Ilaria Vitale

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Un esempio di scrittura creativa
nel Liceo Scientifico "N. Copernico" di Bologna

a.s. 2001-2002

Un'ape gironzolava nel bosco in cerca di nettare, quando all'improvviso finì nella tela di un ragno...
"Ma insomma, un'altra volta! Gino! Vieni ad aiutarmi! Questi cavolo di fili appiccicosi! Dai, fai presto!"
"Ancora!... non è possibile, non ci posso credere! E' da una vita che finisci sempre ingarbugliato tra i miei fili: guarda che ci ho messo del tempo per unirli così perfettamente!"

Esatto, una vita. Tino (che sta per Martino), l'ape, non aveva paura di Gino, il ragno: erano amici loro, proprio da tanto tanto tempo, dall'inizio della loro esistenza. Ormai erano vecchi, ma ciò non impediva loro di continuare a divertirsi come due bambini. Gino era steso sul dorso per il troppo ridere, con tutte e sei le zampette che si muovevano freneticamente e lo facevano oscillare da destra verso sinistra: in quel momento più che un ragno sembrava un cane. Avete presente i cani quando si mettono a pancia in su se li accarezzi sul ventre perché vogliono un po' di coccole?

Be', Gino non voleva proprio le coccole, era troppo preso a prendere in giro Tino che ora aveva smesso di chiedere aiuto e lo guardava con un occhiolino semi chiuso, sbuffando e borbottando strani parole per l'amico (infondo non erano molto strane, anzi potete immaginarle benissimo): insomma, tipico atteggiamento da ape incavolata. Tino era ingarbugliato come un salame.

"Mi sembri una larva!" gli diceva Gino che ora si era alzato e si stava arrampicando con le sue corte e pelose zampette lungo la corteccia intrisa di resina secca. Si fermò, guardò negli occhi Tino, gli fece un sorrisino maligno e tagliò i fili così che la povera ape precipitò verso il suolo terroso e ricoperto di foglie: almeno l'atterraggio sarebbe stato morbido. Ma a giudicare dal suono che l'impatto tra Tino e il suolo aveva provocato, così non fu. Tino si era spiaccicato a faccia in giù; il corpo ora, era ricoperto di terriccio e la faccia nera di rabbia.

"Grazie Gino - motteggiò il ragno, per rimarcare la scarsa riconoscenza dell'amico - Prego, figurati, non c'è voluto niente".
"Oh si, davvero. Grazie Gino! Grazie! Non so come avrei fatto senza di te, senza i tuoi appiccicosi fili e senza la tua sporca e puzzolente ragnatela." Replicò l'ape.
"Sporca un pochino... ma non puzza: avevo dato una spruzzatina di succo di ninfea proprio questa mattina!"

Tino e Gino andarono avanti a lungo, era sempre così ogni mattina, ma poi smettevano e tornavano alle cose importanti. Ciop (quello di Cip e Ciop, Cip era scomparso) il più anziano tra le creature minute del bosco si era avvicinato a loro. I tre si sedettero in cerchio e cominciarono a raccontarsi delle buffe storielle. Buffe non tanto, non almeno quella di Ciop, il quale non faceva altro che parlare di Cip e di tutte le cose che avevano combinato insieme (io di qua... Cip di là...); anche questo faceva parte della prassi di tutte le mattine.

Tino e Gino si guardarono negli occhi, mentre Ciop sproloquiava: il loro fu uno sguardo di intesa. Lentamente si alzarono, molto lentamente si voltarono e ancora più lentamente cominciarono ad allontanarsi in punta di zampette. Si guardarono una seconda volta con la coda dell'occhio e infuriarono all'impazzata in una gara di corsa:
"Chi arriva ultimo è scemo!"

Mentre correvano si spingevano l'un l'altro cercando di farsi gli sgambetti a vicenda o sbarrando all'improvviso la strada al compagno. Ma ovviamente tra un' ape e un ragno chi volete che vinca? Il ragno, inevitabilmente. Tino aveva aperto le deboli ali opache e raggrinzite, aveva spiccato il volo, ma mentre si era voltato indietro, per fare gesti di esultanza verso Gino, era andato a sbattere contro un altro tronco di un altro albero e ora scivolava giù molto lentamente con le ali spiegazzate e la faccia rigata.

Ora potrei andare avanti all' impazzata a raccontarvi le innumerevoli avventure di Tino e Gino, ma penso che mi servirebbe altri dieci fogli come minimo. Quindi vi lascio liberi di immaginare ciò che desiderate. Chissà... Tino e Gino ritrovano Cip, oppure fanno un lungo viaggio insieme, oppure Gino fa una ragnatela sul davanzale della finestra della cameretta di un bambino che lo cattura, imprigionandolo dentro un bicchiere di plastica e Tino deve andare a salvarlo... o, comunque, delle storie così!

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Galarico - Homolaicus - Ultimo aggiornamento: 08-mag-2005