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Questo termine ha origine dalla parola inglese4.2 alias (copia, clone) e sta ad indicare il fenomeno che si produce nell'applicare
il teorema del campionamento quando i requisiti non sono soddisfatti, e cioè
quando la frequenza di campionamento è inferiore alla frequenza di Nyquist,
ossia
< 2W (ovvero
Tc >
). In questo
caso le repliche spettrali che compongono
X
f
sono più ravvicinate, e si sovrappongono (l'aliasing è indicato anche come fold-over,
ripiegamento).
Quando questo avviene, il filtro passa-basso di restituzione non è più in grado
di estrarre la replica centrata in f = 0 (vedi figura a lato), e dunque
alla sua uscita è presente
y
t
x
t
, che
si differenzia da
x
t
in particolar modo per i contenuti
energetici nella regione delle frequenze più elevate. In un segnale audio, ad
esempio, ci si accorge che c'è aliasing quando è udibile una distorsione (rumore)
congiuntamente ai passaggi con maggior contenuto di alte frequenze.
Il fenomeno dell'aliasing può insorgere, oltre che nel caso in cui si commetta
il banale errore di adottare
Tc >
, anche a causa di una
imperfetta limitazione in banda di
x
t
(che viene in genere
filtrato proprio per accertarsi che sia
X
f
0 con
f
> W).
Altri problemi possono essere causati dal filtro di restituzione
H
f
,
che difficilmente si riesce a realizzare ideale. Questo può presentare infatti
una regione di transizione tra banda passante e banda soppressa di larghezza
non nulla (vedi figura). In questo caso occorre sovracampionare con periodo
Tc =
<
, in modo che le repliche spettrali siano
più distanziate tra loro, e quindi il filtro di ricostruzione possa isolare
la replica centrale.
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alef@infocom.uniroma1.it
2001-06-01