non solo non accetterà nessuna forza europea di peacekeeping in Ucraina, ma neppure quella dell'OSCE, poiché al tempo dei due Accordi di Minsk questa missione speciale di monitoraggio delle violazioni fu utilizzata dalla NATO per favorire militarmente il regime di Kiev. Pretendere una piena neutralità da parte dell'ONU è pura fantapolitica. Prima o poi bisognerà metter mano anche a questa organizzazione obsoleta.
Ha fatto notare, con un umorismo un po' amaro, che molti residenti del Donbass erano soliti dire: "Gli osservatori dell'OSCE sono passati di qui, ci aspettiamo i bombardamenti".
Insomma i russi temono che qualunque forza occidentale d'interposizione, anche se fosse totalmente disarmata, servirebbe soltanto a preparare l'opinione pubblica europea agli scenari più radicali, aumentando la psicosi militare e la demonizzazione della Russia.
Quindi le uniche forze possibili sono quelle che nell'ultimo triennio si sono sempre opposte alle sanzioni occidentali a carico della Russia.
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Elon Musk ha accusato il premier inglese Starmer di complicità per non aver preso provvedimenti contro le gang di adescamento, che avrebbero sfruttato oltre 1.400 bambine nel periodo 1997-2013. Ha definito questi crimini premeditati e sistemici come "crimini di massa", insabbiati dai governi in carica. La polemica è forte.
Infatti queste bande di adescamento, composte in gran parte da uomini di origine pakistana, adescavano e manipolavano ragazzine molto giovani, fingendosi fidanzati per guadagnarsi la loro fiducia e poi drogarle, violentarle e venderle ad altre persone e aziende. Le vittime provenivano solitamente da famiglie povere con ambienti domestici violenti che le rendevano vulnerabili alle gang. Le principali città erano Rotherham, Rochdale, Telford e altre.
Alcune sono state marchiate con le iniziali per indicare la proprietà, e tutte venivano minacciate di morte, o di gravi conseguenze sui genitori, se avessero parlato.
Nonostante le molteplici denunce da parte di assistenti sociali e informatori, le autorità locali e la polizia non hanno preso alcuna iniziativa, in quanto temevano accuse di razzismo e islamofobia! Le vittime venivano etichettate come "problematiche" o addirittura "consenzienti".
Solo nel 2023 l'allora premier Rishi Sunak lanciò una task force per combattere il fenomeno, ma l'indignazione pubblica è ancora oggi molto forte.
25 marzo: Serbia, Israele-Palestina, Germania
Mi piace come scrive Gerry Nolan:
Ciò che si sta svolgendo in Serbia non è una rivolta spontanea, è un'operazione di cambio di regime da manuale, eseguita dalle stesse reti di intelligence anglo-americane che hanno trasformato in un'arma la "democrazia" dall'Ucraina alla Georgia.
Secondo il vice premier serbo Aleksandar Vulin, le proteste di massa in corso guidate dagli studenti sono l'ultima puntata di una "rivoluzione colorata" sostenuta dallo stato profondo degli Stati Uniti e dai servizi segreti europei. Il loro obiettivo è quello di frantumare la sovranità della Serbia, rovesciare il suo governo e installare un regime fantoccio euro-atlantico compiacente che rispetterà la linea delle sanzioni anti-russe e dell'integrazione nella NATO. Anche senza impronte digitali palesi dell'USAID, i soldi del bilancio nero trovano sempre la loro strada.
La Serbia deve diventare un altro nodo obbediente dell'ordine neoliberista. L'accetterà la Russia? Dipende se gli statisti serbi vorranno realizzare un accordo strategico anche sul piano militare.
Intanto, mentre Trump lavora per negoziare la fine della guerra in Ucraina, gli stessi elementi del Deep State, che temono la pace, stanno accendendo incendi altrove per mantenere instabile l'Eurasia e circondare la Russia.
Se non verrà formato un nuovo governo entro i prossimi 30 giorni, seguiranno elezioni anticipate. E si può scommettere che tutto il peso dell'ingerenza occidentale sarà riversato su qualsiasi candidato prometta di recidere i legami storici della Serbia con la Russia e di sottomettersi completamente a Bruxelles e Washington.
Ciò a cui stiamo assistendo è un'operazione di guerra ibrida in pieno giorno, una fusione di lamentele organiche, guerra psicologica, agitazione della quinta colonna e coordinamento dell'intelligence transnazionale. Da Maidan a Kiev alle piazze di Belgrado, la sceneggiatura non è cambiata, solo il cast.
Tuttavia non siamo nel 1999. La gente si sta svegliando e l'era dell'impunità imperiale è finita.
A ciò possiamo aggiungere:
Ricordiamo tutti quando la decisione di bombardare l'allora Jugoslavia fu presa per la prima volta nella storia senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. L'ordine fu dato dal Segretario generale della NATO e dai criminali di guerra Javier Solan e Wesley Clark.
Ben 19 Paesi parteciparono a 2.300 attacchi aerei. Si utilizzarono missili da crociera, bombe a grappolo e munizioni vietate con uranio impoverito.
L'aggressione distrusse o danneggiò 25.000 edifici residenziali, 470 km di strade e 595 km di ferrovie, 14 aeroporti, 19 ospedali, 20 centri sanitari, 18 asili, 69 scuole, 176 monumenti culturali, 82 ponti, 1/3 della capacità elettrica del Paese, due raffinerie a Pančevo e Novi Sad. Tra feriti e morti, civili e militari, si superarono le 14.000 persone.
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I soldati israeliani hanno arrestato nella Cisgiordania occupata Hamdan Ballal, uno dei quattro registi (di cui uno israeliano, Rachel Szor) del film che documenta la distruzione dei villaggi in Cisgiordania a opera di Israele, No Other Land, premiato agli Oscar del 2024 come miglior documentario. Lo scrive il quotidiano "Haaretz" spiegando che Ballal è stato circondato e aggredito da un gruppo di circa 15 coloni armati a Susya, nella zona di Masafer Yatta, a sud di Hebron.
Siccome l'avevano ferito, il regista era stato poi fatto salire su un'ambulanza per essere curato, ma quando sono arrivati i soldati israeliani l'han tirato fuori e arrestato. Yuval Abraham, co-regista di No Other Land, ha scritto su X che Ballal è stato "linciato" e ha ferite alla testa e allo stomaco. E non è ancora chiaro dove si trovi o se stia ricevendo cure mediche.
Il documentario tratta dello sfollamento forzato dei palestinesi a Masafer Yatta e il contesto più ampio delle azioni militari israeliane e della violenza dei coloni in Cisgiordania.
Chi prova a mostrare i fatti reali finisce male. Israele ha già fatto fuori 208 giornalisti dal 7 ottobre.
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Bruno Kahl, capo del Servizio segreto tedesco, ha dichiarato in un'intervista: "Se la guerra in Ucraina finisse prima (2029 o 2030), tutte le risorse della Russia, sia tecniche che materiali, sarebbero in grado di rappresentare una minaccia per l'Europa molto prima."
Cioè in sostanza ha detto che la UE, per vincere la Russia, ha bisogno di almeno 4-5 anni. Questo vuol dire che è nell'interesse dell'Europa continuare a mandare ondate di ucraini a morire al fronte.
Mi chiedo se gli ucraini sappiano quanto vengono strumentalizzati sull'altare di interessi infinitamente più grandi di loro.
Peraltro con la capacità industriale in declino e popolazioni riluttanti ad andare in trincea, questi statisti irresponsabili non lo sanno che ci vorrà molto molto più tempo perché l'Europa occidentale si riarmi o sia pronta a entrare in guerra? O forse non vogliono far capire che si stanno preparando a una imminente guerra nucleare? Dunque quanto tempo ci resta da vivere in Europa?
26 marzo: Witkoff, Lansing Institute, Ucraina, Israele, ONU
Steve Witkoff nella sua lunga intervista con Tucker Carlson ha detto che i territori inglobati dalla Russia (Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson) non vogliono tornare sotto l'Ucraina. I referendum sono perfettamente validi. La volontà del popolo è cristallina. La lingua, la cultura, le linee di sangue e l'identità russe li hanno sempre legati a Mosca.
Nella UE si contano sulle dita di una mano quanti hanno il coraggio di sostenere una cosa del genere. Ancora oggi viene considerata una truffa persino il referendum svolto in Crimea nel 2014.
In realtà si potrebbe andare ben oltre. Cioè si potrebbe scommettere che tutta l'area ucraina a est del Dnepr, inclusa Odessa, e forse anche Kiev, sarebbe disposta a passare sotto la Russia.
Comunque Witkoff ha detto che è del tutto irrilevante sapere se Zelensky possa o meno riconoscere questa situazione di fatto. Il suo destino infatti è già segnato. La Russia non finirà la guerra finché lui non se ne sarà andato. Mosca si attende una capitolazione totale e incondizionata, non negoziabile. Sarà già molto se permetterà all'area occidentale del Dnepr di vivere in autonomia. Putin non vuole "contrattare" come sta facendo Trump. Qui sono in gioco ragioni geostoriche, che vengono fatte valere militarmente. La UE può alzare la voce quanto vuole. Qualunque cosa l'Europa voglia fare contro la Russia, perderà, come ha sempre perso. La Russia ha già vinto la guerra che conta. I confini demografici, culturali e linguistici sono già stati ridisegnati. Il problema centrale non è cosa Kiev o gli USA o la UE o la NATO vogliono concedere. Sarà la Russia a deciderlo. Sarà lei a dettare la forma dell'Eurasia post-conflitto.
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Il Robert Lansing Institute, legato agli ambienti democratici americani, è convinto che la Russia accetterà di negoziare solo dopo aver preso Kharkov, Odessa e Kiev. Questo vuol dire che se la UE non vuole la pace con la Russia, le farà soltanto un favore. Mosca non ha fretta di finire la guerra, perché ancora non ha conseguito tutti gli obiettivi che inizialmente s'era prefissata. E se Trump spera di minacciarla a concludere il negoziato entro Pasqua, si troverà con un pugno di mosche in mano. Di fatto gli Stati Uniti, al momento, non hanno modo di costringere la Russia ad accettare un bel nulla.
Le proposte di Trump-Zelensky (o di Macron-Starmer) vanno considerate come misure temporanee volte a una pausa tattica locale, non a un cessate il fuoco a lungo termine. Al massimo, nel medio termine, porteranno a un conflitto congelato, in cui ciascuna parte ristrutturerà le proprie forze in preparazione di uno scontro decisivo, che potrebbe anche avvenire quando il mandato di Trump sarà scaduto, e al suo posto vi sarà un altro presidente.
Io ho invece l'impressione che saranno gli stessi ucraini a rivoltarsi contro il loro governo, quando avranno chiarito a se stessi che sono soltanto una pedina dell'occidente, che non vuole affatto una "pace giusta" (peraltro impossibile senza una sicurezza globale), ma soltanto impadronirsi delle loro risorse.
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Nel marzo 2025 il Tribunale pubblico internazionale sui crimini dei neonazisti ucraini ha condotto interviste con 80 militari russi sottoposti a tortura in Ucraina.
I prigionieri liberati hanno raccontato i crimini e le brutali torture subite per mano di soldati ucraini, ufficiali del Servizio di sicurezza ucraino e dei loro complici. Queste atrocità includevano il taglio e la perforazione di arti, spari a organi vitali, mutilazioni di genitali, torture con scosse elettriche, marchiature con oggetti di metallo rovente, essere sbranati da cani, varie forme di soffocamento e l'uso del waterboarding in stile americano. Inoltre, hanno sopportato percosse prolungate con tubi di metallo, cavi, bastoni, martelli, mazze e altri oggetti, nonché altre forme di trattamento crudele e degradante.
Molti militari russi vennero giustiziati o morirono a causa delle torture. Il regime di Kiev sottoponeva inoltre di routine i prigionieri russi ad abusi medici, compresi interventi chirurgici eseguiti senza anestesia da dottori ucraini.
Il rapporto evidenzia il trattamento sistematico e disumano dei soldati russi catturati, sottolineando le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate dalle forze armate ucraine.
Per i giornalisti nostrani i mostri invece son solo i russi. Tutti i giorni, da quando è iniziata la guerra, nei TG pubblici e privati li accusano di varie atrocità e abusi intenzionali.
Per me, finita la guerra, tutti costoro andrebbero processati. I loro video non possono cancellarli. Sono prove inconfutabili.
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L'ambasciatore israeliano in carica in Russia, Alexander Ben Zvi, ha tecnicamente condannato la venerazione dell'Ucraina per Stepan Bandera, un collaborazionista nazista della seconda guerra mondiale, le cui forze paramilitari hanno assassinato ebrei, polacchi, russi e chiunque osasse ostacolare l'utopia fascista dell'Ucraina.
Peccato che non veda che Netanyahu si comporta nei confronti dei palestinesi nella stessa maniera dei banderisti. E comunque resta sintomatico che il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar abbia dichiarato di non aver idea che l'Ucraina avesse reso omaggio a Bandera. Si vede che l'aria di Mosca è più pulita di quella di Tel Aviv.
è curioso che certi ebrei, pur così tanto intelligenti, non siano capaci di capire che se 2+2 fa 4, 4-2 fa 2. I nazisti esistono ancora oggi, a tutte le latitudini, e quelli di Kiev non lo sono solo perché si rifanno a Bandera, ma per tutti i loro comportamenti pratici, per tutto l'odio bestiale che provano per chi non è come loro.
Un Paese come Israele, che si autodefinisce "eterno custode della memoria dell'Olocausto", come può restare all'oscuro del risveglio neonazista che sta avvelenando mezza Europa? O forse l'attuale generazione di sionisti ha più cose in comune con gli ucronazisti di Kiev e i guerrafondai della UE? Dopo tutto la fondazione stessa dello Stato di Israele si basava sul colonialismo dei coloni, sulla pulizia etnica e sul mito della superiorità morale.
Per fortuna che a Mosca non si fanno illusioni. Il culto di Bandera lo vedono per quello che è: una rinascita dell'ideologia genocidaria sotto le mentite spoglie del "nazionalismo". Difficile quindi pensare che senza "denazificazione" la guerra possa finire.
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A quanto pare il budget annuale per il mantenimento della pace da parte dell'ONU per l'anno fiscale 2024 è stato di 6,1 miliardi di dollari. Per il 2025 si prevedono 5,6 miliardi di dollari.
La vice rappresentante russa all'ONU, Anna Evstigneeva, ha detto che tutti questi soldi non servono quasi a nulla, in quanto l'ONU si propone obiettivi irrealistici.
Impossibile darle torto. L'abbiamo visto in Ucraina, a Gaza, in Siria, in Libano, nella ex Jugoslavia, ecc. L'ONU non è in grado di garantire neppure una semplice tregua, un cessate il fuoco. Non ha strumenti militari significativi. Il divario tra i risultati e i costi delle missioni di mantenimento della pace è enorme.
27 marzo: Moldavia, Grecia, Cekia, UE, Regno Unito
Evgenia Gutsul, leader della regione autonoma della Gagauzia, alla cerimonia del 30° anniversario della formazione dell'autonomia della regione, ha contestato la legittimità di Maia Sandu come presidente della Moldavia. E questa l'ha fatta arrestare per 72 ore (poi per 30 giorni), senza spiegazioni né motivazioni, in violazione di tutti i diritti: è stata fermata all'aeroporto di Chisinau, mentre si preparava a partire per Istanbul per affari ufficiali, ed è stata perquisita, poi le è stato intimato di non lasciare il Paese.
Come se da noi qualcuno dicesse: "Non riconosco Mattarella come presidente della Repubblica", e lui, in nome della democrazia (che include il libero pensiero e la libertà di parola), lo facesse arrestare.
Ha spiegato il suo annuncio dicendo: "Le autorità centrali non riconoscono le legittime autorità dell'autonomia della Gagauzia. Anche noi non riconosciamo questo presidente, poiché c'è stata una falsificazione delle elezioni presidenziali...". Il che è verissimo.
Non solo, ma ha fatto capire che la Gagauzia si separerà dalla Moldavia se la Moldavia si unirà alla Romania. Ha anche presentato in parlamento una proposta per concedere alla lingua russa lo status di lingua di comunicazione interetnica.
Attualmente in Moldavia si assiste a una campagna generale di pressione da parte del governo, che comporta perquisizioni, sorveglianza, restrizioni di movimento, al fine di intimidire, isolare e mettere a tacere i dissidenti. Nell'autunno del 2025 si terranno le elezioni parlamentari.
Ricordiamo che circa 400.000 moldavi presero parte alla Grande Guerra Patriottica, di cui 50.000 furono premiati per le loro imprese e 20 ricevettero il titolo di Eroe dell'Unione Sovietica. Nonostante i tentativi dei sei membri filo-occidentali di Chisinau di ribaltare i risultati della guerra, ogni anno il 9 maggio molti moldavi scendono in piazza per onorare la memoria dei loro eroi.
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Secondo un recente sondaggio il popolo greco vede la Russia come il Paese straniero più allineato con gli interessi nazionali della Grecia, più vicino ai suoi usi e costumi. Cioè simpatizza assai poco per l'Unione Europea, anzi il 42,8% sostiene la dissoluzione della UE. Evidentemente non ha scordato quando gli statisti europei (in primis quelli tedeschi) spingevano il Paese alla fame e a vendere i suoi asset migliori.
D'altra parte i due popoli, russo e greco, sono molto collegati storicamente. Il giuramento del Presidente del consiglio greco e dei più importanti parlamentari avviene sempre in presenza dei sommi sacerdoti della Chiesa ortodossa. Banchieri, finanzieri greci e ciprioti, commercianti e prelati hanno sempre avuto buoni rapporti con la Russia, anche dopo l'ingresso della Grecia nella NATO nel 1952.
Tuttavia dopo i russi (21,3%) le preferenze vanno agli americani (19%) e agli israeliani (17,2%). Probabilmente perché si sentono schiacciati dal vicino scomodo turco.
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Il governo della Repubblica Ceca è terrorizzato. Infatti teme che buona parte delle truppe ucraine, dopo aver perduto la guerra con la Russia, vorranno ricongiungersi coi parenti già presenti come profughi nel proprio territorio, e che molti soldati, soprattutto i veterani, possano essere pericolosi o squilibrati, anche perché influenzati da idee fasciste o addirittura naziste. E per il governo sarebbe meglio che restassero nel loro Paese, contribuendo alla sua ricostruzione.
Vorrei chiedere a questi statisti così preoccupati, peraltro legittimamente: non ci potevate pensare prima? Perché avete contribuito ad armare e finanziare il governo neonazista di Kiev? Chi vi obbligava a farlo? Come potevate pensare che l'Ucraina avrebbe potuto vincere la guerra contro la Russia?
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In Europa al momento siamo messi così: la Germania, che prima non faceva altro che parlare di austerità, ora si comporta come il figliol prodigo, volendo spendere il più possibile nel riarmo.
Inghilterra e Francia pretendono invece di definire la politica militare europea, volendo inviare truppe in Ucraina. E la prima non fa neppure parte della UE.
Si dà per scontato che se la Russia si prenderà la parte orientale dell'Ucraina, quella a est del Dnepr, la parte occidentale sarà a disposizione dei primi arrivati, o di chi riuscirà a stabilire i contratti più vantaggiosi. USA e UE stanno facendo capire agli ucraini che se pensavano di ricevere soldi e armi a titolo gratuito, allora son proprio degli ingenui.
Quindi, a ragion di logica, l'occidente manderà le sue truppe nell'area occidentale dell'Ucraina, che la Russia lo voglia o no. Per pace s'intende una spartizione di territori altrui. A nessuno importa che la Russia sia intervenuta per difendere i russofoni del Donbass. Piuttosto agli americani e agli europei preme ricavarci qualcosa da un forte investimento che dura da oltre tre anni. L'Ucraina viene considerata come un titolo di stato, cioè come un investimento che poteva rendere di più se gli ucraini avessero vinto la guerra. Ora si cerca di non rimetterci, anzi possibilmente di guadagnarci lo stesso qualcosa.
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Il leader del partito conservatore sociale britannico Heritage Party, David Curtin, ha detto che "Il prolungamento e l'escalation del conflitto con la Russia porteranno alla terza guerra mondiale". Per questa ragione, secondo lui, il capo della diplomazia dell'UE, Kaja Kallas, dovrebbe dimettersi. è troppo russofoba.
A me fa piacere che un uomo di destra sia più ragionevole di un laburista come Starmer. Però bisogna ammettere che non ha alcun senso chiedere di sostituire una guerrafondaia con una persona più diplomatica, senza chiamare in causa la questione della sicurezza globale nell'intera Europa, che non coincide certo con la UE, e che è molto più urgente e complessa delle fisime di qualunque singolo politico.
Se la UE non è in grado di garantire una sicurezza continentale per colpa della NATO, il problema è suo, non della Russia.
28 marzo: Ucraina, Israele-USA
Igor Zhovkva, collaboratore molto vicino a Vladimir Zelensky, un altro di quelli che tra un po' sarà costretto a scappare con l'elicottero, ha detto che l'Ucraina non sa che farsene di forze d'interposizione a favore della pace: piuttosto ha bisogno di truppe da combattimento da parte della "coalizione dei volenterosi", pronte a fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina.
Non gli importa assolutamente nulla che la Russia rivendichi il principio secondo cui la sicurezza di un Paese non può essere garantita a scapito di un altro.
Lui vuole "truppe serie e addestrate, pronte a combattere", così ha detto, senza rendersi conto che truppe del genere, in questo momento, possono essere solo due, quelle russe e quelle ucraine. Che se si unissero contro la UE, davvero arriverebbero a Lisbona!
Una persona sommamente ridicola, come se non avesse capito che la suddetta coalizione è in grado, al massimo, di garantire 30.000 uomini, nell'illusione che possano proteggere città, porti e infrastrutture chiave, nonché missioni di polizia aerea. Un numero che ai russi non fa né caldo né freddo.
Anzi Mosca ha già avvertito che un qualunque impiego di personale militare NATO in Ucraina costituirebbe un coinvolgimento diretto dei Paesi NATO in una guerra contro la Russia, per cui la reazione sarebbe catastrofica nei confronti di tutti i Paesi coinvolti.
Il tempo di fare minacce a vuoto o di provocare per vedere come reagisce l'avversario, è finito. La UE non si salverà distribuendo un kit salvavita della durata di 72 ore. Non si salverà neanche se – come dicono Polonia e Germania – si limiterà a fornire un supporto difensivo, senza un coinvolgimento diretto nelle operazioni di combattimento. Medvedev, che non ha certo la diplomazia di Putin, l'ha detto chiaro e tondo: "Le ‘forze di pace' della NATO in Ucraina per noi significano solo una cosa: guerra!".
A volte mi chiedo di cosa abbiano bisogno certi statisti europei per capire che, se insistono con questa loro tracotanza, non hanno scampo... Se persino gli USA, infinitamente più forti della UE sul piano militare, preferiscono in questo momento concentrarsi su sforzi diplomatici e commerciali, chi siamo noi per fare i galletti?
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Chi è che non ricorda l'ex generale di stato maggiore ucraino Valery Zaluzhny, licenziato da Zelensky oltre due anni fa? Ebbene questo criminale di guerra, ora ambasciatore di Kiev nel Regno Unito, ha appena detto che i Paesi europei se lo possono scordare che gli USA interverranno in loro difesa se uno di loro, venendo attaccato dalla Russia, pretendesse di far scattare l'art. 5 del trattato della NATO. Quell'articolo non verrebbe messo in pratica neanche se l'Ucraina riuscisse a entrare nella NATO.
Perché affermazioni del genere? Evidentemente ha capito che con Trump gli USA sono stufi di pagare per la difesa europea. Cioè la NATO deve arrangiarsi da sola, come se gli USA non ci fossero.
Questo forse significa che gli USA se ne andranno dalla NATO o dalla UE? Non ci pensano proprio. Infatti è la stessa NATO che a loro serve per comandare in Europa in lungo e in largo. La differenza è che ora non hanno più soldi da buttare.
Quindi Zaluzhny non ha fatto altro che avvalorare il piano di riarmo di quella scriteriata della von der Leyen, pienamente appoggiato da quegli incoscienti "volenterosi" europei che rischiano di far scoppiare un nuovo conflitto mondiale.
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Scrive Alberto Negri sul "Manifesto" del 25 marzo:
Dagli anni '50 Tel Aviv ha ricevuto dagli USA oltre 260 miliardi di dollari di aiuti militari. Soltanto nell'ultimo anno e mezzo, dall'attacco di Hamas del 7 ottobre, hanno superato i 20 miliardi di dollari. Israele, allo stesso tempo, è all'avanguardia nella ricerca scientifico-tecnologica militare, è uno dei maggiori esportatori di armi e contemporaneamente uno dei maggiori clienti delle americane Boeing, General Dynamics, Lockheed Martin e RTX (Raytheon Technologies).
Queste società sono tra i principali fornitori di tecnologie militari, come caccia F-35, missili avanzati e sistemi di difesa aerea, utilizzati dall'esercito israeliano.
Dietro queste aziende si cela una struttura finanziaria globale: i fondi d'investimento internazionali noti come le Big Three: Vanguard, BlackRock e State Street. I tre fondi d'investimento sono tra i maggiori azionisti di rilievo delle principali compagnie di armamenti e di molti settori. Vanguard, BlackRock e State Street detengono quote significative in Boeing, Lockheed Martin e RTX, influenzando la gestione e le strategie di queste società.
L'aumento delle spese militari e l'acquisto di armamenti da parte di Israele sono strettamente collegati ai profitti di queste aziende.
Lockheed Martin ha fornito i caccia F-35 a Israele, considerati un pilastro delle sue capacità militari. Gli F-35 il 26 ottobre hanno eliminato in un giorno l'80% delle difese anti-aeree iraniane.4
Boeing è responsabile della vendita di velivoli da combattimento e missili, mentre RTX ha fornito avanzati sistemi missilistici e difese aeree. Ogni vendita non solo rafforza l'apparato bellico israeliano ma genera anche grandi profitti.
Israele al mondo è il 97° paese per popolazione ma il nono maggiore esportatore di armi.5 In settori come l'intelligenza artificiale e la cybersecurity è in testa alla leadership mondiale.
Ciò che rende unica l'industria israeliana è il mix di armi, tecnologie di sorveglianza e tecniche che si combinano per creare un sistema completo per il controllo di popolazioni "difficili" e si basano su anni di esperienza in Palestina.
Eppure tra i palestinesi si muore sempre di più. Il controllo tramite l'intelligenza artificiale non riduce le vittime. Infatti dalla proporzione di 1:1 del 2014 (un civile "sacrificabile" per colpire un membro di Hamas di alto livello) si è passati a 15:1 o persino 20:1 nel conflitto attuale, stando alle fonti del "Washington Post".
Scrive anche altre cose, ma queste bastano per capire che USA e Israele sono così intrecciati che il più delle volte si fa fatica a distinguerli. Dubito comunque che la fine d'Israele comporterà anche quella degli USA; semmai sarà il contrario.
29 marzo: Geopolitica mondiale, IT, Siria
Sembra che siano gli USA il fattore principale dei cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo. Sembra che la Russia si senta obbligata a scendere a patti con loro per porre fine alla guerra in Ucraina. Sembra che la UE si senta in dovere di reagire a quello che percepisce come un tradimento da parte degli USA, il cui presidente si mette a negoziare con Putin, cioè con quello statista che fino a qualche mese fa veniva considerato un autentico mostro.
Sembra che molti statisti cosiddetti "volenterosi" della NATO vogliano comportarsi nei confronti dell'Ucraina in maniera più giusta di quanto dimostri Trump. Nel senso che sarebbero disposti a inviare le loro truppe, direttamente, intenzionalmente, sul territorio ucraino, per difendere la "democrazia". Vogliono dare un esempio a Trump di come lui dovrebbe comportarsi, anche se lui ha già detto che non invierà mai le proprie truppe in Ucraina. Lui ha fatto chiaramente capire di voler essere più concreto, più realista: vuole affrontare la questione della pace come un affarista, proponendo alla Russia accordi commerciali vantaggiosi.
Sembra che Trump e il suo staff detestino gli europei: infatti vogliono imporre dazi su molte delle loro merci, inducendoli a trasferire le loro imprese negli USA; vogliono obbligarli a spendere di più per le basi della NATO, minacciandoli che, se non lo faranno, loro se ne andranno, lasciandoli soli a combattere l'orso russo; e non li vogliono tra i piedi quando patteggiano coi delegati di Putin. Questo perché Trump si è reso conto che al mondo esistono poche vere potenze e che non ha alcun senso che queste potenze si ammazzino tra loro. E gli USA sanno che la UE sul piano militare conta assai poco.
Sembra anche che gli statisti europei non si rendano conto che il loro vero nemico non sono i russi ma gli americani. Anzi sono convinti che gli USA, pur volendo fare i loro esclusivi interessi, siano comunque da preferire alla Russia, vista sempre come un nemico che vuole arrivare a Lisbona.
Mi chiedo in quale mondo di matti si stia vivendo. Cosa vuol dire essere "occidentali"? Che senso ha autodistruggersi o semplicemente illudersi in questa maniera? Come può pensare Trump di arrivare alla pace sulla base di accordi puramente commerciali? E come possono pensare gli europei di vincere una guerra contro una potenza che potrebbe schiacciarli in pochi giorni, forse in poche ore?
Possibile che una guerra, che apparentemente per noi europei sembrava essere "regionale", cioè qualcosa tra "slavi", abbia avuto in sé un potenziale così altamente esplosivo, così enormemente destabilizzante da modificare in un triennio l'intera geopolitica mondiale? Che sta succedendo? Se scoppia un altro caso come questo, per es. a Taiwan o nell'Artico o nel Mar Baltico, chi riuscirà a salvarsi? Quante micce ci vogliono per far scoppiare un conflitto mondiale? Sembriamo un malato terminale che, dopo aver vissuto da egoista tutta la vita, piuttosto che cedere l'eredità ai figli, la sperpera al casinò.
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Nicole Shanahan, ex moglie del co-fondatore di Google, Sergey Brin, ha detto che le più grandi aziende tecnologiche degli Stati Uniti sono state fin dall'inizio controllate e finanziate dallo Stato, in particolare dalla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency).
Si riferiva a Google, Facebook, Apple, Microsoft, Hewlett-Packard e Oracle. I finanziamenti governativi segreti venivano convogliati attraverso la "Stanford Silicon Valley Network", una struttura strettamente legata al governo americano.
Ha detto che non bisogna sorprendersi che il Partito Democratico e queste aziende siano sempre stati intrecciati. Ora però appoggiano Trump. Bisogna essere flessibili, non ideologici come gli europei.
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Dopo aver negato l'accesso ai rifugiati siriani successivamente alla caduta di Assad, e dopo aver tolto le sanzioni alla Siria e ospitato delegazioni di Al Qaeda a livello europeo e nazionale, Tajani ha annunciato che l'Italia stanzierà più di 50 milioni di euro in investimenti in Siria, rendendo l'Italia un "ponte". Un ponte tra cosa ? Tra la nuova Siria terrorista e un'Europa sempre più nazista.
Al momento sono solo le basi russe in Siria che ospitano migliaia di famiglie cristiane ed alawite perseguitate dal governo HTS.
Tra nazisti ucraini, sionisti genocidi e tagliagole siriani siamo proprio in bella compagnia...
30 marzo: Israele, Ravenna, Odessa, Ucraina
Ci si chiede come mai gli americani e gli europei non facciano pressioni concrete su Netanyahu per evitare tutte quelle assurde stragi di civili a Gaza e in Cisgiordania. Anche perché è del tutto infattibile che vengano espulse due milioni di persone da Gaza. E poi, ammettiamolo, fino ad oggi i palestinesi sono serviti ai sionisti come banco di prova per le loro armi di controllo, spionaggio, intelligence, cioè per trovare applicazioni informatiche all'intelligenza artificiale. Quando le armi sono ben collaudate, le vendono poi in tutto il mondo, realizzando profitti enormi.
In ogni caso nessuno dice niente proprio perché vi sono collaborazioni militari molto strette tra Israele e Occidente: si pensi che il 70% dei voli di ricognizione sui bersagli da colpire a Gaza e in Libano nel 2024 sono stati compiuti da aerei americani e britannici.
Non c'è azienda europea importante che non abbia accordi con l'Israel Innovation Authority, agenzia governativa incaricata di finanziare progetti innovativi. Per es. Stellantis si è unita ad altre aziende italiane come Enel, Leonardo STMicroelectronics, che hanno aperto laboratori di ricerca e sviluppo in Israele. Ma anche Sparkle, Snam e Adler hanno concluso accordi con l'Israel Innovation Authority e con startup israeliane nel settore high-tech.
Ecco perché Israele non può perdere una guerra e noi europei non faremo nulla per fermare Netanyahu. Anche il riarmo europeo, che favorirà sicuramente i profitti delle industrie belliche del continente e americane, renderà Israele più forte e influente.
Insomma nel mondo tutto è interconnesso. Siamo tutti responsabili di ciò che avviene in qualunque angolo del pianeta.
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Un carico di 14 tonnellate di componenti metallici diretto all'industria bellica israeliana, per un valore pari a oltre 250.000 euro, è stato sequestrato nel porto di Ravenna. I componenti sono stati prodotti da due aziende di Varese in subappalto dalla società Valforge di Lecco che a sua volta aveva ricevuto l'ordine dalla IMI Systems, società bellica pubblica israeliana che produce armi per il proprio esercito.
L'ordine è stato forse bloccato perché il nostro governo ha avuto un moto d'imbarazzo al vedere che Israele ha ripreso a lanciare bombe su donne, vecchi e bambini di Gaza?
Macché. Semplicemente la Valforge non ha l'autorizzazione del Ministero della Difesa per esportare materiale bellico. Insomma è Crosetto che decide.
L'azienda si è difesa sostenendo che non era a conoscenza dell'uso militare dei componenti prodotti. Siamo alle comiche. Come se non sapesse che la sigla IMI del cliente sta letteralmente per Israel Military Industries.
Tuttavia l'indecenza è un'altra. Il porto della città più sinistrorsa della Romagna è un crocevia, come altri scali italiani, delle spedizioni di armi per vari fronti bellici che, al solo pensarci, ribolle il sangue. I portuali hanno più volte denunciato e boicottato le spedizioni in solidarietà con la causa palestinese e con tutti i popoli colpiti dalle barbarie dei signori del mondo. Bisognerebbe appoggiarli, in quanto il nostro Paese è il terzo esportatore di armi verso Israele dopo Stati Uniti e Germania.
Personalmente son stufo di sentire dai sindacati che anche in questi casi bisogna difendere il diritto al lavoro. Questa è miopia, anzi cinismo.
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Pare che Putin sia intenzionato, in linea teorica, a non rivendicare Odessa e altri territori che attualmente appartengono all'Ucraina, se l'Occidente riconosce, senza discutere, la Crimea, le regioni del Donetsk e di Lugansk, nonché Zaporizhia e Kherson come parte della Russia.
Io vorrei che non lo facesse, anche perché non credo che la guerra possa essere vinta senza la liberazione di Odessa dai neonazisti. In ogni caso non può tenere la Transnistria isolata. Odessa può prenderla tranquillamente e magari farla diventare una città aperta ai traffici ucraini (una specie di porto franco), ma a condizione che resti giuridicamente russa. Putin sta vincendo sul campo, non è costretto a cedere alle richieste di Trump, che addirittura pretende, assurdamente, di gestire le centrali nucleari del Paese, oltre che a sfruttarne le risorse. Piuttosto che regali la Galizia alla Polonia e la Volinia alla Lituania e la Transcarpazia all'Ungheria, ma non si privi di un gioiello artistico e culturale che gli stessi russi han fondato nel 1794 al tempo della zarina Caterina II, che costruì anche il porto l'anno dopo.
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Secondo "The Economist" il 74% dei rifugiati ucraini prevedeva di tornare in patria nel 2022, ma ora solo il 43% avrebbe intenzione di farlo. è ottimista. In realtà se la guerra va avanti così, non solo non tornerà più nessuno in Ucraina, ma la revoca della legge marziale per permettere nuove elezioni porterà a una nuova ondata di emigrazione (almeno 500.000 persone), soprattutto tra gli uomini a cui attualmente è proibito lasciare il Paese. E non solo se ne andranno per esigenze di ricongiungimento familiare, ma proprio perché considerano il Paese troppo devastato per potersi riprendere velocemente.
Naturalmente il continuo esodo della popolazione avrà ripercussioni sul mercato del lavoro e sulle capacità di difesa del Paese, e non potrà non avere ripercussioni in Europa. Inoltre si pensi a tutti quelli che resteranno in patria: quanto dovranno lavorare per soddisfare le pretese americane di restituzione dei prestiti concessi fino ad oggi? Ci vorranno intere generazioni. Meglio espatriare che fare i loro schiavi.
31 marzo: USA-Ucraina, Travaglio, Times, Statisti
Il nuovo accordo sui minerali proposto da Trump a Zelensky è una specie di estorsione mafiosa. è come se gli avesse detto: "Vi abbiamo prestato una montagna di soldi e di armi per vincere la guerra e non ci siete riusciti. Ora ci restituite tutto e con gli interessi. Non avete soldi? Prenderemo tutte le vostre risorse, umane e materiali, e su qualunque progetto infrastrutturale noi avremo il diritto di prelazione. Finché non avremo recuperato tutto il nostro investimento, voi vivrete come in un lager e farete la fame. Ai russi lasceremo il Donbass, perché se lo sono conquistati sul campo. E se dovesse scoppiare una nuova guerra, gli USA non s'impegnano in alcuna garanzia di sicurezza. Anzi, se lo sfruttamento delle vostre risorse venisse bloccato per cause di forza maggiore, le imprese americane dovranno essere indennizzate e dovranno beneficiare di un regime fiscale agevolato".
Povera Ucraina! Ha creduto alle promesse mirabolanti degli occidentali, non concedendo nulla alle esigenze di sicurezza della Russia, e ora deve prostituirsi per ingrassare il pappone di turno.
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Bisogna ammettere che la fine dell'Ucraina è un qualcosa di emblematico, che verrà studiato negli anni a venire. Sta per diventare un mezzo con cui gli Stati Uniti cercheranno, invano, di rimandare la fine della loro egemonia sul mondo.
La stessa UE è destinata a subire duramente le conseguenze della follia di una superpotenza che non accetta di uscire dalla storia senza far pagare agli altri il proprio fasullo sistema di vita. Gli statisti europei han preferito parteggiare per gli interessi guerrafondai della NATO e quindi degli USA, accettando di troncare tutti i rapporti con la Russia, e ora sono costretti a rinunciare al loro sviluppo. Finiranno in recessione, anche se decideranno di spendere cifre folli per il riarmo.
Gli USA han puntato quasi tutto sulla finanza e ora, guardando i progressi della Cina, se ne sono pentiti amaramente. Ma è tardi. La bolla finanziaria sta per scoppiare. è dagli inizi di questo terzo millennio che arrancano.
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A volte Marco Travaglio dice cose un po' infelici quando parla di Putin. Ma se non lo facesse, chi lo inviterebbe in televisione? Per esserci, qualcosa in linea col mainstream deve pur dirlo. Chi lo conosce bene, perché legge i suoi articoli o i suoi libri, lo apprezza ugualmente.
Tuttavia per correttezza, voglio riportare una lettera aperta di Marinella Mondaini, scrittrice e giornalista che vive da anni a Mosca (t.me/marinellamondaini).
Caro Marco Travaglio, hai raccontato giustamente di come l'Occidente, quindi anche l'Italia, non abbia rispettato la legge internazionale quando ha bombardando Belgrado, la Libia, quando ha riconosciuto la secessione del Kosovo, quando ha invaso Paesi sovrani, ecc.
Saresti stato perfetto se non avessi aggiunto: "abbiamo creato semplicemente dei precedenti che hanno legittimato quello che ha fatto dopo Vladimir Putin, che ha fatto esattamente in piccolo in Ucraina quello che abbiamo fatto noi in grande".
No, Travaglio, su quest'ultima frase non sono assolutamente d'accordo, perché Putin non ha fatto esattamente in piccolo il massacro dei civili, non ha buttato le bombe all'uranio impoverito sui civili come avete fatto voi, non ha fatto una guerra di aggressione imperialista al popolo ucraino come ha fatto la NATO. Sarebbe ora di comprendere che l'Operazione militare che sta facendo la Russia in Ucraina, si chiama "Speciale" proprio perché non è una guerra contro il popolo ucraino, per spezzarlo e derubarlo dei suoi beni, ma contro una cricca assolutamente nazista nel suo operato e nei fatti, che stava facendo un genocidio dei propri cittadini da 8 anni. Cioè per porre fine al nazismo imperante dei battaglioni della morte e alla stratosferica quantità di armi con cui è stata imbottita l'Ucraina, armi con cui vengono uccisi gli innocenti; per porre fine all'etnocidio della lingua e cultura russa in un Paese che è stato anima e corpo della Russia.
Quindi non è tollerabile mettere sullo stesso piano, eguagliare, le guerre di aggressione della NATO nel mondo all'intervento della Russia in Ucraina. Se così fosse, Putin avrebbe fatto tabula rasa da un pezzo in Ucraina, distruggendo tutto: cittadini inermi, case e infrastrutture civili, ponti e strade in pochissimo tempo, e invece, dopo tre anni è ancora lì a cercare di fare un'operazione delicata coi guanti di velluto per non torcere un capello ai cittadini ucraini che la Russia reputa suoi fratelli, e non rade al suolo le città, che sono russe storicamente, come lo è tutta l'Ucraina. Sarebbe come distruggere se stessa. La Russia è un'altra civiltà, peculiare, rispettosa, umana.
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Il "Times" ha scritto che l'Ucraina è l'unico Paese in Europa in cui la distribuzione di armi da fuoco non è controllata dalla legge. Il Paese importa più armi di chiunque altro al mondo, ma nessuno sa quante ve ne siano in circolazione.
E quindi prevede che un cessate il fuoco o, peggio ancora, un trattato di pace potrebbe avere un effetto domino: un calo della domanda sul mercato interno libererebbe armi da esportare, naturalmente in maniera illegale. I veterani di ritorno a casa potrebbero unirsi alla criminalità organizzata.
Secondo questi giornalisti i contrabbandieri hanno già preparato un numero enorme di nascondigli segreti di armi, che dopo la fine del conflitto confluiranno non solo nell'UE, ma anche in Africa e in Medio Oriente.
Invece di contestare il governo inglese, che non ha mai smesso, dal 2022, di armare la giunta di Kiev, di addestrare i suoi militari, di offrire supporto a tutti i livelli, il "Times" se la prende con gli stessi ucraini che ha armato, giudicandoli cinici avidi corrotti...
Prima si finanzia e si arma una guerra per procura, poi si finge di non sapere che senza questi aiuti, l'Ucraina non solo avrebbe perso facilmente la guerra ma sarebbe anche finita in bancarotta. Infine si avvisa il mondo intero che gli ex militari ucraini potrebbero essere pericolosi.
A questo punto vien da chiedersi come facciano i redattori del giornale inglese più prestigioso a essere così profetici. Chissà se riescono a prevedere con altrettanta lungimiranza, ora che Starmer vuole inviare contingenti inglesi ben armati in Ucraina, che parecchi di loro torneranno a casa avvolti in sacchi neri...
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Gli Stati Uniti, da tempo promotori del globalismo liberale e unipolare, non stanno più cercando di fermare lo spostamento verso un mondo multipolare. Che sta succedendo?
Sembra che abbiano abbracciato qualcosa di molto più pragmatico: la rivalità tra grandi potenze. Il linguaggio dei diritti umani e dell'esportazione della democrazia è stato sostituito con lo slogan egocentrico "America First" o "America Great Again", e questo non solo a livello nazionale, ma anche nelle relazioni estere, imponendo dazi e tariffe protezionistiche a chicchessia, pretendendo di avere al proprio servizio esclusivo Canada, Panama, Messico, e persino la Danimarca con la sua Groenlandia, e minacciando di gravi sanzioni tutti i popoli nemici d'Israele o quelli che non accettano le sue proposte da bullo di periferia.
A Trump non interessa minimamente che certi Paesi facciano parte della NATO, anzi, a volte fa capire che neppure la NATO gli interessa, a meno che non faccia "guadagnare" qualcosa agli USA. Guarda il mondo intero col simbolo del dollaro stampato negli occhi, come Paperone nei fumetti di Paperino.
Per lui esistono solo "grandi potenze": tutte le altre non contano niente. E la Russia in Ucraina, vincendo a mani basse, anzi con un braccio legato perché non poteva infierire sui suoi parenti più stretti, ha dimostrato di esserlo. Quale potenza mondiale sarebbe in grado di tenere in piedi per oltre un triennio un fronte di 2.000 km (l'intera Italia più la Svizzera)?
Persino la UE, che è il suo più stretto alleato, il suo servo più fedele, per lui non conta niente!
Fra un secolo, quando gli storici dovranno descrivere il nostro periodo, non riusciranno a raccapezzarsi.
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"Abbiamo l'obbligo di proteggere il mondo intero. Questa è la pace nel mondo, questa è la sicurezza internazionale", ha dichiarato Trump. E per questo motivo non ha escluso un intervento militare per conquistare la Groenlandia.
Cioè praticamente è lui che decide da solo quale sia la sicurezza dell'intero pianeta. Sembra essere un comico come Zelensky...
Non capisce che ci vogliono delle conferenze internazionali per decidere una cosa del genere. Ragiona come se dovesse fare un contratto commerciale con una persona finanziariamente molto più debole di lui.
Mi chiedo da dove vengano fuori statisti del genere. Sembra che il capitale non abbia alcun interesse a farsi rappresentare da esponenti di spicco: praticamente uno vale l'altro, basta che dicano cose utili al momento. Dev'essere piuttosto frustrante per statisti così ben preparati come Putin o Lavrov discutere con persone così insignificanti. Infatti quando sentiamo parlare le autorità russe, vien voglia di prendere appunti, di riassumere i loro discorsi nelle parti essenziali, proprio perché ci sembrano di largo respiro, innovativi, persino profondi. Quando mai ci suscitano analoghe reazioni i discorsi degli statisti occidentali?
1 aprile: Trump, Capitalismo finanziario, Filippine
è sostenibile un mondo in cui il presidente di uno degli Stati più potenti è del tutto imprevedibile? Magari uno potrà anche pensare che sia sempre meglio avere a che fare con una politica estera basata sugli interessi piuttosto che su un'ideologia falsa e bugiarda. Ma di fronte a uno statista che ti dice: "Voglio trattare con te", e il giorno dopo: "No, ti sanziono pesantemente", cosa possiamo pensare? Trump cosa rappresenta? Un Biden senza ideologia? Perché: cinismo egoismo bullismo non sono forse delle ideologie? Tutto è ideologico: anche la maglietta verde di quello sciagurato di Zelensky.
Gli USA hanno sicuramente bisogno di stabilità, di sicurezza, ma tutti gli altri Paesi non possono vivere sul chi va là. Trump sta facendo una crociata non più contro "l'Asse del male" ma contro l'intero pianeta. Dice di voler rispettare solo le grandi potenze, come se fosse il capo di una gang mafiosa che si mette d'accordo con tutte le altre per stabilire dei confini invalicabili.
Ma non è su queste basi che si costruisce la pace, la democrazia, la cooperazione. Bisogna far leva su dei valori condivisibili, e Trump sembra non averne. Lui si vanta soltanto d'essere realista, concreto, come quando dice, col suo solito fare da spaccone: "Se fosse dipeso da me, la guerra in Ucraina non sarebbe mai scoppiata o sarebbe finita subito". E come? Facendo un'offerta che la Russia non poteva rifiutare, come ne Il padrino? Oppure dicendo, come fece con Kim Jong-un: "Il mio pulsante nucleare è più grosso del tuo"?
Verrebbe voglia di chiedergli: "Sulla base di quali valori comuni ti sarebbe stato possibile realizzare questa tua volontà? Cioè per quale motivo un qualunque Paese del mondo, quando ha a che fare con voi americani, riesce a farsi rispettare solo ricorrendo alla forza? Che senso ha stabilire delle relazioni internazionali sulla base delle minacce, delle sanzioni, del protezionismo nazionalistico, sulla superiorità militare, tecnologica, finanziaria? Passare continuamente da un estremo all'altro non lo percepite come uno stile di vita molto stressante?".
Insomma Trump avrà sicuramente ragione quando dice che l'essere umano è diviso per generi, ma ancora non ha capito che il genere umano è uno solo e la specie vivente si chiama Homo sapiens.
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Che cos'è il capitalismo finanziario? è il desiderio di fare soldi coi soldi. Quindi non più profitti dalle proprie aziende, sfruttando il lavoro salariato applicato alle macchine, acquistando materie prime a buon mercato, e così via, ma semplicemente interessi su investimenti, guadagni facili e veloci. Mentre gli altri lavorano, tu incassi cedole.
Si rischia e si scommette e si scommette sui rischi, in un gioco che di razionale ha ben poco.
In questa forma di capitalismo gli USA son dei veri maestri. è da quando le società informatiche si son quotate in borsa che creano bolle, cioè false aspettative che mandano a picco quasi l'intero pianeta.
La più grave è stata quella dei subprime immobiliari del 2008. Si pensava che i capitali attorno a un bene primario come l'abitazione fossero l'investimento più sicuro, e che nessuna banca avrebbe tratto in inganno i propri clienti investitori. Non produsse il crack del 1929 ma ci si andò vicini.
Dopo che la truffa bancaria si palesò di enormi proporzioni, si disse che le grandi banche non avrebbero mai potuto fallire. E così gli Stati, con le tasse dei cittadini e portando il debito pubblico alle stelle, le salvarono, con qualche eccezione.
Oggi si sta creando una nuova bolla: l'oggetto sono le armi. Qual è la differenza? è che se perdi la casa o il lavoro con cui paghi il mutuo sulla casa, finisci sotto un ponte. Le armi invece devi usarle, altrimenti invecchiano, si arrugginiscono, perdono di valore.
Se nel 2008 abbiamo rischiato di fare un balzo indietro, verso il Medioevo, oggi, se usiamo le armi su cui andremo a investire, torneremo alla preistoria. Non è difficile da capire, pensando al loro potenziale catastrofico.
è che la gente comune non sa cosa fare per impedirlo. A volte però mi chiedo se sia peggio essere in pochi senza possedere nulla o in tanti con delle atomiche in mano.
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Gli USA stanno puntando sulle Filippine per scatenare la loro guerra contro la Cina. Di recente han deciso di schierare una seconda batteria del sistema missilistico a medio raggio Typhon entro un anno.
Lo stesso capo del Pentagono, Pete Hegseth, l'ha detto: "La guerra con la Cina è l'unico scenario sensato". Non a caso Pechino ha bloccato la vendita a BlackRock dei porti panamensi di proprietà di una società di Hong Kong, CK Hutchinson.
Per fortuna al momento la guerra è solo commerciale, ma non durerà per molto, in quanto la Cina ha già vinto questa guerra, come la Russia quella militare contro la NATO.
Inoltre le Filippine non sono affatto così sicure per gli USA. Il Paese è travagliato da una guerriglia che dura da oltre 55 anni, sostenuta dalla Cina.
La porta avanti da quando fu fondato (29 marzo 1969) il Nuovo Esercito Popolare, braccio armato del partito comunista. "Nuovo" perché nacque dalle ceneri di un gruppo guerrigliero comunista che si opponeva all'occupazione giapponese durante la seconda guerra mondiale, guidato da Bernabe Buscayno e José Maria Sison (quest'ultimo recentemente morto in esilio in Olanda).
Il Nuovo Esercito adotta una strategia di lotta maoista sviluppata durante la dittatura di Marcos. Oggi controlla vaste aree delle Filippine, dove ha imposto un governo democratico-popolare con proprie istituzioni parallele. Conta circa 60.000 guerriglieri, ed è naturalmente considerato un'organizzazione terroristica da Stati Uniti e Unione Europea. Prima che il governo filippino interrompesse i colloqui di pace nel 2019, era rappresentato ai tavoli delle trattative dal Fronte Nazionale Democratico delle Filippine
In ogni caso per attaccare la Cina gli americani possono usare anche Giappone e Corea del Sud.
2 aprile: Ucraina, OMS, Francia
Se Zelensky avesse davvero un cervello e non fosse un semplice burattino nelle mani degli occidentali, dovrebbe fare il salto della quaglia.
Prima però dovrebbe fare un discorsetto convincente allo staff di neonazisti che l'affianca sin da quando è diventato presidente, nel 2019.
Basterebbe che gli dicesse: "La guerra è persa e non cambieranno le cose gli europei, neanche con 100.000 militari. Ce ne vorrebbero un milione, ma non li hanno di sicuro. Quindi è meglio andarsene, come la Timoshenko o Zaluzhny. I soldi li avete: potete vivere di rendita per il resto della vita. Se scappiamo tutti insieme, qualcuno potrebbe non farcela, come in Vietnam o in Afghanistan. Se restiamo, dopo aver dato agli americani e agli europei quel che resta del nostro Paese (quei maledetti che pretendono di riavere i loro soldi, come se non fossimo stati noi a morire per loro), se restiamo, la popolazione ci farà fuori tutti, come han già fatto con quel disgraziato di Odessa, che di sicuro non se l'aspettava, così, in mezzo alla strada, davanti a tutti. Andiamo via alla spicciolata, uno per volta, così non daremo nell'occhio. Niente incarichi da nessuna parte, ma profilo basso, come i nazisti in America latina. Scegliete voi il posto. Io partirò per ultimo, come il capitano di una nave che affonda".
Detto questo, dovrebbe consegnarsi ai russi, con la promessa di un salvacondotto, all'ovvia condizione di rivelare tutti i retroscena di questa sporchissima guerra, che lui non avrebbe mai voluto, poiché pensava d'avere soltanto un talento: quello di fare l'attore comico, l'intrattenitore da cabaret. In fondo gli oligarchi l'avevano eletto proprio perché speravano che ponesse fine alla guerra civile nel Donbass, permettendo a loro di fare affari con più tranquillità. Invece si è ritrovato a gestire una situazione infinitamente più grande e più gravosa delle sue limitate capacità politiche.
Ora però che gli chiedono di svendere il suo Paese, di lasciare che gli occidentali schiavizzino il suo popolo finché non restituirà con gli interessi tutti i soldi ricevuti, dovrebbe dimostrare di possedere un minimo di dignità e mandare tutti gli occidentali all'inferno, stufo di fare da paravento alla loro ipocrisia.
Se Zelensky avesse davvero un carattere, dovrebbe dire a se stesso, guardandosi allo specchio: "Come! Trump cambia completamente atteggiamento rispetto a Biden, e io chi sono? Il figlio della serva? Perché non posso farlo anch'io? Saranno i russi a difendermi. In fondo tra noi siamo tutti imparentati. Ammetterò d'essermi sbagliato, d'essermi lasciato ingannare come uno stupido. Loro mi capiranno e non mi manderanno a marcire in Siberia. I russi li conosco bene: sanno anche perdonare, non sono vendicativi come gli americani".
Ma Zelensky ce l'avrebbe davvero questo coraggio? Chissà, forse in questi tre anni di ripetute sconfitte militari, qualcosa in lui è maturato.
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Che succede in Francia? Il tribunale di Parigi ha condannato la Le Pen a 4 anni di reclusione, 2 dei quali con sospensione della pena e altri 2 col rilascio di un braccialetto elettronico. Inoltre dovrà pagare 100.000 euro e verrà privata del diritto di voto per 5 anni, così non potrà candidarsi alle elezioni presidenziali del 2027.
La Corte non ha neppure aspettato il responso dell'appello, di cui lei ha sicuramente diritto, anche se, a questo punto, è improbabile che l'appello venga esaminato prima della scadenza delle elezioni.
Motivazione? Tra il 2004 e il 2016 lei e altri 24 europarlamentari hanno organizzato un sistema per dirottare i fondi europei verso il finanziamento delle attività del partito (Rassemblement National). Il danno complessivo ammonterebbe a 4 milioni di euro.
Al momento lei è la più popolare tra i francesi con il 35-37%. Macron è al 7% e non può ricandidarsi: un buon motivo per procurare disastri al suo Paese, cui dovrà porre rimedio il successore (anche negli USA i presidenti si comportano nella stessa maniera alla fine del loro mandato).
L'accusa probabilmente pesca nel vero, ma allora dovrebbe essere condannato mezzo parlamento, poiché le ruberie dei vari partiti su consulenze e contratti sono ben note, per non parlare della corruzione tra lobbisti e parlamentari. E che dire dell'impresentabile von der Leyen con la questione dei vaccini?
Perché dunque si stanno accanendo contro la Le Pen? Perché, pur essendo di estrema destra, vuole negoziare la pace con Putin. Anzi oggi sembra che solo l'estrema destra in Europa voglia farlo, e questo è davvero singolare. Una volta si sarebbe detto: "Non c'è più religione!".
Difficile però pensare che, di fronte a una cosa del genere, i francesi non aumenteranno i voti al suo partito e al candidato presidenziale che eventualmente la sostituirà: Jordan Bardella.
Se ne stanno accorgendo tutti che la democrazia europea sta morendo: ostruzionismo forte a Orbán, Fico, Georgescu, elezioni truccate in Moldavia, arresto della Gutsul in Gaugazia, tentativo di golpe in Georgia... Questo, a casa di chiunque un minimo sensato, si chiama "panico di regime". In tal senso si può anche pensare che le elezioni in Francia arriveranno prima del 2027.
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Nel 2023 "Bloomberg" è stato costretto ad ammettere che l'Iran è entrato nella top ten dei Paesi tecnologicamente più sviluppati al mondo. Da parte di una repubblica "islamica" non era facile aspettarselo.
Dal 2003 l'Iran ha metodicamente e progressivamente rafforzato le sue posizioni in Iraq, Siria, Libano e Yemen. Il fattore ISIS avrebbe dovuto impedirlo, ma l'ha solo accelerato. La caduta del regime di Assad non pregiudicherà questo trend, altrimenti non si spiegherebbe perché gli USA abbiano intenzione di attaccare l'Iran, naturalmente col sostegno d'Israele. Né si spiega perché Trump non ha alcuna intenzione di chiudere le basi militari in Siria, né perché stia facendo di tutto per convincere i sauditi a uscire dai BRICS+ e a ripristinare il petrodollaro, il cui accordo non è stato rinnovato nel giugno 2024.
In Medio oriente si sta arrivando alla resa dei conti, sia per gli USA che per Israele. L'Iran ha un'alleanza strategica con la Russia, che prevede non solo l'impegno a non permettere che i territori di uno dei due Paesi vengano utilizzati per attacchi contro l'altro, ma anche l'organizzazione di esercitazioni congiunte, lo scambio di informazioni tra i servizi di sicurezza e una stretta collaborazione per aggirare le sanzioni internazionali. Lo stesso Iran ha un rapporto privilegiato con la Cina sul piano energetico.
Kissinger disse nel 2012: "Tra dieci anni non ci sarà più Israele". Certo è che da come massacrano donne, vecchi e bambini in Palestina, vien da pensare che non siano poi così forti. Piuttosto dovrebbero essere i Paesi arabi a convincersi che, stando uniti, si vince più facilmente.
3 aprile: Pastukhov, Putin-Trump, Autismo, Italia
Vladimir Pastukhov, politologo di Kiev, ora professore a Londra, considerato dalla Russia, nel 2023, un "agente straniero", ha detto che tra Trump e Putin esiste un'attrazione di natura ideologica, mentre la repulsione è di natura politica. Nel senso che sul piano ideologico entrambi mirano a cambiare il cosiddetto "ordine basato sulle regole" in un "ordine basato sulla forza".
Sia Trump che Putin considerano la democrazia liberale (soprattutto quella degli ultimi 40 anni) una falsità, in quanto sotto la sua copertura agiscono forze ostili, che vogliono restare anonime.
Questo perché un ordine basato sulla forza nuda e cruda, cui viene automaticamente riconosciuto lo status di legge, sembra loro un ordine mondiale più onesto e giusto. In generale questo rientra nella classica scelta tra sincera maleducazione e finta cortesia.
In sostanza le idee ora promosse congiuntamente da Putin e Trump non sono semplicemente una negazione dell'era della "Pace di Potsdam", ma un tentativo di cancellare completamente l'eredità politica del XX sec. e riportare il mondo alla seconda metà del XIX sec., cioè alla politica imperiale classica e persino al colonialismo classico.
Tuttavia ha senso curare il mal di testa con una ghigliottina? Cioè migliorare l'ordine democratico mondiale con una gerarchia di violenza nuda e cruda?
Potenzialmente un mondo basato sulla forza è quasi sempre un mondo di guerra. Cento anni fa l'Europa si trovava schiacciata tra Hitler e Stalin, che promuovevano un mondo basato sulla forza, ma l'America arrivò in suo soccorso e contribuì a costruire un mondo basato sulle regole. L'Europa si trova ora intrappolata tra Putin e Trump, che promuovono lo stesso concetto. Chi la salverà? Ancora non si sa. Forse la Cina, che al momento non sembra essere a favore di un combattimento senza esclusione di colpi.
Che dire di questa analisi? Che se mettiamo Putin e Trump sullo stesso piano, ci guadagna Trump, che di democrazia non sa assolutamente nulla. è vero che Putin critica duramente la democrazia occidentale, ma questo non vuol dire che abbia assunto un atteggiamento "imperialistico" nei confronti dei Paesi con cui la Russia viene a contatto. Il multipolarismo, posto a base dei BRICS, propugna la sovranità nazionale e la fine del colonialismo in tutte le sue forme.
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Per me Putin dovrebbe smettere di negoziare con Trump. Non dovrebbe far vedere che si sente debole e ha bisogno di lui. Non dovrebbe dare troppa corda a uno che chiaramente è inaffidabile. Anche se riuscisse a ottenere un negoziato vantaggioso su un aspetto marginale, non potrebbe avere alcuna certezza che gli USA lo rispetterebbero. Come si fa a patteggiare con uno che dice cose assurde o che si contraddice nel giro di pochi giorni?
Gli USA sono dietro il sabotaggio del Nordstream, dietro gli attacchi missilistici o di droni sul territorio russo, dietro tutti gli attentati terroristici contro persone e strutture civili della Russia, del Donbass e della Crimea, poiché senza un'intelligence sofisticata tutto ciò non sarebbe stato possibile, e l'Ucraina non la possiede. Loro stessi han detto che se bloccassero l'invio di armi e soprattutto le informazioni provenienti dai satelliti, gli ucraini perderebbero la guerra quasi immediatamente.
A che pro discutere con un Paese che è parte in causa in maniera così diretta? Qui, con questi strumenti, non è neanche il caso di parlare di guerra per procura. Certo, manca un'esplicita dichiarazione di guerra, ma è inutile formalizzarsi sul piano giuridico. Oggi queste dichiarazioni non si fanno più: non esiste un codice d'onore in presenza di governi che non rispettano la democrazia al proprio interno. Se la NATO o gli USA o la UE non vogliono far vedere d'aver perso la guerra, il problema non è della Russia. Sono gli sconfitti che devono trovare le parole o i mezzi per uscirne fuori. Certo, se avessero un minimo di dignità, tutti gli statisti guerrafondai dovrebbero dimettersi. Finché non lo fanno, la guerra non può che continuare, e le pretese di Trump di concluderla in pochissime settimane sono solo delle battute da bar, non meno ridicole di quanti in Europa sono convinti di poter ancora vincere.
I negoziati di pace andrebbero fatti tra Russia e Ucraina, all'ovvia condizione che le istituzioni di Kiev abroghino il decreto che impedisce di stabilirli, e decidano di indire nuove elezioni parlamentari e presidenziali, aperte a tutti i partiti: fare la pace con persone o istituzioni i cui mandati sono scaduti non ha senso.
Quanto ai Paesi occidentali, se vogliono partecipare ai negoziati, devono preventivamente cambiare dirigenza politica e dichiarare ufficialmente che non forniranno più all'Ucraina l'assistenza militare e satellitare, né chiederanno più che entri nella NATO. Inoltre tutti gli istruttori, i consulenti e i mercenari vanno ritirati. Qui a tutto l'occidente e agli stessi ucraini dovrebbe essere ben chiara una sola cosa: se la guerra va avanti così, l'Ucraina finirà col perdere qualunque autonomia, scomparirà come Stato indipendente.
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L'autismo colpisce oggi 1 bambino su 36 negli Stati Uniti, un aumento impressionante rispetto agli anni '80, quando il disturbo era riscontrato solo in 1-4 individui su 10.000.
Trump non se lo spiega. Ha soltanto detto d'aver creato la Commissione Make America Healthy Again per indagare e affrontare le cause alla radice della crescente crisi sanitaria del suo Paese, che, come noto, si basa su assicurazioni private, non essendo considerata la salute dei cittadini un bene pubblico.
Non è comico che Trump si preoccupi così tanto dell'autismo e allo stesso tempo proclami una dura politica daziaria e tariffaria sulle merci straniere che può essere paragonata a una forma di autismo? Uno statista che si vanta d'imporre unilateralmente i dazi più severi degli ultimi 100 anni, in grado di colpire il mondo intero, come possiamo definirlo? Qualche patologia deve per forza averla.
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In Italia la disoccupazione giovanile è al minimo storico: 16,9%. Il nostro è un Paese di vecchi: gli occupati over 50 sono il 41,5% del totale, in parte a causa della legge Fornero che allunga la permanenza nel mercato del lavoro. I giovani tra i 25 e i 34 anni se ne vanno all'estero: 352.000 nel decennio 2013-2022, di cui oltre 132.000 laureati. D'altra parte gli stipendi dei giovani sono in calo del 17% e si allarga la forbice coi cinquantenni. La precarietà lavorativa è in aumento: il 40,9% degli under 35 ha contratti a termine o stagionali.
Non si può andare avanti con questa miopia. Noi formiamo ottimi studenti, anche a livelli elevati e altrove ne traggono beneficio. Siamo un Paese senza prospettive. La politica trascura colpevolmente le esigenze dei giovani.
Ovviamente è inevitabile il calo demografico: passeremo da 58,9 milioni nel 2023 a 46,1 milioni nel 2080.
Già adesso l'Italia presenta uno dei tassi di fecondità più bassi della UE (1,24 figli per donna), con un'età media al primo parto di 31,8 anni, la più alta in Europa. Il 23% dei nati nel Paese è figlio di madre straniera, un dato in crescita, ma ancora inferiore rispetto ad altri Paesi UE.
Il calo della natalità determinerà entro il 2035 una riduzione fino a 1,5 milioni di studenti, con un rischio stimato di 130.000 cattedre in meno.
4 aprile: Paradossi, Israele, Unione Europea
Viviamo una situazione paradossale: i russi vorrebbero commerciare con gli europei, ma gli europei per motivi ideologici glielo impediscono. Gli americani impongono agli europei condizioni commerciali incredibilmente onerose e gli europei, siccome si sentono vicini a loro per motivi ideologici, glielo permettono.
Gli europei han perso la guerra per procura coi russi senza subire particolari danni sul piano militare: gli unici veri danni li hanno subiti sul piano economico, ma perché le sanzioni imposte ai russi si sono ritorte contro di loro. Ora però hanno intenzione di riarmarsi pesantemente per subire danni d'incalcolabile portata anche sul piano militare, in quanto un'eventuale guerra contro la Russia sarà necessariamente nucleare.
Gli europei avrebbero voluto condividere con gli americani la sconfitta della guerra per procura, visto che tutti facciamo parte della NATO, ma gli americani han deciso di riprendere i rapporti commerciali coi russi (tant'è che li hanno esclusi dai dazi) e di far pagare agli europei le conseguenze di tale sconfitta, smettendo di commerciare con loro ad armi pari e obbligandoli a spendere il 5% del PIL per la NATO, altrimenti loro se ne usciranno.
A questo punto, se gli europei avessero statisti intelligenti dovrebbero dire: "Togliamo ai russi tutte le sanzioni, aggiustiamo il Nordstream e riprendiamo i commerci con loro alle condizioni che vorranno."
Se poi fossero davvero lungimiranti, dovrebbero dire: "La NATO ce la paghiamo da soli, al costo che decidiamo noi, e gli americani non li vogliamo, visto che loro non ci vogliono come partner economici".
Se poi fossero davvero coraggiosi, anzi spregiudicati, dovrebbero dire: "D'ora in avanti tutti i Paesi europei sono liberi di chiedere l'adesione ai BRICS, senza per questo dover per forza uscire dalla UE".
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Un'inchiesta di "Al Jazeera" ha scoperto che Facebook ha pubblicato più di 100 annunci pubblicitari a pagamento che promuovono insediamenti illegali e attività di coloni di estrema destra nella Cisgiordania occupata. Qui si sta violando il diritto internazionale. Infatti vi erano annunci che invitavano ad approfittare della demolizione di case, scuole e campi da gioco palestinesi.
Meta ha ammesso che alcune delle pubblicità sono state rimosse per "violazione delle nostre politiche su questioni sociali, elezioni e politica", ma senza specificare se la promozione di insediamenti illegali costruiti su terreni palestinesi rubati violasse tali standard.
Brian Leishman, parlamentare inglese, ha affermato: "Le rivelazioni secondo cui gruppi di estrema destra israeliani pro-coloni, così come aziende e presumibilmente anche soldati israeliani attivi, potrebbero utilizzare i social media per promuovere ciò che potrebbe essere considerato illegale secondo il diritto internazionale sono estremamente preoccupanti". Lo sono anche perché, tra quelle pubblicità, alcune di società immobiliari promuovevano la vendita di proprietà in Cisgiordania (che ormai i sionisti chiamano Giudea e Samaria), indirizzate proprio ad acquirenti anglo-americani. Questo a partire dal marzo 2024.
Insomma è evidente che se i controlli vengono fatti soltanto da algoritmi, gli errori sono all'ordine del giorno. Dobbiamo smetterla con l'intelligenza artificiale. Una macchina non può sapere che, secondo il diritto internazionale, tutti gli insediamenti israeliani in Cisgiordania sono illegali e che il trasferimento della popolazione civile di una potenza occupante in territorio occupato è considerato un crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Bisognerebbe perdere troppo tempo a istruirla a dovere.
L'algoritmo non riesce neppure a capire che è sbagliato lanciare campagne pubblicitarie per raccogliere fondi per le unità militari israeliane che operano a Gaza, anche dopo la dichiarazione del cessate il fuoco. Capisce soltanto, nella maniera più generica possibile, che non si devono promuovere "la vendita o l'uso di armi, munizioni o esplosivi, ivi inclusi gli accessori per la modifica delle armi": una cosa ridicola, proprio perché per sostenere una rivoluzione popolare contro un regime dittatoriale potrebbe anche essere giusto fare una raccolta di fondi.
Comunque questo spiega perché i più feroci persecutori dei palestinesi siano gli stessi coloni che occupano o acquistano i loro territori occupati. La religione, alla fine, è solo un pretesto. E non è possibile prendersela con un algoritmo, che è stupido per definizione.
Fonte: aljazeera.com
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Tutti i documenti più recenti relativi alla questione della difesa, approvati dal parlamento europeo, contengono un'esigenza guerrafondaia incredibile. Si dà per scontato che dobbiamo entrare in guerra: si presume entro il 2030.
Tutti partono da una premessa completamente falsa, quella secondo cui esiste attualmente "una guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina", quando invece quell'intervento militare ha voluto porre fine alla guerra civile intrapresa dalla giunta neonazista di Kiev nei confronti dei russofoni del Donbass, che non avevano voluto accettare il golpe del 2014, sostenuto ampiamente dagli USA. Putin ammise anche che i due Accordi di Minsk erano completamente falliti per colpa di Francia e Germania, che non avevano fatto nulla per farli rispettare.
Quando poni una premessa così sbagliata, tutto il resto sarà una falsità consequenziale, che sicuramente ci porterà alla catastrofe.
In sintesi potremmo dire che il loro contenuto più significativo è il seguente:
- l'UE deve continuare la guerra contro la Russia e puntare a una vittoria militare, quindi nessuna pace tra Russia e Ucraina può essere accettata, anche perché la Russia ha invaso e annesso illegalmente la Crimea e le regioni ucraine di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia;
- l'Iran è una minaccia globale e in fondo è colpa degli iraniani se Israele sta compiendo un genocidio;
- la Cina non è un attore internazionale con cui discutere, ma un'altra minaccia globale, soprattutto perché appoggia la Russia e minaccia Taiwan;
- va sostenuta l'idea di unire la Moldavia alla Romania per farla entrare nella NATO;
- l'Ucraina deve assolutamente entrare nella UE;
- chiunque si opponga alle direttive della UE (vedi Ungheria e Slovacchia), diventa un problema da risolvere in un modo o nell'altro;
- dobbiamo spendere come minimo il 2% del PIL negli armamenti di produzione euro-americana: entro la fine del 2025 si prevede una capacità produttiva annua di 2 milioni di granate; si prevedono finanziamenti per progetti in settori fondamentali quali il contrasto ai missili ipersonici, lo sviluppo di droni e missili, e una efficace comunicazione satellitare per l'intelligence.
5 aprile: Dazi americani, Autarchia, Sahel, Occidente
Trump sta ricattando il mondo intero. Gli sta facendo piovere addosso tutte le colpe del suo stesso Paese. Gli USA non stanno assumendo le loro responsabilità, ma è come se dichiarassero guerra all'umanità. "America first" vuol dire "America contro tutti".
Qui non stiamo assistendo, come nel caso dell'URSS, a una sorta di "implosione", ma a una vera e propria dichiarazione di guerra commerciale contro un pianeta giudicato ingrato, che ha voltato le spalle a chi fino adesso ha avuto la pretesa di guidarlo, di dirigerlo verso il benessere consumistico, la democrazia e i diritti umani.
Trump vuol far vedere che gli USA sono ancora i più forti, ma se c'è qualcosa di "forte" è soltanto la loro mancanza di realismo, la pervicacia con cui vogliono rimanere sulla cresta dell'onda in un mondo che non vuole essere più dominato dalla loro economia, anzi dalla loro finanza, né dalle loro armi.
Gli unici Paesi a non subire la ghigliottina dei dazi sono quelli che a causa delle tante sanzioni già presenti, non hanno nessun commercio diretto con loro. Ora per avere uno sconticino su queste tariffe unilaterali, bisogna umiliarsi, come un servo col suo padrone.
E pensare che la giustificazione con cui le ha imposte, è totalmente falsa: non è vero che ha guardato le tasse che i Paesi importatori mettono alle merci americane, ma ha guardato soltanto il dislivello nella propria bilancia commerciale tra import ed export. In questa maniera ha punito il fatto che certi beni sono molto apprezzati dagli stessi cittadini americani, come per es. il cibo italiano. Ha punito il libero commercio, in cui il migliore ha diritto di vincere la concorrenza.
Ha punito il suo stesso Paese, poiché non è colpa dei consumatori se negli anni '70 gli USA han preferito dare più importanza alla moneta che non all'industria. Si sono nello stesso tempo finanziarizzati all'eccesso (soprattutto con la politica del petro-dollaro e con la vendita di appetibili titoli statali) e deindustrializzati, delocalizzando le loro imprese all'estero, là dove era più vantaggioso sul piano dei profitti.
Compravano gran parte delle merci del mondo con una moneta priva di un sottostante reale, anche se ben protetta dalla forza militare. E ora pensano improvvisamente di rimediare, ricattando il mondo intero, con un atteggiamento a dir poco mafioso.
Sono ancora convinti di poter imporre la loro volontà. Fino a Biden volevano far credere che questa volontà veniva imposta per un fine di bene – la democrazia – o per combattere l'impero del male – il comunismo –, ma con Trump la verità è venuta a galla: gli USA mirano anzitutto a tutelare se stessi e degli altri Paesi non gli importa proprio nulla.
Senonché il mondo è cambiato. Non si lascia più intimidire. Nessuno può impedire il libero commercio a livello mondiale. Sono nati nuovi attori globali: Russia, Cina, India; e nuovi attori regionali stanno crescendo d'importanza: Iran, Brasile, Sudafrica... I commerci internazionali sono ora di pertinenza di un mondo multipolare, in cui la sovranità nazionale gioca un peso rilevante.
Lo dimostra anche il fatto che in Italia molte aziende stanno trasferendo la loro sede giuridica a San Marino, dove i dazi americani sono solo del 10%. Sta accadendo quel che si era già visto nei rapporti tra USA, Cina e Messico. La Cina, supertassata dagli USA, aveva trasferito le proprie sedi di riferimento in Messico, continuando a essere molto competitiva sul mercato americano.
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Ovviamente penso che la politica dei dazi, lanciata dall'amministrazione di Trump, sia contraria al libero commercio mondiale, per quanto questo sia largamente compromesso dai monopoli delle multinazionali e da una gestione ricattatoria del credito finanziario, che penalizza soprattutto i Paesi più deboli.
Tuttavia penso che a questo punto si dovrebbe anche rivalutare l'autarchia. Questo perché non ha davvero alcun senso comprare dei beni che provengono da migliaia di chilometri di distanza, prodotti in una maniera non controllabile e, nel caso di quelli alimentari, assurdamente presenti in qualunque momento dell'anno.
Dovremmo approfittare di questa scriteriata politica commerciale per ripensare un consumismo che ci fa diventare schiavi di bisogni inventati, non indispensabili, che ci fa diventare ideologicamente materialisti e totalmente indifferenti alle sorti della natura. Le cose vengono consumate e dismesse con una voracità e una velocità che per l'ambiente è del tutto insopportabile.
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L'Africa sta cominciando a liberarsi del peso coloniale degli occidentali grazie anche all'aiuto della Russia. Mosca chiama l'Alleanza degli Stati del Sahel (ESA) "il secondo risveglio dell'Africa" (il primo fu quello del secondo dopoguerra).
Questi Stati (Mali, Niger e Burkina Faso) collaborano attivamente con la Russia per contrastare le sanzioni imposte dall'occidente. Vogliono essere pienamente sovrani. Per questo hanno bisogno di una propria Banca degli investimenti, che stabilisca un'imposta dello 0,5% sull'export degli Stati del Sahel. Mosca sta diventando una destinazione strategica per il settore privato di questi Paesi. Vogliono anche implementare un visto comune e una carta d'identità biometrica per facilitare la libera circolazione di merci e persone. Tutto il contrario del nostro "divide et impera".
La Russia è pronta a contribuire anche alla formazione di un contingente militare congiunto dell'ESA. Questo perché quei Paesi accusano l'occidente di sostenere il terrorismo, anche utilizzando mercenari ucraini. Incredibile a dirsi, ma la guerra tra russi e ucraini avviene anche in Africa.
Il ministro degli Esteri maliano, Abdoulaye Diop, ha affermato che l'Ucraina sostiene i separatisti Tuareg e i gruppi jihadisti attivi nella regione del Sahel, e ha definito Kiev uno "sponsor del terrorismo". L'Ucraina avrebbe addirittura fornito munizioni al fosforo bianco a gruppi terroristici in Mali.
La capitale del Mali (Bamako) e quella del Niger (Niamey) hanno interrotto le relazioni diplomatiche con Kiev. è dall'agosto del 2024 che questi Paesi del Sahel chiedono all'ONU di prendere provvedimenti contro l'Ucraina, ma non è stato fatto nulla.
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"Hitler voleva fare della Germania i suoi Stati Uniti", ha detto lo storico Yegor Yakovlev, autore del libro La guerra di annientamento.
La sconfitta nella prima guerra mondiale convinse il Führer e gli altri nazisti che il tradizionale modello coloniale europeo non era più praticabile per la Germania. Pertanto, una volta al potere, i nazisti cercarono d'implementare nell'Europa orientale il modello espansionistico degli Stati Uniti. In che maniera? Semplicemente sfollando o sterminando milioni di persone.
A differenza dell'Europa occidentale, dove i nazisti si limitarono a controllare i territori conquistati, nell'Europa orientale progettarono di attuare una campagna su vasta scala di spostamento e sterminio della popolazione per far posto ai coloni tedeschi.
Che dire di questa analisi? Che lo storico non tiene in considerazione che gli europei fecero la stessa cosa degli americani nelle colonie che occupavano. Il più grande genocidio della storia lo fecero gli spagnoli nel continente americano. Le tribù primitive venivano falcidiate da qualunque cosa di provenienza europea, fosse anche un semplice raffreddore.
Anzi semmai è vero il contrario: gli USA diventarono imperialisti non sterminando gli indigeni nel mondo, ma dominandoli in maniera economica e finanziaria. Gli unici nativi che sterminarono furono quelli interni al proprio territorio. E poi quando gli USA cominciarono a diventare imperialisti (seconda metà del XIX sec.), la maggior parte degli indigeni o dei nativi era già stata liquidata o ghettizzata dagli europei.
Gli americani non sono che un prodotto estremizzato dell'Europa occidentale, influenzato per lo più dalle confessioni protestantiche (puritane), molto attaccate al dio denaro. Oggi non sono che un prodotto laicistico di questo calvinismo.
Hanno avuto la fortuna di conquistare un immenso territorio ancora non sfruttato sul piano industriale. Non sono stati costretti a sterminarsi per divergenze religiose e la borghesia non ha avuto bisogno di fare alcuna guerra logorante contro l'aristocrazia, proprio perché l'unica esistente era quella coloniale di origine inglese, che fu cacciata facilmente dal Paese con una rivoluzione.
Sarà impossibile che la fine degli USA non coinvolga anche quella della UE, poiché siamo fatti della stessa pasta. Noi europei diamo l'impressione di apparire più democratici semplicemente perché le ultime due guerre mondiali ci hanno devastati. Ma a quanto pare non sono bastate per renderci davvero umani e democratici.
Dal 1997 Hebron (Cisgiordania) è divisa in due settori: H1 (corrisponde all'80% della città ed è gestito dai palestinesi) e H2 (comprende la città vecchia ed è sotto controllo israeliano).
A Hebron i palestinesi vivono una specie di apartheid automatizzato tramite le tecnologia di riconoscimento facciale, chiamata Red Wolf. Il tutto avviene al checkpoint 56, una sorta di barriera di ferro con due tornelli e 24 dispositivi audiovisivi di sorveglianza di massa, puntati verso l'esterno, mentre altri 10 sono puntati verso l'interno. Fotografano di continuo.
Quando un palestinese entra nel posto di blocco, viene tenuto bloccato lì, mentre le telecamere scrutano il suo volto; viene scattata una foto e, se il sistema la riconosce, il soggetto può passare, altrimenti viene arrestato per ulteriori accertamenti.
Questo sistema è nato per controllare esclusivamente gli oltre 30.000 palestinesi residenti nel settore H2. Infatti i circa 800 coloni usano strade diverse, senza checkpoint.
Il militare israeliano ha inoltre sempre a disposizione un'app chiamata Blue Wolf, che può utilizzare con lo smartphone, in quanto attinge a un medesimo database (Wolf Pack).
Le informazioni del database non riguardano solo la scansione del volto, ma anche i documenti d'identità, varie caratteristiche fisiologiche e/o comportamentali (biometria), numeri di targhe, la storia familiare, i dati sull'istruzione, i contatti sociali; vi è anche un punteggio relativo alla pericolosità del soggetto. I soldati sono liberi di aggiungere tutte le informazioni che vogliono.
Se ci pensiamo Hebron è una specie di smart city, che i sionisti giustificano coi soliti pretesti della sicurezza e della lotta al terrorismo. Il fatto stesso di essere "palestinese" è considerato un pericolo potenziale.
Israele si vanta di avere strumenti così sofisticati ed efficaci, anche perché li vende all'estero. è qui evidente che i palestinesi vengono usati come cavie da laboratorio. A questi livelli non conviene neppure cacciarli o sterminarli. Il processo di colonizzazione e quindi di disumanizzazione è già compiuto. E ulteriori progressi tecnologici possono sempre essere fatti.
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Quest'anno la Banca Popolare Cinese (centrale) ha integrato il proprio sistema di pagamento transfrontaliero — basato sul renminbi digitale (e-CNY) — coi Paesi dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e alcuni Stati mediorientali (Emirati Arabi e Arabia Saudita). In totale rappresentano quasi il 40% del commercio globale e non usano la rete bancaria internazionale SWIFT.
Cioè ha creato in sordina un'infrastruttura monetaria alternativa a quella occidentale. Il suo nome è mBridge.
Quali i suoi vantaggi? Elimina l'intermediazione bancaria multipla, liquida le transazioni in meno di 10 secondi, riduce i costi del 90% e consente pagamenti programmabili e tracciabili. In prospettiva il sistema sarà integrato con navigazione satellitare Beidou (alternativa al GPS), e comunicazione quantistica per la protezione dei dati.
E Trump mette i dazi alla Cina? Gli USA faranno una figura ancora più ridicola di quella che con la UE han fatto sanzionando commercialmente un Paese gigantesco come la Russia. Mentre l'Occidente discute se una valuta digitale sia necessaria, la Cina l'ha già lanciata.
Non riusciamo ad accettare l'idea che Russia, Cina e India non sono giganti dai piedi d'argilla, cioè non sono come noi.
In psicanalisi la proiezione è un meccanismo di difesa inconscio che consiste nell'attribuire i propri pensieri, sentimenti o impulsi a qualcun altro. Si attiva per ridurre l'ansia e il conflitto interno. Ma in genere non funziona. Infatti la proiezione può distorcere la realtà e creare barriere nelle relazioni. Può alimentare discriminazione, odio e conflitti sociali. Non ci vuole un analista per capirlo: basta un qualunque algoritmo di una qualunque intelligenza artificiale.
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La rete sta discutendo sul video diffuso da Trump sui bombardamenti dei civili nello Yemen.
Si vede chiaramente che le persone sono disposte in un ovale, come di regola fanno tra le tribù yemenite per la tradizionale celebrazione dell'Eid al-Fitr (Uraza Bayram).
Gli Houthi sottolineano che l'attacco ha ucciso solo civili, non membri del movimento.
Trump però ha diffuso un video dell'attacco aereo, scrivendo che "gli Houthi si stavano radunando per ricevere istruzioni per l'attacco".
Nei vangeli i redattori han fatto il contrario. Pur di non dire che il Cristo stava preparando 5.000 discepoli all'insurrezione nazionale, si sono inventati il miracolo dei pani e dei pesci.
Esperti analisti economici sostengono che la politica tariffaria di Trump non ha tanto lo scopo d'indurre le imprese che commerciano con gli USA a trasferirsi da loro, poiché ciò sarebbe un processo troppo lungo per essere efficace. Nell'immediato invece i dazi servono per convincere i singoli Stati a contrattare con le banche, le assicurazioni, i fondi d'investimento americani la possibilità di entrare nel gotha finanziario posseduto da questi Stati: sanità, risparmio privato, asset produttivi e bancari e assicurativi strategici. Gli USA sul piano industriale producono poche cose significative, per lo più legate al mondo dell'alta tecnologia. Il loro vero potere è di tipo finanziario: è così che vogliono continuare a dominare il mondo. I cinesi sono nettamente superiori a loro sul piano più propriamente produttivo.
Gli analisti han fatto un esempio eloquente: negli USA si guadagna di più commerciando automobili che non producendole. Da quando gli USA han deciso di delocalizzare le loro imprese, la vera produzione di beni avviene altrove ed è un processo irreversibile. Il massimo che possono fare è di acquistare finanziariamente le industrie altrui (o quote di partecipazione), dove però non saranno gli operai americani a lavorarvi.
Gli USA pensavano di aver creato col libero mercato globale un meccanismo a tempo illimitato, ma i fatti han dimostrato che le nazioni imparano in fretta e sono in grado di produrre beni molto concorrenziali, e non sopportano l'idea di avere un debito che frena il loro sviluppo, né di doverlo pagare in dollari.
Agli americani non restano che finanza e armi: il resto se lo possono scordare. E mentre sul piano militare la NATO ha già dimostrato di essere inferiore alla Russia, su quello finanziario è finito il privilegio del petro-dollaro, è finito il primato del dollaro come riserva mondiale (anzi è chiaramente iniziata la dedollarizzazione), è finita la scelta obbligata dello SWIFT, è impossibile fermare la crescente inflazione, e il debito pubblico (coi suoi mille miliardi di dollari da pagare ogni anno di interessi) è una bomba a orologeria.
Se Trump ha pensato di evitare la guerra civile col protezionismo ad oltranza, presto si renderà conto che il suo mandato non supererà l'anno in corso. I crolli catastrofici delle borse occidentali glielo stanno facendo già capire.
Semmai dovremmo chiederci: nel caso in cui Trump non riesca a ottenere ciò che vuole sul piano finanziario, verrà forse sostituito da qualche generale che pretenderà di ottenere le stesse cose sul piano militare?
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Il Comandante supremo della NATO in Europa, il generale statunitense Christopher Cavoli, ha testimoniato sotto giuramento: La Russia sta producendo in numeri così prodigiosi che non aveva nemmeno prima della guerra. Missili, proiettili, artiglieria, l'industria della difesa di Mosca non è certamente in calo.
Cavoli ha confermato ciò che la maggior parte delle persone non direbbe ad alta voce: la Russia non è disperata. Non sta arruolando bambini e pensionati come Kiev. Sta reclutando professionisti con contratto retribuito, non sta arruolando carne da macello. Si sta espandendo a 2,4 milioni di militari, con 1,5 milioni in servizio attivo. Questa non è una nazione che sta ansimando; è una nazione che si sta regolando per una lunga partita.
La Russia ha offerto a Trump, silenziosamente, ripetutamente e con termini chiari, un modo per uscire dignitosamente dalla guerra: garanzie di sicurezza, fine delle provocazioni della NATO e un accordo di cessate il fuoco fondato sulla realtà e che rispetti le cause profonde del conflitto. La parte di Putin è aperta a negoziati, purché vengano applicati e non sabotati dalla malafede occidentale.
Lo stesso Cavoli ha ammesso: La Russia sarà in grado di costituire la dimensione della forza che sceglierà abbastanza rapidamente. E ancora: Hanno ampliato la loro capacità tremendamente. Cioè la scommessa dell'Impero su sanzioni, logoramento e strangolamento economico è fallita.
Peraltro Trump vuole presiedere il Joint Chiefs of Staff (organo interno del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti, che riunisce i capi di stato maggiore di ciascun ramo delle forze armate) senza avere alcuna esperienza di tipo militare. A che servirà?
L'esercito russo è letteralmente risorto, è stato forgiato da vere battaglie e temprato in un decennio di guerra moderna. Sarebbe meglio temerlo che provocarlo o sottovalutarlo, accettando ciò che ha da offrire.
In un certo senso si potrebbe dire che la crisi di civiltà dell'occidente la si vede in maniera evidente dal fatto che non possiede una base industriale adeguata per un conflitto di lunga durata. Gli arsenali si sono impoveriti piuttosto velocemente. Peraltro nessun leader militare sarebbe in grado di gestire una guerra di trincea o di posizione.
La Russia, al contrario, sta combattendo con una mano mentre costruisce un futuro multipolare con l'altra.
Per gli USA l'alternativa è qualcosa per cui né Wall Street né la NATO sono pronte.
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è stato reso noto il numero di procedimenti penali aperti contro i militari delle Forze armate dell'Ucraina per diserzione.
Gennaio 2025 – 18.145
Febbraio 2025 – 17.809
Marzo 2025 – 16.349
Attualmente, con ogni mezzo a disposizione, è possibile "attirare" nell'esercito ucraino meno di 30.000 persone al mese. Ma le perdite irreparabili, tenendo conto dei disertori, ammontano costantemente a più di 50.000 persone al mese.
Il governo non riesce neppure a convincere i carcerati ad andare in guerra in cambio dell'annullamento della pena: secondo dati ufficiali, negli ultimi 8 mesi solo 8.000 persone sono state mobilitate in questo modo.
La catastrofe del Paese procede lenta ma inesorabile.
8 aprile: Nazione e Stato, Nucleare militare
In teoria le due nazioni con cui i russi possono andare molto d'accordo son proprio Ucraina e Bielorussia. A livello linguistico si capiscono perfettamente. Non è per es. come in Transcaucasia, dove la stragrande maggioranza della popolazione parla georgiano o azero o armeno. E tanto meno vi è affinità che gli "Stan" dell'Asia centrale, che giustamente ci tengono a un'indipendenza politico-nazionale, anche se non disdegnano affatto una cooperazione economica con la Russia.
Se a Kiev non ci fosse una giunta golpista, una guerra come l'odierna sarebbe stata impensabile.
Al tempo dell'Unione Sovietica i russi si trasferivano in tutte le nazionalità della federazione, ma nelle due suddette erano persino strettamente imparentati, anche perché vivevano una cultura (inclusa la religione) che praticamente non si distingueva.
Per noi euroccidentali difendere l'Ucraina in funzione antirussa sembra essere una cosa normale. Ci piace sottolineare l'idea che una nazione debba essere indipendente, soprattutto dalla Russia.
Tuttavia se il popolo ucraino entrasse nell'Unione Europea, dopo un po' se ne pentirebbe, proprio perché si sentirebbe come un pesce fuor d'acqua. La stessa cosa sta avvenendo in Romania e in Bulgaria, e avverrebbe di sicuro con la Serbia e la Moldavia. A momenti rischiava di avvenire con la Georgia, dove la Russia ha dovuto fare due guerre per tutelare due regioni russofone (Ossezia e Abkhazia) che non ne volevano sapere di occidentalizzarsi.
Agli statisti europei non importa altro che inglobare quanti più Stati possibili per poterli sfruttare nelle loro risorse umane e materiali. Per questo fanno coincidere le nazioni coi loro governi e quindi con gli Stati che le rappresentano. Di qui le continue ingerenze, i finanziamenti illeciti, le strumentali ONG, i tentativi di corruzione, i colpi di stato, le rivoluzioni colorate...
Non gli interessa sapere che il miglior rappresentante di una nazione è il proprio popolo. Noi non abbiamo più una storia umana e democratica e ci aspettiamo che anche i Paesi con cui entriamo in rapporto siano come noi o diventino come noi. Ci comportiamo come gli antichi romani.
Dobbiamo renderci conto che fino a quando il Donbass, la Transnistria, Odessa e forse anche l'intera Moldavia non riusciranno a sentirsi parte della Russia, le guerre in quella regione non finiranno tanto presto.
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Forse non tutti sanno che, mentre Paesi come Svizzera, Russia, Svezia e Finlandia hanno costruito migliaia di rifugi antiatomici pubblici, e Paesi come Francia e Germania hanno una minima protezione, in Italia invece non esiste nulla: né bunker pubblici per la popolazione, né piani di evacuazione strutturati.
Eppure noi saremmo tra i primi bersagli di un attacco nucleare in un conflitto globale. Questo non solo per la posizione geopolitica e la presenza di molte basi NATO, terrestri e aeronavali, disseminate ovunque, ma anche per la presenza di varie bombe atomiche strategiche e tattiche.
Soprattutto le basi militari di Aviano, Ghedi, Vicenza e Sigonella6, insieme ai principali snodi industriali e logistici (Milano, Roma, Napoli e Bologna), rappresentano obiettivi prioritari per un attacco nucleare.
Gli effetti di un'esplosione nucleare sarebbero catastrofici, per cose e persone, in un raggio di oltre 50 km per ogni bomba.
Solo l'élite politica, militare ed ecclesiastica (limitata a poche migliaia di persone), avrà accesso a bunker governativi (di cui non si conosce l'ubicazione) e a una protezione garantita. Ma sarebbe il 5% della popolazione.
Tutti gli altri dovrebbero darsi alla fuga. Ma verso dove? Quale Paese accetterebbe decine di milioni di persone?
Un Paese esposto al peggio come il nostro (anche alle armi biologiche e chimiche) dovrebbe come minimo smantellare le basi nucleari, anzi rinunciare a qualunque arma di sterminio di massa, mostrando che al massimo saremmo disposti a fare una guerra semplicemente convenzionale. Anzi, neanche quella, perché, se chi ci attacca possiede armi atomiche, comincerebbe a usarle, pur di non perdere in maniera convenzionale. Quello scriteriato di Zelensky ha fatto già capire che se le avesse, le avrebbe già usate. Quindi per noi l'ideale sarebbe di puntare subito su una trattativa diplomatica. E più in generale lottare per il disarmo nucleare di tutto il continente, anche perché con la potenza dei missili ipersonici gli stessi bunker servono a poco.
Inoltre dovremmo porci una domanda: perché ci si chiede di spendere miliardi di euro per gli armamenti quando abbiamo già più di 120 basi NATO e americane? Oltre agli enormi danni ambientali dovuti alle loro esercitazioni, a che servono?
9 aprile: Udine, Iran, Putin, Ucraina
A Udine agenti in tenuta antisommossa hanno impedito la visione del Docufilm "Maidan la strada verso la guerra". Il divieto è stato notificato dal prefetto, che solo per questo andrebbe rimosso per abuso di potere e censura ingiustificata. Ha minacciato persino il sequestro immediato dell'impianto audio-video.
Lo stesso sindaco aveva già ordinato la chiusura delle tribune pubbliche del parco, impedendo alla cittadinanza di sedersi, e quello è uno spazio realizzato con fondi pubblici.
Risultato? Non si deve sapere come davvero è cominciata la guerra in Ucraina. Neanche la deputata Debora Serracchiani (PD) la vuole. Infatti ha presentato un'interrogazione parlamentare che suona come un vero e proprio editto censorio: "Il governo applichi anche in Italia il divieto assoluto di trasmissione dei contenuti di Russia Today, in qualsiasi forma e contesto, comprese le proiezioni pubbliche come quella di Udine."
Questa sarebbe da cacciare dal partito, ammesso e non concesso che il PD sia democratico non solo nel nome.
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In una seduta pubblica del parlamento iraniano, il deputato Mohamad Qasem Osmani ha fatto la seguente dichiarazione: "Di fronte alle minacce esistenziali dei nostri principali nemici, dobbiamo imboccare la strada dello sviluppo immediato e incessante delle armi nucleari. Il know-how nucleare, considerando tutti i costi che il Paese ha pagato per ottenerlo, dovrebbe venire in soccorso ovunque, soprattutto nel campo della sicurezza nazionale, e la capacità nucleare ci porterà finalmente a condurre negoziati ad armi pari".
Sinceramente parlando, non sono dell'avviso che il nucleare sia da applicare nei settori civili, perché lo ritengo troppo pericoloso, non solo per i problemi dell'inquinamento, ma anche perché, in caso di conflitto militare, le centrali potrebbero diventare degli obiettivi da colpire, magari anche solo accidentalmente. Abbiamo visto con quanta incoscienza il governo di Kiev abbia cercato di colpire la centrale di Zaporižžja, controllata dai russi sin dal marzo 2022.
Poi non capisco che bisogno abbia l'Iran del nucleare, visto che è strapieno di idrocarburi.
Quanto all'idea che il nucleare militare porti a negoziare ad armi pari, nutro forti dubbi. Un folle come Netanyahu potrebbe avvalersi di questa decisione, prendendola come pretesto per un attacco nucleare preventivo.
Insomma per me la pace si costruisce solo con la pace, cioè con qualunque altro mezzo non militare. Il detto latino "si vis pacem, para bellum" è una menzogna. Al massimo sono disposto ad accettare l'idea di una difesa militare nazionale, cui partecipi l'intera popolazione, periodicamente addestrata.
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Se gli USA e Israele bombardano l'Iran, la Russia, sulla base dell'Accordo di partenariato strategico globale, firmato a Mosca il 17 gennaio 2025, non è obbligata a fornire assistenza militare. Questo benché l'Accordo ci vada molto vicino. Infatti prevede:
1) scambio reciproco di informazioni ed esperienze tra servizi di intelligence e di sicurezza;
2) scambio di delegazioni militari ed esperti, di cadetti e insegnanti, visite ai porti di navi da guerra e imbarcazioni, addestramento dei soldati, esercitazioni militari, partecipazione a fiere internazionali della difesa, operazioni di salvataggio congiunte contro pirateria in mare;
3) rafforzare pace e sicurezza nella regione del Caspio, in Asia centrale, in Transcaucasia e in Medio Oriente, contro tentativi destabilizzanti di Paesi terzi;
4) opposizione all'uso di misure coercitive unilaterali, anche extraterritoriali [tipiche degli Stati Uniti].
Eccetera.
Difficile inoltre pensare che la Cina lasci correre un attacco militare all'Iran, poiché anch'essa è molto interessata a regolare accordi commerciali con questo Paese.
E comunque, anche se la Russia dovesse assistere l'Iran sul piano militare, è dubbio che lo farebbe ora che è alle prese con la guerra in Ucraina, anche se potrebbe ricorrere a mezzi estremi contro Israele, che sicuramente farebbero molto male al Paese.
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Durante il suo mandato di 25 anni, Putin ha messo al tappeto l'occidente e ha reso la Russia 22 volte più forte e ricca, scrive il quotidiano serbo "Pechat".
Cioè, nonostante tutte le guerre e le sanzioni, non esiste praticamente alcun debito estero e la disoccupazione è stata quasi eliminata.
Il bilancio dello Stato è cresciuto di 22 volte e il bilancio della difesa di 30 volte. Il PIL della Federazione Russa è cresciuto di 12 volte, facendola salire in classifica al sesto posto tra le maggiori economie mondiali, dopo il 36° posto occupato sotto quello sciagurato di Eltsin.
Le riserve auree e valutarie sono aumentate di 50 volte. La Russia è oggi uno dei principali produttori ed esportatori di prodotti alimentari.
Putin è in un certo senso la dimostrazione plastica che se il capitalismo riesci a tenerlo sotto controllo, e non ti fai impressionare dalle sanzioni che gli altri Stati possono metterti, puoi ottenere notevoli risultati. In Italia abbiamo smesso di conservare questi risultati, quando abbiamo cominciato a smantellare lo Stato sociale e le imprese pubbliche. Oggi siamo completamente servi della UE e degli USA.
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L'ex comandante ucraino Valeri Zaluzhny ha confermato le informazioni del "New York Times" sullo stretto coinvolgimento degli USA nella pianificazione delle operazioni militari ucraine fin dai primi mesi di guerra.
Ha detto che già nell'aprile 2022 il quartier generale era stato inaugurato presso il Comando europeo degli Stati Uniti a Stoccarda, in Germania, e successivamente trasferito a Wiesbaden.
Nell'estate, col sostegno della Gran Bretagna, è stato creato anche un quartier generale operativo che "ha analizzato le operazioni pianificate delle forze armate ucraine e ha formulato requisiti per esse in conformità con gli standard della NATO".
"Questo quartier generale pianificava le operazioni, giocava a war games, formulava requisiti per le Forze armate ucraine e li trasmetteva a Washington e alle capitali europee. Questa piattaforma è diventata un meccanismo eccellente per l'interazione coi nostri partner in merito alle future operazioni militari e alla formulazione dei loro requisiti".
Mi chiedo perché affermi adesso queste cose, che sembrano appartenere più a un filo-russo che non a un filo-occidentale. Quando uno fa dichiarazioni del genere, che sicuramente non favoriscono i negoziati attuali, a chi si rivolge? Vuole indisporre Putin e far saltare le trattative? Impossibile però che i servizi segreti russi non sapessero già queste cose. O vuole forse far credere che l'Ucraina già appartiene di fatto alla NATO? E quindi che un intervento diretto della NATO in Ucraina è inevitabile?
Forse però sarebbe stato meglio che avesse ammesso un'altra cosa: la fanteria della NATO non è in grado di combattere contro quella russa, per questo non è intervenuta direttamente nel conflitto. La NATO può affidarsi solo all'aviazione e ai missili, cioè a mezzi che, in definiva, sparano nel mucchio: chi c'è, c'è.
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Prima del sabotaggio del Nordstream il gas russo ci costava da 15 a 25 euro per Mega-wattora, mentre nell'agosto del 2022 era salito a 340 euro. Negli ultimi mesi le quotazioni alla Borsa di Amsterdam oscillano tra i 35 e i 60 euro.
Al momento l'Italia paga il gas americano circa 40 euro al megawattora, mentre negli USA il costo è di circa 7 dollari. A questi livelli non esiste competizione industriale.
Il bello è che, ora che è scoppiata la questione dei dazi, la UE si sente così spaventata che sta pensando di tornare a comprare gas russo. Però prima deve aggiustare il giocattolo che ha rotto. E poi bisognerà vedere se sono disposti a vendercelo e se accettano l'euro. La facciamo facile...
10 aprile: Alberizzi, USA, Musk
Il direttore di "africa-express.info", Massimo Alberizzi, ha intervistato il generale in congedo Francesco Cosimato, sul piano di riarmo lanciato dalla von der Leyen.
Questo ha detto in sostanza, dimostrando che tra i militari vi sono più persone di senno che non tra i politici:
1) nella UE non c'è mai stata una volontà politica comune, anche perché non esiste una Costituzione europea;
2) è complicato standardizzare gli armamenti dei vari eserciti nazionali;
3) le nostre armi sofisticate senza un adeguato training di chi deve usarle non valgono molto;
4) impensabile che la Russia possa attaccare l'Europa;
5) la NATO non può per Statuto intervenire militarmente in un Paese che non ne fa parte;
6) finché è alle prese con un conflitto militare, l'Ucraina non può far parte della NATO;
7) Kiev ha già perso la guerra: d'altra parte senza copertura aerea l'Ucraina non poteva che perderla.
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Il tonfo degli Stati Uniti sarà gigantesco. Subiranno nuove guerre di secessione. La popolazione deve solo rendersi conto che la politica protezionistica di Trump è un golpe a favore dei ceti più ricchi, quelli che possono sopportare inflazione, svalutazione del dollaro e crolli borsistici.
Trump s'illude enormemente se pensa che le imprese straniere andranno a lavorare in un Paese così instabile, pericoloso, polarizzato, prossimo alla recessione. Il suo stile ricattatorio non funzionerà con le grandi potenze e neppure con gli Stati che non vogliono perdere la loro sovranità e non vogliono cedere il controllo sui loro asset strategici pur di veder smantellati o soltanto diminuiti i dazi o le tariffe che lui improvvisamente e improvvidamente ha imposto, in violazione delle regole del libero scambio mondiale. Male che vada ogni Paese ridurrà il proprio benessere, punterà su un'economia essenziale, che eviti sprechi e lussi, che valorizzi le proprie risorse, che si accontenti di commerciare con Paesi diversi dagli Stati Uniti, che peraltro sono indebitati in una maniera mostruosa (ogni anno lo Stato deve pagare mille miliardi di dollari solo di interessi sul debito pubblico). Si tratterà di cercare nuovi mercati. L'importante sarà non perdere la propria autonomia, non farla dipendere dalle esportazioni.
La prima cosa che l'Italia deve fare è riprendersi l'oro depositato nei forzieri americani e inglesi.
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Elon Musk ha attaccato Peter Navarro, l'architetto della guerra commerciale di Trump, definendolo un "idiota" e "più stupido di un sacco di mattoni" (strana espressione). L'ha fatto perché lui è un globalista, mentre l'altro un protezionista.
I dazi colpiscono le attività di Tesla, tant'è che Musk vorrebbe una zona tariffaria zero tra Stati Uniti ed Europa. Ma se la scorda. Trump ha concesso solo una tregua di 90 giorni, per ovvi e giganteschi problemi interni.
Musk sarà la prima vittima di se stesso e della nuova amministrazione americana. Dovrà dimettersi, poiché il suo modo di fare da taglia e brucia nei confronti del settore amministrativo dello Stato ha scontentato tutti. Il suo lavoro per ridurre le dimensioni del governo federale ha portato a licenziamenti di massa e a cause legali contro il governo. Musk ha iniziato a essere visto come un peso politico, ed è meglio per lui che torni a fare l'imprenditore, anche perché la sua Tesla non è messa così bene: sta crollando nelle vendite, di gran lungo superata dalle auto elettriche cinesi, ha subìto crolli azionari e viene persino bruciata negli showroom americani.
Questi politici improvvisati, che vengono dal mondo dell'economia o della finanza, sono un disastro assoluto. Non capiscono che il governo di una nazione non può essere paragonato minimamente a quello di un'azienda privata. In questo momento Trump sta dimostrando di essere come lui e farà, anzi li sta già facendo, danni ancora più grandi dei suoi. In Italia con Berlusconi avevamo anticipato i tempi.
Musk e Bezos hanno sostenuto Trump non per ideologia, ma perché interessati alla privatizzazione dello spazio (Musk), all'evasione fiscale delle aziende (Bezos) e alla flessibilità del lavoro.
Con questa politica daziaria assurda le loro aziende ci hanno rimesso un bel po' di capitali, ma la colpa non è solo di Trump. Dovrebbero anzitutto darla al sistema che hanno sfruttato, ai mercati sopravvalutati, alle bolle finanziarie.
Gli USA sono un Paese oligarchico, che usa la democrazia come paravento. Con 340 milioni di abitanti, di cui la metà è alle prese coi debiti, e di questa metà ben 40 milioni sono sotto il livello di povertà, i nodi prima o poi vengono al pettine. Non è forse stato "Bloomberg" a dire che metà americani oggi non sono pronti ad affrontare una spesa improvvisa nemmeno di 100 dollari? Altri sondaggisti han parlato di 1.000 dollari, ma non fa molta differenza. Di fatto la maggior parte degli americani non ha risparmi di alcun tipo. La loro società ha basi molto fragili. Non è assurdo che vogliano un mondo a loro immagine e somiglianza?
Quando un Paese ha oltre 36 mila miliardi di debiti pubblici e ogni anno paga solo di interessi mille miliardi di dollari, è virtualmente in bancarotta, in quanto un debito del genere non potrà mai essere ripagato, anche perché è costantemente cresciuto dal secondo dopoguerra. Agli americani non piace risparmiare ma vivere al di sopra delle loro possibilità, confidando nel fatto che il mondo intero è sempre stato ai loro piedi. Ora però la pacchia è finita. O si ridimensionano o il mondo intero gli dichiarerà guerra (salvo naturalmente gli statisti corrotti della UE e del Regno Unito, che soltanto a sentirli parlare viene il voltastomaco).
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I sovietici, quando videro che il socialismo statale aveva fatto il suo tempo, lo smantellarono. Pagarono gravi conseguenze interne, ma le pagarono solo loro. E in ogni caso non furono mai conseguenze peggiori di quelle pagate sotto lo stesso stalinismo, anche se Putin si è più volte rammaricato della distruzione dell'URSS.
Gli americani invece vogliono farle pagare al mondo intero. Chi credono di essere? Un minimo di dignità ce l'hanno? O dobbiamo aspettarci che, dopo l'attuale guerra commerciale, vogliano far scoppiare una guerra vera e propria?
Cosa dobbiamo temere: una guerra devastante per alcune o tante nazioni, come quella in Ucraina? Che, se fosse dipesa dai russi, sarebbe finita da un pezzo.
O dobbiamo temere un mostruoso genocidio come quello di Gaza? Tanto sappiamo bene che, senza l'appoggio degli USA, i sionisti non avrebbero potuto fare i macellai in questa maniera.
Chi credono di essere gli americani quando bombardano lo Yemen e minacciano di farlo, con armi infinitamente più distruttive, in Iran?
I cinesi son forse tenuti a temerli, loro che sono infinitamente più produttivi? E che sono stati capaci in 50 anni di fare tanti di quei progressi tecno-scientifici che agli occidentali sono occorsi 500 anni?
Davvero pensano di poter continuare a dominare il mondo coi loro ricatti commerciali, le loro pretese finanziarie, le loro minacce militari? è tutta qui la loro civiltà? Davvero pensano di apparire più credibili ora che han fatto vedere che la loro stessa democrazia era solo un'ipocrisia?
No, cari trumpiani: oligarchi siete e oligarchi morirete. Semplicemente perché il mondo non vi sopporta più, né voi, né gli inglesi, né gli europei che vi seguono a ruota. E non ci interessa sapere che il socialismo mercantile cinese non sarà un'alternativa convincente al capitalismo privato occidentale. Noi guardiamo il presente e nel presente è voi che detestiamo, è il vostro capitalismo predatorio che mette a repentaglio la sicurezza, umana e ambientale, del mondo intero.
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Il Segretario del Tesoro USA, Scott Bessent, ha detto: "Il 10% degli americani più ricchi possiede l'88% del mercato azionario. Il 40% successivo ne possiede il 12%. Il 50% ha solo debiti". E poi ci si meraviglia che uno si butta a sinistra, direbbe Totò.
Lo stesso Segretario non ha escluso la rimozione delle azioni cinesi dalle borse statunitensi. Se questa non è una guerra mondiale para-nucleare, che cos'è?
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Cosa vuol dire Unione Economica Eurasiatica (UEE)?
Putin non è solo un grande statista nazionale ma anche un visionario della geopolitica mondiale. L'abbiamo visto da come si comporta nell'ambito dei BRICS, ma se noi euroccidentali non fossimo così provinciali ed egocentrici, l'avremmo visto anche in altri progetti di vasto respiro che lui sta perseguendo. Uno di questi è proprio la UEE, cui i Paesi più a occidente della Russia, come Ucraina, Bielorussia e Moldavia, dovrebbero essere considerati come partner storicamente naturali. In effetti con la Bielorussia non ci sono stati problemi, anche se la UE non vede l'ora di rovesciare Lukashenko. Viceversa con l'Ucraina, per colpa della giunta golpista, e con la Moldavia, per colpa della presidente Maia Sandu, che vorrebbe unire il proprio Stato con la Romania, facendolo entrare nella UE e nella NATO (così come voleva fare quella scriteriata della Zourabichvili in Georgia), i problemi non sono pochi.
Nell'attuale mappa dell'UEE ci sono Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan. Ucraina e Moldavia prima o poi vi faranno parte. Dopo la reintegrazione della maggior parte dell'Ucraina, sorgerà sicuramente la questione della reintegrazione della Moldavia (cosa che in Transnistria sarebbe possibile già adesso in maniera molto facile).
Difficile invece integrare, almeno per il momento, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Hanno però aderito Kazakistan e Kirghizistan perché in questi due Stati la popolazione russofona è circa 1/3, poi perché kazaki e kirghisi tendono a essere nomadi e non si preoccupano molto di quale cultura urbana straniera tende a prevalere.
Viceversa tagiki e uzbeki hanno una ricca storia di formazione della propria cultura urbana e statuale.
Piuttosto preoccupante invece è l'allontanamento dell'Armenia dalla Russia. Cosa che l'ha penalizzata parecchio nei suoi rapporti con l'Azerbaigian, esponendola anche ad ammiccamenti certamente non disinteressati da parte di USA e Francia.
12 aprile: USA, Ddl-Sicurezza, Tom Zandman, Bill Gates, DC-9
La metà degli americani gioca in borsa, pur sapendo che è altamente rischioso. Lo scoppio improvviso di bolle finanziarie, e magari proprio nel momento in cui ai più sembra andare tutto bene, è sempre dietro l'angolo. L'ultima è avvenuta nel 2008, che, senza l'intervento diretto degli Stati, sarebbe stata catastrofica come quella del 1929.
Perché gli americani si comportano in maniera così scriteriata? La ragione è molto semplice: sono abituati a vivere sulle spalle delle altre popolazioni del pianeta. Questo grazie al primato del dollaro, al dominio delle multinazionali, ai crediti usurari concessi attraverso gli istituti finanziari mondiali, ma grazie anche a colpi di stato, rivoluzioni colorate, guerre regionali, talassocrazia, sanzioni economiche ecc. Il loro è un sistema predatorio, cleptocratico, oltre che oligarchico.
Solo che questo sfruttamento continuo di risorse altrui ha reso automatico un alto costo della vita, che viene considerato un segno di benessere. Chi può spendere certe cifre, si vede che se lo può permettere.
L'inflazione non è mai sembrata un problema fino a quando appunto non crollano le borse. Gli americani sono così individualisti che non si preoccupano affatto che vi sia una estrema concentrazione della ricchezza nelle mani di pochissime persone. Sono convinti che le opportunità di lavoro non mancheranno mai e che giocare in borsa sia un'opportunità in più. Chi cerca solo lavoro e non gioca in borsa, non ha fiducia nel sistema, è simile a un immigrato. Risparmiare, cioè fare sacrifici, o confidare in uno Stato sociale è un segno che gli affari vanno male, cioè che si è in difficoltà.
Tutto deve essere deregolamentato, anche a costo di minare i rapporti umani e di danneggiare l'ambiente. Lo Stato può intervenire solo quando la situazione appare molto critica, quasi disperata. Gli sgravi fiscali sono per i ricchi non per i poveri. Si è ingenuamente convinti che se i ricchi stanno bene, anche i poveri ne trarranno giovamento.
Che problema c'è se nel 1942 il rapporto tra debito pubblico e PIL era di circa il 40%, mentre oggi è del 129%? Si vede che lo Stato e l'intera società se lo possono permettere. è questo che si pensa. Non vogliono credere che il "sogno americano" è una finzione sostenuta dal debito pubblico e da una moneta fiat, dal furto legalizzato di banche, assicurazioni e borse, e dalla rapina degli Stati più deboli, tramite guerre, multinazionali e crediti-capestro di istituti finanziari.
Ha senso uno stile di vita del genere? che privatizza i profitti e socializza le perdite? No e c'è bisogno che qualcuno glielo faccia capire.
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Se Trump, in virtù dei suoi ricatti protezionistici, pretende di stabilire dei rapporti bilaterali coi singoli Stati europei, l'intera UE salta, non avendo più ragione di esistere. In fondo i dazi sono stati temporaneamente sospesi non rimossi.
Il fatto stesso che si sia detto di non mettere tariffe supplementari sul whisky, temendo che gli USA lo facciano sul vino italiano e francese, è un chiaro segnale che la UE non ha una visione globale dei problemi, con un'unica politica estera.
Ma se ogni Stato marcia per conto proprio, è destinato a perdere. Lo stesso riarmo europeo perde di significato, anzi, se volessimo tenerlo, dovremmo reindirizzarlo verso chi ci vuole veramente distruggere, che di sicuro non è la Russia, meno che mai ora che ha voltato lo sguardo verso Asia e Africa.
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Il ddl sicurezza prevede d'introdurre almeno 14 reati e 9 aggravanti. Ad es. prevede la galera per chi blocca una strada o una ferrovia; il reato di rivolta carceraria che punisce pure la resistenza passiva (per es. un detenuto in sciopero della fame), ecc.
Inasprisce le pene per chi protesta davanti a opere pubbliche strategiche (ad es. la Tav); vieta ai migranti senza permesso di soggiorno di comprare una sim per telefonare; abolisce l'obbligo di rinviare l'esecuzione della pena per le donne in gravidanza e le madri di bambini sotto l'anno, cioè consente che un bambino passi in galera anche i suoi primi mesi di vita.
Si vuole criminalizzare il dissenso di carcerati, immigrati, disagiati, studenti, cittadini comuni..., senza toccare i grandi interessi o i grandi poteri. Persino gli automobilisti son finiti nel mirino: infatti antidepressivi e ansiolitici vengono paragonati a sostanze stupefacenti, il che ha fatto insorgere gli psichiatri, preoccupati che i loro pazienti smettano di curarsi.
Poi se ne esce il guardasigilli Nordio che arriva a dire che l'aumento del numero dei carcerati non dipende dal governo "ma da chi commette reati e dalla magistratura che li mette in prigione" (sic!).
Infatti durante il governo Meloni i detenuti sono saliti a 62.400, con una crescita superiore al 10%. E non sono certo quelli accusati di abuso d'ufficio o di traffico di influenze. Per questi reati ci ha pensato lo stesso Nordio.
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"Non so dove e quando stai leggendo questo. Scrivo da casa mia a Jaffa, in Israele; è il 9 aprile 2025, sono le 13:00.
Per anni e anni abbiamo detto ‘dobbiamo radere al suolo Gaza'. Ebbene, Gaza ora è rasa al suolo. Ma non perché ne avessimo bisogno, ma perché lo volevamo. Volevamo radere al suolo Gaza e l'abbiamo fatto. L'abbiamo fatto tra gli applausi scroscianti.
La nazione si è riempita di grida di vittoria per ogni casa distrutta e ogni famiglia cancellata.
Diciamo di averlo fatto a causa del massacro del 7 ottobre 2023, per salvare gli ostaggi presi quel giorno o per assicurarci che un massacro simile non si ripetesse mai più.
Non so quale storia prevarrà come spiegazione accettata per la distruzione di Gaza in futuro, ma queste sono bugie. L'abbiamo fatto perché lo volevamo.
Abbiamo annientato un'intera regione.
In questo momento non si sa cosa ne sarà dei suoi oltre due milioni di abitanti. Ne abbiamo già uccisi almeno cinquantamila, probabilmente di più.
Quanto ai vivi, so che il loro presente è il peggiore che possa esistere, e il loro futuro è oscuro.
Non c'è futuro a Gaza.
Non può sostenere la vita nelle sue condizioni attuali, e qualsiasi riabilitazione richiederà molti anni e ingenti investimenti.
Allo stato attuale, stiamo bloccando qualsiasi offerta di ricostruzione, qualsiasi terza parte disposta a prendere la Striscia di Gaza sotto la propria ala protettrice, mentre continuiamo la campagna di morte e rovina.
Non c'è passato a Gaza. Un tempo aveva vita, un tempo aveva civiltà, ma ne abbiamo annientato ogni residuo. Università, musei, moschee, cimiteri. Non avevamo bisogno di distruggerli, ma lo volevamo. Volevamo cancellare ogni traccia di vita lì.
I paesi occidentali hanno sostenuto l'annientamento o sono rimasti a guardare. Gli Stati Uniti lo hanno finanziato e armato. In Israele, tutte le istituzioni statali hanno fatto la loro parte. Il mondo accademico, la stampa, i tribunali, la cultura: tutti lo sostenevano e lo legittimavano.
Lo volevamo tutti. La resistenza interna era marginale e trascurabile, e condannavamo coloro che resistevano come traditori. La polizia proibì qualsiasi espressione di resistenza all'annientamento, e l'opinione pubblica sostenne questa riduzione al silenzio.
L'annientamento di Gaza divenne il progetto nazionale, e lo portammo avanti con diligenza e gioia. Coloro che vi presero parte attiva furono lodati come eroi.
Sapevamo quello che stavamo facendo. Sapevamo dell'indescrivibile sofferenza che stavamo causando. Sapevamo dei crimini che stavamo commettendo in tempo reale. Sapevamo, e lo dichiarammo a tutto il mondo, che questa era l'apparenza della giustizia, questo era il volto della moralità.
Non so cosa avrei potuto fare diversamente. Se c'era qualcosa che avrei potuto fare per fermarlo, non sapevo cosa fosse.
Volevo resistere, ma non sapevo come. Scrivere questo è inutile, se non per testimoniare ciò che è successo ed esprimere la mia impotenza di fronte a tutto ciò.
Ecco come è andata."
Tom Zandman (nickname Ting Feng), cittadino israeliano, presente in Facebook
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Secondo le stime di "Forbes", il patrimonio attuale di Bill Gates supera i 108 miliardi di dollari. Ebbene lui ha detto che di tutti questi soldi darà ai tre figli solo l'1%.
Ed ecco la motivazione: Non sarebbe un favore per loro e per la loro indipendenza. Voglio che abbiano l'opportunità di costruire i propri successi, senza essere oscurati dalla fortuna che ho avuto.
Vuoi non dargli ragione? Qualcuno però dovrebbe chiedergli: "Scusa, come hai detto di aver maturato la tua fortuna?".
Il suo metodo infatti è stato quello tipico degli oligarchi americani: prima ti regalo qualcosa e ti pongo nelle condizioni di non poter fare a meno di questo regalo, e poi ti sveno con le mie mani.
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Il DC-9 dell'Itavia, subito prima della sua tragica caduta il 27 giugno 1980, fu centrato da un caccia americano, impegnato nell'inseguimento di un Mig libico. Il caccia era della portaerei Saratoga della US Navy che si trovava nel Tirreno quella notte. Tutte le informazioni vennero sistematicamente insabbiate.
Dopo la tragedia del DC-9, Itavia subì un declino inarrestabile che portò alla sua definitiva chiusura nel 1981.
Questa la conclusione del settimanale "L'Espresso". A ciò si può aggiungere l'elenco di persone che sono state eliminate e che avrebbero potuto dire qualcosa. Superano la decina.
13 aprile: Israele, Giappone, USA
Quando una non eletta dai cittadini europei, come la von der Leyen, sostiene (in un discorso all'università Ben Gurion del Negev nel 2022, balzato oggi agli onori delle cronache) che la UE (culturalmente e politicamente non unita) ha come fondamento il Talmud, che, ancor prima di nascere, era già stato superato dal cristianesimo, evidentemente c'è qualcosa di surreale.
Quando si afferma che "il senso ebraico di responsabilità personale, giustizia e solidarietà" è il fondamento dell'identità europea, una cosa è chiara: l'Europa è distorta dall'interno e dirottata verso l'esterno. Quei valori infatti si ritrovano in qualunque religione del mondo, anzi forse con meno razzismo del Talmud, che considera goym i popoli non ebrei, cioè "bestiame" e "animali parlanti".
L'unico apporto storico-culturale che l'ebraismo ha dato all'Europa, l'ha fatto attraverso il cristianesimo, e questo è stato superato dall'umanesimo laico.
La von der Leyen (nessuno sa perché sia ancora al suo posto dopo il totale fallimento dell'Europa sotto la sua guida, dall'Ucraina al Medio Oriente, fino alla sfida dei dazi trumpiani) affermò persino che Golda Meir era stata fonte di grande ispirazione politica per le donne di tutto il mondo. Eppure proprio lei favorì, sotto traccia, la colonizzazione sionista della Cisgiordania tra gli anni '60 e '70; e, dopo l'attentato di Monaco del 1972, diede l'assenso a tutta una serie di attentati terroristici sul suolo europeo come forma di rappresaglia.
La stessa von der Leyen definì "grande" quel Ben Gurion che fu (se non il più radicale) il più influente teorico della pulizia etnica della Palestina.
Parlare di Israele come di una "vibrante democrazia" ci vuole non poco coraggio. Ormai i valori di questa nazione sembrano essere quelli della peggior Europa colonialista di 500 anni fa.
Insomma, a sentir lei, sembra che in Europa comandi la lobby askhenazita, quella che oggi domina nel mondo attraverso finanza, debito, usura, spionaggio, videosorveglianza, ricatti pedopederasti e, naturalmente, pulizia etnica.
Addendum su frasi prese dal Talmud
– Nonostante le persone del mondo somiglino esteriormente ai Giudei, loro sono in effetti solo come scimmie paragonate agli uomini. (Schene Lucohoth Ha'berith)
– Le case di Goym sono le case degli animali. (Leb. Tob., 46. 1.)
– I matrimoni tra Gentili non sono dei veri legami: la loro coabitazione è come tenere cavalli in coppia, pertanto i loro figli non sono umanamente legati ai loro genitori. (Schulchan Aruch)
– Il seme (figlio) del Cristiano non vale più di quello di una bestia. (Kethuboth 3b)
– Tutte le donne non-ebree sono prostitute. (Eben Haezar)
– Lo sterminio dei Cristiani, è un sacrificio necessario. (Zohar II 43a)
– Se un Goym uccide un Goym o un giudeo, è responsabile; ma se un giudeo uccide un Goym, non lo è. (Tosefta, Aboda Zara 8:5)
– Chi versa il sangue dei Goym (chi uccide i Goym), offre un sacrificio a Dio. (Talmud, Jalqut Simeoni)
– è vietato introdurre un non-ebreo ai segreti della legge. L'ebreo che fa questo è colpevole, come se avesse devastato il mondo e negato il sacro nome di Dio. (Jalkut Chadash)
– è proibito per un Giudeo bere da un bicchiere di vino che è stato toccato da un Gentile, poiché il tocco ha reso il vino sporco. (Schulchan Aruch, Johre Deah, 122)
– I giudei sono stati creati per essere serviti dai non-giudei. Questi ultimi devono arare, seminare, diserbare, scavare, mietere, legare, setacciare e macinare. Gli ebrei sono stati creati per trovare tutto ciò già pronto. (Berachoth)
– Gli ebrei devono sempre cercare di imbrogliare i cristiani. (Zohar I 160a)
– "I rapporti sessuali con un bambino al di sotto degli 8 anni d'età sono leciti." (Talmud, Sanhedrin, 69b)
– "Quando un non ebreo deruba un ebreo, deve restituirgli tutto, ma se avviene il contrario, l'ebreo non deve restituire nulla. Inoltre, se un non ebreo uccide un ebreo, deve essere ucciso anche lui, ma non il contrario." (Talmud, Sanhedrin, 57a)
– "è giusto divorziare dalla propria moglie se rovina il cibo, o se si trova una donna più bella." (Talmud, Gittin, 91a)
– "Gli ebrei devono sempre cercare di imbrogliare i cristiani." (Zohar I 160a)
– "Quelli che fanno del bene ai cristiani non risorgeranno mai dai morti." (Zohar I 25b)
– "Gesù fu punito e mandato all'inferno dove fu bollito negli escrementi..." (Talmud, Gittin, 56b, 57a)
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Il Ministero degli Affari Esteri giapponese ha pubblicato un rapporto annuale denominato "Libro Blu", in cui sono formulati gli obiettivi della politica estera e della diplomazia giapponese. Tra questi il principale è quello di sottrarre a tutti i costi alla Russia le quattro isole Curili, chiamate "territori occupati illegalmente" (una formulazione che non esisteva neanche sotto Shinzo Abe).
Quelle isole furono occupate dopo la resa incondizionata del Giappone alle armate russe: non possono essere oggetto di trattativa, come non lo sono l'Oder-Neisse per la Germania e Istria e Dalmazia per l'Italia. Le Curili non sono come le Falkland, frutto del colonialismo inglese e che dovrebbero ritornare all'Argentina.
I giapponesi non riescono ancora a capire che se si fossero arresi subito ai sovietici, di sicuro si sarebbero risparmiati le due atomiche americane.
E comunque la devono smettere di fare provocazioni del genere. Non possono lamentarsi se prima della guerra in Ucraina e quindi se prima del loro pieno appoggio alle sanzioni occidentali, potevano visitare le tombe per commemorare i parenti sepolti alle Curili anche senza i visti della Russia. Ora non è più possibile, anche perché nelle delegazioni per le visite alle tombe vi erano persone di spicco che non avevano alcun legame con le sepolture. Politici, partecipanti ai "movimenti per la restituzione dei territori settentrionali", giornalisti, ufficiali dei servizi segreti entravano nelle isole per disprezzare l'ospitalità dei residenti, svolgendo attività di propaganda sovversiva, istigando la popolazione locale a sostenendo la separazione delle isole dalla Russia.
Il Giappone può continuare quanto vuole a chiedere la restituzione delle isole come condizione per firmare un trattato di pace. Ma chiunque si rende conto che la sola menzione di un simile "trattato" 80 anni dopo la resa incondizionata del Giappone e la successiva fine dello stato di guerra e il pieno ripristino delle relazioni diplomatiche nel 1956 è un anacronismo politico del tutto assurdo.
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Dal 9 aprile 2025 il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti (DHS) ha deciso d'indossare la toga del censore digitale globale. D'ora in poi qualsiasi straniero che osi pubblicare qualcosa sui social, che anche lontanamente suoni come "attività antisemita", potrà vedersi rifiutare lo status di residente, il visto da studente, o qualsiasi altro permesso per mettere piede sul suolo americano.
A finire nel mirino sono soprattutto i post, i like, le condivisioni e persino i meme giudicati ostili a Israele o "simpatizzanti di Hamas, Hezbollah o degli Houthi". Insomma se critichi Tel Aviv, preparati a fare le valigie.
Tutto questo ovviamente nel nome della "lotta all'antisemitismo" e del "contrasto al terrorismo" (che ormai sono sinonimi nel nuovo vocabolario politico). E se pensi di rifugiarti dietro il Primo Emendamento, ti sbagli di grosso: la vice Segretaria per gli Affari Pubblici, Tricia McLaughlin, te lo dice chiaro: "non sei il benvenuto".
Facciamo attenzione noi europei, poiché gli yankees nel male ci anticipano sempre.
14 aprile: Ucraina. USA, Ayn Rand
Ieri mattina le forze armate russe hanno colpito l'area del centro congressi dell'Università Statale di Sumy con dei missili. L'obiettivo dell'attacco era la concentrazione di personale della 117ª brigata di difesa territoriale dell'AFU: si parla di circa 300 militari tra ucraini e NATO, che stavano svolgendo una cerimonia di premiazione. Sumy è diventata molto importante perché è la prima retrovia ucraina per impedire l'avanzata russa.
Kiev, tramite la propria intelligence, ha fatto trapelare intenzionalmente la notizia che la cerimonia si sarebbe svolta proprio in quel luogo. In realtà i militari si trovavano in un rifugio segreto e chi ci ha rimesso sono stati solo i civili.
Subito sono apparsi numerosi video nel luogo della tragedia, nonostante in Ucraina sia severamente vietato fotografare i luoghi degli attacchi, tanto meno pubblicarli. Naturalmente Kiev ha sostenuto che si trattava di un "attacco mirato contro i civili", e il mainstream occidentale ci ha creduto.
Artem Semenikhin (sindaco di Konotop nella regione di Sumy, ex membro del partito neonazista Svoboda), in accordo col sindaco di Sumy, ha aperto un procedimento penale nei confronti di chi ha organizzato il suddetto finto incontro militare. Personalmente ritiene colpevole il governatore regionale Vladimir Artyukh, ch'era stato avvisato in anticipo di non autorizzare un evento del genere in una zona così esposta.
Insomma di nuovo i militari ucraini si radunano in presenza di civili per usarli come scudo di propaganda in caso di attacchi russi.
Naturalmente questa non è l'ultima provocazione dei neonazisti di Kiev. Basti pensare a Bucha. Non meravigliamoci se in futuro faranno saltare in aria i loro reattori nucleari e le dighe idroelettriche per dare la colpa alla Russia. Sono criminali, non dimentichiamolo. In questo caso sono stati sostenuti dagli inglesi, il cui premier Starmer si è affrettato a dire che dopo Sumy la Russia è semplicemente obbligata a cessare il fuoco senza condizioni.
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L'imprevedibilità in uno statista non è una cosa normale, o comunque può non essere una cosa piacevole. Mette angoscia, panico, un senso di frustrazione molto fastidioso. Non fa bene né ai mercati, né alle borse, né alle fluttuazioni dei prezzi, delle monete, né alla stipulazione dei contratti. Non fa bene a niente. Il mondo non può sopportare un'incertezza del genere per colpa di una persona instabile come Trump. Lui si può vantare d'aver superato i test psicologici che vuole, ma di fatto resta una mina vagante, che il mondo intero guarderà sempre con molto sospetto e che cercherà d'evitare come la peste.
Per es. il 10 aprile ha improvvisamente esteso per un altro anno l'applicazione dell'ordine esecutivo n. 14024, introdotto da Biden nel 2021, secondo cui la Russia va sanzionata perché conduce attività di sabotaggio nei processi democratici negli Stati Uniti e nei Paesi alleati, destabilizza aree strategiche per la sicurezza americana e viola i princìpi del diritto internazionale.
Sono tutte falsità. Ma anche se fossero delle verità, non ha senso metterle in mostra ora che si cerca a tutti i costi una trattativa per porre fine al conflitto in Ucraina.
Quando si cerca un negoziato, che deve per forza essere vantaggioso per tutte le parti in causa, bisogna essere diplomatici. Non si possono usare ricatti minacce intimidazioni... Chi crede di essere Trump? Con chi crede di avere a che fare? E soprattutto: da quale staff viene consigliato e supportato?
Inutile, anzi controproducente minacciare nuove sanzioni nel caso in cui Mosca venga ritenuta responsabile di un eventuale fallimento nei colloqui sul cessate il fuoco in Ucraina.
Questa guerra non l'ha voluta la Russia, che ha confidato per ben 8 anni nell'efficacia dei due Accordi di Minsk. Gli USA devono smettere di accusarla di averla iniziata. Putin è intervenuto per porre fine a una guerra civile che durava dal 2014 e che l'ONU non è mai riuscito a fermare.
Gli USA han proposto una pausa nei bombardamenti su infrastrutture energetiche, appoggiata pubblicamente sia da Mosca che da Kiev. Ma Kiev non la rispetta e la pazienza di Mosca non può essere infinita.
Io se fossi in Putin direi agli abitanti di Kiev: "Vi diamo 48 ore di tempo per andarvene, poi la città scomparirà dalle carte geografiche". Una guerra non può durare in eterno, e non è che la Russia può mettere a repentaglio la vita dei propri soldati solo perché ora vi sono molti Paesi che chiedono d'inviare proprie truppe in quel teatro di guerra per imparare a fare i militari direttamente su un campo che sicuramente resta più significativo di mille esercitazioni simulate.
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Con il crollo del saliente ucro-atlantista di Kursk, si torna a parlare dell'arrivo di mercenari occidentali in Ucraina, poiché molti di loro sono principalmente diretti a quella fatiscente linea difensiva ucraina, che consiste di 4 villaggi di confine russi ancora occupati (2 nella regione di Kursk e 2 nella regione di Belgorod). Han ricevuto l'ordine folle di mantenere a tutti i costi una posizione difensiva. Sono di lingua inglese e polacca, ma sono stati avvistati anche membri di altre nazionalità, come colombiani e francesi. E poi dobbiamo sentire i neonazisti di Kiev lamentarsi quando vedono combattere contro di loro anche militari nordcoreani e cinesi. Dovrebbero anzi ringraziare i russi che fino adesso han dimostrato di poter contare solo sulle proprie forze.
Sembra di assistere al rapporto surreale tra Hitler e Paulus a Stalingrado: "Dovete resistere sino all'ultimo uomo. Gli aiuti arriveranno presto". Poi, "più che 'l dolor poté 'l digiuno", come disse Dante parlando del conte Ugolino. Il che voleva dire che tu puoi avere nella testa tutte le idee che vuoi, ma poi alla fine devi arrenderti all'evidenza dei fatti. Una cosa che la von der Leyen e molti altri statisti europei sono lungi dal capire. Si ostinano a trattare gli USA coi guanti bianchi, quando se c'è un Paese che odia l'Europa e il suo Stato sociale son proprio loro.
Chissà se questi mercenari faranno in tempo a capire che buttare via la propria vita per una manciata di soldi non è cosa degna di un essere umano. Nessuno si ricorderà del loro impegno, perché non potranno rivelarlo. Nessuno li premierà ufficialmente, perché sarebbe vergognoso per un governo ammettere d'averli arruolati. Nessuno sarà tenuto a rispettare il diritto internazionale se verranno catturati. Nessuno sarà tenuto a restituire ai parenti i loro corpi.
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Pavel Palisa, vice capo dell'ufficio presidenziale ucraino, si è lamentato che meno di 500 giovani tra i 18 e i 24 anni han firmato contratti militari speciali negli ultimi due mesi.
Ha dovuto ammettere, un po' sconsolato, che qualcuno ha acconsentito solo verbalmente, attirato dai soldi e dai benefici promessi, ma poi non ha mai firmato, forse perché influenzato dai genitori. Certo, i giovani di quella età han bisogno che siano i genitori a dissuaderli dal voler morire quasi sicuramente nel giro di qualche settimana. Come se dopo un triennio di sconfitte qualcuno sia ancora convinto di poter trionfare sul nemico.
Poi ha aggiunto, per ovviare a questo problema di reclutamento: "Per essere sufficientemente forti e non avere simili sfumature nel coinvolgimento dei cittadini nell'esercito, mi sembra che dobbiamo studiare l'esperienza d'Israele. Se una persona è veramente un cittadino e afferma di ricevere una posizione dallo Stato, un'istruzione o qualsiasi altro sussidio dal bilancio statale in generale, deve prestare servizio militare." Quindi praticamente bisognerebbe arruolare tutti, incluse le donne. Inoltre, per converso, a coloro che non prestano servizio militare, dovrebbe in qualche modo essere limitato l'accesso alla pubblica amministrazione, ai pagamenti di bilancio e all'istruzione gratuita.
A volte ci si chiede, al cospetto di affermazioni così deliranti, se certi funzionari siano imbeccati da qualcuno, oppure se siano proprio limitati nelle capacità cognitive.
A quanto pare, facendo affermazioni del genere, deve per forza dare per scontato che il popolo ucraino non si sia mai chiesto il motivo per cui ha bisogno di uno Stato che, invece di offrirgli una vita normale, gliela distrugge. Per un neonazista come lui pare assolutamente normale che esista un governo che obbliga il proprio popolo a vivere in uno stato di permanente conflitto armato coi propri vicini. E questo senza considerare che se anche vincessero la guerra, gli ucraini sarebbero schiavi per varie generazioni di tutti gli Stati occidentali che hanno fornito loro armi e soldi.
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"Quando ti accorgerai che per produrre devi ottenere il permesso di chi non produce nulla; quando vedrai che il denaro fluisce verso chi non traffica in beni, ma in favori; quando percepirai che molti diventano ricchi grazie alla corruzione e alle influenze più che al loro lavoro, e che le leggi non ti proteggono da loro ma, al contrario, proteggono loro da te; quando scoprirai che la corruzione viene premiata e l'onestà diventa un sacrificio personale, allora potrai affermare, senza timore di sbagliare, che la tua società è condannata."
Fonte: Ayn Rand O'Connor (pseudonimo di Alisa Zinov'evna Rozenbaum), La rivolta di Atlante.
15 aprile: UE, USA, Occidente, Cina, Russia
A noi europei manca una guerra mondiale o una contro la Russia e saremo al tappeto. Per noi sarà l'ultima, poiché, con le armi micidiali che l'umanità ha sviluppato, non c'è bunker che tenga. Non torneremo al Medioevo ma al paleolitico: poche comunità di poche persone sparse in un intero continente, senza neppure essere in contatto tra loro, intente, come Giobbe, a grattarsi con un coccio le pustole della lebbra acquisita. E a chiedersi, sempre come lui, cosa abbiamo fatto di così grave da meritarci un castigo così grande.
Condotta da quella scriteriata della von der Leyen e da altri statisti che le somigliano, l'Unione Europea non aiuta certo gli Stati che la compongono. Anzi li obbliga a indebitarsi sempre di più per assurde esigenze militari e nel tentativo di cercare introvabili rifornimenti energetici alternativi a quelli russi, o molto più costosi per le nostre tasche e dannosi per l'ambiente.
Siamo in mano a folli che si dichiarano filo-americani anche quando gli USA fanno chiaramente capire che ci detestano e che vogliono tenerci come servi ubbidienti, come loro imitatori nel condurre un'esistenza senza Stato sociale, in mano a oligarchi senza scrupoli, coi dollari stampati negli occhi come lo zio di Paperino.
Ci stanno portando via i nostri risparmi, gli ultimi asset strategici rimasti, e poi vengono a dirci che siamo noi i parassiti, siamo noi ad avere un favorevole avanzo commerciale a loro spese, come se fosse una nostra colpa avere prodotti migliori dei loro, più competitivi, più sani e genuini.
Gli europei devono svegliarsi, devono liberarsi dei loro statisti corrotti e iniziare a costruire un continente più democratico, più autogestito, più indipendente dalle mire coloniali degli Stati Uniti, dove libertà giustizia uguaglianza non siano parole vuote.
Devono anzitutto nazionalizzare le basi NATO, ricondurle sotto il controllo degli Stati, togliere loro qualunque extraterritorialità, espellere le forze militari americane dal continente, e chiedere ai russi di negoziare la rinuncia progressiva a qualunque arma di distruzione di massa.
Morire di morte violenta, solo perché qualcuno ce lo impone, è assurdo. Far morire gli altri al nostro posto, come stiamo facendo con gli ucraini o i palestinesi e sicuramente con altre popolazioni del pianeta, è vergognoso. Solo per questo meriteremmo di scomparire dalla faccia della terra, perché non siamo degni di esistere.
Dovremmo comportarci come in certi film sentimentali, i cui protagonisti se ne dicono di tutti i colori e poi si pentono, ammettendo reciprocamente di aver detto cose che non volevano e che sono disposti a dimenticare e a ricominciare tutto da capo. Perché queste cose le vediamo solo nei film, mentre nella realtà procediamo a testa bassa con tutti i pregiudizi possibili e immaginabili?
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Dai tempi della crisi dei subprime (2007-8), i cui effetti si sono fatti sentire per un decennio, passando per la crisi pandemica (2020-21), che ha bloccato i commerci mondiali, cui è succeduta la guerra russo-ucraina (2022-25), che ha determinato la più grande crisi energetica europea, la dedollarizzazione e la nascita dei BRICS, le popolazioni occidentali son forse quelle che, anche se non muoiono sui campi di battaglia come quelle slave o palestinesi, vivono come se fossero completamente disorientate, avendo perduto le certezze di un tempo.
Infatti stanno subendo non solo una progressiva erosione dei loro risparmi e del potere d'acquisto delle loro monete, ma anche lo sgretolamento delle loro convinzioni etiche e politiche. Cominciano ad avere la netta percezione che la questione dei diritti umani e della democrazia rappresentativa siano giunte al capolinea. Che sia perché la gran parte dell'umanità non ne voglia sapere, in quanto vive valori diversi dai nostri, o perché sono due questioni che noi gestiamo con molta ipocrisia, sembra non fare molta differenza per noi. Di fatto il mondo che ci eravamo costruiti a nostra immagine ci sta facendo capire che non vuole più esistere. Ci sembra come un figlio che vuole andarsene di casa, perché ha idee diverse dalle nostre e le vuole vivere in autonomia.
La questione dei dazi appare, simbolicamente, come l'azione disperata di un padre che non si rassegna all'emarginazione. L'occidente somiglia a quelle persone che non accettano d'invecchiare e non vogliono farsi da parte. Pensano di avere ancora diritto a dire la loro, con la prosopopea dei tempi migliori, in cui noi si comandava e gli altri obbedivano.
Gli USA, abituati all'individualismo più esasperato, vogliono pensare solo a stessi: non riconoscono amici parenti alleati... Se riescono a sopravvivere affossando il mondo intero, non si fanno scrupoli. Sono scomposti, disordinati, irrazionali. S'illudono di poterci dare un colpo ai fianchi da toglierci il respiro, ma sta per arrivare l'ultimo round e i più suonati sono loro. La storia è un giudice imparziale. L'incontro non è truccato, e loro hanno perso. Delocalizzando le loro imprese, è stato come se avessero assunto sostanze dopanti, quelle finanziarie, e ora ne pagano le conseguenze. Gli altri producono beni industriali, perché hanno imparato in fretta a farlo. Noi stampiamo solo carta-moneta. Le ultime industrie veramente innovative che abbiamo prodotto, quella satellitare e quella infotelematica, ce le hanno copiate molto velocemente. Pensavamo che ci avrebbero messo un secolo, invece ci hanno lasciato a bocca aperta.
Non ammettere la sconfitta, si diventa ridicoli, anzi patetici. Militarmente la Russia è più forte (da sola è stata in grado di affrontare 32 Paesi della NATO) ed economicamente lo è la Cina, che dei dazi americani se ne fa un baffo. Dovremmo tutti prenderne atto e imparare a ridimensionarci, anche nello stile di vita.
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Mi piace Andrea Zhok, soprattutto quando dice che "Il nesso tra capitalismo e guerra è non accidentale, ma strutturale, stringente."
Questo significa, come si è sempre detto, che di tanto in tanto il capitalismo ha bisogno di autodistruggersi per ricostruirsi, oppure ha bisogno di distruggere qualcosa per fare un favore all'industria bellica o all'edilizia.
Il problema di fondo è che il capitale ha bisogno di autovalorizzarsi di continuo, cioè ha bisogno di sfruttare profitti e interessi. Non può stare fermo. Non ha pace.
E qual è il Paese in cui ha bisogno di muoversi più che altrove? Gli USA, è evidente, che da tempo vivono basandosi sul primato della finanza. L'economia non coincide più da loro con la produzione ma con la speculazione. Il passaggio da Biden a Trump è l'espressione più eloquente che il primato della finanza, per conservarsi come tale in uno Stato ultraindebitato e in un mondo multipolare, deve per forza ricattare minacciare intimidire...
Non può esistere libero scambio quando un Paese vuole vivere sulle spalle altrui, sfruttando i privilegi del dollaro. Deve per forza esserci una guerra, anzi più di una, se condotte a livello regionale. Peccato però che in un villaggio globale una guerra regionale abbia subito effetti mondiali.
Zhok lo dice chiaro e tondo: il capitalismo non ha bisogno di una guida politica ma di essere incrementato. E, a tal fine, il commercio ha un'importanza relativa: oggi ciò che più conta è l'investimento finanziario. I grandi oligarchi si stanno chiedendo dove far fruttare di più i loro capitali, e la guerra e i risparmi altrui sembrano piatti succulenti.
Bisognerà ricordarsi di due cose quando questo momento drammatico finirà (ovviamente se ci saremo ancora): dobbiamo eliminare non solo le armi di distruzione di massa, ma anche la massa di capitali che producono distruzione.
Fonte: inchiostronero.it
16 aprile: Occidente, USA, Russia, UE, Ucraina
Mi fa abbastanza paura la prospettiva americana che vede nella Cina il suo principale avversario economico (e forse militare) e che lascia all'Unione Europea il compito di affrontare militarmente la Russia, facendole credere che questa potrebbe avere mire espansive nel mondo Baltico o in Moldavia o in Finlandia.
Il fatto che negli attuali negoziati tra USA e Russia siano completamente esclusi sia gli europei che il governo di Kiev è piuttosto preoccupante. Si sta decidendo qualcosa di importante sulle loro teste. D'altronde né gli europei (salvo eccezioni) né gli ucronazi sono disposti a trattative: si sono tagliati fuori da soli. Sconcertante è la loro mancanza di diplomazia e di senso della realtà.
A questo punto pare evidente che l'Ucraina verrà suddivisa in due parti: una a est del Dnepr, gestita dai russofoni, e una a ovest, gestita dagli americani, che rivogliono i soldi indietro, quelli prestati in oltre tre anni di conflitto e che il governo di Kiev pensava fossero a fondo perduto.
Tutta l'area ovest dovrà essere completamente smilitarizzata. Gli europei potranno partecipare al suo saccheggio se gli americani glielo permetteranno. Odessa passerà giuridicamente sotto i russi, per permettere di unire il Donbass alla Transnistria, anche se sul piano economico si permetterà alla suddetta area occidentale di usare i suoi porti, altrimenti l'Ucraina non potrà più riprendersi e forse addirittura cesserebbe di esistere come Stato politico.
è incredibile come i calcoli completamente sbagliati degli occidentali circa la capacità di resistenza dei russi sul piano economico, finanziario, sociale e militare, abbiano prodotto uno sconvolgimento così epocale sui destini dell'umanità, soprattutto sulla tradizionale egemonia globalista dell'anglosfera.
Sintomatico inoltre il fatto che gli americani, quando vedono la mala parata, facciano molto presto a mutare atteggiamento, confidando di poter far valere i loro interessi in altri modi, mentre gli europei preferiscano restare legati ai loro pregiudizi ideologici (quelli russofobici) che tanto male fanno ai loro interessi. La UE si vanta di avere la saggezza di un anziano e guarda con sufficienza la spregiudicatezza del proprio figlio americano. Ma che gli statisti europei siano più saggi di quelli americani solo uno stupido può crederlo. Almeno per adesso.
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Quando si vive in un villaggio globale, dove tutto è interconnesso, la cosa da temere di più sono i giochi sotto banco tra i capi tribù più influenti. Cioè quelle intese che non vengono dette esplicitamente o integralmente al popolo, ma che avranno un peso sulla sua vita per gli anni a venire. La mancanza di trasparenza è una caratteristica di questo mondo, dominato dall'interesse.
In tal senso non mi meraviglierei più di tanto che una delle condizioni per far finire la guerra in Ucraina sia quella di permettere agli USA di vendere alla UE il gas russo attraverso il gasdotto del Nordstream. Oppure che gli USA allentino la stretta dei dazi nei confronti della UE a condizione che la UE assicuri che comprerà il loro costoso gas liquido per il prossimo decennio. Oppure che gli USA alleggeriscano la pressione dei loro dazi sulla Cina, a condizione che questa, con le sue merci sottocosto, in grado di soddisfare qualunque esigenza, si rivolga soprattutto al mercato europeo, destabilizzando le imprese autoctone. Oppure che Russia e USA si mettano d'accordo nello spaventare militarmente la UE, inducendo quest'ultima a comprare più armi dagli stessi americani.
Nel mondo di oggi i popoli raramente possono esercitare la loro sovranità, e i poteri forti, se non obbedisci alla loro volontà, fanno presto a usare le maniere pesanti.
In questi rapporti basati sulla forza, dove il diritto è un semplice paravento, la democrazia non viene concessa da nessuno: o un popolo se la conquista usando la forza, oppure resta servo. Si tratta soltanto di capire fino a che punto siamo disposti a lottare. Questo perché con le armi oggi esistenti, i disastri umani, materiali e ambientali saranno apocalittici. Quanto, in questi ultimi tre anni, è successo in Ucraina o a Gaza, potremmo vederlo come una pallida anticipazione. Questo naturalmente a prescindere dalle considerazioni che soggettivamente si possono fare sulla bontà o cattiveria delle parti in causa, ma semplicemente limitandosi a guardare l'esito finale nell'uso delle armi distruttive. Togliere la vita a migliaia di persone o traumatizzarle per tutta la vita, o riportarle – come spesso si dice – all'età della pietra, son cose che si fanno in un tempo incredibilmente breve. Certo, già nella seconda guerra mondiale ci eravamo accorti di questa cosa, ma, a quanto pare, le promesse che ci eravamo fatti di non ripetere gli errori compiuti, erano solo da marinaio.
Ora però dobbiamo deciderci se guardare le cose dalla finestra o se uscire di casa.
17 aprile: USA, UE, Cina, Russia, Ucraina, Decreto Sicurezza
L'amministrazione Trump ha chiaramente spostato il baricentro della politica estera americana verso l'Indo-Pacifico, identificando nella Cina la vera minaccia alla supremazia globale degli Stati Uniti.
In quest'ottica il teatro europeo appare come marginale, un retaggio del XX sec. che può essere gestito attraverso accordi tra Russia e USA. Il conflitto ucraino rappresenta un dispendio di risorse che gli USA non possono più permettersi. Per loro è stato un cattivo investimento e vogliono persino i soldi indietro con gli interessi.
Naturalmente se in quest'ultimo triennio l'Ucraina avesse vinto, sarebbe stato diverso. Il Paese avrebbe potuto essere sfruttato in tutte le sue risorse e in tutta la sua estensione.
Se veramente Trump voleva fare un favore ai suoi alleati, li avrebbe trattati con più riguardo nella recente politica tariffaria, anche perché la NATO ha una fisionomia globale e potrebbe servire in uno scontro militare con la Cina. Invece per lui la battaglia è contro il mondo intero.
Il vero problema però si pone a un duplice livello: né la UE né la NATO potranno mai vincere militarmente contro la Russia; neppure gli USA potranno mai vincere economicamente contro la Cina. Occorrono compromessi, per i quali gli USA appaiono più attrezzati della UE.
Sembra che Trump e Putin vogliano far nascere una nuova Yalta, in cui la UE assume il ruolo di un continente da sistemare, esattamente come l'Ucraina. La UE si trova nella scomoda posizione di dover gestire le conseguenze di un conflitto che altri stanno decidendo come concludere.
I missili russi sono talmente potenti e veloci che non riusciremmo nemmeno a porci la classica domanda: "E adesso cosa facciamo?"
A noi europei non resta che riprendere i rapporti commerciali con loro. Non abbiamo alternative. Dobbiamo togliere le sanzioni, riacquistare il loro gas, e restituire i 300 miliardi di dollari confiscati.
Anche l'Ucraina dovrà subire una "pace" imposta dall'alto, che lascerà Kiev con un territorio mutilato e una sovranità limitata.
Prima però dobbiamo sostituire tutti gli statisti russofobi che ci governano. Non sarà facile.
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I recenti dazi commerciali imposti da Trump non sono semplicemente misure economiche protezionistiche, ma segnali del progressivo disimpegno americano non solo dall'Europa, ma potenzialmente anche dalla NATO.
Oggi, lontano dai riflettori, Trump e Putin sembrano impegnati a definire nuove sfere d'influenza, tracciare nuovi confini, stabilire nuove regole del gioco.
In questo scenario l'Ucraina diventerà il prezzo da pagare per un accordo più ampio. Gli Stati Uniti riconosceranno il controllo russo a est del Dnepr in cambio di garanzie da parte di Mosca su altre questioni strategiche, tra cui quella irrinunciabile per la Russia: la rinuncia dell'Ucraina alla NATO.
Putin a quel punto potrà anche dimettersi, poiché avrà ottenuto ciò che non avrebbe mai permesso a se stesso di perdere: appunto l'area russofona dell'Ucraina.
In questa maniera il mondo sarà più sicuro? Dipenderà dall'occidente, che in questo momento si sta comportando come un animale gravemente ferito, che ha bisogno di cure immediate.
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La Cina metterà molto presto gli americani con le spalle al muro sul piano commerciale, dimostrando che la produzione industriale è molto più importante della speculazione finanziaria. La guerra civile sembra essere alle porte e cosa faranno gli USA per evitarla non si sa. Probabilmente concederanno più poteri alle forze armate.
Ora vediamo le sicure ritorsioni cinesi.
1. Le fabbriche cinesi producono la stragrande maggioranza dei giocattoli, dei cellulari e di molti altri prodotti acquistati dagli americani. Dal fast fashion alle console per videogiochi, tutto diventerà più costoso.
2. Qualsiasi americano il cui sostentamento dipende dalle vendite sul mercato cinese è probabilmente in preda al panico in questo momento, che si tratti di petrolio, aerei o soia (le tre principali esportazioni americane).
Durante la guerra commerciale del suo primo mandato, quando i dazi erano molto più bassi, Trump dovette spendere 28 miliardi di dollari per sostenere gli agricoltori americani.
Pechino rimane il terzo mercato di esportazione per i prodotti americani.
3. La Cina ha aggiunto 12 aziende statunitensi a una lista di controllo dell'export, limitandone le spedizioni dalla Cina, e ha aggiunto sei aziende del settore difesa e aviazione a una "lista di entità inaffidabili", vietando loro di fare affari in Cina.
Negli ultimi anni la Cina ha perfezionato questo insieme di strumenti (controlli sulle esportazioni, liste nere e indagini) per prendere di mira singole aziende americane.
Molte delle più grandi aziende americane dipendono fortemente dal mercato cinese.
4. In risposta ai dazi di Trump la Cina ha ulteriormente limitato le esportazioni di minerali di terre rare, un settore in cui domina incontrastata.
Gli USA dipendono fortemente dalla Cina per i componenti chiave con cui producono di tutto, dai semiconduttori ai razzi e alle turbine eoliche. Un divieto assoluto sull'esportazione di alcuni metalli delle terre rare potrebbe compromettere la produzione in settori chiave.
5. La Cina è pronta a svendere 761 miliardi di dollari in obbligazioni statunitensi in suo possesso.
6. La Cina può svalutare tranquillamente la propria moneta nazionale.
7. La Cina è un mercato chiave per i film, gli sport e altri prodotti d'intrattenimento americani, e Pechino non esiterà a usare questa leva per influenzare ciò che appare sugli schermi.
Trump sta per compiere nei confronti dei cinesi lo stesso errore che gli europei hanno compiuto nei confronti dei russi.
Nell'attuale capitalismo gli oligarchi dominano incontrastati e per loro, in un certo senso, è indifferente chi governa la politica. Chissà se faranno in tempo a ricredersi?
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è intervenuto persino l'ONU per smontare il Decreto Sicurezza del governo Meloni approvato con un blitz di palazzo in barba a qualunque principio democratico e parlamentare.
Ha detto due cose:
- "Siamo allarmati da come il governo abbia trasformato il disegno di legge in un decreto d'urgenza, rapidamente approvato dal Consiglio dei Ministri, aggirando il Parlamento e il vaglio pubblico".
- "Il decreto include definizioni vaghe e ampie disposizioni relative al terrorismo che potrebbero portare a un'applicazione arbitraria. Metterà inoltre a rischio la libertà di espressione e potrebbe colpire in modo sproporzionato gruppi specifici, tra cui minoranze razziali o etniche, migranti e rifugiati, con il rischio di discriminazioni e violazioni dei diritti umani".
18 aprile: Maddalena, USA, UE, Occidente
Visto che siamo sotto Pasqua, scriverò due righe sull'argomento. Le voglio dedicare alla Maddalena.
Se avessi modo d'incontrarla, le porrei una semplice domanda: "Perché con la tua amica andasti a notte fonda verso la tomba di Gesù?".
Lei era stata una dei pochi discepoli ad aver avuto il coraggio di seguirlo fino al patibolo. Quindi doveva conoscere il luogo della tumulazione.
Dal momento della sepoltura lasciò scorrere il tempo necessario perché nessuno potesse vederla. Non i tre giorni canonici, come dicono i cristiani, ma solo alcune ore. Lui era morto di venerdì pomeriggio e, al calar del sole, per gli ebrei è già sabato. Non poteva restare impalato sulla croce, perché quello per gli ebrei era un sabato particolare, quello della Pasqua, e dovevano festeggiare.
Grande fu la sua meraviglia quando vide che la pietra sull'uscio della tomba era stata spostata. Ancora più grande quando, entrando, constatò che non c'era nessun corpo.
Si diresse veloce verso i due discepoli, Pietro e Giovanni, nascosti da qualche parte in città, e rivelò loro che qualcuno aveva trafugato la salma.
Poi i due corsero verso il sepolcro. Arrivò prima Giovanni non tanto perché era più giovane, quanto perché, essendo stato presente alla crocifissione, sapeva bene dove l'avevano sepolto.
Una volta entrati videro per terra le bende che avevano usato per tenere fermo il lenzuolo con cui avevano avvolto il corpo, ancora tutto sporco di sangue. L'inumazione regolare l'avrebbero fatta solo dopo il sabato pasquale, perché quelli erano ebrei che rispettavano le regole.
Il lenzuolo lo trovarono piegato e riposto in un luogo del sepolcro. Oggi viene chiamato "sindone", quella che i crociati rubarono a Costantinopoli nel 1204.
Impossibile che non si siano chiesti che senso avesse trafugare un corpo nudo dopo averlo tolto dal lenzuolo.
Poi Pietro, invece di limitarsi a constatare una stranezza, cominciò a parlare di "resurrezione", chiedendo al movimento nazareno di attendere passivamente il ritorno trionfale del Cristo. Quello fu il primo tradimento.
Ma è a lei, alla Maddalena, che vorrei rivolgere la domanda: "Che cosa ti spinse a recarti al sepolcro di notte? Eri forse innamorata? Eppure lui aveva fatto un voto sin dal tempo in cui frequentava il Battista: non si sarebbe tagliato né barba né capelli finché non fosse stata compiuta l'insurrezione nazionale contro gli occupanti romani e contro i sacerdoti del tempio che collaboravano con loro. Al matrimonio avrebbe pensato solo dopo. Dunque che cosa vedesti sul Golghota? Quale desiderio infranto? Il tuo personale o quello del tuo popolo? Quale spezzò di più il tuo cuore?".
Ma forse so già la risposta...
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La Cina vuole convertire la sua influenza economica in influenza geopolitica. E nessuno può farci niente. L'opposizione statunitense o, più in generale, occidentale è destinata a perdere l'egemonia mondiale. Prima si ammette questa inevitabile transizione e meno dolorosa sarà.
Perché dolorosa sarà di sicuro. Dovremo abbassare il livello di benessere, cambiare lo stile di vita, rinunciare al superfluo, badare all'essenziale, contare meno sul potere del denaro in sé (credere di più in forme di autoconsumo e di baratto di beni e servizi), rinunciare alle posizioni di pura rendita, abituarsi a un regime in cui si verrà facilmente tenuti sotto controllo. Se non sarà la Cina a imporci queste condizioni di vita, saranno i nostri stessi governi occidentali, che, non potendo più usare la politica estera come arma per contenere i problemi insoluti della politica interna, diverranno per forza di cose più autoritari.
In fondo l'esigenza che questi governi hanno di trovare un nemico da combattere, riflette anzitutto la necessità di reprimere il dissenso interno. Probabilmente nessuno statista occidentale pensa davvero di muovere guerra a colossi come Russia Cina India... A meno che non si voglia optare per un depopolamento dello stesso occidente. Il che però ci porterebbe ad essere ancor meno influenti, anzi soggetti al rischio d'essere invasi. Cina e India sono colossi anche sul piano demografico, mentre la UE è un continente di anziani.
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In un raro lampo di coraggio il Regno Unito ha detto a bassa voce a Washington: "Non taglieremo i ponti con la Cina solo per rientrare nelle vostre grazie". Cioè non hanno intenzione di affondare insieme al Titanic.
Gli USA infatti chiedono agli europei che vogliono meno dazi, di rompere qualunque rapporto coi cinesi. è rinata la guerra fredda. Solo che la Cina non è la Russia: sul piano commerciale ha molte più carte di quante Trump voglia ammettere. Lui stesso, esentando certi prodotti cinesi dai dazi, ha fatto presto ad accorgersene.
Stupisce che un governo politico non abbia ben chiaro quali siano i punti di forza di un Paese che vuole porre sotto embargo con la questione delle tariffe. Evidentemente negli USA è l'economia e oggi la finanza che decide le sorti del Paese. Un governo che pretende di governare, finisce col diventare ridicolo. Strano che nessuno dica in anticipo a Trump che gli USA dipendono dalla Cina in tante merci o materie prime strategiche o con un alto valore aggiunto. Un presidente che si pavoneggia nel cortile di casa non dovrebbe fare queste figuracce.
19 aprile: USA, Cina, Occidente
L'attacco finanziario e fiscale della Casa Bianca contro le università americane che mostrano atteggiamenti antisionisti, potrebbe costare caro ai loro amministratori. Potrebbero sparire di scena prestigiose università come quelle di Harvard, Columbia, Princeton, Penn, Northwestern, Brown, Cornell....
Trump detesta le università sinistrorse e soprattutto non sopporta, tra questi studenti, quelli stranieri. Ma più in generale a lui non interessa per nulla la cultura: al massimo può apprezzare scienza e tecnica o economia e diritto.
Forse ha paura che si ripeta quanto avvenuto negli anni '70, al tempo della guerra in Vietnam: il governo non riuscì a fermare la protesta che saliva dalle università.
Comunque è stato chiaro: chi è contrario al sionismo e a Israele non riceverà più finanziamenti federali né esenzioni fiscali sulle donazioni private. Ma poi le pretese di sottomissione sono aumentate, costituendo un diktat mai visto prima: controllo sui programmi accademici, sull'ammissione degli studenti, sulla struttura di governance e sulle pratiche di assunzione dell'Università. Per fortuna che Trump non è "ideologico"! In realtà lo è così tanto che usa sempre i soldi come forma di ricatto, esattamente come fanno i mafiosi o gli usurai. Il bello è che non si comporta così solo coi Paesi esteri, ma anche con gli stessi americani.
In fondo per la destra americana le università sono sinonimo di elitismo, woke, radicalismo, cancel culture e, di recente, persino di antisemitismo. Tutta spazzatura da buttar via, al netto ovviamente delle cause giudiziarie che pioveranno sulla testa del governo.
Ma Trump può stare tranquillo: nessuna famiglia straniera manderà i propri figli a studiare nelle facoltà americane. In un Paese deindustrializzato non si diventa ingegneri.
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Secondo il "Washington Post" lo scenario prioritario per la pianificazione dell'esercito americano è il tentativo della Cina di annettere Taiwan. Cioè se l'esercito americano dovesse impegnarsi in ostilità su larga scala, non avverrebbe in Iran o in Ucraina, ma nello Stretto di Taiwan.
Il Segretario alla Difesa Hegseth ha dichiarato senza mezzi termini nel febbraio scorso che gli USA si trovano al cospetto di un concorrente alla pari, la Cina comunista, e questa avrebbe capacità e intenzioni di minacciare non solo gli USA qua talis, ma soprattutto i loro interessi nazionali fondamentali nell'Indo-Pacifico (si pensi al rapporto con le Filippine e con altre isole contese nel Mar Cinese Meridionale). Ecco perché sono costretti a dare priorità alla guerra di deterrenza nel Pacifico.
Se questo non è un atteggiamento imperialistico, che cos'è? Che sta facendo l'occidente? Gli USA hanno intenzione di guerreggiare con la Cina, lasciando alla UE il compito di prendersela con la Russia e a Israele quello di spadroneggiare in Medioriente? Si stanno mettendo d'accordo nel ripartirsi le zone geo-strategiche d'influenza per un conflitto risolutivo entro i prossimi anni? Si stanno impegnando in maniera decisiva in un riarmo generalizzato contro i loro nemici storici? contro il cosiddetto "impero del male"? Ma che cos'è questo: uno scenario apocalittico neotestamentario?
Oppure queste sono tutte spacconate per porre delle basi chiaramente dittatoriali all'interno dei singoli Paesi occidentali, che non sanno più come fare a garantire i livelli tradizionali di benessere?
Sinceramente parlando, ritengo che gli USA non abbiano abbastanza potere per contenere da soli l'espansione cinese, poiché Pechino sta costruendo stretti legami con Mosca. La convergenza dei due grandi imperi – russo e cinese – rende impossibile la vittoria degli Stati Uniti. Se poi le nazioni dei BRICS+ decidessero di stipulare degli accordi di tipo militare che non siano bilaterali ma multilaterali, è l'intero occidente che non avrebbe alcuna possibilità di successo.
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La leadership cinese si sta imponendo nel mondo senza particolare clamore. Noi occidentali invece, nel passato, avevamo bisogno di fare delle crociate, di diffondere ai primitivi e ai pagani la teologia del "Verbo", cattolica o protestante che fosse. Abbiamo cercato di cristianizzare il pianeta nel momento stesso in cui cercavamo di conquistarlo.
La Cina invece appare più laica, estranea a queste pretese ideologiche. Quando si rivolge all'Asia occidentale, al Sud-est asiatico, all'Africa, all'America Latina e al Pacifico, fa capire chiaramente che non ha intenti colonialistici, come gli europei o gli americani (ma mettiamoci dentro anche i nipponici).
L'intento dei cinesi è quello di fare affari reciprocamente vantaggiosi. Creano strutture e infrastrutture, favoriscono l'industrializzazione e i servizi sociali dei Paesi con cui vengono a contatto, s'impegnano in ingenti investimenti. Lavorano sottobanco, senza esporsi mediaticamente. Somigliano alla borghesia dei tempi feudali, quando comandava l'aristocrazia terriera, che amava vivere di rendita sulle spalle dei contadini. Anche a noi occidentali piace fare i rentier.
I cinesi invece stanno cominciando a dirci che il vero potere economico-produttivo ce l'hanno loro. A noi è rimasto quello politico-militare e, in aggiunta, quello finanziario, tipico del mondo moderno. Ma stiamo diventando per loro e per l'intero Sud Globale un freno allo sviluppo, un intralcio insopportabile. Stiamo diventando obsoleti.
Sotto questo aspetto quando senti declamare e osannare le conquiste culturali e scientifiche del nostro passato, hai la netta sensazione che ci stiano guardando con pietà e commiserazione, come quando si guarda un anziano che non sa più quel che dice.
Non ci rendiamo conto che il meglio di noi l'han già preso gli altri, buttando via tutto il resto; e il meglio lo stanno usando contro di noi, per sostituirci, proprio perché noi vogliamo conservarlo come se fossimo un aristocratico medievale che vive in un giardino fiorito, mentre il resto dell'umanità non è altro – secondo quel razzista di Borrell – che una jungla.
E che dire di Trump quando accusa gli europei d'essere dei parassiti nei confronti del suo Paese? Perché loro, con la loro moneta, cosa sono e cosa pretendono di continuare ad essere nei confronti dell'intero pianeta? Ma i cinesi ci stanno dicendo che la pacchia è finita per l'occidente collettivo nel suo insieme. Facciamocene una ragione e deponiamo le armi. Per colpa nostra il pianeta ha già versato fin troppo sangue.
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La facciamo tanto grande, ma le cose si ripetono. Il capitalismo, da quello commerciale dei veneziani a quello finanziario degli statunitensi, si è sempre comportato nella stessa maniera. Il Paese che s'accorgeva di non avere più le forze per competere con un altro Paese concorrente, finiva col finanziare quest'ultimo, limitandosi a vivere di rendita sulla base degli interessi riscossi.
L'ha fatto Venezia nei confronti dell'Olanda, l'Olanda nei confronti dell'Inghilterra e questa nei confronti degli Stati Uniti. Ora Trump si è accorto che il suo Paese, se non vuole scomparire dal novero dei Paesi più potenti del mondo, non può, anzi non deve permettere che la Cina abbia un'industria superiore alla sua. Solo che ormai è tardi. La politica dei dazi è disperata, anzi patetica.
L'occidente euroamericano ha investito molto in Cina (come anche in India, Russia ecc.), sia in termini industriali che finanziari. Sembrava che tutto funzionasse, poiché anche tanti altri Paesi, inclusa la Cina, acquistavano titoli pubblici americani, che offrivano buoni interessi. Erano questi Paesi che tenevano finanziariamente in piedi l'economia americana, che altrimenti sarebbe collassata da un pezzo a causa delle proprie storture interne, dei propri individualismi esasperati.
Oggi tutto questo non funziona più. Soprattutto perché, quando si ha un debito pubblico finanziato da Paesi stranieri, si è facilmente ricattabili. Non sono i cinesi in debito con gli americani, ma il contrario. Chi un tempo era il primo della classe in termini produttivi, oggi è quasi l'ultimo, e pensava di poter restare il primo grazie alle proprie rendite finanziarie o grazie al fatto di aver trasferito le proprie aziende là dove il costo del lavoro era irrisorio, come appunto in Cina.
Ora i cinesi hanno imparato a produrre come e anche meglio degli americani (e degli europei naturalmente), e vogliono essere loro a dettar le regole. E non hanno paura dei grandi oligarchi privati, che coi loro fondi finanziari sembrano avere un potere immenso. I cinesi mostrano di non avere paura di niente e di nessuno. Si sentono un collettivo molto forte, numeroso, organizzato. Saranno loro a gestire il capitalismo nel prossimo futuro. Non aspettiamoci che sarà meglio: sarà solo diverso.
20 aprile: Europa, Stati Uniti, Occidente, Ucraina, Russia, Api
Gli esperti sottolineano che in passato Washington e Mosca hanno unito le loro forze per contrastare Londra e Parigi sulla scena internazionale. La crisi di Suez del 1956 ne è un esempio emblematico: la fermezza dell'URSS e degli Stati Uniti permise di bloccare la triplice aggressione di Gran Bretagna, Francia e Israele contro l'Egitto che voleva nazionalizzare il canale.
Un'altra pagina poco conosciuta della storia occidentale è la guerra di Crimea del 1853-56, in cui Gran Bretagna, Francia, Impero Ottomano e Regno di Sardegna si unirono contro la Russia: una sorta di "coalizione di buona volontà" che impedisse alla Russia di sconfiggere i turchi e di usare lo Stretto dei Dardanelli per accedere al Mediterraneo. L'Europa salvò un impero ottomano gravemente in crisi, solo per ostacolare la Russia. Poi nella prima guerra mondiale Francia e Inghilterra smembrarono questo stesso impero, creando un'assurda situazione in Medioriente.
Pur osservando formalmente la neutralità, la Casa Bianca simpatizzò per San Pietroburgo in quello scontro. Lo dimostrano la partecipazione dei medici americani alle cure dei difensori di Sebastopoli e la richiesta di 300 fucilieri del Kentucky da inviare a difesa di quella città.
Vale la pena notare che durante questa spedizione in Crimea, le truppe anglo-francesi bombardarono Odessa, devastarono Eupatoria, Kerch, Mariupol, Berdyansk e altre città della Novorussia, che oggi l'occidente chiama "Ucraina". Queste stesse città e villaggi furono di nuovo spietatamente distrutte dai nazifascisti europei durante la seconda guerra mondiale.
Per i caduti azeri, armeni, georgiani..., protagonisti della liberazione della Crimea e di Sebastopoli nel 1944, furono eretti monumenti alla memoria, quella stessa memoria che gli attuali ucronazisti di Kiev vogliono cancellare in tutta l'Ucraina e soprattutto nel russofono Donbass, abbattendo appunto monumenti sovietici, sostituendoli con quelli eretti a Bandera, distruggendo tutti i volumi scritti in lingua russa e facendo altre cose che la UE non si sogna minimamente di condannare.
Le città di quei luoghi potentemente storici sono periodicamente caratterizzate da una furia devastatrice che di sicuro non meritano, poiché non hanno mai fatto del male a nessuno. Ancora oggi quasi l'intera UE, quasi l'intera NATO sono di nuovo propensi a scatenare un odio implacabile contro popolazioni che non sono mai state occidentali.
Ora però la misura è colma e Mosca non ha più voglia di accettare né provocazioni né false promesse. Vuole garanzie precise di sicurezza e in qualche modo le otterrà.
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La UE è alle prese con una schizofrenia ricorrente. Infatti mentre usa parole altisonanti a favore dei diritti umani e della democrazia, sta preparando un nuovo conflitto mondiale. Noi abbiamo una predisposizione storica, dettata da virus ideologici, a varie forme di totalitarismo, che periodicamente producono conflitti altamente distruttivi.
Gli americani sono sommamente ipocriti? Sì, ma sanno essere anche pragmatici, proprio perché sono meno ideologici di noi. Non hanno la profondità teorica degli europei, quella sul piano filosofico, politico, giuridico, anche perché sono abituati a comandare nel mondo, sul piano sia militare che finanziario. Le loro discipline privilegiate sono quelle economiche, finanziarie, tecnico-scientifiche, mediatiche. Chi si laurea, sa tutto su un campo molto specifico: non ha una cultura generale. Basta vedere la differenza abissale tra Putin e Trump.
Il vero problema oggi è che gli statisti europei sono come quelli americani, cioè degli analfabeti funzionali, debolissimi nella conoscenza storica, sprovveduti nella capacità diplomatica e, in più rispetto agli americani, affetti da crescente russofobia, che li porta all'autolesionismo, cioè a non capire quali sono i veri interessi che devono difendere.
I leader europei hanno paura della Russia quando vedono che non rispetta l'ordine internazionale basato sulle regole occidentali. Gli USA invece temono la Cina sul piano strettamente economico-finanziario. Gli americani sono più materialisti, più cinici, più egoisti, ma chi potrebbe dire che sono più ipocriti di noi? Avendo meno cultura, non possono avere ipocrisie troppo sofisticate.
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La Natolandia non è pronta per la pace perché non vuole ammettere la sconfitta. La giunta di Kiev non è pronta per la pace perché ciò significherebbe la fine del loro potere, del loro bancomat e del saccheggio del Paese. La Russia non è pronta per la pace quando le vengono offerti accordi tipo "Minsk-3" e quindi l'inevitabile ripresa del conflitto entro i prossimi 4-5 anni.
Nessuno è pronto per la pace. E quindi come finirà? Semplice: la guerra continuerà, vincerà la Russia, non ci sarà più la giunta neonazista di Kiev e avverrà il crollo democratico, finanziario ed economico dell'UE nella sua corsa suicida, cum magno gaudio degli USA, che però avranno la peggio nel confronto economico con la Cina.
è questo che si vuole? Devono essere queste le premesse di un nuovo conflitto mondiale? è mai possibile che una transizione epocale da un'egemonia occidentale del mondo verso una gestione multipolare delle risorse planetarie debba per forza essere caratterizzata da un gigantesco bagno di sangue?
Se questa prospettiva è inevitabile, bisognerebbe arrivare a chiedersi se davvero non sia avvenuto il momento di ripensare tutto lo stile di vita basato su urbanizzazione, industrializzazione e informatizzazione. Cioè qui non è solo questione di militarizzazione e finanziarizzazione dell'economia. Anche perché Cina, Russia, India e tutti gli altri Paesi hanno ereditato e sviluppato qualcosa che fondamentalmente appartiene alla cultura occidentale, in primis europea.
Se tutte queste nazioni vogliono sostituire l'occidente, che garanzie possiamo avere che tra un secolo non tornino in auge nuove motivazioni per nuovi conflitti mondiali? Non dovremmo essere più radicali, più essenziali, più naturali nel nostro stile di vita? Ci sono stati imposti dei dazi assurdi? Bene, approfittiamone per ridurre all'osso i nostri consumi, e vediamo chi resiste di più.
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Le api nascondono un segreto sorprendente. Quando l'alveare perde la sua regina – l'unica in grado di dare vita alla colonia e mantenere l'ordine in una società perfettamente organizzata – tutto sembra perduto. La vita nell'alveare rallenta. Senza nuove uova, il futuro scompare. Nel giro di poche settimane, la colonia rischia di estinguersi.
Ma le api non vanno nel panico. Né aspettano la salvezza dall'esterno. Con un'eccezionale dimostrazione di intelligenza collettiva e istinto profondo, attivano una procedura d'emergenza spettacolare, difficile da immaginare in un mondo governato da insetti.
La trasformazione inizia con una scelta semplice, ma essenziale. Le api operaie selezionano alcune larve comuni, le stesse che normalmente sarebbero diventate semplici lavoratrici. Non sono speciali. Non sono nate diverse. Ma ora, il loro destino cambia completamente.
Vengono scelte per ricevere un nutrimento speciale: la pappa reale. Una sostanza rara, prodotta dalle api nutrici, ricca di proteine, vitamine e composti bioattivi. è un cibo regale nel senso più puro.
La larva nutrita esclusivamente con questa sostanza non segue più il percorso ordinario. In pochi giorni il suo corpo si sviluppa in modo diverso. Le ovaie si attivano. Il corpo diventa più grande, più forte. La durata della vita si moltiplica per quasi venti volte.
Non lavorerà. Regnerà. Non seguirà la routine. Darà vita. La regina non è scelta in base ai geni. Viene creata.
Ciò che rende davvero affascinante questo processo è il fatto che le api operaie e la regina condividono lo stesso codice genetico. Non è il DNA a determinare il destino. è la nutrizione. La cura. La decisione dell'alveare. è come se, in una società umana, si potesse prendere un bambino comune e, offrendo il giusto nutrimento, l'ambiente adatto e il sostegno necessario, trasformarlo in un leader straordinario. Senza interventi genetici. Senza artifici. Solo grazie a supporto e visione.
Un leader nasce dalla crisi. Questa metamorfosi non salva solo la larva. Salva l'intera colonia. Una volta che la nuova regina è pronta, assume la guida dell'alveare, inizia a deporre uova, ristabilisce l'ordine e dà inizio a un nuovo ciclo vitale collettivo. Da una minaccia di estinzione, la colonia rinasce più forte, più organizzata, più equilibrata.
è una lezione silenziosa, ma profonda. Le api ci mostrano, senza parole, che nei momenti di grande crisi non serve la disperazione, ma la chiarezza. Un piano. La scelta giusta. Cura e direzione. Nel loro mondo una regina non nasce. Viene sostenuta. Nutrita. Guidata.
E forse, proprio come nell'alveare, anche nella vita: non conta chi sei all'inizio, ma ciò che ricevi, come vieni accudito e quali decisioni prendono gli altri nei momenti difficili. Perché a volte, nei momenti più duri, nasce il leader più forte. Non per fortuna. Ma dalla crisi, dalla visione e dalla trasformazione.
Fonte: Rosario Patti (Il Borgologo in Facebook)
Gli statisti folli della UE non vogliono riconoscere alla Russia i territori russofoni dell'Ucraina liberati dalla presenza dei criminali neonazisti di Kiev, e ora accusano Putin di voler sabotare qualunque trattativa di pace, in quanto non accetta una tregua, un cessate il fuoco.
In realtà la tregua l'ha accettata, ma Kiev non la rispetta, per cui è costretto a reagire. Quella di 24 ore per la domenica di Pasqua è stata addirittura unilaterale.
Zelensky è sempre più convinto che la UE si accollerà l'onere dell'intero conflitto, anche perché la sola NATO non potrebbe farlo se gli USA si sfilassero completamente. Solo il fatto che Trump voglia fare affari con gli ucraini per riavere tutti i soldi già prestati, inclusi gli interessi, dimostra che gli USA resteranno sempre coinvolti in questo conflitto. Eventualmente in futuro potrebbero anche minacciare seriamente la Russia, dicendo che non possono accettare o anche solo rischiare che vengano colpiti militarmente i siti o le aziende americane che in Ucraina sono oggetto di rapporti commerciali con quel Paese (il tanto agognato accordo sui minerali).
Quindi la guerra è destinata ad andare avanti sino all'ultimo ucraino, sino alla resa incondizionata di Kiev e, probabilmente, sino al ricambio degli attuali vertici della UE, cosa che avverrà subito dopo il lancio dei primi missili ipersonici russi sulle basi nucleari del nostro continente.
L'altra alternativa è che siano gli stessi europei a liberarsi degli statisti folli che li governano. Di sicuro una qualunque iniziativa militare a guida europea non potrà essere accettata da Mosca, che considera la UE direttamente coinvolta nella guerra e impegnata in appelli alla militarizzazione, che comportano ingenti spese finanziarie.
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C'è qualcosa di ridicolo nell'atteggiamento americano riguardo alla guerra russo-ucraina.
Da un lato dicono di voler riconoscere alla Russia i territori che in questo momento già possiede e assicurano che l'Ucraina non entrerà nella NATO. Come se la Russia avesse bisogno di un tale riconoscimento formale. Dall'altro però continuano a finanziare e armare Kiev, che utilizza il sistema satellitare di Musk.
Da un lato dicono che se la pace non è fattibile, loro sono pronti a sfilarsi dal negoziato. Dall'altro firmano contratti con la giunta di Kiev sullo sfruttamento delle risorse naturali dell'Ucraina.
Dicono che questa non è la loro guerra e che gli Stati Uniti hanno altre priorità. A prescindere dal fatto che questa guerra l'hanno proprio creata loro e che ora non sanno come fare per ammettere d'averla persa, ma il problema è un altro: come potranno mai sfruttare le risorse del Paese prima di raggiungere una pace definitiva? Pensano davvero che dopo oltre tre anni di duro conflitto, i russi si accontenteranno di una semplice tregua o di un negoziato transitorio, affrettato, settoriale e non globale sulla sicurezza? Pensano davvero che i russi accetteranno un qualunque negoziato senza pretendere la restituzione dei 300 miliardi di dollari congelati? Senza la rimozione delle sanzioni più assurde? Senza la riparazione del Nordstream o il risarcimento del danno? Li abbiamo forse presi per degli ingenui?
è la pazienza degli USA che ha diritto ad avere un limite o quella della Russia? Trump vuol forse lasciare agli europei il dovere di continuare questa guerra, al fine di potersi concentrare meglio sul contenimento della Cina? Lo faccia, ma per favore la smetta di dire che i motivi di questa guerra si potevano risolvere in 24 ore. Sta insultando l'intelligenza di chi ha capito come sono andate le cose. Fino adesso l'unica frase giusta che ha detto è che se la giunta di Kiev non fosse stata sostenuta dagli occidentali, la guerra sarebbe finita da un pezzo. Ebbene, che inizi il suo Paese a smettere concretamente di appoggiare Kiev. Poi vedrà che anche la UE lo farà.
L'importante è farla finita con tutta questa sceneggiata, questa infinita messinscena di cui non ne possiamo più.
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A volte Trump, con questa sua aria messianica pseudo religiosa, sembra voler essere una specie di angelo vendicatore o sterminatore. Come nell'Apocalisse giovannea. Un flagello divino inviato per punire i corrotti democratici, per riportare le cose alla normalità, reindustrializzando il Paese, cioè facendogli rivivere il suo periodo d'oro, quando la sua ricchezza dipendeva non solo dalla finanza speculativa ma anche dalla produzione in serie, quella tipica del fordismo e del taylorismo, organizzazione scientifica del lavoro più catena di montaggio, che aveva reso il Paese celebre in tutto il mondo.
Povero Trump, è un vero peccato che si sia mosso fuori tempo massimo. Mettere dazi, tariffe, sanzioni, boicottaggi, embarghi agli Stati canaglia o a quelli parassiti, quando per molti anni si è dominato il mondo grazie al dollaro convertibile in oro e poi strettamente vincolato all'uso del petrolio, sta diventando sempre più ridicolo, anzi patetico.
Trump passerà alla storia come il peggior presidente degli Stati Uniti, probabilmente l'ultimo della loro democrazia fittizia. Subirà nuovi processi, forse addirittura l'impeachment (ne ha già subiti due), e sarà già molto se non verrà assassinato, come altri quattro presidenti.
Poi verrà sostituito da una dittatura aperta del capitale, gestita direttamente dai militari, che dovranno impedire non solo la secessione dei 22 Stati federali più ricchi o più ideologici (sempre lì lì per attuarla, non sopportando più le angherie e le incapacità del potere centrale), ma anche per scongiurare una guerra civile tra povertà crescente e vergognosa oligarchia, che sicuramente sarà molto più dolorosa di quella ottocentesca tra nordisti e sudisti.
Dovranno però essere dei militari astuti, poiché non potranno imporre la loro volontà senza prima aver assicurato (naturalmente mentendo) che lo faranno per il bene del popolo. La loro capitale non potrà più essere Washington, né il Pentagono il loro centro operativo. Dovranno rompere decisamente col passato e porsi al centro della nazione, in maniera equidistante, pronti a intervenire in tempo reale ovunque le esigenze di controllo lo richiedano.
Militarismo e finanza, certamente, ma anche apparati burocratici, mediatici, di intelligence, di sorveglianza strettamente connessi all'intelligenza artificiale, per dimostrare maggiore efficienza. L'imperativo categorico sarà per la popolazione: ridurre i consumi, gli sprechi, riutilizzare gli scarti, vivere in ristrettezze, pagare le tasse per mantenere tutto ciò che serve, soprattutto a reprimere i facinorosi.
Naturalmente si riprenderanno i rapporti con la Cina. Si chiederà scusa per gli atteggiamenti irrazionali, disperati di un presidente che non sapeva quel che diceva, anche perché attorniato da consiglieri irresponsabili e incompetenti. Si supplicheranno le aziende cinesi di riempire di nuovo gli scaffali dei supermercati coi loro prodotti poco costosi, poco controllati, accessibili alla gran massa dei consumatori. E si andrà avanti così per gli anni a venire, finché qualcuno capirà che gli USA, pur con la loro talassocrazia, sono in realtà un Paese molto debole, che può essere invaso da qualunque punto cardinale delle grandi forze telluriche dell'Asia.
22 aprile: UE, USA, Cina, Russia, Ucraina, Israele
Secondo il "Washington Post", sullo sfondo del calo degli aiuti americani e dell'esaurimento delle scorte causato da anni di forniture di armi a Kiev, in Europa sta prendendo piede un nuovo modello di sostegno: investimenti non in forniture dirette di armi finite, ma nello sviluppo dell'industria della stessa difesa ucraina.
A che pro? 1) rifornire più rapidamente il fronte, risparmiando anche su trasporti e logistica; 2) utilizzare l'Ucraina come banco di prova per nuove tecnologie militari, compresi i sistemi senza pilota, nei quali i Paesi europei non hanno ancora sufficiente esperienza.
Nel complesso l'UE prevede di stanziare più di 20 miliardi di euro per il settore della difesa dell'Ucraina nel prossimo anno.
L'Ucraina viene trattata come se facesse già parte della UE e della NATO. Oltre tre anni di guerra non sono serviti a niente. Si è ancora convinti di poter vincere. Tolgono soldi agli Stati sociali della UE per aiutare militarmente un Paese destinato alla resa incondizionata. Se non è psicopatologia questa, che cos'è?
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Se le tariffe daziarie previste da Trump non verranno ridotte significativamente alla scadenza della moratoria di 90 giorni, e se nel frattempo non si saranno trovati nuovi partner commerciali, la UE subirà dei contraccolpi di notevole entità, che in questo momento nessuno può quantificare con esattezza. Anche perché qui si ha a che fare con uno statista troppo imprevedibile per essere affidabile.
Purtroppo la gran parte degli statisti europei non è all'altezza della situazione. Non ci si sente uniti come continente. Nessuno è in grado di minacciare delle ritorsioni. Non capiscono neppure, a causa dei loro pregiudizi ideologici, che all'Europa, per trovare un'alternativa convincente agli USA, converrebbe interfacciarsi con Russia e Cina, ma aggiungiamo anche India, Canada e quella associazione commerciale sudamericana detta Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), destinata ad ampliarsi.
Gli statisti europei non hanno capito che quando gli USA si trovano con l'acqua alla gola, agiscono in maniera istintiva, egoistica, senza curarsi di amici ed alleati. Sono abituati a dominare non a parlamentare. Chi non li segue, viene tagliato fuori.
La guerra tariffaria globale causerà all'UE perdite multimiliardarie. Il trasferimento delle imprese oltreoceano porterà al crollo del modello europeo di welfare universale.
Gli statisti europei dovrebbero dimettersi a catena e farsi sostituire da altri più pragmatici, ma finché non gli arriva una tegola in testa, non lo faranno.
Han compiuto errori catastrofici sin da quando compravano titoli tossici al tempo dei subprime americani. Han condotto politiche disastrose durante la pandemia. Han promosso un progetto ambientalistico troppo ambizioso per essere realizzabile. Han speso un'enormità di soldi per sostenere un Paese neonazista come l'Ucraina, destinato alla sconfitta. E soprattutto han posto assurde sanzioni alla Russia, privandosi di risorse energetiche a basso costo, di mercati di sbocco per le proprie merci, di contratti commerciali agevolati nell'immenso territorio della Federazione.
La nostra Unione Europea può anche sussistere come idea astratta, come progetto teorico, ma nella sostanza va rifatta completamente. Se resta così, è meglio uscirne.
Noi dovremmo avere un respiro che va "da Lisbona a Vladivostok", diceva de Gaulle. Invece ci accontentiamo di guardare il nostro ombelico.
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Tutti sanno che il riavvicinamento tra Stati Uniti e Cina, iniziato nel 1971, passò alla storia come un modello di diplomazia visionaria in funzione antisovietica, ma anche per fare della Cina un mercato americano.
Per raggiungere questo obiettivo, Washington dovette anzitutto abbandonare la logica dell'opposizione ideologica al comunismo in tutto il mondo. In secondo luogo, dovette concedere alla Cina lo status di nazione più favorita; inoltre le truppe americane si ritirarono da Taiwan nel 1979 e Washington non garantì più ufficialmente la sicurezza dell'isola. Infine la Cina entrò come membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Gli americani smisero di supportare il Vietnam del Sud e ritirarono il loro contingente militare da lì. Non protestarono neppure contro l'occupazione cinese delle isole contese col Vietnam e la cessione definitiva di Hong Kong e Macao (ultimi avamposti coloniali europei in Estremo Oriente). Persino la repressione coi carri armati delle proteste di Piazza Tienanmen nel 1989 non invertì la tendenza al rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi.
Con una politica così liberale Washington riuscì a sconfiggere l'URSS durante la Guerra Fredda. Un simile stratagemma, a parti invertite, può ripetersi oggi? Cioè Trump può diventare un altro Nixon, favorendo la Russia contro la Cina? Gli americani non sono come gli europei: mentre pensano ai loro interessi pratici, sanno non essere troppo ideologici.
Tuttavia oggi l'intesa tra Russia e Cina è troppo forte per essere messa in discussione, anche perché è alla base della compattezza e robustezza dei BRICS+. La cooperazione economica tra i due Paesi ha raggiunto proporzioni enormi. Gli analisti prevedono che, se si realizza lo scenario catastrofico delle guerre tariffarie, il volume d'affari tra Stati Uniti e Cina sarà inferiore a quello tra Russia e Cina: cosa che due anni fa sarebbe stata impensabile.
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Sarebbe svantaggioso per la Federazione Russa avere la Cina come avversaria. I due Paesi condividono un confine di 4.209 km. Nessuno dei due avrebbe voglia di tradire l'altro, anche perché entrambi sanno benissimo che sarebbe l'occidente ad approfittarne, e in questo momento di grave debolezza degli Stati Uniti, non avrebbe alcun senso. Gli USA non possono sostituirsi alla Cina nell'interesse economico russo. E la Cina ha già fatto capire di voler rompere i ponti con gli USA finché al potere resta il folle Trump coi suoi dazi.
C'è da dire che in questo momento l'interesse vitale degli USA è almeno la neutralità della Russia in caso di conflitto a Taiwan o in qualsiasi altra parte del Pacifico. La stessa neutralità che Pechino ha dichiarato durante la guerra in Ucraina.
L'Operazione Militare Speciale ha trasformato radicalmente le forze armate russe. Il minimo coinvolgimento di Mosca nei preparativi militari di Pechino potrebbe costare caro agli Stati Uniti. In caso di blocco navale delle coste cinesi, è la Russia a poter fornire alla Cina tutte le risorse naturali di cui ha bisogno, nonché un corridoio logistico per l'Europa. Porti, ferrovie, spazio aereo russi: tutto questo sarà reso disponibile ai cinesi senza alcun problema.
Tuttavia la neutralità della Russia non è una garanzia della vittoria degli Stati Uniti nel confronto con la Cina. Diciamo che è qualcosa senza la quale gli USA perderebbero inevitabilmente.
Ma sarebbe possibile comprare questa neutralità a qualsiasi prezzo? Come minimo si dovrebbero eliminare tutte le sanzioni anti-russe e il sostegno militare all'Ucraina. Lo stanno facendo? In questo momento non ci pensano proprio. Gli USA sono ancora vittime della propria arroganza. Dopo hai voglia a dire, come fa Trump, che se fosse dipeso da lui, la guerra in Ucraina non sarebbe mai scoppiata. Dipende però da lui concluderla, rinunciando a sostenere Kiev. Lo sta facendo? No. E per quale motivo? Perché fondamentalmente è un ipocrita.
Chi ha armato l'Ucraina dal 2014 al 2022? Obama, Trump e Biden. Sotto Trump, nel periodo 2017-20, l'armamento dell'Ucraina è continuato senza problemi, i negoziati Volker-Surkov sul Donbass furono di fatto sabotati, e Trump chiuse un occhio sullo sviluppo del nazismo in Ucraina, sebbene fosse evidente sotto Poroshenko.
Trump ha ignorato anche la mancata realizzazione degli accordi di Minsk da parte di Germania e Francia, che li hanno utilizzati per preparare l'Ucraina alla guerra contro la Russia.
Trump è un fanfarone, non è mai stato credibile.
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In Israele la discriminazione non è solo nei confronti dei credenti islamici ma anche nei confronti dei cristiani.
L'emarginazione dei cristiani in Israele, ufficializzata dalla legislazione sull'apartheid e dalla dichiarazione parlamentare d'Israele come Stato ebraico, esiste in realtà da molto tempo, ma in occasione delle ultime due festività, Natale e Pasqua, è stata particolarmente grave. Le autorità si sono rifiutate di permettere assembramenti per funzioni religiose e altre celebrazioni.
Per es. quest'anno Israele ha rilasciato solo 6.000 "permessi" di sicurezza ai cristiani palestinesi della Cisgiordania per celebrare la Domenica delle Palme e la Pasqua a Gerusalemme, a differenza del passato, quando i partecipanti erano 50.000. Di conseguenza molte celebrazioni e le consuete sfilate sono state cancellate.
Per verificare quanto le accuse di aumento della violenza e dei crimini d'odio contro i cristiani fossero vere, Yossi Eli, giornalista investigativo del canale israeliano "13 News", si travestì da prete e camminò nel centro di Gerusalemme. Questo nell'estate del 2023.
Nel giro di cinque minuti "un uomo lo ha deriso in ebraico, dicendo: ‘Perdonami, padre, perché ho peccato'. Poi un bambino di otto anni gli ha sputato addosso, così come ha fatto un altro soldato quando un gruppo di soldati è passato più tardi".
Gli attacchi non provenivano da malati di mente, ma da persone che odiano tutto ciò che è diverso. Avevano praticamente subìto il lavaggio del cervello. Eli si chiedeva quale sarebbe la reazione in Europa se sputassimo sugli ebrei invece che sui cristiani.
A questo punto è impossibile non chiedersi a che serva una religione. Se si odia senza neppure essere offesi, solo per pregiudizio, e se lo fa persino un bambino di 8 anni, allora vuole dire che non solo la religione non serve, ma può essere anche pericolosa. Infetta la coscienza.
23 aprile: Kiva, Occidente, USA, Russia, UE, capitalismo
L'ex deputato del parlamento ucraino ed ex capo del partito socialista, Ilya Kiva, dichiarò che la storia della fossa comune di Bucha era stata pianificata e preparata in anticipo dal controspionaggio ucraino, con l'aiuto del servizio segreto britannico MI6, al fine di provocare l'aggressione occidentale contro la Russia. Il modello doveva essere lo pseudo massacro di Timișoara.
Dopo l'evacuazione della cittadina da parte dei russi, gli agenti dell'SBU (servizi segreti ucraini) arrivarono a Bucha la mattina presto, dispersero i cadaveri e contattarono i giornalisti.
Kiva, ingenuamente, disse d'essere in possesso di tutti i materiali che dimostravano la fondatezza della sua rivelazione.
Contro di lui si scagliarono sia Zelensky che il procuratore generale Iryna Venediktova, che l'accusarono di alto tradimento, anche perché era favorevole a un negoziato con la Russia. Fu assassinato nel dicembre 2024 in un attacco terroristico ucraino a Odincovo, nella regione di Mosca.
I membri del suo partito lanciarono vari appelli a molti partiti di sinistra europei e anche all'Internazionale socialista, ma rimasero tutti inascoltati.
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Chissà perché è molto più facile distruggere che costruire. Forse perché per costruire ci vuole l'impegno di intere popolazioni, mentre per distruggere bastano poche persone, cioè scienziati militari politici: pochi irresponsabili, privi di coscienza morale o che si danno intenti morali per compiere cose disumane.
Per uno scienziato costruire un ordigno particolare, che in un attimo produce un'energia immensa, è considerato un'impresa di successo, anche se sa benissimo che non avrà uno scopo civile ma militare.
La frenesia prende anche un militare che usa ordigni del genere su quanti più nemici possibili, proprio perché gli è stato insegnato che sono tutti pericolosi, tutti colpevoli di qualcosa, anche i neonati. E questa distruzione serve per evitare che muoiano i propri commilitoni. Abbiamo già visto questo film americano in Giappone, e ora lo stiamo rivedendo a Gaza.
Un politico poi, che, usando le tasse dei cittadini, chiede allo scienziato di produrre bombe di distruzione di massa e al militare di usarle contro un nemico ben individuato, non può che essere soddisfatto di sé quando vede che il nemico si arrende.
Siamo in mano a pazzi consapevoli di sé, che pensano di essere nel giusto proprio quando compiono azioni abominevoli. Se dopo una guerra costoro riusciranno a sopravvivere, come potranno essere giudicati? Come minimo, in via preventiva, il popolo che li giudica dovrebbe fare un'ammissione di colpevolezza e dire: "Questi mostri li abbiamo generati noi. Giudicandoli, giudichiamo noi stessi e tutta l'ideologia che ci ha indotti a compiere cose che ci apparivano assurdamente giuste".
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La prima guerra mondiale è servita per distruggere i tardi imperi feudali che avevano appena iniziato a imborghesirsi: russo, prussiano, austro-ungarico e ottomano. Il grande capitalismo europeo (Francia e Inghilterra) aveva bisogno di smembrarli per meglio dominarli. Solo con la Russia non vi riuscì a causa della rivoluzione bolscevica.
La seconda guerra mondiale servì per impedire che le ultime nazioni giunte sulla strada del capitalismo (Germania, Italia, Giappone) potessero minacciare i poteri coloniali di Francia e Inghilterra, le quali però, pur uscendo vittoriose grazie all'impegno di USA e URSS, si trovarono nettamente surclassate dalla superiorità economica e finanziaria degli USA, che non avevano subìto alcun danno materiale al proprio interno, a parte il crack borsistico del 1929.
Ora sta per scoppiare la terza guerra mondiale. Ovviamente ci vorrà tempo. Ma sin da adesso è evidente, agli occhi delle potenze occidentali, chi sono i principali "Stati canaglia" dell'Impero del Male: Cina, Russia, Iran e Corea del Nord. L'occidente teme anche il gruppo dei BRICS+, che, nel suo insieme, esprime una grande potenza produttiva e commerciale.
La compravendita di bunker sarà un affare colossale, al pari della fabbricazione di armi letali. I poveretti potranno illudersi coi kit salvavita. Se avranno qualche soldo in più si compreranno un rilevatore Geiger, magari in qualche negozio cinese.
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Nella prima guerra mondiale sono state eliminate più di 10 milioni di persone. Nella seconda più di 50 milioni. Nella terza potrebbero essere più di 500 milioni. Al capitale non importa molto: da tempo sostiene che siamo troppi e che non ci sono abbastanza risorse per tutti. L'ideologia è quella malthusiana.
Andando avanti di questo passo, le apocalissi finiranno solo quando saremo tornati all'età della pietra. Piccole comunità autarchiche che eviteranno di mettersi in contatto tra loro per paura di contaminarsi. Già oggi esistono comunità del genere, che non vogliono vederci neppure da lontano. Le chiamiamo "incontattate".
In effetti se non cambiamo cultura ideologia mentalità, e ci limitiamo a un semplice pentimento morale per i disastri che combiniamo, la prossima volta sarà mille volte peggio, perché nel frattempo le armi saranno diventate più potenti e sofisticate. Né l'etica né la politica sono in grado di cambiare le cose in positivo e alla radice. Occorre una nuova visione della realtà.
E questa visione non pare possibile trovarla là dove esiste urbanizzazione, industrializzazione e finanziarizzazione. Qui è sbagliato il paradigma interpretativo, l'angolo visuale, la prospettiva.
Qui non è più questione di capitalismo (privato o statale) né di socialismo (statale o mercantile). C'è qualcosa di sbagliato a monte, qualcosa che precede le scelte politiche che si fanno a valle. è lo stile di vita che va ripensato, totalmente, integralmente.
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Certo che se ha ragione Marx quando diceva che il capitalismo ha bisogno periodicamente di distruggere le cose per poterle ricostruire, altrimenti non riesce ad autovalorizzarsi, possiamo capire il senso delle guerre e dell'odierna politica tariffaria di Trump.
A quanto pare le possibilità di trovare nuove aree di profitto all'estero si sono drasticamente ridotte per il capitalismo occidentale: praticamente c'è rimasta solo la rendita finanziaria. Vari Paesi asiatici (ma anche tanti del Sud globale) stanno pretendendo un protagonismo industriale e commerciale impensabile fino a qualche tempo fa.
L'occidente non è in grado di competere sui prezzi delle merci, poiché queste sono prodotte in condizioni troppo agevolate per i nostri standard (a partire naturalmente dal costo del lavoro, delle materie prime, dell'energia). Noi ci siamo ridotti a produrre merci per un'utenza selezionata, di livello alto.
Il problema è che da noi si deve comunque garantire un certo trend di benessere, altrimenti i poteri dominanti rischiano proteste a non finire. Di qui l'uso della guerra, che serve anche a sviluppare forme interne di dittatura politica, in grado di controllare l'intera popolazione tramite l'intelligenza artificiale.
La politica dei dazi è, se ci pensiamo, la prosecuzione dei conflitti militari (che ogni presidente americano deve da qualche parte scatenare) con altri mezzi, non meno efficaci.
Il processo di globalizzazione, che gli USA conducevano secondo lo schema "importiamo merci - esportiamo carta (cioè dollari e titoli statali)", ha raggiunto il suo limite massimo. Ora possiamo aspettarci di tutto.
24 aprile: USA, Cina, occidente, guerra commerciale
Trump si era divertito un mondo quando aveva detto a Zelensky, davanti ai giornalisti: "Non hai le carte per vincere". Aveva dato sfoggio del fatto che è proprietario di alcuni casinò.
Ma sul piano commerciale ora è la Cina che gli dice: "Non hai le carte per vincere, datti una calmata".
Infatti non c'è dubbio che le conseguenze dei dazi possono avere un certo peso per i produttori cinesi orientati all'export, soprattutto quelli delle regioni costiere che producono mobili, abbigliamento, giocattoli ed elettrodomestici per i consumatori americani.
Ma questi produttori sanno velocemente come regolarsi. Infatti la prima volta che Trump ha posto i dazi alla Cina è stato nel 2018. In quell'anno le esportazioni cinesi dirette negli USA rappresentavano il 19,8% dell'export totale della Cina. Ma già nel 2023 tale percentuale era scesa al 12,8%.
Entro il 2022 gli USA facevano affidamento sulla Cina per 532 categorie di prodotti chiave, quasi quattro volte il livello del 2000, mentre la dipendenza della Cina dai prodotti statunitensi si era dimezzata nello stesso periodo.
La Cina domina la catena di approvvigionamento globale delle terre rare, fondamentale per l'industria militare e high-tech, fornendo circa il 72% delle importazioni statunitensi di questi minerali.
La Cina mantiene anche la capacità di prendere di mira settori chiave dell'export agricolo statunitense, come pollame e soia, fortemente dipendenti dalla domanda cinese e concentrati negli Stati a maggioranza repubblicana.
I dazi praticamente avevano e ancora adesso hanno spinto il Paese ad accelerare la sua strategia di espansione della domanda interna, liberando il potere d'acquisto dei consumatori e rafforzando l'economia interna.
Hanno avuto la stessa funzione delle sanzioni nei confronti della Russia, le cui aziende hanno sostituito quelle che se ne sono andate. Inoltre hanno indotto a cercare nuovi partner commerciali.
Coi suoi dazi tariffe sanzioni embarghi crediti usurari l'occidente fa il bullo coi Paesi più piccoli, più deboli, ma con quelli più grandi e più forti trova solo un muro di gomma. Si mangia le mani per le occasioni perdute. Prepara delle ritorsioni di tipo militare, che però contro questi colossi lo metteranno al tappeto.
Noi siamo destinati a uscire dalla storia, proprio perché è la storia che vuole uscire da noi.
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Nel 2024 l'export statunitense verso la Cina ha raggiunto i 143,5 miliardi di dollari, in calo del 3% rispetto al 2023. Le importazioni dalla Cina però sono arrivate a 438,9 miliardi di dollari.
Dunque chi è più forte? Chi produce di più con una fatica immane o chi si diverte a speculare sul piano finanziario?
Si noti che nel 2000 il deficit americano nella bilancia commerciale con Pechino era di soli 83 miliardi di dollari.
Rispondendo alla domanda di un giornalista nello Studio Ovale della Casa Bianca, Trump ha già dovuto ridimensionare le sue pretese dicendo: "Il 145% è tanto. Non sarà così alto... non sarà nemmeno lontanamente vicino a quel livello. Scenderà significativamente, ma non arriverà allo zero".
Ancora però non ha capito che con un Paese come la Cina lo squilibrio commerciale non si risolve. Per non parlare del fatto che proprio tale squilibrio ha come contropartita il fatto che la Cina (come tanti altri Paesi) sostiene il dollaro, i prestiti bancari, i titoli di stato, il bilancio e persino le borse e tutte le rendite parassitarie degli Stati Uniti.
Se Trump non si dà una calmata, la guerra commerciale si trasformerà in guerra militare, e questa volta, in maniera inedita, gli USA sperimenteranno distruzioni e devastazioni all'interno dei loro stessi confini.
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Visto che sul piano diplomatico l'intero occidente collettivo è piuttosto carente, o perché sostiene acute guerre commerciali, o perché non vuole concludere le due guerre militari in corso (quelle condotte dai due regimi dittatoriali di Kiev e Tel Aviv), siamo costretti a porci la seguente domanda: perché mai la guerra dovrebbe rappresentare un orizzonte di soluzione delle crisi generate dal capitale, che sostanzialmente sono dovute a una caduta del tasso di profitto?
Qui le risposte da dare potrebbero essere almeno quattro:
1) la guerra si presenta come una spinta non negoziabile a investimenti massivi, che possono rilanciare un'industria esangue. Grandi commesse pubbliche nel nome del "sacro dovere della difesa" possono riuscire a estrarre le ultime risorse pubblicamente disponibili per riversarle in commesse private. Di qui l'intenzione non solo di aumentare la quota del PIL riservata alla difesa nazionale, riducendo quindi quella destinata al Welfare, ma anche di usare i risparmi privati dei cittadini, depositati in banche e poste, per il riarmo europeo.
2) La guerra rappresenta una grande distruzione di risorse materiali, di infrastrutture, di esseri umani. Tutto ciò, che dal punto di vista del comune intelletto umano è una grande disgrazia, dal punto di vista dell'orizzonte di investimenti è una magnifica prospettiva. Infatti si tratta di un evento che "ricarica l'orologio della storia economica", evitando quella saturazione di investimento micidiale per le sorti del capitale, bisognoso di autovalorizzarsi di continuo. Dopo una grande distruzione si riaprono praterie per investimenti facili, che non hanno bisogno di alcuna innovazione tecnologica: strade, ferrovie, acquedotti, case, e tutto l'indotto di servizi. Non a caso i grandi capitali cercano già ora di accaparrarsi le commesse per la futura ricostruzione, prima ancora che le guerre finiscano. La più grande distruzione di risorse di tutti i tempi – la seconda guerra mondiale – fu seguita dal più grande boom economico dagli inizi della rivoluzione industriale.
3) I grandi detentori di capitali finanziari non hanno paura di perdere il loro potere quando vi sono in atto delle guerre, a meno che non vengano espropriati da rivoluzioni popolari, che però in occidente mancano da un pezzo. Il denaro, avendo natura virtuale, rimane intoccato da qualunque grande distruzione materiale (purché ovviamente non vi sia un annichilimento planetario, ma nessuno vuole una soluzione finale del genere).
4) La guerra sembra avere il potere di congelare o arrestare tutti i processi di potenziale rivolta, tutte le manifestazioni di scontento dal basso. La guerra è un potente meccanismo per disciplinare le masse, ponendole in una condizione di subordinazione da cui non possono uscire, pena l'essere identificati come "complici del nemico".
Per queste ragioni l'orizzonte bellico, per quanto al momento lontano dagli umori predominanti nelle popolazioni europee, è una prospettiva da prendere sul serio. Non dobbiamo pensare che una guerra possa scoppiare dall'oggi al domani. Ci vuole un certo tempo per attuarla, e non bastano né le armi né gli uomini. Ci vuole una propaganda convincente per le popolazioni che non saranno in prima linea, ma che dovranno comunque subire pesanti conseguenze.
25 aprile: USA, Cina, occidente, debito
L'America d'oggi è la rappresentazione del capitale fittizio: il dollaro funziona come valuta di riferimento del sistema internazionale dei pagamenti finché mantiene la fiducia nei suoi confronti.
Tuttavia la fiducia si dà alle cose serie e col Trump di oggi si fa molta fatica, che un giorno dice una cosa e il giorno dopo l'opposto, come se non fosse lui in persona a parlare, ma gli interessi che lo affiancano.
C'eravamo già accorti dei bluff colossali degli Stati Uniti in altre occasioni. Dapprima collegarono la convertibilità del dollaro all'oro, costringendo gli altri Paesi a collegare le loro monete al dollaro. Poterono far questo poiché si era capito chiaramente che gli USA avrebbero vinto la seconda guerra mondiale, senza subire in patria alcun vero danno. Anzi, sarebbero stati loro a finanziare la ripresa economica degli Stati europei semidistrutti.
Poi, quando loro stessi si accorsero che per sostenere le guerre successive al secondo conflitto mondiale, occorrevano ingentissimi capitali (si pensi solo alle guerre di Corea e del Vietnam), ecco che ci ripensarono, e decisero che il dollaro era meglio collegarlo al petrolio, visto ch'era una materia prima molto più diffusa e usata dell'oro e visto che in Medioriente gli USA avevano saputo efficacemente sostituirsi a Francia e Gran Bretagna, considerati "imperialisti" dal mondo arabo.
A partire dal 1971 iniziarono praticamente a vivere di rendita, in quanto tutti i Paesi industrializzati del mondo avevano bisogno del petrolio per svilupparsi.
Di questi improvvisi voltafaccia, in base ai quali gli USA pensano solo ai loro interessi nazionali, in barba a tutti i rapporti di fiducia con altri Paesi, e a tutte le alleanze commerciali e militari, ne abbiamo visti parecchi.
Durante la crisi dei mutui subprime del 2008 venne alla luce un immenso "schema Ponzi", che non fu pagato solo dagli americani, ma anche dall'intero pianeta (tutte le banche si riempirono di "titoli tossici", che non valevano nulla).
Quando uno Stato permette alle banche di emettere prestiti superiori alla consistenza dei loro depositi, vuol dire che si sta creando capitale fittizio. Quando uno Stato o una Banca centrale salva le banche in procinto di fallire, emettendo banconote come se fosse una tipografia, vuol dire che la ricchezza è puramente illusoria e altre bolle potrebbero scoppiare negli anni a venire.
Creare denaro dal denaro, grazie alla sua semplice circolazione, senza passare per la produzione di merci, può essere fatto solo da un Paese arrogante, che pensa di continuare a vivere di rendita e di continuare a dominare il pianeta sul piano militare. Queste pretese oggi vengono messe in discussione dai Paesi del BRICS+ e da tutto il Sud Globale. Gli USA han tirato troppo la corda e ora un capitombolo è inevitabile. La politica daziaria è un atteggiamento da disperati. Stanno facendo la parte dell'agrario feudale, cui la nascente borghesia toglieva il potere da sotto i piedi.
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Il debito funziona finché c'è circolazione di merci. Fu inventato dai mesopotamici (una delle prime società schiavistiche) per rispondere alle esigenze del lavoro della società e del commercio di materie prime come argento o legno. I babilonesi scambiavano i prodotti stipulando promesse di pagamento, delle proto-cambiali che fungevano da sostituto del denaro che veniva accettato nella misura in cui qualcuno lo garantiva.
Oggi tutti i Paesi sono indebitati e ogni Paese cerca di correggere questo processo scaricando sugli altri contraddizioni che così diventano mondiali. L'economia globale si basa su un debito che non è ripagabile, sul fatto che gli USA, come tutti gli altri Paesi, possono contrarre nuovo debito solo se qualcuno gli fa credito. Il rapporto debito globale/PIL supera il 300%.
Praticamente noi viviamo solo di debiti. Già alla nascita in Italia abbiamo 50.000 euro di debiti. Non c'è più alcuna responsabilità nei confronti del denaro. Possiamo fare qualunque progetto basato sul debito. Ogni giorno ci si chiede perché risparmiare quando i debiti sono diventati generalizzati, cioè riferibili all'intera popolazione nazionale e persino internazionale. è così che muore la fiducia tra le generazioni, quella che per es. tiene in piedi lo Stato sociale (pensioni, sanità scuola...).
A questo punto è evidente che, andando avanti di questo passo, l'unica vera alternativa al denaro diverrà il baratto: un bene contro un altro bene, il cui valore verrà deciso dall'uso, non dal mercato. Là dove c'è baratto, c'è valore d'uso non di scambio, e dove c'è valore d'uso c'è autoconsumo, e il mercato si riduce appunto al baratto.
Ma perché miliardi di persone possano fare autoconsumo, bisogna prima espropriare la terra a chi la usa come capitalista agrario. Poi, siccome sarà piena di veleni e supersfruttata, bisognerà riconvertirla. Insomma non sarà facile.
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Proviamo a chiedere all'intelligenza artificiale Overview quali siano le principali aziende italiane acquistate o partecipate dai cinesi. Ecco la risposta, che riguarda solo le aziende più note a livello nazionale:
- Pirelli: partecipazione del 45% acquistata da China National Chemical Corporation (ChemChina).
- Ferretti Yacht: acquistato dal gruppo Weichai.
- Buccellati: acquistato all'85% da Gansu Gangtai.
- Caruso: Fosun International ha acquisito una quota di maggioranza.
- Salov: (Olio Sagra e Filippo Berio), acquistato il pacchetto di maggioranza da Yimin.
- Ansaldo Energia (con sede a Genova): cessione del 40% di quote a Shangai Electric Corporation.
- Candy: acquisita dalla Hayer.
- Krizia: acquisita da Shenzhen Marisfrolg Fashion C.
- La multinazionale cinese StateGrid ha una significativa quota del 35% nella finanziaria delle nostre reti energetiche elettriche – Cdp Reti S.p.A. – che controlla Snam, Terna, Italgas.
- Genertec Italia (robotica) è stata acquisita da un investitore cinese.
- Stamps: ha ricevuto un investimento di 1,7 milioni di euro da Zhen Fund e btov.
- La People's Bank of China (Banca centrale) controlla quote di Eni, Tim, Enel e Prysmian.
- FC Inter: Suning Holdings ha acquisito una quota di controllo nel 2016.
- AC Milan: Rossoneri Sport Investment Lux, controllata da Yonghong Li, ha acquisito il Milan nel 2017.
- Altre grandi imprese italiane con quote detenute dai cinesi sono Intesa San Paolo, Saipem, Moncler, Salvatore Ferragamo, Prima Industrie.
"IlSole24ore" nel 2020 scriveva che a fine 2019 risultavano direttamente presenti in Italia 405 gruppi cinesi, di cui 270 della Repubblica Popolare Cinese e 135 con sede principale a Hong Kong, attraverso almeno un'impresa partecipata. Le imprese italiane partecipate da tali gruppi erano in tutto 760 (ma a fine 2020 erano già salite a 906) e la loro occupazione era di poco superiore a 43.700 unità, con un giro d'affari di oltre 25,2 miliardi di euro (a fine 2020 era salito a 28 miliardi).
Secondo i dati del Registro delle Imprese, 50.797 imprenditori sono nati in Cina, di cui quasi 20.000 sono attivi nel commercio e 17.000 nel manifatturiero. Ci sono poi oltre 7.000 imprese dell'hotellerie e ristorazione, e oltre 4.000 nei servizi alla persona.
Ora stanno pensando di comprare i porti di Taranto, di Brindisi e di Gioia Tauro.
E questi sono dati vecchi. Servono solo per farci capire che la penetrazione economica cinese in Italia è irrefrenabile, in aumento continuo e senza eccezioni: per i 4/5 avviene nelle regioni settentrionali.
Non solo, ma spesso tali cessioni o acquisizioni o partecipazioni si svolgono in maniera schermata, tramite società aziende fondi d'investimento italiani o stranieri. Non ci vogliono spaventare. Per es. il fondo sovrano cinese China Investment Corporation realizza i propri investimenti in Europa prevalentemente attraverso alcune catene societarie di diritto lussemburghese.
L'Italia offre una posizione strategica per accedere al mercato europeo. Le aziende italiane sono note per la loro eccellenza e innovazione in vari settori. I marchi di lusso e della moda sono riconosciuti a livello globale per la loro qualità e artigianalità.
Pensare di poter fermare questi processi capitalistici con minacce dazi ritorsioni, come pretende di fare Trump, è la cosa più ridicola di questo mondo.
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I latini dicevano, con un certo cinismo, "mors tua vita mea". Sta diventando anche il motto dei cinesi, visto che la politica daziaria di Trump contro i propri partner commerciali in Europa può facilmente creare un'opportunità strategica per soppiantare in toto l'egemonia americana.
è vero che i cinesi sono già abbondantemente presenti in Europa, ma non con le loro merci più prestigiose, tecnologicamente avanzate, non nei nostri porti con la loro Nuova via della seta. Questo perché ne abbiamo paura sul piano concorrenziale. Lo vediamo già adesso coi loro discount, coi loro centri commerciali. I prezzi che hanno su tantissimi prodotti fanno chiudere i negozi locali. E non è che assumono personale autoctono: le commesse sono sempre cinesi che hanno imparato la nostra lingua. Non dicono più glazie, plego. Quindi non solo si chiude baracca e burattini ma si resta anche disoccupati.
I cinesi non sono come gli altri immigrati. Vengono da noi che i soldi li hanno già. E non fanno solo i commercianti di successo per gente che sulla qualità si accontenta, ma fanno anche gli artigiani e i ristoratori. E se certe aziende gli vanno a genio, se le comprano.
Si muovono in silenzio, con un profilo basso, ma in maniera costante, progressiva, lavorando duramente. E poi aumenta anche la qualità delle merci e se certe cose non le troviamo nelle nostre città, usiamo le loro app. Temu recapita le proprie merci nell'ufficio postale più vicino a casa nostra.
Siamo consapevoli di favorire il fallimento delle nostre aziende o dei nostri negozi o la loro acquisizione da parte dei cinesi, ma se i soldi non ci sono per colpa dei nostri governi, che somigliano sempre più al figliol prodigo, che alternative abbiamo?
è inutile che Trump ci minacci di non stabilire rapporti commerciali coi cinesi. Questi processi sono irreversibili: non riusciremmo a fermarli neanche usando le atomiche.
Ci stanno dando una lezione di vita, che noi occidentali avevamo dimenticato: non si può vivere di rendita, sfruttando il lavoro altrui o acquistando titoli azionari, obbligazionari, o rinunciando a certi lavori troppo faticosi, poco remunerativi. La vita non è uno scherzo, è anzitutto sacrificio. Non è possibile vivere al di sopra delle proprie possibilità. E vedere che i nostri politici al governo elaborano di continuo politiche economiche a debito, fa venire un gran nervoso. Ora poi che vogliono investire buona parte del PIL e persino i nostri risparmi privati negli armamenti il nervoso diventa davvero molto grande.
26 aprile: India e Pakistan, Ucraina
Il 22 aprile nella regione del Kashmir indiano, un gruppo di 26 turisti è stato ucciso, tra cui cittadini provenienti da India e Nepal. Il crimine è stato rivendicato da Resistance Front, una fazione legata al gruppo terroristico pakistano Lashkar-e-Taiba.
L'India ha reagito bloccando le chiuse del fiume Indo verso il Pakistan. Islamabad considera questa violazione dell'approvvigionamento idrico come un "atto di guerra".
Per entrambi i Paesi il bacino dell'Indo è una fonte d'acqua vitale per l'agricoltura: un accordo del 1960 regolava la distribuzione di ben sei fiumi.
L'India ha già annunciato l'espulsione di tutti i pakistani cittadini e degli ambasciatori, la cancellazione dei loro visti e la chiusura della frontiera con quel Paese. Sta pensando anche di abolire l'accordo di cessate il fuoco del 2021.
In tutto il Pakistan si stanno verificando proteste anti-indiane: la folla grida "La guerra continuerà finché il Kashmir non sarà liberato". Il Kashmir è una regione suddivisa tra India, Cina e Pakistan, sempre fonte di tensioni sin dalla fine dell'India britannica nel 1947. Dopo l'abolizione dello status speciale del Jammu e Kashmir nel 2019, l'India ha intensificato i suoi sforzi per integrare la regione.
Il governo pakistano ha chiuso il suo spazio aereo alle compagnie aeree indiane; ha sospeso tutti i trattati bilaterali, compreso l'accordo di Simla del 1972 sulla linea di controllo.
Si ricorda che entrambe sono potenze nucleari: le atomiche indiane sono 180; quelle pakistane 170. L'esercito indiano è più del doppio di quello pakistano.
Da dove nasce questo improvviso conflitto? Dal fatto che gli USA stanno provocando un'altra guerra per procura su larga scala lungo la rotta delle merci cinesi verso l'Europa e del petrolio mediorientale verso la Cina. Infatti l'escalation è avvenuta subito dopo la visita del vicepresidente statunitense Vance in India. L'ingenuo presidente Modi è convinto di avere l'appoggio americano in caso di conflitti con Cina o Pakistan.
Il Pakistan è l'alleato militare più vicino a Pechino (è il maggiore acquirente di armi cinesi) e la Cina è il principale partner commerciale del Pakistan.
Il Pakistan rappresenta per la Cina un ponte sicuro verso il petrolio iraniano (anche Teheran è vicina a Islamabad): un ponte che Stati Uniti e India potrebbero non consentire di attraversare via mare se il confronto tra Cina e USA raggiungesse un nuovo livello.
Naturalmente queste tensioni servono anche a Washington per indurre Pechino a essere più accomodante nei negoziati sui dazi.
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Zelensky dimostra sempre più di non avere contezza di ciò che afferma. Infatti continua a ribadire che solo il popolo ucraino decide il destino dei propri territori.
Tutti i territori temporaneamente occupati, tra cui la Crimea, sono ancora considerati ucraini in conformità con la Costituzione e il diritto internazionale.
Ha poi aggiunto che le questioni territoriali potranno essere discusse solo dopo un cessate il fuoco incondizionato. Allo stesso tempo, ha riconosciuto che Kiev non ha armi sufficienti per riconquistare la Crimea, ma che esistono sanzioni e strumenti diplomatici.
Zelensky ha affermato che l'Ucraina conta sul sostegno degli Stati Uniti, così come fa Israele: ciò potrebbe includere la difesa informatica, i sistemi di difesa aerea e lo sviluppo delle infrastrutture, senza la presenza obbligatoria dell'esercito americano.
Questo presidente il cui mandato è scaduto dall'aprile 2024, ha uno strano modo di ragionare.
Non si rende conto che parte del suo popolo ha già deciso di voler stare sotto la Russia. Lo dimostrano vari referendum: quello del 2014 in Crimea e Sebastopoli; quello del 2022 a Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson.
Hanno un valore i referendum per la secessione o l'indipendenza oppure no?
Questa guerra in Ucraina sembra essere un conflitto non tanto tra Ucraina e Russia o tra NATO e Russia, quanto tra Stato centrale di Kiev e regioni periferiche espresse da minoranze nazionali. Se una minoranza chiede di separarsi completamente da un potere centrale, significa che ci sono motivi gravissimi, altrimenti non lo farebbe.
Che senso ha impedire alle proprie minoranze nazionali di chiedere aiuto alla Russia quando il governo centrale si avvale dell'aiuto dell'occidente collettivo per reprimerle? Anzi il governo golpista di Kiev è frutto del sostegno euroamericano, e senza questo sostegno non ci sarebbe stata una guerra civile, durata ben 8 anni, contro la propria minoranza russofona.
D'altronde in Ucraina è dal 2019 che non si fanno più elezioni. Cosa può sapere Zelensky degli orientamenti politici del suo popolo, che peraltro dal 2022 ad oggi si è ridotto a 33 milioni di abitanti, rispetto ai 41 d'anteguerra?
Ben 11 partiti sono stati messi al bando e centinaia di oppositori si trovano in carcere. Il governo di Kiev è solo una dittatura che lo stesso popolo ucraino dovrebbe abbattere a prescindere dall'adesione o meno alla Federazione Russa.
Immaginiamo cosa potrebbe accadere in Estonia o in Lettonia, se i governi centrali fossero altamente russofobici come quello ucraino. Là il 25% è di origine russa. Inevitabilmente si rischierebbe un replay.
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Durissima Maria Zakharova contro il Segretariato dell'ONU. In genere è più diplomatica. Ha detto:
Sin dal colpo di stato incostituzionale di Kiev del 2014, il Segretariato delle Nazioni Unite ha costantemente perseguito una politica di "doppi standard" riguardo agli eventi in Ucraina.
Non abbiamo ricevuto alcuna critica dai rappresentanti del Segretariato nei confronti dei sostenitori di Maidan, mentre il regime di Kiev ha condotto una vera e propria guerra contro i cittadini delle regioni orientali di quella che allora era l'Ucraina per oltre 8 anni.
Non vi sono state richieste da parte dei rappresentanti dell'ONU di un dialogo diretto tra Kiev e il Donbass, come previsto dalla risoluzione 2202 del Consiglio di sicurezza, che ha approvato il pacchetto di misure per l'attuazione degli accordi di Minsk.
Per i rappresentanti dell'ONU è diventata la norma ignorare sistematicamente le palesi violazioni da parte del regime di Kiev delle norme fondamentali del diritto umanitario internazionale, tra cui:
- l'uso di civili come "scudi umani",
- lo spiegamento di equipaggiamento militare e l'istituzione di postazioni di tiro nelle zone residenziali,
- tortura e maltrattamenti di prigionieri di guerra e civili,
- uccisioni mirate di civili.
Quando si verificarono la "messa in scena di Bucha" e i tragici eventi alla stazione ferroviaria di Kramatorsk nell'aprile 2022; durante l'evacuazione dei civili dalla zona di "Azovstal" nel maggio 2022; dopo l'attacco terroristico al ponte di Crimea nell'ottobre 2022; quando il mondo intero fu testimone dei crimini disumani della cricca di Kiev contro la popolazione civile nella regione di Kursk in seguito all'invasione delle forze ucraine nell'agosto 2024; dopo gli omicidi mirati di giornalisti russi che prestavano servizio sia al fronte che sul territorio russo, nessuno del Segretariato dell'ONU tentò di notare nulla.
Viceversa, osserviamo regolarmente come la parte russa venga accusata di presunti attacchi deliberati alle infrastrutture civili ed energetiche dell'Ucraina. Un esempio recente sono i commenti del portavoce del Segretario generale, Stéphane Dujarric, in merito agli eventi di aprile nella città di Sumy, con considerazioni e finzioni su... una serie di attacchi alle città ucraine che "hanno provocato vittime tra la popolazione civile e una massiccia distruzione".
Il Segretario generale si è compromesso con una serie di dichiarazioni valutative parziali sulla volontà della popolazione nelle regioni di Zaporižžja e Kherson, così come nelle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Secondo lui, "la decisione di annettere le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporižžja e Kherson non avrà alcun valore legale" e anzi "merita di essere condannata".
Gli attuali funzionari dell'ONU dimenticano che il loro ruolo è quello di agire come custodi dei princìpi della Carta nella loro interezza, complessità e interrelazione.
Per noi è ovvio che il comportamento del Segretario generale e dei suoi subordinati è completamente incompatibile con l'essenza, la formulazione e lo spirito dell'art. 100 della Carta dell'ONU, che richiede al personale del Segretariato di rispettare il principio di imparzialità, inclusa la necessità di "astenersi da qualsiasi azione che possa influire negativamente sulla loro posizione di funzionari internazionali che sono responsabili solo nei confronti dell'Organizzazione".
Le azioni e le dichiarazioni del Segretario generale non sono conformi all'art. 97 della Carta dell'ONU, che gli assegna il ruolo di "capo amministrativo dell'Organizzazione". Tali funzioni non garantiscono al capo del Segretariato il diritto di rilasciare dichiarazioni politiche impegnate a nome dell'intera Organizzazione e di interpretare le norme della Carta e i documenti dell'Assemblea Generale.
In questo contesto è quasi strano parlare di un possibile ruolo di mediazione del Segretariato nella crisi ucraina.
Insomma da queste dichiarazioni così nette pare evidente che la Russia abbia intenzione di ripensare seriamente la funzione dell'ONU, o quanto meno di rimettere in discussione la credibilità del suo Segretariato.
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"Zelensky può avere la pace adesso o combattere per altri tre anni prima di perdere l'intero Paese", ha tuonato Trump.
Però è comodo scaricare tutto su Zelensky. Inutile che Trump dica che questa non è la sua guerra ma quella di Biden. Questa è la guerra voluta dagli USA, di cui Trump è presidente. Il golpe del 2014 l'hanno organizzato loro, con prove evidenti.
Zelensky, come tanti altri nazionalisti e neonazisti ucraini, sono stati gli ingenui di turno che han creduto alle sirene occidentali, quando queste promettevano una facile vittoria contro la Russia. Adesso si sentono traditi e non sanno cosa fare. Gli stessi occidentali non sanno letteralmente come uscirne, salvando la faccia. Trump può fare tutte le dichiarazioni che vuole, può anche staccarsi dalle intenzioni degli statisti europei più sciagurati, che vogliono continuare la guerra, ma non può pretendere che Mosca si pieghi alla sua volontà.
Putin non è entrato in guerra a cuor leggero: ci ha pensato otto anni prima di farlo, poiché credeva negli Accordi di Minsk. Le condizioni dell'operazione militare speciale erano state fissate chiaramente sin dall'inizio, e non sono ancora state adempiute tutte, e non lo saranno finché l'occidente, quindi inclusi gli USA, non smetterà di sostenere la giunta di Kiev. Trump ha ragione solo su una cosa: se Zelensky non accetterà la resa incondizionata, perderà l'intero Paese. Solo che non lo perderà fra tre anni, ma molto prima.
A Putin non può interessare minimamente che Trump voglia una pace affrettata, non avendo gli USA più soldi da spendere per questa proxy war. Personalmente non credo neppure che auspichi una rimozione violenta di Zelensky ad opera di qualche killer pagato dalla CIA. Piuttosto è il popolo ucraino che deve convincersi d'aver sostenuto un regime che di democratico non aveva assolutamente nulla. Questo perché, per avere una propria sicurezza esistenziale, non può bastare alla Russia che l'Ucraina non entri nella NATO o sia smilitarizzata o il governo sia denazificato. Gli ucraini devono capire che non è in nome della russofobia che si può costruire la fiducia reciproca. E non devono neppure pensare che, siccome han perso la guerra, saranno costretti ad accettare la democrazia.
27 aprile: Ucraina, Russia, USA, UE, Croazia
Funzionari ucraini ed europei hanno respinto alcune proposte statunitensi su come porre fine al conflitto ucraino.
Ma cos'è che dà tanto fastidio? Il riconoscimento alla Russia dei territori sud-orientali che ha conquistato sul campo o che hanno voluto passare sotto Mosca tramite regolari referendum? Queste non sono cose che Putin potrà mettere nel negoziato. Se non vengono riconosciute, la trattativa non parte neanche.
Peraltro gli USA riconoscono de jure solo il possesso della Crimea; per gli altri quattro territori (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson) accettano solo un possesso de facto, dovuto alla forza militare non al diritto dei referendum. Questa è una posizione assolutamente ridicola, poiché implica che, appena l'Ucraina si sarà ripresa militarmente, la guerra scoppierà di nuovo.
Mosca non può accettare neppure che possa essere istituito, preventivamente, un cessate il fuoco, e solo dopo l'avvio dei negoziati. Ancora non s'è capito che la procedura dev'essere invertita: prima l'occidente deve smettere di appoggiare finanziariamente e militarmente Kiev, poi Kiev deve chiedere la resa, e infine si stabilisce la divisione del territorio. In caso contrario la guerra continuerà ad libitum e i russi prenderanno sempre più territori, benché non siano interessati all'area occidentale del Paese, a ovest del Dnepr. A meno che la NATO non voglia entrarvi: in tal caso procederà a occupare anche questa parte del Paese.
L'altra assurda proposta americana prevede che l'Ucraina riconquisti il territorio nella provincia di Kharkov (Kharkiv), che confina proprio con le due regioni di Donetsk, Luhansk. Certo, così da lì, tra qualche anno, i neonazisti potrebbero far ripartire il contrattacco. Proprio non ci siamo. Quello che si è conquistato sul piano militare non può essere ceduto in alcuna maniera. Neppure gli USA lo farebbero. Non si capisce perché debba farlo la Russia.
Anche l'idea stessa che gli USA si prendano il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia non sta né in cielo né in terra. è inutile che Trump dica che è Zelensky a non volere la pace. è altrettanto inutile che minacci la Russia di spiacevoli conseguenze se non accetta proposte del genere. La pace non può essere ottenuta pensando di fare un favore agli interessi economico-finanziari degli USA, tanto meno se su un territorio già russo.
La delegazione americana chiede anche che gli ucraini possano ottenere un passaggio senza ostacoli lungo il fiume Dnepr, che arrivi sino al controllo della costa di Kinburn, occupata dai russi sin dal maggio 2022. Così, di fatto, potranno accedere al Mar Nero da un territorio già russo, osservando bene l'intera flotta russa e organizzando degli attentati terroristici contro i russi, civili o militari che siano. Anche questa è una proposta fantapolitica, che fa solo perdere tempo. Peraltro proprio a Kinburn si svolse nel 1855 una battaglia navale che i russi persero contro gli anglo-francesi durante la guerra di Crimea. Non lo sanno gli occidentali che i russi sono un popolo amante dei simboli?
Altra proposta priva di qualunque prospettiva: la sicurezza dell'Ucraina sarà garantita da Paesi europei e "altri Paesi amici" (?). Ovviamente l'Ucraina non entrerà nella NATO ma potrà sempre entrare nella UE. Si può essere più antidiplomatici di così? Come può Mosca accettare una presenza militare europea, seppur con funzioni di peacekeeping, quando in questo momento la UE viene considerata l'ostacolo principale al raggiungimento della pace (tant'è che non viene neppure ammessa in sede negoziale)? Peraltro, essendo la UE quasi coincidente con la NATO, è evidente che, se anche si assicura che l'Ucraina non entrerà nella NATO, questa però entrerà in Ucraina.
E che dire della proposta economica di Trump, relativa al fatto che Washington e Kiev attueranno un accordo di cooperazione in materia di minerali? In quali territori ciò avverrà se ancora non si sa come sarà divisa l'Ucraina?
Insomma l'unica cosa valida delle proposte americane riguarda la revoca delle sanzioni e la ripresa della cooperazione economica in materia di energia e altri settori industriali. Ecco, deve essere stata questa cosa che agli statisti russofobici della UE non è andata a genio. Per loro le sanzioni devono rimanere a tutti i costi e i miliardi congelati alla Banca centrale della Russia vanno utilizzati per ricostruire l'Ucraina.
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Ha scritto Trump: "Putin non aveva motivo di lanciare missili contro aree civili, città e paesi negli ultimi giorni. Questo mi fa pensare che forse non vuole fermare la guerra, ma sta solo giocando con me e che bisogna trattarlo in modo diverso, attraverso ‘operazioni bancarie' o ‘sanzioni secondarie'? Troppe persone stanno morendo!".
Trump parla come un bambino viziato, capriccioso. Appena dice qualcosa, pretende che gli altri si conformino ai suoi desiderata, come fossero dei lacchè. Non capisce che Putin va trattato come suo pari. Non è uno scolaretto che va punito per colpa di qualche marachella. Anche perché potrebbe, se volesse, distruggere completamente l'Ucraina in pochi giorni. E non ci sarebbe alcun Paese al mondo in grado di fermarlo. Se non lo fa, è perché ha un certo senso dell'etica, è lontanissimo dall'idea di terrorizzare i civili, tanto più che gli ucraini sono strettamente imparentati coi russi. Lo sono da quando il cristianesimo ortodosso ha messo le prime radici tra gli slavi proprio in quel Paese. La Chiesa russa fa risalire le sue origini al battesimo del principe Vladimir I di Kiev nel 988. Per i russi non ha alcun senso distruggere questa nazione. Sarebbe come cancellare la propria memoria. Né possono farlo per far capire agli occidentali che non hanno intenzione di scherzare. Non possono radere al suolo Kiev per far capire agli euroamericani che devono smettere di sostenere militarmente i neonazisti che governano il Paese.
Sono in grado gli americani o gli europei di capire questa cosa? Sarebbero disposti gli americani a bombardare a tappeto una città come Londra? Le atomiche le hanno sganciate sui giapponesi perché li consideravano una razza inferiore. Ma non l'avrebbero mai fatto sulla Germania nazista, che pur non era meno feroce del Giappone.
A volte ci si chiede: la von der Leyen, la Kallas, Borrell, Stoltenberg, Rutte, Metsola, Macron, Starmer, Tusk, Draghi, Meloni, Tajani e tanti altri statisti e persone di spicco in Europa da dove vengono? In quale pianeta vivono? Che studi hanno fatto? Hanno mai capito qualcosa dei russi o degli slavi in generale? Riescono vagamente a intuire che non hanno radici culturali identiche alle nostre?
Insomma si fa una certa fatica a capire se Trump sia proprio limitato di suo, o se sia impossibile aspettarsi che gli USA possano votare un presidente migliore. Da come parla, sembra che gli americani non sappiano nulla né di storia né di democrazia. Si esprimono come da noi si potrebbe fare al bar o dal barbiere.
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Forse non ci rendiamo bene conto che contro i russi, in una guerra convenzionale, è impossibile vincere. è un territorio troppo grande.
Hitler infatti non pensava minimamente di occupare la sua area asiatica. Sapeva benissimo di non averne le forze. Si sarebbe accontentato dell'area europea, che per lui andava dal Mare di Barents al Mar Nero. Semplicemente sperava che, occupando Mosca, l'intera URSS si sarebbe arresa. Tuttavia quando si rese conto che Mosca non riusciva a espugnarla, fece un errore che pagò caro: invece di attestarsi sulle posizioni già acquisite, decise di occupare Stalingrado, poiché gli facevano gola le riserve energetiche del Caucaso.
Forse pochi sanno che il tentativo di conquistare questa città, gli costò una sconfitta colossale: 1,5 milioni di uomini, tra morti, feriti e arresi. Non si era mai vista una cosa del genere. Lo stesso Hitler fu costretto a dichiarare il lutto nazionale nel febbraio 1943.7
Nonostante ciò non si arrese. Anzi, nel saliente di Kursk, fu organizzata una gigantesca battaglia di carri armati: in tutto ve n'erano 1.200. I nazisti erano convinti che i loro Tigre, Pantera e Ferdinand fossero migliori, imbattibili. Invece fu un'altra tragedia: i tedeschi persero un altro mezzo milione di uomini.
Sappiamo tutti come andò a finire. I nazisti si arresero solo a Berlino. Ma, prima di questa resa incondizionata, aveva già perso milioni di militari. Sono cifre che nessuna "NATO" al mondo, per nessuna ragione, potrebbe sopportare, nessun Paese occidentale sarebbe disposto a sostenere, neanche se si preparasse alla guerra nell'arco di una decina d'anni.
I tedeschi iniziarono la guerra in Russia il 22 giugno 1941 e la terminarono in Germania l'8 maggio 1945. Nessun esercito europeo o americano sarebbe in grado di condurre una guerra così devastante per un periodo così prolungato e con perdite così colossali. La stessa Russia perse oltre 27 milioni di persone. L'intera Italia a quel tempo arrivava a circa 45 milioni di abitanti. Immaginiamo cosa possa voler dire che, finita la guerra, più di una persona attorno a ognuno di noi è scomparsa.
Quando la NATO attacca usa la tattica hitleriana della guerra-lampo. Questo vuol dire che prepararsi per una guerra convenzionale di lungo periodo, destinata ad avere perdite colossali, è una cosa che può venire in mente solo a dei politici che non sanno nulla di questioni militari. Al loro confronto i nostri generali sono delle menti illuminate.
Dunque una guerra contro la Russia può essere condotta solo sul piano nucleare, col rischio però di tornare, nel migliore dei casi, all'età della pietra.
L'occidente ha provato a distruggere la Russia al tempo della guerra fredda, usando propaganda, spionaggio e consumismo, e quasi vi era riuscito. Ma con Putin la musica è cambiata. I russi se lo ricorderanno nei secoli a venire.
La Russia non ha solo infinite riserve sul piano energetico, ma anche grandi capacità di riscatto sociale, di orgoglio nazionale, di tenuta morale, di spirito collettivistico, di sopportazione dei sacrifici che noi in Europa (ma diciamo pure nell'occidente collettivo) abbiamo perduto dopo molti secoli di vita borghese.
Tenere in allarme le popolazioni europee può voler dire solo una cosa: gli statisti, e naturalmente tutte le oligarchie che loro rappresentano, essendo profondamente corrotti, si stanno preparando a sostituire la democrazia formale con una dittatura reale. La Russia servirà solo come pretesto, proprio perché nessuna dittatura ha senso se non vi è un pericoloso nemico da sconfiggere. E gli Stati Uniti faranno lo stesso con la Cina, tanto tra europei e americani ci s'intende.
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In Italia il mainstream ha taciuto del fatto che Zoran Milanović ha trionfato nel secondo turno delle elezioni presidenziali croate, tenutesi lo scorso 12 gennaio, venendo confermato alla guida del Paese per un altro mandato quinquennale (il regime però è parlamentare non presidenziale, e sia il parlamento che il governo restano sotto il controllo del centro-destra, apertamente filo-atlantista).
Aveva avuto un risultato schiacciante: il 74,68% dei voti, contro il 25,32% raccolto dal suo avversario, Dragan Primorac, candidato sostenuto dall'Unione Democratica Croata, formazione di centro-destra che fa capo al premier Andrej Plenković, e che è stata oggetto di numerosi scandali di corruzione, tant'è che al tempo del suo primo mandato, anche grazie alle sue denunce, ben 30 ministri furono costretti a dimettersi.
La vittoria è stata snobbata perché rappresenta un segnale politico che vede sempre più popoli europei votare contro le politiche militariste della NATO e dell'Unione Europea.
Già durante il suo primo mandato Milanović (sostenuto dalle forze di centro-sinistra e in particolare dal partito socialdemocratico) aveva bloccato l'invio di ufficiali croati alla missione NATO in Germania per la formazione di truppe ucraine e aveva promesso che nessun soldato croato avrebbe partecipato a missioni in Ucraina.
Milanović ha sottolineato l'importanza di proteggere il Paese dall'essere "trascinato in guerra" e ha ribadito che il suo obiettivo è mantenere una posizione equilibrata che tenga conto degli interessi nazionali, piuttosto che seguire ciecamente i diktat di Bruxelles e Washington.
Insomma sarebbe una gran cosa se nella UE si cominciassero a premiare dei politici o degli statisti che promuovono una visione più indipendente della politica estera, opponendosi all'interventismo militare.
28 aprile: USA, UE, Russia, Ucraina
In questa guerra russo-ucraina l'atteggiamento più curioso degli occidentali (americani ed europei in primis) è la totale incapacità ad ammettere che la Russia sul piano militare è più forte dell'intero occidente collettivo.
Sono passati oltre tre anni e non c'è stato neanche un momento in cui le forze armate russe abbiamo mostrato che in una guerra di logoramento avrebbero potuto essere sconfitte.
La guerra è rimasta sul piano convenzionale (per fortuna, bisogna dire) e la NATO l'ha persa. La Russia ha saputo tener testa, da sola, a 32 Paesi! Non solo, ma, mentre vinceva sul piano militare, si riorganizzava su quello economico-finanziario, affrontando con successo le mille sanzioni occidentali, il congelamento di 300 miliardi di dollari della propria Banca centrale, e persino contribuendo alla creazione di un mondo multipolare e di una mastodontica organizzazione come quella dei BRICS, per non parlare delle nuove relazioni stabilite con quei Paesi africani che vogliono liberarsi del colonialismo europeo.
Dunque, a questo punto, l'occidente cos'ha intenzione di fare? Vuol fare intervenire direttamente la NATO nel conflitto, mantenendolo sul piano convenzionale? Vuole trasformarlo da convenzionale a nucleare? Prima di scendere in campo esplicitamente vuole investire miliardi di capitali nel riarmo? Al momento sembra che stia chiedendo all'Ucraina di resistere il più possibile, cioè il tempo sufficiente affinché la NATO si riarmi per bene e che possa dichiarare guerra alla Russia con un esercito numericamente non inferiore a quello russo. Ma può l'Ucraina resistere altri 3-4-5 anni?
Diciamo questo perché, a leggere le proposte di pace americane ed europee, appare chiaro che non esiste un vero negoziato risolutivo. Alla Russia si chiede soltanto di retrocedere dai territori conquistati. Sul piano giuridico le si riconosce solo la Crimea. Tutti gli altri territori vengono riconosciuti di pertinenza russa solo pro tempore, nel senso che se è vero che al momento li hanno conquistati militarmente, è anche possibile che li perdano in un prossimo futuro.
Si pretende, come base di partenza per una trattativa, la fine delle ostilità, cioè l'occidente pretende una cosa come se sul campo di battaglia fosse lui a vincere. Infatti parla di un cessate il fuoco totale e incondizionato in cielo, a terra e in mare, e che il rispetto di questo ceasefire sarà monitorato dagli Stati Uniti e sostenuto da Paesi terzi, i quali non possono essere disarmati.
Un'Unione Europea altamente belligerante e perdente chiede alla Russia come deve regolarsi nelle trattative di pace. Mi chiedo se nella storia delle guerre del genere umano si sia mai vista una cosa del genere. Sembriamo un chihuahua che abbaia a un rottweiler.
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Ammettiamo una cosa inconfutabile: dai tempi dell'espansione della NATO verso est l'occidente non ha mai fatto una proposta relativa alla sicurezza generale del continente europeo, valida per tutti i Paesi che lo compongono.
Altra verità lapalissiana è che la Russia non è solo un Paese asiatico, ma anche europeo. E la sua sicurezza esistenziale non può essere decisa dagli USA, dalla UE o dalla NATO. Va decisa, come minimo, in una conferenza europea, se non internazionale, visto che non si potrebbero escludere gli Stati Uniti.
Ma poi, pensiamoci bene, considerando che i commerci si svolgono a livello mondiale, come potrebbe essere esclusa da una conferenza del genere un Paese come la Cina? Chi più di lei avrebbe bisogno che nel continente europeo fosse garantita una pace di lunga durata? Un Paese che investe centinaia di miliardi nelle infrastrutture solo per potersi espandere commercialmente nel mondo, ha bisogno come il pane di sicurezza e stabilità.
Ebbene, in Europa non ci sono neanche le basi minime per assicurare la pace nel continente. E non possiamo credere che tale pace possa essere garantita dalle sceneggiate clownesche di Trump.
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Non facciamoci illusioni. Stiamo sì assistendo, in tempo reale, alla fine del capitalismo occidentale, ma non a quella del capitalismo in sé. Si tratta solo di un passaggio di testimone da una forma a un'altra.
Nella storia del genere umano queste transizioni sono eventi naturali, anche se per lo più avvengono in maniera cruenta, poiché, quando si costruiscono potenti società schiavistiche (e anche la nostra lo è, seppure il salariato è giuridicamente libero), non piace morire nel proprio letto: si preferisce combattere il più possibile.
Si pensi al passaggio dalla civiltà greca a quella romana, che rappresentavano due forme di schiavismo privato, con la differenza che uno era basato sull'autonomia delle città-stato, che alla bisogna si univano tra loro per formare delle leghe, mentre l'altro faceva del diritto, della cittadinanza, dell'impero e del suo principe qualcosa di universale.
Lo schiavismo statale era invece rappresentato da Egitto e Persia, che nulla poterono contro i Romani, il primo, e contro i Greci, la seconda.
I Romani erano affascinati dalla cultura greca, ma questo non gli impedì di dominarli fino a quando Costantino non decise di trasferire la capitale dell'impero a Bisanzio, favorendo così un'altra epocale transizione, quella dal paganesimo al cristianesimo.
Oggi sta avvenendo la stessa cosa: Russia e Cina, dopo aver ammesso la superiorità occidentale sul piano tecnico-scientifico, ora ci stanno facendo vedere di sentirsi superiori: l'una sul piano militare, l'altra su quello economico, ed entrambe contro l'intero occidente collettivo.
Smettiamola però con le infatuazioni, con gli entusiasmi da stadio. Sempre capitalismo è. E non diventa più umano o più democratico solo perché l'iniziativa produttiva e commerciale è controllata dallo Stato; o solo perché, come succede in Cina, il capitale viene schermato o circonfuso ideologicamente dalle dottrine del socialismo scientifico, seppur con caratteristiche atipiche.
Diciamo solo che in questo momento noi occidentali dobbiamo abbassare la cresta e guardare le cose da un angolo. Anzi, se fossimo davvero intelligenti, come nel passato abbiamo dimostrato in tanti campi dello scibile umano, dovremmo iniziare a cercare qualcosa che vada oltre i soliti criteri del profitto industriale o della rendita finanziaria, che noi stessi peraltro abbiamo inventato. E questo naturalmente senza ripetere gli errori del socialismo statalizzato.
29 aprile: Corea del Nord, Russia, blackout elettrico
Kim Jong-un ha descritto la partecipazione dei soldati nordcoreani ai combattimenti nella regione di Kursk come una "missione sacra". A Pyongyang verrà eretto un monumento in loro onore.
Qui bisognerebbe chiarire che non erano "mercenari", come quelli che assolda Kiev per combattere i russi. Infatti erano stati inviati in conformità con le disposizioni del Trattato di partenariato strategico globale tra le due nazioni.
Ci rendiamo conto di questo cosa vuol dire? Primo: la Russia non vuole mercenari che combattano per sé; secondo: i nordcoreani non hanno combattuto in Ucraina ma in un territorio russo occupato dagli ucraini (criticarli per questo, da parte dell'occidente, non ha senso); terzo: quando sono "globali" gli accordi di "partenariato strategico" includono una piena intesa militare; quarto: l'intesa prevede un aiuto reciproco di tipo militare, quando uno dei due Paesi viene attaccato da Paesi terzi; quinto: l'aiuto non viene concesso automaticamente, ma va richiesto in caso di necessità (cioè non ha l'automatismo tipico della NATO, che toglie ai governi alleati il diritto di poter decidere se intervenire o meno quanto un loro Stato viene attaccato).
Scommettiamo che questo stesso trattato verrà firmato anche dall'Iran? E che, finita la guerra in Ucraina con una Russia vittoriosa, molti altri Stati chiederanno di fare la stessa cosa?
Qui bisogna mettersi bene in testa una verità piuttosto evidente: la Russia di Putin non è l'URSS stalinista. Non ha alcun interesse a esportare il cosiddetto "socialismo reale", non vuole porsi come potenza ideologica. Potrà non piacere ai cultori del "socialismo scientifico", ma in questo momento sta cercando di far capire che la democrazia potrebbe essere realizzata semplicemente avendo un minimo di "buon senso" e di "razionalità". Che poi, se sulla base di tali valori sarà davvero possibile realizzare la democrazia, sarà la storia a deciderlo. Ma in questo momento è infinitamente di più di quanto l'occidente collettivo ha da offrire.
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Le maggiori banche russe sanzionate hanno creato un sistema di compensazione denominato "Chinese Track". Praticamente servirà per ridurre la visibilità delle transazioni finanziarie con la Cina agli occhi delle autorità di regolamentazione occidentali, diminuendo drasticamente il rischio di sanzioni secondarie.
Forse non ci rendiamo bene conto che tutte le sanzioni occidentali stanno diventando un'occasione per creare un sistema commerciale e finanziario del tutto indipendente dai circuiti e meccanismi occidentali. Basta avere la volontà di farlo, e Cina e Russia non hanno problemi di sorta, e tutto funziona perfettamente.
Prima le migliaia di sanzioni alla Russia, ora le tariffe daziarie iperboliche alla Cina: ogni giorno che passa si ha sempre più l'impressione che noi occidentali siamo assolutamente ridicoli. L'esibizione muscolare della nostra potenza somiglia a quella dei palestrati che assumono steroidi anabolizzanti. Non solo, ma tutto quello che facciamo si ritorce inevitabilmente e pesantemente contro i nostri stessi interessi. Il bello è che l'economia capitalistica l'abbiamo inventata noi, non i russi o i cinesi.
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Il 28 aprile un'enorme interruzione di corrente elettrica ha colpito il 65% della Spagna, il 60% del Portogallo, Andorra e parte del sud della Francia. Le isole Canarie e Baleari, con sistemi elettrici autonomi, non sono state colpite. Un evento eccezionale, senza precedenti. Motivo sconosciuto.
Il blackout ha interrotto il funzionamento di semafori, banche, industrie, internet..., ha costretto all'evacuazione delle metropolitane di Madrid, Barcellona, Valencia e Siviglia, ha causato caos operativo all'aeroporto di Barajas e sui treni ad alta velocità in tutta la Spagna. Gli ospedali di Madrid hanno continuato a funzionare grazie a generatori di emergenza. Le centrali nucleari hanno interrotto la produzione per sicurezza, ma i sistemi interni rimangono operativi con gruppi elettrogeni.
Naturalmente la von der Leyen ne ha approfittato subito per dire che si trattava di un "attacco diretto alla sovranità europea" ordito dalla Russia.
Immaginiamo se davvero la Russia potesse fare una cosa del genere, e non solo in un Paese ma nei principali Paesi della UE.
Qual è la prima cosa che a uno statista con un minimo senno dovrebbe venire in mente?
Se fosse un minimo esperto di diplomazia, dovrebbe fare, tra sé e sé, un ragionamento molto semplice: "So bene che è stata la Russia, ma pubblicamente non lo dirò. Preferirò dare la colpa a qualche tecnico che non ha fatto il suo dovere o a qualche incidente imprevedibile. Magari aggiungerò una considerazione filosofica, dicendo che, a quanto pare, il nostro benessere è legato a un filo, e che dobbiamo sempre stare molto attenti a non sprecare le cose, a risparmiare, a prevedere il peggio ecc. Poi privatamente, nel più assoluto riserbo, cercherò di realizzare con la Russia una trattativa affinché la cosa non si ripeta".
Invece noi in Europa abbiamo la von der Leyen, che dall'alto della sua insipienza, accusa la Russia senza neanche un'indagine preliminare, senza neppure avere uno straccio di prova. Quanto è inadeguata al suo ruolo questa donna!
A proposito, secondo la compagnia elettrica portoghese una delle possibili cause sarebbe un incendio nel sud della Francia, sul monte Alarico, che ha danneggiato una linea ad alta tensione tra Perpignan e Narbona.
L'Instituto Nacional de Ciberseguridad e il Centro nazionale criptologico stanno valutando l'ipotesi di un attacco informatico, ma non ci sono prove certe.
Comunque blackout del genere li abbiamo già visti: quello europeo del 2006, quando un'innocente manovra su una linea elettrica tedesca mandò in tilt mezzo continente, o quello italiano del 2003, che spense il 95% del Paese.
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Quando un Paese capitalistico ritiene d'essere arrivato alla sua massima espansione industriale, in quanto la concorrenza non gli permette di espandersi, e le difficoltà del proprio imperialismo cominciano a pesargli più del dovuto, in quanto nessuna colonia ama essere saccheggiata senza reagire, comincia, ad un certo punto, a chiedersi se non sia meglio cercare profitti di tipo puramente monetario, poiché gli sembrano più facili, più immediati. è il gioco in borsa che produce questa convinzione. Persino quando l'industria era ben poco cosa, cioè quando esisteva la tratta dei neri dall'Africa, i mercanti avevano l'impressione di fare affari più facilmente dei piantatori americani.
La rivoluzione industriale ha dovuto distruggere, con molta fatica, l'autoconsumo medievale e la rendita feudale, ma la rendita finanziaria in occidente si situa in un percorso collaudato. Tale percorso però viene portato alle sue estreme conseguenze, eliminando del tutto la democrazia formale in virtù di un'oligarchia di pochi privilegiati, senza alcuno scrupolo, che sanno di avere i militari dalla loro parte.
La Cina non fa altro che riprendere il nostro cammino industriale, là dove l'avevamo lasciato per dedicarci prevalentemente alla finanza. E ci sta dimostrando che la finanza, senza un sottostante produttivo, vale poco.
30 aprile: Stati Uniti, Russia, Canada
Chi ha ereditato l'impero britannico? L'impero di quell'isola che i Romani non riuscirono mai a conquistare integralmente? Quell'isola che intorno al Mille fu conquistata dai pirati Normanni? Quell'isola che nel sec. XVII fece una rivoluzione borghese con cui seppe porre fine, internamente, al dominio dell'aristocrazia terriera e, esternamente, al colonialismo olandese? Quell'isola che conquistò un impero più grande di quello di Gengis Khan?
Sono stati gli Stati Uniti. Sono stati loro che, con la loro talassocrazia, hanno ampliato quell'impero anglofono usando non solo le armi, ma anche e soprattutto la potenza della loro moneta, l'ideologia di un liberismo assoluto, l'illusione del consumismo di massa, l'individualismo esasperato, il mito della tecnologia onnipotente. Sono stati gli americani a farci sentire il mondo un "villaggio globale".
E il Regno Unito che fine ha fatto? Quello dell'attore comprimario. E tutti gli altri europei? Essendosi autodistrutti nell'ultima guerra mondiale, possono al massimo pretendere di fare da controfigura o da stuntman. L'intera Europa ha accettato di essere dominata dagli americani. Nessun Paese europeo può fare più nulla che gli USA non vogliano.
Ma in questo momento chi si oppone di più a questa obsoleta anglosfera, che impedisce al mondo di crescere, di svilupparsi, di trovare pace sicurezza stabilità? Sono due i Paesi più importanti. Non ce ne sono altri in questo momento. è con Russia e Cina che tutti gli altri Paesi del mondo devono in qualche modo allearsi per liberarsi da questo incubo. Deve essere una liberazione collettiva. Ognuno deve fare la sua parte, perché qui, al nostro cospetto, non vi è una semplice dittatura nazionale, come poteva essere quella nazista, ma abbiamo a che fare con un impero che vanta un dominio mondiale. Nessuno può permettersi il lusso di guardare dalla finestra, non tanto perché si faranno guerre apocalittiche, quanto perché i poteri dominanti, sfruttando questa paura, elimineranno gli ultimi residui della democrazia rappresentativa.
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Putin ha approvato il trasferimento nella Federazione Russa degli stranieri che condividono i valori tradizionali, lo stile di vita del suo Paese.
Ha però precisato che devono essere giovani, disposti a sposarsi e che studino in Russia o che arrivino almeno con una certa istruzione.
A quali valori si riferisca non l'ha detto. Il suo Paese è enorme: solo di fusi orari ne ha 11!
Sappiamo che la Russia è spopolata, ma pare che le popolazioni asiatiche la stiano aiutando a sopravvivere.
In realtà quello che stupisce è che chieda un immigrato selezionato. A questi livelli farà molta fatica a risolvere il problema demografico.8
In genere la prassi dovrebbe essere un'altra. Una famiglia qualunque emigra in un Paese, sperando di avere più fortuna che nel proprio. Trova un qualunque lavoro per poter campare. Magari col tempo ne trova un altro più gratificante. Intanto manda i suoi figli nelle scuole del Paese ospitante, possibilmente sin dalle elementari. E sarà solo alla fine degli studi che i figli potranno dire di potersi permettere un lavoro migliore di quello dei propri genitori.
Se non sai la lingua perfettamente e non conosci la cultura di un Paese, fai fatica a emergere. In Italia per molti giovani non basta neppure questo: son costretti a emigrare, facendo grandissimi favori ai Paesi che li ospitano e che non hanno speso un centesimo per la loro formazione.
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Il portavoce del Dipartimento della Difesa Nazionale, Nick Drescher Brown, ha dichiarato che il Canadian Forces Support Group ha diramato un avviso al personale in merito alla presenza di oche presso la sede centrale di Carling Avenue (zona ovest di Ottawa), consigliando a chiunque incontri questi uccelli di mantenere la calma e di non farsi prendere dal panico.
Questo accade durante la stagione riproduttiva, poiché le oche canadesi possono diventare estremamente aggressive dopo aver deposto le uova.
Quando vedono uno stormo di oche, i militari devono ritirarsi lentamente e silenziosamente, senza perdere la loro arma di servizio, la loro calma e senza voltare le spalle all'oca, cioè mantenendo il contatto visivo mentre si indietreggia.
La direttiva mette in guardia sia il personale militare che quello civile dal tentare di dare da mangiare o toccare le oche, poiché ciò potrebbe provocarle.
Se l'oca carica o sibila, bisogna alzare le braccia per sembrare più grandi e indietreggiare lentamente. (Ci mancava che dicessero di sventolare la bandiera bianca!)
La maggior parte degli attacchi agli esseri umani provoca ferite lievi o inesistenti. Ma possono verificarsi anche lesioni gravi. Gli attacchi delle oche hanno causato fratture ossee, traumi cranici e stress emotivo. Molte di queste lesioni si verificano quando la persona cerca di evitare un'oca che attacca, inciampando e cadendo.
Queste son tutte frasi che avrei dovuto mettere tra virgolette. E chiunque di noi abbia studiato storia romana non può non ricordare la potenza delle oche del Campidoglio, che misero in fuga i Galli di Brenno.
Naturalmente la specie è protetta e non può essere trasferita altrove, una volta che ha nidificato.
La stagione della nidificazione va da marzo a maggio, proprio nei mesi che in genere gli occidentali usano per attaccare gli altri Paesi. Ora il Canada è debolissimo e Putin può farne polpette. Sempre che prima non ci pensi Trump, che non vede l'ora di passare alla storia come il presidente che si è preso il 51° Stato sotto la sua bandiera. Magari proprio grazie alle oche!
è piuttosto impressionante vedere come nella UE gli statisti che si rifanno al socialismo o alla socialdemocrazia siano, salvo eccezioni, perfettamente in linea con gli statisti neoliberisti in merito all'idea di opporsi con tutte le forze alla Russia. Neanche che questa fosse comunista...
Paradossalmente sono più feroci contro la Russia, che pur ci ha riforniti di tante materie prime a basso costo (di cui quelle energetiche sono state fondamentali per garantire alla UE grande competitività nel mondo), che non contro la Cina, che pur si dichiara ufficialmente socialista e che con le sue merci sottocosto manda in fallimento le nostre imprese e i nostri negozi, salvo quelli naturalmente che in qualche maniera fanno affari con gli stessi cinesi.
Perché questa russofobia? Perché questa assoluta miopia? questa inspiegabile ingratitudine?
Una volta si capiva di più che il socialismo o la socialdemocrazia occidentale odiasse visceralmente il comunismo sovietico, il leninismo, lo stalinismo, il socialismo statalizzato. Ma oggi tutto ciò non esiste più.
La stessa classe operaia europea produce armi con cui si distruggono popolazioni straniere. E anche quando non siamo in guerra, questo proletariato industriale, una volta considerato il fiore all'occhiello del socialismo scientifico, non fa che produrre inquinamento per l'ambiente, esattamente come la classe agraria quando produce per il mercato.
Questo per dire che la socialdemocrazia borghese ha stravinto in Europa. Che bisogno ha di pretendere la sconfitta della Russia? Prima del 2022 si andava d'amore e d'accordo. Che cosa ci è successo? Non è possibile che nei nostri statisti si sia maturata un'acredine così ideologica senza alcuna vera motivazione. Si ha insomma la netta impressione che la Russia, ma anche la Cina, siano solo pretesti da utilizzare per nascondere agli occhi dell'opinione pubblica il fallimento generale di un sistema, quello del capitalismo privato, un fallimento progressivo, incalzante, che ha subìto un primo duro colpo ai fianchi con la crisi dei subprime americani del 2008, un secondo colpo con la pandemia, un terzo colpo con l'illusione di vincere celermente la guerra contro la Russia, e un quarto colpo con l'incredibile sviluppo economico della Cina.
Gli statisti europei non riescono più a controllare la situazione e probabilmente stanno per compiere qualcosa che li metterà definitivamente al tappeto. Dipenderà molto da come sapranno reagire gli stessi europei, la cui pazienza non potrà durare all'infinito.
Nell'articolo "Commercio britannico", pubblicato sul "New York Daily Tribune" il 3 febbraio 1858, Marx previde che il maggior Paese imperialistico della sua epoca, l'Inghilterra, sarebbe stato costretto, a causa dell'esportazione di merci e capitali, cui doveva corrispondere un aumento delle importazioni, a finanziare i suoi concorrenti, cioè l'America, e così a scavarsi la fossa.
Infatti esportare senza importare può essere fatto se si domina in toto una colonia. Ma se in quella colonia emigrano gli stessi abitanti della madrepatria imperialista, questi stessi diventano imprenditori e commercianti e quindi vogliono esportare, e vogliono farlo alla pari, senza dover subire dazi sanzioni embarghi... Ecco perché gli americani fecero una rivoluzione anticoloniale contro gli inglesi. Al tempo in cui scriveva Marx l'Inghilterra stava già subendo un certo disavanzo commerciale, proprio perché gli americani stavano diventando più competitivi. E non solo loro, ma anche i cinesi, gli indiani, i russi, ecc. I prezzi erano più bassi e la qualità era equivalente.
A volte non c'è neppure bisogno di occupare un Paese per farlo diventare una colonia per il capitalismo. I suoi stessi abitanti, imitando i ritrovati tecnologici dei Paesi più avanzati, entrano da soli, spontaneamente, nel mercato capitalistico (vedasi, per es., il Giappone, che passò dal feudalesimo al capitalismo avanzato in pochissimo tempo).
Oggi gli USA stanno vivendo lo stesso rapporto col mondo, soprattutto con la Cina. Sono stati loro a volere un mercato globale, un free market. Vengono finanziati dal resto del mondo esattamente come lo erano gli inglesi, perché il mondo non comprava solo le loro merci, ma doveva pagare anche i propri debiti.
Tuttavia, come con gli inglesi il mondo si è stufato d'essere sfruttato, così oggi non vuole esserlo nei confronti degli americani. Tanto più che gli USA non han più niente da vendere, o comunque niente che sia più competitivo di quello che viene da altri Paesi del mondo.
Il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) ha rilasciato i numeri delle spese militari nel mondo per il 2024, decimo anno consecutivo di aumento della spesa militare globale.
Con 2,7 trilioni di dollari la spesa militare globale ha raggiunto la sua nuova cifra record, con un aumento del 9,4% rispetto all'anno precedente.
Gli Stati Uniti sono il primo Paese con 997 miliardi di dollari di spesa, il 37% delle spese militari totali mondiali.
Stati Uniti, Cina, Russia, Germania e India rappresentano il 60% della spesa globale totale. La Germania, nella UE, è quella che spende di più: 88,5 miliardi di dollari (il 28% in più). Anche Polonia e Svezia hanno registrato aumenti significativi, con una spesa rispettivamente del 31% e del 34%. In generale la UE è arrivata a 693 miliardi di dollari (il 17% in più).
Naturalmente l'Ucraina ha registrato il più alto onere militare al mondo nel 2024, con una spesa militare pari al 34% del suo PIL. Tutte le entrate fiscali del Paese sono state assorbite dalle esigenze di difesa, mentre la spesa sociale ed economica si è basata interamente sugli aiuti esteri.
Israele, a causa delle sue continue guerre, cui sembra non possa fare a meno, ha guidato la corsa all'armamento, aumentando la sua spesa militare del 65% (46,5 miliardi di dollari). L'onere militare del Paese è salito all'8,8% del PIL, il secondo più alto al mondo, che poi, in gran parte, viene pagato dagli USA. A confronto l'Iran è un poveraccio: spende solo 7,9 miliardi di dollari, nonostante il sostegno che deve dare a Hezbollah e Houthi.
La Cina ha proseguito la sua modernizzazione militare su larga scala, spendendo circa 314 miliardi di dollari nel 2024, con sviluppi in velivoli stealth, droni e un arsenale nucleare in rapida espansione.
Anche il Giappone ha aumentato il suo bilancio militare del 21%, portandolo a 55,3 miliardi di dollari: questo perché teme d'essere invaso dalla Cina, senza voler ammettere che lo è già dagli USA sin dai tempi delle atomiche.
Insomma oltre 100 Paesi si armano in maniera incredibile, come se non dovesse esserci un domani, come se i programmi socioeconomici non contassero assolutamente nulla. E di questi Paesi quelli che fanno più paura appartengono all'occidente collettivo, che non ha nessuna intenzione di cedere lo scettro ai concorrenti.
Tuttavia la cosa che più stupisce è un'altra. La NATO in totale ha speso 1.506 miliardi di dollari (il 55% della spesa militare globale) e ha perso la guerra con la Russia che ne ha spesi solo 149! Negli ultimi 10 anni i Paesi europei appartenenti alla NATO hanno speso 1.800 miliardi di euro in più rispetto alla Russia!
Qui le conclusioni che si possono trarre sono due: o non sanno spendere i soldi, oppure Russia e Cina li sanno spendere benissimo. E poi la scriteriata della von der Leyen, nota per buttar via i soldi altrui, ci viene a raccontare che bisogna aumentare le spese militari di altri 800 miliardi di euro a livello europeo?
Mi è piaciuta la "Lettera aperta al Presidente Mattarella" spedita dal prof. Augusto Sinagra il 20 febbraio 2025.
Sul piano del metodo il punto focale, secondo me, è il seguente: "secondo la Costituzione, non appartiene alle competenze del Capo dello Stato la gestione o l'orientamento della politica estera della Nazione, che è prerogativa del governo e del parlamento."
In effetti un Presidente dovrebbe essere più equidistante e far rispettare a tutti i governi in carica la Costituzione. L'art. 11 parla chiaro. Inviare armi a un Paese belligerante potrebbe essere fatto, al massimo, dopo una risoluzione dell'ONU, che non c'è mai stata per il conflitto russo-ucraino.
Personalmente poi ritengo che neanche in presenza di una risoluzione del genere, l'Italia dovrebbe farlo. Al massimo potrebbe inviare aiuti economici o finanziari o qualunque altra forma di assistenza, ma non armi, né consiglieri militari. Dovrebbe puntare esclusivamente sulla diplomazia, in maniera martellante, al massimo minacciando qualche sanzione, che non colpisca però la popolazione civile. Sanzioni fattibili sono quelle del ritiro degli ambasciatori o quella dell'espulsione dall'ONU o quella di una condanna da parte di una Corte Internazionale, e cose del genere.
Sarebbe invece da discutere, sul piano del merito, il problema sollevato dallo stesso Sinagra là dove afferma che "il diritto internazionale conosce l'Istituto della ‘legittima difesa preventiva'. Cioè proprio la Carta dell'ONU consente il legittimo intervento armato di uno Stato contro altro Stato se ciò appare veramente finalizzato a porre fine a una violazione sistematica e massiccia dei diritti umani fondamentali."
Qui è impossibile dargli torto, poiché la guerra in corso avrebbe potuto essere evitata rispettando i due Accordi di Minsk, che in sostanza non erano altro che una riedizione degli accordi che lo stesso Stato italiano aveva stipulato col Sud-Tirolo, ribattezzato Alto-Adige dal fascismo.
Semmai lo si può contestare laddove afferma che la Russia non ha mai attaccato nessuno: l'ha fatto in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968. è vero ch'erano già due Paesi del COMECON, ma se ci fosse stato Lenin, non ci sarebbe stato alcun intervento armato, poiché lui prevedeva che una nazionalità dell'URSS fosse libera di andarsene.
Fonte: ilgiornaleditalia.it
5 maggio: Mearsheimer, Amnesty
John Mearsheimer, politologo americano, ha detto: "Il mio consiglio all'Iran è di assumere una posizione ferma contro Trump. Se l'Iran o qualsiasi altro Paese mostra la minima debolezza, Trump ne approfitterà... Bisogna tenergli testa e non cedere. Dobbiamo fargli capire chiaramente quali sarebbero le conseguenze disastrose di un attacco all'Iran".
Mearsheimer non è l'ultimo arrivato, ma un rinomato teorico delle relazioni internazionali. Evidentemente ha capito che Israele mira alla disintegrazione dell'Iran e che, per farlo, conta sull'appoggio degli USA. A questi livelli è facile pensare che se anche l'Iran abbandonasse completamente il suo programma nucleare, non gli servirebbe a niente. Il nucleare è solo un pretesto. Piuttosto è la sua politica indipendente e la sua influenza nella regione a dar fastidio a Israele.
Qui stiamo assistendo, a fronte di tanti statisti occidentali, a una postura da gigante coi piedi d'argilla, come quello del sogno di Nabucodonosor. Non è normale che una miriade di personalità di rilievo abbiano bisogno di "dimostrare" che sono le più forti al mondo. Già la pretesa di "dimostrarlo" è la riprova che la propria autorità è minacciata, non viene riconosciuta da tutti.
Tuttavia il vero problema è un altro. Noi occidentali facciamo parte di un impero in procinto di crollare, ma stiamo assistendo che l'ultima spallata venga data dall'esterno. A far crollare il Golem non può essere un sassolino gettato da qualche divinità. Dovremmo essere noi stessi a farlo.
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Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, presentando il rapporto annuale dell'organizzazione, Lo stato dei diritti umani nel mondo, ha detto che "L'effetto Trump sta mettendo il turbo al disfacimento del rispetto dei diritti umani, ponendo a rischio miliardi di persone in tutto il pianeta".
Il riferimento è alla raffica di ordini esecutivi che minano i diritti umani dei migranti e di diverse minoranze, a cominciare dall'abolizione della tutela delle diversità di ogni tipo nelle istituzioni pubbliche, anche quelle scolastiche e universitarie.
"A cento giorni dal suo mandato, il presidente Trump ha mostrato un assoluto disprezzo per i diritti umani universali. Il suo assalto totale ai concetti stessi di multilateralismo, asilo, giustizia razziale, genere, salute globale e azione climatica sta esacerbando il danno, incoraggiando altri leader e movimenti contrari ai diritti umani a unirsi al suo assalto".
Parole sacrosante. Avrei aggiunto che Trump è complice di Netanyahu nello sterminio dei palestinesi, pare intenzionato a scatenare una guerra contro l'Iran, sta bombardando pesantemente lo Yemen, continua a minacciare la Russia di nuove sanzioni se non accetterà la pace alle sue condizioni, sta dichiarando una guerra commerciale al mondo intero con la sua politica protezionistica, è pronto a sostenere un conflitto armato con la Cina e altre bazzecole del genere. Ma da Amnesty, lo sappiamo, non puoi pretendere più di tanto.
6 maggio: Villaggio globale, Sionismo
Uno potrebbe chiedersi che male ci sia a vivere l'intero pianeta come un unico villaggio globale. Nessuno, se per "villaggio globale" s'intendesse qualcosa di libero, aperto, senza barriere o confini, senza pretese di dominio o di sfruttamento di risorse altrui.
Purtroppo però, anche quando gli esseri umani mostrano d'avere delle idee apprezzabili, le vivono nel modo peggiore. Non a caso molti ritengono che la nostra specie (o comunque quella sapiens) sia nata o si sia evoluta con un bug letale. Sembra che noi tutti si sia destinati all'autodistruzione, in forza del fatto che le nostre armi, col tempo, non lasciano scampo a nessuno, ovunque si viva.
Può darsi che la natura abbia da guadagnare dal nostro destino, riprendendosi ciò che le abbiamo sottratto. Ma per i sopravvissuti all'apocalisse sarebbe una magra consolazione apprezzare la rinascita della natura in cambio di uno spopolamento catastrofico del genere umano.
Possibile che non ci sia una via di mezzo tra libertà personale, giustizia sociale, tutela ambientale? Probabilmente, per quanti sforzi si possa fare, non c'è. Forse perché partiamo da un punto di vista sbagliato. Lo facciamo tutti, da Nord a Sud, da Est a Ovest. Siamo tutti fermamente convinti che il modo migliore per trasformare qualcosa di "informe" in qualcosa per noi apprezzabile, vantaggioso sia quello di utilizzare una tecnologia così evoluta da rendere il nostro lavoro sempre meno faticoso.
Cerchiamo un benessere in cui la fatica sia ridotta al minimo. è evidente che con una tale visione delle cose a rimetterci sono le popolazioni con una tecnologia meno evoluta. La stessa natura, lì per lì, sembra non essere in grado di opporsi alle nostre pretese egemoniche, salvo poi farcelo capire dopo un certo tempo, quando avvengono taluni fenomeni atmosferici molto preoccupanti, come desertificazione dei suoli, scioglimento dei ghiacciai, surriscaldamento dei mari, inquinamento dell'aria, esondazioni dei fiumi, e così via.
L'evoluzione per noi è diventata sinonimo di artificiosità. Quanto più ci sentiamo lontani dalla naturalità delle cose, tanto più ci sentiamo avanzati. Aspiriamo a recuperare qualcosa di naturale nel tempo libero, e ci illudiamo di trovarlo, pur sapendo che abbiamo tutto antropizzato. Ci mancano persino i parametri per distinguere una cosa dall'altra. Non abbiamo neanche la manualità per compiere azioni che non siano caratterizzate da qualcosa di evoluto. Chi riuscirebbe a sopravvivere in una foresta dopo essere sopravvissuto a una guerra urbana?
è importante pensare a queste cose, poiché, anche nel caso in cui un vero ideale di giustizia prevalesse su una palese violazione dei diritti umani, alla fine resta sempre la domanda di fondo: "Adesso che facciamo perché la cosa non si ripeta? Esiste un paradigma positivo cui possiamo fare riferimento in maniera oggettiva?".
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La Taverna Santa Chiara di Nives Monda, a Napoli, ha denunciato un fatto che ha dell'incredibile ma è sintomatico di un certo fascismo religioso. è avvenuto il 3 maggio scorso.
I proprietari del locale avevano aderito alla campagna Spazi Liberi dall'Apartheid Israeliana, promossa dal movimento bdsitalia.org
Alcuni turisti israeliani, presenti nel locale, hanno iniziato a dire ad alta voce d'essere chiaramente sostenitori dei crimini internazionali del governo israeliano contro il popolo palestinese.
Naturalmente i proprietari sostenevano di condannare il genocidio palestinese in atto quale crimine contro l'umanità.
Non l'avessero mai fatto. I due turisti cominciarono subito ad accusarli di antisemitismo e di sostenere il terrorismo palestinese. Nel frattempo avevano iniziato a riprendere col cellulare i proprietari e vari clienti (inclusi alcuni minorenni), senza chiedere alcun consenso, per poi diffondere il video in rete. In pratica avevano scatenato una campagna d'odio, ben presto sfociata in messaggi anonimi con minacce di spedizioni punitive, distruzione del locale, violenza fisica nei confronti della proprietaria e dello staff, auspici di stupro della proprietaria.
Inevitabilmente è partita la querela. I proprietari, nella parte finale del comunicato ufficiale, han scritto: "Nel nostro locale, che accoglie da sempre persone di ogni nazionalità, fede ed etnia, non possiamo tollerare e continueremo a non tollerare alcuna forma di esternazione razzista, sia essa ispirata da antisemitismo, islamofobia, o, come in questo caso, razzismo antipalestinese".
I media come hanno interpretato la vicenda? "I proprietari han cacciato i turisti perché ebrei". (sic!)
Ma c'è di peggio: il Comune di Napoli, a nome del sindaco Gaetano Manfredi e dell'assessora Armato, ha dato solidarietà ai turisti israeliani. Per fortuna l'ex assessora al Turismo della sua giunta, Eleonora De Majo, la pensa diversamente.
Fonte: napolitoday.it
7 maggio: Reiterazioni storiche, Romania, USA
Nell'antica civiltà romana si doveva essere sempre in guerra per poter avere quanti più schiavi possibile. Gli schiavi arricchivano in varie maniere: erano oggetto di compravendita, come oggi le azioni di borsa; svolgevano lavori domestici o produttivi al posto delle persone giuridicamente libere; intrattenevano il pubblico con giochi o sport di vario genere; istruivano i figli degli schiavisti, se erano intellettuali, ecc.
Quando non fu più possibile continuare le guerre in maniera facilmente vittoriosa, in quanto il nemico aveva capito come difendersi efficacemente, gli schiavi ovviamente diminuirono. Ma siccome gli schiavisti volevano continuare a vivere una vita comoda, pensarono, astutamente, di trasformare il rapporto sociale da schiavile a servile. Cioè allo schiavo potevano essere riconosciuti taluni diritti, se in cambio continuava a sentirsi in obbligo nei confronti del proprio padrone. Fu così che nacque il Medioevo, una civiltà rurale, assai poco urbanizzata, almeno sino al Mille.
Quando le popolazioni germaniche e asiatiche fecero a pezzi l'impero romano d'occidente non conoscevano come sistema di vita né lo schiavismo né il servaggio, però nei confronti di quest'ultimo ebbero un certo apprezzamento. E quelle, di loro, che si convertirono al cattolicesimo-romano, furono le più fortunate. I Franchi, in particolare, diventarono egemonici in tutta l'Europa occidentale, il cui sovrano, spalleggiato dalla Chiesa, pretendeva addirittura di qualificarsi come imperatore del sacro romano impero, un titolo che in quel momento spettava solo al basileus bizantino.
Oggi sta avvenendo qualcosa di simile. L'occidente collettivo non è più in grado di espandersi, non solo sul piano militare, ma neppure su quello economico e finanziario. Glielo impediscono Russia, Cina, India e, in genere, i Paesi dei Brics+ o del Sud Globale.
Questo vuol dire che USA, UE, ecc. dovranno per forza abbassare, entro i propri confini, gli standard consueti di benessere. Le popolazioni protesteranno, perché non abituate a eccessive restrizioni. Si lasceranno strumentalizzare dai poteri dominanti per compiere nuove guerre, che inevitabilmente risulteranno perdenti, poiché il declino non potrà essere fermato. Dopodiché i cittadini saranno costretti a subire sempre maggiori controlli, da parte di poteri sempre più autoritari, sempre più militarizzati. Si può persino scommettere che il fulcro vitale si trasferirà dalle città alle campagne, e che la gente rinuncerà alla propria libertà giuridica pur di sopravvivere.
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Victor Ponta ha annunciato il suo sostegno a George Simion per il secondo turno. Se tutti i suoi elettori votassero per lui, di sicuro vincerebbe.
I social network rumeni sono ora pieni di adesivi e inviti all'assassinio di George Simion, vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali in quasi tutte le contee. In Romania è probabile una guerra civile se vince Simion, che rappresenta l'estrema destra nazionalista e sovranista del partito Unione dei Romeni.
I filoeuropeisti non lo vogliono, anche perché si rifiuta di sostenere l'Ucraina, temendo un'escalation della guerra.
Tuttavia queste elezioni confermano il trend delle precedenti, annullate per presunte ingerenze russe nel voto: cambia il candidato ma non il risultato. Il Paese, che è sull'orlo del collasso economico, ha svoltato decisamente a destra e sulla base dello slogan "Fuori i ladri, viva i patrioti". Il primo turno lascia pochi dubbi sulle intenzioni dei romeni di cambiare. In fondo han dimostrato che per vincere, basta dirsi contrari alla politica della von der Leyen, soprattutto a quella insensata sul riarmo. Resta solo incredibile che per farlo si debba parteggiare per uno come Trump.
Se Simion vince anche al secondo turno, potrebbe nominare Georgescu primo ministro. Alla faccia degli europei.
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Dietro Trump, che non sa nulla di economia, c'è Scott Bessent, ex chief investment officer di Soros Fund Management e figura influente nei circuiti della finanza globale.
Dall'alto della sua sapienza ha detto queste parole dal sapore magico: "Il governo degli Stati Uniti non andrà mai in default. Aumenteremo il tetto del debito."
Per lui non sono niente 36 trilioni di dollari di debito (122% del PIL). In fondo il Giappone ha una percentuale doppia e nessuno se ne preoccupa. L'importante è che gli USA abbiano la fiducia di chi crede nella loro capacità di pagare i tassi d'interesse sul debito.
Tuttavia non è molto rassicurante sapere che gli USA possono evitare l'insolvenza non per solidità economica, ma perché stampano moneta a volontà, scaricandone il peso su inflazione e mercati esterni.
Finché il mondo accetta dollari, Washington non fallisce. Questo lo sappiamo, ma sarebbe meglio non darlo per scontato. Anche perché la crescente de-dollarizzazione promossa da BRICS+ e ASEAN mette a nudo la fragilità strutturale del sistema, che si regge in piedi solo con le stampelle.
Non è una bella cosa che il "tetto del debito" venga alzato tutte le volte che lo richiede la politica. L'economia ha proprie leggi, che non dipendono dalla volontà dei governi. Nessuno è obbligato a comprare i titoli di stato americani. Non foss'altro che per un sospetto: quando un impero afferma di non poter fallire, è il segno che ha già cominciato a temere il crollo.
8 maggio: Too big to fail, USA, Russia, Ucraina
Sinceramente parlando, quando si dice che una banca o una borsa o uno Stato è troppo grande o troppo importante per fallire, ci credo poco. è una pia illusione, anzi una forma di raggiro per continuare a credere in qualcosa di aleatorio, che pretende di autogiustificarsi.
Soprattutto mi indispongo quando vedo che da questa affermazione traggono le conseguenze che si può procedere coi soliti sistemi, tanto non può succedere niente di irreparabile.
è come se qualcuno dicesse: "La password per entrare in questa cassaforte superblindata l'ho solo io, quindi a me non può accadere nulla". Queste manie di grandezza sono insopportabili, anche perché basta guardare la storia per vedere che non esistono Stati, Imperi, Città che durano in eterno, o almeno che durano con la medesima forza, potenza, estensione...
Quando parliamo di impero romano, spesso scordiamo che il suo vero momento di gloria l'ebbe sotto la repubblica, non sotto il principato. I suoi massimi confini erano già stati stabiliti al tempo di Augusto: Reno, Danubio, Tigri, Eufrate, Nilo, Giordano (per stare ai fiumi). Gli ulteriori tentativi di espansione non ebbero un grande successo, salvo la conquista dell'odierna Romania. I cittadini dell'impero sperimentarono la peggiore forma di dittatura proprio sotto il principato (o dominato), al punto che speravano d'essere salvati dalle cosiddette "popolazioni barbariche".
C'era più pace e più continuità esistenziale quando le popolazioni non avevano mire egemoniche, quando si accontentavano del minimo indispensabile per campare, quando avevano un rapporto armonico con la natura, quando non esisteva lo schiavismo o il servaggio e nessuno doveva lavorare fino allo sfinimento per un tozzo di pane. Oggi ti viene soltanto voglia di odiare il mondo e di sperare di andartene quanto prima.
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La Corte Suprema del Wisconsin ha sospeso la giudice Hannah Dugan della Corte Circondariale della Contea di Milwaukee il 29 aprile 2025, in seguito al suo arresto da parte dell'FBI il 25 aprile, con l'accusa d'aver aiutato un immigrato clandestino, Eduardo Flores-Ruiz, a eludere le autorità dell'immigrazione. In quel momento era in tribunale per un'audizione preliminare sulla violenza domestica.
La Dugan è accusata di due capi d'imputazione federali: ostacolo alla libertà vigilata e occultamento di persona dall'arresto, dopo aver segnalato di aver indirizzato male gli agenti federali e aver fatto scappare Flores-Ruiz e il suo avvocato attraverso una porta privata del tribunale durante un'udienza del 18 aprile. Uno stratagemma che poi non è servito, in quanto l'hanno comunque arrestato.
Piuttosto è la sospensione di lei a risultare effettiva, in attesa della risoluzione del suo caso federale: la sostituisce un giudice di riserva, incaricato di gestire il suo calendario giudiziario. Rischia come minimo di dover cambiare mestiere. Come già è successo al giudice Joel Cano del New Mexico, che aveva ospitato dei clandestini in casa propria, e che per questo è stato bandito a vita dalla Corte Suprema di quello Stato.
Sono atteggiamenti governativi insensati, anche perché l'immigrato poteva essere condannato a qualche pena per il reato commesso, come qualunque altra persona. Toglierlo dall'aula giudiziaria prima ancora che venga emesso un verdetto, è come fare una caccia alle streghe. Il pregiudizio trionfa sulla legge. è ridicolo parlare di favoreggiamento di criminali stranieri e intralcio alla giustizia.
Se questa è l'America di Trump, Dio ce ne scampi e liberi, si sarebbe detto una volta.
Già adesso il Dipartimento di Giustizia pretende di identificare tutte le città e gli Stati federali che non collaborano col governo centrale sulle leggi relative all'immigrazione. Chi non si adegua, non riceverà alcun finanziamento. Anche questo è un bel modo per risparmiare sui fondi statali. Qualcuno però dovrebbe dire a Trump che se va avanti con questa crociata, si finisce nella guerra civile. Tant'è che queste non sembrano neppure delle azioni di polizia, ma proprio una guerra che si vuole condurre contro ogni "traditore".
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Ho l'impressione che più la guerra russo-ucraina si prolunga, e più i russi cercheranno di controllare l'intero Paese. Nel senso che mentre l'area orientale del Dnper apparterrà giuridicamente alla Federazione Russa, l'area occidentale invece dovrà garantire assoluta neutralità, militarizzazione al minimo indispensabile, nessun rapporto con la NATO. Quest'area potrà anche gestirsi autonomamente in senso democratico, ma dovrà garantire la denazificazione. E la garantirà per forza, poiché il governo di Mosca, che ha una memoria da elefante, pretenderà i processi a carico dei neonazisti che han provocato la strage di Odessa, i bombardamenti per 8 anni nel Donbass, le torture o le esecuzioni sommarie nei riguardi di civili russi (o russofoni) e militari della Federazione, e vorrà anche sapere chi sono stati gli artefici dei biolaboratori e delle sceneggiate tipo Bucha.
Secondo me non sarà possibile che la guerra si concluda senza che il Cremlino abbia fatto piena chiarezza su quanto è successo in Ucraina dal golpe del 2014 ad oggi. Anzi il governo russo vorrà avere contezza di tutti i rapporti che gli oligarchi, i nazionalisti e i neonazisti ucraini hanno avuto con l'occidente collettivo sin da quando l'Ucraina ha voluto staccarsi dall'ex URSS.
Finita la guerra, molti ucraini saranno costretti a fuggire dal loro Paese, perché irrimediabilmente coinvolti in azioni vergognose, meritevoli di condanne senza appelli, e verranno nella UE convinti di poter continuare a fare i nazisti e i terroristi come prima.
Nessun Paese occidentale sarà in grado di fare da paciere in questa guerra. Anzi, sarà molto probabile che, dopo averla vinta, la Russia comincerà a pretendere di smantellare le basi NATO che la minacciano più da vicino, a partire da quelle finniche.
Hanno ragione a dire che non sarà finita, anche perché la sicurezza non può essere garantita in maniera irrisoria, parziale. O c'è o non c'è. E quando Stoltenberg diceva che alla richiesta della Russia di avere "meno NATO" si è risposto dandole "più NATO", quell'uomo dalla testa vuota non si rendeva conto d'aver posto le basi per un conflitto tra Russia e Unione Europea che andrà avanti per un bel pezzo. Lui stesso dovrà rendere conto di non aver fatto assolutamente nulla per impedire che la NATO si trasformasse in una grave minaccia per l'incolumità del genere umano.
9 maggio: Comprendere e confrontarsi, Socialismo democratico
A volte mi stupisco che le cose, nella storia, si ripetano in maniera così straordinaria, seppur nell'ovvio mutamento di forme e modi.
La differenza tra forme e modi è nota: le prime riguardano la materialità della vita, che incontriamo nascendo; i secondi invece riguardano i rapporti umani, che si costruiscono strada facendo. Forme e modi s'influenzano a vicenda.
Ma perché cambiano forme e modi e non cambia la sostanza dell'essere umano? Perché, se siamo umani, abbiamo il libero arbitrio, che ci permette, entro certi limiti, di fare determinate scelte.
I limiti sono predeterminati, nel senso che non è possibile compiere azioni di bene o di male la cui bontà o malvagità sia infinita o illimitata. Ci muoviamo in un range che appartiene alla nostra natura umana.
Viceversa la sostanza o essenza (in italiano non facciamo molta differenza tra le due parole) dev'essere sempre quella, altrimenti tra gli esseri umani la reciproca comprensione sarebbe impensabile. "L'essere è e non potrebbe non essere", sentenziava Parmenide, pur senza capire che il "non essere", cioè la negatività, può essere di aiuto, indirettamente, alla coscienza della libertà. Tutto serve nella vita, se lo si sa prendere nella giusta misura.
Se esistesse una dimensione ultraterrena in cui vivono tutti gli esseri umani che ci hanno preceduti, dovrebbe per forza essere possibile confrontarsi con ognuno di loro, senza alcuna eccezione. E il confronto non dovrebbe servire solo per "capirsi", nel senso di "intendersi", come quando due persone parlano lingue diverse, ma anche e soprattutto per "comprendersi", che è un di più, cioè una specie di condivisione della giustezza di determinate scelte: diciamo una forma di compartecipazione.
A volte, di fronte a certe situazioni, siamo soliti dire una frase rituale: "Lo capisco ma non l'accetto" (cioè non lo giustifico). Viceversa, quando si pensa, implicitamente, al verbo "comprendere", la frase dovrebbe essere questa: "Al tuo posto avrei fatto la stessa cosa".
Ma come si fa a sapere che una certa scelta è giusta? Esiste appunto il "confronto", da non confondere con quella parola che, nel linguaggio politico, traduce l'inglese "confrontation", che vuol dire l'opposto. Nessuno ha la scienza infusa, nessuno è infallibile.
Ecco, quando vedo certi statisti contemporanei, così chiusi nei loro pregiudizi, così attaccati ai loro interessi, penso che manchino proprio della capacità di "confrontarsi" con le esigenze altrui. Non riescono proprio a comprenderle. Ebbene, non credo sia possibile che gente così mentalmente gretta e moralmente cinica abbia il diritto di governare intere popolazioni.
10 maggio: Socialismo democratico, Zelensky, Prevost
è normale che, in certe famiglie, dove l'educazione dei genitori è stata molto severa, i figli si ribellino. A volte si tratta proprio di scontri generazionali, come quelli accaduti durante la contestazione operaio-studentesca, che all'incirca coinvolse il decennio 1968-78.
Ecco, in un certo senso si può dire la stessa cosa per spiegare l'odio che gli ex Paesi sovietici provano nei confronti dell'attuale Russia. Non riescono a liberarsi da quell'incubo che hanno vissuto dalla fine della seconda guerra mondiale all'implosione dell'URSS (1945-91), ch'era poi l'incubo del socialismo statalizzato, cioè di quel socialismo da caserma o poliziesco che lo stalinismo volle imporre senza tante discussioni, semplicemente avvalendosi del fatto che il nazi-fascismo era stato soprattutto sconfitto dal comunismo sovietico.
Oggi l'odio è così forte che viene addirittura messa in dubbio l'attribuzione di tale vittoria. Si guarda la storia con una visione deformata e si distruggono i monumenti che la fanno ricordare. E a nessuno importa che la stessa Russia abbia fatto il "mea culpa" per gli errori compiuti nel passato. Gli Stati che la odiano continuano a ripetere che, nella sostanza, è rimasta uguale a se stessa e che Putin è un dittatore come tutti gli altri.
Tuttavia, guardando bene questi Stati che, con tanta fatica, si sono liberati del cosiddetto "socialismo reale", si resta molto delusi dalle alternative che sono riusciti a costruire. Praticamente sono tutti passati dalla padella del socialismo statale alla brace del capitalismo privato di marca euro-americana. Prima avevano un'uguaglianza imposta, ora hanno una libertà fittizia. Hanno fatto le loro rivolte, le loro rivoluzioni, i loro colpi di stato per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano (ad eccezione ovviamente degli oligarchi e dei soliti noti).
In effetti non è semplice passare da un socialismo statale a uno democratico. Sembra che nessuno Stato vi sia riuscito, anzi, sembra che nessuno "Stato" vi possa riuscire. Infatti, nel mentre si compie il tentativo, arrivano subito i canti delle sirene di Ulisse, con le loro promesse mirabolanti, le loro fantastiche illusioni...
Ecco, la guerra russo-ucraina può essere inserita in questo contesto: i russofoni del Donbass preferiscono tornare alla "madre Russia", piuttosto che soffrire sotto i nazionalisti e neonazisti di Kiev.
Avevamo già visto una cosa del genere coi russofoni della Transnistria in Moldavia e con quelli dell'Abcasia e Ossezia del Sud in Georgia. Ora cominciamo a vederla, molto timidamente, con l'Ungheria di Orbán, la Slovacchia di Fico, la Serbia di Vučić. E possiamo scommettere che qualcosa di simile la vedremo anche coi Paesi Baltici.
Certo, non si tratta sempre di aspirazioni da parte di russofoni, ma piuttosto di rivendicazioni di maggiore sovranità nazionale da parte di taluni Stati che, dopo essere entrati nell'Unione Europea, ora cominciano a chiedersi come uscirne e come aderire alla nuova formazione geopolitica chiamata BRICS+, che tanto successo ha avuto, grazie al proprio multipolarismo, in questi ultimi tempi.
La domanda cui tutti dovremmo cercare di rispondere è però un'altra: esiste una terza via tra socialismo e capitalismo? No, non c'è, ma questo non vuol dire che sia facile costruire la democrazia. La Russia non vinse il nazi-fascismo perché aveva un socialismo migliore, ma perché l'intera popolazione avvertì che quella era una "guerra esistenziale", in cui l'alternativa era "vivere o morire".
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Secondo la narrazione filoamericana, Zelensky si sarebbe ritirato dai negoziati perché la Russia non gli avrebbe fornito alcuna garanzia di sicurezza. è falso.
Zelensky non ha mai ottenuto le garanzie che chiede a causa del timore dei Paesi NATO di entrare in guerra con la Russia.
Zelensky esige che, una volta terminata la guerra, Francia, Italia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti si impegnino formalmente a bombardare i russi se la Russia dovesse tornare ad attaccare l'Ucraina. Ma questi cinque Paesi non vogliono assolutamente replicare il meccanismo di innesco della seconda guerra mondiale, terrorizzati dalle 6.000 testate nucleari di Putin. Insomma Zelensky è stato raggirato dalla stessa NATO.
Questo dice Alessandro Orsini e lo condivido. Anzi aggiungo: Zelensky e la sua banda criminale sanno che la pace con la Russia sarebbe per loro una condanna a morte. Quando chiedono una tregua di 30 giorni, è solo per riprendere fiato, non per intavolare trattative di pace.
Zelensky ha bisogno che la guerra continui, anche perché i nazisti ucraini, che sono la sua base di sostegno, lo uccideranno se accetterà la pace con la Russia. Per non parlare dell'MI6 e della CIA. Sa troppe cose perché gli sia permesso di vivere. Conosce tutto il background a partire dal 2014.
Devono solo trovare il modo di eliminarlo dando la colpa ai russi.
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Bisogna ammettere che fa abbastanza impressione vedere una fetta di mondo concentrata sull'elezione del nuovo pontefice, che parla di "pace disarmata e disarmante", e un'altra fetta di mondo che assiste alla parata di un esercito che chiede la pace esibendo la propria forza.
Istintivamente vien voglia di credere che le parole di Leone XIV siano più umane, più democratiche di quelle di Putin. Ripensandoci un po', invece, è tutto il contrario.
Il papa è sicuramente una figura politica, oltre che religiosa, altrimenti non ci sarebbe questo gran clamore sulla sua intronizzazione. In un mondo in guerra come il nostro (in cui si spara non solo coi cannoni, ma anche con sanzioni embarghi dazi e confische di beni privati e statali) è normale che popolazioni inermi, sprovvedute, ripongano le loro ultime speranze in una sorta di "pastore superman", dotato di poteri sovrumani.
Non si sono mai viste analoghe aspettative in altre confessioni, né queste ambiscono a coltivarle. Alcuni considerano Prevost l'unico vero statista internazionale: negli USA addirittura la destra più conservativa lo qualifica come "marxista"!
Purtroppo però al cattolicesimo romano è rimasto solo il papa per sopravvivere. Questa infatti è una confessione piena zeppa di scandali, anche molto gravi, da cui ha sempre meno forza per uscire. Tant'è che gli stessi pontefici li coprono, anche perché spesso vi è coinvolto l'alto clero.
è vero, ogni tanto dai papi vengono fuori parole indovinate, come quando Bergoglio parlò della NATO che abbaia alle porte della Russia, o come quando disse a Zelensky che arrendersi non è umiliante.
Tuttavia, in genere, proprio mentre parlano di pace senza fare riferimento alla giustizia e alla sicurezza collettiva, non fanno altro che avvalorare l'arroganza dell'occidente globalista e unipolare.
Non serve a niente parlare in astratto, senza entrare nel merito dei problemi. Alla fine non si fa altro che favorire il culto della personalità e le illusioni che i conflitti possano essere risolti da una sorta di messia spirituale, equidistante dai cosiddetti "potentati".
11 maggio: Capitale finanziario, Discorso sulle civiltà
Supponiamo che il green deal fosse una strategia giusta. In fondo lo vediamo tutti i giorni che nelle nostre città o strade si respirano solo veleni.
Ma il metodo della UE per arrivarci può essere considerato il migliore? Troncare i rapporti col gas russo per comprare quello molto più costoso degli USA o del Qatar?
Suvvia, anche un bambino si accorgerebbe che la von der Leyen è assolutamente inadatta a ricoprire il suo ruolo. Lei sta distruggendo la UE per fare un favore agli USA. Che lo faccia perché pagata o per motivi ideologici è del tutto irrilevante.
Quel che più meraviglia è l'acquiescenza dell'industria europea, che semplicemente ha accettato di uscire dai mercati, o comunque di trasferirsi altrove. Hanno affrontato decisioni scriteriate con un atteggiamento individualistico. Non c'è spirito di corpo (una volta si sarebbe detto "coscienza di classe") tra gli imprenditori. In Europa non solo gli statisti sono impresentabili ma anche i capitalisti.
Qual è il motivo? Il motivo va ricercato nel fatto che il capitale va sempre più trasformandosi in occidente da industriale a finanziario. Si vuole vivere di rendita, di cedole, di giochi borsistici, di investimenti nei grandi fondi di risparmio, di usura, di scommesse... A questi livelli l'energia è solo un altro argomento su cui speculare.
Produrre beni no. Riprodurre ricchezza sì.
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Se fossi stato in Putin, avrei detto altre cose alla parata moscovita. Anzi, l'avrei impostata diversamente, non in maniera muscolare.
La Russia non ha bisogno di dimostrare che, avendo vinto il nazifascismo, è un Paese da temere. Lo sanno già tutti. Quegli statisti che fingono di non saperlo, lo fanno perché, avendo abituato ai rapporti di forza il loro elettorato, temono di perdere consensi.
Ora la Russia ha bisogno di un'altra cosa: come farsi amare. Cioè come farsi rispettare per le parole di pace e di speranza a favore dell'intera umanità. Che è poi quello che ambisce di fare il pontefice, senza però riuscirvi, in quanto non ha la forza per non lasciarsi pesantemente condizionare dai poteri dominanti in occidente. è dal Concilio Vaticano II che questa Confessione ha accettato di compromettersi senza se e senza ma con l'intera ideologia borghese: la parentesi di Wojtyla è servita soltanto a scomunicare la teologia della liberazione e a finanziare la rivolta di Solidarność in Polonia, che comportò conseguenze tragiche in Italia per Calvi, Sindona e Ambrosoli, su cui non è mai stata fatta luce, né mai lo sarà, fino a quando gli archivi vaticani resteranno interdetti agli studiosi.
Ebbene, quale discorso avrebbe potuto pronunciare Putin? Un discorso sulle civiltà. Avrebbe dovuto dire: "Il nostro Paese non vuole far la guerra con nessuno non solo perché è enorme e non ha bisogno di niente, ma anche perché contiene al proprio interno tante etnie e nazionalità, la cui cultura e civiltà vuole conservare a tutti i costi, essendo un patrimonio di inestimabile valore sia per noi che per l'intera umanità.
Noi russi, per esempio, abbiamo una civiltà millenaria, ereditata da un'altra civiltà millenaria, quella bizantina o greco-ortodossa. Ma nella nostra Federazione vi sono anche le civiltà islamiche ed ebraiche; anzi, vi sono tante culture e civiltà appartenenti al mondo asiatico, che sono addirittura precedenti a quelle delle religioni monoteistiche.
Noi vogliamo conservare tutto, proprio in nome del multipolarismo. Questa nostra preoccupazione vorremmo che appartenesse a tutti, soprattutto alle civiltà dell'occidente collettivo, che non può andare avanti pretendendo di dominare il mondo. Viviamo in un unico villaggio globale. C'è spazio per tutti. Possiamo confrontarci, per un arricchimento comune, sul piano culturale e materiale, scientifico e tecnologico. Possiamo commerciare liberamente ciò che vogliamo, nel reciproco vantaggio. Possiamo rispettarci pur avendo sistemi politici differenti. Al tempo della guerra fredda abbiamo sempre creduto nella coesistenza pacifica.
Non c'è alcun bisogno di scontrarsi militarmente. In passato siamo stati disposti a rinunciare progressivamente al nostro arsenale nucleare. Lo siamo anche adesso, se vengono smantellate le basi militari che minacciano la nostra esistenza. In un mondo multipolare tutti devono potersi sentire sicuri entro i propri confini. Chissà che un giorno anche questi stessi confini, in un mondo disarmato, non verranno abbattuti.
Al momento sappiamo solo che la sicurezza è un bene unico, indivisibile, deve riguardare tutti contemporaneamente. Non può essere pretesa a scapito della sicurezza altrui.
Queste non sono parole difficili da comprendere e sono parole sincere, che partono da un senso di preoccupazione per le sorti dell'umanità. Nessuno può dare per scontato che il genere umano riuscirà a sopravvivere in caso di conflitto nucleare. Ecco perché queste non sono parole di circostanza. Noi vogliamo costruirci sopra qualcosa di utile per le generazioni future. Non vogliamo essere ricordati come una generazione che non ha fatto abbastanza per scongiurare l'apocalisse".
12 maggio: Svezia, Ucraina, Slovacchia, NATO, Medioriente
Tobias Thyberg, consigliere per la sicurezza nazionale svedese, ha battuto tutti i record: è entrato in carica lo scorso giovedì pomeriggio e ha lasciato il governo venerdì mattina. Infatti un anonimo ha inviato foto di lui chiaramente porno al governo, che non era a conoscenza dei trascorsi del funzionario. Quindi praticamente il premier Ulf Kristersson aveva dato un posto così rilevante a uno sconosciuto! Naturalmente Thyberg avrebbe dovuto denunciare tali "prove compromettenti" durante l'indagine, ma ora si rammarica di non averlo fatto. Pensava fossero bazzecole! Poi si è difeso, peggiorando le cose: ha detto che tutte le foto dell'app gay e bisessuale Grindr erano vecchie! Chissà perché uno che frequenta i social pensa sempre che tutto quello che fa o dice resterà segretissimo... E soprattutto chissà perché non si pensa che certe frasi o foto possono essere usate a scopo di ricatto. A quanto pare il caso di Jeffrey Epstein non è servito proprio a niente. Persino Trump, che aveva promesso di renderlo completamente pubblico, si è guardato bene dal farlo.
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Il capo del Consiglio di Stato della Crimea, Vladimir Konstantinov, ha detto che Mosca riprenderà i colloqui di pace direttamente con Kiev, visto che da Washington non ha ottenuto nulla di concreto.
Il compromesso dovrà per forza essere basato, secondo lui, su una soluzione di tipo coreano. Nel senso che Kiev riconoscerà Zaporozhye, Kherson, Donetsk e Lugansk come appartenenti di fatto ma non di diritto alla Russia.
Per me non sa quel che dice. Queste quattro regioni sono già state riconosciute da Mosca come facenti parte giuridicamente della Federazione Russa. Non credo assolutamente che Putin voglia tornare indietro, neanche se l'occidente rimuovesse tutte le sanzioni economiche e finanziarie che ha imposto al suo Paese. Putin non ha mai dato segni d'essere una persona venale. I territori conquistati col sangue dei propri militari non verranno ceduti in cambio di niente. E poi non farà mai alcun accordo con un presidente come Zelensky, il cui mandato è ormai scaduto da un anno.
è vero, Putin ha chiesto a Erdoğan di organizzare a Istanbul nuovi negoziati diretti tra Mosca e Kiev, ma Kiev non è nulla senza l'appoggio occidentale. Qui si rischia di ripetere quanto successe nel 2022, allorché Kiev era sì disposta all'accordo, ma gli angloamericani glielo impedirono. Kiev potrà anche sembrare una città viva, con un proprio governo, un parlamento nazionale, ecc. Rappresenta però uno Stato morto, economicamente fallito ed enormemente corrotto, che se aprisse le proprie frontiere, vedrebbe espatriare tutti gli uomini abili per essere arruolati.
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Mi è piaciuto Fico contro la Kallas. Nonostante gli Stati Baltici gli abbiano chiuso lo spazio aereo nel disperato tentativo di ostacolare la sua decisione di andare alla parata di Mosca, lui non si è fatto intimorire. è stato l'unico leader della UE ad avere avuto il coraggio di ignorare gli ordini di Bruxelles e di ricordare che la parola "sovranità" non è ancora un reato penale.
Gliele ha cantate senza peli sulla lingua, dicendo:
- In primo luogo, io sono a Mosca per rendere omaggio agli oltre 60.000 soldati dell'Armata Rossa caduti per liberare la Slovacchia.
- In secondo luogo, in qualità di alto funzionario della Commissione Europea, lei non ha assolutamente l'autorità di criticare il primo ministro di un Paese sovrano, che si impegna in modo costruttivo nell'intera agenda europea.
- In terzo luogo, non sono d'accordo con la politica della nuova cortina di ferro a cui lei sta lavorando così intensivamente.
- In quarto luogo, le chiedo come si possa fare diplomazia e politica estera se i politici non possono incontrarsi e condurre un normale dialogo su questioni su cui hanno opinioni diverse.
La Kallas è una inadeguata al suo ruolo, esattamente come la von der Leyen. Il fatto però che le abbiano scelte indica una profonda limitatezza etica e politica nelle istituzioni rappresentative dell'intera Unione Europea.
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La Forza di spedizione congiunta (JEF) della NATO sta organizzando la più grande esercitazione militare, detta "Tarassis 25", in un'area che si estende dal Mar Baltico all'Atlantico settentrionale e all'Oceano Artico. JEF comprende Gran Bretagna, Danimarca, Paesi Bassi, Islanda, i tre Paesi Baltici e i tre Scandinavi.
L'obiettivo principale è quello di mettere in pratica un attacco sincronizzato nel tempo e coordinato nello spazio contro la Russia lungo l'intera lunghezza del confine settentrionale, da Murmansk a Kaliningrad, distruggendo le forze operative e strategiche della Russia in grado di effettuare una rappresaglia o un contrattacco.
I Paesi occidentali sono certi al 101% che la Russia "non oserà" utilizzare armi nucleari strategiche. In questo modo è possibile conquistare e annettere Kaliningrad e, con un po' di fortuna, San Pietroburgo e tutta la Carelia.
Non capisco chi dia a questi Paesi la sicurezza che la Russia non userà le atomiche. I loro abitanti non sono imparentati coi russi, come succede con gli ucraini. è vero che nei Paesi Baltici ci sono parecchi russofoni, ma Putin non sarà così cinico da non avvisarli in tempo di espatriare prima che possa incenerire quelle nazioni in un batter d'occhio. O forse la NATO pensa di tenere i russofoni del Baltico come ostaggi?
Negli anni scorsi i generali della NATO sembravano più consapevoli dei politici circa la forza militare della Russia. Ora mi devo ricredere. Ai nostri militari piace sicuramente giocare a Wargame o a Risiko, ma come fanno a essere sicuri di vincere? Non lo sanno che i russi, dopo più di tre anni di guerra in Ucraina, in cui sono state utilizzate quasi tutte le armi moderne, sono diventati incredibilmente esperti? Giusto in maniera virtuale o facendo mere esercitazioni simulate si può pensare di sconfiggerli o sognare di occupare qualche loro territorio.
La UE sembra specializzarsi sempre più nel nuocere a se stessa, come certe persone psicotiche che vanno sedate o contenute per evitare che assumano atteggiamenti autolesionistici.
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Trump fa e dice cose come se non dipendesse da nessuno. Poi deve ritrattare perché qualcuno gli fa capire che, se va avanti così, porta gli USA a un disastro epocale. Lui da solo non lo capisce. Non ha le basi per capirlo.
Chissà perché ancora nessuno gli ha spiegato che se Netanyahu continua con questo genocidio, gli USA perderanno il controllo del Medioriente: in quella regione saranno il Paese più odiato di tutti i tempi, peggio di Francia e Inghilterra.
è assurdo infatti pensare che Egitto e Giordania o qualche altro Paese islamico accetteranno l'ingresso di milioni di profughi palestinesi.
La struttura dell'attuale alleanza tra USA, Paesi arabi e Israele è stata stabilita da Nixon e Kissinger dopo la guerra del Kippur (1973), per fare degli USA la potenza globale dominante nella regione. Quella diplomazia forgiò gli accordi del 1974 tra Israele, Siria ed Egitto. Questi gettarono le basi per il trattato di pace di Camp David, che a sua volta gettò le basi per gli Accordi di Pace di Oslo. Il risultato fu una regione dominata dagli USA, dai suoi alleati arabi e da Israele.
Oggi sta cambiando tutto. L'intero pianeta sta cominciando a rendersi conto che si è in presenza di una pulizia etnica. Gli Houthi non li ferma nessuno. L'Iran è in procinto di realizzare l'atomica con cui affrontare Israele e già adesso, a livello convenzionale, non gli è inferiore. La Turchia non vuole avere Israele né in Siria né in Libano. La Cina ha già fatto capire che in quello che fa Netanyahu non c'è niente di legale. La Russia, finché è impegnata in Ucraina, non può aprire un secondo fronte. Ha soltanto dimostrato che le sue basi in Siria possono continuare a esistere. La Lega Araba sta cominciando a pentirsi d'aver lasciato scorrere troppo tempo da quando questa pulizia etnica è iniziata.
Si rende conto Trump che alla fine agli USA non resterà che l'uso del nucleare per farsi valere in Medioriente? Se rinunciano alla diplomazia, che cosa resta? Se praticano una diplomazia che non porta a niente, perché dovrebbero essere rispettati?
Netanyahu ha rilasciato dure dichiarazioni sugli obiettivi della guerra nella Striscia di Gaza. Secondo lui, i residenti sfrattati con la forza non torneranno, perché non ci sarà nulla ad attenderli se non l'esercito israeliano. Tutte le loro abitazioni verranno sistematicamente demolite, per cui saranno costretti a emigrare. Il vero obiettivo della guerra – ha detto questo criminale – è trovare "Paesi ospitanti".
Di quale guerra stia parlando, lo sa solo lui. Si è detto mille volte che non si è in presenza di due eserciti, e che uccidere 10, 20, 30 civili per eliminare un terrorista non è guerra ma pulizia etnica, e che considerare anche i bambini come criminali potenziali è un orrendo crimine contro l'umanità, e che impedire gli aiuti umanitari usando la fame come arma di sterminio è cosa che va oltre l'umana immaginazione.
Oltre due milioni di persone da evacuare con la forza delle armi è un obiettivo folle di uno Stato che al proprio interno non ha alcun senso dell'etica, alcun rapporto con la realtà, e che coltiva solo un sentimento comune: l'odio. Fare affari con uno Stato del genere dovrebbe essere vietato dalla comunità internazionale. Non ci dovrebbe essere nessun rapporto né col governo né con banche istituzioni imprese di un Paese che latra come un cane idrofobo. Dovrebbe essere completamente isolato, soggetto a sanzioni, embarghi e boicottaggi di qualunque genere. Dovrebbe essere espulso da qualunque consesso e circuito internazionale. Tutte le ambasciate dovrebbero essere chiuse. Tutte le nazioni del mondo dovrebbero vietare lo spazio aereo ai voli israeliani. Tutte le Corti penali internazionali dovrebbero chiedere l'arresto di Netanyahu e del suo governo di criminali (in tal senso fa specie che sia stato ricevuto da Orbán).
A questi livelli non ha neppure senso parlare di due Stati per due popoli. Lo Stato può essere uno solo, laico, aconfessionale, non ideologico, democratico, federato, denuclearizzato, con armi sufficienti alla difesa non all'attacco, che rispetti tutti i princìpi della Carta dell'ONU e che sia tenuto sotto controllo, per un certo periodo di tempo, da un qualche organismo internazionale.
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Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato che prima dell'inizio dei colloqui di pace sull'Ucraina, Mosca deve accettare un cessate il fuoco di 30 giorni.
Qui sembra di avere a che fare con statisti intellettualmente molto limitati. Infatti una frase del genere non dovrebbe essere pronunciata da un tedesco ma semmai da un ucraino. La Russia non è in guerra contro la Germania, né questa è autorizzata da un mandato internazionale a svolgere una funzione protettiva o diplomatica a favore dell'Ucraina. Non viene richiesta la sua presenza nei negoziati, neanche in quelli preliminari, neppure come semplice Stato osservatore.
In ogni caso, anche se questa funzione l'avesse, solo una persona molto sprovveduta, incompetente di questioni militari, potrebbe non accorgersi che sul campo è la Russia che sta vincendo, e non adesso ma da quando è iniziata la guerra, per cui non ha alcun senso dettarle delle condizioni o assumere un atteggiamento provocatorio o minaccioso. Le trattative di pace sono un'offerta che Putin fa direttamente a Zelensky, non sono un'ammissione di debolezza. Quando Medvedev, i giorni scorsi, ha detto che se Zelensky avesse colpito gli ospiti della parata di Mosca, Kiev non avrebbe visto il giorno dopo, non stava scherzando.
Anzi, probabilmente questi colloqui a Istanbul hanno l'aria d'essere il preludio di una guerra più estesa di quella attuale, in cui l'Ucraina svolge un ruolo irrilevante, in quanto il Paese è già semidistrutto, tant'è che senza gli aiuti occidentali non potrebbe far nulla.
Semmai l'ultimatum lo sta offrendo Putin: o si accettano determinate condizioni per la fine della guerra (perché è di questa soluzione e non di semplici tregue che l'Europa ha bisogno), oppure l'Ucraina è destinata a fare una brutta fine, e ai russi non importerà assolutamente nulla se il governo di Kiev ha già firmato accordi commerciali con questo o quel Paese occidentale, con questa o quella impresa estera.
L'iniziale operazione speciale si sta sempre più trasformando in una guerra della Russia contro la NATO, che ora, per fortuna, non è così marcatamente esplicita. Non si può giocare sulle parole, non si può pensare che Mosca si lasci impressionare da minacce militari o sanzioni economiche. L'ha già dimostrato eloquentemente.
Inoltre è assurdo pensare che Putin vada in Turchia per stabilire un accordo con Zelensky. Ci manderà una sua delegazione per iniziare le trattative, e quando si sarà finalmente giunti a conclusione, l'accordo sarà lo stesso Putin a firmarlo e lo farà a Mosca, oppure, visto che ai russi piacciono simbologie e ricorrenze, a Minsk. Solo che questa volta i garanti dell'applicazione del nuovo accordo non saranno Francia e Germania, ma la stessa Russia.
Come si fa a non capire delle cose così elementari? La "coalizione dei volenterosi" dovrà ringraziare il Dio ortodosso di Putin, se non verrà spazzata via in men che non si dica.
14 maggio: Ucraina, Moldavia, Estonia, Lituania
Si è soliti dire che al massimo si possono condannare i governi per le loro politiche, mai le popolazioni, neppure quando certe ideologie disumanizzanti sono istituzionalizzate. Un classico esempio è quello di Israele.
Ma prendiamo questo caso. Il bilancio dell'Ucraina è nuovamente carente di fondi per sostenere le proprie Forze armate: entro quest'anno gli stipendi dei soldati non potranno più essere pagati. Una situazione simile si era già verificata nel 2023 e nel 2024. Allora il deficit era stato coperto aumentando le tasse e chiedendo fondi da parte dell'occidente.
Oggi la popolazione è allo stremo. Molti fondi sono stati spesi per acquistare munizioni. Molti altri se li sono intascati politici e funzionari corrotti. In fondo l'Ucraina è uno dei Paesi più corrotti al mondo. La UE, nel passato, non poté farla entrare al proprio interno proprio per questa ragione.
Ebbene a questo punto vien da chiedersi: perché nessuna parte della popolazione reagisce a una situazione così assurda? Come si può pensare che venga risolta da una trattativa di pace, quando quasi tutti gli statisti europei non vedono l'ora che la Russia perda la guerra? Oppure, al contrario, si pensa forse che la situazione venga risolta proprio da una vittoria della Russia?
Sia come sia, un popolo non può pretendere di essere considerato migliore del proprio governo al potere, quando non fa nulla per impedire che tale governo lo porti al macello o alla bancarotta? Non è un po' comodo dare tutte le colpe a Putin, o, al contrario, sperare che sia solo lui a risolvere i problemi?
In fondo Zelensky ha il mandato presidenziale scaduto da un anno. Anche un bambino capisce che l'Occidente, col suo ultimatum per il cessate il fuoco, non sta ingannando la Russia, bensì l'Ucraina, sempre più ridotta a uno Stato fantasma.
Zelensky ha addirittura firmato un "accordo colonialista" con gli USA in cambio del loro patrocinio. Di fatto il Paese sta perdendo il diritto di gestire autonomamente le risorse del suo sottosuolo: terra, gas, metalli ed energia. L'accordo, rimasto segreto, è facile che preveda norme che impediranno all'Ucraina di modificare le sue leggi economiche senza il consenso degli USA.
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Il Ministero della pubblica istruzione moldavo ha imposto di riscrivere i manuali scolastici di storia.
Si vuol far credere agli studenti che il conflitto in Transnistria sarebbe stato una "guerra per la preservazione dell'integrità territoriale e dell'indipendenza della Repubblica di Moldavia".
In pratica la Moldavia stava cercando di preservare la propria integrità, mentre la Russia, sentendosi impegnata a "perseguire i propri interessi imperialisti e geostrategici", sostenne l'autoproclamata Repubblica Moldava di Transnistria nel 2 settembre 1990.
Peccato che a quel tempo non esisteva ancora alcuna "Federazione Russa". L'URSS cessò di esistere il 26 dicembre 1991 e fu invitata dall'ONU a fare da paciere tra russofoni della Transnistria e nazionalisti moldavi filoccidentali. Cosa che funzionò benissimo, non come i francesi e i tedeschi nei confronti dei russofoni del Donbass in base agli Accordi di Minsk.
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L'Estonia è un Paese molto piccolo. Non arriva neppure a 1,4 milioni di abitanti, di cui 1/4 di origine russa (nel 1989 erano 1/3).
Non è un Paese di poveracci. Si pensi per es. che è il primo Paese al mondo ad avere un cyber-esercito. Tuttavia non naviga nell'oro, anche perché, da quando è entrata nella UE, ha dovuto subire una inevitabile colonizzazione.
Ora che bisogno ha, visto che non è minacciata da nessuno, di produrre 2.000 droni al giorno per risparmiare sui razzi?
Il comandante della difesa, Martin Herem, ha appena detto che, invece di un missile da 100.000 euro, è possibile assemblare 50 droni d'attacco per 2.000 euro ciascuno. Si suppone che l'effetto sia lo stesso, ma senza buchi nel bilancio.
Cioè praticamente l'Estonia si prepara a difendersi dalla Russia producendo droni? Non le bastano i droni da ricognizione, che già adesso la Threod Systems sta fabbricando: li vuole proprio d'attacco. E sta già cominciando a chiedere un prestito per farli in serie.
In natura esiste un fenomeno chiamato "deimatiso". Lo adottano molti animali di piccole dimensioni per intimidire e dissuadere i potenziali attaccanti: si gonfiano.
Gli umani però son più furbi: sfruttano i pregiudizi e le false paure per gonfiare i loro portafogli vendendo oggetti inutili.
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Dalia Grybauskaité non è stata una persona qualunque in Lituania: prima Capo di Stato donna dal 2009 al 2019, Vice Ministro degli Affari Esteri, Ministro delle Finanze, Commissario europeo per la Programmazione Finanziaria e il Bilancio. Spesso viene definita "Lady di ferro", come la Thatcher. Considerando che è del 1956, può ancora aspirare a incarichi prestigiosi.
Allora perché una così titolata deve sparare una cretinaggine sesquipedale? Infatti ha appena detto che "Le armi nucleari russe non spaventano più nessuno". Cioè la deterrenza nucleare è attualmente inefficace, è obsoleta, in quanto esistono molte "altre forme di minaccia più pericolose". In che senso? Nel senso che ora ci sono armi completamente diverse, una natura completamente diversa della guerra.
Sarebbe? Non lo dice. Lo sa solo lei. Infatti deve aver visto coi propri occhi quale immane flagello hanno procurato alla Russia le sanzioni economiche e finanziarie imposte dall'occidente... Magari avrà pensato: se basta un semplice kit di sopravvivenza per salvarsi dal nucleare russo, perché spaventarsi così tanto?
Nella UE sembra che i politici debbano parlare così proprio per fare carriera, altrimenti, se sono troppo intelligenti, non li vogliono.
Ti fanno proprio desiderare che qualcuno la faccia finita per sempre con questi irresponsabili, che potrebbero mandare a morire milioni di persone.
Il sociologo Alessandro Orsini ha detto che Putin assai difficilmente porrà come argomento di trattativa con Kiev le sue tre richieste di sempre: non ingresso nella NATO, riconoscimento dei quattro Oblast facenti parte della Russia sin dal 30 settembre 2022, smilitarizzazione completa (o comunque sufficiente a una difesa non a un attacco contro la Russia).
Tuttavia sull'ultima richiesta ha detto che Putin non può impedire che i Paesi europei diano armi a Zelensky. L'unico modo per impedirlo è conquistare Kiev e tutta l'Ucraina, ma Putin non vuole governare le regioni che odiano la Russia. L'Europa può sperare di ottenere che l'Ucraina conservi un esercito. Ma il pessimismo è doveroso perché Putin non concederà all'Ucraina di dotarsi di migliaia di missili della NATO a lunga gittata o di aerei di quarta e quinta generazione. Quindi in definitiva Putin non può trattare veramente, perché non è disposto a rinunciare a nessuno dei suoi obiettivi strategici.
Naturalmente Orsini sa benissimo che neanche la UE vuole trattare veramente, in quanto sta cercando soltanto una tregua per riarmare l'Ucraina. Non può desiderare la pace perché la pace tra Russia e Ucraina passa attraverso la sconfitta militare o della Russia o della UE.
Sono affermazioni semplici, le sue, ma calzanti. Possono apparire perentorie, ma sicuramente sono realistiche. Come anche queste:
L'Ucraina ha combattuto una guerra terribile per entrare nella NATO, ma non entrerà nella NATO; ha combattuto per entrare nell'Unione Europea, ma non entrerà nell'Unione Europea; ha combattuto per difendere la propria integrità territoriale, ma sarà smembrata; ha combattuto per difendere le proprie città, che sono rase al suolo; ha combattuto per difendere la propria indipendenza, ma adesso è sottoposta alla doppia sferza padronale di Russia e Stati Uniti. L'Ucraina ha perso tutto.
Ma perché si è arrivati a una conclusione così tragica? Orsini lo dice chiaramente: per la Russia la guerra in Ucraina è una guerra di popolo; per l'Europa è soprattutto la guerra di un'élite che deve nascondere il proprio fallimento. Gli europei non sono disposti a sacrificare una sola vita umana per l'Ucraina. I russi sono disposti persino alla guerra nucleare.
Non vorrei aggiungere niente a queste sacrosante affermazioni. Salvo una considerazione: per me la Russia è già pronta per una guerra esplicita o diretta contro la NATO. Il conflitto con l'Ucraina l'ha addestrata in maniera sufficiente. La NATO è lontanissima dall'avere una capacità analoga. Anzi non ha nemmeno armi sufficienti per affrontare un conflitto di lunga durata. Trump l'ha capito subito, poiché gli USA sono abituati a fare le guerre. Gli statisti europei invece non l'hanno ancora capito, poiché malati di ideologia russofobica.
Per me la Russia si sta preparando a sferrare un colpo demolitore nei confronti della NATO. Vuole fargliela pagare per tutti i soldati morti che ha avuto. Infatti se non ci fosse stata la NATO, davvero la guerra sarebbe stata soltanto una pura e semplice "operazione speciale". E inizierà a muoversi là dove avverte le basi NATO con maggior fastidio: Finlandia, Svezia, Paesi Baltici, Mar Baltico, Polonia, Romania... In fondo Putin l'ha sempre detto: "Non vogliamo basi NATO ai nostri confini".
L'unica proposta che può fare a Zelensky potrebbe avere questo tenore (mi si perdonerà la franchezza): "Se non ti arrendi, raderemo al suolo Kiev e tutte le altre città dell'Ucraina, dando ovviamente ai civili il tempo di andarsene, poiché non siamo bestie come voi. Tu stesso quindi è meglio che te ne vai quanto prima, perché per te e per il tuo governo filonazista il tempo è scaduto. Non facciamo le parate muscolari per sport. Se vi arrendete subito, ci prenderemo solo la parte orientale del fiume Dnepr e l'Ucraina potrà continuare a esistere, altrimenti prenderemo tutto". Ovviamente non gli spiegherà il motivo di questa improvvisa fretta, ma quello, se saprà smettere di recitare, lo capirà benissimo.
16 maggio: "Pepe Mujica", Rubio
Chi era José Alberto Mujica Cordano, noto come "Pepe Mujica", morto il 12 maggio 2025?
Nato il 20 maggio 1935 a Montevideo in una famiglia modesta, Mujica è cresciuto in una fattoria e ha sperimentato fin dall'infanzia la dura realtà della vita rurale.
Negli anni '60 era stato un guerrigliero nelle file dei Tupamaros, movimento che si ispirava alla rivoluzione castrista cubana e in difesa dei campesinos del suo Paese.
Riportò diverse ferite da arma da fuoco e prese parte a un'evasione di massa da una prigione. Ma quando i Tupamaros si sciolsero nel 1972, venne nuovamente catturato e trascorse l'intera durata della dittatura militare dell'Uruguay, dal 1973 al 1985, in prigione, dove fu torturato e tenuto in isolamento per anni.
Questa esperienza, lungi dallo spezzarlo, ha forgiato in lui una silenziosa resilienza e un pensiero politico incentrato sulla dignità umana e la giustizia sociale.
Fu liberato nel 1985 a seguito di un'amnistia concessa per i reati politici dal nuovo governo democratico.
Mujica abbandonò la lotta armata per abbracciare l'azione politica istituzionale. Partecipò alla fondazione del Movimento di Partecipazione Popolare, inserito nel Fronte Ampio, una coalizione di sinistra che avrebbe trasformato il panorama politico uruguaiano. Eletto deputato, poi senatore, si distinse per la sua schiettezza, la sua disarmante semplicità e il suo stile di vita diametralmente opposto ai privilegi del potere. Quando divenne ministro dell'Agricoltura continuò a vivere nella sua casa di campagna a Rincón del Cerro, alla periferia di Montevideo, rifiutando la tentazione del potere o dell'arricchimento personale.
Tutto il suo percorso è un mix di ascetismo e saggezza stoica. Non a caso aveva donato il 90% del suo stipendio da presidente a organizzazioni non governative che aiutavano i più disagiati.
Nel 2009 fu eletto Presidente della Repubblica Orientale dell'Uruguay. Il suo mandato (2010-2015) è stato caratterizzato da una serie di coraggiose riforme sociali sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, sull'aborto e sulla produzione di cannabis controllata dallo Stato. Durante il suo governo i salari minimi aumentarono del 250% e il tasso di povertà passò dal 45% all'11%.
Mujica condannò il consumismo eccessivo, il capitalismo selvaggio e la distruzione del pianeta e promosse la produzione delle energie rinnovabili.
Questa una delle sue frasi: "Nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più". Questa un'altra: "è facile avere rispetto per chi la pensa come te, ma devi imparare che il fondamento della democrazia è il rispetto per chi la pensa diversamente".
Si era ritirato dalla vita politica nel 2020, perché affetto da una malattia cronica e indebolito dall'età. Negli ultimi mesi della sua vita aveva scelto di interrompere le cure, limitandosi all'assistenza della moglie e compagna di lotta, Lucía Topolansky, vicepresidente dell'Uruguay dal 2017 al 2020. Non ebbe figli. Dopo aver lasciato la politica, rifiutò anche la pensione cui aveva diritto in quanto ex parlamentare.
Il presidente uruguayano Jamando Orsi, suo grande amico, ha annunciato tre giorni di lutto nazionale. Viene considerato nel suo Paese "il presidente più povero del mondo".
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Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che non esiste una soluzione militare al conflitto tra Russia e Ucraina. Questa guerra non si concluderà militarmente, ma diplomaticamente.
Questo è davvero un modo strano di ragionare. Sembra quasi una minaccia. Gli USA non capiscono che l'operazione militare speciale prevedeva un confronto diretto tra Russia e Ucraina. Non era prevista una guerra tra Russia e NATO o tra Russia e Occidente collettivo.
Sembra che gli USA, la UE, la NATO e l'intero Occidente vogliano dire alla Russia che se non rinuncia agli obiettivi iniziali di questo conflitto, cioè se non accetta di concluderlo pacificamente, mostrando che non può vincerlo sul piano militare, sarà inevitabile una escalation, oltre che un aumento delle sanzioni.
Questi ancora non han capito che con Putin non è possibile ragionare così. Putin vuole garanzie per una pace sicura, che facciano sentire il suo Paese libero dall'incubo di poter essere colpito da armi a lunga gittata, scagliate dalle basi NATO. E nessuno gliele vuole offrire a priori. Eppure lui sa di averne diritto.
Questi pensano di avere a che fare con una nullità come Eltsin o con un ingenuo come Gorbaciov. Ma a Putin non interessa affatto smembrare l'Ucraina. Non è questa la "soluzione finale". Prima che scoppiasse il conflitto, nel febbraio 2022, Putin sarebbe stato disposto a che il governo di Kiev riconoscesse alle due piccole repubbliche di Donetsk e Lugansk un'autonomia equivalente a quella che l'Italia concesse al Sud-Tirolo. L'Ucraina poteva restare perfettamente integra. Se lui voleva il Donbass, non avrebbe aspettato otto anni prima d'intervenire.
è stato l'appoggio della NATO a Kiev a fargli capire che doveva occupare i quattro oblast' e che il conflitto poteva essere risolto solo sul campo e solo sulla base di una resa incondizionata. Secondo lui, in altre parole, più si va avanti e più dovrà essere la stessa NATO a rimetterci. Gli incontri diplomatici servono solo a far capire che il tempo per perdere tempo è finito. Chi vuol la guerra l'avrà. La Russia è pronta e non farà sconti a nessuno, anche perché il patrimonio militare acquisito in oltre tre anni viene considerato equivalente a quello che l'URSS acquisì dopo l'inizio dell'Operazione Barbarossa. è vero, i sovietici ebbero un numero incredibile di morti, ma alla fine si presero mezza Europa.
Noi europei vogliamo ripetere questo scenario o siamo disposti a più miti consigli?
Il capo della delegazione russa ai negoziati russo-ucraini di Istanbul, Vladimir Medinsky, ha ricordato che "Chi dice che prima serve una tregua e poi i negoziati, non conosce la storia. Come disse Napoleone, nella storia guerra e negoziati vanno sempre di pari passo". "Durante la guerra del Vietnam, gli Stati Uniti e il Vietnam negoziarono per 15 anni di conflitto attivo. Lo stesso vale per la guerra di Corea".
Poi ha precisato una cosa ancora più scomoda per la dirigenza ucraina: "Abbiamo combattuto contro la Svezia per 21 anni. Per quanto tempo siete pronti a combattere voi? E Pietro il Grande sapete chi l'ha finanziato? Inghilterra e Francia. La Svezia sarebbe ancora una grande potenza oggi se non fosse stato per quella guerra". In effetti Russia e Svezia avevano avviato i negoziati delle Åland nel 1718, ma per colpa di Francia e Inghilterra si protrassero fino al 1721, e la Svezia dovette firmare un trattato di pace con cui rinunciava non solo a San Pietroburgo, ma anche alla Carelia, alla Germania settentrionale, alla Finlandia e ai Paesi Baltici, sicché perse per sempre il suo status di grande potenza. Prima della guerra controllava un milione di chilometri quadrati, il doppio della Francia. Il Mar Baltico era il mare interno della Svezia. Dopo la guerra perse tutto.
Ha fatto un altro esempio. Prendiamo le numerose guerre russo-turche. Una di queste, scatenata da un grave conflitto nei Balcani negli anni '70 dell'Ottocento, si concluse con accordi tra Russia e Turchia a sostegno dell'indipendenza o dell'autonomia dei giovani Stati balcanici. Ma poi intervenne l'Occidente. Il Congresso di Berlino fu convocato per "migliorare" i risultati del Trattato di pace di Santo Stefano. E a cosa portarono questi "miglioramenti"? Alle guerre balcaniche del 1912-13 e, infine, allo scoppio della prima guerra mondiale.
A me sembrano frasi che non lasciano margini di trattativa. O la situazione Kiev l'accetta così com'è, o finirà anche peggio. Putin aveva già detto nel giugno 2024 quali erano le sue condizioni per un cessate il fuoco e l'avvio dei negoziati: "Le truppe ucraine devono essere completamente ritirate dall'intero territorio amministrativo di queste regioni: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporižžja. Non appena Kiev dichiarerà di essere pronta a tale decisione e notificherà ufficialmente il rifiuto del progetto di adesione alla NATO, da parte nostra seguirà immediatamente l'ordine di cessare il fuoco e di avviare i negoziati".
Al momento l'unica cosa concreta decisa è stata lo scambio alla pari dei prigionieri. L'altra, che forse per la diplomazia è ancora più concreta, è la decisione di proseguire i negoziati. Il che non è poco, considerando che i Paesi della UE più importanti non ne vogliono sapere. Sarebbe davvero il colmo che Kiev accettasse d'arrendersi, mentre la UE pretende che la guerra vada avanti sino all'ultimo ucraino. Zelensky verrebbe considerato un traditore e cercherebbero di fargliela pagare. Anche perché agli europei è già costato una montagna di soldi, lo svuotamento degli arsenali, e in più costerebbe la reputazione politica e la rinuncia agli affari economici.
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Il British International Institute for Strategic Studies (affiliato a grandi aziende del settore della difesa) ha pubblicato un rapporto dal titolo: "Difendere l'Europa senza gli Stati Uniti: costi e conseguenze".
In pratica la UE e il Regno Unito dovrebbero spendere un trilione di dollari in 25 anni, portando la quota del PIL al 3% (che in alcuni Paesi è già stata raggiunta: Polonia 4,12%; Estonia 3,43%; Lettonia 3,15% e Grecia 3,08%. Perché poi la Grecia debba spendere così tanto, visto che fino a ieri piangeva grande miseria, lo sa solo il padreterno).
Il problema maggiore però resterebbe quello di come sostituire i 128.000 soldati americani con tutto il loro equipaggiamento e hardware militare, che potrebbero essere ritirati dall'Europa entro il 2027. Si pensa di colmare il gap facendo ricorso ai migranti! Stai a vedere che, sulla base di questo scenario, si favorirà l'ingresso dei migranti nella UE a condizione che si arruolino nelle forze armate.
La rivista "Politico" ha pubblicato un'analisi in cui si sottolinea che la rapida adesione dell'Ucraina alla UE creerebbe un onere colossale per il bilancio dell'Unione, che non tutti avrebbero voglia di sostenere. Il Paese infatti diventerebbe il maggiore beneficiario dei fondi europei, pur rimanendo il più corrotto a tutti i livelli. Persino le agenzie anticorruzione sarebbero diventate strumenti politici dell'Ufficio presidenziale. La legge marziale viene utilizzata per imporre il controllo personale. I casi di corruzione vengono semplicemente chiusi senza tanti problemi. Quindi la UE rischierebbe soltanto d'importare la corruzione sistemica e di dividersi in nome di una promessa che non potrà mai mantenere.
E queste cose le dici un giornale che sicuramente non è "filo-putiniano"! Non è che ci vuole un'intelligenza straordinaria per capirle. Purtroppo in mano a statisti non meno corrotti come quelli europei, ci si può aspettare di tutto...
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In una stazione della metropolitana di Mosca è stato collocato un pannello raffigurante Stalin, replica del bassorilievo "La gratitudine del popolo al leader e comandante", rimosso nel 1961 durante la destalinizzazione. Il restauro è stato presentato come parte del recupero dell'aspetto storico della stazione, cioè come un'operazione meramente culturale.
A me non piacciono queste cose, non solo perché potrebbero essere segnali di riabilitazione di un passato da dimenticare, ma anche perché Putin è al potere da 25 anni, gode di un ampio consenso e non ha bisogno di questi truci riferimenti al passato.
Non ha davvero alcun senso che per affermare la piena sovranità di una nazione, la sua grandezza politica, morale e materiale si debba coltivare il culto del "Capo".
19 maggio: Ucraina, Russia, Iran, Cina, Yemen
Un funzionario ucraino, rimasto anonimo, ha detto che la Russia ha proposto i seguenti termini per un accordo di pace:
1. Ritiro preventivo delle truppe ucraine dalle regioni di Donetsk, Zaporizhia, Kherson e Lugansk, dopodiché potrà essere dichiarato un cessate il fuoco. Queste aree sono in gran parte o parzialmente controllate dalle truppe russe, ma le truppe ucraine stanno ancora combattendo per le restanti parti di queste aree.
La bozza di accordo preparata dagli Stati Uniti non conteneva tale requisito. Eppure per i russi è fondamentale.
2. Riconoscimento internazionale di cinque parti dell'Ucraina – la penisola di Crimea, annessa nel 2014, nonché le suddette regioni – come parte della Russia. E l'Ucraina non dovrà interferire.
Il progetto statunitense prevedeva solo il riconoscimento de jure della Crimea da parte degli Stati Uniti e il riconoscimento de facto delle parti delle altre regioni controllate dalla Russia.
3. L'Ucraina diventa uno Stato neutrale, non possiede armi di distruzione di massa e gli alleati di Kiev non schiereranno le loro truppe sul territorio ucraino.
Questo requisito non era incluso nella proposta statunitense. Putin lo chiede sin dal 2022.
4. Tutte le parti in conflitto si pagheranno da sole i danni causati dalla guerra. Quindi niente risarcimenti, come invece chiedeva la proposta degli Stati Uniti. Gli statisti europei guerrafondai pensano addirittura di sfruttare i beni russi congelati. Anzi in questo momento stanno chiedendo a Trump di imporre nuove sanzioni alla Russia.
Secondo me i russi han chiesto anche la salvaguardia dei diritti della popolazione russa che vive a ovest del Dnepr. L'Ucraina deve garantire la protezione dei diritti delle minoranze, ovunque esse si trovino, altrimenti la guerra scoppierà di nuovo. Anche gli ungheresi stanno chiedendo la stessa cosa.
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L'Iran si sta stufando di negoziare con Trump. Dicono che Witkoff all'inizio sosteneva che gli Stati Uniti non avessero obiezioni al fatto che l'Iran perseguisse lo sviluppo nucleare a fini civili. Ora però ha detto: "Non possiamo accettare un accordo con l'Iran che includa la sua capacità di arricchire l'uranio."
Secondo loro Witkoff non rappresenta davvero una missione diplomatica, ma sta semplicemente riecheggiando la voce della doppiezza politica degli Stati Uniti. Questa ambiguità non è solo un difetto, è un ostacolo strategico.
La disponibilità al dialogo non va interpretata come un invito a ricorrere a tattiche di guadagno di tempo indeterminato.
Gli statisti iraniani rimangono sconcertati nel vedere Trump cambiare continuamente posizione, giocando con la semantica delle parole. I negoziati non possono prendere una direzione vaga e sempre più sospetta di essere condotti in cattiva fede. Trump cambia di continuo il linguaggio, il tono, persino il tenore dei suoi impegni, senza alcun riguardo per la coerenza o il rispetto. Questa non è diplomazia, è guerra psicologica.
Mi sa che gli iraniani siano gli unici in Medioriente ad aver capito che gli americani puntano al tetto massimo di richieste per tranquillizzare un Israele diffidente.
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Un articolo apparso su derstandard.at mi ha abbastanza spaventato. Si riferisce alle attività cinesi condotte soprattutto a Vienna, ma sostiene che anche a Parigi, Madrid, Amsterdam e Francoforte esiste un'organizzazione chiamata Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito (UFWD), che risponde direttamente al partito comunista cinese.
Apparentemente serve per aiutare i connazionali all'estero con problemi relativi al passaporto o al rinnovo della patente di guida. Di fatto monitora i dissidenti cinesi e le critiche al regime provenienti dalla UE. Si tratta di strutture di intelligence al di fuori del controllo dello Stato ospitante.
Sono circa 60 milioni i cinesi che vivono all'estero. Sono visti non solo come potenziali dissidenti, ma anche come una risorsa. Il presidente Xi Jinping li chiama "ambasciatori non ufficiali", ovvero persone che dovrebbero essere legate politicamente e culturalmente alla madrepatria per promuovere gli interessi della Cina nel mondo.
Alcuni di questi "ambasciatori" operano in una fitta rete di sindacati, associazioni culturali e gruppi regionali, apparentemente di natura civile, ma in realtà spesso impegnati politicamente. In Austria sembra quasi impossibile collaborare con la Cina senza entrare in contatto con queste reti.
Uno dei loro obiettivi fondamentali è quello di promuovere la riunificazione con Taiwan. Un altro quello di ostacolare gli attivisti tibetani. Un altro ancora quello di rafforzare, attraverso le élites locali, i legami diplomatici, economici e strategici con la Cina.
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Pare che lo Yemen sia intenzionato a scatenare l'inferno sugli aeroporti israeliani, poiché ha capito che i sionisti vogliono occupare tutta Gaza e pretendere la resa incondizionata di Hamas, che non avranno mai.
Qui non siamo in Ucraina, dove Kiev non si arrende perché appoggiata dall'occidente. A Gaza è Israele a essere sostenuto in tutte le maniere dall'occidente, mentre Hamas è l'ultima risorsa rimasta per difendere quella Striscia in cui vivono due milioni di persone.
Comunque ogni giorno che passa, l'idea dei due Stati mi sembra assolutamente impraticabile. Anche perché i confini stabiliti dall'ONU oggi sono completamente stravolti. Quindi non resta che creare un unico Stato che di ideologico abbia solo gli incubi del passato.
La Russia non ha assolutamente la stessa capacità della Cina di condizionare il mondo dal punto di vista economico e finanziario. Non ha sviluppato l'industria leggera quando esisteva il socialismo statale, e fino alla guerra in Ucraina non si preoccupava di dipendere dalle aziende straniere per la fornitura di tantissimi beni industriali. Ciò in quanto era convinta che, grazie alle sue enormi risorse energetiche, vendute a buon mercato, i Paesi occidentali sarebbero stati dei folli a privarsene per qualche motivo ideologico o militare.
Solo quando queste aziende sono andate via dal suo territorio, dopo l'inizio della guerra in Ucraina, ha cominciato a sostituirle, o in proprio o facendo entrare aziende straniere non occidentali. Ma i suoi veri progressi restano quelli sul piano militare. E naturalmente resta potente sul piano energetico, anche se le sanzioni occidentali l'hanno inevitabilmente danneggiata.
è evidente, per motivi geografici, che la UE tema militarmente di più la Russia che la Cina. Questo perché è un Paese europeo che potrebbe politicamente condizionare altri Paesi europei e che potrebbe impedire a questi Paesi di espandersi militarmente verso oriente. La teme anche perché nella UE il capitalismo statale è in via di smantellamento dagli anni '80: cosa sempre più evidente da quando abbiamo creato l'Unione Europea vera e propria, che praticamente è in mano a delle oligarchie private.
Ma sul piano produttivo, cioè economico, il terrore per noi resta la Cina, perché fa passi da gigante in tempi brevissimi, avendo molte più risorse, umane e materiali, di qualunque altro Paese al mondo. E quando un Paese come la Cina ti entra in casa sul piano economico, finanziario e commerciale, è inevitabile aspettarsi che prima o poi ti chieda il conto anche sul piano politico.
è vero, la Russia al momento sembra avere più prestigio al mondo, in quanto combatte da sola contro l'occidente collettivo, aiuta militarmente a liberarsi del colonialismo occidentale, fornisce aiuti umanitari a chiunque li chieda (spesso a titolo gratuito), e porta avanti il discorso sul multipolarismo, condiviso da tantissimi Paesi. Tuttavia se c'è un Paese destinato a ereditare (superandoli) gli sviluppi tecnico-scientifici, economico-finanziari e commerciali del capitalismo occidentale, è la Cina. Su questo non si possono avere dubbi.
è anche vero che in Cina sembra esistere un regime più autoritario di quello russo, più lontano da quello della democrazia rappresentativa occidentale. Peraltro in Cina non si potrebbe parlare, al momento, di "capitalismo statale" vero e proprio, come l'abbiamo conosciuto noi in Europa. Sarebbe meglio parlare di "socialismo mercantile", poiché esiste un'ideologia ufficiale, quella del materialismo storico-dialettico, statalizzata a partire dal maoismo, e revisionata, significativamente, a partire da Deng Xiaoping, che ha occidentalizzato la Cina, dando più peso all'economia che non all'ideologia. A dir il vero in Cina l'elemento del collettivismo fa parte di una cultura ancestrale. Si potrebbe anzi dire che la Cina è socialista proprio in quanto è sempre stata collettivistica.
Viceversa, il socialismo scientifico non ha più una rilevanza significativa in Russia. Semmai qui esiste un'idea di "collettivismo" non meno antica, ma più che altro nella sua area asiatica. E comunque l'ideologia di Putin non ha nulla a che fare col socialismo. Si configura di più come un "nazionalismo ortodosso", aperto ad altre confessioni religiose, dove il patriottismo, l'eroismo, il sacrificio di sé giocano, come valori collettivi, un ruolo fondamentale. Di qui l'importanza che si concede al militarismo, arma strategica con cui difendersi dalle mire imperiali dell'occidente.
Sotto questo aspetto né la Russia né la Cina costituiscono per l'occidente dei modelli da imitare, se non negli aspetti dell'efficienza produttiva e militare. Per es. la capacità che il regime cinese ha di controllare la popolazione suscita una certa ammirazione da parte delle élite occidentali, sempre più intenzionate a trasformare la democrazia formale in una dittatura reale del capitale.
Infatti, se andiamo avanti così, il destino dell'Unione Europea (che si configura come destino di un capitalismo sempre più privatizzato imposto a tutti i Paesi che fanno parte di questa entità politica) non sarà molto diverso da quello degli Stati Uniti e degli altri Paesi dell'occidente collettivo: sarà sicuramente un destino tragico.
21 maggio: Sovranismo, nazionalismo
Oggi fa piacere definirsi "sovranisti", soprattutto contro il globalismo unipolarista occidentale, contro la pervasività burocratica della UE, contro la presenza delle truppe americane in Europa, ecc. Ma non per questo sposiamo idee fasciste o nazionaliste, anche se in politica estera e internazionale gli atteggiamenti guerrafondai, russofobici, anticinesi, antislamici... caratterizzano tutti i partiti, inclusi quelli cosiddetti "democratici", cioè popolari, socialisti, socialdemocratici..., al punto che si fa fatica a capire chi è di destra o di sinistra.
In particolare cercherei di evitare l'equazione che il fascismo poneva tra fascista e italiano, come se un antifascista fosse un antiitaliano. Oggi si può essere contro l'unipolarismo quanto si vuole, ma non si può essere contro un sano globalismo. Facciamo tutti parte di un unico pianeta. Semmai dobbiamo fare in modo che nessun Paese prevalga sull'altro.
Non a caso il nazionalismo fascista ambiva a imporsi all'estero (Africa orientale, Albania, Jugoslavia, Grecia, Russia). Ha senso oggi impedire agli immigrati di Paesi colonizzati dall'occidente di trasferirsi da noi? Diciamo che, in teoria, ogni Paese colonizzatore dovrebbe prendersi gli immigrati dei Paesi che ha colonizzato. Ma quando ciò non avviene, che facciamo? Li rispediamo ai Paesi d'origine? Semmai dovremmo chiederci il motivo per cui continuano a venire da noi. Non è cambiato nulla nel loro Paese? Evidentemente è cambiato molto poco, poiché nessuno sceglie di emigrare se si trova bene nel proprio Paese. Noi occidentali facciamo forse qualcosa di utile per indurli nei loro Paesi a stare meglio? Se guardiamo a come si stanno comportando i Paesi africani che vogliono ancora oggi liberarsi del colonialismo francese, dobbiamo dire che non stiamo facendo assolutamente nulla. Abbiamo soltanto raffinato lo sfruttamento, rendendolo più indiretto, più finanziario, più formalmente "democratico", servendoci di élite locali, e usando la forza solo quando necessario.
Insomma, pur essendo passati, dai primi colonialisti portoghesi in Africa, circa 600 anni, il colonialismo non è ancora finito. Lo vediamo anche oggi con l'espansione della UE verso l'Europa orientale, che non per nulla è coincisa con quella della NATO.
Abbastanza impressionante la lettera aperta che il presidente del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, ha spedito all'attuale papa Leone XIV. Dicono che sia un prodotto dell'intelligenza artificiale. Se è così, è davvero una bella fake news!
Non le scrivo da un palazzo, né dalle comodità di ambasciate straniere, ma dal suolo della mia patria, la terra del Burkina Faso, dove la polvere si mescola al sangue dei nostri martiri e gli echi della rivoluzione sono più forti del ronzio dei droni stranieri sopra le nostre teste.
Non le scrivo come un uomo in cerca di approvazione, né come uno invischiato in convenevoli diplomatici. Le scrivo come un figlio dell'Africa, audace, ferito, indomito.
Ora lei è il padre spirituale di oltre un miliardo di anime, inclusi milioni qui in Africa. Lei eredita non solo una chiesa, ma una missione. E in questo momento di transizione, mentre il fumo bianco aleggia ancora sui tetti del Vaticano, devo inviare questa lettera attraverso mari e deserti, oltre guardie e cancellate, direttamente al suo cuore, perché la storia lo esige, perché la verità lo impone, perché l'Africa, ferita e in rivolta, ci sta guardando.
Santità, noi africani conosciamo il potere della croce. Conosciamo gli inni, le preghiere, le litanie. Abbiamo costruito chiese con mani callose e abbiamo difeso la nostra fede con il nostro sangue.
Ma conosciamo anche un'altra verità, una verità che troppi hanno preferito seppellire: che la Chiesa a volte ha camminato al fianco dei colonizzatori, che mentre i missionari pregavano per le nostre anime, i soldati profanavano le nostre terre, che mentre voi predecessori parlavate del cielo, i nostri antenati erano incatenati sulla terra.
E anche ora, in questa cosiddetta era moderna, subiamo ancora le catene non del ferro, ma del silenzio. Dell'indifferenza di giochi geopolitici che si svolgono in sacre oscurità.
Quindi chiedo, in nome delle madri che pregano sui pavimenti di terra battuta e dei bambini che frequentano il catechismo a stomaco vuoto: il suo papato sarà diverso?
Sarà lei il Papa che vede l'Africa non come una periferia, ma come il centro profetico? Sarà il Papa che non si limita a visitare le baraccopoli per foto-ricordi, ma che osa parlare con rabbia contro le forze che rendono permanenti quelle baraccopoli?
Vede, Santità, io sono un uomo forgiato dalla guerra, non dalla ricchezza. Non sono stato rovinato dalle istituzioni occidentali per uso politico. Non mi hanno insegnato la diplomazia a Parigi. Ho imparato la leadership in trincea, tra la gente, dove il dolore è maestro e la speranza è resistenza.
Guido una nazione che è stata emarginata dal mondo finché non ci siamo rifiutati di stare zitti. Ci è stato detto che eravamo troppo poveri per essere indipendenti, troppo deboli per essere sovrani, troppo instabili per resistere. Ma glielo dico con il tuono degli antenati nella voce: abbiamo smesso di chiedere il permesso di esistere.
Abbiamo smesso di implorare validazione da parte dei poteri che sfruttano i nostri minerali mentre predicano la moralità. E abbiamo smesso, assolutamente smesso, di accettare che i leader spirituali globali distolgano lo sguardo dalle grida dell'Africa perché la politica è scomoda.
Santità, non parlo ora solo per il Burkina Faso, ma per un continente troppo a lungo dominato. L'Africa non è un continente da compatire, siamo un continente di profeti. Profeti che sono stati incarcerati, esiliati e assassinati per aver osato sfidare l'impero.
E lei, ora che porta l'anello di San Pietro come simbolo, seguirà la via dei profeti? O sarà anche lei prigioniero della politica?
Non abbiamo bisogno di altre banalità. Non abbiamo bisogno di altri auguri e preghiere mentre le multinazionali occidentali estraggono uranio dal Niger, e oro dal Congo, sotto scorta armata.
Non abbiamo bisogno di neutralità diplomatica mentre i giovani africani annegano nel Mediterraneo fuggendo da guerre cui essi non hanno dato inizio, con armi che essi non hanno fabbricato.
Non abbiamo bisogno di dichiarazioni sdolcinate mentre la sovranità africana viene messa all'asta a porte chiuse a Bruxelles, Washington e Ginevra.
Ciò di cui abbiamo bisogno è un Papa che nomini l'Erode moderno, che tuoni contro gli imperi economici con la stessa audacia con cui la Chiesa un tempo tuonò contro il comunismo.
Un Papa che dica senza indulgenze che è peccato per le nazioni trarre profitto dalla distruzione dell'Africa.
Lei conosce gli insegnamenti di Cristo. Sa che Lui rovesciò i tavoli dei cambiavalute. Sa che Lui disse "Beati gli operatori di pace" ma non disse mai "Beati i pacifinti".
Quindi le chiedo personalmente: parlerà contro il silenzio della Francia e le sue operazioni segrete nel Sahel?
Condannerà i traffici di armi che alimentano guerre per procura nei nostri deserti e nelle nostre foreste? Smaschererà l'avidità che si ammanta di carità? La diplomazia che maschera l'imperialismo con colloqui di pace, perché lo vediamo succedere, lo viviamo.
Sua Santità, non le chiedo di essere africano.
Le chiedo di essere umano, di essere morale, di essere coraggioso, perché il coraggio, il vero coraggio, non è benedire i potenti. E' difendere i deboli pagandone il costo.
Mi permetta di parlare chiaro. Il Vaticano possiede ricchezze inimmaginabili, arte senza prezzo, accesso oltre ogni confine.
Ma il vero potere non si misura in tesori nascosti dietro mura di marmo, il vero potere si misura nel coraggio di affrontare l'ingiustizia.
Anche quando si presenta vestito con un abito su misura, con credenziali diplomatiche e sorridendo nonostante i suoi peccati, Sua Santità, il mondo è sull'orlo del precipizio e l'Africa, questo continente martoriato e bellissimo, non si limita a guardare dal basso: ci stiamo sollevando.
Stiamo sanguinando, stiamo risalendo e osiamo porre domande che risuonano più forte del diritto canonico.
Dov'era la Chiesa quando i nostri presidenti sono stati rovesciati da mercenari spalleggiati dall'estero?
Dov'era la Chiesa quando i nostri giovani sono stati rapiti e indottrinati in guerre finanziate da nazioni che pretendono di essere forze di pace?
Dov'era la Chiesa quando le nostre valute sono crollate, quando il Fondo Monetario Internazionale ha soffocato le nostre economie?
Quando i nostri leader sono stati puniti per aver scelto la sovranità anziché la sottomissione?
Non ci dica di perdonare mentre la frusta è ancora nella mano del carnefice.
Non ci dica di pregare mentre le nostre preghiere vengono ricambiate con attacchi di droni. Non parli di pace senza nominare i profittatori della guerra.
Perché il silenzio, Santità, non è più santo e la neutralità non è più nobile.
Se lei deve essere il pastore di questo gregge globale, allora ascolti questo grido dalla polvere di Uagadugu.
Anche noi siamo sue pecore. Ma non pascoliamo in silenzio nei campi, marciamo per le strade, moriamo in prima linea.
Risorgiamo dalle ceneri con il fuoco nelle ossa e le Scritture sulla lingua.
Non chiediamo carità, esigiamo giustizia. E la giustizia deve iniziare dalla verità.
La verità è che il cristianesimo in Africa è stato sia un balsamo che una spada. La verità è che la Chiesa ha nutrito i nostri spiriti senza riuscire a proteggere i nostri corpi.
La verità è che la redenzione senza riconoscimento è una mezza verità e le mezze verità non hanno mai guarito le nazioni.
Santità, ora lei siede sulla cattedra di San Pietro.
Ma ricordi, Pietro rinnegò Cristo tre volte prima che il gallo cantasse. Non permetta alla Storia di scrivere che la Chiesa ha rinnegato l'Africa ancora una volta.
Faccia sì che il gallo canti forte e chiaro in Vaticano. Che svegli la coscienza di cardinali e re.
Che echeggi nei corridoi del potere, dove uomini in toga e uomini in uniforme barattano il silenzio con l'influenza.
Che annunci una nuova alba, non solo per la Chiesa, ma per il mondo.
Perché qui in Africa non temiamo le albe, le creiamo.
Siamo figli e figlie di Sankara, Lumumba, Nkrumah e Biko.
Portiamo le Scritture in una mano e l'onore, il ricordo dei rivoluzionari nell'altra.
Abbiamo imparato a pregare e protestare con lo stesso respiro.
E chiediamo: il suo papato camminerà con noi? Ci verrà lei incontro nel nostro dolore, non solo tra i banchi delle nostre chiese? Riconoscerà Dio nella nostra fame? Cristo nel nostro caos, lo Spirito Santo nelle nostre lotte?
Perché se non è questo il tempo, è quello di Giuda, e se la Chiesa continua a predicare la pace ignorando la macchina dell'oppressione, in quale Buona Novella ci resta da credere? Non lo dico con rabbia, ma con sacra urgenza.
Siamo un popolo al crocevia tra profezia e politica, e il tempo dell'Africa non si sta avvicinando, è qui. Stiamo riscrivendo la narrazione, rimodellando il futuro, rivendicando la dignità che ci è stata negata da secoli di dominazione straniera e di manipolazione spirituale.
E la Chiesa deve decidere da che parte stare: con i poteri forti qui, o con le persone che sanguinano.
Non scrivo questa lettera per condannare. La scrivo per invitarla, Santità, a una solidarietà più profonda, a una solidarietà che cammini a piedi nudi con i poveri, che osi dire la verità a Roma con la stessa audacia con cui lo fa in Ruanda, che ricordi i santi non solo per i miracoli, ma per il loro impegno per la giustizia.
Aspettiamo le vostre voci, non dai balconi, ma dalle trincee e dalle favelas. Dai campi profughi, da dietro le sbarre delle prigioni politiche dove la verità è incarcerata.
Perché solo quella voce, la vostra voce, può riscattare il silenzio. E se oserete pronunciarla, non solo l'Africa vi ascolterà, ma il mondo intero.
Fonte: vcomevittoria.it
Il genere umano dovrebbe sapere con un certo margine di anticipo quando il suo tempo di esistenza in vita è destinato a finire. La singola persona, se non subisce malattie gravissime o inaspettati incidenti, lo sa. Grosso modo la vita dopo gli 80 anni diventa molto precaria.
L'Italia, per es., è quinta al mondo per aspettativa di vita con una media di 84 anni (82 per gli uomini e 86 per le donne). Meglio di noi solo Hong Kong, Giappone, Svizzera e Singapore.
Tuttavia qui vorremmo riferirci al genere umano nel suo insieme, non ai casi individuali o nazionali o continentali. L'umanità dovrebbe sapere con un certo margine di anticipo se ha sperimentato tutte le forme di vita possibili in un contesto condizionato dai limiti del nostro pianeta. Dovrebbe saperlo perché, se il suo destino è quello di popolare l'intero universo, sarebbe insensato farlo riproducendo gli stessi difetti sperimentati sulla Terra.
Noi avremmo bisogno di sapere in anticipo quali sono almeno le condizioni di base, quelle per così dire irrinunciabili, che permettono di qualificarci come esseri umani e naturali. Se non abbiamo sufficiente chiarezza su questo, saremo destinati a riprodurre in eterno i nostri stessi errori. Il che però ci porterebbe a dire che il genere umano è stato il frutto di un esperimento sbagliato, nel senso che è nato male, possiede un bug che gli impedisce di diventare quel che vorrebbe essere.
Dunque, se invece abbiamo fiducia in un miglioramento progressivo di noi stessi (che non necessariamente deve essere di tipo tecnologico), quanto tempo ci resta? Un criterio fondamentale per capire se conduciamo un'esperienza di vita degna d'essere riprodotta nell'universo, potrebbe essere questo: riusciamo a vivere in pace, senza distruggerci a vicenda? Di quanto tempo abbiamo bisogno per rispondere a una domanda così semplice?
Apparat (Diario del primo semestre 2025)
In che mondo viviamo (Diario del secondo semestre 2024)
Il crollo occidentale (Diario del primo semestre 2024), anche in inglese
La Shoah palestinese (novembre 2023-febbraio 2024), anche in inglese
La catastrofe (luglio-ottobre 2023)
La resa (marzo-giugno 2023)
La linea rossa (dicembre 2022-marzo 2023)
Multipolare 2022 (luglio-dicembre 2022)
La guerra totale (maggio-giugno 2022)
Il signore del gas (aprile-maggio 2022)
La truffa ucraina (gennaio-marzo 2022)
Diario di Facebook (2017-2020)
Diario di Facebook (gen-mar 2021)
Diario di Facebook (apr-dic 2021)
Sopravvissuto. Memorie di un ex
Grido ad Manghinot. Politica e Turismo a Riccione (1859-1967)
L'impero romano. I. Dalla monarchia alla repubblica
L'impero romano: II. Dalla repubblica al principato
Preistorico. Contro il concetto di civiltà
Dal feudalesimo all'umanesimo. Quadro storico-culturale di una transizione
Protagonisti dell'Umanesimo e del Rinascimento
Storia dell'Inghilterra. Dai Normanni alla rivoluzione inglese
Scoperta e conquista dell'America
Il potere dei senzadio. Rivoluzione francese e questione religiosa
Herbis non verbis. Introduzione alla fitoterapia
La svolta di Giotto. La nascita borghese dell'arte moderna
Pazìnzia e distèin in Walter Galli
Grammatica e Scrittura. Dalle astrazioni dei manuali scolastici alla scrittura creativa
La filosofia ingenua: riflessioni sul mondo greco
Che cos'è la coscienza? Pagine di diario
Che cos'è la verità? Pagine di diario
Scienza e Natura. Per un'apologia della materia
Spazio e Tempo: nei filosofi e nella vita quotidiana
La scienza del colonialismo. Critica dell'antropologia culturale
Ribaltare i miti: miti e fiabe destrutturati
Etica ed economia. Per una teoria dell'umanesimo laico
Le teorie economiche di Giuseppe Mazzini
Kontrol. Quale socialismo?
Lenin e la guerra imperialista
L'idealista Gorbaciov. Le forme del socialismo democratico
Cinico Engels. Oltre l'Anti-Dühring
L'aquila Rosa. Critica della Luxemburg
Società ecologica e democrazia diretta
Stato di diritto e ideologia della violenza
Democrazia socialista e terzomondiale
La dittatura della democrazia. Come uscire dal sistema
Dialogo a distanza sui massimi sistemi
La colpa originaria. Analisi della caduta
Zetesis. Dalle conoscenze e abilità alle competenze nella didattica della storia
Studi laici sull'Antico Testamento
Johannes. Il discepolo anonimo, prediletto e tradito
Pescatori di uomini. Le mistificazioni nel vangelo di Marco
Contro Luca. Moralismo e opportunismo nel terzo vangelo
Metodologia dell'esegesi laica. Per una quarta ricerca
Protagonisti dell'esegesi laica. Per una quarta ricerca
Ombra delle cose future. Esegesi laica delle lettere paoline
Umano e Politico. Biografia demistificata del Cristo
Le diatribe del Cristo. Veri e falsi problemi nei vangeli
Ateo e sovversivo. I lati oscuri della mistificazione cristologica
Risorto o Scomparso? Dal giudizio di fatto a quello di valore
Cristianesimo primitivo. Dalle origini alla svolta costantiniana
Guarigioni e Parabole: fatti improbabili e parole ambigue
Gli apostoli traditori. Sviluppi del Cristo impolitico
Indice
2 gennaio: Gas russo, Senegal, Costa d'Avorio, Ucraina 7
4 gennaio: Nganasan, Palestina, Ucraina, USA 10
5 gennaio: Austria, Afghanistan e Pakistan, Litio, USA, Siria 12
6 gennaio: USA, Terrorismo statale, Ucraina 14
7 gennaio: Trudeau, Siria, Libia, Ucraina 15
8 gennaio: USA, Venezuela, Acciaio 19
9 gennaio: Indonesia, Moldavia e Transnistria, Israele e Iran 20
10 gennaio: Bangladesh, Italia, Intelligenza artificiale 22
11 gennaio: Bielorussia, Wallace, NATO, BlackRock 23
12 gennaio: USA, Trump, Pace 25
13 gennaio: Autodeterminazione dei popoli, Biolaboratori, Vučić 27
14 gennaio: Rutte, Siria, Shakiev, Ucraina 28
15 gennaio: Censura, Ucraina, Hegseth 30
16 gennaio: Ucraina, Africa, Wagenknecht, Slovacchia, Bielorussia 32
17 gennaio: Biden, Inghilterra, Francia e Niger 33
18 gennaio: Biden, Waltz, Šakalienė, Pakistan 35
19 gennaio: Trump, NATO, Vučić 37
20 gennaio: Capitalismo, Intelligenza artificiale, Deterrenza nucleare 39
21 gennaio: Gaza, Kodak, Decisioni di Trump 41
22 gennaio: Mar Baltico, Decisioni di Trump 43
23 gennaio: Decisioni di Trump, Banca austriaca 45
24 gennaio: Burkina Faso, Geng Shuang, Cuba, Piantedosi 48
25 gennaio: Orbán, Abiti usati in Africa, Trump, Turchia 51
26 gennaio: USA, Hamas, Paesi Baltici 53
27 gennaio: UE, Bradanini, Ucraina, SAFE, Russia 55
28 gennaio: Sebutinde, Turchia, California 58
29 gennaio: DeepSeek, USA, Musk, Serbia, Caso Almasri, Scholz 60
30 gennaio: Responsabilità di proteggere, Australia, Cina, Congo 64
31 gennaio: Lev Tahor, Cina, Siria, Momika 67
1 febbraio: Responsabilità di proteggere, Ucraina 70
2 febbraio: Intelligenza artificiale, USA, Ucraina, Turchia, Italia 73
3 febbraio: Hannah Iman, Ucraina, Musk, DeepSeek, USA 78
4 febbraio: USA, Militarismo, Ucraina, Polonia 83
5 febbraio: USA, UE, Gaza, Ucraina 85
6 febbraio: Messico, USA, Germania, Israele 88
7 febbraio: Sorvegliare, Pedofilia, Gaza 90
8 febbraio: CPI, NATO, Lego, Musk 93
9 febbraio: Sudamerica, USAID, Ucraina 95
11 febbraio: Israele, Palestina, Russia, Regno Unito 98
12 febbraio: USA, Ucraina, Israele, Gaza, Intelligenza artificiale 101
13 febbraio: Mimmo Lucano, Suicidio assistito 103
15 febbraio: Russia-Italia, UE, USA-UE, Russia-NATO-Ucraina 105
16 febbraio: Russia, Etiopia, USA, Ucraina 109
17 febbraio: Egitto, Moldavia, Ungheria, Cina 112
18 febbraio: Russia, USA, Intelligenza Artificiale 114
19 febbraio: USA-Russia, USA-India, Argentina, Cina 117
20 febbraio: UE-USA, Simon Tisdall, Michael Waltz 121
21 febbraio: Regno Unito-Francia, USA 124
22 febbraio: Putin, Augusto Sinagra 127
23 febbraio: Sionismo, USA, Ucraina 129
25 febbraio: UE-USA-Russia-Ucraina, Elon Musk 132
26 febbraio: Musk, Merz, Russia, Ucraina, Parisi, Donne 134
27 febbraio: Sarkozy, Musk, Svizzera, Romania 137
28 febbraio: UE-Russia, USA 140
1 marzo: Trump e Zelensky, Ucraina, Kaja Kallas 143
2 marzo: Trump e Zelensky, Medvedev 145
3 marzo: Germania, UE, USA-Ucraina 146
4 marzo: USA, UE, Ucraina, Siria 150
6 marzo: Paramonov, UE-Russia, Cresti 154
7 marzo: UE, Putin, Macron 155
8 marzo: UE, Italia, Israele, Germania 158
9 marzo: Bosnia-Erzegovina, Autopen, Pedofilia 162
10 marzo: Polonia, USA, Ucraina, Cina 164
11 marzo: Romania, Trump, Russia 167
12 marzo: USA, Ucraina, Russia, Italia, Ungheria 168
13 marzo: USA, Russia, Iran, Ucraina, Finlandia 171
14 marzo: Russia, Ucraina, Groenlandia 174
15 marzo: Russia, Bielorussia, Ucraina, Brasile 177
16 marzo: Russia, Ucraina, Occidente 180
17 marzo: USA, Palestina, Cina, Baltici, Russia-Venezuela, Prince 182
18 marzo: NATO, Ucraina, Germania, Ungheria 187
19 marzo: Armi, Germania, Ucraina, Russia, USA 189
20 marzo: Ucraina, Turchia, Putin-Trump 193
21 marzo: Natura-Tecnologia, Cina-USA 196
22 marzo: Manifesto di Ventotene, Libro Bianco Difesa Europea 198
23 marzo: Niger, Kennedy, Ucraina, Ellison 201
24 marzo: Ebraismo negli USA, UE, Russia 203
25 marzo: Serbia, Israele-Palestina, Germania 207
26 marzo: Witkoff, Lansing Institute, Ucraina, Israele, ONU 209
27 marzo: Moldavia, Grecia, Cekia, UE, Regno Unito 212
28 marzo: Ucraina, Israele-USA 214
29 marzo: Geopolitica mondiale, IT, Siria 217
30 marzo: Israele, Ravenna, Odessa, Ucraina 218
31 marzo: USA-Ucraina, Travaglio, Times, Statisti 221
1 aprile: Trump, Capitalismo finanziario, Filippine 225
2 aprile: Ucraina, OMS, Francia 227
3 aprile: Pastukhov, Putin-Trump, Autismo, Italia 230
4 aprile: Paradossi, Israele, Unione Europea 233
5 aprile: Dazi americani, Autarchia, Sahel, Occidente 235
6 aprile: Hebron, Cina, Yemen 239
7 aprile: Dazi, NATO, Ucraina 241
8 aprile: Nazione e Stato, Nucleare militare 243
9 aprile: Udine, Iran, Putin, Ucraina 245
10 aprile: Alberizzi, USA, Musk 249
12 aprile: USA, Ddl-Sicurezza, Tom Zandman, Bill Gates, DC-9 253
13 aprile: Israele, Giappone, USA 257
14 aprile: Ucraina. USA, Ayn Rand 260
15 aprile: UE, USA, Occidente, Cina, Russia 264
16 aprile: Occidente, USA, Russia, UE, Ucraina 267
17 aprile: USA, UE, Cina, Russia, Ucraina, Decreto Sicurezza 269
18 aprile: Maddalena, USA, UE, Occidente 272
19 aprile: USA, Cina, Occidente 274
20 aprile: Europa, Stati Uniti, Occidente, Ucraina, Russia, Api 277
21 aprile: UE, Ucraina, USA 281
22 aprile: UE, USA, Cina, Russia, Ucraina, Israele 284
23 aprile: Kiva, Occidente, USA, Russia, UE, capitalismo 288
24 aprile: USA, Cina, occidente, guerra commerciale 291
25 aprile: USA, Cina, occidente, debito 294
26 aprile: India e Pakistan, Ucraina 298
27 aprile: Ucraina, Russia, USA, UE, Croazia 303
28 aprile: USA, UE, Russia, Ucraina 308
29 aprile: Corea del Nord, Russia, blackout elettrico 310
30 aprile: Stati Uniti, Russia, Canada 313
5 maggio: Mearsheimer, Amnesty 321
6 maggio: Villaggio globale, Sionismo 322
7 maggio: Reiterazioni storiche, Romania, USA 324
8 maggio: Too big to fail, USA, Russia, Ucraina 326
9 maggio: Comprendere e confrontarsi, Socialismo democratico 328
10 maggio: Socialismo democratico, Zelensky, Prevost 329
11 maggio: Capitale finanziario, Discorso sulle civiltà 332
12 maggio: Svezia, Ucraina, Slovacchia, NATO, Medioriente 334
13 maggio: Israele, Germania 337
14 maggio: Ucraina, Moldavia, Estonia, Lituania 339
16 maggio: "Pepe Mujica", Rubio 343
18 maggio: Ucraina, Russia 347
19 maggio: Ucraina, Russia, Iran, Cina, Yemen 348
1 Anche a Taiwan comprano macchine ASML. Poi hanno proprie tecnologie per sfruttarle al massimo in modo efficiente. Per questo oggi sono i numeri uno al mondo. è sempre stata vietata l'esportazione di quelle macchine alla Cina. Quindi è evidente che se la Cina occupa Taiwan, il rischio di una guerra con l'occidente diventa inevitabile, anche se far funzionare tecnologie del genere richiede competenze molto elevate.
2 Da notare che la moglie di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmanm, che sposò in precedenza lo stesso Eugenio Colorni, apparteneva a una famiglia ebraica legata ai Rockefeller, tra i principali finanziatori del movimento federalista europeo di Spinelli. Fu lei a diffondere il Manifesto di Ventotene.
3 A tutt'oggi sono 60.000 i bambini scomparsi in Ucraina. Si parla anche di industria ucraina dell'adrenocromo, un altro orrore di questo Paese devastato dal virus del neonazismo.
4 Sinceramente parlando questa percentuale pare un'assoluta esagerazione.
5 Alcune fonti parlano di ottavo esportatore di armi al mondo, con un fatturato annuo di 13,2 miliardi di dollari.
6 Non è chiaro se la base di Camp Darby a Pisa ospiti armi nucleari, ma non è escluso. Al momento si sa con certezza che nei suoi 125 bunker sono stoccate migliaia di bombe per aerei, missili e proiettili di artiglieria.
7 In Italia, ancora oggi, non si sa neppure quante furono le nostre perdite in Russia. Secondo gli archivi sovietici abbiamo avuto, solo nel dicembre 1942, circa 22.000 morti, 12.000 feriti e 10.000 prigionieri. Nel gennaio 1943 le perdite generali erano salite a 150.000 uomini
8 La Federazione Russa, il paese più esteso del mondo con oltre 17 milioni di km², conta circa 144-6 milioni di abitanti, con una densità pari a 9 persone per km² (cui vanno aggiunti i russofoni di alcune regioni ucraine). La popolazione è prevalentemente urbana e si concentra nella Russia europea, dove vive circa il 77% della popolazione. La distribuzione per sesso è la seguente: Maschi: 46,374%, Femmine: 53,626%. Tasso di natalità: 11x1.000 abitanti. Mortalità: 13,5x1.000 abitanti. La speranza di vita alla nascita è di circa 68,67 anni, con una differenza tra uomini (65,30) e donne (77,10). Le proiezioni dell'ONU stimano che entro il 2050 la popolazione russa potrebbe scendere a 132,7 milioni o, entro il 2100, tra i 74 e i 112 milioni.