next up previous contents index
Avanti: Ridondanza e pericoli naturali Su: Collegamenti in fibra ottica Indietro: Propagazione luminosa   Indice   Indice analitico

Multiplazione a divisione di lunghezza d'onda - WDM

Abbiamo visto come nelle fibre ottiche siano presenti tre diverse finestre di valori di lunghezza d'onda per cui si ha una bassa attenuazione; è possibile effettuare allora tre diverse comunicazioni nella stessa fibra, ognuna nella propria finestra ! L'acronimo WDM (Wavelength Division Multiplex) identifica proprio questa tecnica di multiplazione, estesa al caso in cui le diverse comunicazioni avvengano anche nella medesima finestra.

Il modo più semplice ed intuitivo di realizzare la multiplazione di lunghezza d'onda è di adottare dei rifrattori prismatici, realizzando un circuito ottico del tipo illustrato in figura13.21.

0.400000
\resizebox* {0.4\textwidth}{!}{\includegraphics{cap13/f12.25.ps}}

I dispositivi di multiplazione di forma d'onda del tipo descritto vengono detti passivi e reversibili, in quanto non necessitano di alimentazione, ed uno stesso apparato può indifferentemente svolgere una funzione e la sua inversa. La passività del WDM rende questa tecnica attraente, qualora si pensi di distribuire fibre ottiche di casa in casa: ognuno avrebbe una sua lunghezza d'onda $ \lambda_{i}^{}$, e la fibra sarebbe una per tutto il condominio.

 

0.500000
\resizebox* {0.5\textwidth}{!}{\includegraphics{cap13/f12.26.ps}}

Se le $ \lambda_{i}^{}$ sono troppo vicine tra loro (con una spaziatura dell'ordine di 0.015 nm), allora i prismi non riescono più nel compito di separazione geometrica, e conviene ricorrere ad una separazione della potenza (si fa uscire parte di segnale luminoso da jacket) ed un filtraggio (realizzato otticamente mediante gelatine) di ognuna delle $ \lambda_{i}^{}$. Così facendo però si perde molta potenza. 


next up previous contents index
Avanti: Ridondanza e pericoli naturali Su: Collegamenti in fibra ottica Indietro: Propagazione luminosa   Indice   Indice analitico
alef@infocom.uniroma1.it
2001-06-01