Giulia Quadrelli

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Un esempio di scrittura creativa
nel Liceo Scientifico "N. Copernico" di Bologna

a.s. 2001-2002

Aria fredda, gelida, tagliente, sparata sul viso mentre sul suo motorino si lanciava giù per l'ultima discesa prima di raggiungere la scuola. E mentre scendeva aveva abbassato lo sguardo sulle sue scarpe gialle, i suoi pantaloni neri e la sua giacca, anche quella gialla. "Sono un'ape" si era detta, mentre sul volto le compariva un piccolo sorriso.

Poi aveva accelerato e all'improvviso, il rumore del suo motore le era parso come un ronzio chiarissimo contrapposto all'insieme confuso del rumore del traffico. Un'ape. A pensarci bene anche dentro si sentiva un'ape. Stava bene nel gruppo, amava condividere emozioni con gli altri e muoversi all'unisono con le altre api, i suoi amici. I loro ronzii tutti uniti formavano un unico ronzio fortissimo, che per molti adulti era fastidioso, ma che dava loro molta sicurezza.

C'erano altri momenti però, nei quali il vedersi così uguale agli altri la nauseava e allora aveva bisogno di fuggire via da sola, lontano, in posti talmente silenziosi da farle capire che il suo ronzio era unico al mondo, diverso da tutti.

L'aspetto, però, nel quale ritrovava di più il suo istinto di ape era la sua insaziabile voglia di nettare, di vita. Amava posarsi sempre su fiori nuovi e assorbire da loro il più possibile, in particolare da quelli più colorati.

Sulla sua strada vedeva distese di fiori aperti a offrirle ciò di cui aveva bisogno.
Ovviamente sapeva che su questa strada non avrebbe incontrato solo fiori e non sarebbe stato tutto semplice, anzi, già diverse esperienze le avevano dimostrato il contrario.

Solo per fare alcuni esempi, le era capitato spesso di avere momento pieni di entusiasmo, nei quali aveva desiderato vedere il mondo da vicino, osservare attentamente ogni singola persona e infine scegliere quella che più l'attirava per posarvisi sopra per sempre; ma si era accorta che la gente, ha paura di essere osservata troppo attentamente ed è spaventata da chi dimostra di avere interesse per lei e allora, spesso, come si fa con le api, arrotola un giornale e inizia a sferzare colpi cattivissimi, che magari si riescono a schivare, ma che inevitabilmente distruggono l'entusiasmo.

Questo pensava, quando accompagnata dal suo ronzio era arrivata di fronte alla scuola. Aveva spento il motore e scendendo dalla sella si era accorta che con il suo ronzio era sparita quella sensazione di libertà che fino ad allora si era sentita addosso.

Prima di entrare si era guardata nel riflesso della porta all'entrata: giallo-nero-giallo. Salendo le scale aveva avuto una voglia immensa di voltarsi e uscire di corsa verso quei coloratissimi fiori che stavano fuori ad aspettarla, ma guardandosi alle spalle aveva visto che la porta era già stata chiusa.

Allora si era sentita come impigliata in un'enorme ragnatela, nella quale tante altre api come lei erano rimaste imprigionate. Api che, forse fuori dalla scuola, potevano sembrare tutte uguali, ma che in realtà erano una completamente diversa dall'altra. Alcune erano troppo ingombranti, altre praticamente invisibili. Tutto sommato l'ingresso al mattino era l'unico momento in cui avevano tutte qualcosa in comune: erano appena rimaste impigliate.

Lei sentiva che non si poteva muovere. A fatica era arrivata in classe, si era seduta.
Cinque minuti dopo la lezione era cominciata e lei aveva raggiunto uno stato di immobilità totale. Con il passare delle ore l'insofferenza iniziale era calata e ormai stava per raggiungere la più completa rassegnazione (che vedeva già da tempo nei volti attorno a lei), quando aveva capito che rassegnarsi alla passività era l'ultima cosa da fare.

E' vero che era impigliata in una ragnatela, ma questa ragnatela era piena di buchi attraverso i quali riuscivano ad entrare alcuni dei "suoi" fiori. Quindi entrava nettare, ciò di cui lei aveva più bisogno. Improvvisamente attorno a lei aveva sentito un ronzio, allora aveva chiuso gli occhi e aveva sentito il suo viso immerso in un vento fresco, pieno di vita. Riaprendo gli occhi, di fronte a sé, aveva visto solo un'immensa distesa di fiori coloratissimi.

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Galarico - Homolaicus - Ultimo aggiornamento: 08-mag-2005